mercoledì 2 novembre 2011

Annamaria Franzoni. Come far passare per malato di mente chi per i giudici malato non è...


Venerdì 28 ottobre a Quarto Grado si è parlato di mamme assassine. E' notorio che in questi casi la prima assassina che viene in mente è la Franzoni e che lei, pur non presente, è sempre l'ospite gradita e lapidata di ogni trasmissione che si rispetti. Il problema è che si può dire di tutto perché nessuno può più difenderla, vista la condanna, e che in video si continua ad irridere la verità, a riferire il falso ed a darlo in pasto a chi ascolta come se ancora fosse vero. Così è capitato anche venerdì quando la Palombelli, come in altre occasioni d'altronde, ha tirato fuori il fiato per parlare di una Annamaria in crisi di panico ed affetta da chissà cos'altro, di una Annamaria lasciata incautamente a casa sola coi propri figli dal marito che sapeva delle sue malattie. Ha sparlato adeguandosi alla redazione del programma che voleva questo, in caso contrario non avrebbe accomunato la madre accusata di aver affogato suo figlio in mare, da un anno in cura e dai giudici mandata ai domiciliari in una struttura psichiatrica, alla Franzoni (mai andata in nessuna clinica e mai curata per malattie mentali). Però, lasciando perdere i "tagli pregiudizievoli" della trasmissione, comunque strani visto che l'informazione in quegli studi dovrebbe essere di prima mano dato che ospiti fissi sono Massimo Picozzi, che non perde occasione per dire che la Franzoni ha ucciso senza avere alcuna malattia e che tutto ricorda di quanto ha fatto, e Luciano Garofano, che il caso lo ha seguito dall'interno e vi ha pure scritto un libro, sarebbe ora che la signora Barbara, giornalista disinformata, facesse uno stage ed iniziasse ad informassi meglio di ciò che parla. Se non ha tempo di farlo che smetta di parlare e si limiti ad ascoltare.

Dopo aver esposto quanto sopra, mi pareva doveroso, vi porto a conoscenza di ciò che è stato usato in Appello per scalare alla Franzoni 16 anni di carcere, esattamente una malattia proprio come dice la signora Barbara Palombelli.

"Secondo la Corte d'Appello di Torino l'omicidio del bambino è stato un vero massacro, caratterizzato da condotta efferata e dolo intenzionale. I giudici, pur escludendo il vizio parziale di mente (avete letto bene, c'è scritto che i giudici escludono la malattia mentale anche solo parziale) che i loro stessi periti avevano ravvisato parlando di «stato crepuscolare orientato...". Avete letto più che bene, il giudice ha asserito che i suoi periti hanno riscontrato in Annamaria lo Stato Crepuscolare Orientato. I casi sono due, o ha abboccato all'amo dell'Accusa ed è stato pescato, o non c'era nessun amo ed è schizzato fuori dall'acqua da solo perché ogni malattia è stata esclusa nella sua Aula. Andiamo oltre. "Precisando di non voler sminuire la portata del delitto concedendo le attenuanti generiche, considerate equivalenti alle aggravanti, la Corte non può non tenere conto del fatto che Anna Maria Franzoni ha sofferto di un reale disturbo che rientra nel novero delle patologie clinicamente riconosciute (degne anche di trattamento terapeutico), ma che nel sistema giuridico-penale vigente non costituisce di per sé infermità che causa vizio di mente". La Corte ci dice che non c’è malattia mentale, che anche se ci fosse uno Stato Crepuscolare per la Legge non sarebbe sufficiente a dichiarare un'infermità o un vizio di mente, però, pur non volendo sminuire la portata del delitto, si dichiara anche certa che la donna abbia sofferto di un reale disturbo, clinicamente riconosciuto, e per questo concede le attenuanti generiche. A questo punto bisogna tornare con la mente a quando la Franzoni non accettò di fare la seconda perizia psichiatrica e darle ragione per quanto affermò, attaccata da tutti in televisione, perché la sua veggenza si è avverata. Infatti fu la prima a dire che volevano usare una malattia inesistente per condannarla dandole le attenuanti.

Lasciamo da parte le veggenze e, per convincere la Palombelli ad andarsi a fare uno stage di aggiornamento (ma sarebbe meglio vi andassero in tanti), leggiamoci cosa ha scritto il giudice di Cassazione.

