Tabella funghi (clicca per ingrandire) |
Certo, la causa primaria sta nei funghi cucinati. Nessuno discute il fatto che se non li avessero mangiati ora i Di Ruscio sarebbero sicuramente vivi. Ma chi conosce l'esatta cronistoria di quanto accaduto, sa che tutto non ha funzionato per come doveva. I giornali e le televisioni, come sempre, hanno fatto una cronaca parziale ed una certa confusione, alcuni hanno pure inventato. Tutto per essere i primi a riportare la notizia. Ci hanno detto che gli esperti assicurano che l'ingerire quel tipo di fungo (amanita phalloides) porta a morte certa, ma in realtà anche questa è una mezza verità. Le statistiche ci dicono che in Italia ogni anno almeno cinquecento persone vengono intossicate dai funghi velenosi. Ci dicono che il novanta per cento risolve in poco tempo i problemi fisici, questo perché quanto ingerito in realtà non è letale (si parla dei funghi che fan star male a pochissime ore dall'ingestione). Ci dicono che il dieci per cento, quindi una cinquantina di persone l'anno, hanno purtroppo complicazioni serie, proprio a causa del tipo di fungo che si comporta in modo da far scoprire con molto ritardo l'avvelenamento. Ma avere complicazioni serie non significa sempre morire. Ad esempio: se si son mangiati pochi grammi si può ricorrere ad un antidoto che in qualche giorno stabilizzerà i parametri. La Farmacia del Sant'Anna di Ferrara ne distribuisce in tutto il territorio nazionale. Se invece si è esagerato, per poter sopravvivere serve arrivare in ospedale il più presto possibile. Certo, sarà quasi impossibile non dover subire un trapianto di fegato, penare mesi e mesi, forse anni, ma alla fine del calvario si potrà tornare alla propria vita. E' capitato a tanti di intossicarsi per aver mangiato l'amanita phalloides, e non è affatto vero che tutti siano morti.
Per non morire fra atroci sofferenze, quindi, occorre arrivare in un ospedale con una certa celerità. E qui sta la 'falla' che rende inquietante quanto capitato alla famiglia Di Ruscio. Loro hanno mangiato i funghi il mercoledì sera e sono entrati al Pronto Soccorso nel pomeriggio del giovedì... ma potevano arrivarvi prima se l'operatore del 118, a cui avevano chiesto aiuto, avesse inviato un'ambulanza ad aiutarli. Nessuno vuol creare 'mostri', non io perlomeno, ma quanto è accaduto non è proprio limpido, visto come la storia si è sviluppata. Tutto è iniziato, come detto, mercoledì 17 ottobre, quando Lino Di Ruscio trova in un podere, fra gli altri, anche dei bellissimi funghi carnosi bianco-verdastri. Si avvia verso casa ed incontra la famiglia del fratello, che osservandoli gli chiede se davvero è intenzionato a mangiarli. Lui dice che quelli verdognoli li butterà, non è certo siano commestibili... ed invece, probabilmente, fa un esperimento su di sé, come fatto altre volte. Ne assaggia una minima parte ed attende. Arriva la sera, non ha sintomi e decide di cucinarli tutti, anche i verdognoli. E qui dimostra di non avere alcuna cultura sui funghi, perché solo quelli poco velenosi danno sintomi già nelle prime ore, i letali sono subdoli ed iniziano dopo la dodicesima a farsi sentire. Ed infatti la famiglia cena, mangiando anche i funghi, e va a dormire normalmente. La notte scorre tranquilla ed è solo il mattino successivo che arrivano i sintomi caratteristici dell'avvelenamento. Ma il mal di pancia e il vomito, inizialmente sopportabili, non fermano la figlia dell'uomo, Simonetta, che si reca al lavoro come tutti i giorni. Però poi è costretta dal dolore a tornarsene a casa. In famiglia tutti come lei stanno male, suo padre sua madre ed il figlio maggiore di tredici anni che i funghi li ha solo assaggiati (il piccolo di sette sta bene, lui non li ha voluti mangiare). Cosa possono fare in una simile situazione? Ciò che ogni cittadino italiano farebbe in casi del genere... chiamare il 118.
