sabato 11 febbraio 2012

Melania Rea. Micci mocci mucci e mecenati. Le relazioni elaborate dagli esperti col "pendolino" e sparse da chi ha il Sacro Fuoco di Sant'Antonio...


Probabilmente sono pochi i lettori che hanno letto la notizia dell'omicidio di Felice Brandi. Quest'uomo, uscito con gran fatica dal tunnel della droga, era conosciuto a Tolentino perché figlio e fratello di persone note, persone che ancora oggi possiedono esercizi commerciali frequentati. Lui stesso aveva gestito per anni un bar, tanto che ancora c'era chi lo chiamava "il barista". Capitò che la sera del 30 luglio del 2010, alle 22.00, venne accoltellato nella sua abitazione, ventiquattro furono i fendenti che lo colpirono (vi ricorda qualcosa?). Il coltello usato aveva una lama sui dieci centimetri, e solo cinque ferite erano abbastanza profonde. La più incisiva fu quella infertagli al collo, quasi avessero tentato di sgozzarlo (vi ricorda qualcosa?). L'assassino non finì l'opera, se ne andò lasciandolo agonizzante tanto che morì dissanguato (vi ricorda qualcosa?). I carabinieri, chiamati successivamente dal fratello che dopo svariate telefonate senza risposta fece la macabra scoperta, partirono con le indagini avendo la certezza che fosse stata la vittima ad aprire la porta all'assassino, oltre a questo solo il corpo straziato e la testimonianza di un vicino che aveva sentito due o tre minuti di rumori, da ricondurre ad una lotta, ed una frase pronunciata dallo stesso Felice Brandi: "Perché mi fai questo?".

Il fatto che non vi fossero effrazioni li condusse a sospettare di tutti, familiari e conoscenti. Furono eseguite diverse perquisizioni, senza tuttavia alcun esito positivo. Però uno dei suoi "amici", Sauro Muscolini, qualche discussione con lui l'aveva avuta, inoltre aveva precedenti per droga; questo attirò l'attenzione, ma anziché arrestarlo i carabinieri decisero di pedinarlo. Fu così che a quaranta giorni dall'omicidio lo videro entrare in un garage non suo. Lo fermarono mentre fra le mani teneva stretti un coltello e degli abiti insanguinati, il coltello che aveva colpito e ucciso Felice Brandi e gli abiti che lo stesso Muscolini indossava la sera dell'omicidio. Caso chiuso? No perché lui non confessò, se ne stette zitto zitto e dopo l'incontro col suo avvocato affermò di non aver ucciso l'amico, anzi disse di essersi macchiato del suo sangue perché lo aveva soccorso (peccato che nessuno abbia avvisato il 118 quella sera). Il tutto è comunque una brutta storia, storia che dovrà essere vagliata dai giudici. Il processo, iniziato lo scorso novembre, si sta celebrando in questi giorni.

Cosa c'entra questo, a parte un modus operandi simile, con l'omicidio di Melania Rea? Fino ai giorni passati non c'entrava nulla. Ma ora, con l'entrata in scena della psico-criminologa Margherita Carlini, che ha stilato una relazione fra il serio e il faceto su Salvatore Parolisi schierandosi di fatto con il legale Mauro Gionni, c'entra. La stessa Carlini, infatti, tre mesi fa è entrata a far parte del collegio difensivo di Sauro Muscolini, dimostrando con questo di credere alla sua innocenza (ha potuto parlargli spesso in carcere), e si è dichiarata felice dopo l'audizione dell'imputato davanti ai giudici, imputato che si è dichiarato nuovamente innocente, perché, ha detto alla stampa, "finalmente si è dato voce a chi è stato dipinto come un mostro".

Quindi la dottoressa Carlini è una persona garantista, una di quelle persone serie che prima di dipingere a mostro un imputato necessita di certezze o, almeno, di aver sentito in tribunale la sua versione dei fatti. Ora però è capitato che la professionista marchigiana, che si occupa di violenza sulle donne tenendo conferenze sul tema ed apparendo anche saltuariamente in televisione, grazie ai rapporti amichevoli che intrattiene con l'avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, abbia deciso di provare a spingere Salvatore Parolisi nell'imbuto ipotizzato da due procure, di fatto non parlandogli mai e dipingendolo come "un mostro violento narcisista e senza cuore" solo in base a statistiche elaborate a modo. Quindi, smentendo il comportamento chiesto all'opinione pubblica, comportamento voluto e tenuto col caso che vede imputato il suo cliente Sauro Muscolini, e basandosi su registrazioni televisive e testimonianze che non esistono, ha scritto, in una relazione in cui esaspera i concetti ripetendo costantemente le stesse frasi, quasi a voler convincere prima sé stessa che gli altri, che "il marito assassino" si adatta perfettamente alla figura di Salvatore Parolisi. Lui, per la professionista, è un uomo narcisista e violento, Melania, invece, era una donna succube che una volta ribellatasi al suo status consolidato è stata punita in maniera definitiva.

L'intento dichiarato dello scritto è il convincere chi lo leggerà, se mai dopo le prime righe e ripetizioni volesse continuare fino all'ultima parola, che il marito di Melania era un uomo che psicologicamente la violentava ogni giorno. Per raggiungere più lettori, e quindi lo scopo, si è coinvolta la sfera delle amicizie locali dell'avvocato Gionni, quella giornalistica, che ha completato il tutto con un'intervista accomodante e priva di critiche. In poche parole si è costruito un sostegno per enfatizzare quanto dalla psicologa affermato.

Ma la dottoressa nella sua relazione ha spaiato le carte aggiustandole, con elementari teorie di base, al fabbisogno mecenate clientelare. Ad esempio lo ha fatto parlando delle armi bianche, scrivendo che uccidere con queste prevede un contatto profondo col corpo della vittima, un contatto molto intimo con forte carica di emotività, quindi che gli omicidi perpretati in tale maniera sono da relegare alla sfera degli omicidi intimi fra i partners. E qui, considerando le 24 coltellate subite dal Brandi, c'è da credere che se Sauro Muscolini venisse condannato a causa degli abiti insanguinati e del coltello in suo possesso, e proveniente da casa sua, significherebbe che i giudici non ci capiscono una mazza di assassini, per lo meno ne capiscono meno di lei. Come poco capiscono quelle stupide telecamere di sorveglianza che riprendono risse in cui i cosiddetti "branchi", spesso drogati, accoltellano a destra e a manca durante una colluttazione frenetica e forsennata... forse lo fanno per stare in intimità con le loro vittime. Ma non è l'unico punto della relazione che cede e cade in frantumi, perché poi la dottoressa passa a farci ragionare su "la violenza in genere". Per darci da bere la verità di parte cerca conferme nei dati ISTAT del 2006 (qui il rapporto ISTAT citato).

C'è da dire che siamo davanti ad una topica, perché i dati inseriti nel rapporto ISTAT non si adattano alla coppia in questione neppure basandosi su dicerie (aveva solo 5 euro nel portafoglio, non aveva carte di credito, era lontana dagli affetti familiari e non aveva amicizie con cui confidarsi), e vediamo il perché non si adattano. L'ISTAT si sofferma sulle violenze psicologiche con una spiegazione e una tabella (pag.21) in cui si parla di quella subita dai partner maschili, siano mariti o conviventi. In questa il 46,7% delle donne violentate psicologicamente vive nell'isolamento (limitazione di avere rapporti con la famiglia di origine e con amici), il 40,7% vive sotto controllo continuo (il partner le impone come vestirsi, pettinarsi, ed inoltre la segue e si arrabbia se la vede parlare con un altro uomo), il 30,7% vive nella violenza economica (alla donna è impedito di conoscere il reddito familiare, di usare denaro ed è controllata quando lo spende), il 23,8% viene svalorizzato (il marito la offende, la umilia anche di fronte agli altri, la critica per come si occupa della casa e dei figli), ed infine il 7,8% vive sotto ricatto con la costante minaccia di vedersi distrutto qualcosa di caro o di veder far del male ai figli (le percentuali sommate superano il 100% in quanto ci sono donne che subiscono più tipi di violenza).

Questo scrive l'ISTAT nella parte richiamata dalla dottoressa, il problema è che inserisce nella sua relazione cose che in un eventuale contraddittorio risultano facilmente smentibili. Per prima cosa la famiglia Rea era più che presente dove la figlia viveva, Melania faceva spesso ritorno a Somma Vesuviana e le telefonate fra madre e figlia erano quotidiane. Quindi l'isolamento asserito dalla Carlini è da escludere. Seconda cosa nessuno ha mai parlato di una Melania sotto controllo continuo, non era Parolisi quello che la seguiva e faceva piazzate se la vedeva parlare con un altro. Quindi è da eliminare anche questa considerazione. Terza cosa c'è la testimonianza del marito che in momenti non sospetti dice di averle lasciato 150 euro la mattina stessa. Fra l'altro è uso comune alla maggioranza delle famiglie il tenere qualche euro in casa, in un cassetto, in un barattolo, ed anche pur avendone a disposizione non tutte le donne escono, se non devono fare acquisti, portandoseli appresso (specialmente se lasciano la borsetta in un punto della casa e il portafoglio in un altro), e c'è da chiarire che non tutte le famiglie hanno più carte di credito (visto i costi fissi ad ogni traslazione) e nessuna sua amica ha mai detto di aver ricevuto confidenze in cui lei parlasse della costrizione di dover vivere nell'ingerenza. Il Parolisi era tirato coi soldi, tanti uomini lo sono, ma non pare proprio lasciasse la moglie "al verde" e le impedisse acquisti. La borsetta firmata Alviero Martini, da lui regalatale, smentisce tante dicerie. Quarta cosa, vi sono più testimonianze dei folignanesi che parlano di una Melania visibile in paese, di una Melania che va a lavorare all'uncinetto in un negozio vicino casa, di una Melania che da ricette napoletane alle conoscenti, che va in parrocchia dove è attiva e partecipe, che frequenta i condomini in maniera assidua (tanto che dai media sono stati apostrofati quali migliori amici), ed i vicini frequentano casa sua. E, in ulteriore analisi, non è assolutamente vero non si confidasse con nessuno. Del tradimento lo sapevano praticamente tutti, anche i familiari, dei suoi problemini fisici lo sapevano sia i familiari che le amiche, e queste sapevano anche delle sue insicurezze, quelle che l'avevano portata a dire che forse la colpa dei tradimenti era sua dato che aveva lasciato il marito solo a Folignano per nove e più mesi. Questi dati, impossibili da smentire, rendono incomprensibile il motivo per cui la Carlini neghi nella sua perizia verità assodate.