"La diagnosi di stato crepuscolare orientato è stata formulata non in termini di conclusiva certezza ma unicamente come ipotesi maggiormente plausibile e compatibile con l’assetto di personalità della Franzoni e con la 'verosimile' presenza in costei di un conflitto interiore". La Cassazione dapprima ci informa che non è stata formulata in termini di assoluta certezza, ed anche queste affermazioni non sono dette in piena verità, poi ci dice che è stata data alla Corte quale ipotesi maggiormente plausibile, ed ecco un'altra affermazione non propriamente vera. Però alla fine, dopo tante mezze parole, la verità deve emergere ed il giudice, Severo Chieffi, scrive: "Non è comunque esatto che i giudici dell’appello abbiano disatteso le conclusioni rassegnate dai periti psichiatri, posto che quelle esposte nell'elaborato scritto sono state poi rivisitate e corrette in sede di esame orale. Proprio alla luce di tali correzioni e messe a punto si è ritenuto di escludere la configurabilità in concreto di quello stato crepuscolare orientato ipotizzato nella relazione perizia". Ed ecco il punto. In sede di esame orale ci sono state correzioni e si è escluso ciò che si era ipotizzato in perizia. E questa è una affermazione che contiene solo la verità perché in perizia non si ammetteva nulla in quanto il tutto veniva dato in ipotesi e per astratto. 

Ma perché ancora oggi i giornalisti continuano a parlare di malattie nella Franzoni? A costo di essere lungo e di annoiare ve lo spiego. Il problema è nato a causa dei soliti 'media' che si appiattiscono alle procure. Le perizie il Pg Corsi le aveva lette e sapeva bene cosa contenevano, solo ipotesi astratte e nessuna certezza. Ma per i giornalisti da sempre 'tutto fa brodo', così anticiparono qualche spunto della relazione del collegio psichiatrico e qualche spunto di quella del professor Mutani. Ma seppero solo ciò che la procura voleva si sapesse e non quanto in realtà vi fosse realmente scritto. Per completare gli articoli, visto che il materiale era scarso, parlarono del Mutani di cui seppero qualcosa in più. Seppero che fu chiamato in causa quando una telefonata anonima comunicò alla procura che l'avvocato della Difesa aveva mandato la Franzoni, lei in pieno accordo, in un clinica di Sassari a fare un esame medico particolare per capire se avesse ucciso suo figlio e non ne avesse ricordo. Questo scrissero dimenticando però di parlare dell'esame che aveva già fatto precedentemente a Bologna che era esattamente lo stesso ed era risultato negativo. Scrissero che scattò il sequestro della cartella medica e la richiesta di perizia, ma non che nello stesso tempo la Difesa mandò la stessa cartella, priva di nome e cognome per far sì che non ci fossero pregiudizi nella Corte, ad un Primario di Chieti, che sentenziò la perfetta sanità mentale di chi aveva fatto quel tracciato a Sassari, ed al professor Tinuper, del dipartimento di Scienze neurologiche dell'Università di Bologna, che refertò la stessa cosa. Si può dire che scrissero non a 'casaccio' perché la mira portava sempre a sparare nel solito punto. Questo anche quando la perizia del dottor Mutani fu resa pubblica. Vediamo a cosa si voleva da lui risposta:

"Dica il perito, esaminati il tracciato elettroencefalografico relativo al corrispondente accertamento eseguito su Franzoni Annamaria presso l’Istituto di Clinica Neurologica dell’Università di Sassari il 26 giugno 2006, e il correlativo referto, nonché il referto di risonanza magnetica encefalica e le relative immagini, referto rilasciato il 3 luglio 2006 dall’Istituto di Scienze Radiologiche “C. Bompiani”, dell’ASL n. 1, Università degli Studi di Sassari; valutate, altre sì, le relazioni redatte sul tracciato del 26 giugno sopra citato dal Prof. Paolo Tinuper del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell'Università di Bologna il 12 luglio 2006, e dal Prof. Domenico Gambi della Clinica Neurologica del “Nuovo Ospedale Clinicizzato” (ASL) di Chieti il 18 luglio 2006, prodotti dalla difesa dell’imputata – se la suddetta documentazione e refertazione rivelino la presenza di anomalie indicative di affezioni neurologiche che siano potenzialmente correlabili all’evento delittuoso di cui è causa".

