sabato 17 marzo 2012

Marco Massinelli è morto e dicono si sia suicidato. Ma tre carabinieri che nell'arco di sette giorni si suicidano allo stesso modo non crea alcun tipo di sospetto?

Marco Massinelli
Ora è ufficiale, il corpo di Marco Massinelli, maresciallo dei carabinieri di soli ventisei anni, è stato ritrovato ad un centinaio di metri dalla sua auto, a Firenzuola, una cittadina collinare in provincia di Firenze, privo di vita. Da quanto è trapelato il giovane si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa. La notizia ha creato un immenso dolore a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia vivono il padre e la madre, ma anche frustrazione e stupore, sia nei genitori che negli amici. I genitori, chiaramente disperati, non credono assolutamente ad un gesto di autolesionismo, "non ne aveva motivo" ha detto il padre. Ma neppure gli amici danno credito a quanto appurato finora dai colleghi della vittima. Ed hanno ragione perché dopo una bella vacanza in America, era tornato un paio di giorni prima di scomparire, dopo essersi divertito con gli amici e le amiche, perché doveva farla finita? Ma, soprattutto, per quale motivo fare 600 chilometri in auto per suicidarsi, quando bastava prendesse la pistola e si sparasse a caso e dove capitava? Se una persona vuol morire, perché non sopporta più il peso della vita, ogni luogo va bene, anche una stradina in provincia di Perugia, non fa seicento chilometri col rischio di cambiare idea... un comportamento alquanto particolare che alza nuvole di fumo, alza interrogativi che pretendono risposta.

Che senso ha avuto il partire di casa tre giorni prima di tornare al lavoro, dicendo coi suoi che non vedeva l'ora di incontrare i commilitoni? Che senso ha avuto il prendere l'autostrada e l'uscire all'uscita giusta, a Mantova, in Lombardia, per poi tornare indietro, passando dalla via Emilia fino ad arrivare a Bologna o addirittura in Romagna, perché è da Bologna e da Imola che si trova la strada che porta al "Passo della Futa", quindi a Firenzuola? Ma come ci è arrivato? E' entrato nuovamente in autostrada, uscendo a Barberino di Mugello e tornando indietro verso il paese, o ha continuato a guidare su strade statali e provinciali? Per quale motivo ha scelto quella direzione anziché prenderne un'altra più agevole e comoda? Conosceva qualcuno in zona? Vi è stato attirato con uno stratagemma? C'è da chiederselo perché ad un certo punto della notte, diciamo all'incirca sulle quattro e mezza (era uscito sulle tre dall'autostrada, al casello di Pegognaga, e per tornare verso Modena ed arrivare a Castelfranco Emilia, in strada normale, un'ora e mezza ci vuole), aveva aperto il suo profilo Facebook inserendovi una canzone dei Pink Floyd, "The Great Gig in the Sky" in cui si dice: "Ed io non ho paura di morire, in qualsiasi momento succederà non m'importa. Perché dovrei aver paura di morire? Non c'è motivo per averne, prima o poi devi andartene. Non dissi mai ho avuto paura di morire". 

Ora c'è da capire se questo brano l'ha inserito, e quindi ascoltato, perché voleva farla finita con la vita (ed allora per quale motivo non spararsi a Castelfranco Emilia?), o se l'ha inserito per farsi coraggio perché aveva un appuntamento pericoloso. Potrebbe essere avesse un brutto appuntamento... come potrebbe essere l'abbia inserito nella sua pagina Facebook per farlo ascoltare ad un'altra persona trovatasi in acque disagiate. Questo è probabile perché nello stesso momento in cui inseriva la musica chattava, e lo ha fatto per quindici minuti, con qualcuno di cui ancora non si conosce il nome. Ma questo "qualcuno" gli aveva chiesto aiuto? Improbabile, più facile lo volesse vedere per parlargli o lo avesse mandato ad un appuntamento forse concordato da tempo (vista la partenza anticipata). Insomma non è un azzardo chiedersi se aveva un impegno che lo spingeva in direzione Firenze. E non è un azzardo dire che l'impegno non era considerato urgente. Lo fosse stato avrebbe preso l'autostrada, arrivando in meno di un'ora e mezza, e non la strada normale che gli ha allungato il percorso di quarantacinque - cinquanta minuti. Per cui, fosse andato direttamente a Firenzuola, sarebbe arrivato dopo le sette di mattina. E' morto in quell'orario? Difficile dirlo, ma dandolo per buono c'è da chiedersi come mai nessuno quel sette di marzo abbia sentito uno sparo correre nella vallata? Come mai ci siano voluti dieci giorni per vedere il corpo e l'auto.