Ed ecco ciò che io credo sia una 'falla' (specialmente in questo periodo altamente a rischio di avvelenamenti a causa dei funghi): l'operatore del 118 non si rende conto della gravità del fatto, non capisce che si tratta di una intossicazione che può portare alla morte, dice che per casi del genere non si inviano ambulanze ed invita la famiglia a recarsi al pronto soccorso coi propri mezzi. Ma quando il dolore è lancinante guidare un'auto è impossibile. E così, fra una corsa al bagno ed un non sapere che fare (ricordiamoci che tutti gli adulti in casa stavano male, che anche il figlio di tredici anni stava male e che era presente un bambino di sette anni) si arriva nel primo pomeriggio di giovedì, quando Simonetta si piega in due dal dolore. Il male non aiuta la ragione, ma finalmente decide di chiedere aiuto alla cugina Daniela. Lei il giorno precedente aveva visto i funghi verdognoli, capisce subito che è una intossicazione ed abbandona il lavoro per correre dai parenti. Ma i minuti nel frattempo non si fermano. Arriva a casa dello zio, si rende conto che è anche peggio di quanto pensasse e chiama il medico di famiglia, che di lì a poco arriverà. Lui dice che non c'è assolutamente tempo da perdere, che bisogna correre all'ospedale. Daniela allora carica tutti e li porta al Pronto Soccorso del Cisanello. Purtroppo non può restare con loro, il bimbo piccolo di Simonetta sta bene ma si trova ad essere solo e ad aver bisogno di lei. Cosa accade a questo punto? Di sicuro s'è perso altro tempo prima che qualcosa si potesse fare, tutti siamo stati nei Pronto Soccorso degli ospedali e sappiamo bene come funzionino le cose... ma se i Di Ruscio fossero arrivati con un'ambulanza si sarebbero accellerati di certo anche i soccorsi ospedalieri.
Però, da quando s'è detto nei telegiornali, i medici si sono attivati subito. Ma attivarsi subito, a parte che l'operatore del 118 già aveva fatto tardare di tanto le operazioni di soccorso, a mio parere significava stabilizzare la situazione ed inviare i familiari, tutti e quattro, al Careggi di Firenze, dove è in funzione il Centro Antiveleni di riferimento per la Toscana. Anzi, se un'ambulanza ed un medico fossero arrivati tre o quattro tre prima a casa Di Ruscio, forse la si sarebbe indirizzata subito verso il Careggi, senza neppure fermarsi all'ospedale di Pisa... dove alle analisi sono seguite le terapie, è vero, magari anche con la consulenza dei professori del Careggi (ma un conto è un consulto a distanza ed un altro è l'avere il paziente sotto gli occhi), però c'è comunque da chiedersi: si può tenere sotto osservazione chi ha ingerito la "Amanita Phalloides?", il fungo più velenoso, quello che entrato in circolo non fa feriti ed uccide tutte le cellule dei reni e del fegato? Forse è una prassi, forse in questi casi si aspetta e si spera di non avere a che fare con funghi letali. Ed io la capisco e la posso capire solo in questo modo, visto che solamente il venerdì mattina, ad oltre trentasei ore dall'ingestione, Lino Di Ruscio è stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva ed è scattata la ricerca di un fegato. Ciò che non capisco, è per quale strano motivo non si siano ricoverate subito in terapia intensiva anche la moglie e la figlia. A quel punto era abbastanza chiaro che quanto stava accadendo all'uomo sarebbe capitato anche alle donne. Donne che solo il sabato mattina alle 11.00 sono entrate nello stesso reparto... ma ormai il limite lo si era superato di tanto. Simonetta e sua madre parlavano con l'alito, i valori del loro sangue erano completamente sballati, il fegato non era più rimediabile e restava, come ultima possibilità (ma a quel punto serviva un grande miracolo), la speranza di trapiantarne uno sano e di avere riscontri positivi in breve tempo.