Vediamo cosa il dottor Mutani rispose e perché:

1) Mentre la RMN encefalica e certamente normale, gli EEG eseguiti da Annamaria Franzoni sono caratterizzati dalla presenza di attività theta. Quest’ultima può essere la semplice espressione di un fisiologico assopimento, ma può essere, per contro, l'espressione di condizioni e patologie di interesse neurologico.
2) Nell'ambito di tali condizioni e patologie, alcune Epilessie e Parasonnie sono potenzialmente correlabili all'evento delittuoso in quanto comprendenti agiti violenti. In queste affezioni i possibili agiti violenti si producono sotto forma di automatismi, atti compiuti in difetto parziale o totale di coscienza e volontà e, pertanto, coperti da amnesia parziale o totale.
3) Il vaglio delle ipotesi epilettologica e parasonnica richiede un approfondimento mirato mediante esami neurologici di ordine anamnestico e strumentale, indagini all'esecuzione delle quali Annamaria Franzoni ha negato il suo consenso.

Cerchiamo di comprendere quanto ha scritto. Il Mutani ammette che la Risonanza Magnetica è nella norma; questo vuol dire che i centri nervosi posti nell'encefalo non hanno alcuna particolare deviazione. Per contro l'elettroencefalogramma mostra un'attività 'theta' che potrebbe far pensare ad una possibile patologia neurologica, ma nei referti di chi l'esame l'ha fatto con la paziente presente si dichiara che tale attività theta avviene durante l'assopimento, quindi è normale. Infatti nelle cartelle cliniche visionate dal perito si parla di 'onde theta' normali e regolari durante l'assopimento. Ma lui non era presente e quindi vorrebbe approfondire con un esame mirato, esame che l'imputata non vuole fare. E' chiaro che se Annamaria aveva i referti voleva dire che di visite ne aveva già fatte, addirittura due per maggior sicurezza sua e della famiglie Franzoni-Lorenzi, e che solo se qualche specialista le avesse riscontrato particolari deviazioni avrebbe deciso di fare una polisonnografia che prevedeva 36 ore di veglia ininterrotta ed una settimana di controlli in ospedale. Ma queste particolari deviazioni nessuno le riscontrò, quindi quale motivo doveva spingerla a fare un esame del genere? Fra l'altro la richiesta del Mutani arrivò nello stesso periodo in cui, nonostante già ci fosse una perizia psichiatrica che garantiva la sua sanità mentale, il giudice ne aveva chiesto una seconda e pareva la volesse, a processo non ancora iniziato, proprio per poterle dare le attenuanti generiche così da abbassarle la pena. Ma lei non voleva un abbassamento di pena, voleva una assoluzione. Ed invece, come abbiamo visto, avvenne (letta la condanna e quanto scritto dalla Cassazione si comprende bene) ciò che voleva non avvenisse.

Ma riprendiamo il Mutani e vediamo perché ha ipotizzato che qualche agito violento si sarebbe potuto scatenare nella Franzoni. Lui scrive in perizia che si sarebbe potuto scatenare perché "alcuni dei criteri di 'Mahowald e Schenck', unanimemente riconosciuti come essenziali per poter ipotizzare che un determinato agito violento occorso nel sonno, o nel passaggio 'sonno veglia sonno', possa dar modo di riconoscere una eziologia parasonnica, sembrano non incompatibili con l’evento in causa". E già che in una perizia indirizzata ad una Corte si scriva la parola "sembrano" non è un buon segno. La parola giusta, se si è certi di quanto si scrive, è "sono". Ma vediamo quali 'sarebbero' gli 'alcuni criteri di Mahowald e Schenck' che sembrano combaciare con quanto fatto dalla Franzoni.

A. Le caratteristiche del comportamento violento di subitaneità, di assenza di apparente motivazione e di premeditazione, e in contrasto con l’usuale comportamento del soggetto; 
B. La vittima è qualcuno presente casualmente sulla scena o che ha agito disturbando il soggetto o provocandone il risveglio; 
C. Non vi è coscienza piena dell'atto violento, coperto da amnesia parziale o totale, ed il soggetto di fronte alle conseguenze dell'atto stesso mostra incredulità ed orrore; 
D. L'evento violento può essere avvenuto al risveglio dopo almeno un'ora di sonno, essere scatenato dal tentativo di risvegliare il soggetto, essere facilitato dalla privazione di sonno. 

Questi sono i criteri di Mahowald e Schenck che per il perito le si adattano e che i giornalisti hanno usato per creare articoli e trasmissioni 'ad oc'. Ora ve li riporto in un linguaggio più capibile, contrassegnandoli con le stesse lettere, per vedere se si adattano solo alla Franzoni o se possono essere ascrivibili anche a tutti gli altri abitanti della Terra.

