Non ascoltate i raccontastorie che anziché ragionare sugli eventi pubblicizzano una falsa realtà processuale, perché nessuno in aula ha alzato il tiro con giochi ad effetto o cambi repentini di direzione, tutti hanno ancorato la loro posizione sul pregresso nonostante sul mare del tribunale di Taranto non soffi più alcun tipo di vento. Difficile quindi è il parlare di quanto non è accaduto, a meno non si voglia fare come taluni e scrivere una verità mediatica buona solo per essere smentita. Non siamo allo zero assoluto delle testimonianze, questo no, ma il livello è basso e tende a non aiutare l'Accusa, seppur ci sia chi dice il contrario, ed io in questi giorni mi aspettavo qualcosa di meglio, una prova difficilmente smentibile, una genialata dei tecnici specializzati, ed invece mi trovo a dover commentare un qualcosa che neppure risulterà valido dato che le "prove tecniche di trasmissione" si sono mostrate unilaterali, e c'è da chiedersi per quale motivo al tempo non si sia richiesta la presenza dei tecnici della Difesa, e non più ripetibili visto che la Vodafone ha modificato l'impianto di Avetrana (ed io mi chiedo perché non si sia fatta una nuova perizia collegiale prima del cambio antenna). Ed allora di cosa parliamo? Del telefonino di Sarah che alle 14.42 era all'interno del garage dei Misseri?
Questa si che è nuova vero? Il primo a dircelo fu il contadino di Avetrana quando confessò di essere un assassino. Il secondo a dircelo fu lo stesso contadino quando aggiunse la complicità della figlia. Il terzo a dircelo fu ancora il medesimo contadino quando passò tutto sulle spalle della secondogenita assumendosi solo la paternità dell'accultamento. Il quarto a dircelo fu ancora il contadino quando ritrattò la confessione e si riassunse la paternità del delitto. Quindi ancora una volta è il contadino estromesso dalle testimonianze dell'Accusa il fulcro di tutto. Eppure, seppure estromesso dalle fasi iniziali, è impelagato fino al collo in quanto accaduto. C'è da notare, infatti, che mentre altri non hanno mai detto nulla sulle fasi dell'omicidio e sull'occultamento, lui sapeva dov'era nascosto il corpo, lui sapeva dov'era il cellulare della nipote alle 14.42, lui sapeva in che modo era stata uccisa. Ma di cosa stiamo parlando? Del nulla dato che l'uomo che sa tutto è accusato solo dell'occultamento. D'altronde per la procura Sarah è stata uccisa in casa e lui non era presente al momento della morte. E fra l'altro con questa ricostruzione il cellulare non doveva neppure essere in garage... in fondo che senso ha il chiamare un telefonino che si trova a pochi metri da te, in un luogo con le porte aperte, con la possibilità che l'amica, presente con la sorella, spenga l'auto e lo senta squillare?
Non era un rischio troppo elevato da correre per chi aveva calcolato tutto e tramite quel telefonino si era creato pure un alibi? Non è quindi una incongruenza di chi ha preparato le carte e gli interrogatori, portando a processo due persone complici di un omicidio con una ricostruzione alternativa a quella confessata dal contadino, il mettere insieme un omicidio avvenuto in casa con un telefonino presente subito dopo in garage? Perché questo hanno fatto, e c'è da chiedersi che senso hanno avuto in tribunale le domande dell'Accusa alle sorelle Spagnoletti, quelle in cui si chiedeva loro se avessero sentito il cellulare di Sarah squillare quando la Misseri, alle 14.42, era accanto all'auto con lo sportello aperto e provò a chiamarla. La loro risposta negativa è parsa quasi un voler rafforzare la tesi che quel telefonino fosse rimasto in casa, inudibile a tutti tranne alla zia che in casa era e, secondo quanto le è contestato, aveva aiutato la figlia a commettere il sequestro ed il delitto. E questo arzigogolare fra una ricostruzione e l'altra, a parer mio, non è sinonimo di certezza ma di debolezza ricostruttiva.
Meglio sarebbe stato il cercare un punto nella casa in cui il cellulare avesse potuto agganciare il segnale gsm. Magari mettendolo al chiuso di una borsetta (quella della zia per dire) e sperare che, se nascosta in un armadio, non venisse agganciato dalle onde umts (in fondo probabile). Questa sarebbe stata una vera debacle per le donne di quella famiglia, una genialata dei tecnici, un vero colpo di scena da portare al processo per convincere i giudici della propria teoria accusatoria. Se una perizia fatta in tal modo avesse dato esito positivo la si poteva accomunare con la cella agganciata alle 15.25 dal cellulare di Cosima Serrano. Cellulare che, visti i soli quaranta secondi di collegamento al segnale gsm, poteva davvero trovarsi al chiuso della sua borsetta, magari anche all'interno della sua auto, prima di essere tirato fuori dalla stessa per rispondere alla chiamata (bastava provare durante le sperimentazioni per capire se era una eventualità possibile o no). Ma a nessuno di questi esperimenti al tempo si è pensato, ed oggi ci ritroviamo con una perizia che verrà annullata, pur se pagata, perché fatta in assenza della controparte. Sempre la Difesa la voglia far annullare dato che in realtà è buona solo per confermare la confessione del Misseri, l'unico che da sempre ha detto di essere presente in garage mentre il cellulare squillava.
Vogliamo parlare di altro nulla? Ed allora iniziamo coi dodici/quindici minuti in cui il giorno successivo i cellulari delle imputate hanno agganciato la cella che serve il pozzo dove la piccola è stata sepolta. Ne hanno discusso poco anche in tribunale e nessun quotidiano ne fa cenno. Il motivo è facile da capire dato che quindici minuti sono un nulla se paragonati alla copertura del segnale che agganciano i due telefonini. In quindici minuti si ha giusto il tempo per entrare nel raggio d'azione della cella e percorrerlo in tutta la sua ampiezza (che è esattamente di 15 km) ad una media di 60 chilometri l'ora. Entrandovi ed uscendone, quindi, anche senza fermarsi. Motivo per cui anche quella che vuole la complicità delle due nell'occultamento è una tesi smontabile con poche parole. Proseguiamo con altro nulla parlando di quanto riferito da chi portava avanti le indagini? Di chi ha dichiarato che il Misseri lo ha sollevato come un fuscello, nonostante i suoi settanta chili di peso, per fargli vedere che per lui non era stato difficile mettere da solo la nipote nel pozzo? Oppure parliamo delle chiavi e della batteria fatte ritrovare dallo stesso contadino nei luoghi percorsi dopo l'occultamento? Credo sia il caso di lasciar perdere e credo che la procura avrebbe fatto meglio a non far testimoniare nessuno, dato che in aula si sono solo confermate le parole del reo confesso e non si è portato niente di nuovo contro le imputate per eccellenza.
Ma ora basta, non mi va più di parlare del nulla. Aspetterò la prossima puntata e nell'attesa mi siederò in poltrona con mio figlio. In fondo i Pinguini di Madagascar e Spongebob non sono così male...
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