L'ora della morte, ed il giorno, sarà l'autopsia a dircelo, nel frattempo sappiamo che non ha fatto prelevamenti col bancomat, che la sua auto non è stata avvistata in nessuna città, che tutto pare essersi svolto nelle ore notturne successive al suo arrivo al casello di Mantova. E' da quel punto che sono iniziate le stranezze, non ultimo il viaggio a ritroso scoperto seguendo la traccia del computer. In ogni caso le notizie filtrano col contagocce ed i carabinieri prima di darle alla stampa le pesano col bilancino. Forse anche a loro pare strano come suicidio, strano come quello avvenuto pochi mesi fa a Cecina, in provincia di Livorno, dove un carabiniere, dopo aver finito il turno e salutato in modo gioviale i colleghi, è salito in auto, ha fatto duecento metri, ha parcheggiato e si è sparato un colpo di pistola alla tempia. Ma questa tragedia, accaduta a fine dicembre 2011, pur se strana resta comunque ai margini del caso Massinelli, dato il tempo trascorso. Non si sa quanto restino a margine, invece, altri due suicidi, succedutisi a sette giorni l'uno dall'altro, avvenuti entrambi all'interno di caserme dei carabinieri di Forlì.

Il primo suicidio è stato quello di Luca Verdi, un uomo originario dell'Umbria (come Marco Massinelli) sposato e padre di un bimbo di quattro anni. Questo è avvenuto a Santa Sofia, sulle colline di Forlì e, ad essere pignoli, non molto distante da Firenzuola. Luca Verdi, a detta di tutti, era sereno e non aveva alcun tipo di problema. Però si è sparato, non uccidendosi sul colpo ma restando in coma all'ospedale di Cesena per tre giorni, e lo ha fatto senza motivo e senza lasciare nulla di scritto. Il secondo carabiniere si è sparato nella caserma situata nel centro di Forlì, all'interno di una stanza attigua alla portineria mentre nel salone vicino si teneva una conferenza stampa. Anche in questo caso i colleghi lo hanno descritto come un uomo sereno e tranquillo, un uomo che viveva con una compagna ed un figlio di un anno, un uomo che da poco aveva comprato casa. Ma qualcosa che non andava doveva esserci perché suo padre (Luca D'Acri era di origine calabrese), ex carabiniere in pensione, era salito da qualche giorno a Forlì... perché? In ogni modo neppure in questo caso il suicida ha ritenuto giusto lasciare un biglietto d'addio. Possibile che i carabinieri non lascino mai un pensiero prima di suicidarsi? Possibile non pensino ai figli piccoli ed egoisticamente trovino più conveniente farla finita e lasciarli nei guai?

Forse... ma vediamo le date. Marco Massinelli presumibilmente è morto il sette marzo. Il giorno successivo, a circa novanta chilometri di distanza dal suo corpo, a Santa Sofia, si suicida Luca Verdi. Passano sette giorni e, dopo aver fatto salire suo padre dalla Calabria (paura di qualcosa o qualcuno?), a quaranta chilometri da Santa Sofia si suicida Luca D'Acri. Ora c'è da dire che i casi strani esistono, come quando cade un aereo e dopo pochi giorni ne cade un altro, ma non di frequente. Il maggior numero delle volte quando ci sono stranezze le si collega con un comune denominatore e si indaga per capire cosa c'è che non va. Ed io mi auguro che lo facciano perché pare sia in atto una guerra. Al Massinelli, al Verdi, al D'Acri, infatti, vanno aggiunti altri carabinieri come il maresciallo Saverio Saracino, suicidatosi a Matera nell'ottobre del 2011, come il tenente Cristian Troiani, un carabiniere di Pescina, in provincia de L'Aquila, suicidatosi a novembre 2011, come il carabiniere di Cecina, A.G., di cui ho scritto in precedenza, suicidatosi a dicembre 2011. E, guarda a volte il caso, nessuno di questi ha lasciato un biglietto con su scritto addio...

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35 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono un 30enne di perugia e posso capire un gesto così da parte di un mio quasi coetaneo e certi pensieri che vengono così quando hai una pistola ti rovini (in pochi minuti di follia forse) e poi magari te ne penti ,anche io non avrei lasciato messaggi. Lo capisco anche se mi fa pensare che aveva un buon lavoro, amici e aveva anche fatto una vacanza in america quindi di motivi ne aveva pochi,non aveva una ragazza ma è un piccolo problema da risolvere. (non per me ,sono vergine ancora e non ho mai avuto una ragazza) Probabilmente aveva voglia di andare nell'aldilà e vedere com'è magari con un atto di "coraggio" così considerato da parte sua viste anche le parole di quella canzone. In Italia si suicidano 400 disoccupati all'anno e il numero è in crescita, io sono disoccupato, lo capisco questo gesto per tanti motivi e pensieri che possono venire in testa. Ma è strano che anche chi ha un buon lavoro si suicidi, mi fa pensare.