A. Annamaria ha ucciso perché non vi era motivo alcuno per cui dovesse uccidere e perché di solito non uccide (embé, come dar torto ai letterati, è notorio che se una madre non ha un motivo per uccidere un figlio, e se non è solita ammazzarne uno ogni tanto, cerca di farlo fuori prima o poi. Credo sia un'abitudine di uso comune, quale madre sana di mente non lo farebbe?); 
B. Annamaria ha ucciso perché, al contrario delle 1200 mattine precedenti (Samuele aveva più di tre anni), voleva dormire e non accudire il figlio che invece incautamente ha disturbato il suo riposo (è notorio che un figlio dopo 1200 giorni di convivenza rompe le scatole e che è più facile ucciderlo che accudirlo come si è sempre fatto); 
C. Annamaria ha ucciso perché ha dichiarato di non essere lei l'autrice del delitto, dimostrando così di essersi dimenticata ciò che aveva fatto, e perché si è mostrata incredula ed inorridita (è notorio che dopo una tale tragedia o si confessa o si è persa la memoria del delitto, i punti A e B non sbagliano e quindi era chiaro a tutti chi fosse la figlicida, e la conferma ci viene dal fatto che una volta trovato il figlio massacrato è inorridita. Una cosa illogica... che era mai capitato da farla inorridire...); 
D. Annamaria ha ucciso perché stare un'ora in piedi non le è servito ad evitare un brusco risveglio (è notorio che se le mamme vengono svegliate da sveglie, il marito era uscito alle 7.40 e lei era sveglia, nel modo sbagliato sacrificano un figlio a Morfeo);

Ora io ho sempre saputo che al ridicolo non vi è mai fine, ma lo sapeva anche il Mutani al momento in cui scriveva perché poi ha cercato di porre rimedio a quanto pensato in precedenza cambiando rotta: "Tuttavia esistono alcuni dati non coerenti con l'ipotesi parasonnica. Un elemento di incertezza nei confronti di tale ipotesi (uguale a quello riportato nell'analisi dell'ipotesi epilettologica) concerne la possibilità che l’attività EEG theta rilevata nella Franzoni sia la semplice espressione di una fisiologica tendenza all'addormentamento. Ma esiste un elemento determinante che allo stato dei fatti non consente di seguire ulteriormente l'ipotesi parasonnica. Esso è rappresentato dalla totale assenza di elementi anamnestici che depongono per la presenza di parasonnie sia nella Franzoni in epoca infantile, adolescenziale, o comunque negli anni precedenti l'evento, sia, visti gli aspetti genetici di alcune parasonnie, nella sua famiglia di origine. L'assenza di tali dati porta all'impossibilità di affermare l'esistenza di uno dei punti determinanti dei già esposti criteri di Mahowald e Schenck (2000), cioè quello relativo al sospetto dell'esistenza di un disturbo del sonno sulla base della presenza di dati derivanti dall'anamnesi patologica remota e prossima. Un esame anamnestico specifico ipnologico non è mai stato fatto in passato a causa della non presa in considerazione dell'ipotesi parasonnica e in ogni caso esso necessiterebbe, per poter essere eseguito, della piena collaborazione della Franzoni e di tutti i suoi familiari (famiglia di origine ed attuale)"

Ed anche qui, pur escludendo e dichiarando in chiaro "che non era possibile proseguire su tale ipotesi data l'impossibilità di affermare ci fosse anche solo uno dei punti determinanti", ha insinuato il dubbio di un disturbo genetico che volendolo appurare, non parlo della sola Franzoni ma anche dei suoi parenti, con una semplice richiesta dei Pm avrebbe potuto appurare con facilità. Bastava chiamarli in procura ed interrogarli sul punto in questione, al limite cercare di ottenerne le cartelle mediche. Ma se non è stato fatto significa che non c'era motivo per farlo, significa che i referti da lui visionati parlavano chiaro, che nella mente della Franzoni non c'era alcun disturbo e che nessuno avrebbe mai potuto inserirne uno simile. Ed infatti una volta interrogato in aula il perito si è rimangiato ogni mezza possibilità ed ogni "sembra" inserito fra le carte. Però il "lavoro" che dovevano fare la perizie lo avevano già fatto ancor prima di essere depositate. Proviamo a ragionare a mente fredda e consideriamo quanto accaduto in quel periodo, anche se son passati cinque anni e non è facile ricordare. Ciò che gli psichiatri ed il Mutani avevano teoricamente ipotizzato, addirittura il team di psicologi aveva scritto in ipotesi e per astratto, fu fatto immediatamente suo dal Pg, ma erano un insieme combinato di patologie mentali che in tutti gli uomini potrebbero esistere visti i parametri A, B, C, D, citati precedentemente. In base a questi ogni persona della Terra potrebbe soffrire di parasonnia, epilessia o stato crepuscolare e non saperlo. Ma l'opinione pubblica non entra nei dettagli di una perizia, e se chi fa informazione non l'aiuta, anzi la osteggia per convenienza, capisce ed elabora solo ciò che gli viene detto. Vediamo allora il 'disegno' presentato alla 'massa' nel 2006 partendo da un paio di articoli presenti in quel periodo in internet.