Lo ripeto, non voglio creare mostri, ma allo stesso tempo una pulce mi storpia l'orecchio. Per questo spero che oltre all'autopsia, un atto dovuto, si sequestri la registrazione della telefonata al 118 e si faccia chiarezza sul motivo per cui l'operatore non ha inviato un paio di ambulanze ed ha invitato quattro persone intossicate, con dolori addominali di certo lancinanti, a recarsi al pronto soccorso con la loro auto. Spero anche si sequestrino le cartelle cliniche, giusto per sapere a che ora la famiglia è entrata al Pronto Soccorso, a che ora sono iniziate le terapie ed a che ora si è chiesto un fegato da trapiantare. Spero ci sia qualcuno che chieda ai medici il motivo per cui non hanno pensato di mandare la famiglia Di Ruscio al Careggi e se davvero avevano capito nell'immediatezza con quale tipo di veleno si trovavano a combattere. Quando i minuti incidono tanto sulla vita delle persone, quando non si può perdere tempo perché tempo da perdere non ce n'è, occorre agire in maniera consona. E chiedere conto di come i medici e gli operatori del 118 hanno usato il loro tempo in determinati momenti, mi pare il minimo visto che un ragazzino di tredici anni ed un bimbo di sette sono rimasti senza madre e senza nonni.
Se a Pisa s'è fatto quanto si doveva fare, buon per l'operatore del 118 e per i medici dell'ospedale che si potrà dire hanno operato con diligenza. Se a Pisa s'è fatto quanto si doveva fare, vorrà dire che solo il destino è stato crudele e si è accanito coi Di Ruscio per farli soffrire le pene dell'inferno in un ospedale che nulla di più poteva fare per loro. Ed una volta sgombrate le ombre vorrà dire che per salvare la vita degli italiani che si fidano troppo di quanto dice un amico, e non sanno che l'Asl ha uffici in cui portare i funghi raccolti, non resterà altro da fare che chiedere alle amministrazioni comunali di agire nel modo più semplice di questo mondo: far affiggere, quando inizia la stagione dei funghi, tanti bei cartelloni sulle strade delle loro città con la foto di quelli velenosi e di quelli commestibili... a volte in fondo basta poco per prevenire le tragedie.
Salvatore Parolisi. Colpevole o innocente? Analisi delle ricostruzioni portate dai Pm Sarah Scazzi. Martedì 23 ottobre parlerà Michele Misseri: in vino veritas
Salvatore Parolisi. Tra sfortune e malocchi peritali...
Il bimbo non è stato rapito, ma lo scoop emotivo di Chi l'ha Visto potrebbe...
Sarah Scazzi. La metamorfosi dei media... da 'processo-reality' a format garantista?
Enzo Tortora e la tortura giudiziaria e mediatica...
In nome del popolo italiano la giustizia ha due facce...
Salvatore Parolisi. Quando Melania è morta il marito non era con lei...
Manlio Tummolo: La “Netiquette” di internet dal punto di vista giuridico
Melania Rea si poteva salvare? Fra qualche giorno lo sapremo...
11 Settembre 2001. Un'altra data che avvicina l'uomo alla distruzione finale
Taranto: Ad un passo dal deserto rosso...
Effetto Cold Case – Al di là dell'evidenza... noi, trattati come come cavie...
Melania Rea. Nella ricostruzione manca una telefonata e...
Annamaria Franzoni - Caso Cogne. Sceneggiatura di un delitto: il film impossibile
Melania Rea. Il patologo e la semenogelina ci dicono che il...
Melania Rea. La moneta da un euro mai analizzata...Effetto Cold Case – Al di là dell'evidenza... noi, trattati come come cavie...
Melania Rea. Nella ricostruzione manca una telefonata e...
Annamaria Franzoni - Caso Cogne. Sceneggiatura di un delitto: il film impossibile
Melania Rea. Il patologo e la semenogelina ci dicono che il...
Come uccidere chi non ci concede il divorzio senza andare in galera.
Sandra Lunardini. Un'altra donna che prima di essere uccisa
Sabrina Blotti. Un crimine in cui l'amore non c'entra nulla
Laura Bigoni e gli omicidi compiuti da "non si saprà mai chi"...
Leggi anche:
L'uomo moderno? Uno schiavo della tecnologia nato al buio della caverna di Platone...
Salvatore Parolisi. Le due frasi che lo scagionano
Melania Rea. Il mistero delle nuove perizieSalvatore Parolisi. Le due frasi che lo scagionano
Melania Rea. L'omicidio nato a causa del segreto che Melania voleva raccontare...
