Di Gilberto Migliorini
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Il caso del muratore di
Mapello è la dimostrazione, se ancora ci fosse bisogno di prove, che agli asini
sono spuntate le ali, nottetempo, una rivoluzionaria mutazione genetica,
darwiniana, una di quelle che non passano inosservate ai potenti sistemi di
calcolo e agli osservatori imparziali. La notizia l’abbiamo appresa appena
svegli al notiziario delle sette. Sullo smartphone subito dopo ci è stata
confermata. Appena acceso il computer l’abbiamo appreso dal quotidiano on-line
dove già sbocciavano i commenti dei lettori. Al supermercato, nei bar e sul
posto di lavoro già tutti ne parlavano, era ormai di dominio pubblico che gli
asini erano perfettamente in grado di volare e qualcuno già asseriva di averne
visti che veleggiavano in formazione tra le nuvole, che in cielo ce ne fossero
stormi proprio come i gabbiani.
Di lì a pochi giorni era
verità conclamata che la variazione cromosomica era davvero avvenuta, opinionisti
e consulenti ne parlavano nei format e per quanto non ci fossero ancora le
immagini in diretta era palese che il cambiamento epocale veniva confermato da
tutte le fonti attendibili, descritto in tutti i suoi risvolti genetici,
rappresentato mediante tabelle numeriche su un foglio elettronico. Non esisteva
ancora la registrazione visiva degli asini volanti, documentata mediante
immagini in diretta, ma era solo questione di tempo, si sarebbe fatta quanto
prima anche una verifica che non esistessero asini senza le ali. Il fatto era lapalissiano,
evidente ai sofisticati sistemi di analisi: a tutti gli asini indistintamente
erano spuntate le appendici aeree. Se qualche scettico insisteva a dire che
ancora non avesse visto un somaro volare, era per spirito di contraddizione,
uno di quegli sprovveduti o bastian contrari che diffidano delle notizie per
malcelato spirito complottista.
Il caso Bossetti costituisce
esempio emblematico di come si formano le opinioni, con quella che in
psicologia sociale va sotto il nome di profezia
che si autoadempie e che rappresenta la radiografia dell’Italia attuale,
una cartina al tornasole delle sue istituzioni, del connesso sistema
informativo e della mentalità dell’utente mediatico. L’informazione segue la
logica della vendita di un prodotto editoriale senza remore etiche o teoretiche,
in funzione del sistema del consenso di cui è parte rilevante e strumento
essenziale. Sembra che l’Italia sia agli ultimi posti in Europa nella qualità
dell’informazione, a gomito con paesi che non brillano per libertà di stampa e
garanzie costituzionali. Qui nel Bel Paese le guarentigie di solito sono
evocate nelle cadenze comandate, nei discorsi altisonanti e nella classica retorica
edificante. Passata la festa coi gagliardetti e il tricolore, si torna al
vecchio e inossidabile manuale Cencelli, alla propaganda con nobili intenti e alla
demagogia da salotto.
Qui nel blog si è
sistematicamente segnalato che l’affaire
paternità Bossetti è perfino più strano degli asini che volano. Tutto
normale, guai a dire che gli asini non volano, si passa per ‘gomblottisti’, ridicolizzati perché
tutti sarebbero in grado di vedere in cielo i somarelli svolazzanti, in
perfetta formazione come i cormorani.
In internet, ovunque si possa commentare, viene costantemente ridicolizzata qualunque presa di
posizione che richieda, prima di credere alle certezze massmediatiche, i riscontri documentali a fronte di notizie che si
replicano come fotocopie senza la parvenza di una prova. Infatti, la grande
informazione, a parte qualche voce isolata fuori dal coro, senza mostrarci nulla di scritto ci ha detto -
sistematicamente imbeccata da fonte autorevole - che Massimo Bossetti è figlio
di un tale Giuseppe Guerinoni... tutti i media, quelli che contano, hanno strombazzato
che il carpentiere di Mapello non è figlio biologico del padre legale Giovanni,
come invece la signora Arzuffi ha continuato ad affermare ben sapendo che non
aveva mai avuto nessuna tresca con l’autista di Gorno.
