sabato 13 ottobre 2018

Massimo Bossetti... come ti faccio credere di aver condannato un assassino

Di Massimo Prati e Gilberto Migliorini


Molto probabilmente non ci sarebbero stati nessun arresto e nessun processo se Massimo Bossetti fosse vissuto fuori dai confini italici. Purtroppo per lui è un cittadino italiano che vive in Italia... e in Italia da quando esistono i processi indiziari, la cultura giudiziaria invece che progredire è regredita tornando all'epoca di Alessandro Manzoni quando nel Incipit della “Storia della Colonna Infame” scriveva:
“Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati d'aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d'aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de' supplizi, la demolizion della casa d'uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s'innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un'iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell'attentato e della pena. E in ciò non s'ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile.” 

Da ieri sera Massimo Bossetti per la giustizia italiana è colpevole. Non ci strapperemo le vesti. Sappiamo aspettare, siamo fiduciosi che la verità verrà a galla, magari fra troppi anni come capitato ad altri condannati innocenti.

Ciò che è accaduto è oramai la "normalità giudiziaria". Per un perverso meccanismo psicologico si è finiti per credere a qualcosa diventato talmente di dominio pubblico, così lapalissiano e corroborato mediaticamente, da non aver altra necessità di conferma se non quella della voce che corre. La voce si presenta come la spiegazione ideale degli indizi che essa stessa ha immaginato. La voce è un dato ‘oggettivo’: i membri di un gruppo, sia mediatico che popolare che investigativo che peritale che istituzionale che giudiziario, ‘parlano e riparlano’ dando origine a un racconto, a un’ipotesi accusatoria che facilmente può essere convalidata da indizi double face che si adatterebbero a chiunque venisse arrestato. Perché, in un altro eventuale "caso Yara", migliaia di persone potrebbero adattarsi a una qualsiasi ricostruzione accusatoria... ah già, ma nel caso in questione c'è il famoso mezzo dna di ignoto uno che accusa!

Il fatto a dir poco sorprendente è che si asserisca giudiziariamente che Massimo Bossetti è figlio di Giuseppe Guerinoni senza che sia mai stato fatto un confronto diretto fra i due Dna originali padre e figlio, che nello stesso tempo si dichiari che Massimo Bossetti non è figlio di Giovanni Bossetti senza che esista agli atti il documento di analisi del Dna che lo proverebbe. Si è andati per induzione con un ragionamento del tipo: un mezzo dna ci dice che ignoto uno è figlio di Guerinoni, quel mezzo dna ha una parte maggioritaria compatibile con quello di Massimo Bossetti e, pertanto, Massimo Bossetti è figlio di Guerinoni... quindi è ignoto uno, ergo è l'assassino. Motivo per cui non c'è motivo per fare un'analisi diretta che dimostri questa ormai assunta verità.

Questo ragionamento induttivo lo si è fatto senza considerare che prima di rovinare una famiglia e far marcire in galera un uomo incensurato, visti i migliaia di casi in cui l'errore ha mandato a morire in carcere persone innocenti, sarebbe d'uopo fare anche quelle verifiche che pur sembrando inutili servono da prova del nove per la verità.. 

Parlare di anomalie è riduttivo. Prendiamo quanto pare accertato mediaticamente e analizziamolo in maniera seria senza trascendere nei soliti pettegolezzi. La dottoressa Gino dice a processo che c'è stata una analisi fatta dalla famiglia a Torino e che Massimo è figlio di un altro padre, non sa però se Guerinoni o chi altri visto che il confronto diretto fra dna originali non c'è stato. Ammettiamo pure che il documento in quel di Torino esista e che dica in sintesi che Massimo non è figlio di Giovanni. Va tutto bene così? No. Primo, non sappiamo chi ha firmato il documento e, secondo, sappiamo che l'analisi non è stata ripetuta in un altro laboratorio... eppure non è certo la prima volta che un test successivo ribalti gli esiti di un test precedente. Un errore è sempre possibile. I test si rifanno anche per gli atleti che non ammettono di essersi dopati... perché non ripeterli per chi rischia l'ergastolo?

I documenti nella pratica scientifica vengono pubblicati proprio perché possano essere ricontrollati da altri (riproducibilità e ripetizione). Peraltro, in questo caso non sappiamo neppure con quali modalità e su quali reperti è stato effettuato il test e non si conoscono i risultati analitici (la dettagliata relazione tecnica comprensiva di cromatogrammi e analisi statistica dei risultati, e i "dati grezzi" provenienti dalle apparecchiature di analisi, utili per le verifiche). 

Un nuovo test di verifica in un nuovo laboratorio sarebbe stato obbligatorio e lo doveva ordinare il giudice a processo per essere certo di non incorrere, per superficialità, in un errore grossolano ma enorme. Eppure nemmeno la cassazione ha deciso di effettuarlo. Tutti certi, per induzione, sia che l'assassino di Yara sia il proprietario del dna monco rimasto miracolosamente intatto su un lembo degli slip dopo tre mesi di neve pioggia e sole, senza considerare i liquidi organici che spazzano via qualunque cosa e gli animali attirati dal cadavere, sia che ignoto uno si chiami Massimo Bossetti nonostante non ci sia mai stata una comparazione diretta.

L'imputato può chiedere al giudice che deve tutelare anche il suo diritto alla difesa che le sue ragioni vengano ascoltate, che si faccia una perizia in più per stabilire se mente o dice il vero. E quel giudice ha l'obbligo giuridico di accogliere tale richiesta... se è un giudice che applica la legge usando il buonsenso del padre di famiglia. Se poi oltre che al buonsenso è dotato anche di un buon spirito critico, a maggior ragione quel giudice deve accordare la perizia perché non può fare a meno di chiedersi il motivo per cui l'accusa si opponga a tale richiesta. Se le induzioni della procura sono giuste cosa può temere un procuratore da una analisi che non farebbe altro che confermare la sua tesi accusatoria?

Forse può temere di aver sbagliato qualcosa e non può uscire dal seminato perché la condanna dell'imputato sarebbe a rischio? Forse sa qualcosa che né noi né i giudici sappiamo?

Cosa sarebbe accaduto se una nuova perizia avesse dimostrato un grossolano errore di laboratorio? Se avesse dimostrato che il dna di Massimo Bossetti nulla c'entrava con l'omicidio?

Un tale scenario, ora più che mai puramente ipotetico, avrebbe aperto, proprio come nel testo manzoniano “La storia della colonna infame”, molti interrogativi su come venga amministrata la giustizia italiana. Mettiamo per ipotesi che la cassazione abbia accordato la perizia sul dna. Mettiamo per ipotesi che si sia fatta oggi e che smentisca la procura... cosa accadrebbe?

Accadrebbe che sul banco degli imputati non ci sarebbe più Massimo Bossetti ma tutto un sistema che pervicacemente si è rifiutato per anni di ricontrollare gli esiti delle sue conclusioni e l’affidabilità di sentenze di condanna dove di ragionevoli dubbi ce n’erano a bizzeffe, come evidenziato dalla difesa del muratore, a cominciare da un Dna (low copy number) che sopravvive intatto per mesi di ottima qualità in un campo su un corpo a contatto con la terra, insetti e animali di tutti i tipi (nella letteratura biologica non esiste nessun caso simile). E questo, si direbbe ora in ogni media, non è solo un unicum ma è un evento impossibile. 

Una eventuale dimostrazione che Massimo Bossetti non ha nulla a che fare con Guerinoni ma è proprio figlio del padre legale sarebbe un colpo durissimo per il sistema giustizia del nostro Paese, ben più destabilizzante del caso Tortora e di Unabomber, e dimostrerebbe come l’esistenza di più gradi di giudizio non metta al riparo da sentenze fotocopia dove - rispetto al garantismo per l’imputato con una rigorosa verifica del già sentenziato - prevale (salvo lodevoli eccezioni) la fiducia incondizionata nei giudici dei precedenti gradi di giudizio... specialmente se questi sono capaci di scrivere bene le motivazioni (e se non ne sono capaci di certo le fanno scrivere a chi ne è capace).

Insomma, da decenni vediamo un sistema giudiziario che non garantisce più l'equo processo all'imputato, vediamo un sistema giudiziario che non guarda più con occhio critico sia quanto porta la Difesa che quanto porta chi accusa, vediamo un sistema giudiziario che preferisce appiattirsi alle tesi accusatorie e puntare tutto sulla affidabilità di chi ha già deciso in precedenza. 

Come detto, invece di evolversi la giustizia italiana è regredita. E' del tutto evidente che il caso Bossetti riveste un’importanza che travalica il cold case, che sono implicate considerazioni più generali sul funzionamento della giustizia dovuta ad automatismi che vengono da lontano e che autori come Verri e Manzoni hanno saputo rappresentare sul piano civile e con intenti epistemologici di rilievo. In particolare l’opera manzoniana conserva intatta tutta la sua attualità nonostante sia stata pubblicata nel lontano 1840 e si riferisca alle vicende legate alla peste del 1630.

Il caso Bossetti, per tutto quello che è stato rilevato da più parti, dimostra che la forma mentis del sistema giustizia del Bel Paese non è poi cambiata di molto rispetto a quanto il Manzoni ha denunciato nella sua opera. Quella lentezza della storia della quale ha parlato uno storico del calibro di Jacques Le Goff è dimostrata dai meccanismi psico-sociali che si possono riassumere in quell'immagine tratta dalla psicologia sociale definita effetto Pigmalione o profezia che si autoadempie

Paradossalmente i rilievi epistemologici più pregnanti sono stati fatti non a livello filosofico ma letterario. Un autore come il Manzoni ha saputo come nessun altro mettere in risalto quali sono gli automatismi che agiscono surrettiziamente. Le voci che corrono sono in grado di influenzare non solo il vasto pubblico ma a tutti i livelli anche chi dovrebbe essere immune dal pregiudizio e dall'influenza della suggestione che agisce sotterraneamente in tutti i contesti. 

Nemmeno la cultura mette al riparo da certi meccanismi di influenza sociale. Proprio come nella pubblicità-propaganda quando un fattoide entra a far par parte delle credenze collettive subentrano poi meccanismi di conferma acritici, la suggestione è talmente coinvolgente che si dà per scontata una cosa anche se non ne esiste prova... o meglio, la prova diviene proprio quella voce che corre, ormai considerata così evidente e così cogente da non aver più bisogno di ulteriori verifiche. 

Il caso degli untori oggi potrebbe far sorridere, salvo poi l’evidenza che, non nel 1600 ma ai giorni nostri, alcuni bambini non vaccinati sono stati lasciati soli in un’aula perché considerati pericolosi... e da questo si capisce che la paura degli untori è attuale. 

La realtà è che il concetto di untore è commisurato a un contesto storico e geografico, a una modalità di esclusione e di condanna aggiornato a nuove realtà socio-economiche e ideologiche. La cecità dell’effetto Pigmalione riguarda quella influenza collettiva per la quale si confonde la suggestione con il risultato di prove tangibili. Il sistema dell’informazione dà fiato e sostanza alle minime voci che poi amplificate divengono colpi di cannone!

Da un lato c'è il giudice istruttore che crede di sapere tutto del crimine e deve mantenere il segreto istruttorio, dall'altro ci sono i giornalisti che dicono tutto anche quando non sanno niente. Quando non dicono ciò che gli chiedono di dire. Queste due rappresentazioni fanno sì che si assista a una strana compenetrazione dove le voci che corrono si influenzano su vari piani in un crescendo che si rinforza e compenetra proprio come nell'opera rossiniana. 

Nel caso Bossetti esiste un’unica prova chiamata regina. Pochi nanogrammi di materiale genetico. Se li togliamo dal processo non rimane più nulla... o meglio rimane l’effetto Pigmalione. Vediamo nel dettaglio che cosa si intende per "effetto pigmalione" e come il caso Bossetti diverrebbe se si dimostrasse che lui è proprio figlio di Giovanni. Il cold case diverrebbe una telenovela partorita da una fervida immaginazione. 

L'effetto Pigmalione, o effetto Rosenthal, deriva dagli studi classici sulla “profezia che si autoadempie”: in pratica l’opinione che ci siamo fatti su qualcuno influenza il nostro giudizio, quante volte vi è capitato, anche se non esiste nulla a riprova della veridicità della nostra opinione. Questo vale in tutti i rapporti in cui è implicata una qualche forma di valutazione influenzata da una premessa pregiudiziale. 

Nel mito, Pigmalione è il re di Cipro che si innamora della statua di Afrodite al punto di crederla vera e immaginare di potersi congiungere ad essa. In Ovidio, Pigmalione è uno scultore che si innamora della sua statua e implora Afrodite di trasformarla in una donna in carne ed ossa. 

In sostanza le nostre credenze di partenza influenzano i nostri giudizi. Quante volte avete pensato di essere di fronte a uno/a stronzo/a o, viceversa, a una persona affascinante dall'animo gentile? Quante volte avete scoperto che vi sbagliavate? Tutti sappiamo che sono tantissime, visti i divorzi e i femminicidi.

Rosenthal aveva prodotto un test di intelligenza con alcuni alunni (definiti come molto intelligenti) coi risultati volutamente fittizi e lo aveva fornito agli insegnanti. Quando tornò in quella scuola constatò, come aveva previsto, che proprio quegli alunni che erano stati definiti come molto intelligenti mediante un test fasullo erano diventati i migliori della classe. Gli insegnanti erano stati influenzati da quel giudizio preliminare e avevano trattato di conseguenza quegli alunni, con un occhio di riguardo e forse anche con valutazioni errate. In questi casi accade che la suggestione elimina tutto quello che non conferma (nel nostro caso il brillante test di intelligenza) e dà conferma a tutto quello che in qualche modo potrebbe fare da supporto, convalidando emotivamente il dato iniziale, l’input di partenza fasullo.

D’altro canto il pregiudizio, positivo o negativo, non si qualifica mai come tale. Grazie all'inferenza deduttiva, assume l’aspetto esteriore della razionalità anche quando sono la suggestione e l’emozione che costituiscono l’ossatura di un giudizio. 

Il caso Bossetti è il prodotto di una gigantesca profezia che si autoadempie, a partire dal suo arresto in pompa magna per arrivare alla prova di paternità che negli atti non esiste ma è riuscita ad orientare tutta l'indagine e tutte le sentenze.

Solo le verifiche potrebbero dimostrare che il caso Bossetti non sia solo la classica profezia che si autoadempie o effetto Pigmalione. Ma le verifiche chi opera per la giustizia italiana non le ha volute fare.

Per cui, al momento e nonostante la condanna definitiva, l'assassino di Yara non si sa davvero chi sia e la trama basata sul dna scritta dall'accusa e accettata dai giudici, a tutti gli effetti è, e rimarrà fin quando non sarà corroborata da una nuova perizia a conferma, uno sceneggiato di fantasia da quattro soldi che può attecchire solo in chi è stato suggestionato dai media e portato a credere che chi accusa e condanna Bossetti è intelligente a prescindere... come gli alunni di Rosenthal agli occhi degli insegnanti dopo il test fasullo.


2.709 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   2401 – 2600 di 2709   Nuovi›   Più recenti»
Bruno ha detto...


E' vecchio del 2015 ma sempre attuale.

https://www.youtube.com/watch?v=rtHM4O0JND8&list=PL7wTGkw1gEjq6uepQJZJDlKU7u_Bov8w2&index=2&t=102s

Bruno ha detto...

Hanno rubato i dati di 898 inchieste avviate in tutta Italia. Intercettazioni, informazioni riservate sugli indagati, dati sensibili sulle persone che finivano sotto indagine. Per questo sono stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta sui software spia l’amministratore delegato della E-Surv Diego Fasano e il direttore tecnico Salvatore Ansani. E-Surv è l’azienda calabrese che eseguiva intercettazioni per conto di numerose procure italiane utilizzando la piattaforma Exodus, ma che avrebbe acquisito una importante mole di dati senza autorizzazione dell’autorità giudiziaria.

Bruno ha detto...

Ma dove cavolo andiamo a finire, incredibile..... : "Ventiquattro ore dopo la notizia dell’indagine ai suoi danni ecco la perquisizione. E l’inchiesta su Luca Palamara si è allargata fino al Consiglio superiore della magistratura. La Guardia di Finanza si è presentata a casa dell’ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, attualmente in servizio alla procura di Roma come sostituto. La perquisizione rientra nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla procura di Perugia nei confronti di Palamara, indagato per corruzione. Nella stessa indagine è coinvolto Luigi Spina, consigliere togato del Csm di Unicost, la stessa corrente di Palamara. “Ho appreso dai giornali la notizia. Sono molto amareggiato di averlo dovuto apprendere prima dalla stampa che dall’autorità giudiziaria, da cui ho poi avuto riscontro. Sono a disposizione per ogni chiarimento”, dice Spina indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento".

