Articolo di Gilberto Migliorini
Quale l’origine della crisi
italiana? Gli economisti e i sociologi hanno affrontato l’argomento seguendo in
genere le linee guida delle politiche economiche e monetarie, come se il
primato della struttura fosse in grado di sceverare qualsiasi altro elemento
che si sovrappone ai rapporti di produzione economica. Insomma, il vecchio
primato sulle sovrastrutture culturali viste come effetti della organizzazione
del mondo del lavoro e delle connesse politiche economiche. Sarà che gli
economisti da almeno due o tre secoli non fanno altro che pontificare sul
primato della loro disciplina su ogni altro aspetto culturale, visto come mero
riflesso del mondo economico-produttivo, sarà per quell'attitudine di alcuni
pensatori marxisti (non tutti) a proporre quelle semplificazioni di un rapporto
meccanico tra struttura economica e sovrastruttura di pensiero. Sarà per i Bocconi-boy
che con la storia del liberismo non ne azzeccano una con la favola
dell’austerity. La logica fuzzy o le correlazioni rilevate per via statistica,
quelle tra fatti talvolta lontanissimi tra di loro, forse proporrebbero strani
ed esotici link tra eventi all’apparenza del tutto fortuiti, magari curiosi e
imprevedibili. L’attuale governo appena insediato potrebbe ad esempio suggerire
riferimenti che so… al ciclo di vita del moscerino della frutta o a quelle
farfalle che si risvegliano dopo un letargo di anni per poi vivere solo per il
breve spazio di qualche settimana. Per questo voglio avventurarmi in una previsione
rischiosa, azzardata nel senso popperiano (il famoso epistemologo).
Una
previsione è scientifica (rischiosa) quando in linea di fatto (e non solo di
principio) può essere smentita perché offre scenari di previsione abbastanza
circostanziati e precisi da poter essere contraddetti fattualmente: nel senso che non sono così vaghi e ambigui da
riuscire a introdurre correttivi e aggiustamenti (stratagemmi
convenzionalistici) in grado di continuare a far valere le proprie ipotesi come
conferme. Una previsione che abbia i crismi della consequenzialità logica, è
quella che può essere smentita per via fattuale (si dà o non si dà; e la falsificazione è possibile senza ombra di
dubbio e senza possibili equivoci).
Il primo spunto è offerto da
quello che viene chiamato Effetto
Pigmalione (o Rosenthal dal nome
del ricercatore che sperimentò gli effetti psicologici delle aspettative).
Pigmalione era un artista mitico che creava statue così perfette e realistiche
che davvero prendevano vita; ma anche un sovrano che si era innamorato della
statua di Afrodite al punto di crederla e sentirla come viva.
Secondo la teoria in oggetto, se
un insegnante tratta un alunno come se fosse un piccolo genio innescherà dei
processi interattivi tali che il suo allievo finirà per produrre quei
comportamenti che lo trasformeranno proprio come il suo docente vuole, in un
discepolo ‘modello’ forse perfino un enfant
prodige. Al contrario un atteggiamento di costante disistima e svalorizzazione
nei confronti dell’allievo produrrà esattamente l’effetto opposto, peggiorando
progressivamente le sue prestazioni. È quella che più comunemente viene
chiamata profezia che si autoadempie.
Naturalmente gli effetti delle aspettative possono riferirsi a qualsiasi ambito
delle relazioni interpersonali e determinare eventi talvolta imponenti, come il
fallimento di una banca anche solo per il circolare di false voci che danno l’azienda in fin di vita, innescando una serie di eventi a cascata che di fatto
rendono vera la sua défaillance e
creano le premesse per quegli effetti perversi che porteranno l’istituto di
credito a fallire per davvero.