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda il suo lavoro può aver vissuto e visto cose che l'hanno segnato parecchio ,a 28 anni non so se lui era adeguatamente formato per affrontarle,era addirittura un maresciallo. Non si è mai troppo grandi per avere paura ,e poi poteva avere molti problemi psicologici a fare un lavoro così.

Anonimo ha detto...

Quelle parole della canzone mi fanno pensare che sono in contrasto con quello che è considerato il suicidio per la religione cristiana cattolica e per molte altre religioni. Per la religione cristiana il suicidio non è solo un errore ma crea parecchia sofferenza poi e anche disinganno. Ora uno può credere a quello che vuole ,quelle parole della canzone fanno riferimento a una condotta di vita da atei. Ma forse anche da coraggiosi, così come viene considerato il suicidio da religioni buddhista shintoista e altre. In oriente.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, ma stiamo impazzendo? Ma davvero si può ritenere il suicidio "un atto di coraggio"?!?
Il vero coraggio sta nell'affrontare i problemi che la Vita, a tutti, INDISTINTAMENTE, ci mette davanti. Ci vuole molto più coraggio a ingoiare i bocconi amari e altrettanto ce ne vuole per alzarsi ogni mattina dicendo: "anche oggi farò il meglio che posso per essere degno del dono che ho avuto: VIVERE, con tutto il peso -non solo negativo!-che questo comporta. Non è retorica, sveglia! E'da egoisti uccidersi: è l'unico vero modo che abbiamo per rendere la vita di chi ci vuole davvero bene un vero inferno.
Conosco bene la sofferenza, la frustrazione, il doversi mangiare la testa per trovare lavoro (anch'io sono a spasso, dopo una laurea ottenuta con un bel 110 e lode!), ma io amo chi mi ha dato la vita e soprattutto amo vivere! So che cosa vuol dire l'impegno e mi sento responsabile della mia persona e delle persone che amo. Non le abbandonerei mai e per nulla al mondo mi impedirei di scoprire che cosa il domani ha in serbo per me. C'è tanta gente che vive ingiustizie pesanti (vi sembrano giuste le malattie gravi ai bambini? le mutilazioni a causa di incidenti stradali o di handicap congeniti? gli abusi ai danni dei più deboli?) eppure tutte le persone che davvero soffrono sono sempre quelle che VIVONO A PIENO E CON DIGNITà.
Se avete dei problemi, fatevi aiutare!!! Non si è mai davvero soli, il nostro primo e più grande amico siamo noi stessi, ma possiamo anche essere i nostri peggiori consiglieri, questa è la vera sfida: vincere le nostre cattive inclinazioni ed essere migliori ogni giorno. Non lasciate che i genitori, i fratelli, gli amici, i figli si sentano abbandonati e soprattutto sentano di non avervi mai davvero conosciuto, di aver amato tanto qualcuno che poi li ha traditi nel peggiore dei modi, facendo poi scoprire loro che in realtà non hanno mai significato nulla per voi... non sono nemmeno stati degni delle vostre confidenze, della vostra sincerità... Non si fa così, non vi pare? Saluto tutti e vi esorto: ABBIATE DAVVERO CORAGGIO, VIVETE!

tabula ha detto...

ci sono tanti sogni nei cassetti di ognuno di noi.
ho sempre pensato che quando mi fossi sentita talmente disperata da volere mollare tutto avrei dovuto realmente mollare tutto, ma non per uccidermi: per andare a fare quello che il senso del dovere quotidiano ti impedisce di fare.
Trasferirsi dall'altra parte del mondo e vivere su una spiaggia, oppure andare in africa ad aiutare i bambini: se sei così disperato, c'è la via di fuga di almeno un sogno inespresso.

Mishaaa ha detto...

Sono una ragazza di Castiglione del Lago poco più grande di voi e Marco lo conoscevo solo di vista, so tutto sulla sua condizione familiare, genitori divorziati etc etc, ma niente su cosa possa nascondersi nei pensieri di un ragazzo apparentemente normale, bello, pieno di amici e professionalmente realizzato.
Questo era quello che vedevamo e pensavamo di lui. Evidentemente così non era.
Magari stava vivendo e si sentiva intrappolato in una vita che non gli apparteneva...e recitava difronte a tutti e tutto, ma non a se stesso.
Magari non si sentiva soddisfatto e felice neanche con mille amici intorno o al ritorno da un bel viaggio...nessuna luogo nel mondo è bello se ti porti dietro l'infelicità e soprattuto se ti senti legato da un filo d'acciaio invisibile che ti riconduce a tornare nel luoghi dove è nato il tuo disagio e riprendere il tuo posto.
In parte vivo la stessa situazione ma per mia fortuna ho una via di fuga immaginaria dentro di me, da usare nel momento in cui sentirò di non farcela più, non è la morte ma come per Tabula è la fuga, vivere dove e come e con chi mi pare...c'è sempre una via di fuga a tutto e per tutti, specialmente se sei giovane, sano e bello. Proprio come Marco.