Wolf ha detto...

Ma questa Giulia Serafinelli stà bene con la testa?

https://www.lettoquotidiano.it/yara-gambirasio-massimo-bossetti-delitto/16515/

Bruno ha detto...

@Wolf, ho visto quanto scrive questa Giulia anche su altri casi, un classico copia incolla. Sempre le solite frasi estrapolate chissà da dove. Dovrebbe documentarsi meglio.

Bruno ha detto...

Tratto dal sito : Io sto con Bossetti. Il caso del Prof. Magno.- - "Da esse cosa si evinse? Che la madre ha gruppo sanguigno B e la figlia AB. Il professor Magno ha gruppo sanguigno B. Qualsiasi manuale di genetica stabilisce che da due B possono nascere figli soltanto di gruppo B o O. “È invece impossibile”, come ha scritto un noto ematologo su questa vicenda, “che da due genitori di gruppo B possa nascere un figlio di gruppo AB, poiché nessuno dei due genitori può trasmettere il gene A. Da una madre di gruppo B può nascere un figlio di gruppo AB solo se il padre è di gruppo A o di gruppo AB”. Quindi quel professore, di gruppo B, non può essere il padre biologico di quella ragazza che ha gruppo AB.

Eppure ben due serissime perizie sul DNA eseguite da due differenti CTU nominate dal Giudice Istruttore, basandosi sulla comparazione genetica tra padre e figlia avevano attribuire con assoluta certezza e rigore scientifico al prof. Magno la paternità della ragazza!

Com’è possibile?

Questa vicenda, come si è detto, ha dimostrato le falle insospettabili alla gente non del DNA stesso ma di chi lo analizza o meglio “interpreta”. Falle che non riguarda solo gli errori di laboratorio, che comunemente esistono, ma un qualcosa che non si ha il coraggio di dire, perché colpirebbe troppi interessi (anche politici o economici), ossia che non è poi così difficile alterare o “male interpretare” un risultato del DNA."

Bruno ha detto...

Tratto da Libero Quotidiano del 03 luglio 2019---"Massimo Bossetti? Un povero disgraziato. Mi fa pena. Vorrei guardarlo negli occhi e parlargli. Un giorno la verità salterà fuori. Temo che sia diversa da quella che ci hanno raccontato". Sono queste le parole di Laura Poli, 80 anni, vedova di Giuseppe Guerinoni, padre naturale di Bossetti, l’uomo il cui Dna, dopo un’inchiesta durata quattro anni, ha consentito alla giustizia di identificare e condannare l’assassino di Yara Gambirasio. Un caso infinito e che ha fatto molto discutere: in molti, infatti, si schierano con Bossetti, sul fronte innocentista.

"Siamo stati utilizzati perché qualcuno potesse coprirsi di gloria e di riconoscimenti. E qualcuno non ha fatto onore alla sua professione". Insomma, anche Laura Poli sembra essere innocentista. Tanto che aggiunge: "Mio marito lo conoscevo troppo bene. Non ha lasciato figli in giro. Mi sarei accorta se mi avesse nascosto qualcosa". Ad intervistarla per la prima volta il settimanale Oggi in edicola questa settimana. Nel numero in edicola da giovedì 4 luglio, anche il racconto di come la signora aiutò gli inquirenti a prelevare il Dna del marito, scomparso molti anni prima.

magica ha detto...

che desolazione!vedere comw funziona la legge . ma non si rendono conto?il male che fanno al popolo . bisognrebbe denunciare loro per danni morali .danni esistenziali per chi vuole la legalita' . vedendo quello che succede in giro viene la depressione!

Vanna ha detto...

...intanto la Legge si è dovuta decidere: mandare al fresco il Logli.
Ora bisognerà monitorare lo stato emotivo dei figli e seguirli da vicino, visto come credono nell'innocenza del padre e non ricordano più la madre, la cosa non mi piace punto!
La Calzolara poi dovrebbe risuolare la sua vita e non le rimane che espatriare con scarpe risolate... prima guardarsi allo specchio... e chiedersi: ma questo sarebbe amore? Mi prendo il marito di un'altra per 9 anni, poi mi prendo pure i suoi figli, la mia casa è nascosta da siepi alte come case...chi amo io? Ho contribuito a distruggere una famiglia oppure IO sono proprio brava?
...dove dovrei nascondermi adesso? Non posso neanche chiederlo più a lui che pure è proprio bravo a nascondere e ad alterare la realtà da professionista della manipolazione. Che coppia adorabile!

Chiara ha detto...

Anvedi il garantismo di Vanna! :D .. povero Logli, ci voleva il suo DNA sulla vittima per farle scattare la difesa a oltranza...con meno di una prova ti condanna direttamente alla decapitazione :D LOL

Gilberto ha detto...

Cara Chiara
Su Logli sono d'accordo con te. Però c'è una cosa che davvero non hai capito del Dna, eppure te l'hanno spiegato ad oltranza, in mille modi. Dopo due settimane di permanenza all'aperto il Dna non c'è più, non è leggibile. Pertanto è impossibile che sulla vittima abbiano trovato il Dna di Bossetti. Possono invece aver trovato il Dna di chi ha trasportato lì il cadavere, se il trasporto è avvenuto poco prima del ritrovamento.

Vanna ha detto...

Chiara di quello che hai scritto ho capito solo "LOL".

Ma guarda un po'come è facile condannare con un dna dimezzato e messo lì e invece è ugualmente facile condannare senza un corpo e pure senza dna!
Singolare questa cosa!
E c'è una differenza di comportamento tra i giudici:
- nel caso Logli, lo hanno lasciato libero di godersi la pace familiare mentre aspettavano chissà che, forse aspettavano le immagini in TV della fanciullina e dei figli come prova di armonia familiare ritrovata dopo tanto patire di amnesie dietro una mancanza di madre che nessuno ha sentito.
E proprio quella è stata la prova di colpevolezza di questa coppia che ha saputo costruire barriere familiari di gelo, prive di valori.
In questo caso i giudici sono stati molto coraggiosi e hanno condannato!
- nel caso Bossetti la condanna non è frutto di coraggio ma di comodità a caricare quella specie di dna per mettere a morte la "famiglia" nell'ignominia.

Sempre libero convincimento è: il primo usato con criterio, il secondo usato per comodo.

Che vadano a chiedere a Mattarella o all'Europa, la faccia per farlo ce l'hanno e si è visto che faccia di bronzo e che capolavoro educativo hanno tirato su.

magica ha detto...

i figli di LOLGLI . credono che la loro madre sia viva , nascosta da qualche parte . per questo parlano di lei tranquillamente : senza la commozione per la sua perdita .
si potrebbe credere anche a LOGLI innocente ? ma è talmente ispiegabile la sparizione di quella mamma , che l'unica ragione credibile sia che LOGLI sia il colpevole .
d'altronde non si capisce come una madre con figli di quell'eta' possa andarsene . forse aveva molta fiducia nell'amante del marito , la quale si sarebbe occupata dei suoi figli? cosi'sapendo della tresca fra i due, sia andata via , condannado i due a quello che è successo poi.. marito in prigione, e la sua amante nella gogna mediatica .. questa potrebbe essere una spiegazione tragica ma, inverosimile .. mentre la prima ipotesi è piu' credibile . il padre colpevole di omicidio --

Gilberto ha detto...

Quando ci sono di mezzo passioni e sentimenti la logica può essere completamente ribaltata. Tutto diviene possibile. L'unico dato certo è che non c'è il cadavere. Per condannare occorrono prove, e di prove di colpevolezza io non ne vedo. Se il diritto vale ancora qualcosa una condanna non si formula sulla base né di ipotesi e né di quelli che per qualcuno sono indizi, ma che potrebbero essere soltanto illazioni senza sostanza.

MAGICA ha detto...

Gilberto ha detto......Quando ci sono di mezzo passioni e sentimenti la logica può essere completamente ribaltata. Tutto diviene possibile.
i sentimenti e le passioni potrebbero essere riconducibili alla madre?. la quale se l'è svignata di notte con un amante . infatti tutto è possibile se ci sono questi presupposti . se fosse vera questa ipotesi . i due amanti l'hanno pagata cara .
. oppure si tratta di un delitto perfetto , ma mi pare che i delitti perfetti ce ne siano molto pochi .. alla fine succede qualcosa di imprevisto . per me invece sono le condanne fatte secondo la logica . anche se il mio parere non conta .. io non avrei condannato LOGLI ... NONOSTANTE creda nella colpevolezza .

Gilberto ha detto...

Sì Magica, sono d'accordo. La tua conclusione dimostra che il diritto dovrebbe concludere sulla base delle evidenze, al di là delle convinzioni e delle intuizioni personali che sono sempre soggettive e basate su dei pregiudizi. Posso credere che x sia colpevole, ma per condannarlo occorrono dei dati di fatto incontrovertibili. Le sentenze, sia nel caso della colpevolezza e sia nel caso dell'innocenza, dovrebbero essere fondate su elementi probatori mediante una interpretazione basata sulla scansione tecnico-analitica dei fatti. Al contrario ci si trova talvolta di fronte a interpretazioni libere e arbitrarie che prescindono dai fatti forzandone il significato. Se le sentenze divengono procedimenti 'creativi', formule di 'convenienza' e opportunità di 'giustizia sommaria' non ci troviamo più in uno stato di diritto.

Chiara ha detto...

La variabile nel caso Logli è una in realtà: Gozi. Se gli si crede, su Logli grava un alibi falso; e un alibi falso (non semplicemente mancante o non riscontrato) è da sempre un grave indizio e si capisce perché.

Vanna ha detto...

La leggenda che per condannare ci sia bisogno del corpo;
la leggenda che per condannare ci sia bisogno di un dna strano, appiccicato, ritrovato sotto le intemperie...
...ci racconta che di sicuro:
ciò che conta è il convincimento del giudice.
Un giudice ha ascoltato il Gozi, ma ha tenuto conto anche di altri fattori,tanti, che tutti insieme costituiscono prove indirette di colpevolezza che sono macigni.
(Nel ricostruire la Storia, le prove indirette sono fondamentali).
Sono prove anche:
*distruzione del cellulare,
*pronto soccorso della caduta dalla scala spinta da lui,
*l'amante pronta all'uso per 9 anni,
*l'amante in casa senza pudore e rispetto, mica della famiglia, ma del buon senso di tutti.
*Passeggiate mattutine al cimitero e all'inceneritore.
*Far testimoniare persone che lui conosceva degli incontri francesi della moglie.
In ultimo, ma dovrebbe essere messo in primis:
*far passare la moglie per una che se n'è andata con l'amante quando tutto il paese ha testimoniato, l'amore, la cura, la fedeltà di Roberta.
* E' un "capolavoro" di pura perfidia che può portare gravi problemi ai figli quando dovranno farsi la loro vita sentimentale e questo la dice lunga sull'individuo che avrebbe dovuto salvaguardare la memoria della moglie e della madre.
*Il suo volto,i suoi occhi, il suo parlare sono studiati: un automa.

Gilberto ha detto...

Facendo ad esempio riferimento al caso Bossetti, giusto per esemplificare, a carico del muratore di Mapello non c'è niente di niente, salvo una microscopica traccia ematica. Ma proprio una scansione tecnico-analitica del 'fatto' dimostra in modo inequivocabile che è impossibile che la lettura del Dna sia stata ancora possibile dopo tre mesi che il corpo si trovava in quel campo esposto ad ogni sorta di intemperie (lo dicono gli investigatori che era sempre stato lì). Ma anche supponendo che il corpo sia stato trasportato in quel campo nell'immediatezza del ritrovamento (fatto piuttosto plausibile dal momento che anche da perlustrazioni di vario tipo non ne era mai stata rilevata la presenza), pare ovvio che il suo trasporto non può certo essere avvenuto reggendolo su un lembo delle mutandine, ma piuttosto prendendo il cadavere dagli arti. Comunque la si guardi la condanna non sta proprio in piedi.

Bruno ha detto...

Si Gilberto proprio così.

magica ha detto...

Comunque la si guardi la condanna non sta proprio in piedi.
si barcolla in modo esagerato ...danneggiando una famiglia intera , pagheranno il loro errore giudiziario .. come sarebbe giusto che succeda?

Chiara ha detto...

E di Binda, a processo d'appello in questi giorni per l'omicidio di Lidia Macchi, che pensate?

Gilberto ha detto...

Quel caso non l'ho seguito, sarei comunque curioso di conoscere il punto di vista di Chiara.

Bruno ha detto...


La storia di Eli, figlio di un donatore: «Ho scoperto
di avere 32 fratelli»
Sul numero di 7 in edicola

di Viviana Mazza
Il ventenne ha incontrato i ragazzi con cui condivide il padre

antrag ha detto...

Ambienti corrotti spesso dal vertice, politica da strapazzo a una direzione.
Il piano professionale ne risente…

Bruno ha detto...

Se non si trova il vero colpevole per Bossetti non ci sarà niente da fare.

magica ha detto...

mi sovviene che uccidere tagliando la gola sia una pratica che che non si riscontra nella cultura . occidentale . sopratutto nella cultura italiana . si evince. dalle cronache degli omicidi della nostra etnia .
è successo anche in un altro omicidio con lo sgozzamento di una donna : senza motivazione . per me sono omicidi fatti: a come capita .
anche perchè mi sa che sia piuttosto improbabile che un marito sgozzi la moglie all'improvviso , e gli rubi anche la collana .

Bruno ha detto...

Dal Corriere della Sera: Usa, innocente dopo 22 anni di carcere: la madre della vittima trova da sola il vero assassino

di Giuseppe Gaetano
Il ragazzo, psicologicamente manipolato dai poliziotti, è passato da teste a incriminato: un giallo risolto solo dal “fiuto” da detective della donna.

Gilberto ha detto...

A proposito di colpevoli e innocenti, di verità e menzogna. In questi giorni si sta celebrando la ricorrenza dell'inganno del secolo. L'uomo sulla luna. Si sa benissimo che nessun essere umano è mai andato oltre l'orbita bassa superando le fasce di van Allen e che cinquant'anni fa non esistevano le conoscenze e le tecnologie per portare l'uomo sulla luna. Si era trattato solo di un film costruito su un set cinematografico. Neppure oggi esiste ancora la possibilità di portare un essere umano sul nostro satellite naturale. Rimandano di lustro in lustro. Si parlava del 2012, poi del 2018 e adesso del 2024. Più realisticamente i cinesi parlano del 2030. Non è facile riuscire ad ammettere che siamo stati ingannati. Per chi è interessato si veda tra i moltissimi contributi l’intervista TERRESTRI SULLA LUNA a Massimo Mazzucco è sicuramente emblematica per la competenza e l’approfondimento che esprime. Per questo rimando a https://www.youtube.com/watch?v=F1xmyWw93ls perché sintetizza tutti gli aspetti tecnico-scientifici riguardo ai molteplici e sistematici ‘difetti scenografici’ e ‘lacune di ripresa’, al colossale imbroglio del secolo.

Wolf ha detto...

@Gilberto,

Mazzucco come aveva promesso ha messo gratuitamente a disposizione del pubblico il suo enorme lavoro.
Oltre tre ore di documentario che si puo vedere qui:
https://youtu.be/IOVK1gAvo8A

Ma ti dico una cosa:
C'è un motivo perchè al mondo intero hanno mostrato una falsa diretta della missione Apollo, girata su un set cinematografico.
Lo sintetizzo ridotto ai minimi termini, ma volendo andare a fondo si scoprirà che:

Sulla luna ci sono andati.
Guarda questo video e trai le conclusioni:
https://youtu.be/m1-w1PqVO5M

In seguito capirai che se solo ora si parla della pericolosità delle fasce di Van Allen è una scusa per non ritornarci o perlomeno rimandare.
Le fasce di Van Allen sono letali se si superano passandoci in mezzo, ma si possono aggirare.

Buona visione :-)

Gilberto ha detto...