Ad essere buoni si potrebbe dire che non ha capito bene quanto scritto nella statistica ISTAT, ma ad essere meno buoni c'è da dire che ne ha citata un'altra adattandola all'uopo, e non può essere non ne abbia capite due contemporaneamente. Parlo delle 127 donne uccise nel 2010, meglio dire 129, e di una statistica elaborata e creata dalle volontarie dell'associazione onlus "Casa delle donne" (qui la statistica), in base ai fatti criminali riportati dalla stampa, quindi una statistica priva di finalità a scopri forensi, che solo se non analizzata da il risultato sperato. La dottoressa Carlini l'ha utilizzata per come è scritta, restando in superficie, non approfondendola e scrivendo che più della metà delle vittime sono state uccise dai partner, mariti o conviventi, nell'ambito di una relazione sentimentale, che 7,5 donne su dieci prima della morte hanno subito violenze fisiche e psicologiche da chi poi è diventato loro carnefice. La statistica solo se letta distrattamente e senza approfondimenti da l'idea di dire questo, però, non essendo opera di una organizzazione statale ma di una associazione che tutela le donne (ce ne fossero di più) va presa per ciò che è, un elenco di crimini accomunati da un unico denominatore, la figura femminile, e per questo visti in maniera parziale e non equa. E c'è da dire che, se presa per come scritta lasciando a chi l'ha stilata la responsabilità nel caso di errori, diventa strumentalizzabile ed usabile ad ogni esigenza. Ma se al tempo la stampa l'ha data in pasto al pubblico senza controllarla, non era compito che le spettava in quel caso, chi scrive una relazione che verrà letta dai giudici non può permettersi di inserire false informazioni, e professionalità vorrebbe si perdessero poche ore per verificare se davvero tutto è come scritto. Questo perché, in effetti, la statistica non  è affatto come sembra. Per capire quanto sia reale e veritiera elaboriamola ed analizziamola insieme. Abbiamo detto che nel 2010 sono state uccise 127 donne, di queste il 78% italiane. Ed allora vediamo uno ad uno i crimini subiti dalle vittime italiane.

Iniziamo dalle donne che nulla possono c'entrare col caso di Melania Rea, quelle uccise per motivi economici e non per questioni sentimental-narcisiste. Nell'elenco ne troviamo dieci, e sono: Francesca Bova, 30 anni di Savona (uccisa perché ricattava il suo assassino), Santina Rizzo, 63 anni di Nocera Inferiore (era una prostituta uccisa da un cliente), Annunziata Valente, 73 anni di Napoli (uccisa da un ragazzo per denaro), Adele Mazza, di Teramo (prostituta saltuaria uccisa per motivi economici), Maria La Spina, 71 anni di Catania (uccisa dal nipote a causa dei soldi), Sebastiana Delogu, di Nuoro (l'ha uccisa il fratello, che ha ammazzato anche il cognato, per questioni ereditarie), Francesca Gattuso, di Reggio Calabria (uccisa pare dal marito, c'è un processo da fare, per intascare 750.000 euro di assicurazione), Claudia Velia Carmazzi e Maddalena Semeraro, di Lucca (ad ucciderle, anche qui ci sarà un processo, pare sia stato l'ex amante della Carmazzi che le aveva raggirate lasciandole sul lastrico), Petronilla Sanfilippo, 55 anni di Milano (invalida, ad ucciderla il suo aiutante - convivente, che si dichiara innocente ma dopo l'omicidio fu trovato lontano da casa ed in possesso dei soldi, del bancomat e dell'auto della donna. Anche qui sarà un processo a stabilire la verità).

Proseguiamo passando all'elenco degli omicidi suicidi, quei casi in cui oltre ad aver ucciso la donna l'uomo ha rivolto l'arma contro sé stesso cercando di togliersi la vita, anche questi in realtà non attinenti all'omicidio di Melania Rea visto che nessuno si è suicidato a Ripe. Sono diciotto le donne uccise, nell'elenco troviamo: Jenny dal Vecchio, 33 anni di Mantova (uccisa dall'amante poi suicidatosi), Dubrilla Moschini, 59 anni di Rovigo (dopo averla uccisa il marito, a causa dei debiti della sua azienda non avevano più un euro, si è tolto la vita), Stefania Moranda, di Brescia (il marito non accettava la separazione, il suicidio lo ha tentato ma è stato salvato), Iolanda Lombardi, 74 anni di Potenza (uccisa dal marito poi suicida), Lauretta Mazzola, di Bergamo (uccisa dall'amante salvato in estremis dal suicidio), Luana Bussolotto, di Vicenza (soffocata dal fidanzato che poi ha tentato di togliersi la vita), Elsa Bellotto, di Venezia (uccisa dal marito che poi si è sparato un colpo alla testa), Corrada Raspone, 41 anni di Siracusa (il marito, all'ennesimo litigio per questioni economiche, l'ha accoltellata e poi si è ucciso), Alessandra Biagi, di Lucca (ad ucciderla il suo ex fidanzato bosniaco che poi si è tolto la vita), Debora Palazzo, 20 anni di Cremona (l'ex fidanzato le ha dato appuntamento per un ultimo chiarimento, poi l'ha uccisa e si è ucciso), Roberta Vanin, 43 anni di Venezia (uccisa dall'ex compagno che poi ha tentato il suicidio, salvato in estremis), Eleonora Noventa, 16 anni di Venezia (uccisa dal trentenne che aveva lasciato e che dopo l'omicidio si è suicidato), Catia Carbini,  47 anni di Roma (uccisa dal marito, poi suicidatosi, che non voleva separarsi), Carmela Scimeca, 47 anni di Trapani (il marito non accettava la separazione e l'ha uccisa di fronte a un figlio prima di uccidersi), Emma Murante, 45 anni di Napoli (ad ucciderla il convivente che poi ha tentato di togliersi la vita), Elisabetta Tognotti, 45 anni di Livorno (prima il marito ha ucciso la moglie poi si è suicidato), Caterina Tugnoli, 42 anni di Bologna (ad ucciderla il suo ex convivente, guardia carceraria, che poi l'ha abbracciata e si è tolto la vita), Vincenzina D'Amico, 53 anni di Cuneo (l'ex convivente, separato da quattro mesi, ha sparato quindici colpi alla donna prima di uccidersi).

Poi passiamo ai delitti perpetrati per vendetta, questi non si sa se si infilano o meno nel caso trattato, sono sette le donne uccise: Giovanna Piattelli, 59 anni di Pistoia (uccisa da chi la riteneva responsabile del suo licenziamento), Monica Anelli, 40 anni di Rimini (uccisa dallo zio per questioni economiche, lui s'è suicidato la sera stessa), Teresa Buonocore, 51 anni di Napoli (a farla uccidere da dei sicari l'uomo che lei aveva denunciato e mandato in galera per aver stuprato sua figlia di otto anni), Anna Spiridigliozzi, 33 anni di Frosinone (uccisa da un parente acquisito di sua sorella per un investimento immobiliare non fatto), Anna Maria Lotti, di Firenze (accoltellata assieme alla figlia, quest'ultima si è salvata in ospedale, da un vicino di casa che avevano denunciato per stalking), Eliana Fermiano, 22 anni di Latina (uccisa, con la complicità di un amico che l'ha portata da Roma a Napoli, amico mai rintracciato, dall'ex convivente che si trovava agli arresti domiciliari perché l'anno precedente aveva cercato di ucciderla), Anna Rosa Fontana, 38 anni di Matera (nel 2005 l'ex convivente tentò di ucciderla. Condannato a otto anni ed uscito per buona condotta, l'ha uccisa nel 2010).

Ora verifichiamo quanti omicidi siano il frutto di aggressioni dovute ad ira incontrollabile. Sono quindici le donne uccise, ed esattamente: Filomena Rotolo, 42 anni di Taranto, (clochard uccisa da un clochard), Rosa Piacente, 46 anni di Milano (uccisa per screzi dal vicino di casa), Silvana Scarlata, di Siracusa (uccisa da un collega che con cui aveva litigato per motivi di lavoro), Daniela Gardoni, di Mantova (qui il suo ex marito, dopo aver perso la causa di separazione, ha fatto una strage uccidendo anche la vicina di casa, Maria Bianchera di 71 anni. Spostatosi poi al paese limitrofo, dato che c'era, ha ucciso anche un uomo che da tempo gli stava sulle scatole), Rita Bestetti, 66 anni di Monza (uccisa da un amico del figlio che aveva tentato un furto in casa sua ed era stato scoperto), Raffaella Ingrassia, 44 anni di Firenze (uccisa da un collega di lavoro perché non accettava la sua corte), Anna Maria Tarantino, 44 anni di Roma (uccisa da un amico perché non ha accettato le sue proposte sessuali), Chiara Brandonisio, 34 anni di Bari (uccisa da un uomo conosciuto su facebook), Silvana Mannino e Rita Pulvirenti, di Ancona (madre e figlia uccise dall'ex fidanzato di un'altra figlia, ferita ma salvata. L'assassino si è consegnato ai carabinieri), Anna Perrucci, 33 anni di Foggia (uccisa da un parente acquisito per rancori familiari), Teresa Balsecchi, 50 anni di Lecco (uccisa da un ragazzo marocchino entrato in casa sua per rapire la figlia, figlia che a sua volta è rimasta ferita nel tentativo di difendere la madre), Pierina Alietti, 59 anni di Como (ad ucciderla un vicino di casa dopo un litigio), Paola Carosio, 44 anni di Genova (uccisa dal convivente che non ha confessato ma è come se lo avesse fatto perché, tornato libero dopo l'arresto, ha minacciato telefonicamente un'altra donna parlandole della prima che, le ha detto, aveva ammazzato).