Ecco la perizia dei neurologi: colpì il piccolo Samuele senza accorgersene

"Annamaria Franzoni forse dormiva quando, con tutta la sua forza, si è accanita sul piccolo Samuele. L’unica registrazione della sua mente dice che potrebbe essere nel sonno la soluzione al mistero di Cogne; buio totale nel cervello, violenza atroce nei muscoli. E l’ultima ipotesi su cui s’indaga nel mistero di Samuele Lorenzi. Il tracciato dell’elettroencefalogramma, non regolare, a cui è stata sottoposta la Franzoni a Sassari, potrebbe nascondere una parassonia, ossia un disturbo del comportamento nel sonno. Annamaria può aver infierito così tremendamente sul figlio senza rendersene conto perché addormentata, malgrado fosse alzata e malgrado abbia compiuto un’azione tanto disumana e ripetuta. Esattamente come accaduto alcuni anni fa a Parks, in Canada, dove un uomo, sonnambulo, si alzò dal letto, uscì nel cuore della notte, guidò fino a casa della suocera e la uccise barbaramente. Fu prosciolto perché mentalmente non presente all’azione... dormiva. La perizia non è ancora stata depositata. Lo sarà lunedì prossimo. Ma in ambienti giudiziari circola sempre più insistentemente questa ipotesi. Una svolta al giallo. Basterebbe forse sottoporre la Franzoni a una polisonnografia per cercare qualcosa di più nella sua testa, ma lei ha da tempo dichiarato che non accetterà più alcun esame strumentale. L’unico elemento a disposizione è il tracciato dell’elettroencefalogramma eseguito a Sassari a fine giugno che il procuratore generale Vittorio Corsi acquisì in originale. Il tracciato presenta alcune anomalie. Questo è un fatto. Non è lineare. Non ci sono picchi ma neppure un andamento armonico. La richiesta di un parere esperto era nell'aria. Il giudice ha chiesto una perizia neurologica per sapere se il giallo di Cogne possa essere chiarito da ciò che si nasconde nell'elettroencefalogramma fatto a Sassari".

Torino - Seconda perizia psichiatrica su Annamaria Franzoni: Vizio parziale di mente nella donna accusata di avere ucciso il figlio, il piccolo Samuele, il 30 gennaio 2002 a Cogne. (14 giugno 2006)

Torino - Torna alla ribalta della cronaca Annamaria Franzoni: secondo la seconda perizia psichiatrica riesce a stare in giudizio ma, nel 2002, aveva un disturbo tale da poter sconfinare nel vizio parziale di mente. Sarebbe questo il senso della perizia psichiatrica sulla madre processata a Torino con l'accusa di avere ucciso il figlio Samuele. Ma su queste prime indiscrezioni non ci sarebbero conferme ufficiali. Le conclusioni dei 4 periti interpellati dalla Corte d' Assise d'Appello sono state depositate in cancelleria alle 13.15 di oggi.

Se in internet si trovavano articoli del genere figuratevi il putiferio sui media. Chiudete gli occhi e provate a ricordare cosa avete visto ed ascoltato dalle televisioni in quei giorni nonostante nella perizia, così come nei referti, non si parlasse di malattie reali, malattie che poi sono state addirittura escluse. Però nel 2006, partendo da una ipotesi di colpevolezza, fu posta all'attenzione dei giurati, e soprattutto dei media, la certa esistenza di disturbi mentali, disturbi che potrebbero associarsi a chiunque di noi se periziati con dei sembra o in ipotesi astratte, la maniera usata da tutti i periti di quella Corte. Sarebbe bello sapere chi fece uscire le anticipazioni, chiaramente di taglio accusatorio. E' chiaro che il dare in pasto all'opinione pubblica una potenziale malattia, asserendo che il referto dell'ospedale confermava anomalie psichiatriche nella mente della Franzoni e che i periti avevano rilevato stati crepuscolari, epilessie e parasonnie, portò tutti in un'unica direzione. E' chiaro che sommando i fattori, messi in circolo ad arte, la mente di ognuno di noi venne portata a credere alla colpevolezza. Cosa pensavate in quei giorni quando in tivù e nei giornali, dietro il paravento della parola più abusata dai media ("indiscrezioni") si affermava in perizia, una perizia che solo in seguito (e soprattutto solo leggendola) si saprà essere formulata in ipotesi astratta (ma voi lo sapevate?), che la donna soffriva d'ansia, aveva attacchi di panico e un probabile Stato Crepuscolare Orientato?