No, Wolf, a parte il fatto che le fasce di Van Allen sono solo una parte di tutta la farsa. Quello che dice il video è stato ampiamente contestato. Ti invito invece aa andare su questo

https://comedonchisciotte.org/gli-sbarchi-sulla-luna-una-gigantesca-truffa-per-lumanita/

Che si sia trattato di una truffa ci sono pochi dubbi. almeno per chi non si fa prendere per i fondelli. Tornerò sull'argomento.
Ciao
Gilberto

P.S.
Si rimanda lo sbarco perché i molteplici problemi tecnici (compreso il plasma all'interno della magnetosfera, le fasce) tutt'ora non sono ancora stati risolti, figuriamoci nel 1969-72, un'impresa assolutamente impossibile con le tecnologie di allora (e ancora oggi molto problematica). Ovviamente non si sta parlando di sonde automatiche. Forse non lo sai ma la Nasa ha perfino proibito a qualunque impresa privata voglia verificare che ci si avvicini al luogo dell'allunaggio a meno di due chilometri (per salvaguardare il 'luogo di culto' dicono), salvo poi smarrire o cancellare i nastri originali della diretta dove c'erano tutti i dati di telemetria. Wolf senza offesa, ti invito a documentarti, sul web c'è una mole impressionante di materiale. Ci sono anche i disinformatori, quelli veri, che cercano di metterci una pezza sopra per salvare la versione ufficiale.

magica ha detto...

allora sono cmplici anche i russi ..
con la loro voglia di supremazia ??. non credo . comunque io credo all'allunaggio ..

Gilberto ha detto...

Per chi è interessato

https://www.luogocomune.net/LC/32-le-grandi-cospirazioni/5278-american-moon-versione-integrale-ita

Gilberto ha detto...

Vedi Magica
All’epoca i russi non erano in grado di esercitare un controllo sulla missione Apollo, potevano tutt’al più sospettare l’inganno, forse perfino possedere qualche prova indiretta. Se avessero reso palese i loro sospetti che si fosse trattato solo di una costruzione in uno studio televisivo cosa avrebbero ottenuto? Avrebbero ottenuto l’ironia del mondo intero che aveva visto l’allunaggio. Ecco avrebbero detto tutti, “non sanno perdere….” L’inganno era stato ben costruito e avrebbe richiesto sforzi considerevoli per poter essere smascherato e soprattutto un sistema alternativo all’informazione dei canali televisivi controllati dall’establishment, come invece internet. Inoltre i russi ebbero una contropartita con Nixon con una collaborazione al programma spaziale. Non è facile accettare di essere stati presi per i fondelli…

Biologo ha detto...

Binda assolto.

Proprio su questo blog il 16 maggio 2017 avevo fatto notare:

Nel caso di Binda se ci viene raccontato che il perito dice che la lettera "M" e la lettera "A" sono a lui attribuibili, più che far notare che il perito è lo stesso di altre attribuzioni assai controverse in famosi processi degli anni '90, cosa si può dire? Per me quei caratteri non sono scritti dalla sua mano [...]

Avevo inserito questo passaggio in un discorso un po' più complesso sul fatto che il caso Bossetti presenta elementi per controbattere alle accuse che sono piuttosto concreti. Mentre il processo contro Binda è, addirittura, completamente basato su assurdità già prive di riscontri concreti in partenza, tipo l'analisi del contenuto di una poesia o il fatto che a 30 anni di distanza non si riesce a dimostrare dove si trovava mentre avveniva il delitto.

Alla fine il caso Binda è un altro di quei processi, come quello di Bossetti, che dimostrano che, disponendo dei servizi del "giusto" perito, l'accusa può fare dell'imputato ciò che vuole quando il collegio giudicante non è all'altezza di rendersi conto di ciò che sta accadendo.

Comunque suggerirei agli innocentisti del caso Binda di non festeggiare troppo dato che può essere sufficiente qualche poeta mancato in Cassazione per rimettere in piedi tutta la farsa...

MAGICA ha detto...

21 luglio 2019 01:26:00 CEST..credo d'aver sbagliato a commentare sul caso BINDA . d'aptronde mi pare che non ne avevate mai parlato di questo caso .. credevo si trattasse del caso TIZZANI ..

Chiara ha detto...

Gilberto, hai chiesto cosa ne pensassi io del processo Binda...i giorni trascorsi mi favoriscono nel risparmiarmi di scrivere, rinviandoti direttamente alla lettura di articolo, che riassume tutto quanto penso e valuto di questo caso.
https://www.tempi.it/lidia-macchi-la-svolta-nel-processo-spiegata-bene-e-qualche-dubbio-su-perizie-e-periti/

Gilberto ha detto...

Grazie Chiara

antrag ha detto...

Brava Chiara
sei un'amicona!

magica ha detto...

X GILBERTO .
con i tuoi studi di quinta elementare .immagino che tu abbia molte conoscenze dei fatti italiani e non
ho avuto una discussione con una turista SVIZZERA .. mi dice che lo stato italiano paga milioni di euro per tenere in un caveau svizzero , la giacenza dell'oro delle fedi nuziali, che le spose italiane donarono alla patria per le spese del regime fascista .. puo' essere vera una baggianata del genere?se fosse vero perchè non lo portano in italia invece di pagare milioni di euro ?che dici.. io ho risposto che è una balla pazzesca ..

Gilberto ha detto...

What the hell do I know? You have to ask the good soul.

magica ha detto...

ho chiesto all'anima ..
ma dice . che neppure lei lo sa
ok faremo a meno : di saperlo ..

Wolf ha detto...

Che ci siano giacenze di oro donato dai cittadini allo stato, nei vari caveau non solo svizzeri, è molto possibile. Ma che lo stato continui a pagare vari milioni di euro per l'affitto dei caveau, mi sembra assurdo.

http://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article372

Chiara ha detto...

Io invece non lo trovo assurdo. Anzi lo trovo prudente, qualunque "buon padre di famiglia" non tiene tutte le risorse insieme..."guai un mal"...
Inoltre ciascuno fa il suo mestiere e la custodia valori e titoli, nonché le movimentazioni di cassa, sono il mestiere delle banche; certo che uno stato ha la capacità di fare la banca in proprio - e infatti in parte lo fa, ma dove conviene pagare per delegare, anziché mettere in proprio i costi, è normale che deleghi, una quota forte di delega a soggetti specializzati c'è (e ci sarà sempre più, in virtù del principio di specializzazione che conforma il nostro mondo produttivo) in ogni settore e funzione statuale.

Bruno ha detto...

Ho letto un articolo pubblicato ieri 10 agosto, su La gazzetta di Lucca scritto da una certa Anna Vagli, che mi ha lasciato sorpreso e basito sopratutto quando scrive utilizzando la parola "covo" secondo lei è dove vi abitano chi difende Bossetti.

Biologo ha detto...

@Bruno

L'avevo letto ma avevo evitato di riportarlo perché si tratta solo di un articolo scritto da una nota fan del dott.ssa Ruggeri che, nonostante abbia avuto mesi per studiare gli atti, alla fine non riporta alcuna osservazione ragionata ma soltanto la solita retorica e qualche incensamento, ad esempio:

[...] spesso perdendo di vista il fatto che Yara Gambirasio ha perso la vita a soli 13 anni [...]

oppure

[...] anni ed anni di indagini e di lavoro certosino di uno dei PM più competenti in Italia, Letizia Ruggeri, non potevano certo condurre ad un esito diverso.[...]

Bruno ha detto...

Si Biologo grazie, anche io ho avuto quella impressione. Oggi sul Corriere della sera, leggo un altra storia, quella di Elvo Zornitta: «Passati 15 anni, mi ha salvato l’amore di mia moglie»
Nel 2004 il pool interforze voluto dalla Procura di Venezia per dare la caccia al bombarolo — 30 uomini fra poliziotti e carabinieri — pensò di averlo acciuffato: lui, Elvo Zornitta di Azzano Decimo (Pordenone), allora 47 anni, professione ingegnere con un brillante passato all’industria di armamenti Oto Melara, una moglie, una figlia, la passione per i lavoretti elettrici e il bricolage. Ma la prova schiacciante che avrebbe dovuto incastrarlo, un paio di forbici, si rivelò falsa, fabbricata in laboratorio da un poliziotto in camice bianco, Ezio Zernar. E così gli inquirenti italiani conobbero la pagina più nera della loro storia: Zornitta scagionato, Zernar condannato e Unabomber per sempre libero. Eccolo l’ingegnere dieci anni dopo. Stessa casa, una villetta a schiera, stessa moglie, stessa cortesia.

Biologo ha detto...

@Bruno

Il giornalista del Corriere non dimostra una memoria particolarmente efficace se afferma che con Zornitta gli "inquirenti italiani conobbero la pagina più nera della loro storia"...

Ce ne sono di casi clamorosi. Il caso della famiglia Testoni, padre, madre e due figli, che furono arrestati perché un carabiniere decise di piantargli in casa delle prove per risolvere, addirittura, il caso della Uno Bianca.

Oltre al carcere, hanno poi dovuto attendere ben 16 anni per vedersi riconosciuto un risarcimento per quell'incubo (e in questi casi l'incubo va ben oltre il periodo di carcerazione): per lo Stato la vita di una famiglia, vita così pesantemente compromessa, fu valutata circa 24 mila euro...

Bruno ha detto...

@Biologo, leggo con piacere che sei documentato, potresti scrivere un libro su tutti questi casi particolari.

Wolf ha detto...

Mentre leggevo l'articolo segnalato da Bruno mi son detto: questa donna scrive come la Bruzzone.

Infatti non sbagliavo

https://pistafredda.it/project/anna-vagli-pista-fredda-roberta-bruzzone-2-2/

Criminologhe e dottoresse?.
Poveracce. :-(

Wolf ha detto...

E questa con il suo curriculum da dove salta fuori?

https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/lilia-fredella-bossetti-belluno-3064840/

Non sono sessista, ma vedo troppe donne................

Bruno ha detto...

Caspita, ma quante persone hanno contribuito ad arrestare il Bossetti.

Wolf ha detto...

Sono moltissime.
Tutte le persone che non si sono attivate per tempo a far sostituire la titolare di una inchiesta fallimentare con un Pm competente, si possono fregiare dell'onore di aver contribuito ad arrestare Bossetti.

magica ha detto...

che sciocche .pure ignoranti ....

Wolf ha detto...

Altro ignorante

https://www.italiastarmagazine.it/oltre-la-notizia/bossetti-e-ignoto1-ma-ancora-c-e-che-non-lo-crede-10590

Bruno ha detto...

Alcune righe scritte dalla giornalista Anna Vagli:.... "Atto I, il DNA. Di fronte al faro dell'indagine, alla prova diretta e all' inconfutabile firma del Bossetti sugli slip di Yara, la difesa, affiancata da una sfilza di ultras innocentisti (quasi come se si stesse assistendo ad una partita di calcio e non ad un processo) ha urlato allo scandalo, sostenendo la creazione in laboratorio di un DNA artificioso. Insomma, di un codice genetico sintetico malauguratamente appartenente al Sig. Bossetti. Non ad un pescatore siciliano o a un pastore sardo ma ad un muratore della bassa bergamasca.
Giusto per conoscenza, due pillole di genetica. A seguito di un'indagine faticosa, è stato isolato il DNA di Ignoto 1, ricondotto dopo innumerevoli campionamenti proprio a Bossetti. Il DNA si classifica in nucleare e mitocondriale. Il primo rappresenta il marchio di fabbrica di ciascuno di noi, contenendo i geni di entrambi i genitori, mentre il secondo indica esclusivamente la linea materna. E, tanto per dire, in genetica forense non si indaga mai il DNA mitocondriale in quanto, trasmettendosi solo da madre in figlio, non può reputarsi identificativo di un soggetto. Dunque, combaciando il nucleare isolato sugli slip con quello dell'assassino, non pare un atto di fede ma una certezza affermare che Yara è stata portata in quel campo dal Bossetti. Il DNA, anche se per alcuni può risultare difficile crederlo, non vola. Il resto sono favole..............."

Wolf ha detto...

La sedicente esperta in scienze forensi e criminologia investigativa Anna Vagli stà infestando il web con le sue idiozie.
Ma se è in cerca di notorietà perchè non partecipa ad una edizione del grande fratello?. Mi sembra la sede piu adeguata al suo intelletto.

Bruno ha detto...

@Wolf concordo con te, dovrebbe studiarsi meglio il caso. Cambiando argomento, poco fa ho letto un articolo scritto nel 2015 dalla rivista di informatica e tecnologia Win, è una intervista ad un esperto: ..."da noi interpellato l'esperto di sicurezza Raoul Chiesa ha spiegato che esiste uno strumento per capire se il proprio computer è stato infettato dallo spyware di HckingTeam. Questo strumento si chiama Detekt ed è stato rilasciato grazie al supporto di organizzazioni come Amnesty International".-Ritengo che i difensori abbiano chiesto la perizia sul pc di Bossetti con questo strumento, sopratutto dopo la frase .... diamoci una pacca sulla spalla.

Bruno ha detto...

Oggi ricevo al cellulare la solita corrispondenza di notizie. Sono rimasto allibito nel leggere le lettere che Bossetti ha scritto ad una sua amica detenuta una certa X, ma ritengo fosse la famosa signora Gina. Non c'è stato nessun riguardo e rispetto verso un detenuto, anche se in questo caso era il signor Bossetti. Neppure dei mandanti mafiosi assassini e sicari sono sono state pubblicate lettere cosi' private. Non capisco perché siano state pubblicate.

Wolf ha detto...

Quando si sono svolte indagini serie e processi equi e giudicato secondo Il principio dell'oltre ogni ragionevole dubbio.
Agli inquirenti e le giurie con la coscienza a posto non serve rendere pubblici dettagli intimi di un condannato.
Se questo avviene è perchè sanno di essersi macchiati di ingiustizia.
Rendere pubblico questo genere di dettagli è un tentativo mal riuscito di lavarsi la coscienza pilotando il convincimento popolare.

Bruno ha detto...

Dal Corriere della sera: " ... Confermo la fiducia al mio legale, l’avvocato Claudio Salvagni e a tutto il suo pool che stanno percorrendo tutte le piste alternative senza tralasciare nulla di intentato». Si firma «Massimo Bossetti, prigioniero di Stato». Racconta cosa fa nel carcere di Bollate dove è stato trasferito: «Sto intraprendendo un percorso rieducativo, occupo il mio tempo in modo utile attraverso lo studio e le attività lavorative che il contesto qui offre». E annuncia di stare scrivendo un libro: «Dopo quanto abbiamo subito io e la mia famiglia, è inevitabile la stesura di un memoriale, non crede?».

Anonimo ha detto...

https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/19_settembre_09/omicidio-yara-salvagni-il-libro-un-idea-mia-massimo-bossetti-processo-mi-ha-cambiato-vita-b35bc892-d2e1-11e9-b7e8-6cf2f2f7881d.shtml


https://urbanpost.it/massimo-bossetti-spera-in-riapertura-processo-ma-il-caso-e-stra-chiuso-urbanpost-intervista-roberta-bruzzone/


Quello che dice la Bruzzone mi è indifferente.

Ma Vorrei sapere se il ricorso a Strassburgo è poi stato fatto.
Ci vorrà ancora molto? Ci sono speranze che si riapra il caso?.

Bruno ha detto...

Un altro caso : " Venerdì 6 settembre alle ore 20,30 presso la Sala Rosa del Palazzo della Regione Trentino Alto-Adige, Piazza Dante a Trento, verrà nuovamente proiettato su grande schermo il filmato della televisione americana CBS nel servizio "48 hours", con i sottotitoli in italiano.

La serata è denominata "L'ultima chance per Chico Forti". Il servizio evidenzia nuove prove a discolpa di Enrico Forti. Seguirà un dibattito con personalità politiche e della stampa.

Tutti sono invitati a partecipare."

Tiziano ha detto...

Nell'intervista la Bruzzone risponde: “Sì, il Dna in qualche modo è la pietra centrale poi c’è tutto il resto: il furgone era il suo, e anche questo è emerso nel dibattimento; la cella telefonica, l’ultima che aggancia, era lì; la moglie non sa che cosa avesse fatto quella notte – e lo dice chiaramente intercettata in carcere – non lo sa e non lo ha mai saputo … Le versioni che lui rende! Addirittura si ricorda che quella notte di tre anni e mezzo prima il cellulare gli si era scaricato … Lei si ricorda se il suo cellulare si è scaricato quattro anni fa? Quello purtroppo è un uomo che ha dei gusti sessuali precisi … le ricerche sul computer, per carità, successive all’evento, però altamente significative … e le lettere in carcere alla signora Gina che sono un documento preziosissimo nella vicenda giudiziaria e testimoniano comunque un certo tipo di gusti sessuali. Cos’altro ci serve, la prova video?”.

magica ha detto...

che superficialita' . roba da matti !