Verifichiamo anche quanti omicidi siano scaturiti da aggressioni familiari a causa di problemi psichici o per mettere in atto una sorta di eutanasia. Le vittime sono ventisette: Carmela Gallidoro, 83 anni di Bari (uccisa dal figlio malato mentale), Rosaria Vanocore e Renata Maria Comunale, 50 e 25 anni di Salerno  (uccise dal suocero della prima, nonché nonno della seconda, perché lasciavano sempre il cancello aperto), Filomena Ferrucci, un'anziana di Benevento (uccisa dal figlio con problemi psichici), Maria Concetta Sacco, di Catanzaro (ad ucciderla il figlio con problemi psichici), Maria Gerace, 84 anni di Reggio Calabria (uccisa dal figlio, che ha ammazzato anche il fratello, sempre per questioni ereditarie), Concetta Castino, 84 anni di Torino (soffocata dal nipote perché convinto volesse morire), Cristina Rolle, di Torino (il marito le ha sferrato 50 coltellate nella sede delle assistenti sociali che da due anni seguivano la loro difficile separazione), Irene Tebaldini, 87 anni di Brescia (uccisa dal figlio per farla smettere di soffrire in quanto malata terminale), Nunziata Pluchino, 65 anni di Ragusa (uccisa dal figlio colpito da un raptus omicida), Maria Bongiovanni, 81 anni di Palermo (uccisa dal figlio per motivi di salute, entrambi soffrivano e dopo aver ucciso la madre lui si è suicidato), Maria Libera Marucci, 74 anni di Benevento (uccisa dal figlio perché non si decideva a dargli l'eredità), Franca Pisano, 72 anni di Alessandria (uccisa dal figlio con problemi psichici), Carla Ruffato, 83 anni di Brescia (uccisa dal nipote malato mentale), Emilia Tortorella, 74 anni di Chiasso (uccisa dal marito ottantenne perché malata), Jolanda Ripamonti, 85 anni di Legnano (uccisa dal marito per non farla più soffrire dati i gravissimi problemi di salute), Michela Corna, 69 anni di Milano (uccisa dal marito in cura per problemi psichiatrici), Artichiana Mazzucchelli, 81 anni di Genova (malata terminale gettata dalla finestra dal nipote), Francesca Benetti, 72 anni di Modena (ad ucciderla il figlio, che ha assassinato anche il padre, affetto da problemi psichici), Spirita Regis, 68 anni di Torino (uccisa dal figlio, poi suicidatosi, in cura presso i servizi psichiatrici), Rosa Reiterer, 75 anni di Bolzano (uccisa dal genero che si è sentito preso in giro quando lei lo ha canzonato per essere andato a fare un lavoro idraulico con un martello), (Licia Lambertini, 66 anni di Livorno (in questo caso era la moglie in cura psichiatrica ed il marito l'ha uccisa per non vederla più in quello stato), Angelica Cappelli, 13 anni di Roma (il padre, maresciallo dei carabinieri, l'ha sorpresa su facebook, ha ucciso lei e ferito un altra figlia poi si è tolto la vita), Giuseppina Limoncelli, 66 anni di Ancona (uccisa dalla figlia e dal genero ubriachi), Augusta Mattioli, 80 anni di Bologna (ad ucciderla il figlio che ha bruciato la casa per motivi economici), Natalina Rognoni, 91 anni di Novara (ad ucciderla il figlio per non vederla più soffrire), Adelina Ciavatta e Maria Giagnacovo, di Campobasso (il figlio della Ciavatta ha ucciso la madre e la cugina poi si è ucciso, sconosciuto il movente),

Ora mettiamo a lato dieci omicidi. Uno da addebitare al serial killer di Udine, Ramon Berloso, che nel 2010 contattava le prostitute e dava loro appuntamento per poi ucciderle. Prima di venire arrestato uccise Ilenia Vecchiato ed Alexiu Diana, ma nel nostro elenco inseriamo solo la prima perché italiana, due a carico di Gaetano De Carlo che in un giorno ha ucciso entrambe le ex fidanzate, Maria Montanaro e Sonia Balconi. A questi aggiungiamo sette delitti ancora irrisolti, quello di Santina Ladisi, 80 anni di Bari, di Sebastiana Melis, infermiera in pensione di Genova, di Rossella Goffo, 46 anni funzionaria della prefettura di Ancona, di Rosangela De Donà, 58 anni di Biella, di Sarah Scazzi, quindicenne di Avetrana, di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate di Sopra, e di una donna ancora sconosciuta trovata sulla spiaggia in provincia di Cosenza.

E per finire finalmente arriviamo all'elenco che pare ci interessi, quello che costituirebbe oltre il 50% dei femicidi italiani. Qui trovano posto quindici delitti passionali, quelli di: Anna Maria Chesi, di Como (strangolata per gelosia dal compagno reo confesso), Maria Russo, di Modica (strangolata dal marito al culmine di una delle solite liti, ha confessato subito l'omicidio), Beatrice Sulmoni, di Obino Castelsanpietro (uccisa dal marito perché voleva separarsi, ha confessato), Carmela Cerillo, di Udine (il marito al culmine dell'ennesimo litigio per gelosia l'ha strangolata e poi ha chiamato i carabinieri), Emanuela Vallecchi, di Gela (dopo l'ennesima lite il marito le ha sparato, poi ha portato con sé la figlia di due anni. Trovato in lacrime dopo un'ora ha confessato), Maria Antonietta Calò, 54 anni di Brindisi (uccisa dal marito settantenne dopo l'ennesima furiosa lite), Simona Melchionda, di Novara (uccisa dall'ex amante, un carabiniere, con la sua arma d'ordinanza perché lei lo aveva lasciato), Mara basso, 58 anni di Genova (uccisa dal marito, maresciallo dei carabinieri che si occupava proprio di violenze in famiglia, perché non accettava la separazione), Giuseppa Sajeva, 38 anni di Catania (bruciata viva dal marito dopo l'ennesima furiosa lite perché non accettava la separazione), Cesarina Bonioti, di Pisa (uccisa dal marito tornato a casa ubriaco, che non ricorda nulla e si proclama innocente. Ma i vicini li hanno sentiti litigare), Teresa Patania, 30 anni di Milano (uccisa dal marito dopo la separazione ed il mancato affidamento dei tre figli), Silvia Maria Betti, 48 anni di Treviglio (uccisa dal marito dal quale si stava separando), Paola Carlevaro, 40 anni di Alessandria (strangolata nel sonno dal marito che ha subito chiamato i carabinieri, i motivi restano oscuri), Eleonora Liberatore, 37 anni di Cesena (uccisa dall'ex convivente albanese, lasciato sei mesi prima e denunciato diverse volte per stalking), Tiziana Falbo, 37 anni di Cosenza (ad ucciderla il convivente che però afferma di averle infilato un cacciavite nel petto mentre la donna è stata strangolata, oscuro il movente).

Ora facciamo un calcolo. Le donne italiane uccise sono 102, le donne straniere, non considerate in questo articolo (ma non spostano nulla a livello di media percentuale perché in maggioranza uccise da stranieri) sono 27, otto romene, tre albanesi, due brasiliane, due polacche, due filippine, una rom, una cubana, una pakistana, una russa, una ecuadoregna, una marocchina, una nigeriana, una cinese, una della ex Jugoslavia e una di cui non si conosce la nazionalità. Il totale va a 129, e non a 127, perché nella statistica della "Casa delle donne" non figurano né Sarah Scazzi né Yara Gambirasio (quest'ultima ritrovata a febbraio del 2011), e già ad un'occhiata sommaria ci si accorge che 15 delitti su centouno non possono essere "più della maggioranza", come scritto dalla Carlini, ed anche volendo essere magnanimi ed accomunare i delitti passionali agli omicidi suicidi (togliendo i due in cui i coniugi anziani erano in cattive condizioni di salute) si arriverebbe ad un totale di 31 omicidi, che in percentuale sono circa il 30% del totale. Quindi la statistica non è reale e non raggiunge le percentuali inserite dalla Carlini neppure aggiungendo gli omicidi/suicidi delle coppie sofferenti ed avanti con l'età. Ma a parte questo, per tornare alla relazione, c'è un particolare da notare, ed è che in tutti crimini i mariti (quelli non morti ovviamente), tranne uno che comunque i vicini hanno sentito tornare ubriaco e litigare, si sono costituiti ed hanno confessato.

Inoltre non si capisce quale dei casi sopracitati possa adattarsi all'omicidio di Melania Rea, allo status della coppia Melania-Salvatore. La dottoressa ha usato la sua qualifica che infonde fiducia in chi legge, ma già ad un primo sommario approfondimento i dati sembrano confermare che quello di Teramo è un caso esattamente opposto ad ogni altro. Ogni donna presente nella statistica aveva già in atto la separazione, con carte scritte ed inviate (Melania non solo non l'aveva chiesta ma non sapeva neppure di doverla chiedere), oppure già da tempo era separata. I coniugi non separati della statistica avevano litigi continui testimoniati dai vicini e dai parenti (e nessun vicino della coppia Melania - Salvatore ha mai parlato di litigi in casa), e gli omicidi sono scaturiti alla fine dell'ennesimo litigio. In nessuno dei casi citati vi è stato il ritorno del partner sul luogo del delitto, per depistare, in nessun caso vi è stata la stessa efferata aggressione, con 24 coltellate. Coltellate ricevute, invece, da Felice Brandi, in una maniera simile a quella usata con Melania, da un aggressore esterno ma conosciuto, probabilmente da ricondurre alla cerchia di amicizie dell'uomo e forse alla mano di una persona che mentre colpiva era drogata. Questo ritenevano i carabinieri in fase di indagine ed ora ritiene l'Accusa che cerca la condanna del Muscolini, il cliente della Carlini da non dipingere quale "mostro".

Insomma, la relazione della psicologa se approfondita vale quanto dimostra di valere, una formula magica e un pendolino, e non si capisce per quale motivo sia nata. Oddio, visto l'accanimento dei legali della famiglia Rea, che paiono colpiti dal fuoco di Sant'Antonio e solo a sentir nominare il nome del Parolisi vanno in agitazione, tanto da oscurare il lavoro della procura occupandone il posto, il motivo pare di capirlo. Vi è timore che il padre della piccola Vittoria esca dal carcere già al primo processo. Ciò che ancora non si è capito è se è questo l'unico motivo, se davvero lavorino solo per la famiglia Rea e non anche per qualcun altro...

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458 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   401 – 458 di 458
Annika ha detto...

ANNA
hai un nome in mente in particolare e tenti di guidarci verso una strada precisa o, con l'aiuto di Mimosa ed Enrico, stai semplicemente elencando le persone conosciute da Melania e Salvatore?

Non so cosa ne pensino gli altri, ma non e' nominando tutti i possibili conoscenti/amici della coppia che si provera' l'innocenza di Salvatore. O meglio, provare che Parolisi non c'entra con l'omicidio e trovare un colpevole sono due discorsi ben distinti. E per provare che Parolisi non c'entra si deve partire dai pochissimi, ahime', fatti/ dati a nostra disposizione, provandone dove possibile l'insenzatezza e la mancanza di razionalita' semplicemente usando le nostre conoscenze in materia o, meglio ancora, la logica.

Manlio Tummolo ha detto...