Coraggio ragazzi, non voglio più leggere certi commenti...non sarà la mancanza di un lavoro o di una relazione stabile a farci schifare la vita...ma che vi frega se la persona giusta non è ancora arrivata, o il sesso, o un buon lavoro?C'è sempre una soluzione bella e positiva in un angolo di questo mondo, l'opportunità di mandare al diavolo tutto e tutti per ricominciare, io ci credo...e questo mi fa andare avanti.
...La cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me....

mariatere ha detto...

ma si è suicidato o lo hanno suicidato???? sono troppi i "suicidi" di agenti di polizia o carabinieri, tra l'altro chiusi in 4 e quattr'otto....

Anonimo ha detto...

Dalla ricostruzione della Gazzetta di Mantova noto 4 cose che credo meritino di essere chiarite:

- ha ricaricato il cellulare a Scandicci a mezzanotte, quindi fino a lì ha tenuto una velocità media di circa 100 km/h. Supponendo che abbia tenuto i 100 km/k per tutti i 276 km da casello a casello (Val di Chiana - Pegognaga) rimane 1h di sosta per arrivare alle 3:39 che ha impiegato a completare il viaggio. Dove ha sostato e a far cosa? Non è insolito allungare di 1/3 un viaggio così relativamente breve?
- se riportiamo i 100 km/h che ha tenuto da Val di Chiana a Scandicci sul resto del viaggio, l'ultimo suo sms dell'una dovrebbe essere stato inviato nei pressi di Castelfranco Emilia, cioè dove scomparirà il segnale del suo cellulare.
- il percorso dall'uscita dal casello di Pegognaga a Firenzuola, passando per Carpi e Castelfranco Emilia, è tutto parallelo all'A1. Puramente casuale o condotto da qualcuno che aveva l'esigenza di tornare a sud e seguiva le indicazoni dell'autostrada senza mai imboccarla?
- Firenzuola si trova all'incirca a metà strada tra Castelfranco Emilia e Scandicci, dove forse sostò per ricaricare il cellulare.

Perché non suicidarsi in casa propria?
Perché percorrere così tanti km per spararsi tra i boschi?

magica ha detto...

conobbi un bravissimo ragazzo .. bello ,intelligente .. faceva il carabiniere .. aveva molti interessi :un giovane fantastico ..
poi successe il fatto . si sparo' . mentre era in servizio ..
non ho mai pianto tanto in vita mia .non sapevo trattenermi ... una sofferenza ed un dispiacere enormi. ,,
i genitori impietriti dallo sgomento . non seppero darsi una spiegazione del fatto ..
eppure successe ..
puo' essere che avendo la pistola a portata di mano abbia avuto una momento di pazzia?.. che peccato un ragzzo di 25 anni morire cosi'.. lasciandoci increduli ..

Anonimo ha detto...

Forse meriterebbe un approfondimento il messaggio mandato in quella tarda notte alla sua amica trasferitasi in America e la risposta che ne ha ricevuto. Andrebbe anzi approfondito proprio il rapporto che c'è stato tra loro due prima della di lei partenza. In tv hanno passato un tenero videomessaggio da lui indirizzato a lei come augurio per il suo futuro trasferimento dunque può essere che avesse nei suoi confronti un infatuazione.
Al di la di familiari e conoscenti che dicono che non si sarebbe mai suicidato, bisognerebbe sapere cosa provasse lui per questa ragazza prima di escludere la probabilità di un suicidio. Può essere che fosse innamorato di questa ragazza e che durante il viaggio negli Stati Uniti, andando a trovarla, abbia definitivamente realizato che lei non sarebbe tornata e che i suoi sogni si stavano infrangendo. Tornato in Italia può aver percepito l'abbattersi della realtà alla fine del viaggio di speranza, non è che abbia avuto subito l'idea di suicidarsi, è partito per la sua destinazione ancora frastornato, ha mandato un messaggio a lei e la risposta potrebbe essere stata la molla che ha innescato il brutto gesto, preceduto da un vagare senza meta. Stavolta senza misteri o complicazioni.
Stefano

Anonimo ha detto...

Anch'io ho pensato all'amore deluso e sono stata colpita dal video di saluto alla ragazza trasferitasi in America. La vacanza la' può avere evidenziato il contrasto con la vita che lui conduceva in provincia, e la depressione al ritorno da una vacanza può farsi ancora più forte, il ritorno alla vita normale può far sentire una perosna senza prospettive. Non trovo strano che chi ha deciso di farla finita vaghi a lungo in attesa di riuscire a farlo davvero. Sarei curiosa di sapere che con chi ha chattato quella notte e su quale argomento, ma non ci metterei tanta dietrologia in questo triste caso. Succede spesso che famiglie e congiunti non vedano i segnali di suicidio.

30mPg ha detto...