Ma ho scritto una frase particolare poco fa, una frase che forse vi è rimasta in mente. Ho scritto: "Partendo da una ipotesi di colpevolezza". Non è una frase mia naturalmente, viene direttamente dalla bocca dei periti psichiatrici ed è stata pronunciata nell'udienza del 4 dicembre 2006 quando i suddetti periti hanno spiegato alla Corte le ragioni per cui sono giunti alla conclusione che, parole loro dette in Aula, "partendo da un’idea di colpevolezza, così come era stato espressamente indicato, la Franzoni doveva aver colpito il figlio mentre si trovava in stato crepuscolare orientato". Fermiamoci un secondo, teniamoci a mente che si è partiti da un'idea di colpevolezza espressamente indicata e cerchiamo di capire perché si è chiesto ai periti di rispondere alla domanda, "la Franzoni è colpevole, trovate una malattia che possa incastrarsi al caso in questione", e non si è usato il classico, "dicano i periti se la Franzoni aveva una malattia che la potesse portare ad uccidere suo figlio". Praticamente si è fatto capire che la malattia è stata cercata per adattarla all'unica imputata. Motivo per cui anche in tribunale, così come fatto dalla procura durante le indagini, si è partiti tirando i fili al contrario e cercando di adattare un bel vestito da assassina all'unica indagata. Parlando sempre per ipotesi, quindi, se al processo fosse andata un'altra persona la patologia sarebbe stata, alla stessa maniera, adattata a lei. 

Ma nonostante si fosse girato lo schema e lo si fosse adattato, lo stato crepuscolare risultava inidoneo e traballante, questo perché la madre di Samuele nei minuti passati fuori casa ad accompagnare il figlio maggiore allo scuolabus, quindi in teoria subito dopo aver ucciso, aveva parlato con diverse persone e tutte avevano confermato di non aver notato niente di insolito in lei. Motivo per cui servivano altre indiscrezioni in tivù e sui giornali. Così uscirono quelle riprese anche nell'articolo inserito in precedenza e si ascoltò e si lesse che i tracciati dell'elettroencefalogramma non erano regolari e potevano nascondere una parasonnia ed altre malattie. L'obiettivo era chiaro, far arrivare tutti alla conclusione che ogni mente ritenesse più logica, che quella notte la Franzoni ansiosa avesse avuto un attacco di panico (attacco escluso da subito dalla dottoressa Neri che la visitò alle 6 di quella mattina) che l'avesse costretta a chiamare la guardia medica. Che non appena restata a casa sola, bastardo il marito che sapeva stesse male e l'ha abbandonata (come la Palombelli ha affermato venerdì 28 ottobre), era entrata in una sorta di stato crepuscolare in cui la sua coscienza, perdendo il controllo della mente, aveva lasciato che la crisi parasonnica, forse combinata con una crisi epilettica, facesse scempio di suo figlio. Questo è il disegno, ciò che ci hanno fatto intendere anni fa. Leggendo il tutto ora, con vera logica e dopo aver visto che ogni malattia è stata esclusa in Appello e in Cassazione, si capisce che nulla di quanto ipotizzato era reale. 

Però al tempo era tutto reale per noi che seguivamo il caso sugli schermi, eccome se lo era! Siamo stati buggerati dai media e da chi tirava i loro fili e mai nessuno ci ha chiesto scusa per questo. Anzi siamo ancora obbligati ad ascoltare la Palombelli, in prima linea in quei giorni e nonostante questo bisognosa di uno stage di aggiornamento, parlare di malattie nate dalle ipotesi astratte di una perizia accantonata e rimaste in essere solo per il circo mediatico, quasi che il tutto non sia partito da una idea di colpevolezza come espressamente richiesto, quasi che il vivere dell'opinione pubblica si svolga in una sorta di Matrix quotidiano in cui la parola televisiva deviata si fa realtà superando persino gli Atti giudiziari ormai pubblici.