Tabula Carissima,
né lo stupro individuale, né tantomeno quello di gruppo è mai stato "depenalizzato" (ci mancherebbe pure questo). Solo c'è stata una decisione della Suprema Corte di Cassazione secondo cui i responsabili, tutti evidentemente "bamboccioni" immaturi ma "poco pericolosi", possano starsene vicino a mamma e papà fino al processo. Non vi sarebbe quasi nulla da eccepire per i "poveretti", se non che persone accusate senza prove adeguate (vedi il qui lungamente discusso Parolisi o altrove le due donne Misseri) se ne devono stare in carcere, senza alcun elemento di prova. Ciò dimostra come i giuristi, ed in modo particolare i magistrati, inquirenti e giudicanti, non brillino per senso logico e coerenza, come più volte ho affermato, scandalizzando ed indignando molti loro ammiratori. Questo, senza contare che uno stupratore è quasi sempre seriale, evidentemente incapace di manifestare e realizzare i propri impulsi sessuali in modo corretto, leale e ricambiato, ma solo ed esclusivamente con la violenza fisica brutale, che sfocia anche in atti sadici o di natura omicida, ovvero soggetto particolarmente pericoloso, anche in quanto e per quanto vendicativo.

ENRICO ha detto...

ANNA

da quello che sappiamo la coppia frequentata dai Parolisi è quella del colon. Stanca
Tu hai altre informazioni ?

Quando M. minaccia Ludovica se sicura che dica esplicitamente "un amico di mio padre" riferendosi alla persona importante a cui nel caso si sarebbe rivolta ?
Il militare che "conosceva bene M.e forse anche il padre" quand'è che entra in scena ?

Ti faccio tutte queste domande perchè io non mi ricordo di questi ulteriori personaggi.

Rinfrescami un po' la memoria...
ciao
Enrico

ENRICO ha detto...

ANNIKA

ho dovuto fare un cero sforzo nel leggere la tua spiegazione perchè "l'argomento" non è propriamente gradevole.

Da quello che ho capito la relazione di Tagliabracci per la determinazione del PMI non ti convince assolutamente.
Il perito della difesa , a questo punto, avrebbe , a tuo avviso, la possibilità di contestare le procedure con cui sono state eseguite le analisi e di conseguenza l'esito delle medesime ?

Oppure ormai i giochi sono fatti e quindi si è costretti a prendere per buono i risultati acquisiti agli atti anche perchè è stata rifiutata la riesumazione del corpo ?

PINO ha detto...

@ ANNA
Quello che ci stai rivelando ci sembra molto importante.
Evidentemente la tua vicinanza geografica, a Foligno ed alle zone adiacenti, nonchè agli abitanti stessi di quei luoghi, ti danno la possibilità di avere notizie di prima mano, per quanto riguarda il caso Rea.
Noi invece, dobbiamo trarre le nostre ipotesi da quello che è stato reso pubblico dai mass-media e dalle ordinanze giudiziarie.
Quando puoi, dacci notizie di quanto si dice in giro.
Ciao, PINO

Antonello ha detto...

@Annika
Sempre eccezzionale, ho capito perfettamente cio' che scrivi, pur essendo profano, quello che non capisco e' il criterio che scatena la modifica di densita' del potassio, voglio dire, se e' indipendente dall'esterno qualche motivazione biologica provochera' pure questa importantissima modifica.
Ad esempio anche stabilire se l'aumento di potassio nel vitreous fluid fa parte di un'azione a se stante o se invece puo' intendersi come reazione ad attivita' microbiologiche proprie invero di un corpo in vita.
Sicuramente sara' un test effettuato visto che e' determinante e matematico scientifico, sicuramente il dato sara' contenuto nell'autopsia secretata non a nostra disposizione, penso io.

tabula ha detto...

@Annika
hai pestato duro ancora una volta e ancora una volta hai fatto centro.
Mi chiedo se tutte queste analisi siano state condotte e siano nero su bianco, così come almeno il rigor mortis dovrebbe essere stato preso in esame, o se siano tutte analisi stralciate dalla documentazione ufficiale poichè non avrebbero condotto l'orario della morte negli istanti compatibili con la colpevolezza del marito della vittima.
Mi chiedo se:

1) le perizie sulla determinazione della morte siano state condotte per vie e verifiche obsolete

2) nemmeno le verifiche obsolete come il rigor mortis trovano spazio nelle analisi di Tagliabracci, ma si riconduce tutto solo e soltanto al non meglio precisabile orario del presunto ultimo pasto della vittima

3) tutte le verifiche sono state condotte in maniera ineccepibile e i risultati sono discordanti, ma si è voluto dare spazio all'ipotesi dell'accusa anticipando il momento della morte subordinandolo al possibile ma non dimostrabile ultimo pasto del 18 aprile alle ore 13,30, rispetto a quello che tutte le altre prove di laboratorio dicono.

4) è un gran pasticcio, il Tagliabracci tra caffè, pasti dai colori cangianti, rigor mortis che dice una cosa e ferite da depistaggio che ne dicono un'altra non ne tirava piedi, ha messo mesi per decidere cosa raccontare all'Italia ma alla fine si è fatto quattro conti e, dato che già buttava male per Parolisi, ha deciso di indirizzare l'orario presunto della morte secondo una sua soggettiva interpretazione.

Tuttavia, credo che tutte le analisi condotte su quel corpo dovrebbero essere a disposizione della difesa o sbaglio?

anna ha detto...

il militare della caserma clementi che il 19 aprile del pomeriggio il suo telefono ha agganciato la cella telefonica fra san marco e ripe gli inquirenti conoscono benissimo il nome, è il militare sospettato del depistaggio,non si sa se è stato accertato avere un alibi e se è stato fatto il test del dna visto che sul corpo di melania ci sono 5 dna maschili sconosciuti,questo militare della clementi perchè il 19 aprile era nei pressi di ripe quando c'erano i militari di chieti?gli inquirenti dicono che è stato osservato per due mesi e non si è mai tradito,che cosa significa non si è mai tradito?e' stato chiesto un alibi, e' stato verificato il suo dna con quelli prtesenti sul corpo di melania,?no e allora che indagini hanno fatto?le bugie e le menzogne di tutti i protagonisti sono state prese per buone ad eccezione di quelle di parolisi che ha mentito, ma per coprire il tradimento

Melania sembra che si era confidata con un militare di sua conoscenza di cui si fidava ,su alcune cose che aveva scoperto....ecco perchè chiedo al papa di melania di non fare l'omertoso e di dire i nomi e cognomi di tutti militari che la figlia conosceva.....

poi c'è comunque il marito di sonia che aveva importunato melania.....il nome e cognome non lo fece parolisi bensi stefania la moglie del paciolla,è stato prelevato il dna al bambino, visto che sonia afferma che il dna maschile appartiene al figlio?hanno preso per buona questa testimonianza oppure si sono degnati di fare il test del dna al bambino ma anche al marito di sonia?

poi bisogna indagare sul michele che ha intestato il telefono del paciolla, ma tutte queste cose non sono strane?il telefonista si chiamava michele perchè il secondo uomo gli dice ......stai tranquillo michè.....

anna ha detto...

non dimentichiamoci che nei giorni precedenti alla scomparsa si melania un un militare ogni mattina aveva lo stesso comportamento,alle 7 arrivava a villa lempa parcheggiava la macchina, prendeva il caffè,poi saliva sull'autobus che andava ad ascoli pceno, testimoni si sono insospettiti di questo comportamento perchè avevano poi avuto l'impressione che la sua macchina venisse usata da altri, il giorno della scomparsa di melania un altro militare ha fatto la stessa cosa parcheggiando una mercedes azzurra,dopo la morte di melania questi comportamenti anomali sono finiti......si può fare l'identikit di queste persone o può il militare essere stato ripreso da telecamere? ci sono telecamere a villa lempa?di questo non ho conoscenza...............

anna ha detto...

leggete questo articolo

Ancona, 27 apr. (TMNews) - Spunta un testimone nel giallo della morte di Carmela Rea: qualcuno, infatti, ha riferito di aver visto una donna camminare a passo spedito il 18 aprile tra le 15.30 e le 16 sulla strada che da Colle San Marco va verso Ascoli Piceno. Le Procure di Teramo e di Ascoli Piceno, che stanno indagando congiuntamente al caso, stanno vagliando l'ipotesi che quella donna fosse proprio Carmela Rea, la 29enne sparita il 18 da Colle San Marco e ritrovata morta due giorni dopo a Ripe di Civitella, nel teramano.
Proprio nei pressi del luogo dell'avvistamento di questa donna misteriosa i cani molecolari avrebbero fiutato alcune tracce di Carmela: è per questo motivo che gli investigatori hanno prelevato alcuni campioni di terreno. L'ottimismo che si respirava nelle prime ore dopo il ritrovamento del cadavere, dato dalla convinzione degli inquirenti che il giallo stesse per risolversi, sembra però lentamente sfumare. E nell'attesa dei riscontri dei Ris e la relazione dell'anatomopatologo Adriano Tagliabracci, saranno riascoltate presto alcune persone già sentite. Sotto la lente degli investigatori ci sarebbe anche un uomo che abita nei pressi di Colle San Marco e che avrebbe preso parte attivamente alla ricerche della donna, con tanto interesse da suscitare il sospetto degli inquirenti.


quella persona di cui parla questo articolo è Raffaele Paciolla che ha seguito le indagini,paciolla che era ad un km da san marco mentre melania scompariva, paciolla che era con l'amante,paciolla che ha come alibi solo la sua amante,scusate frazione colle è molto piccola è possibile che agli inquirenti non è venuto in mente di anadare a verificare presso gli abitanti se hanno visto la macchina di paciolla a colle?quindi il comportmento del paciolla ha destato sospetti negli inquirenti?

tabula ha detto...

@Anna
queste domande le hai già fatte.
E nessuno ti ha risposto perchè non conosciamo le risposte.
Mi spieghi che cosa ti aspetti dal continuare a ripetere sempre le stesse cose?
Speri in una improvvisa illuminazione da scienza infusa da parte nostra, speri che uno degli inquirenti si alzi una mattina e decida di rispondere a tale Anna sedicente abitante del posto non meglio identificata, oppure cosa?
Noi i tuoi dubbi li condividiamo, sia chiaro, sempre che ti interessi l'opinione altrui, dato che non partecipi quasi mai alle discussioni ma i tuoi interventi sono praticamente sempre autoreferenziali.

anna ha detto...

io vi racconto semplicemente quello che gli abitanti della zona sanno e hanno visto con i loro occhi,non sono opinioni personali ,questo con tutti i commenti che Annika sta facendo dal punto di vista scientifico,può portare tassello dopo tassello a trovare un altro assassino che non sia Parolisi,

Mimosa ha detto...