Sono riusciti a convincere a
tal punto la signora Arzuffi che il figlio Massimo fosse figlio di Giuseppe
Guerinoni - il suo vero padre a detta della nomenclatura mediatico-forense -
che per darsi una spiegazione plausibile la madre del carpentiere ha dovuto
supporre che fosse intervenuta a sua insaputa una inseminazione artificiale. È
da precisare che la signora Arzuffi non ha mai detto che il marito fosse
sterile, e nemmeno che abbia voluto ricorrere ad una procreazione medicalmente assistita. La madre del carpentiere ha
solo supposto di averla eventualmente
subita, per darsi ragione di quanto le veniva detto come verità assodata e
conclamata, come qualcosa della quale non esistesse alcun dubbio.
La cosa sorprendente è che il
sarcasmo dei commentatori mediatici non ha riguardato il fatto che la paternità
Guerinoni venisse affermata senza alcuna prova, ma che la signora cercasse di
darsi ragione di qualcosa che era in contraddizione con i fatti della sua vita,
la realtà dei suoi vissuti, la sua esperienza e la sua storia di donna sempre
rimasta fedele al marito. Si tratta proprio di una vicenda come gli asini che
volano: esiste un diffuso si dice,
testimonianze e visioni, anche oniriche, ma senza che nessuno strumento di
registrazione abbia ancora visto gli equini volare in cielo. Ma si sa che
bisogna aspettare il momento opportuno per immortalare i ciuchi nel loro perfetto
pattern di volo, magari intanto ci si accontenta di tutti quei testimoni, e
sono davvero tanti, che li hanno descritti nella loro classica formazione a V,
quasi come a descrivere la doppia elica del Dna.
Ce l’hanno raccontato in tutte
le salse come un fatto acquisito, che Massimo Bossetti è figlio di Guerinoni, come
se si trattasse di un dogma di fede sul modello di un Gesù Bambino con un padre
putativo. Non fa niente che al momento del concepimento, in un mese invernale, la
madre del carpentiere vivesse da molti mesi a sessanta chilometri di distanza
da Guerinoni; non fa niente che le fotografie di Massimo Bossetti abbiano tutti
i tratti somatici del padre Giovanni; non fa niente che la donna abbia sempre
ribadito con forza di non aver mai aver avuto una relazione con Giuseppe
Guerinoni; non fa niente che la testimonianza dell’amico Vincenzo Bigoni
smentisca che sia stata Ester Arzuffi la giovane donna che Guerinoni aveva
messo incinta.
Che Massimo Bossetti non sia
figlio del padre legale viene comunque dato per certo e acquisito sulla base
del si dice. Come per gli asini che
volano la conferma viene dal sistema mediatico… da fonti autorevoli, purtroppo
senza riscontro documentale, senza prova ‘visiva’, proprio come gli asini
volanti, ai quali ci viene assicurato che sono spuntate le ali.
Il Gip aveva preventivato una
verifica di paternità sul padre legale. Nessun documento è però mai stato
presentato (né dall’accusa e né dalla difesa) a smentire la paternità biologica
del padre legale. Come per i ciuchi volanti fa fede l’ipse dixit del sistema mediatico, ribadito con allusioni e circonvoluzioni,
e ovviamente fanno fede le ali che a detta di tutti, opinionisti e
commentatori, sono per davvero spuntate sul dorso degli equini. Ci hanno perfino
raccontato che anche il terzo figlio sarebbe il risultato di un adulterio. Sorge
il sospetto che anche ai cavalli potrebbero essere spuntate le appendici alate.
Come siano giunti alle
conclusioni genetico-evolutive dei ‘ciuchi volanti’ e di una emblematica ‘paternità
putativa’ sembra un mistero mariano, eppure ribadito così convintamente da risultare
un dogma. La notizia, imboccata dagli inquirenti, ha imperversato su tutti i
canali informativi, data per certa ed acquisita anche senza la benché minima
prova documentale, senza il supporto di una prova genetica presentata in
contraddittorio. A un’audience di bocca buona l’informativa senza accertamento va
bene lo stesso, come nella pubblicità basta la parola, lo slogan fa da supporto.