Tiziano ha detto...

Sono solo bruzzonate.

Bruno ha detto...

La Cassazione ha accolto la richiesta dei legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, di trasmettere alla Corte d'Assise di Como la richiesta di effettuare nuovi accertamenti. Il Tribunale di Como lo scorso aprile si era opposto all'istanza dei difensori della coppia, gli avvocati Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e Nico D'Ascola, di poter esaminare alcune tracce biologiche trovate sulla scena del delitto oltre a un telefono Motorola e di poter accedere ai server della Procura per analizzare le intercettazioni ambientali agli atti del processo.

magica ha detto...















Ma bossetti che gusti sensualw ha? si è saputo? ahahha
con la GINA COSA AVEVA COMBINATO :il kamasutra ,oppure il bondage virtuali .. s'intende ,, cosa venne fuori da quell'intrccio perverso .. mi pare che la GINA FOSSE UNA ADULTA ,,mentre gli inquirenti propendono per pedofilia .. percio' non centrano questi 2 gusti fra loro .. beh per fare questi ragionamenti occorrono lauree ?-









Anonimo ha detto...

Ha combinato che ha raccontato ad una sconosciuta che si depila la grossa ciolla, e un atto abbastanza riprovevole o no?

Bruno ha detto...

Oggi sulla rivista Più Donna è comparsa una notizia, pare che Salvagni abbia dichiarato che Yara non era mai uscita viva dalla palestra.

Bruno ha detto...

Dichiarazioni di Salvagni anche su Radio Cusano Campus.

Bruno ha detto...

Tratto da "Io sto con Bossetti" : .... Non tutti sanno che l’articolo 111 della nostra Costituzione vuole garantire il Diritto di difesa dell’imputato. Tale articolo stabilisce che ogni singola prova contro l’imputato si concretizzi e prenda valore secondo il Principio del contraddittorio.

In poche parole, ogni singola prova portata dall'accusa diventa tale solo dopo che la difesa ha potuto analizzarla e verificarla. Allo stesso modo, ogni singola prova portata dalla difesa diventa tale solo dopo che l’accusa ha potuto analizzarla a verificarla.

Su questo FONDAMENTALE Diritto e Principio si basa la nostra Costituzione.

Purtroppo, durante il processo al sig. Massimo Bossetti è venuto proprio a mancare il rispetto di questo importantissimo articolo 111, ignorato e totalmente negato. Ignoto 111.

Il test del DNA tenuto dall'accusa ha portato all'individuazione di una “pista da seguire”. Pista che non ha portato a nulla, perché NULLA è stato trovato nella vita di Massimo Bossetti che potesse collegarlo a tale delitto.

In assenza di prove, l’accusa ha voluto trasformare la traccia DNA di Ignoto 1 in “prova”, anzi, in “prova regina”.

Che “Ignoto 1” fosse realmente l’assassino e non un DNA frutto di depistaggio (come la scienza ed i massimi esperti di genetica sospettano fortemente) andava ovviamente dimostrato con la raccolta di prove concrete in grado di “chiudere il cerchio” intorno all'imputato. Ma nessuna prova di colpevolezza è stata trovata. Nessuna.
Da qui l’esigenza di trasformare forzatamente la traccia DNA in “prova regina”..........

magica ha detto...

micidio Yara, la criminologa: “Bossetti ha inviato 40 lettere a luci rosse a una detenuta”

“Dopo tutto il fumo che il suo pool difensivo ha cercato di buttare negli occhi per scacciare l’ombra delle ricerche pedopornografiche (ragazzine tredicenni, rosse e vergini), in carcere il muratore scrive ben 40 lettere a una detenuta avvistata nel cortile confidandole proprie fantasie sullo stato della zona genitale. Le lettere, inutile dirlo, sono diventate di pubblico dominio. Ma se pensate che sia tutto, vi sbagliate”, a scriverlo è la criminologa Anna Vagli, che dal 2011 si occupa dell’omicidio di Yara Gambirasio. Il muratore a cui fa riferimento è Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per il delitto della 13enne di Brembate. Le sue parole a La Gazzetta di Lucca sono inequivocabili: “Massimo Giuseppe Bossetti ha ucciso Yara Gambirasio al di là di ogni ragionevole dubbio […] Tre gradi di giudizio e una condanna definitiva in un Paese civile dovrebbero bastare. Dovrebbero. Mi sono trovata casualmente in un covo dei c.d. Bossettiani che da anni ne sostengono l’innocenza. Ho sentito dire che il DNA c’era stato messo di proposito sugli slip di Yara e, ancor peggio, che vi era finito perché Bossetti aveva urinato nelle vicinanze e dunque una folata di vento ce lo aveva trasportato. Per tutti questi motivi la sua condanna era solamente una condanna indiziaria. E per una donna di legge certe argomentazioni sono aberranti”.

“Ma poiché la vita reale non è un circo, vi spiego perché sulla colpevolezza di Massimo Giuseppe Bossetti non esiste ragionevole dubbio”, ha aggiunto. “Atto I, il DNA. Di fronte al faro dell’indagine, alla prova diretta e all’inconfutabile firma del Bossetti sugli slip di Yara, la difesa, affiancata da una sfilza di ultras innocentisti (quasi come se si stesse assistendo ad una partita di calcio e non ad un processo) ha urlato allo scandalo, sostenendo la creazione in laboratorio di un DNA artificioso. Insomma, di un codice genetico sintetico malauguratamente appartenente al Sig. Bossetti. Non ad un pescatore siciliano o a un pastore sardo ma ad un muratore della bassa bergamasca”.

La Vagli ne ha pure per Ester Arzuffi, madre di Bossetti deceduta di recente e sua ferma sostenitrice: “A cavalcare l’onda di questi movimenti di ‘rivisitazione della giustizia’ c’è stata anche una scatenata Ester Arzuffi, madre di Bossetti nonché (suo malgrado) famosa adultera del bergamasco. La prova scientifica aveva dimostrato che nessuno dei suoi tre figli era stato concepito con il marito, ma questo, evidentemente, non era sufficiente. Farfugliando e vaneggiando che era stato il ginecologo a metterla incinta con l’inseminazione artificiale, si è beccata sfilze di querele. Ma non ha mai mollato. Ha rilasciato dichiarazioni sui principali quotidiani italiani. Senza vergogna e senza paura. Adesso che non c’è più, possiamo solo augurarle di riposare in pace senza il peso degli ‘e(o)rrori terreni’”.

E ancora la criminologa riferisce di una frase pronunciata da Bossetti alla moglie, Marita Comi, poco dopo l’arresto, che denoterebbe il comportamento non certo attribuibile ad un innocente in carcere: “La nostra quota è sempre sui 25, 25.000 euro a Matrix. Mi conoscono in tutta Italia eh. Il mio è il caso più pagato fuori dalla Elena Ceste”. “Queste sono le frasi che Massimo Bossetti ha pronunciato alla moglie Marita nel corso di un colloquio in carcere datato novembre 2014. Bossetti non è certo apparso come un uomo disperato ed impossibilitato nel far valere la propria innocenza, ma piuttosto come un avido e disumano speculatore”



Biologo ha detto...

@magica non c'è motivo di diffondere del materiale in cui i fatti sono riportati in maniera tanto superficiale.

E' già sufficiente una frase per comprendere la reale caratura umana della persona che ha fatto le dichiarazioni che riporti, ed anche il suo livello di conoscenza degli atti: "nonché (suo malgrado) famosa adultera del bergamasco".
Non so che tipo di elucubrazioni contorte passano per la mente della persona che si è espressa in modo tanto indecente ma sta di fatto che:

1- La signora non era affatto una "famosa" adultera, tant'è vero che negli atti, tra gli elenchi di "adultere" non compare affatto, e il suo nominativo è saltato fuori solo dagli elenchi compilati in base ai cambi di residenza indicati dalle anagrafi comunali. Gli autisti che riferirono della misteriosa relazione di Guerinoni in realtà si riferivano ad un'altra donna, non alla madre di Bossetti.

2- La signora aveva effettivamente avuto numerosi problemi con le gravidanze precedenti e ha effettuato cure per questioni di fertilità.

3- I racconti che la signora ha fornito delle procedure mediche a cui si sarebbe sottoposta sono stati ridicolizzati da persone che, ovviamente, sono del tutto prive di qualsiasi cognizione in merito. Giornalisti che prima di occuparsi del caso Yara scrivevano recensioni di ristoranti (evito di citare il nome...), "criminologi" che si sono scagliati contro Bossetti solo dopo che la sua famiglia aveva rifiutato di affidare a loro le consulenze difensive, personaggi di varia natura che possono essere equiparati ad una sorta di "addetti stampa" della Procura.
In realtà esperti del settore hanno confermato che i racconti della signora corrispondono esattamente ai metodi che si praticavano all'epoca a cui risalgono i fatti. Persino un luminare come il prof. Mancuso in tv ha affermato che ciò che la signora raccontava era perfettamente realistico e verosimile. Risultato? Il professore non è stato più invitato ad esprimersi...


Poi si continua a far passare Bossetti per una persona che voleva arricchirsi con le interviste e le comparsate televisive della moglie. Chi afferma ciò non fa che dimostrare ignoranza degli atti. Perché dagli atti, dalle intercettazioni, emerge in maniera palese che Bossetti era del tutto contrario. Ci sono volute settimane di insistenze e pressioni da parte di diversi familiari per convincerlo, presentandogli a più riprese la cosa come unica via d'uscita alla difficile situazione economica della famiglia che si ritrovava in un crescendo senza sosta di spese di ogni genere. Emerge anche che per giorni Bossetti aveva persino evitato di parlare alla moglie della faccenda delle interviste perché, percependo l'imbarazzo di lei dovuto all'esposizione mediatica, non se la sentiva di chiederle di andare in tv a rimediare il denaro!

Bruno ha detto...

Chissà se la Bruzzone e la giornalista Vagli leggono Volandocontrovento.

Gilberto ha detto...

La difesa avrebbe un clamoroso asso nella manica che non sta giocando. La paternità fasulla Guerinoni potrebbe riaprire davvero tutto il processo. La fortuna per la difesa è che Bossetti ha una sorella gemella. Perino la vedova Guerinoni lo va dicendo, che suo marito non può essere il padre di Bossetti.

Bruno ha detto...

Ipotesi che la sorella di Bossetti non fosse figlia del padre legale Bossetti, e se facessero la prova del dna alla sorella di Bossetti e risulterebbe non compatibile con i Guerinoni è possibile? cosa accadrebbe?

Gilberto ha detto...

Gemelli di padri diversi? Esistono al monto pochi casi, si contano sulle dita di una mano. Se la sorella non fosse compatibile con il Dna di Guerinoni (esisteranno dei documenti di raffronto tra il Dna di Massimo Bossetti e il presunto padre biologico) possiamo stare tranquilli, significherebbe che Massimo Bossetti non è figlio di Guerinoni (per questo occorrerebbe un raffronto del profilo genetico dei due gemelli, quello agli atti del muratore e quello della sorella). Tale fatto, se verificate discrepanze, sarebbe sconvolgente, porrebbe inquietanti interrogativi. Non solo la questione dell'innocenza del muratore… ma tanto altro...

In una intervista anche la vedova Guerinoni, se non ricordo male, ha messo seriamente in dubbio che Massimo possa essere figlio del marito. Si è espressa dicendo che vorrebbe guardarlo negli occhi, ma forse è al corrente di altre cose. Come ho più volte detto le fotografie sono eloquenti, Massimo Bossetti e il padre legale sono somiglianti come due gocce d’acqua.

Gilberto ha detto...

Aggiungo che si può anche calcolare la compatibilità del gruppo sanguigno di un soggetto con quello dei genitori. In questo caso occorre un po' di fortuna in quanto solo in alcuni casi esiste assoluta incompatibilità.

Gilberto ha detto...

"solo in alcuni casi" intendevo ovviamente per alcuni gruppi sanguigni

Gilberto ha detto...

Qualcuno spacciandosi per "Cesare Marini, consulente della Procura di Brescia" si è presentato a suo nome nel carcere di Bollate, nel Milanese, e ha parlato con Massimo Bossetti.

La notizia è a dir poco sorprendente. Ma come? Chiunque si può presentare in un carcere e senza esibire documenti e credenziali può entrare dentro e parlare con un detenuto? Qui si sente puzza di bruciato. Cosa sta bollendo in pentola?

Biologo ha detto...

Il Ministero ha appena diffuso questa nota:


"Nessun incontro, nessun colloquio, fra il detenuto Massimo Bossetti e una persona che, a detta dello stesso detenuto, si sarebbe qualificata come perito informatico del Tribunale di Brescia. A seguito di opportune verifiche e accurati controlli effettuati all'interno della Casa di Reclusione di Bollate nel periodo in cui si sarebbe svolta la vicenda, risulta priva di fondamento la notizia di un colloquio ripresa oggi da alcuni organi di stampa".


Probabilmente qualcuno deve aver compilato i moduli per chiedere un incontro inserendo i dati del consulente del Tribunale di Brescia e Bossetti, senza incontrarlo, deve aver negato il consenso.

antrag ha detto...

E se fosse stato l'unico modo per prelevare al detenuto un campione finalmente autentico e ruspante del suo DNA?

Gilberto ha detto...

Sì Antrag, però se fosse così si tratterebbe di qualcuno che lo può fare, che ne ha l'autorità… La smentita riportata dal biologo non fa altro che sollevare nuovi dubbi su una notizia davvero strana che sembrerebbe celare dei retroscena.

Bruno ha detto...

" ...A denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine è stato Cesare Marini, vero consulente della Procura di Brescia, a cui l'uomo avrebbe sottratto l'identità. Secondo le prime informazioni, il finto consulente avrebbe avuto un colloquio con Bossetti al quale avrebbe dettato una linea difensiva con possibili nuovi sviluppi sul fronte dell'analisi del Dna. Marini ha sporto denuncia ai carabinieri ed è stata aperta un'inchiesta per capire come quest'uomo misterioso sia riuscito ad entrare nell'istituto penitenziario con una falsa identità".Si Gilberto anche io, se fosse vero, sento una forte puzza di bruciato.

Bruno ha detto...

La Procura generale di Milano ha respinto la richiesta di Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef, due delle quattro vittime della strage di Erba dell'11 dicembre 2006, di attivare, raccogliendo nuovi elementi, la revisione della sentenza di condanna all'ergastolo a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi.

magica ha detto...

in poche parole cosa significa?
che due probabili innocenti dovrebbero farsi l'eragstolo ? perchè alcuni personaggi non hnno voglia di ricominciare la solfa con i ROMANO .. perchè sarebbe troppo invasivo per loro .. mglio metterci una pietra sopra, e buonanotte suonatori .
tanto sono due sprovveduti .. dovevano intervenire PRIMA quelli di BIBBIANO , e prendersene cura .

Bruno ha detto...

La Corte Europea ha rigetato la richiesta degli avvocati di Bossetti. L'unica soluzione è trovare il vero assassino della povera Yara.

magica ha detto...

non è possibile che finisca cosiè

Bruno ha detto...

@magica, Si infatti che tristezza. Dove sono i diritti dell'uomo. Mi ricorda qualcuno che si era lavato le mani.

Bruno ha detto...

L'uomo arrestato ieri a Glasgow non è il sospetto "mostro" di Nantes, accusato di aver sterminato la sua famiglia 8 anni fa. Il Dna di Xavier Dupont de Ligonnés non corrisponde infatti a quello dell'uomo in mano alla polizia scozzese, secondo quanto si apprende dagli inquirenti francesi.
L'analisi del DNA che ha escluso che l'arrestato fosse Dupont de Ligonnès, effettuata in meno di 24 ore, è stata possibile grazie al raffronto dell'impronta genetica dell'uomo con quella in possesso della polizia.

Wolf ha detto...

Se la titolare di quella inchiesta si chiamava Lettys Ruggery, i dna sarebbero diventati identici.

Wolf ha detto...

https://www.fanpage.it/attualita/yara-gambirasio-assolta-la-pm-che-partecipo-al-film-sul-caso-dellomicidio-della-13enne/

No comment

Bruno ha detto...