E' così facile usare una pistola per morire. è un attimo. ma lui ha avuto anche la preparazione di cambiare strada tornare indietro e andare in quel bosco. bohh!!!

Anonimo ha detto...

Certo che volendosi proprio fare la punta al cervello (cosa all'ordine del giorno per gli amanti del giallo da una vita), volendo proprio cercare un punto di unione a queste incredibili coincidenze e partendo dalla negazione della coincidenza stessa, rimangono veramente pochi scenari...
La prima cosa ovvia è che, sempre ragionando per assurdo, tali suicidi diventerebbero automaticamente omicidi.
La vicinanza dei luoghi dei ritrovamenti farebbe pensare ad un crimine seriale perpretato in un raggio di azione familiare.
Il percorso alternativo all'autostrada potrebbe essere giustificato dal fatto che ai caselli ci sono le telecamere ed è più facile chiaramente chiedere aiuto.
In questo caso, l'omicida avrebbe quindi dovuto essere in auto con la vittima, con la quale magari aveva già un appuntamento all'uscita del casello.
La scelta della categoria delle vittime lascia pensare ad una fissazione per i carabinieri, magari per un torto subito ed in più indica che per il soggetto in questione sia facile stabilire un contatto con loro, ad esempio: contatti di lavoro, chat, siti dell'Arma ecc...
Qualcuno di voi è riuscito a fare lo stesso ragionamento per assurdo e ha trovato un'altra soluzione possibile alla "non coincidenza"

Anonimo ha detto...

anch'io non credo alla versione del suicidio.Che senso ha andare nei boschi di Firenzuola posti tra l'altro poco conosciuti se non sei della zona?Percorrere tutti quei km per spararsi in testa?Poteva farlo km prima...Trovava il coraggio per farlo?Solitamente o sono gesti premeditati e studiati nei minimi dettagli (in questo caso poteva andare direttamente a Firenzuola) oppure sono gesti d'impulso (perché allora guidare per ore meditando sul gesto e quindi trovando probabili soluzioni )Il mistero c'è e sta proprio nel suo itinerario e nella scelta del posto.Chi o cosa l'ha spinto lì? M.

Anonimo ha detto...

Può un amore essere il motivo di un suicidio , e perchè?
Non credo nell'amore che sia un punto d'arrivo ma sottolineo che è un punto di partenza.
L'amore ci rende forti e fragili, felici e infelici ma mai disperati a tal punto da premeditarsi la morte, io non lo credo.
Si diceva che fosse un ragazzo introverso e non un disperato,quindi analizzando questo sono propenso a pensare a qualcosa che riguarda il suo lavoro, magari un indagine presa sottogamba con dei risvolti a lui sconosciuti che lo ha fatto avvicinare a qualcosa che lui non ha compreso.
Ma se volessi analizzare per un momento quello che di personale può esserci dietro a questo suicidio direi veramente poco; un amore non corrisposto e magari scoprire che lei si era innamorata di un altro; magari di essersi innamorato di una donna sposata; oppure un malessere covato e celato per lungo tempo del quale non ha parlato con nessuno. Le cause di un suicidio possono essere molte ma quello che resta è l'amarezza di quelli che gli sono stati accanto e che non hanno capito il suo stato e QUESTA domanda sarà l'unico interrogativo che porteranno con sè.

Anonimo ha detto...

Oggi un altro strano caso di suicidio... Un Caporale a Formello. Le testate non riportano il nome e se abbia lasciato un messaggio.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/18/news/trovato_cadavere_caporale_disperso_si_sparato_con_la_pistola-31763898/

LucaP ha detto...

Massimo

Hai fatto e continui a fare un eccellente lavoro.

Quello che stupisce è che i collegamenti da te fatti (chiaramente vivendo nella stessa provincia degli ultimi due suicidi balza immediatamente all'occhio la strana e sospetta coincidenza) non siano fatti anche dai giornalisti dei quotidiani nazionali e locali. Su nessun media invece si accomunano questi tre casi che per vicinanza dei luoghi, modalità ed arma utilizzata nonché per l'apparente assenza di presagi come testimoniato da familiari ed amici (ai quali in tutti e tre i casi non sono stati lasciati messaggi d'addio), dovrebbero far scattare non uno ma cento campanelli d'allarme.
Se per Luca Verdi e l'altro sottufficiale di Forlì il presunto suicidio è avvenuto in caserma, nel caso di Marco Massinelli bisogna considerare che il sottufficiale si è recato appositamente nel luogo dove è stato poi rinvenuto. E se uno guarda il percorso fatto su una cartina si rende immediatamente conto che le cose non tornano in alcun modo.
Di chi si suicida si dice sempre che non avrebbe potuto farlo in alcun modo, che era una persona felice e spensierata, seria e mai e poi mai avrebbe potuto compiere tale gesto disperato. Ma invece tantissime persone si suicidano perché dentro di loro cova da tempo tale male. E dove lo fanno? Solitamente nel luogo dove abitano, magari spostandosi di poco per questioni forse di rispetto nei confronti delle persone che li conoscono. Massinelli era oramai arrivato a casa e per di più nel cuore della notte. Potrei capire continuare a girare un po' in auto e poi fermarsi in un luogo isolato nei dintorni di Pegognaga. Ed invece cosa fa? Prende apparentemente la strada del ritorno e lo fa con una modalità che fa subito pensare al fatto che non voglia lasciare tracce (perlomeno per quanto riguarda i transiti autostradali con il telepass come se qualcuno potesse controllare che fosse effettivamente arrivato a Pegognaga proprio tramite il telepass).
Se era sveglio e non aveva voglia di andare a dormire poteva benissimo andare comunque a casa ed aggiornare il proprio profilo FB o chattare.
Non è assolutamente credibile che abbia fatto tutta quella strada per andare a suicidarsi. Spero che le indagini proseguano e non si chiudano con una semplice morte per suicidio.