@ Anna (e x Tutti)
scusami Anna, con tutto il rispetto per te e le tue fonti, ma io stento a credere che “tutti gli abitanti della zona sanno” e anche “tutti i penalisti di Ascoli” e nessuno allora o subito dopo (sono in tempo anche adesso) sia andato dai Carabinieri o si sia fatto ascoltare in Procura per riferire … anche anonimamente (in questi casi è concesso).
Prima “tutti” si interessano al caso, parlano tra di loro, sentono le varie campane e alla fine tutti si fanno accuratamente i “fatti propri”? per evitare grane o per omesso senso civico?
Sono solo voci di paese, del tipo “telefono senza fili” (conoscete il gioco che si fa da bambini: uno dice all’orecchio al vicino una parola e poi di bisbiglio in bisbiglio di orecchio in orecchio, l’ultimo pronuncia una parola che è tutta diversa)? C’è anche un giochino che si fa nei corsi di comunicazione: il riferire ad un altro un racconto dopo averlo sentito e quest’altro poi lo deve raccontare al gruppo. Ne vengono fuori delle belle!
Se poi questo “raccontarsi” tra la gente prende spunto da quello che scrivono i giornali, siamo proprio fritti … In effetti tu ci riferisci molte cose che già abbiamo letto sulla cronaca.

Ma se tutto fosse vero, se qualcuno ha delle consapevolezze sui fatti o su certe circostanze e si nasconde, dovrei pensare che il clima da quelle parti è così pesante e torbido a causa di “velate” intimidazioni non solo da parte degli inquirenti tesi a incolpare il marito, ma anche da altri … ossia dei veri responsabili che (non vorrei scriverlo, ahimé) premono anche sugli inquirenti?
Ma in che Paese viviamo? Ne ho paura!

Mimosa

ENRICO ha detto...

MIMOSA

stavo proprio per esporre ad ANNA le tue stesse perplessità ma vedo che mi hai preceduto.

Anch'io non riesco a capire se ciò che racconta Anna sia stato riferito anche agli inquirenti in forma ufficiale o se si tratti solo di una serie di "si dice" che circola nella zona ma sui quali non sono stati effettuati riscontri oggettivi

Sarebbe il caso che Anna sia più esplicita altrimenti quello che lei scrive qui nel blog lascia il tempo che trova

anna ha detto...

il militare attenzionato per due mesi che ha agganciato il telefono la cella telefonica nella zona la mattina presto del 20 aprile sta agli atti,le persone di folignano che hanno testimoniato che hanno visto melania alla gita del 3 aprile e non il 10 gli inquirenti hanno queste testimonianze,i militari che parcheggiavano a villa lempa la macchina per poi prendere il pulman,le testimonianze gli inquirenti le hanno, la soldatessa e due militari visti alla sera del 18 aprile alle 23 a villa lempa molto agitati le testimonianze le hanno,il fatto che vengono eliminate queste testimonianze,l'unica cosa che non è stato veramente accertato è il fatto che melania si era confidata con un militare di cui si fidava di qualche segreto scoperto........ecco perchè insisto che è il papa di melania che deve dire agli inquirenti tutte le conoscenze militari di melania..........il fatto anche che il marito di sonia abbia importunato melania gli inquirenti lo sanno.......
quindi sto ripetendo fatti veri e non finti già a conoscenza degli inquirenti che quando chiedono spiegazioni si bevono qualsiasi cosa venga loro detta,anche fantasiosa

le persone hanno visto e hanno parlato sono gli inquirenti che non hano tenuto conto di nulla.........

poi se da fastidio che ripeto queste cose per ricordarle non per altro per far stare alta l'attenzione sulle manchevolezze investigative allora non le ripeterò più ......

quello che mi manca di sapere è se le frequentazioni della coppia parolisi con i superiori siano state accertate dagli inquirenti con tanto di nomi e cognomi,perchè nell'ambiente militare è una cosa anomala che i subalterni frequentano superiori,

perchè c'è stata questa frequentazione?
io ipotizzo che ci sia stato un superiore di Parolisi che si era invaghito di Melania.......accertare queste frequentazioni è importante per questo.....per fare le indagini a 360 gradi

ENRICO ha detto...

ANNA carissima

purtroppo non ci è impossibile dare una risposta ai tuoi accorati e ripetuti appelli.

Tu dici che lo fai per "tenere alta l'attenzione" .

D'accordo,però non è questa la sede perchè nessuno di noi ha la possibilità di controllare/denunciare/diffondere quanto segnali.

Io penso - almeno lo spero ! - che i legali della difesa siano ben al corrente dei particolari che tu instancabilmente sottolinei e che abbiano già stabilito come e quando utilizzarli se dovessero rivelarsi di grande valenza processuale.

Noi, al momento siamo completamente all'oscuro di quella che sarà la linea difensiva decisa dal tandem B&G

Mimosa ha detto...

Io sono convinta che capire le ragioni e il significato del vilipendio del cadavere con quelle incisioni ("se" esse sono il risultato di un'azione umana) aiuterebbe molto a individuare l'autore o gli autori dell'omicidio di Melania.
Secondo me sta lì il vero mistero e forse anche la soluzione del giallo.

Il marito non è stato, per impossibilità materiale (non ha il dono dell'ubiquita, checché ne pensino i vari GIP e PM), e nemmeno un suo amico tanto fidato da prestarsi gratuitamente (SP non ha avuto amici “affidabili”, come si è visto).
C’è senz’altro qualcun altro nella vicenda il cui nome probabilmente è già nei faldoni della documentazione raccolta dagli investigatori.

Come dice Enrico noi non sappiamo come sarà impostata la linea difensiva, quello che si sa è che il comportamento processuale non può essere altro che “difensivo” di Parolisi e non “accusatorio” di soggetti terzi.

Buona giornata,
Mimosa

ENRICO ha detto...

Leggete QUESTA !


Un mafioso scrive "«Peccato che non ti hanno mandato in questo carcere perchè ti avrei ucciso con le mie mani. Le donne non si toccano mai. Ma forse un giorno ci incontreremo e allora saprò cosa fare».

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/02/20/news/parolisi-minacce-di-morte-da-un-mafioso-5637385

Si vede che questo mafioso non è al passo coi tempi : sono più di 40 anni che il vecchio "codice d'onore" è stato abbandonato :oggi la nuova mafia uccide CHIUNQUE gli ostacoli il cammino, donne e bambini compresi .

Quindi, da dove salta fuori questo fantomatico 'ndranghetista così scandalizzato ?

LucaP ha detto...

Il GIP Tommolini ha negato gli arresti domiciliari per Parolisi

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/02/20/news/delitto-di-melania-il-gip-dice-no-agli-arresti-domiciliari-per-parolisi-5637566

Secondo quanto scrive il quotidiano "La motivazione del no è che per il giudice sussistono ancora le esigenze cautelari vista la gravità del delitto".

Ad indagini chiuse dopo 9 mesi dal delitto, dopo centinaia di testimoni ascoltati, perizie tecniche e medico-legali, fiumi di intercettazioni ambientali e telefoniche, il GIP ritiene che Parolisi possa ancora inquinare le prove (ma quali sono le prove raccolte durante queste indagini?) o che, peggio, possa reiterare il reato o commetterne altri analoghi ed in relazione con il primo. A parte il fatto che veramente potrebbe volersi fare vendetta con le proprie mani (ma questo non è sicuramente quello che hanno in mente i magistrati), non si vedono veramente i motivi per tale diniego. L'unica cosa che si percepisce è l'accanimento contro l'unica persona che si è voluta indagare e l'uso della carcerazione preventiva come anticipo della pena finale (nel caso venga poi scagionato nel processo).

Ma d'altronde se Alvaro Binni è stato arrestato grazie alle stesse identiche considerazioni (art.274 lettere A e C C.P.P.) e nuovamente senza avere alcuna prova in mano (in questo caso dopo 21 mesi di indagini), non dobbiamo stupirci assolutamente di nulla. E' così che funziona la Giustizia in Italia. E' così che Parolisi e Binni fanno parte di quel 42,5% di detenuti (il cui totale è pari al 152,8% della capacità delle carceri - i dati si riferiscono al 30/06/2010 e sono ulteriormente peggiorati) in attesa di giudizio sebbene proprio per la Giustizia un imputato è innocente sino al terzo grado di giudizio (o perlomeno fino a che la sentenza è passata in giudicato).

tabula ha detto...

@Enrico
è un anticipo che parrebbe confermare ciò che temevo.
Ovvero: qualcuno vuole Parolisi morto, non è sufficiente che stia in galera, perchè.. perchè potrebbe sempre decidersi a parlare.
Oppure perchè con la morte di Salvatore il capitolo omicidio di Melania sarebbe chiuso e non si indagherebbe più in certe altre direzioni.

Sapete com'è: questa minaccia è stata data alla stampa, quest'ultima la fa girare, un pò come fece girare la notizia dell'estrema disponibilità della nonna di Vittoria a farle incontrare il padre, ma, poverina, all'ultimo momento non se la sentì perchè sarebbe potuta scoppiare in lacrime, e poi ZAC! miracolo! il giorno dopo diventò tutore legale e si scoprì che la piccolina sarebbe dovuta sottostare ad una luuuunga perizia psicologica..
Ecco. Ora un mafioso ha minacciato Parolisi: se lo stesso venisse ammazzato in carcere, che volete: anche la criminalità ha i suoi codici d'onore.

Forse a questo mafioso caduto dal cielo è più simpatica la famiglia rea di quel cattivone di Parolisi, del resto anche in carcere la tivù non manca, le notizie girano, la gente si fa le sue idee..

Certo, stò tizio ha detto questa cosa mica perchè abbia un interesse personale o perchè voglia fare un piacere agli amici degli amici! nooo! Questo mafioso lo ammazzerebbe aggratis.

Pensa che cu.. che fortuna, nella disgrazia, levarsi dalle scatole un processo che potrebbe rischiare di perdere in partenza.

Parolisi, io te lo dico: fai un bel memoriale, nero su bianco, scrivi la verità e mettila in cassaforte, parati il didietro, perchè QUELLI, sono disposti a tutto, e finora hanno soltanto scherzato.

capisciammè.

ENRICO ha detto...

Mi sembra sempre più STRANO l'atteggiamento della famiglia di Salvatore.

Un distacco ed un silenzio che non saprei come interpretare...

Di certo non come indifferenza nei confronti di Salvatore, ma allora da cosa potrebbe essere dettato ?

il fratello e la sorella sono guardie carcerarie. Non è per caso che, dato il lavoro che svolgono e gli ambienti che frequentano, hanno motivi per ritenere che sia meglio per Salv rimanere in carcere piuttosto che ottenere i domiciliari ?

tabula ha detto...

torniamo sui cosidetti poteri occulti che tutti conoscono ma che nessuno intende nominare?
vabè torniamo.
I poteri occulti del resto non si pongono lo stesso problema, loro quello che intendono fare lo dicono eccome.
vedi dichiarazione del mafioso.

ENRICO ha detto...