Speciale delitto di Cogne: gli altri 14 punti che scagionano Annamaria Franzoni

Annamaria Franzoni Cap 10 (Questa è la vera arma del delitto?)
Annamaria Franzoni Cap 11 (una condanna nata dalle chiacchiere di paese)
Annamaria Franzoni. Cap.12 (Le intercettazioni spacciate dai media e dalla procura...)
Annamaria Franzoni. Cap.13 (Ed il Pm disse che gli alibi dei vicini erano buoni alibi...)
Annamaria Franzoni. Cap.14 (L'alibi della vicina e i movimenti alquanto particolari...)
Annamaria Franzoni. Cap.15 (Il delitto efferato? Una fantasia dei giudici copia-incolla)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Max, non vedo l'ra che tu passi a parlare dell'arma del delitto.Ma sono paziente.
Un saluto.Bea.

Anonimo ha detto...

Questo mi induce a pensare che il processo mediatico, l'apparente voler parlare tanto per parlare per fare Odience dei vari opinionisti in tivù, abbia molto più peso in Tribunale delle prove.
Non so se, quanto e come i Giudici siano influenzati, se sia davvero possibile influenzarli dall'ossessivo braccare la preda dei giornali e delle tivù, però le tue affermazioni sono circostanziate, e se è vero quello che ho letto qui oggi, la faccenda è assai più grave di quanto pensassi.
Vivo senza televisione per scelta, non voglio farmi condizionare da quello che considero un vero e proprio vampiro dell'energia vitale della mia generazione, ne vengo contaminata comunque tra la casa dei miei e le pubblicazioni di stralci di interviste che vedo su youtube, sono allibita dal giustizialismo, dalla mancanza di professionalità di chi proferisce parola, ma soprattutto dal fatto che i fatti non siano valutati con oggettività in Tribunale.
Tabula

Anonimo ha detto...

Massimo, parlando del delitto di Cogne ho trovato su internet una lettera aperta indirizzata alla Franzoni dal criminologo Lavorino. In breve, Lavorino sostiene che l'assassinino di Samule doveva per forza essere una persona vicino alla famiglia, che conosceva bene l'ambiente domestico, che si è potuto muovere quindi con facilità e che possedeva necessariamente le chiavi della villetta in quanto non poteva sapere in anticipo che Anna Maria avrebbe lasciato il portone di ingresso aperto. Molto singolare anche il particolare della porta della camera di Samuele che Anna Maria aveva lasciato aperta e che al suo rientro invece ha trovato accostata. Ti ivnvito, se non l'hai già fatto, a leggere l'articolo e a pubblicare le tue considerazioni in merito
Ciao
Marilia

Unknown ha detto...

Non è attuale quella lettera Marilia, l'ho letta nel 2008 se non sbaglio, ed alcune considerazioni le condivido. Infatti anch'io avevo pensato, come Lavorino, ad un assassino rimasto in casa.

Ora non la ricordo bene e non ho tempo di cercarla, ma mi pare parlasse anche di chiavi in mano ad una amica molto intima. Bene, su questo punto c'è da dire un'altra cosa importante. I Lorenzi per le feste di Natale erano tornati a Bologna, lasciando disabitata la casa di Cogne per venti giorni, fino all'epifania o a metà gennaio, ora non ricordo bene, ebbene se qualcuno avesse voluto trovare un modo per entrare in venti giorni l'avrebbe trovato (erano le giornate più corte dell'anno ed il buio arrivava presto) quindi le chiavi poteva averle un'amica (come mi pare sostenga Lavorino) ma il modo facile per entrare potevano averlo anche altri.

Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

@Massimo
Se posso essere d'aiuto:
sempre "Cogne delitto infernale" Tullio Pironti ed 2006 di Carmelo Lavorino.
Pag. 147
"...Desaymonet Alaimo Loredana Calogera, ex amica della Franzoni, accompagnatrice dei bambini sui pulmini e vigilatrice d'infanzia...3) Quando le due coppie erano in rapporti di frequentazione i Lorenzi le avevano lasciato le chiavi di casa diverse volte, specialmente per le vacanze di Natale.
Al momento del fatto non era sullo scuolabus..."
"...Desaymonet Dante, marito di Loredana Alaimo, ex amico dei Lorenzi, lasvora al Municipio di Cogne. La Franzoni ha detto che era stato lasciato dalla moglie insieme ai due bambini. Non si conosce il suo alibi..."
Pierina Pesce inoltre dichiara il 4febbraio 2002 ai CC:
Pag. 149
"...Annamaria Franzoni l'estate scorsa aveva interrotto dei rapporti di amicizia con due famiglie ed era rimasta amareggiata per ciò.
Queste due famiglie sono i Desaymonet di Cogne, ma lei è di Varese, e una certa Tiziana, sorella di Daniela (Ferrod), sua vicina di casa. La rottura dell'amicizia con i primi è derivata dalla crisi matrimoniale dei Desaymonet; mentre con Tiziana è stato qualcosa legato alla sorella Daniela, ma non ricordo precisamente per che cosa.
Pag. 148
"...Ferrod Tiziana, sorella di Daniela Ferrod. E' sposata con Marco Jeantet. Ha rotto con la Franzoni assieme alla sorella, tanto che nel Natale 2001 restituì ad Annamaria dei doni che la stessa le aveva fatto. Non si conosce il suo alibi..."