Riallacciandomi però ad un altro tuo articolo, chissà se la Sciarelli (ma il discorso vale anche per Salvo Sottile) nella prossima puntata, ammesso sia ancora lei la conduttrice, anziché leggere le lettere dal carcere di Parolisi, vorrà sollevare la questione. Forse riuscirebbe a risollevare un po' la trasmissione dal baratro di vergogna nel quale l'ha trascinata.

diahane30mPg ha detto...

Anche io voglio morireee datemi una pistola!

Anonimo ha detto...

Io non capisco come si possa chiedersi che senso ha quello che Marco ha fatto prima di morire...credo che una persona capace di giungere al suicidio non sia lucida come noi che ci stiamo ponendo queste domande, quindi il fatto che sia uscito a Pegognaga e poi ritornato in dietro, per noi è strano, ma per lui sicuramente avrà avuto un senso che noi non potremo mai comprendere perchè lui aveva perso la lucidità; e poi non capisco come si possa voler per forza ricercare la ragione del suicidio nel rapporto tra lui e l'amica....insomma siamo ancora nel 1800 quando non si credeva all'amicizia tra uomo e donna??? e poi chi non lo ha conosciuto, come cavolo si permettere di fare analisi inutili sui suoi sentimenti??? credo che siamo veramente giunti al limite...chi non ti conosce pretende di saperti leggere come un libro aperto!!!
Sono una ragazza dell'età di Marco, che ha conosciuto Marco e che ha sofferto nel dargli un ultimo saluto...a volte sarebbe meglio riflettere prima di scrivere certe cose.

Perchè? ha detto...

Il giallo comunque rimane perchè il caso è stato "coperto" con successo negli ultimi giorni... nessuno si chiede perchè dal giorno di ritrovamento del corpo nessun giornale e nessun TG ha più parlato di Marco? nessun risultato dell'autopsia (almeno da quanto tempo è morto), nessun'intervista con parente o collega di Marco? niente materiali dai funerali di ieri - 19 marzo? e perchè un funerale cosi presto? oggi per esempio è stato il funerale della piccola Dayana che ha trovato la morte sulla Costa Concordia il 13 di gennaio in modo abbastanza chiaro (occhio, 2 mesi e 7 giorni esatti dalla morte), mentre nel caso di Marco 2-3 giorni dopo il ritrovamento del corpo?
e la cosa più strana è che solo il Giornale dell'Umbria ha detto che Marco ha avuto un incidente con la macchina nella notte della scomparsa?!?
CITATO: "...Proprio nei pressi della località lombarda il 26enne maresciallo dell’Arma aveva avuto un incidente con la sua Audi A3 nella notte tra il 5 e il 6 marzo."
"...perché, la notte della scomparsa, dopo aver raggiunto Pegognaga ed aver avuto l’incidente, l’Audi A3 di Marco sia ritornata a sud..."

Tristepensiero ha detto...