TABULA

Si, è vero . Salv, in carcere potrebbe "essere suicidato"

Ma con gli arresti domiciliari sarebbe al sicuro ?

Salv.potrebbe essere in pericolo in quanto ritenuto "persona da suicidare" non per quello che SA ( Salvatore, a mio avviso non sa un bel niente, al massimo potrebbe sospettare qualcosa di cui però non avrebbe mai le prove ) ma perchè con una sua "autonoma dipartita" il caso - come tu hai ben osservato - sarebbe chiuso con soddisfazione di tutti ...e del VERO colpevole incluso

Mimosa ha detto...

Ah, ragazzi, ma qui
http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_20/parolisi-genati-arresti-domiciliari-figlia-parte-civile_23a1339e-5bc6-11e1-9554-12046180c4ab.shtml?fr=box_primopiano
è scritto anche qualcosa di più, è scritto che il gip ha motivato la decisione di negare i domiciliari anche «per una sorta di opportunità rispetto al rapporto con la figlioletta, visto che viene accusato di averne ucciso la mamma».
Non sembra anche a voi di vedere di nuovo il solito zampino?
Tra pochi mesi la bambina si dimenticherà di avere un padre.

La famiglia R. dovrebbe cominciare già adesso a pensare a cosa succederà quando Vittoria inizierà a frequentare l’asilo e la scuola, i suoi tutori come pensano di sottrarla alle voci che sentirà sulla sua vicenda?
Le diranno che tutti sono bugiardi come lo è stato il padre? (Formulata così questa mia domanda mi ha fatto venire in mente un paradosso che ci ripeteva il prof. di fisica “Un ateniese dice che tutti gli ateniesi mentono”).

Mimosa

ENRICO ha detto...

MIMOSA

azzeccatissimo questo tuo paragone con il famoso paradosso...

tabula ha detto...

@Mimosa
cioè non gli sono stati concessi gli arresti domiciliari poichè concedendoglieli si correrebbe il rischio di dovergli far vedere la figlia, dato che POTREBBE averne ucciso la mamma?
Praticamente il Gip ha deciso che, nel caso venisse condannato, Parolisi la figlia non dovrebbe vederla mai più, ma nel frattempo, essendo indagato, la figlia non deve comunque vederla.
1) non credevo una legge che impedisse agli assassini della propria moglie/marito di vedere i propri figli
2) soprattutto non credevo che esistesse una legge che impedisse a chi è accusato di un assassinio che non è ancora provato abbia commesso, venga punito in anticipo levandogli l'opportunità di poter vedere i propri figli.

Il Tribunale dei Minori, che praticamente è stato messo a tacere, se non sbaglio aveva SENTENZIATO il diritto di Salvatore di incontrare sua figlia, è stato scavalcato e messo a tacere dal tribunale di Nola (ma dove sarebbe Nola? è una città? un paesotto in un qualche buco di periferia ma talmente potente da scavalcare fior di Tribunali che nessuno mai si sognerebbe di mettere a tacere?)

e adesso il Gip che fa?
parla di OPPORTUNITA' rispetto al rapporto con la figlia.

A me sembra che di opportunità rispetto alla figlia a Salvatore non ne sia stata concessa neanche una, e se anche fosse, non sta certo al Gip metterci becco.

E se lo ha fatto, è stato perchè QUALCUNO l'ha ben bene istruito sull'opportunità di una faccenda che non gli compete affatto.

Ah, la mano lunga, tentacolare, di certi amici degli amici.. quanto è lunga, e fin dove sa arrivare!

Parolisi: parla! vendicati.. tanto farai comunque una brutta fine, fidati! da loro non otterrai niente, falli affondare insieme te.

Annika ha detto...

SQUADRA
abbiamo sbagliato film! Credevamo di seguire La Seduzione del Male, ma si tratta di Cronaca di una Morte Annunciata. Mettete in pausa e riflettiamo.

ENRICO
capisco che l'argomento "cadavere" non sia piacevole, ma credimi se ti dico che i morti fanno molta meno paura, o ribrezzo, di tanti vivi.
Le jeux sont faits, caro Enrico, perche' dopo un centinaio di ore l'attendibilita' dei vitrous fluid potassium levels comincia lentamente a decrescere. Anche una riesumazione non servirebbe piu'. Certo, ci fornirebbe altri preziosissimi dati, come per esempio una bella decina di centimetri di ricrescita dei capelli, che un cadavere continua ad avere per tempi anche lunghissimi, tutti pronti ad essere testati per possibili intossicazioni.

Contestare le procedure? Se sono quelle di cui le due paginette riassuntive della relazione di Tagliabracci ci forniscono un'idea, direi proprio di si. Contestarne gli esiti? Non necessariamente. Mi spiego: posso produrre un eccellente succo d'arancia ma se mi era stato chiesto il succo di pompelmo, anche se nessuno mi contesta la bonta' del succo d'arancia, ho fallito comunque.

ANTONELLO
Grazie, sempre gentilissimo. L'aumento di potassio nel vitreous fluid e' una reazione post mortem, ma il vitreous fluid e' slegato da qualunque altro liquido corporeo e non subisce affatto le stesse alterazioni degli altri liquidi corporei, almeno per le prime 100 ore dal decesso. Non so come spiegartelo facilmente, ma e' un marker biokimico. Marker come la Sg, ovvero rivelatore di qualcosa.

100 ore; ma guarda tu, nel caso Rea, cadevano proprio a fagiolo. E' auspicabile che il test sia stato effettuato o ci sarebbe da chiedersi il perche' lo si sia volutamente tralasciato, dato che i vitreous fluids rivelano MOLTO di piu' del semplice PMI...

TABULA
grazie mille cara. Si, credo che tutte le analisi condotte sul corpo di Melania siano a disposizione degli inquirenti. Non per niente le hanno opposte, e in particolare l'ora della morte!

MIMOSA
Io mi auguro una sola cosa: che Vittoria sia tutta suo padre!

ENRICO ha detto...

TABULA

secondo me Parolisi non SA niente.

E' QUALCUN ALTRO che SA

ENRICO ha detto...

ANNIKA

è quello che temevo : i giochi sono fatti.

Il perito di parte avrà ben poche possibilità di riuscita.

LucaP ha detto...

@ Enrico

Non credo che i periti di parte non possano giocare un ruolo fondamentale nel corso del Giudizio Abbreviato Condizionato alla perizia sull'ora della morte.

Se Biscotti e Gentile non hanno fatto richiesta di un ulteriore accertamento probatorio anche sul cellulare (e credo avessero la possibilità di ottenere importanti risultati) è perché probabilmente si sentono sufficientemente forti sull'aspetto dell'ora della morte, che è il punto principalmente dirimente. Tieni conto che nel caso venisse concesso il giudizio abbreviato il GUP potrebbe decidere sugli elementi di indagine raccolti dai PM e sugli esiti dell'incidente probatorio. Il rischio sarebbe quindi alto. Se l'hanno corso vorrà dire che sono abbastanza certi quali punti della perizia medico legale contestare a ragione.

ENRICO ha detto...

Per un puro caso ho appena visto cinque minuti de "la vita in diretta"

Stavano parlando del caso Binni mettendolo in relazione con quello di Melania.

beh, sono SENZA PAROLE !

Io non so chi siano i MANDANTI che permettono alla RAI di realizzare simili "servizi" consentendo ai conduttori ed agli ospiti in studio di trattare argomenti delicatissimi e complessi nei quali sono in gioco le vite di "presunti" colpevoli senza osservare il benchè minimo diritto di garanzia previsto per qualsivoglia indagato IN ATTESA DI GIUDIZIO e quindi INNOCENTE fino a prova contraria .

Quei pochi minuti di trasmissione mi sono bastati:il conduttore e i suoi ospiti andrebbero immediatamente denunciati compresi l'avvocato difensore di Binni che non avrebbe MAI dovuto accettare di apparire in una trasmissione trash del genere ed il giudice Imposimato che si è prestato a partecipare a questo gioco al massacro.

Quest'ultimo soprattutto è ancora più colpevole degli altri perchè con una carriera così poderosa alle spalle, con l'assassinio del fratello da parte della camorra, NON SI CAPISCE come possa essere finito, prima a dirimere le finte cause nel tribunale di Forum condotto da quella povera donna di Rita Dalla Chiesa e adesso addirittura a partecipare a questi squallidissimi programmi pomeridiani.

Più che atterrito sono SCHIFATO !
Poveri noi...

ENRICO ha detto...

LucaP

spero proprio che tu abbia ragione e che sia io ad essere pessimista

Annika ha detto...

ENRICO

sono d'accordo con Luca. Credo che Giardina sappia molto bene il fatto suo e che Biscotti e Gentile abbiano la certezza di poter dimostrare che l'ora della morte cosi' come proposta da Tagliabracci sia improponibile.

Soprattutto l'accusa non trovera' un altro singolo patologo forense italiano o straniero pronto a confermare che il contenuto gastrico provi il PMI, a rischio di essere radiato dall'albo e finire i suoi giorni in disgrazia.

A pensarci bene tutte queste notizie sul gentleman mafioso e sulla respinsione degli arresti domiciliari sono molto positive: tentano di mettere pressione e creare trambusto prima del processo perche' sanno che sta per arrivare loro una mazzata di quelle...!!!

Mimosa ha detto...

@ Annika
sono d'accordo con te! La divulgazione (invenzione?) di quel messaggio indirizzato a SP è una mossa strategica di terrorismo psicologico.

Mimosa

Mimosa ha detto...

@ LucaP
ho una domanda per te. Hai notato che i due sms mandati da S. hanno agganciato due celle diverse? Il primo la 726 di Folinano, Chiesa Nova, il secondo (a 21 decimi di secondo di distanza) la cella 348 località Colle San Marco.
Come lo spieghi?
Sovraccarico della linea?

Mimosa

Mimosa ha detto...

Squadra,
c’è un’altra cosa che, rileggendo e rileggendo le carte, mi sta battendo in testa. Ci si era chiesti come facesse S. a sapere che la famigliola era andata al Colle, sempre a proposito di quella frase “aspettiamo Sonia e poi scendiamo”, della famosa intervista a CLV.
Nell’audizione videoregistrata del 22 aprile a SP fu chiesto chi sapesse della gita e lui riferisce che a quanto gli risulta LO SAPEVA SOLO SONIA.

Dunque S. lo sapeva “prima”!

E quando lo venne a sapere se, a dire di Salvatore, la gita fu decisa da Melania all’ora di pranzo?
Non è evidente menzogna aver detto che alle ore 14,53 aveva telefonato a Melania per sapere della visita medica?