Per l’utente medio una
conferma è semplicemente la dichiarazione di una qualunque autorità o parte in
causa, basta la parola.... Anche
quando sembra evidente che nessun documento sarà allegato agli atti - a riprova
dell’adulterio della signora Arzuffi o comunque della non paternità biologica
del padre legale - i media, quelli che
contano, non fanno una piega, non si pongono qualche interrogativo, non
sollevano il dubbio che la storia della paternità possa essere una bufala. Si è perfino usata la motivazione della
privacy - dopo aver sputtanato la signora Arzuffi - si è ricorsi allo stendiamo un velo pietoso, non inferiamo su una povera madre. Una pietas su una verità scabrosa, quella di
un fantomatico adulterio, o una copertura su una notizia totalmente inventata? La
formula figlio di un altro padre ha poi
tutta l’indeterminazione di una locuzione enigmistica, sembra l’indovinello
dove ciascuno può liberamente interpretare... un omissis con un colpo di gomito o una
strizzatina d’occhio d’intesa…
Siamo ancora qui ad attendere
quel benedetto documento con tanto di firma in calce di un genetista che ci
dica che Massimo Bossetti non è davvero figlio biologico di Giovanni Bossetti,
finalmente ce ne faremmo una ragione. Uno strano presentimento ci suggerisce però
che la paternità non verrà mai messa in discussione con un documento ufficiale,
rimarrà così… un cogito cartesiano.
Si è potuto affermare che
Massimo Bossetti non è figlio del padre legale senza la ben che minima documentazione
di quanto si è andato strombazzando ai quattro venti con l’assistenza di tutti
i canali informativi. L’adulterio della signora Arzuffi è diventato conclamato,
certificato, assodato ed evidente senza il ben che minimo supporto di una ‘carta
canta’ che lo comprovasse mediante una firma in calce, una relazione resa
pubblica con la possibilità di una prova di controllo. Eppure basterebbe
guardare delle fotografie, senza pregiudizio, per trovare ispirazione e
suggerimenti circa l’albero genealogico.
Figuriamoci cosa può fare un
apparato propagandistico anche senza il supporto di riscontri documentali semplicemente
dando per buono quanto una fonte istituzionale dichiara dall’alto della sua
autorità e in forza dei suoi metodi persuasivi. Dal niente di una notizia - magari
inventata di sana pianta - il sistema massmediatico può… creare illusioni da
fata morgana, effetti Pigmalione, telenovele... L’organigramma informativo può
mostrare davvero gli equini volare nel blu dipinto di blu, semplicemente gridando
le news, presentandole nel modo ‘giusto’ e replicandole con l’ausilio di persuasori
più o meno occulti. Un fatto diviene vero, assodato e certificato non in quanto
documentato, ma in quanto scaturito da fonte ‘attendibile’, riprodotto da canali ‘autorevoli’, commentato da opinionisti ‘di rango’, certificato da indiscrezioni ‘affidabili’, suggerito da una autorità ‘indiscutibile’ e lubrificato da tutto un sistema di consulenze ‘prestigiose’.
Paradossalmente proprio con la
proliferazione dei canali informativi, la loro distribuzione capillare e gli
strumenti telematici di ultima generazione, la capacità di indottrinare l’utenza
ha progredito in modo esponenziale a tutti i livelli e in tutti gli interstizi
sociali. Il target è avvolto e pervaso da un flusso di informazioni in ogni
momento della giornata. La ridondanza ha come effetto la certezza del vero in una sintonia ripetitiva che persuade. L’orchestra
mediatica replica ad libitum la sua
canzone: per il consumatore è la prova che alla notizia ribadita come un mantra
corrisponde la realtà vera. Il pluralismo informativo, sistema di fotocopie e decalcomanie,
rappresenta l’evidenza della verità delle news.
Ma se un giorno, mettiamo il caso in ipotesi, dovesse venir prodotto un fantomatico documento - la prova di paternità - che attesti senza ombra di dubbio che Massimo
Bossetti è figlio genetico del padre legale Giovanni Bossetti? Cosa dovremo dedurre, se questa improbabilità dovesse accadere, se non...
a) Che
l’informazione del Bel Paese è solo un sistema di illusionismi e di marketing,
un sistema che si perde nei dettagli insignificanti e negli escamotage (il fantasma
del fratellastro di Bossetti) e perde sistematicamente di vista l’essenza dei
fatti che contano davvero.
b) Che
una madre e moglie è stata fatta passare per adultera, che a dei figli è stato
fatto credere di essere illegittimi, che intere famiglie sono state messe alla
berlina sulla base di notizie inventate, che a un marito e a un padre morente già
debilitato, preoccupato per la sorte del figlio accusato di un delitto, è stato
instillato il sospetto e il dolore di essere stato tradito. Ci auguriamo che
non sia così, anche se tutto lascia credere, fino a prova contraria, che quella della paternità potrebbe essere una balla colossale.
Un'indagine partita male e approdata a un colossale nulla di fatto ha messo in galera la persona sbagliata
trascurando moltissimi elementi che avrebbero potuto portare in altre direzioni senza far spuntare le ali agli asini...