Per la ragazza coetanea di Marco e sua amica:
mi dispiace molto per il tuo dolore, ma nessuno giudica Marco senza conoscerlo, chiaramente, in questo blog avrai notato, a differenza di tutti gli altri, si discute più da un punto di vista tecnico che sentimentale. Chi commenta in genere cerca di entrare nella testa del protagonista della triste storia e cerca di trovare strade alternative a quelle che il cuore ci spinge ad accettare con più facilità. Mio è il post in cui si parla delle telecamere ai caselli e della presenza in macchina di qualcuno che l'abbia costretto a percorrere una strada alternativa. Ora pensa per un attimo ad un ragazzo dalla vita equilibrata e serena quale poteva essere quella di Marco, testimoniata da amici e parenti. Mettiamo anche il caso che dentro di lui qualcosa lavorava subdolamente tanto da fargli desiderare un gesto estremo. Aggiungiamo il fatto che la guida solitaria, la notte, la musica giusta facciano a volte volare la mente estremizzando le emozioni, nel bene e nel male. A questo punto, anche non volendolo accettare, il percorso al gesto estremo è lineare. C'è però una piccola variante, una circostanza che infrange la semplicità e l'accettabilità di questo ragionamento: hai mai provato a concentrarti su qualcosa in modo talmente profondo (sicuramente quelli di Marco in quei momenti non devono essere stati pensieri leggeri) e nel frattempo cercare delle indicazioni stradali di notte su strade che non conosci? Se il corpo di Marco fosse stato ritrovato in prossimità di casa, o all'uscita del casello o comunque in un posto a lui noto e familiare, forse tutte queste supposizioni non sarebbero state fatte. Sicuramente sbagliamo tutti, magari Marco ha veramente deciso di dire la parola fine ad un suo tormento interno, ma se come dite tutti voi era un caro ragazzo, attento al prossimo, non credi anche tu che avrebbe fatto qualsiasi cosa per alleviare un po il tormento dei genitori e di tutti voi? Non pensi che vi avrebbe evitato il rimpianto di non aver capito, di non aver notato il suo disagio? Magari con un semplice "Addio, perdonatemi vi prego, ma io ho preferito così, vi voglio bene". Anche se non avesse avuto un foglio o una penna, avrebbe potuto postarlo su Facebook, magari insieme alla canzone dei Pink Floyd...

30mPg ha detto...

ma quale incidente? spiega meglio, capisco che certe persone non lasciano nessun messaggio ,perchè sarebbero troppe cose da dire o sarebbero solo frasi sbagliate e quindi decidono di non lasciare messaggi, approfittano del momento del volersi uccidere e basta, lo fanno senza stare a scrivere niente. sapendo anche di sbagliare a suicidarsi davvero sanno che un messaggio lasciato sarebbe comunque sbagliato.

Anonimo ha detto...

Ciao,

sono venuto a conoscenza del caso di questo giovane carabiniere la settimana scorsa, guardando chi l’ha visto, e da allora sto seguendo la vicenda. Guardando sulla rete mi ha stupito come quasi tutte le notizie relative al fatto siano ferme solo alla notizia del ritrovamento del cadavere: non ci sono aggiornamenti a parte il funerale svoltosi ieri.
Poi trovo questo sito dove voi come me vi state ponendo delle domande: perché il funerale così presto? Perché non ci sono risultati sull’autopsia? Perché su google tutti gli aggiornamenti sono fermi a 4 giorni fa? E poi mi fa strano che durante le ricerche l’Arma si sia mobilitata in maniera decisa (comprensibilmente) ma adesso ho come l’impressione che – dopo il ritrovamento del corpo – si voglia far sfumare la cosa.
Il pc portatile è stato ritrovato?
Quando risale la morte del povero ragazzo? E' morto la mattina (ora in cui verosimilmente è giunto a Firenzuola?) o più tardi?
Guardavo su google maps il percorso che ha fatto quella sera…c’è qualcosa che non riesco a mettere a fuoco...
Alberto

Perchè? ha detto...

@ 30mPg - leggi bene questo articolo
http://www.giornaledellumbria.it/article/article22497.html
non lo avevo pubblicato prima per non spammare il blog...
@Anonimo (Alberto) ti fai le stesse domande come me!!

Tristepensiero ha detto...

Quel qualcosa che non quadra dall'inizio, che forse tutti noi pensiamo senza dirlo per rispetto di una volontà di qualcuno che non c'è più è quel qualcosa che fa sentire a disagio, in imbarazzo, tanto da non parlarne con nessuno, ne con gli amici più cari, ne con i propri genitori.
Perchè avrebbe dovuto mentire agli amici sulla data di rientro in centrale? Perchè non dire ai genitori che doveva incontrare qualcuno o fare qualcosa? Forse perchè questo qualcuno o questo qualcosa potevano svelare un segreto? E se fosse stato vittima di un omicidio, quale tutela maggiore per l'anonimato dell'assassino se non una verità incoffessabile? Se così fosse, chiaramente ve ne sarà traccia sul cellulare o sul pc; probabilmente anzi, di cellulari o di schede telefoniche ce ne saranno due, così come i profili facebook o i contatti in chat... Non credo che questi interrogativi non se li stiano ponendo gli investigatori, ammesso che ci siano. Una cosa è certa, i genitori si staranno ponendo mille domande e vorranno sicuramente delle risposte.

Anonimo ha detto...