In campo azionario è ancora più vero che si
possono innescare effetti pigmalione
semplicemente propalando notizie ad hoc tese a produrre comportamenti emotivi
nell’opinione pubblica. Perfino l’Insader
trading (l’asimmetria informativa) potrebbe risultare una modalità dell’effetto
Pigmalione se perversamente utilizzata. Giochi
e doppi giochi costituiscono potenti strumenti di orientamento dell’opinione
pubblica, anche se talvolta possono sfuggire di mano: i feedback e le false
informazioni non costituiscono soltanto delle retroazioni controllate, talvolta
sono veri e propri effetti boomerang che sfuggono all’apprendista stregone che
crede di controllare le forze che ha messo in atto, ma che anzi si rivolgono
contro di lui. Comunque l’emotività (non la razionalità) può davvero tradursi
in qualcosa di fisicamente consistente, muovere le montagne, creare e
distruggere interi paesi anche solo agitando lo spettro della paura. Si può
dire che tutta la politica (interna ed estera) degli Stati comporti un costante
utilizzo di effetti pigmalione e più
in generale un sistema di illusionismi e condizionamenti per controllare
l’opinione pubblica attraverso profezie
che si autoadempiono.
Quanto sopra a dimostrazione della complessità di
quanto definiamo come reale, e di
quanto sia imprevedibile il rapporto delle nostre emozioni (e suggestioni) con
gli eventi. Ad attestare la complessità dirò che perfino la scienza e il suo
metodo sperimentale non vanno esenti da effetti
pigmalione come dimostrano spesso le suggestioni in merito
all’interpretazione dei dati sperimentali sottoposti più o meno consciamente
alle aspettative dello sperimentatore e talvolta perfino al suo sistema
ideologico di credenze e al quadro teorico di riferimento.
Il nuovo governo insediato,
dunque, può contare su effetti Pigmalione piuttosto consistenti innescati da
input emozionali che fanno leva su due fattori che accendono le fantasie e le
aspettative di quell’opinione pubblica fatta di elettori e di consumatori.
a) L’età
del presidente del consiglio e l’età media dei componenti del governo (il
giovanilismo appare come un plus di
efficienza e di modernità).
b) Lo
stile anticonvenzionale del nuovo capo di governo e le sue dichiarazioni (spot)
in ordine ai provvedimenti che dovrebbero nelle intenzioni dare una sterzata
tale alla sua azione da risolvere in breve i più annosi problemi della vita
politica, economica, sociale e culturale del paese.
Non bisogna però dimenticare - a parte l’enfasi con la quale in genere i trattati di psicologia parlano dell’effetto Rosenthal - che si tratta di un
effetto che a sua volta può avere conseguenze perverse. Le aspettative e più in
generale gli entusiasmi rispetto ai progressi di un alunno (nella fattispecie
il capo di un governo) possono sì in genere accentuare le performances e gli
entusiasmi del soggetto, innescare delle risposte positive mobilitando tutte le
risorse emotive e cognitive di cui dispone. Ma è soprattutto nell’opinione
pubblica che si producono, attraverso una catena di feedback, aspettative e attese che in qualche caso possono perfino risultare messianiche. Un’opinione
pubblica logorata e frustrata da più di un ventennio di promesse mai mantenute
e progressivamente impoverita da una crisi economica e morale interminabile, può
orientare le sue aspettative verso una sorta di angelo sterminatore
(rottamatore), l’uomo della provvidenza con un profilo amplificato dagli
apparati massmediologici. In tale scenario l’effetto pigmalione (e i connessi
effetti alone) è in genere di breve durata se non supportato da competenze e
capacità adeguate al compito che il paese richiede al nuovo attore politico
verso il quale si nutrono quelle aspettative impellenti cresciute nel tempo in
modo drammatico.
L’effetto Pigmalione in ambito scolastico può risultare
senz’altro utile in una prima fase quando al discente si infonde fiducia sotto
forma di rinforzi positivi mostrando di credere in lui e nelle risorse di cui
dispone. Se però ci si aspetta che un alunno di quinta elementare dimostri di
poter di punto in bianco frequentare l’università e ci si esalta per le sue
prestazioni inconcludenti e pretenziose, si finisce per accentuare il suo
esibizionismo e per fare di uno scarrafone un enfante prodige che presto andrà incontro a brucianti delusioni.