@ Wolf : "No comment" anche io.

Tiziano ha detto...

No comment

Gilberto ha detto...

Quello di Bossetti non è solo un caso giudiziario, è una cartina al tornasole. La vicenda del muratore è lo spaccato di tutto il Bel Paese, la radiografia delle sue istituzioni, della sua mentalità e della sua cultura...

Bruno ha detto...

@Gilberto @Wolf a tutti. Per Bossetti ci sarà ancora qualche speranza?

Gilberto ha detto...

Bruno. L’ho detto decine di volte. La difesa deve ripartire dalla paternità di Bossetti. Se si dimostra che la paternità Guerinoni è fasulla - ed è fasulla - tutto il castello crolla come neve al sole… si può chiedere la revisione del processo. Altre strade non ne vedo. L’esistenza poi di una sorella gemella, come ho già detto, rappresenta una formidabile opportunità… La mamma di Bossetti ha sempre detto la verità: Massimo Bossetti è figlio di suo marito.

Bruno ha detto...

Grazie Gilberto, ma perchè la difesa non segue questa strada che hai indicato e che potrebbe essere l'unica via d'uscita. In quele problema potrebbe incorrere?

Gilberto ha detto...

Bruno. Non so rispondere…

Bruno ha detto...

@Gilberto, ho capito grazie.

Wolf ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=rhFwZrq2Fn0
Per futura memoria.

Bruno ha detto...

Tratto da Libero quotidiano del 22-10-2019: .....

Gentile Direttore Feltri, forse rimarrà sorpreso che io Le scriva, ad essere sincero lo avevo in mente da molto tempo, ma la pressione della vicenda che mi ha travolto e il massacro mediatico mi hanno messo alle corde come un pugile che le ha prese di santa ragione.
Ritengo che lei, da bergamasco doc, sia un uomo di sani principi. Io Direttore, non sono né l' assassino della povera Jara, né il mostro che i media e i social hanno dipinto. Sono un uomo normale, semplice che pensava al lavoro e a non far mancare nulla alla propria famiglia.
Arriva quel maledetto giorno che ha sconvolto la mia vita e quella della mia famiglia, e dei miei cari che oggi mi guardano dal cielo, e sono convinto che questa vicenda li ha provati moltissimo.

Non voglio entrare in questa lettera nei dettagli, però non posso fare a meno di dire che il trattamento che la giustizia italiana mi ha riservato è stato scorretto e ha calpestato ogni diritto alla difesa, e mi riferisco anche a quell' ex ministro dell' Interno incapace, che gridava al mondo che era stato preso l'assassino di Jara, calpestando la Costituzione.

Poi in carcere a Bergamo, la P.M. e vari responsabili dell' organo penitenziario, mi pressavano a confessare in continuazione un delitto proponendomi benefici. Come potevo confessare un delitto che non ho commesso?

La P.M. più volte ha provato a propormi benefici, se erano così sicuri di aver preso l' assassino, non li proponevano con insistenza, né benefici e tanto meno facevano produrre filmati manipolati da distribuire ai media.

Poi, il non far assistere i miei legali alle prove più importanti dei reperti e del Dna. Grido dall' inizio di ripetere la prova del Dna e sono sicuro che Le verrebbe ogni ragionevole dubbio.

Perché è stato commesso "UN GRAVE ERRORE GIUDIZIARIO" (tutto maiuscolo nella lettera, ndr), non sono io il colpevole,.........

Bruno ha detto...

Tratto da Libero sul caso di Erba: ... "Noi come Crime Analysts Team - spiega Petrillo - stiamo mettendo a punto tutta una serie di relazioni riguardo al caso di Erba. Un caso che secondo noi è stato trattato in maniera un po’ troppo superficiale. C’erano delle piste investigative alternative che potevano essere seguite a quelle di Rosa e Olindo. Il nostro genetista forense ha messo a punto in una relazione la presenza di 101 reperti da analizzare. Sottolineiamo ancora una volta che sulla scena del crimine non ci sono praticamente tracce di Rosa e di Olindo. La cosa lascia tutti perplessi".

La consulenza, firmata dal biologo forense Eugenio D’Orio, mette in risalto quelle che sarebbero le profonde lacune investigative. Gli esperti chiedono l’accesso ai 101 reperti per svolgere indagini genetiche, con l’intento di analizzare gli atti e con il fine di studiare la dinamica dei fatti perché "è impossibile che non esistano tracce biologiche degli autori del massacro", scrive in una nota D’Orio.

Wolf ha detto...

Riferisce il Giornale di Brescia che «È stata presentata un’istanza alla Procura di Brescia per chiedere di verificare l’esistenza o meno all’ospedale S. Raffaele di Milano del materiale genetico di Massimo Bossetti […] L’istanza è stata firmata dall’avvocato Carlo Taormina».

https://urbanpost.it/caso-yara-massimo-bossetti-giallo-dna-e-nuove-dichiarazioni-avvocato-salvagni-il-vero-assassino-e-ancora-in-giro/

Questa pista mi sembra ardua, ma giustamente non bisogna tralasciare nulla per poter dimostrare la sua innocenza.

https://urbanpost.it/caso-yara-massimo-bossetti-nuova-bizzarra-pista-difensiva-guerinoni-e-il-possibile-incesto/


Anonimo ha detto...

Si ha l'impressione che a breve ci saranno novità clamorose

Bruno ha detto...

Be che dire, veramente pensavo che tale richiesta fosse stata presentata già molto tempo fa.

Anonimo ha detto...

Carissimi,
mi rivolgo a tutti gli eventuali esperti biologi o genetisti presenti qui in questo blog in cui mi sono imbattuto oggi è che mi sembra ben fatto.
Posto qui di fila due tabelle assolutamente ufficiali, ovvero quella del 6 maggio 2011 a firma dei RIS (la tabella a sinistra) e quella a firma di Previderè risalente al giugno del 2014 (tabella a destra, grazie alla quale ignotouno viene identificato in Massimo Giuseppe Bossetti).
Come già saprete, ma come potrete comunque nuovamente notare, le due tabelle sono diverse.
In quella dei Ris, del 2011, non comparare il marcatore SE33. (i marcatore sono 20 + il marcatore "sesso xy")
In quella di Previderè (decisiva per l'arresto) compare questo marcatore in più (i marcatore sono, quindi, 21 e non più 20)
Bene, per quanto mi è dato capire, in base alla tabella dei RIS del 2011 ignotouno NON è Massimo Bossetti in quanto NON è figlio di Ester Azzuffi.
In base alla tabella di Previderè, di pochi giorni prima dell'arresto, ignotouno diventa invece Massimo Bossetti, figlio di Ester Azzuffi (in quanto compare questo marcatore SE33, non presente certamente nel 2011)
Potremmo anche pensare, a questo punto, che Giardina nel 2012 non arriva ad identificare Ester Azzuffi come la mamma di ignotouno NON (o almeno non solo) perché commette un errore confrontando il DNA mitocondriale di Yara con quello di ignotouno ma semplicemente perché dalle tabelle che aveva a disposizione all'epoca (quelle dei RIS del 2011) non si evince affatto che ignotouno sia figlio della Azzuffi e quindi è evidente che Giardina non poteva arrivare ad accertare il rapporto di maternità tra Ester e ignotouno mancando, in quelle tabelle, il marcatore decisivo SE33.
In buona sostanza, nella tabella del 2011 ignotouno non risulta essere figlio di Ester Azzuffi e, quindi, non risulta essere certamente Massimo Bossetti.
Ma allora la domanda fondamentale è la seguente: se alle analisi genetiche (estrazione, quantificazione, amplificazione e tipizzazione del profilo ignotouno) hanno proceduto solo i RIS con un profilo che è stato ricavato nel maggio del 2011, com'è possibile che, nel giugno 2014, nella stessa tabella di ignotouno, compaia un marcatore che poi si rivelerà essere decisivo nell'identificazione ignotouno=figlio di Ester Azzuffi= Massimo Bossetti?

Anonimo ha detto...

Ecco le tabelle di cui parlavo nel mio precedente post

https://3.bp.blogspot.com/-a6Q1qXonczk/WUfW1Ns0gNI/AAAAAAAABHQ/vgunZefPrv4Jnb3f0S5J9BZaJdMD8DfJgCLcBGAs/s1600/Confronto+profili+nel+tempo.jpg?sfns=mo&sfns=mo

Bruno ha detto...

Ma è possibile una roba del genere?

moshrabbi121 ha detto...

?I used to be very happy to find this web-site.I wanted to thanks on your time for this glorious read!! I undoubtedly having fun with each little bit of it and I have you bookmarked to take a look at new stuff you weblog post. casino blackjack

Biologo ha detto...

@Anonimo 3 novembre 2019 12:06:00 CET

Sui campioni del caso Yara i kit compresivi di SE33 sono stati utilizzati dal RIS solo a partire dall'ottobre 2011, tutti i kit utilizzati dal RIS nelle analisi dei mesi precedenti non prevedono tale marcatore. E' per questo motivo che nella tabella del maggio 2011 non è presente SE33.


- Anonimo scrive: In buona sostanza, nella tabella del 2011 ignotouno non risulta essere figlio di Ester Azzuffi e, quindi, non risulta essere certamente Massimo Bossetti.

Questa tua affermazione è errata. Il profilo di Ester Arzuffi e di Ignoto 1 sono compatibili anche senza prendere in considerazione SE33. Con SE33 si è soltanto aggiunto un ulteriore marcatore alla già riscontrata compatibilità sugli altri marcatori.


Il dott. Giardina doveva comparare i profili del DNA mitocondriale, non quelli del DNA nucleare. SE33 è un marcatore del DNA nucleare, non ha nulla a che vedere con il profilo mitocondriale. La compatibilità tra i profili del DNA mitocondriale delle tracce e quello di Ester Arzuffi (ovvero di Bossetti) non è mai stata riscontrata neanche dopo che si accorsero dell'errore di comparazione del dott. Giardina per la semplice ragione che da quelle tracce degli slip è sempre e solo emerso il profilo di Yara e quello di un individuo R0a.

Quindi, dal punto di vista del DNA mitocondriale, Bossetti (e la madre) non sono mai comparsi in nessuna traccia. Mai emersi da quella ventina di campioni ricavati dagli slip, mai da quelli ricavati dai leggings, mai nemmeno nelle centinaia di peli repertati sul corpo e sui vestiti della povera Yara.

SE33 rappresenta un altro aspetto della storia. In base ai racconti ufficiali, il campione prelevato ad Ester Arzuffi nel 2012 non era mai stato analizzato per ricavare un profilo nucleare da cui si sarebbe potuta facilmente evincere la compatibilità con Ignoto 1. Quel campione di Ester Arzuffi dal 2012 fino al giugno 2014 sarebbe stato utilizzato soltanto per ottenere il profilo mitocondriale che, come ho già spiegato, non avrebbe mai potuto mostrare alcuna compatibilità con i profili rilevati sui reperti.

Anonimo ha detto...

Carissimo biologo,
grazie, confermo quanto mi dici, in quanto ho poi verificato anche io, si tratta delle analisi delle ore 09:05 del 25 ottobre 2011 in cui sono state effettuate tre tipizzazioni con il KIT NGM select.
Sulla 31G20, in totale, sono state effettuate 18 analisi, 15 delle quali ad ottobre (solo 3 a maggio, mentre tutte le altre ad ottobre cioè quando già era stato individuato Damiano Guerinoni).
Tutte le analisi di ottobre (ben 15) sono state fatte anche mediante Powerplex 16 oltre che con un altro KIT; con quelle fatte con Powerplex 16 si è pronunciato in termino assolutamente negativi anche Portera dicendo che non offrono un risultato chiaramente interpretabile.
Ho una domanda, se possibile.
Il profilo ignoto uno è risultato da 18 campionature.
Pare che solo la le tracce 31g20 e 31g19 siano ultimate.
Così come è certo che ci sono ancora nuovi campioni o tracce.
Cioè, in un'intervista rilasciata ad un noto programma, Casari dice testuali parole (riporto le stesse parole) : "ci sono ancora dei campioni disponibili. tracce miste dalle quali è possibile tentare di ricostruire il profilo genetico ignotouno...".
Allora, nella mia ignoranza ti chiedo: in base alle parole del prof Casari (colo in base a queste parole), ti chiedo si tratta di materiale già estratto e amplificato dai RIS la cui copia (chiamiamola così) è ancora presente al San Raffaele e dalla quale copia è possibile tentare di ricostruire nuovamente il profilo genetico (in questo caso, essendo, appunto, una "copia" non vedo come il risultato possa essere diverso da quello già ottenuto dai RIS? Oppure si tratta di tracce già estratte, quantificate, amplificate e tipizzate (ma comunque non semplici copie di quelle precedenti) dalle quali è possibile nuovamente tentare di ricostruire il profilo genetico che potrebbe anche essere diverso da quello ottenuto dai RIS?Cioè è possibile che sia diverso il risultato o si tratta di semplice copie che non potranno che portare allo stesso risultato?
E ancora, oltre ad un eventuale errore nella originaria costruzione del profilo ignotouno, queste tracce presenti al San Raffaele, sarebbe possibile anche verificare se siano o meno il frutto di un procedimento di falsificazione del DNA? Cioè (non è questo il caso, ovviamente) sarebbe possibile verificare se quel materiale biologico sia o meno sintetico cioè ottenuto in laboratorio (partendo da DNA naturale di Bossetti) e poi piazzato a bella posta sui reperti?

Bruno ha detto...

Grazie Biologo e Anonimo, spero che qualcuno del tribunale possa leggere quanto si scrive in questo blog.

Biologo ha detto...

@Anonimo 6 novembre 2019 14:43:00

Al prof. Casari fu consegnata da Carabinieri una piastra standard 8x12, quelle classiche che contengono 96 pozzetti. Stando a quanto sostenuto dal prof. Casari, di questi 96 pozzetti, ne erano occupati 54, il che vuol dire che il professore ha ricevuto 54 aliquote. Ciò perché, nella ormai famosa griglia degli slip, quella della nomenclatura 31G, i campioni erano solo 25, cioè i ritagli di tessuto numerati da 1 a 24 con 31-G1 suddiviso in esterno e interno.

Il RIS ha estratto il DNA dagli slip con i classici kit QIAamp. Il prodotto che si ottiene con questi kit è una sospensione contenente tutto il genoma, sia nucleare che mitocondriale. Solo successivamente è il prodotto di questi kit QIAamp ad essere sottoposto ad un'ulteriore lavorazione: viene amplificato con i kit PCR (i vari ESI, PowerPlex, NGM, ecc.) per determinare il profilo genetico. Diverssamente da ciò che accade nelle provette prodotto di un kit QIAamp, provette in cui vi è il DNA completo, nelle provette dei kit per la tipizzazione è presente praticamente solo il DNA corrispondente alle brevi sequenze sui marcatori del kit.

Inoltre al prof. Casari furono consegnate anche altre provette 31G dall'Università di Pavia, queste provette contenevano gli amplificati delle sole regioni HV1 e HV2 del DNA mitocondriale.

Perciò dovremmo dedurre che la situazione è la seguente:

1) Se si analizzano i campioni provenienti da Pavia per il DNA nucleare, non si dovrebbe ottenere alcun risultato.

2) Se si analizzano i campioni provenienti da Pavia per il DNA mitocondriale, si dovrebbe ottenere lo stesso risultato già ottenuto.

3) Se si analizzano i campioni provenienti dal RIS per il DNA nucleare i casi possono essere questi:
a) Se i pozzetti contenevano l'estratto QIAamp delle tracce, ovvero il DNA completo, si potrebbero ottenere risultati diversi rispetto a quelli portati al processo.
b) Se i pozzetti contenevano l'amplificato dei kit per la tipizzazione, è chiaro che l'unica cosa che si può ottenere è lo stesso risultato già ottenuto, perché il DNA all'interno delle provette sarebbe limitato ai marcatori dei kit che hanno prodotto il contenuto di questi pozzetti.

Quindi riepilogando questi punti nell'ottica che riguarda Bossetti:

1) Nessun profilo di Bossetti.

2) Nessun profilo di Bossetti.

3a) Questa è l'unica possibilità di ottenere qualcosa di diverso da ciò che si è visto al processo, ma solo se i risultati del RIS erano davvero del tutto sballati. Altrimenti si otterrebbe al massimo lo stesso profilo Ignoto 1 portato al processo o, forse, uno praticamente simile con qualche variazione, ad esempio dando per buono qualche picco precedentemente scartato, oppure non considerando qualche picco dato per valido.