Inoltre lei abitava sullo stesso pianerottolo della coppia. Dove si trovava Sonia quando i coniugi sono rientrati dalla spesa? Qualcuno lo sa?
Forse Melania, rientrata a casa, è passata un attimino dalla amica del cuore a raccontare delle visite e a parlare del pomeriggio … chi lo può escludere … mi pare che non abbiamo mai affrontato questa ipotesi.

In pratica Sonia ha palesemente mentito all’autorità inquirente, e per lei non ci sono conseguenze penali?

Mimosa

LucaP ha detto...

@ Mimosa

Sui due messaggi inviati dalla SIM intestata a Sonia ma normalmente in uso alla madre (sono le due poche certezza che abbiamo noi in quanto non abbiamo modo di appurare se li abbia davvero inviati Sonia, come anche non sappiamo con certezza chi abbia fatto le chiamate precedenti) vi sono diverse stranezze:
- la distanza fra i due SMS è decisamente breve per poter pensare che il secondo contenesse un testo lungo; considera però che gli orari indicati (15.03.39 e 15.04.00) sono sicuramente quelli desunti dal cellulare di Melania che li ha ricevuti; non sappiamo quindi quando esattamente siano stati inviati, l'intervallo di tempo potrebbe essere decisamente maggiore e solo dai tabulati della SIM di Sonia potremmo avere delle risposte;
- sui tabulati della SIM di Melania non vengono indicate le celle agganciate e che io sappia tale dato dovrebbe esserci anche nel caso di SMS; personalmente non so spiegarmi tale anomalia anche perché sembra che quando il cellulare ha ricevuto l'SMS "ignoto" delle 18.52.46, nel tabulato sia indicata la cella agganciata;
- le celle agganciate dalla SIM intestata a Sonia sono differenti per i due SMS come hai giustamente notato (tali valori sono stati desunti sicuramente dai tabulati di Sonia)
In merito all'ultimo punto possiamo solamente fare queste considerazioni:
- non sappiamo, come detto prima, se i due SMS siano stati inviati proprio a distanza di 21 secondi l'uno dall'altro, anzi a me parrebbe probabile che l'intervallo di tempo sia maggiore a meno che si tratti di un unico SMS spezzato in due perché troppo lungo;
- le due celle differenti potrebbero essere giustificate sia come "hand-over" (letteralmente passaggio-di-mano) tra una cella e l'altra a causa dello sostamento fisico del cellulare che con il secondo SMS è finito in una zona dove la copertura migliore era offerta dalla cella di CSM
- ma potrebbero essere anche giustificate dalla saturazione di traffico della prima cella (Folignano) che quindi è stata scartata.
Sono considerazioni molto difficili ed incerte soprattutto senza conoscere i dati di traffico delle celle in questione (cioé quanto traffico Wind normalmente si ha sull'impianto di CSM a quell'ora di un giorno lavorativo).
Considerato però che anche le due chiamate precedenti agganciano la cella Wind di CSM, sarei più propenso a pensare che sia capitato il fenomeno inverso, ovvero che in corrispondenza del primo SMS, la cella di CSM fosse satura ed abbia quindi ceduto il passo provvisoriamente a quella di Folignano o che in alternativa il cellulare si sia spostato per poi tornare in una posizione più vicina a quella originaria.

Tutte queste incertezze in sintesi però rendono maggiormente risibili le certezze granitiche della Procura in merito alle risultanze delle analisi fatte sui tabulati (discorso identico per il caso Goffo-Binni).

Ciao

LucaP ha detto...

@ Mimosa

Sono personalmente convinto che Sonia sapesse della breve gita a CSM già dalla sera precedente e che quindi tale "scappata" fosse già stata programmata da Melania per un motivo che aveva forse voluto condividere con l'amica, anche se il mio "forse" già sottintende alcune ipotesi.

Potrebbe però esserci un motivo molto più semplice e forse Melania già la sera prima aveva anticipato all'amica che in sua attesa ne avrebbe approfittato per portare la figlia a giocare a CSM. Ma anche questa spiegazione avrebbe un suo lato dubbio in quanto in tale ipotesi ci si sarebbe dovuti aspettare una chiamata di Sonia per avvisare di essere arrivata a casa (o sua o quella della madre) cosa che non è avvenuta in quanto Sonia ha chiamato Melania solamente dopo essere stata avvisata dalla Dorinzi della scomparsa.

A proposito della visita presso la madre di Sonia. Qualcuno sa per caso di chi era il figlio/figlia appena nato per il quale era stato programmato il piccolo festeggiamento?

Mimosa ha detto...

@ Luca P
intuisco le tue "sottintese ipotesi".

Quel bambino, a quanto io ho sentito, è un "nipotino", ma non so se e quanti fratelli e sorelle abbia S.

Ciao
Mimosa

ENRICO ha detto...

MIMOSA

questa domanda ce l'eravamo già posta ( forse non lo ricordi..abbiamo scritto talmente tanti post ! )ed avevamo concluso che S. aveva mentito nel dire che aveva chiamato M. alle 14.45 per sapere quale fosse stato il risultato della visita medica.

Dall'intervista a CLV del 27 aprile S. fa capire di sapere della gita a CSM per averlo appreso direttamente da Melania della quale ne riporta più o meno le frasi, ricordi ?

Poi, qualcuno ha obiettato che S.in quell'intervista aveva riferito ciò che le aveva detto Salv.

Io non ho mai capito da DOVE si deducesse quest'ultima convinzione.

In ogni caso, gli inquirenti - da quello che a noi risulta - non avrebbero contestato a S. questa dichiarazione .

Perchè ha detto la verità o perchè ha detto ciò che "è più conveniente" per qualcuno ?

PINO ha detto...

E' PERMESSO? POSSO ENTRARE?...GRAZIE!
Se volevano "suicidare" Parolisi, lo avrebbero già fatto in momenti diversi e più propizi.
E poi, non sottovaluterei eccessivamente il soldato; è certamente un bugiardo, ma non è fesso nella stessa misura.
Sa benissimo il pericolo che correrebbe, ma sa anche che ciò sarebbe condizionato dal suo silenzio ed a una eventuale polizza assicurativa sulla vita, riposta in mani sicure.
Lui NON dirà mai nulla, ed i suoi difensori lotteranno solo sulla mancanza di prove a carico del loro assistito, per l'omicidio di M.R..
Sicuramente, la coppia B&G riuscirà nell'impresa, se non nel primo, certamente nel secondo processo d'appello, se non ci saranno intoppi di natura diversa, sempre da paventare.
Tutto il chiasso multimediale è alimentato al solo scopo di sviare l'attenzione del pubblico, dal procedimento anomalo di tutto l'andamento giudiziario.
Saluti a tutti, PINO

anna ha detto...

e' ovvio che c'è qualcuno che vuole Parolisi morto.....come ...........Melania

anna ha detto...

il gip tommolini ha negato gli arresti domiciliari a Parolisi.

vi ricordate che a novembre al gip tommolini che è una donna gli è stata bruciata la macchina, cosparsa di benzina e dato fuoco...era un avvertimento ?un modo per indimorirla?

e' ormai evidentissimo che ci sono fattore esterni che vogliono a tutti i costi la condanna di parolisi....come vedete pure il gip è stato minacciato....

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda il rigetto della richiesta degli arresti domiciliari per Parolisi, tutto come previsto.
Figuriamoci se il gip si prendeva la responsabilità di accettare una tale richiesta, andando così contro l'iter procedimentale seguito sino ad ora. Concedendo gli arresti domiciliari, si sarebbe ripresentato il problema della piccola, che Salvatore avrebbe rivoluto con sè. Quindi meglio evitare, tanto che il gip indirettamente lo sottolinea. Ci avrei scommesso, sono talmente scontati, che è facile prevedere ogni loro decisione.
Per ora se la cantano come vogliono, poi quando il processo inizierà, con i periti del tribunale, vedrete l'aria cambierà e chissà che più di qualcuno non dovrà mettere mani al portafoglio per gli errori in cui è incorso.

Stella

Mimosa ha detto...

Caro ENRICO
mi ricordo benissimo tutto, non temere, infatti lo scrivo nel commento.
Solo che devo fare un’ammenda (non basta leggere cinquanta volte): mi sono riferita a p. 13 dell’Ordinanza di Teramo dove Salvatore parlava della gita a Ripe di Civitella, chiedo venia. E’ solo nell’intervista che se ne parla.
Ma appunto resta valida la domanda se Sonia era a casa propria a pranzo il 18 aprile e se Melania le ha potuto parlare di persona, tornata dalla spesa.
Le frasi di Sonia nell’intervista erano troppo dettagliate per accettare l’ipotesi che siano discorsi fatti con Salvatore dopo la scomparsa di M. Non mi convince che Salvatore in quei movimentati giorni abbia trovato il tempo per “conversare” con Sonia.
Dubito fortemente che sia stato lui a parlagliene, soprattutto "dopo".

Per questo parlo di dichiarazioni non veritiere (mi dirai che ce ne sono altre e in abbondanza, anche questo lo so).

Sul resto abbiamo già discusso fin troppo e in tante riprese, hai ragione. Forse il mio commento è stato superfluo, anche di questo ti dò ragione.
Ciao
Mimosa

Antonello ha detto...

@Annika
sicuramente mi sono spiegato male io.
Cerco di spiegarmi meglio, il Vitreo Fluid a logica non puo' essere indipendente del tutto e da tutto proprio per il fatto che dal momento preciso di morte inizia l'evoluzione del potassio che tu hai particolareggiato.
Quindi qualcosa "o qualcosa che verrebbe meno" in caso di decesso deve contenere il criterio e la causa di quella modifica specifica chimica.
Insomma un motivo vi deve pur essere altrimenti non vi sarebbe nessuna modifica.
Ad esempio, quel liquido nella sua pienezza potrebbe essere alimentato da una produzione legata a processi vitali ed il potassio essere l'unico elemento che risente progressivamente del "non rinnovo", oppure, il non battere piu' le palpebre evita l'equilibrio di densita' e varieta' degli elementi di quel liquido e senza piu' i movimenti delle palpebre, per natura e progressivamente, il potassio tende ad accentrarsi mentre altri elementi a decentrarsi o ridurre la propria densita', insomma quello che intendo e' che se esiste un potassio che dal decesso sviluppa progressivamente e con costanza calcolabile qualcosa deve pur scatenare questo fenomeno.
Quello che a me interessava e' da cosa e perche' e' causato il fenomeno che modifica i numeri del potassio all'interno del Vitreo Fluid???
Te lo chiedo perche' a logica non puo' essere del tutto indipendente se un fenomeno si manifesta, spero di essermi spiegato meglio e sempre se la scienza ha delle risposte.
Ciao

Anonimo ha detto...