215 commenti:
«Meno recenti ‹Vecchi 201 – 215 di 215i post di Biologo che benissimo mettono in evidenza dove il problema realmente risieda (il "contenuto" di Ignoto1): sono da incorniciare, ed andrebbero messi in copertina di tutto il blog.
Sandro
Ma nessuno segue Sulas che va in tutte le trasmissioni parlando di vari fratellastri che girano in valle? Se vogliamo parlare di privacy violata ci metterei anche il povero sig. Guerinoni che non si può più difendere: Sulas afferma che era un farfallone (lui vorrebbe usare un altro termine), che era anche un donatore di seme, che in famiglia lo sapevano e che c'è una tizia di nome Libera che anni fa ha scritto alla Procura in una lettera (rimasta rigorosamente anonima) di aver avuto un figlio da lui.
ma dove vuoi arrivare gugly...Capisci quello che ha scritto Biologo?
Non credo altrimenti non continueresti.
Io sto dicendo che c'è gente che va in televisione ad esporre altre teorie, perchè ve la prendete con me? Sulas va in ogni trasmissione possibile a dire che l'indagine era viziata da un pregiudizio iniziale, ieri sera ha detto chiaro e tondo che gli inquirenti volevano incastrare Bossetti mentre Guerinoni ha un sacco di altri figli che potrebbero essere colpevoli.
Non è colpa mia se il giornalista ha una tesi diversa da quella di Biologo.
non me la prendo con te, ma invece di evidenziare "altre teorie", si gradirebbe sapere quali sono le tue teorie che mi sembra non hai mai esposto, hai sempre dato, solo per scontato, l'esattezza delle tesi dell'accusa.
Ad esempio, visto che per te il dna è basilare per mandare in galera, hai mai fatto una ricerca di casi internazionali nei quali si sia condannato SOLO per il dna, senza prove, ma un dna intero?
@Gugly in tanti tuoi interventi hai scritto imperterrita nonostante in tanti abbiamo posizioni diverse dalla tua, io compreso. Anche per questo apprezzo il tuo voler contribuire a trovare la verità sul caso Bossetti. Ma ti devo dire che per fortuna c'è anche il giornalista Sulas, che "anche lui", imperterrito, espone il suo parere contrariamente ad altri tanti giornalisti forcaioli. Mi meraviglio che non ti sei accorta dell'accanimento mediatico che c'è stato ed ancora c'è contro Bossetti e famiglia. Che bisogno c'era di far sapere a tutta l'Italia fatti privati e strettamente personali. Spero solo che vengano concesse le perizie che Bossetti sta chiedendo. Ci vorrebbero cento giornalisti come Sulas altro che sentire solo una campana. Correggimi se ho interpretato male quanto scrivi.
Una fra tante ragioni per cui non vi fu nessun scambio di stringhe.
http://www.lastampa.it/2013/06/10/italia/cronache/caccia-alla-madre-dellassassino-di-yara-in-caserma-anziani-XaJfkrDd9QRq0nhgrB7SEM/pagina.html
Perché ora Giardina sostiene questa bizzarra teoria?
Il problema di far emergere fatti privati è un conto, però in questa indagine volenti o nolenti la paternità fa parte dell'indagine; possiamo discutere sulla paternità del terzo figlio, quella si poteva evitare, tuttavia se vogliamo essere onesti dovremmo anche criticare madre e sorella che sin dall'inizio hanno cercato pure loro la ribalta mediatica.
La madre poteva non confermare nè smentire, invece ha dato subito interviste e poi si è negata in Tribunale, così facendo ha perso di credibilità, purtroppo è così.
Questione Sulas: secondo me il giornalista è troppo accanito, lui parla apertamente di complotto di tutti gli inquirenti contro Bossetti SIN DALL'INIZIO DELL'INDAGINE, inoltre per come l'ho capita io la difesa ha preso le distanze dall'ipotesi del fratellastro, quindi non so, potrebbe arrivare una smentita ufficiale e conseguenti polemiche.
Questione perizia: a leggere bene la sentenza non è mai stata chiesta nei termini previsti dalla legge, per questo la richiesta è stata rigettata, non per altro, vediamo se la richiedono in appello.
Se
fossero stati gli animali a maciullare quel corpo forse si sarebbero trovati resti nelle vicinanze del cadavere.
Perché nulla é emerso in merito?