3b) Al massimo lo stesso profilo Ignoto 1 portato al processo.

Anonimo ha detto...

Ottimo,
grazie mille Biologo.
Avrei un'altra domanda, visto che mi sembri molto competente in materia e ti ringrazio molto per queste tue risposte

Quindi dovremmo necessariamente sperare che Casari (o Previdere) abbiano i pozzetti contenenti l'estratto QIAamp delle tracce, ovvero il DNA completo consegnato dai RIS e NON i pozzetti contenenti l'amplificato, perché questi ultimi altro non sono che una copia dei campioni già analizzati. Allo stesso tempo, se avessero in consegna i campioni consegnati da Pavia non avremmo alcuna possibilità di avere risultati diversi.

Ma facciamo un' ipotesi di scuola (ma non è questo il caso).
Facciamo finta che nei laboratori dei RIS fosse già stato presente il DNA di Bossetti in quanto fortemente sospettato (ripeto, non è questo il caso, ma è solo un'ipotesi astratta che vorrei approfondire) e che si sia volutamente costruito un DNA identico al suo proprio con l'obiettivo di farlo confessare.
Bene, partendo da cellule naturali del DNA di Bossetti, è poi possibile amplificarlo in laboratorio e poi piazzarlo sui reperti?
E' chiaro che se fosse possibile allora, in ogni caso, noi, ripetendo le analisi, non potremmo che avere nuovamente lo stesso risultato, giusto? Ma in questo caso attraverso quali esami si potrebbe scoprire che quello sui reperti è un DNA sintetico, cioè costruito in laboratorio? Immagino attraverso il DNA mitocondriale perché, ovviamente, non verrebbe estratto da nessuno di quei reperti. Ma c'è anche qualche altro esame dal quale ravvisare la manipolazione? Il processo di metilazione? Si potrebbe fare con i campioni di Casari o Previdere)

Ma ora immaginiamo che invece su quei reperti vi fosse un DNA diverso da quello di Bossetti ma che per un "errore" (in buona o mala fede) si sia arrivati a costruire un profilo diverso (anche solo per uno o due marcatori) e cioè quello di ignotouno/Bossetti. In questo caso ignotouno/Bossetti non sarebbe il vero proprietario di quel materiale biologico.
In quest'ultimo caso, mi pare di aver capito, che l'errore potrebbe essere scoperto solo nel caso in cui Casari o Previderè abbiano NON i pozzetti contenenti l'amplificato (perché questi ultimi altro non sono che una copia dei campioni già analizzati dai RIS ) bensi i pozzetti contenenti l'estratto QIAamp delle tracce, ovvero il DNA completo consegnato. Perché se avessero un mero amplificato di quello già ottenuto dai RIS l'errore , attraverso nuove analisi, non potrebbe mai essere ravvisato Giusto?

Gilberto ha detto...

Però credo che al di là di tante dissertazioni e disamine biologiche c'è una evidenza che taglia la testa al toro, come suol dirsi, e al di là di qualsivoglia interpretazione se ne voglia dare...

Un reperto biologico piccolissimo come quello trovato sulle mutandine della vittima avrebbe potuto 'sopravvivere' alle intemperie in un luogo all'aperto al massimo per una o due settimane per essere davvero molto ottimisti(e non tre mesi) dando una lettura che fosse attendibile. Per non parlare poi che a restituire dei data è stato addirittura il materiale nucleare molto più deperibile di quello mitocondriale… A buon intenditor...

Biologo ha detto...

@Anonimo 8 novembre 2019 08:13:00

-scrive: Bene, partendo da cellule naturali del DNA di Bossetti, è poi possibile amplificarlo in laboratorio e poi piazzarlo sui reperti?

Non è né fantascienza né una cosa complicata ottenere una provetta con una soluzione contenente il DNA di Bossetti che poi si può andare a piazzare sui reperti, aggiungere in una piastra 8x12, ovunque...

Come? Proprio con il kit QIAamp. E' sufficiente procurarsi un oggetto qualsiasi venuto a contatto con Bossetti, qualcosa tipo un fazzoletto, un mozzicone, un bicchierino da caffè, una gomma da masticare. Ad esempio, chi ha seguito con attenzione la vicenda, si sarà accorto che all'inizio a vari Guerinoni il DNA è stato prelevato proprio con espedienti di questo genere.
E poi, se si vanno a leggere i protocolli dei kit di questo tipo, ci si può rendere conto che ottenere DNA utile ad "intrallazzare" non è certo un'operazione da servizi segreti dei film americani. Gli strumenti da laboratorio richiesti sono del tutto comuni e si possono acquistare su Amazon e su eBay senza nemmeno spendere chissà quale cifra. Se anche un semplice appassionato può procurarseli allora non c'è bisogno di inventarsi operazioni in Israele per immaginare che in un laboratorio istituzionale si può tirare fuori una provetta del DNA di Bossetti a partire da un bicchierino o da un fazzoletto...



-scrive: E' chiaro che se fosse possibile allora, in ogni caso, noi, ripetendo le analisi, non potremmo che avere nuovamente lo stesso risultato, giusto?

Esatto.


-scrive: quali esami si potrebbe scoprire che quello sui reperti è un DNA sintetico, cioè costruito in laboratorio? Immagino attraverso il DNA mitocondriale perché, ovviamente, non verrebbe estratto da nessuno di quei reperti.

In teoria sì, ma non credo sarebbe mai una vera e propria prova. Di ragioni per giustificarne l'assenza ne hanno tirate fuori varie al processo e i Giudici, purtroppo, le hanno ritenute valide. Perché dovrebbero cambiare idea ora? Per sostenere una teoria ancora più complessa come quella che vede Bossetti incastrato?



-scrive: Ma c'è anche qualche altro esame dal quale ravvisare la manipolazione? Il processo di metilazione?

Se per quanto riguarda tutte le anomalie non sono stati presi in considerazione degli argomenti di assoluto buonsenso basati su verità scientifiche ormai accertate, non vedo proprio come un esame sperimentale potrebbe cambiare le carte in tavola. Sempre ammesso che in questo caso specifico sia davvero applicabile.


-scrive: Perché se avessero un mero amplificato di quello già ottenuto dai RIS l'errore, attraverso nuove analisi, non potrebbe mai essere ravvisato Giusto?

Esatto.

Bruno ha detto...

Sono emozionato nel leggere quanto scrivete e spero la corte europea conceda una nuova analisi del dna, altrimenti non ci sarà più niente da fare.

Anonimo ha detto...

Grazie mille biologo,
tutto molto chiaro.
Hai confermato quello che già Capra ha riferito in udienza, gli stessi identici concetti, anche verbalizzati (con annessa una relazione - scritta da un noto scienziato - depositata dalla stessa difesa dalla quale evincere come sia del tutto agevole ricostruire in laboratorio il profilo genetico di un soggetto attenzionato o sospettato di aver commesso un delitto).
Bene, ma quindi (sempre facendo un' ipotesi di scuola, astratta, perché non è questo il caso), nell'eventualità in cui un soggetto venga incastrato con queste modalità, a posteriori non c'è nessuna possibilità di far emergere la manipolazione? Nemmeno la metilazione può garantire di far emergere la dolosa macchinazione? (Ma in astratto sarebbe comunque possibile farla la metilazione? Anche su meri campioni frutto di amplificazione?).
Insomma, che cosa si potrebbe fare per questi poveracci nel caso in cui un domani, in queste ipotesi di scuola, fossero incastrati con questi metodi di laboratorio? (A parte, ovviamente, la nota dibattuta questione della possibilità di introdurre, nei processi in cui si procede contro ignoti - l'assistenza di un consulente pro-ignoto, in tutte le varie fasi del sopralluogo, dell'estrazione, della quantificazione, dell' amplificazione e della tipizzazione del profilo genetico eventualmente estratto dai reperti o, comunque, del rispetto del principio del contraddittorio, anche in fase di indagine preliminare, nei casi in cui si procede contro persone note).
Dico, a prescindere, dal rispetto delle norme di cui sopra che dovrebbero consentire di evitare questi fenomeni di manipolazione (norme che spesso vengono comunque banalmente violate), dal punto di vista scientifico, che possibilità abbiamo a posteriori di far emergere una siffatta manipolazione, visto che (mi pare di aver capito) dai "dati grezzi, dai fogli di laboratorio e da tutta l' ulteriore documentazione prodotta dai vari laboratori non è mai possibile farla emergere?

Wolf ha detto...

Secondo me, già la totale assenza in ogni reperto del Dna mitocondriale di Bossetti, è già una prova regina di manipolazione.

Anonimo ha detto...

Ho sentito dire che Salvagni ha litigato in un programma con Taormina che vuole vedere se c'è ancora dna, Salvagni invece dice che la perizia oramai non serve più...come non serve più???
Cosa si può fare???

Biologo ha detto...

@Anonimo 9 novembre 2019 10:15:00

-scrive: Nemmeno la metilazione può garantire di far emergere la dolosa macchinazione?

L'idea alla base di questo test è che esistono delle differenze rilevabili tra il livello di metilazione del DNA naturale, cioè proveniente direttamente dall'organismo, e quello del DNA ottenuto in laboratorio partendo da quello naturale, ad esempio tra il DNA in una traccia di sangue finita su un reperto e quello in una traccia su un reperto che è stata creata versando sullo stesso del DNA prodotto in laboratorio. Questo vuol dire che, in teoria, il test dovrebbe rilevare la differenza, ma solo sui campioni che non sono stati ancora amplificati. Perché è chiaro che anche il DNA di una traccia perfettamente genuina, una volta amplificato, è costituito comunque da DNA che mostrerà la metilazione di un DNA artificiale. Quindi in tal caso il test non servirebbe a nulla.

Ma stiamo sempre parlando di teoria... Il DNA del caso Bossetti, o quello che ne rimane, dovrebbe essere tutto frutto di amplificazione, perciò il test non sarebbe di alcuna utilità. Però, anche ammettendo che in qualche provetta sia conservato dell'estratto puro, chi può dire che il risultato di questo test di metilazione sarebbe realmente attendibile a distanza di anni? Non stiamo parlando di un kit commerciale diffuso e testato centinaia di migliaia di volte.
Quindi, siccome quella dell'autenticazione dei campioni di DNA non è una pratica diffusa, sicuramente ci si ritrovebbe a dover difendere qualcosa di estremamente sperimentale. Facciamo un'ipotesi...

La difesa riesce ad ottenere nuove analisi dei campioni, degli estratti miracolosamente non trattati o amplificati in alcun modo. Se il risultato vedesse comparire di nuovo un profilo compatibile con quello di Bossetti e, allo stesso tempo, il test di metilazione su questi campioni rilevasse un livello di metilazione indicativo di un'origine non naturale del campione, a quale dei due risultati dei giudici darebbero più peso? A quello che, mediante tecniche assolutamente accettate vede una conferma del profilo di Bossetti, oppure ad una procedura sperimentale di cui nessuno ha quasi mai sentito parlare e che presuppone un misterioso "complotto" volto ad incastrare un muratore?



-scrive: Insomma, che cosa si potrebbe fare per questi poveracci nel caso in cui un domani, in queste ipotesi di scuola, fossero incastrati con questi metodi di laboratorio?

Secondo me, nulla.

[continua...]

Biologo ha detto...

[...continua]

-scrive: A parte, ovviamente, la nota dibattuta questione della possibilità di introdurre, nei processi in cui si procede contro ignoti - l'assistenza di un consulente pro-ignoto

In questi casi il consulente pro-ignoto sarebbe soltanto un altro consulente pro-accusa.
Una persona che certifica che tutti i passaggi sono stati effettuati correttamente non può essere di alcuna utilità nel caso in cui l'accusato è una persona che è stata incastrata (ma anche nei casi "normali" di errori in buonafede). Prima del rinvenimento di un reperto, e tra un passaggio e il successivo di tutti gli eventi che seguono, il consulente pro-ignoto che utilità potrebbe mai avere nel prevenire intrallazzi di ogni genere? Il consulente pro-ignoto non può prevenire alcuna manipolazione prima del rinvenimento del reperto, durante i trasferimenti del reperto, durante la custodia, prima dell'estrazione del DNA, dopo l'estrazione, ecc..
A che serve un altro certificatore di verità formali quando quelle sostanziali sono falsificabili?

Faccio un esempio. Il consulente pro-ignoto è presente alla fase di estrazione. Osserva, certifica, firma persino la provetta. Tutto regolare. Va a casa. A quel punto si vuota la provetta certificata e firmata dal consulente pro-ignoto e se ne sostituisce il contenuto. La vogliamo rendere più complicata da manomettere? Il consulente firma un sigillo sul tappo della provetta. Così sarebbe sicura? Affatto! Altre cento possibilità di ingannarlo al momento della riapertura, dopo la riapertura, ecc.. Ad esempio, nella provetta c'è solo il DNA della vittima? Beh, quello dell'ignoto da incastrare basta aggiungerlo alle soluzioni acquose utilizzate nei passaggi successivi delle analisi. Nessuno e, soprattutto, il consulente pro-ignoto verrebbe mai a saperlo, eppure ci si ritroverebbe con tutti i passaggi validati e certificati da una persona che, in teoria, dovrebbe essere presente per difendere il futuro indagato...



-scrive: che possibilità abbiamo a posteriori di far emergere una siffatta manipolazione

Non credo che esistano possibilità di far emergere in maniera netta una manipolazione di questo tipo.

Biologo ha detto...

@Anonimo 11 novembre 2019 10:56:00

-scrive: la perizia oramai non serve più...come non serve più???

La perizia aveva un senso nell'immediato, quando l'accusa faceva di tutto per impedire che si finisse per andare a vedere, per la prima volta con dei consulenti diversi da quelli dell'accusa stessa, cosa c'era davvero in quelle provette. Tutta quell'energia spesa per impedire che si andasse a verificare probabilmente era indicativa di qualcosa...

Adesso sono passati anni. Chi, nel paese in cui si sbianchettano le relazioni di servizio, spariscono i faldoni dalle cancellerie, scompaiono i reperti dai depositi, ed evaporano minuti di intercettazioni dai file audio, può garantire che nelle piastre dei campioni di Ignoto 1 ci sia ancora ciò che c'era durante il processo e non qualcosa di aggiunto in un secondo momento?



-scrive: Cosa si può fare???

Trovare il vero assassino.

Anonimo ha detto...

Trovare il vero assassino dopo tutti questi anni??? Magari, ma come si fa????

Anonimo ha detto...

Carissimo Biologo,
grazie mille per le tue riflessioni.
Se me lo permetti, nella speranza che si sia trattato di un mero errore nella ricostruzione del profilo genetico ignotouno, volevo, però, capire con te se Casari e Previderè hanno dei meri amplificati delle tracce di ignotouno (i cui risultati non potrebbero che essere gli stessi di quelli ottenuti dai RIS) o invece tracce da cui poter estrarre e amplificare un DNA e ricavare, quindi, anche risultati diversi da quelli ottenuti dai RIS (in questo caso l’errore verrebbe a galla – sperando, appunto ,che di errore si tratti).
A tal proposito, quindi per capire se queste eventuali analisi avrebbero o meno un senso, approfitto della tua competenza, per postarti qui di seguito parti di alcuni verbali di udienza in cui riporterò fedelmente (testualmente) ciò che hanno detto Casari e Previderè nell’udienza del 20 novembre 2015. E poi posterò anche un’intervista, del 20/10/2017, al Prof Casari da parte di Sturlese Tosi, anche qui riportando, fedelmente, parola per parola, tutto ciò che è stato detto. Le parole, a mio avviso più importanti, le metterò in maiuscolo. A me dai verbali e dalla intervista sembra tutto molto chiaro, ma dimmi, da professionista cosa ne pensi. Vado.

Anonimo ha detto...

Casari in udienza (verbale del 20/11/15): “avendo PRESO IN CARICO TUTTI I DNA, che abbiamo ancora in San Raffaele, quindi ovviamente questi sono a disposizione, li abbiamo ancora tutti, NON ABBIAMO FINITO NESSUNA ALIQUOTA. Quindi tutto quello che noi abbiamo usato negli stessi tubi c’è ancora materiale PER ULTERIORI INDAGINI volendo. Ne abbiamo conferito una piccola aliquota al Prof Piccinini per le sue indagini e al prof Previderè che ha amplificato il DNA mitocondirale specificatamente (..)”