Chiedo venia al Dr. Lavorino se ho citato piccole parti del suo libro, confido che ne capirà il fine.
Antonello

Unknown ha detto...

Tiziana ruppe i rapporti a causa di quanto accadde prima del Natale 2001. Il tutto partì a fine 2000 quando ci fu un'alluvione, la terra franò attorno alle case ed il vicino, proprietario della strada data ai Lorenzi in comodato d'uso, la ammucchiò non considerando che i Lorenzi abitavano accanto a loro. Questa è l'intervista ad un vicino.

«Così racconta la storia di quelle due famiglie Vito Perret: “erano stati divisi dalla storia della strada comunale. Una storia piccola in fondo, che però a Cogne fino a ieri, prima dell'assassinio di Samuele, aveva avuto un certo rilievo. Quando i Lorenzi hanno costruito la casa l'unico raccordo tra la montagna e la strada asfaltata era un sentiero che passava davanti alle ville dei Guichardaz. Un sentiero che Anna Maria percorreva ogni giorno per portare Davide e Samuele allo scuolabus. Ma quel passaggio era diventato un elemento di attrito tra le famiglie, tanto che ad un certo punto i Guichardaz avevano proibito ad Anna Maria e Stefano di passare su quel sentiero; così la mamma di Samuele, ogni mattina, era costretta ad attraversare un pezzo della montagna. Dopo lunghe trattative, e forti pressioni da parte di Stefano Lorenzi, il Comune ha finalmente deciso di costruire, nella primavera scorsa, una strada che oggi collega la casa dei Lorenzi alla Provinciale. Un'operazione che è costata però l'esproprio di circa mille metri di terreno per diverse famiglie, tra cui anche i Guichardaz, ai quali il terrapieno ha anche reso cieche e prive di luce interne parti delle due case”»

Da questo nascono i litigi importanti dei Lorenzi. Gli altri che hai citato non li ho considerati perché chi viveva a 30 metri dalla casa della Franzoni erano i Guichardaz e, di conseguenza, la Ferrod, moglie di uno di loro.

Ciao Antonello, Massimo

Anonimo ha detto...

@Massimo
Beh, mica una bazzecola insomma, sapevo qualcosa del genere ed anche che l'esproprio sembrerebbe essere stato sanato fra le due famiglie con una modica cifra.
Io pero' diffido, nel senso che certe storie pubbliche, seppure rilevanti a volte tanto meglio, possono nascondere cose piu' personali e profonde.
E' anche un po' ipoteticamente il caso dei Desaymonet, insomma io terrei bene a mente le due ipotesi, Loredana Alaimo poi aveva detto alla Franzoni che la ospitasse per un problema psicofisico del marito, invece con il marito avevano semplicemente litigato a causa di una seconda donna che nessuno sa chi sia, sono malato lo so, ma un'ideina potrei averla senza fantasticare troppo.
Il marito lavora in Comune, dove Stefano andava spesso, da marito onesto Stefano puo' aver detto una frase a Dante Desaymonet del tipo "mi spiace per il tuo problema, sappi che puoi stare tranquillo, tua moglie ed i figli sono da noi a Montroz", da li la chiarificazione ed il vero motivo del pernotto a casa Lorenzi della Loredana Alaimo, forse che pero' Dante non gli ha mai potuto dire chi era la donna, gia' chi era la seconda donna???
Antonello

Anonimo ha detto...

ho sempre pensato che sia stato un vicino di casa ad aver ucciso il piccolo samuele
per confini o cose varie . quante volte si sentono omicidi fra vicinanti per cose anche futili , soprattutto nelle campagna o montagne dove le proprieta' sono considerate importantissime . tanto da scatenare odi fra vicini