Che fine hanno fatto le indagini del gruppo scientifico di studio della scena del crimine che salirono da Roma il 26 nov 2010? Gli ERT Perché non sono stati sentiti in tribunale? Perché -si sono-limitati dire che il terreno non fu analizzato perché (assurdo) non era di loro competenza? Era di altri? Dove sono finiti i rilievi degli investigatori di Roma,ERT?
e si permette pure di scrivere quello che la madre doveva dire e fare,
inaudito!
eppure quella sera ospite di Costanzo ha chiaramente detto che lei non ha parlato in tribunale poiché era stata già giudicata ancor prima di parlare con lei.
Quanta dignità, intelligenza e ragione ha questa donna!
Per favore non replichiamo più, qualsiasi cosa scriva.
Gugly,
" ...tuttavia se vogliamo essere onesti dovremmo anche criticare madre e sorella che sin dall'inizio hanno cercato pure loro la ribalta mediatica.."
Quello che tu definisci ribalta mediatica io la chiamo difesa ad oltranza. Non confondere i ruoli,la ribalta casomai l'hanno cercata altri/e.
Su privacy ed indagini in Valle, sapevi che due madri sono morte grazie all'indagine? Se esiste una deontologia e un etica per te, per il tuo lavoro, non esiste anche per chi indaga? Qual'é a tuo dire il fine di raccogliere ostinatamente chiacchere di paese? Sai quante ne corrono nel mio al 90% infondate...bastava solo essere un pò moderne per essere etichettate donne facili, non é come oggi. Il solo fatto di rimanere incinta da single era rovinoso per una ragazza,e magari come spesso accadeva aveva il fidanzato. Eppure era una di facili costumi. Non banniamoci da sole, Ester và in tv per difendersi, fosse vero che andava con altri uomini, non credi li avrebbero scovati?ma poi, fosse vero, andrebbe in tv? E ancora, fossi tu il suo legale, davanti due stringhe che :" anche un bambino vedrebbe uguali", cosa gli avresti consigliato di fare?
Prova una buona volta metterti i loro panni, non giudicare.
Sulas? Ha scelto da che parte stare, dopo aver compreso " l'indagine".
... a volte tornano...
Gugly scrive:
"Io sto dicendo che c'è gente che va in televisione ad esporre altre teorie" [cit.]
E allora?
E allora scrivi alla televisione o a chi quelle teorie espone.
Cosa cavolo centra venire a cercare di metterti in mostra (e che pena!) qui, con quanto si scrive e si argomenta su questo blog?
Se tutta la tua capacità argomentativa (ma ben più palesemente trollante, che argomentativa) dialettico-legulei,a si riduce a questo: poveri i tuoi clienti, in che mani si mettono!!!
Su, su, ma non c'hai un forum di tuoi pari, dove battersi le mani l'un l'altro ad ogni volo di fantasia avvelenata che scrivete, da moderare?
Ma proprio qui devi campeggiare a fare le tua patetiche figure da maestrina-so-tutto-io-gnè-gnè-gnè-datemi-ragione-uffa"?
Guarda che qui, di possibili clienti a cui spennare un pò di soldi, così gonzi da scambiare i tuoi veramente banali, insignificanti e divaganti artefizi dialettici da prima elementare per valenti capacità oratorie: è assai difficile che ne trovi.
Sandro
Sandro, ben scrivi:
"...Se tutta la tua capacità argomentativa (ma ben più palesemente trollante, che argomentativa)..."
Hai centrato il problema: i troll qui presenti affermano le stesse cose, con stili differenti, alcuni felpati, altri aggirano l'argomento per poi inficiare il dire opposto, altri ancora ripetono fino allo sfinimento che vengono insultati e così ci fanno il grosso favore di continuare a portare avanti la nostra lettura sul caso in questione, guarda un po' ripetendo e aggiornando con nuovi dati.
@Vanna
che ci vuoi fare... ognuno di loro si esprime secondo le proprie INcapacità.
Alcune più palesi e pietose di altre.
E' tipico dei falliti dell'autostima il sogno/necessità di riuscire ad ottenere un lavoro "di potere" (per sopperire alle proprie deficenze caratteriali).
Ma mica tutti sono in grado di diventare PM, ad esempio. Del resto ci vogliono delle qualità anche per quello, e se non ce le hai: ciccia!).
Quindi, quando e se non ce le hanno: si inacidiscono e devono cercare (da lontano) si sfogare la loro frustazione trollando ed accusando gli altri, dimentichi della parabola della "pagliuzza e della trave".
Sandro
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