PM in udienza (verbale del 20/11/15): “quindi l’estrazione e l’amplificazione è stata fatta da Previderè?”
Casari in udienza (verbale del 20/11/15): “esattamente”
PM in udienza (verbale del 20/11/15): “e le ha passato l’amplificato per le sue analisi?”
Casari in udienza (verbale del 20/11/15): “esattamente”…

Previderè in udienza (verbale del 20/11/2015): “abbiamo cercato di approfondire quest’analisi del DNA mitocondriale su altri estratti che ci sono stati consegnati. Delle TRACCE che vedete elencate in questa diapositiva, in questa tabella. SONO OTTO TRACCE biologiche che ci sono state consegnate (le leggete 31.G23, 24, 2, 3, 10, 11, 16, 17) che erano nella disponibilità del Prof Casari, da cui abbiamo ricavato delle piccolissime aliquote su cui tentare di rifare la caratterizzazione del DNA mitocondriale. Esclusivamente. Abbiamo rifatto solo la caratterizzazione del DNA mitocondriale su un’ aliquota estremamente limitata. Perché un’aliquota estremamente limitata? Perché al momento non era ancora noto il soggetto che veniva definito ignoto 1, per cui NON VOLEVAMO, IN QUALCHE MANIERA COMPROMETTERE – UTILIZZANDO VARIE ALIQUOTE – LA POSSIBILITA’ DI EFFETTUARE ALTRI SUCCESSIVI ACCERTAMENTI”

Anonimo ha detto...

Intervista al Prof Casari del 20/10/17: “ho ancora dei reperti minori molto misti. Se devo giudicare dalla quantità di cromosoma y maschile estraneo a quello di Yara, potrebbero esserci dei campioni in una certa quantità.”
Sturlesi Tosi: “nel suo laboratorio c’è ancora possibilità DI ESTRARRE DNA di ignotouno?”
Intervista al Prof Casari del 20/10/17: “il DNA su cui sono state fatte le analisi più importanti è stato consumato tutto. Ci sono delle altre TRACCE miste”.
Sturlese Tosi: “il tentativo di poter ESTRARRE il profilo genetico si può fare”?
Intervista al Prof Casari del 20/10/17: anche con delle MINIME TRACCE di DNA contaminato SI POTREBBE RICOSTRUIRE, SI POTREBBE RIPRENDERE E RIFARE IL GENOTIPO DELLA TRACCIA MASCHILE. Quello che credo è che non porterebbe a nulla: SE ANDIAMO A RIFARE IL LAVORO DEI RIS, che hanno fatto molto bene, avremo lo stesso risultato”.

Biologo ha detto...

@Anonimo

E' davvero difficile ricostruire chi è in possesso di cosa. Dalle parole riportate mi sembra di capire che hanno a disposizione piastre con aliquote dell'estratto originale.

Un criterio generale teorico, però, lo si potrebbe dedurre dal tipo di analisi e dal risultato che si è ottenuto: se ad un consulente vengono consegnati dei campioni e da questi riesce ad ottenere un profilo del DNA mitocondriale, allora dobbiamo dedurre che in quei campioni non c'erano solo frammenti di DNA nucleare ottenuti dalle STR dei kit per la tipizzazione. Doveva esserci DNA integro. Voglio dire, per essere giunti a sequenziare e ottenere un profilo mitocondriale da un campione, fosse anche solo il profilo mitocondriale di Yara, vuol dire che nel campione doveva esserci la sequenza integra delle regioni d'interesse (le note HV1 e HV2) di quel DNA mitocondriale. Se vi fossero stati soltanto brevi frammenti di DNA nucleare tipici dei prodotti delle analisi di tipizzazione nucleare, non avrebbero ottenuto una lettura della sequenza mitocondriale. Questo fatto fa supporre che quei pozzetti contenevano estratto delle tracce.

Però bisogna anche specificare che, sempre in linea teorica, in qualsiasi campione, anche in quelli con i frammenti delle STR, seppur in quantità davvero piccolissime magari non rilevabili, potrebbe essere presente qualche molecola di DNA originale. Perché? Perché anche nelle provette in cui alla fine si hanno solo i frammenti generati con i kit commerciali tipo ESI, NGM, ecc., bisogna pur inserire un'aliquota di estratto originale da cui i kit possono partire per ottenere i milioni di frammenti a livello dei marcatori. Però in termini di quantità il rapporto tra ogni molecola originale e le copie derivate è comunque di 1 a milioni e milioni (per via della PCR che, appunto, da ogni copia originale genera milioni di copie di frammenti dei marcatori di interesse in un processo esponenziale). Però cosa si potrebbe ottenere da campioni del genere nell'ottica di risolvere la questione di Bossetti non saprei proprio dirlo...

Bruno ha detto...

Oramai sono rimaste due cose: rifare la prova del dna o trovare il vero/a assassino/a.

Wolf ha detto...

Se non si indaga su chi ha condotto le indagini, il vero assassino non si troverà mai.

Bruno ha detto...

Faccio un appello agli scrittori di gialli e triller con il vostro intuito e sagacia trovate il vero assassino.

Bruno ha detto...

Per chi ama la verità.
A te che ami la verità perché, come tutti noi, hai firmato la petizione per il caso del sig. Massimo Bossetti, siamo lieti di comunicare che:
domani sabato 16 novembre
presso la Libreria Open in v.le Monte Nero 6 a Milano alle ore 17.30 si terrà la presentazione del libro L’apparente verità - Luci e ombre del processo mediatico scritto da Elena Cappellini.

Si parlerà anche dell’incredibile caso di Massimo Bossetti.
Interverranno: Il prof. Alessandro Meluzzi, psichiatra, criminologo, scrittore e politico.
L’avv. Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti.
Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato della Repubblica e avvocato. Marta Migliardi, giornalista. Sarà presente l’autrice.

Wolf ha detto...

GIALLO CRIMINALE | Bossetti, è innocente?

https://www.youtube.com/watch?v=FBmOrvWKZAs

Bruno ha detto...

@Wolf, grazie per il link. Per adesso ho potuto vederlo fino al minuto 46. Che dire, Anna Vagli dovrebbe studiarsi meglio il caso Bossetti, ma allo stesso tempo doveva essere lasciata libera di parlare senza essere interrotta. Proseguirò la visione con calma questa sera. Di sicuro la trasmissione è molto interessante.

Biologo ha detto...

«Il Dna di Ignoto 1 è sempre stato al San Raffaele. L’abbiamo conservato. E c’è ancora. Anche se proprio in questi giorni stiamo restituendo il materiale genetico alla Procura di Bergamo che lo ha richiesto».

Gilberto ha detto...

Notizia interessante Biologo. Non sappiamo come interpretare… forse tu puoi azzardare qualche ipotesi? La mia sensazione è che ci sia nell'aria qualcosa (di nuovo?) che fa seguito ad altre notizie apparentemente irrilevanti che si sono succedute negli ultimi mesi… e che potrebbero invece nascondere dei risvolti imprevedibili...

Bruno ha detto...

«Il Dna di Ignoto 1 è sempre stato al San Raffaele. L' abbiamo conservato. E c'è ancora. Anche se proprio in questi giorni stiamo restituendo il materiale genetico alla Procura di Bergamo che lo ha richiesto». È quanto rivela Giorgio Casari, docente di genetica e consulente dell'accusa per l'omicidio di Yara Gambirasio, al settimanale Oggi (in edicola oggi). Una rivelazione clamorosa perché, spiega l'avvocato Claudio Salvagni, uno dei difensori di Massimo Bossetti, le richieste di una superperizia che confrontasse il Dna di Bossetti, condannato all'ergastolo per il delitto, con quello di Ignoto 1 sono sempre state respinte sostenendo che i reperti erano esauriti. Salvagni preannuncia una denuncia per frode processuale e la domanda di revisione del processo: «Grazie al vostro settimanale scopriamo che non è vero... La Procura lo ha sempre saputo».

Bruno ha detto...

Mi domando il perchè la procura richiede il materiale genetico. Non capisco se quello della povera Yara oppure di Bossetti o di entrambi.Oramai a cosa potrebbe servire?

Wolf ha detto...

C'è poco da fidarsi a restituire quel materiale genetico alla procura.


Anonimo ha detto...

Quindi la procura si fa restituire i reperti quando la difesa viene autorizzata ad esaminarli? Vedi a volte le coincidenze...
Haddock

Wolf ha detto...

Omicidio Yara, sì a nuovi esami
https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/11/29/omicidio-yara-nuovi-esami_QtB2gWs2HCmXunvPefvuqI.html

la corte d'assise di Bergamo ha autorizzato la difesa dell'uomo condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio a esaminare tutti i reperti d'indagine, i vestiti che indossava la 13enne di Brembate (Bergamo) scomparsa il 26 novembre 2010 - tra cui slip, leggins, scarpe, giubbotto - e i campioni sulla traccia genetica.

Mi auguro che si vegli che i campioni custoditi presso il San Raffaele vengano trasferiti senza possibilità di contaminazione.

Gilberto ha detto...

Qualcosa si sta muovendo e credo perfino che qualcuno già sappia che con i nuovi esami ne vedremo delle belle...

Wolf ha detto...

il professor Casari, intervistato dal giornalista Giangavino Sulas per il settimanale Oggi, ha confermato che il materiale genetico esiste ancora. Ha anche aggiunto che (si presume in seguito all’istanza del professor Taormina) gli stessi magistrati ne hanno richiesto la consegna. «Stiamo restituendo le rimanenze alla procura di Bergamo» ha annunciato, aggiungendo che è meglio quel materiale vada nelle mani giuste».

https://www.ilriformista.it/caso-yara-bossetti-spera-si-puo-ripetere-il-test-del-dna-16971/?refresh_ce

Io temo che qualcuno tenti il tutto per tutto per inquinarlo prima del riesame.
La faccenda è troppo grossa se dovesse risultare che quel dna che ha condannato Bossetti è falso.

Bruno ha detto...

Sarò ignorante, ma non riesco a capire il perché la procura richiede proprio adesso i reperti.

Bruno ha detto...

Sono molto perplesso per questa dichiarazione del professor Casari: «Stiamo restituendo le rimanenze alla procura di Bergamo» ha annunciato, aggiungendo che è meglio quel
materiale vada nelle mani giuste». Come a dire: si assumano i magistrati le loro responsabilità. Lui ha già dovuto rinunciare, negli anni scorsi, a un’intervista televisiva, proprio dopo la sua deposizione in aula, a causa di interventi “superiori”, proprio dal mondo investigativo. E la corte di cassazione ha dichiarato fuorvianti» le sue dichiarazioni. Comprensibile che un genetista stimato e consulente della procura chiami oggi la magistratura ad assumersi i suoi oneri, dopo tanti onori.

Gilberto ha detto...

E' possibile come dice Wolf che se quel Dna che ha condannato Bossetti fosse un falso qualcuno "tenti il tutto per tutto per inquinarlo prima del riesame"?. Però è anche vero che ormai tutti gli occhi (dell'informazione) sono puntati lì… non sarebbe né facile e né conveniente un'operazione di inquinamento. L'auspicio che il materiale vada nelle mani giuste, mi sembra un riferimento a una capacità professionale di saperlo interpretare nel modo corretto, non tanto una preoccupazione che qualcuno possa operare un inquinamento, anche perché ho la sensazione che i giochi sono già fatti (mi riferisco ad alcune notizie apparse negli ultimi mesi) la verità è probabilmente già venuta a galla e si aspetta solo il momento di ufficializzarla. Pertanto non nutrirei preoccupazioni di qualsivoglia inquinamento…

Bruno ha detto...

Anche io penso che non sia possibile un ipotetico inquinamento, però allo stesso tempo mi chiedo, oramai essendo il Bossetti già condannato all'ergastolo che significato può avere una tale richiesta da parte della procura, a cosa servirebbe e come mai in questo momento, chi potrebbe aver mosso le acque stagnanti, come mai Salvini non ha fatto la richiesta di revisione prima di questi nuovi fatti..

Bruno ha detto...

Scusate ...Salvagni, non Salvini.

Anonimo ha detto...

Vorrei però capire una cosa. Se c’è stato un giudizio di cassazione - a prescindere dall’andamento del processo e dalle varie stranezze varie - come mai adesso viene accolta una richiesta della difesa di poter accedere ai vari reperti? Su quali basi, visto che il processo era concluso in maniera definitiva? Con questa decisione, si sta implicitamente dicendo che esistevano dei dubbi? Oppure le cose sono non correlate?
Grazie
Haddock

Biologo ha detto...

@Gilberto

- scrive: L'auspicio che il materiale vada nelle mani giuste, mi sembra un riferimento a una capacità professionale di saperlo interpretare nel modo corretto

Il prof. si riferisce al fatto che è giusto che quel materiale sia nelle mani dell'autorità giudiziaria. Perché è giusto, nonché comprensibile, che un consulente di una parte non diventi un custode di reperti in perpetuo.

Se vieni nominato consulente in un processo importante, lasciarti indefinitamente in custodia reperti oggetto di controversie diventa una condanna...

Ed è anche ragionevole che i reperti vengano restituiti quanto prima alle autorità. Altrimenti un consulente cosa dovrebbe fare? Essere costretto ad organizzarsi per custodirli per tutta la sua vita? Disporre addirittura in che modo continuare a conservarli dopo la sua morte? Chiaro che è assurdo.

Il punto è perché si è venuta a determinare questa situazione assurda.
Certo è che nel momento in cui il prof. restituisce dei reperti prova che esistevano. Il fatto stesso che qualcosa venga restituito ne prova l'esistenza. Finché erano conservati dal prof. e c'era solo quella trascrizione dell'udienza in cui affermava di avere delle provette, la Procura poteva sempre sostenere che si trattava di affermazioni imprecise, che non si sapeva di cosa era in possesso, che poteva essersi confuso in udienza, ecc..
Invece, nel momento in cui questi reperti vengono trasferiti, chi li riceve viene innegabilmente a conoscenza con precisione di che tipo di materiale esiste ancora.

Ad autorizzare la difesa a fare analisi difensive su tutti i reperti, non solo quelli del prof. Casari, è stata la Corte d'Assise di Bergamo in quanto giudice dell'esecuzione. Quindi, se non sbaglio, dovrebbe trattarsi della stessa persona che aveva condannato Bossetti in primo grado. Se si tiene presente che la condanna in primo grado era giunta prima che numerose anomalie venissero scoperte durante il secondo grado, allora si può capire come mai adesso qualcun altro, oltre alla difesa, abbia voglia di vederci chiaro.

Bruno ha detto...

Questi reperti dove andrebbero ad essere custoditi, nei soliti sotterranei? negli archivi dentro armadi blindati intaccabili da muffe? in scatoloni ecc. e per quanto riguarda il dna? e i fogli compilati con le analisi come dovranno essere protetti?

Anonimo ha detto...

la corte d'assise di Bergamo ha autorizzato la difesa dell'uomo condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio a esaminare tutti i reperti d'indagine.
acciderboina! ma da quando è giusto permettere alle difese di esaminare simili reperti!? Di questo passo si tornerà al cannibalismo e all'età della pietra! ;)

john doe

Gilberto ha detto...

A Biologo

Questa restituzione io ritengo che non sia un fatto accidentale (che poteva essere o non essere in modo arbitrario), ma qualcosa che fa seguito a altri accadimenti di cui non siamo a conoscenza. Quel materiale poteva continuare a 'dormire' indefinitamente là dov'era e i colpevolisti a farsi beffe di chi chiedeva nuove analisi.

Qualcosa deve essere intervenuto, qualcosa che sta rimettendo tutto in discussione e che ha fatto rizzare le antenne a qualche addetto ai lavori… Ho l'impressione che la 'restituzione' si è resa necessaria nel momento in cui si è data un'evidenza (che non conosciamo, ma della quale forse c'è traccia nella cronaca degli ultimi mesi sul caso in parola) che ha reso necessario 'rivedere il già visto' e 'rimettere in discussione' quello che sembrava assodato e indiscutibile...