Boh. Certo che, messa così, con i 3 Carabinieri suicidi sospetti, con dubbi che non si tratti di suicidi ecc. sembra pari pari la trama de "IL POETA" best-seller di Michael Connelly. Nel libro un poliziotto si suicida sparandosi nella propria auto e all'inzio le motivazioni sembrano palesarsi nel "superamento del punto di rottura" dovuto allo stress causato dalla sua ultima indagine, un omicidio efferato dove la vittima era stata ritrovata particolarmente martoriata. Indagando però, il fratello giornalista del poliziotto uccisosi, scopre l'esistenza di altri suicidi analoghi da parte di altri poliziotti e piano piano riesce a far venire alla luce il sinistro disegno di un serial killer che prima uccide efferatamente delle vittime "esca" con modalità diverse in modo da non creare collegamenti tra i casi, poi giunge al suo vero obiettivo, cioè uccidere i poliziotti incaricati dei casi facendoli sembrare suicidi.
Mah. Comunque la fantasia è una cosa, la realtà un'altra.
Stefano

Anonimo ha detto...

si,i genitori si stanno ponendo mille domande, sicuri di trovare una risposta nelle indagini che si stanno svolgendo nei modi dovuti.

Anonimo ha detto...

Anzi Luca, per andare nel tuo senso, direi che il fatto che Marco sia ripartito in direzione Umbria (anche se è finito altrove) rinforza proprio l'idea di una possibile mente, fisicamente basata in Italia centrale.
Credo che siamo ormai molto allenati a questo tipo di esercizio intellettuale, ma anche al percepire quando un caso ci ispira qualcosa di strano... la morte di questo giovane uomo mi rattrista e mi inquieta.
J.

P.S : la madre di Marco a Chi l'ha visto ha dichiarato con grande semplicità e forza i suoi dubbi. Ha anche dato un'informazione molto particolare, dicendo che suo figlio, pur essendo teoricamente rimasto più giorni in quel bosco di Firenzuola, sembrava perfettamente in ordine, come se non avesse soggiornato li' da molto.

Anonimo ha detto...

J.ti chiedo cosa intendi quando parli di una possibile mente fisicamente basata in Italia centrale.Perché dici che siamo ormai allenati ad un certo esercizio intellettuale? Forse vedi analogie con altri casi o ipotizzi un progetto strutturato di induzione al suicidio?
Io francamente si, anche se non ho idea di come possa essere possibile.
L.

Anonimo ha detto...

Si L., stavo solo notando che se volessimo pensare ad una "serie" di "suicidi" in qualche modo preordinata da una mente criminale (vedi precedenti suicidi elencati da Massimo Prati) è ovvio che il fatto che Massinelli, una volta raggiunta la sua destinazione teorica (casello di MN) abbia fatto inversione di marcia per finire in una località toscana a lui sconosciuta e spararsi li' è un elemento a favore dell'ipotesi seriale. Ma ovviamente non basta per poterlo affermare..
J.

Anonimo ha detto...

Cioe', si potrebbe considerare l'ipotesi seriale in quanto i precedenti suicidi sono tutti avvenuti in Italia Centrale (Emilia, Abruzzo, Toscana, Basilicata) ed è come se anche Massinelli, già giunto a Mantova, fosse stato "richiamato" in queste latitudini (ma e' solo un fantasia, sicuramente).
J.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo tanto perchè almeno in questo blogger che avevo avuto modo di apprezzare, non si parli più del motivo che ha portato alla morte il giovane Marco Massinelli. A prescindere dalle indagini ufficiali che potrebbero aver dato come esito il suicidio del ragazzo, tante cose non quadrano. Penso che ci siano persone che sappiano molte più cose degli stessi inquirenti e genitori. Se sanno,perchè non parlano? perchè non danno anche in forma anonima qualche indizio su Marco che possa dare il via ad ulteriori indagini o mettere chiarezza sulla tragedia avvenuta? Potrebbero non esserci colpevoli diretti ma chi sa qualcosa e non ha il coraggio di parlare non credo possa sentirsi bene con la sua coscenza.Credo che chi ha voluto bene e... vuole bene a Marco si meriti un momento di riflessione in più.

Anonimo ha detto...

Ciao sono una persona molto vicina a Cristian Troiani, carabiniere suicida a novembre in Abruzzo, posso dire con certezza che Cristian non aveva problemi di sorta... Anzi viveva ALLA GRANDE!!! quello che e' scaturito in prima battuta dalla autopsia e' dagli inquirenti e' che si tratterebbe di suicidio , ma le indagini non sono ancora chiuse. In questi mesi di indagini personali ci siamo fatti l'idea che l'arma qualcosa sa sopratutto sull'indagine che stava seguendo....

Anonimo ha detto...

X questo dico alla famiglia di Marco di non mollare, fare pressione sui vertici dell'arma affinché la verità venga fuori...

Anonimo ha detto...

Io dico alla famiglia di Marco e di Cristian di non mollare, la verità deve venire fuori . Non fidatevi di quello che dicono i vertici dei carabinieri , morti così purtroppo nell'arma ce ne sono molte e tutte senza una risposta!!! Unite le forze e andate avanti... Noi siamo con voi !!!!!