Alla Squadra.
E' da un pò di tempo che mi chiedo se gli inquirenti abbiano ragionato ed eventualmente chiesto delucidazioni in merito a quella che ritengo essere un'incongruenza.
S racconta alla trasmissione "Chi l'ha visto"? che Melania, Salvatore e la piccola avevano deciso di intrattenersi a Colle San Marco fino alle 16, orario in cui S sarebbe andata dalla madre e si sarebbero incontrati lì. Leggendo però l'ordinanza si nota che il telefonino della madre di S, aggancia Località Colle San Marco in quanto spedito da casa di quest'ultima. Quindi questo ci spiega forse che S. fosse già a casa della madre alle 14 e 53 circa. Come si giustifica quanto sopra riportato?

Altro quesito. Sappiamo che S manda due sms a distanza di un minuto di tempo l'uno dall'altro. Mi domando, quale sia il contenuto del secondo messaggio. Quanto è lungo questo secondo messaggio? In un minuto (considerando anche il tempo necessario a predisposrsi per scrivere un sms)cosa si fa in tempo a scrivere?
Potrebbe essere stato il secondo messaggio già preparato, salvato e pronto ad essere inviato? Una volta accortasi di ciò, sarebbe potuta nascere l'esigenza di cancellarlo?

Stella

Mimosa ha detto...

@ Stella
in verità sono 21 secondi l'uno dall'altro e agganciano in partenza due celle differenti: la prima di Folignano Chiesa Nuova, il secondo località Colle SM. L'ho scritto questo pomeriggio alle 18.37 e LucaP ha risposto alle 19.19.

In 21 secondi si può scrivere anche un sms lungo, per chi ha pratica.

Mimosa

Mimosa ha detto...

ANNA
In quell’occasione fu incendiata anche l’auto del maresciallo Spartaco De Cicco del quale le cronache scrivevano essere «la colonna portante e memoria storica del reparto operativo provinciale dei carabinieri. Ha indagato su tutti gli omicidi avvenuti negli ultimi anni, anche le grandi operazioni antidroga portano la sua firma».
All’epoca non mettemmo gli episodi in relazione al caso di cui qui si discute. Però tempo dopo qualche dubbio serpeggiò, te lo assicuro.

Ciao
Mimosa

Anonimo ha detto...

Mimosa, scusami ma questo pomeriggio, avendo avuto poco tempo, mi sono soffermata a leggere soltanto la parte dell'aggancio delle celle telefoniche. Hai ragione, i secondi sono solo 21, infatti ora ricordo che questa estate ne abbiamo parlato a lungo. Penso che neanche una stenografa sarebbe all'altezza di inviare sms a distanza di soli 21 secondi. Per questo mi incuriosisce sapere il contenuto del secondo sms; peccato che qualcuno li abbia cancellati.

Stella

Mimosa ha detto...

@ Stella, a ben cronometrare 21 secondi non sono così "rapidi": in 21 secondi si fanno 21 passi, 20 metri, e per chi va veloce sono 30 gradini in salita, due rampe di scale in discesa ...

Inizialmente io supponevo fosse un solo messaggio così lungo da venir sdoppiato dal gestore (con la TIM mi succedeva che nei tabulati delle fatture addirittura le telefonate mi risultavano effettuate due/tre di seguito e invece era una lunga, non capivo mai se era un imbroglio).
Ma ora che ho colto le due celle diverse e i 21 secondi di differenza posso anche pensare che gli sms fossero due.
Io però mi domando anche cosa fosse scritto nel primo.

Sempre in quella famosa telefonata in diretta a CLV (dove si vede la smorfia di SP), intervenendo per dissipare un dubbio della conduttrice, S. seraficamente disse "mi premurerò di chiedere i tabulati al mio gestore", perché non sapeva dire su quale telefonino di M. aveva mandato gli sms. Al che ho capito che li aveva già cancellati.
E subito mi domandai come mai.
Forse per non lasciarli sul telefono di mamma?

Ciao
Mimosa

anna ha detto...

per quanto riguarda gli sms di sonia risultano agli atti due sms, ma lei anche alla trasmissione chi l'ha visto dichiaro' che aveva mandato un sms e non si ricordava dove se al tim o al wind , a parolisi gli inquirenti hanno detto al wind forse mi sono sbagliata.....questo è quello che dichiarò sonia fatto sta che lei parla di un solo messaggio .....l'altro chi l'ha mandato? la madre?il marito?i fratelli o le sorelle? sarebbe importante scoprirlo............

sonia comunque ha mentito,

per quanto riguarda l'attentato al maresciallo dei carabinieri penso che ormai è evidente e palese le minacce ai vari personaggi di questa vicenda...ecco perchè il movente dell'assassinio è molto più grande e grave di quello che si pensi...

queste pressioni così forti ci possono essere sono perchè sono coinvolte persone importanti...........

LucaP ha detto...

@ Stella, Mimosa e Anna

L'avevo già scritto nel mio commento di ieri sera. Gli orari indicati sui tabulati di Melania si riferiscono agli orari effettivi delle telefonate ricevute ed agli orari di ricevimento/consegna degli SMS. Non disponendo dei tabulati della SIM Wind intestata a Sonia, non possiamo sapere a che ora siano stati inviati gli SMS ed a quale distanza l'uno dall'altro. Capita molto sovente che un SMS sia ricevuto a distanza di minuti dal momento dell'invio, soprattutto quando sono coinvolti due gestori differenti come in questo caso. Non possiamo quindi parlare di 21 secondi in modo assoluto. Potrebbero essere molti di più.
Il fatto che non siano indicate le celle agganciate dal cellulare di Melania durante la ricezione degli SMS mi fa pensare ci sia un motivo tecnico legato a come sono distribuiti gli SMS dalla centrale di zona di TIM/Telecom.
Nell'Ordinanza (pag. 86) vi è scritto anche che durante i test effettuati dai CC
"... mentre l'SMS, inviato alle ore 15.06.08, regolarmente ricevuto dal terminale mobile non risultava gestito da CGI [NdA numero di cella] ma dal numero di servizio della MSC [NdA Centrale di zona Telecom/TIM]".
L'assenza quindi di un numero di cella (CGI) è un fenomeno che può verificarsi nel caso di ricezione di SMS. Caso strano anche durante i test di giugno si è verificato proprio nelle vicinanze del Monumento ai Caduti dove verosimilmente si trovava il cellulare di Melania alle 15.00 del 18/04 (e questa potrebbe essere un'ulteriore conferma a quanto sostenuto da Parolisi e riscontrato con Piergiorgio).

Sonia Viviani non parla assolutamente dei due SMS inviati al TIM né nella testimonianza del 23/04 né nell'intervista a CLV del 27/04. I casi sono due: o non sapeva assolutamente nulla dei due SMS (inviati quindi da altra persona che aveva in uso quella SIM) o pensava che non sarebbero stati rintracciati (cosa impossibile perché sui tabulati sarebbero risultati e questo Sonia doveva saperlo). Delle due ipotesi sono maggiormente propenso a considerare valida la prima.

Ciao

LucaP ha detto...

Massimo

Puoi gentilmente recuperare dalla spam l'ultimo mio commento (comparso e poi scomparso come un vedo-ma-non-vedo). Mi sembrava innocuo ed invece...

Da notare che sul Blogger attualmente sono indicati 453 commenti mentre sulla pagina web sono 456.

Grazie in anticipo.

LucaP ha detto...

@ Stella, Mimosa e Anna

L'avevo già scritto nel mio commento di ieri sera. Gli orari indicati sui tabulati di Melania si riferiscono agli orari effettivi delle telefonate ricevute ed agli orari di ricevimento/consegna degli SMS. Non disponendo dei tabulati della SIM Wind intestata a Sonia, non possiamo sapere a che ora siano stati inviati gli SMS ed a quale distanza l'uno dall'altro. Capita molto sovente che un SMS sia ricevuto a distanza di minuti dal momento dell'invio, soprattutto quando sono coinvolti due gestori differenti come in questo caso. Non possiamo quindi parlare di 21 secondi in modo assoluto. Potrebbero essere molti di più.
Il fatto che non siano indicate le celle agganciate dal cellulare di Melania durante la ricezione degli SMS mi fa pensare ci sia un motivo tecnico legato a come sono distribuiti gli SMS dalla centrale di zona di TIM/Telecom.
Nell'Ordinanza (pag. 86) vi è scritto anche che durante i test effettuati dai CC
"... mentre l'SMS, inviato alle ore 15.06.08, regolarmente ricevuto dal terminale mobile non risultava gestito da CGI [NdA numero di cella] ma dal numero di servizio della MSC [NdA Centrale di zona Telecom/TIM]".
L'assenza quindi di un numero di cella (CGI) è un fenomeno che può verificarsi nel caso di ricezione di SMS. Caso strano anche durante i test di giugno si è verificato proprio nelle vicinanze del Monumento ai Caduti dove verosimilmente si trovava il cellulare di Melania alle 15.00 del 18/04 (e questa potrebbe essere un'ulteriore conferma a quanto sostenuto da Parolisi e riscontrato con Piergiorgio).

Continua ....

LucaP ha detto...

... Continua


Sonia Viviani non parla assolutamente dei due SMS inviati al TIM né nella testimonianza del 23/04 né nell'intervista a CLV del 27/04. I casi sono due: o non sapeva assolutamente nulla dei due SMS (inviati quindi da altra persona che aveva in uso quella SIM) o pensava che non sarebbero stati rintracciati (cosa impossibile perché sui tabulati sarebbero risultati e questo Sonia doveva saperlo). Delle due ipotesi sono maggiormente propenso a considerare valida la prima.

Ciao

Anonimo ha detto...

LucaP, so bene che S. non parla dei due sms, ciò che in realtà ho cercato di sottolineare è tutt'altra cosa.
Ricorderai che nella trasmissione Chi l'ha visto? S. racconta che Melania, Salvatore e la piccola avevano deciso di intrattenersi a Colle San Marco, in quanto aspettavano che lei fosse arrivata a casa della madre alle 16:00. Leggendo l'ordinanza di arresto, sotto alla tabella delle chiamate di S. viene sottolineato che viene agganciata la cella Località Colle San Marco in quanto partite da casa della madre di S. Allora mi domando se le chiamate partite dal telefonino della madre di S. vengono effettuate alle 14:53, questo ci dice che S. era già a casa della madre. Quindi non è vero che i Parolisi dovevano aspettare che lei arrivasse alle 16:00?

Stella

Anonimo ha detto...

Award keylogger Pro
v2. The Key logger runs hidden in the background, recording
all the keystrokes that you type, to itself. Visual surveillance- periodically makes screenshots and stores them as JPEG
s to an internal memory they possess.

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