Sono persuaso che questa 'restituzione' non è il semplice accoglimento di una istanza difensiva. Chi ha condannato Bossetti in via definitiva avrebbe potuto fare orecchie da mercante come ha fatto in tutti i gradi di giudizio. Quello che sta accadendo non riesco ad interpretare in altro modo se non con dei fatti (che ancora non conosciamo) che stanno ad indicare che la difesa è in possesso di qualcosa di veramente tangibile, utile a dimostrare l'innocenza dell'imputato. Nel caso fosse così, non farebbe piacere a nessuno scoprire di aver preso una solenne cantonata. Meglio dimostrare buona volontà e apertura… per poter poi dire che la Giustizia… alla fine… trionfa sempre...

Se così non fosse non mi spiegherei perché proprio adesso viene accolto quello che la difesa ha richiesto per anni e inutilmente...

Anonimo ha detto...

una domanda per chi è più informato di me: ma a processo non si era affermato che tale materiale era esaurito? Se sì, visti i nuovi sviluppi, chi lo affermò è adesso passibile di essere denunciato per aver mentito alla corte?

S.P.

Wolf ha detto...

Come puoi leggere qui, Salvagni non esclude una denuncia per frode processuale:

https://milano.repubblica.it/cronaca/2019/11/27/news/delitto_di_yara_i_legali_di_bossetti_annunciano_una_denuncia_per_frode_processuale-242072373/

Ma come leggerai alla fine dell'articolo, si giocherà sulla interpretazione dell'affermazione che il materiale era esaurito.

Ma comunque sia, quel materiale dovevano tirarlo fuori e permettere alla difesa di analizzarlo.

Anonimo ha detto...

grazie del chiarimento Wolf

S.P.

Biologo ha detto...

"Il pm Ruggeri già a marzo aveva chiesto che i reperti, nel frattempo inviati dal Ris al comando provinciale dei carabinieri, venissero depositati all’ufficio corpi di reato. Tra passaggi e tempi della giustizia, ha avuto il via libera a settembre. È recente anche la consegna dei campioni di Dna dal San Raffaele."

Wolf ha detto...

https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartogrado/massimo-bossetti-gli-oggetti-dissequestrati_F309976601011C17

Non posso vedere il video, per favore mi fate un riassuntino?
Chi e perchè gli oggetti dissequestrati sono arrivati a Telelombardia?

Bruno ha detto...

@Wolf, ho potuto vederlo, cercherò di spiegarti cosa c'è in questo video. Una persona anonima ha consegnato un pacco alla portineria della redazione di Telelombardia. Veramente mi meraviglio che questo pacco sia stato accettato senza prendere i documenti di questo anonimo, infatti poteva esserci anche una bomba dentro questo pacco. Durante la trasmissione hanno fatto vedere degli oggetti fra cui anche cellulare di Bosssetti dentro delle buste trasparenti utilizzate dai carabinieri per conservare questi oggetti. In studio anche Nuzzi e il giornalista Gavino Sulas. Quello che non si riesce ed anch io non riesco a capire il motivo per cui questo pacco è stato consegnato a Telelombardia. Wolf vedi se riesci a vederlo perchè questo video per te è sicuramente interessante, mi dispiace ma io non sono molto esperto e mi viene difficile fare qualche considerazione, l'unica cosa che potrei dire è che mi ha dato l'impressione che si stia costruendo qualcosa contro Bossetti, ancora non so cosa e come mai possano girare senza destare allarmi questi pacchi con dei referti di un caso così grave. Mi dispiace ma a questo momento non riesco a capire di più.

Bruno ha detto...

@Wolf Marco Oliva dice che sono immagini esclusive. Nelle buste trasparenti con le scritte Carabinieri Reparto Tecnologie Informatiche c'è Uno smart phone scuro, una fotocamera digitale, una pennetta USB, una chiavetta per connessione internet un telefono cellulare di vecchia generazione,ed ancora un altro cellulare di vecchia generazione, un altra chiavetta USB colore verde trasparente marca Emtec da 16 gb. un hard disk tipo portatile, due sim card, una tower di un pc fisso marca Aspire, e un computer portatile con custodia Toshiba, altro non ricordo per adesso.

Bruno ha detto...

@Wolf, nello scatolone chiuso a croce con nastro per pacchi c'è scritto plico 3. Mi domando come mai il 3 è stato consegnato e gli altri ? Perlomeno il 1 ed il due non sapendo se esiste il quarto.? Cosa potevano contenere ancora?

Bruno ha detto...

@Wolf, la voce narrante dice che erano oggetti sequetrati a Bossetti nel giugno del 2014

Bruno ha detto...

@Wolf, Marco Oliva dice che non crede che centrino gli avvocati di Bossetti nella consegna di questo pacco.

Bruno ha detto...

La voce narrante dice perchè la consegna ad una emitente televisiva?, aveva forse paura che venissero distrutti?

Bruno ha detto...

@Wolf, verifica se nel tuo pc è installato flash player - casa adobe- se ancora non riesci a vederlo potrebbe essere questa la causa.

Bruno ha detto...

Tratto da Libero: ll.mo Dott. Feltri buongiorno, Le chiedo gentilmente di non tralasciar nulla di quanto continuo a dover subire dalla giustizia italiana.
Com' è possibile che venga trasmessa alla mia difesa l' autorizzazione da parte della Corte, successiva all' istanza depositata dall' avvocato Salvagni qualche giorno fa, di poter accedere ai reperti, ad indagare sui reperti di DNA ancora disponibili, e ad esaminarli con i miei consulenti; conservandoli per i futuri esami. E dopo 48 ore la procura di Bergamo mi nega di fare ulteriori accertamenti e le dovute indagini sui reperti consentiti, non solo nel fare una "ricognizione" senza poterci mettere mano.Scandaloso tutto questo!!
Io mi chiedo, come posso difendermi nel provare la mia estraneità, se non mi permettono di difendermi a dovere indagando sui reperti nell' accertare l' assoluta granitica certezza, che quel DNA non mi appartiene.
Per favore Dott. Feltri, mi aiuti nel gridare facendosi sentire quanto d' inumano continuo a dover subire, e per quanto tutti noi cittadini "Purtroppo" restiamo nelle loro mani. I miei figli soffrono e hanno bisogno del loro padre.
Certo in una sua collaborazione, la ringrazio come sempre di cuore a tutto.

Mi permetta di salutare caramente la sua giornalista Azzurra Barbuto che mi ha dedicato la risposta in una mia lettera pubblicata sul suo quotidiano con un bellissimo suo pensiero: «NON PERDERE LA SPERANZA, NOI SIAMO CON TE».
È confortante questa vostra bella frase nonostante quello che si vive all' interno di quattro mura. A tutta la redazione un forte abbraccio, vi voglio bene. Grazie a lei Dott. Feltri e a tutta la sua direzione di Libero.
I miei cordiali saluti. di Massimo Bossetti

Wolf ha detto...

Grazie Bruno,
Il video lo posso vedere per alcuni secondi, poi si interrompe con la scritta che non ho il pemesso. Probabilmente perchè non mi connetto dall'Italia.
Troverò una soluzione per poterlo vedere integralmente.

Da quello che ho capito dalla lettera a Feltri, alla difesa è permesso solo vedere i reperti di Yara, ma non toccarli ed analizzare il dna.
È palese che Ruggeri e compagni temono lo smascheramento della frode montata ai danni di un innocente.
Aspettiamo l'evolversi di questa assurda storia.

Bruno ha detto...

Alla Rai - Vita in diretta questo pomeriggio si è parlato del caso Bossetti con Salvagni in studio.

Wolf ha detto...

Yara, moglie Bossetti ingaggia nuovi legali: lui li diffida
https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/12/12/yara-moglie-bossetti-ingaggia-nuovi-legali-lui-diffida_dPDNd3wMu6V1nMdyxdwj1K.html

Wolf ha detto...

https://youtu.be/_AmpBVOFNkM

Bruno ha detto...

@Wolf, mi sembra che Carlo Infanti si sia schierato con il suo libro dalla parte di Bossetti. Da quanto ho potuto capire della piuma, un elemento molto importante, ne ha parlato per primo Carlo Infanti. Taormina ha detto chiaro che se non è possibile rifare le analisi per il dna, Bossetti andrebbe liberato.

Wolf ha detto...

E anche questa sarebbe una criminologa?.
https://urbanpost.it/massimo-bossetti-yara-dna-prove-criminologa-anna-vagli/

Ma che vada a depilarsela invece di scrivere certe idiozie.

Bruno ha detto...

Un altra che cerca visibilità sulla pelle di Bossetti. Dovrebbe studiare meglio il caso.

Wolf ha detto...

Intanto la richiesta di confisca dei reperti, avanzata dalla Pm Letizia Ruggeri in risposta all’istanza del legali di Bossetti, Salvagni e Camporini, non è stata accolta.

https://www.oggi.it/attualita/notizie/2019/12/18/massimo-bossetti-verso-nuove-indagini-ora-anche-la-famiglia-di-yara-gambirasio-e-daccordo-esclusivo/

Qualcuno mi spiega un valido motivo per la richiesta di confisca dei reperti da parte della Ruggeri?.

John Doe ha detto...

@wolf,
mi stupisco della tua domanda. ;)

Bruno ha detto...

Ieri a quarto grado si è parlato anche di questa richiesta.

Wolf ha detto...

Il Dna di ignoto 1 è al sicuro?
Rai play La Vita in diretta

https://www.msn.com/it-it/video/amici/bossetti-il-dna-di-ignoto-1-%C3%A8-al-sicuro/vi-BBY3yFG

Gilberto ha detto...

Penso che un innocente nel giorno di Natale è lontano dalla sua famiglia, dai suoi figli. Immagino il suo dolore non solo per la lontananza dai suoi affetti, ma anche perché sta pagando per qualcosa che non ha commesso e allora il suo dolore è decuplicato. Un augurio che alla fine la giustizia, quella vera, possa trionfare. Purtroppo ci sono molti indizi che non si vuole cercare davvero la verità…

erostrato ha detto...

https://urbanpost.it/tribuanle-asti-sentenza-prima-di-arringa-difesa/

classico esempio dell'infallibilità della giustizia.

Bruno ha detto...

Auguri a tutti Voi ed a Bossetti.

Gilberto ha detto...

Nell’esperimento che stanno conducendo c’è un errore concettuale. Già il solito esperto sta gufando, dicendo che le condizioni ambientali non possono mai essere le stesse. L’osservazione è di quelle che vanno bene in tutte le salse. In cosa consiste secondo me l’errore? Il dna non solo non è più leggibile dopo tre mesi, ma probabilmente dopo due settimane. Per tacitare i fautori della ‘scientificità’ e delle stesse condizioni riproducibili, già dopo un solo mese alle intemperie sono sicuro che non ci sarebbe più modo di effettuare un’analisi. Per questo io avrei posizionato tre o quattro gruppi di campioni da prelevare poi dal campo di Chignolo a distanza di due settimane, un mese, due mesi e tre mesi… Se dopo due settimane o un mese il materiale non fosse più leggibile, i fautori della 'scientificità' avrebbero solo da arrampicarsi sugli specchi...

Gilberto ha detto...

Più di due terzi degli scienziati secondo una ricerca ha provato e fallito nel riprodurre l’esperimento di un collega, ma più di metà di loro hanno fallito nel riprodurre i loro stessi esperimenti. Questo avviene normalmente nell’industria farmaceutica. Ovviamente la riproducibilità riguarda tutti gli apparati e i risultati della scienza quando ad esempio entrano in gioco le condizioni ambientali che per definizione non possono mai essere le stesse. Quanto devono essere simili le condizioni sperimentali per poter dire che sono le stesse? Se fosse vero che quanto rilevato nel campo di Chignolo non fosse riproducibile sperimentalmente non ci troveremmo di fronte a un risultato scientifico che per definizione deve essere riproducibile e controllabile da altri ricercatori. Inoltre è proprio l’idea che il proprio risultato debba poter essere riprodotto da altri che fa da deterrente contro frodi e imbrogli. Se un esperimento non è riproducibile non credo proprio che i risultati ottenuti possano essere considerati scientifici… Quindi a tutti gli effetti quello che stanno facendo è proprio in linea con il metodo scientifico. Io come ho specificato nel precedente intervento avrei però reso l’esperimento ancora più analitico con varie scansioni temporali.

erostrato ha detto...

infatti cosa cambierebbe se ci fossero alcuni gradi in più o in meno?
giorni in più di pioggia o neve?
se dopo alcune settimane non si trova più il nucleare(come avviene normalmente) non ci sarebbero dubbi sulla resistenza alle intemperie.
forse quello dell'insegnante deve essere più resistente sia nucleare che mitocondriale, dovuto alla giovanissima età? la PG potrebbe inventarsi anche questo.

Wolf ha detto...

Speriamo che nevichi, altrimenti nel caso che alla scadenza dell'esperimento il dna nucleare risultasse scomparso, direbbero che quello di ignoto1 si era conservato grazie alla protezione dello strato di neve.

Bruno ha detto...

Frase tratta dal sito: "Io sto con Bossetti".
In caso contrario, secondo il nostro codice penale e la nostra Costituzione, il DNA non potrebbe essere considerato una “prova regina” ma solo una “pista da seguire”. Pista che dovrà successivamente portare vere “prove” di colpevolezza.
Pista che nel caso del sig. Massimo Bossetti ha portato al NULLA assoluto.

Wolf ha detto...

Già non è credibile che Bossetti abbia lasciato una unica esigua traccia biologica proprio ed esclusivamente nella mutanda della vittima.

Wolf ha detto...

Massimo Bossetti, l’amara verità sui campioni di Dna: “Sono ben 54 e non zero! Tanto basta per riaprire il processo”

Il settimanale Oggi in edicola pubblica in esclusiva il documento in quattro pagine firmate dal presidente della Corte d’Assise Giovanni Petillo che riporta l’elenco di 98 reperti dell’inchiesta sull’omicidio di Yara confiscati perché non vengano distrutti, né restituiti (ai familiari della vittima e di Bossetti). Viene ufficializzato che ci sono, ancora utilizzabili, ben 54 campioni di Dna di Ignoto 1 in provetta. Una novità importante che smentisce clamorosamente quanto scritto nelle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Brescia



https://www.oggi.it/attualita/notizie/2020/01/30/massimo-bossetti-lamara-verita-sui-campioni-di-dna-sono-ben-54-e-non-zero-tanto-basta-per-riaprire-il-processo-esclusivo/

Bruno ha detto...

@Wolf, grazie della notizia.

Bruno ha detto...

Non riesco a capire perché la procura aveva richiesto i campioni ed i reperti vari, non era meglio starsi zitti e non fare nessuna richiesta, oramai Bossetti era condannato in via definitiva.

Anonimo ha detto...

Corte d’Assise - Procura: 54 a zero
che match!

Bruno ha detto...

L'ex vigile del fuoco Michele Buoninconti ha assunto un investigatore privato per riprendere le indagini

Bruno ha detto...

Intervista ad Angelo Massaro, 21 anni in carcere per un omicidio mai commesso. A incastrarlo, un errore nella trascrizione e nell'interpretazione di un'intercettazione: una "t" al posto di una "s" hanno dato origine a uno dei più gravi errori giudiziari della storia italiana recente.
Visita http://www.errorigiudiziari.com, il primo archivio on line su errori giudiziari e ingiusta detenzione.
Vuoi ricevere la newsletter di Errorigiudiziari.com? Clicca su http://www.errorigiudiziari.com/newsl...

Wolf ha detto...

Ma di questo esperimento se ne sà nulla?.
https://urbanpost.it/massimo-bossetti-yara-news-nuovo-pool-esperimento/

Bruno ha detto...

E' deceduto Pietro Pagnoncelli,una persona che credeva e si batteva per la Giustizia.

Bruno ha detto...

@ Wolf grazie per il link ma nella pagina mi dice che il sito non può fornire una protezione, è esatto ?

Bruno ha detto...

Il sito non può fornire una connessione protetta

urbanpost.it utilizza un protocollo non supportato.
Come potrei fare per poter vedere la pagina ? grazie

Bruno ha detto...

Il servizio su Rai Play la vita in diretta del misterioso esperimento è oscurato, si vedono tutti gli altri video tranne quello dell'esperimento per Bossetti.

Wolf ha detto...

Bruno, io non ho nessuno dei problemi.
Uso Firefox Developer e vedo tutto, anche il servizio di RaiPlay.
Il primo problema è dovuto al protoollo https di solito insito nel browser Chrome.

Pietro Pagnoncelli non è quello che gli avevano fatto esplodere la bucalettere?. Di cosa è morto?

«Meno recenti ‹Vecchi   2401 – 2600 di 2709   Nuovi› Più recenti»