L’enfasi che molti trattati di
psicologia pongono sull’effetto Rosenthal non tiene conto in altri termini che
l’effetto Pigmalione (in quanto teoria psicologica) può innescare false
aspettative in merito a una teoria che potrebbe essere essa stessa il risultato
di una profezia che si autoadempie: la validità della teoria sarebbe in altri
termini solo l’effetto transeunte ed effimero di un processo interattivo ben
più complesso dove entrano in gioco fattori di varia natura. L’educatore sa, ad
esempio, che nell’insegnamento molti sono i fattori che possono concorrere,
compresa la frustrazione e perfino la disconferma (e non sempre in modo
negativo). Le semplificazioni delle teorie psicologiche piacciono solo a chi le
considera come dogmi e non solo come ipotesi di lavoro.
Riguardo al governo attuale in
merito ai due punti evidenziati possiamo allora fare la nostra previsione (popperianamente)
tenendo conto da un lato dell’effetto Pigmalione e dall’altro delle competenze
e delle capacità espresse dai protagonisti in parola.
Quello che appare, e al di là
delle dichiarazioni del nuovo Presidente del Consiglio, piuttosto vaghe circa i
metodi e le modalità del ‘programma’, è che si tratta della solita minestra che
da vent’anni ci viene propinata come se si trattasse del farmaco miracoloso in
grado di resuscitare i morti. La linea di continuità dei governi negli ultimi
vent’anni è assolutamente omogenea, e quest’ultimo, al di là delle belle e
vaghe parole del pifferaio magico, sta già dimostrando di esserne la quintessenza. Si tratta proprio dello
stesso rimedio che ha impoverito il paese per arricchire quei pochi che hanno
dilapidato la cosa pubblica e devastato l’ambiente. Un conto sono le petizioni
di principio, altra cosa i fatti concreti e i comportamenti che danno lo stile
e il profilo caratteriale dell’attore politico. Basta vedere in quale modo si è
affermato il nuovo governo (la classica congiura di palazzo), con quale
programma ha avuto l’appoggio di una maggioranza parlamentare (una macchia di Rorschach)
e con quale composizione della squadra di governo (il solito trasformismo). A
questo si deve aggiungere un atteggiamento politico teso a suscitare il
consenso attraverso atteggiamenti formali (massmediatici) privi di sostanza ma
indirizzati a un’opinione pubblica sensibilizzata a risposte epidermiche ed
effimere come appunto uno spot pubblicitario.
Quale sarà dunque l’effetto
Pigmalione riguardo all’ondata di aspettative per il nuovo governo? Tali
aspettative si possono rappresentare sotto forma di un piano inclinato, tanto
più ripido quanto più le aspettative sono alte. Poche attese e sfiducia
riguardo a un nuovo governo sarebbero rappresentate da un piano orizzontale
(neutrale) dove non c’è praticamente disillusione mancando aspettative
(positive o negative). Va da sé che più le aspettative sono alte, e innescate da
effetti Pigmalione, e più alla prova dei fatti la disillusione può risultare
catastrofica facendo precipitare rovinosamente in basso l’oggetto del proprio
investimento affettivo. In questo caso all’onda di eccitazione e al rituale
emozionale farà seguito, nell’opinione pubblica, prima lo stupore, e poi la rabbia
e l’irritazione per una carica emotiva tanto forte quanto non appagante,
frustrante o addirittura controproducente.
Questo porta a una previsione in
ordine all’età ‘giovanile’ del nuovo governo che, superata la prima fase di
entusiasmo e di compiacimento, potrebbe risultare come l’eccezione che conferma
la regola. Proprio il suo carattere velleitario e (sia pure supportato da
suggeritori non altrettanto sprovveduti) ne determinerà un invecchiamento repentino
proprio per il carattere fortemente inclinato del piano delle aspettative che
andranno disilluse (a pochi giorni dall’insediamento del nuovo esecutivo se ne
intravedono i segni). Nella Progeria
(patologia che colpisce un neonato su otto milioni) si assiste a un invecchiamento
rapido delle cellule che portano a una morte precoce. Il nuovo governo prevedo
che, nonostante l’attaccamento al potere, andrà incontro a una analoga
patologia. Ad un giorno di vita (politicamente parlando) corrisponderà circa un
anno. In pochi mesi (2 o 3) l’età media passerà a circa 110 anni.
Troppi anche
per un gruppo dall'aria giovanile e in buona salute. Per questo non credo che il governo
Renzi supererà i novanta giorni. Ovvio che se dovesse cadere dopo (ma anche prima)
la mia argomentazione risulterà popperianamente falsificata. Articolo di Gilberto Migliorini
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5 commenti:
Carissimo Gilberto eccomi qui, pronto a ribattere alle tue argomentazioni quasi catastrofiche.Da poco ho finito di vedere in tv "la grande bellezza" di Paolo Sorrentino,un premio oscar meritatissimo,un cast di attori eccezionali,cosa che non potrei dire di chi ci governa,attori si,ma non sempre all'altezza di quel ruolo che gli viene assegnato,bravi a fingere e a farci credere che il paese Italia non è morto,magari moribondo,però con una semplice quanto efficace cura si rimetterà in piedi.Novanta giorni,numero che fa spavento,paura di una debacle totale,di un governo che finirà per essere stritolato in quella macchina infernale chiamata catastrofismo.Una previsione la tua caro amico Gilberto molto pessimistica,diamo un po di fiducia a questi giovani a cui affidiamo le sorti di un Italia impoverita,e magari saranno in grado di poterla far risorgere un po,se non dalle ceneri sarà dalla polvere,perché polvere siamo e polvere ritorneremo,il più tardi possibile però,almeno io lo spero.
E il boy scout Renzi? beh,come ebbe a dire quel scugnizzo napoletano in un famoso tema tanto tempo fa:IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO. Ecco,dobbiamo sempre sperare che verranno giorni migliori,crederci non costa nulla,oh no.Ti abbraccio grande amicone e sempre il mio caro furbacchione.PS e non credere che non mi sia accorto che hai messo nome e cognome,bravo ottima decisione.
Anch'io "speriamo che me la cavo". La mia è una provocazione, ma a pensar male qualche volta ci si azzecca. Riguardo alla cura va bene anche un effetto placebo. La suggestione sembra funzioni altrettanto bene, almeno fin quando il paziente non è morto.
Ciao
Gilberto
Lo scritto è un'analisi concreta dell'attuale situazione politico-economica: la definirei il preludio di una precognizione difficile da impugnare.
Ciao, Pino
Interessante molto Gilberto il tuo articolo, come tutti gli altri da te scritti, lo condivido in toto. Solo ho dei dubbi sulla sua durata che tu limiti a 90 giorni.
Magari così poco!
Temo che continuerà ancora la farsa di governi marionette.
Dietro ci sono gli interessi aberranti di una casta economica che ci vuole affamati e che ci priva di autonomia di pensiero spingendoci nel baratro della stupidità.
(Chi vuole le nostre riserve auree, visto che le sue le ha svuotate per venderne una sostanziosa parte ai paesi emergenti?)
Le elezioni europee ci daranno la temperatura del disagio politico-economico nel quale ci dibattiamo.
L'ex (?) comunista (?) re Giorgio (?) dovrà dare le dimissioni e vedremo cosa accadrà.
Lo scacchiere europeo farà i conti con l'Est, con l'Ucraina e con le riserve di grano e di gas della Russia.
Le Banche faranno tutti i loro giochi sulle nostre teste e potrebbe anche accadere che questo governo farsa possa varcare la soglia del 2015, nutrendoci di vuote speranze con l'aiuto massiccio dei mass media!
Perché è chiaro che qualcuno ha messo lì in quattro e quattr'otto quello che sembra un boy scout
da muovere con i fili, per farci godere lo spettacolo di un popolo che ha perduto la bussola.
Un saluto caro.
Sì Vanna
D'accordo su tutto quanto dici. In fondo la mia è una provocazione per risvegliare le coscienze. Chi vivrà vedrà... Comunque una vocina mi dice che forse forse... dura minga, dura no...
Ciao
Gilberto
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