Il processo e le indagini sulla morte di Samuele Lorenzi:
Speciale Annamaria Franzoni... a volte la giustizia non conosce logica...
Annamaria Franzoni 1 (come far stare 3 minuti e mezzo in poco più di due)
Annamaria Franzoni 2 (come preparare un bimbo per la scuola in 7 minuti scarsi)
Annamaria Franzoni 2 (come preparare un bimbo per la scuola in 7 minuti scarsi)
Annamaria Franzoni 3 (come contaminare la scena del crimine e far finta di nulla)
Annamaria Franzoni 4 (come analizzare un pigiama senza essere esperti in BPA)
Annamaria Franzoni 5 (come far passare per malato chi per i giudici non lo è)
Annamaria Franzoni 6 (come modificare i verbali di interrogatorio)
Annamaria Franzoni 7 (gli zoccoli della discordia ed i testi alla non ricordo ma...)
Annamaria Franzoni 8 (la perizia ridicola del bimbo morto ma ancora vivo)Annamaria Franzoni 4 (come analizzare un pigiama senza essere esperti in BPA)
Annamaria Franzoni 5 (come far passare per malato chi per i giudici non lo è)
Annamaria Franzoni 6 (come modificare i verbali di interrogatorio)
Annamaria Franzoni 7 (gli zoccoli della discordia ed i testi alla non ricordo ma...)
Annamaria Franzoni 11 (una condanna nata dalle chiacchiere di paese)
Annamaria Franzoni.12 (Le intercettazioni spacciate dai media e dalla procura...)
Annamaria Franzoni.13 (Il Pm Cugge disse che gli alibi dei vicini erano buoni alibi...)
Annamaria Franzoni.14 (L'alibi della vicina ed i suoi movimenti alquanto particolari...)
Annamaria Franzoni.15 (Una sola approfondita analisi per capirne l'innocenza...)
Annamaria Franzoni.16 (Taormina chiede 800.000 euro per il suo non lavoro)
Annamaria Franzoni.17 Il delitto efferato? Una fantasia dei giudici del copia- incolla
Annamaria Franzoni 18 Caso Cogne. Sceneggiatura di un delitto: Il Film Impossibile
Sarah Scazzi. Guardando oltre il giardino (e se Michele Misseri soffrisse di...)
Caso Scazzi – Logica e suggestione – Il tacchino di Russell
Caso Scazzi. Il sistema paese affetto da sindrome post traumatica?
Caso Scazzi – Dialogo Socratico e Sarchiapone
Caso Scazzi - Il gatto di Schrödinger ed altri paradossi...
Caso Scazzi - Chi ha ucciso Sarah?
Homepage volandocontrovento
Un modo diverso di vedere l'omicidio di Avetrana negli articoli di Gilberto M.
Caso Scazzi. La vita è sogno... Sarah Scazzi. Guardando oltre il giardino (e se Michele Misseri soffrisse di...)
Caso Scazzi – Logica e suggestione – Il tacchino di Russell
Caso Scazzi. Il sistema paese affetto da sindrome post traumatica?
Caso Scazzi – Dialogo Socratico e Sarchiapone
Caso Scazzi - Il gatto di Schrödinger ed altri paradossi...
Caso Scazzi - Chi ha ucciso Sarah?
3 commenti:
Carissimo Massimo hai fatto bene a scrivere questo articolo,e che come dici non tutto è stato fatto nelle regole.Non voglio colpevolizzare nessuno ,ma certamente quel'operatore del 118 la coscienza non c'e la tanto pulita,ci voleva molto ad inviare un autoambulanza e che magari quelle vite si potevano salvare.Con i funghi non si scherza,o si comprano da chi ne capisce altrimenti sono guai e tante volte anche mortali. Ciao Massimo.
Ciao Massimo, giusto ieri ho terminato un corso di Primo Soccorso ed abbiamo parlato, tra le altre cose, delle chiamate verso il 118.
Chi risponde al centralino è personale infermieristico specializzato presidiato da un medico per ogni postazione.
Le postazioni di solito sono in uno o più ospedali importanti che però, in virtù del contenimento dei costi, non vantano più di tanti mezzi a disposizione e l'operatore si trova a dover gestire le chiamate classificandole come urgenze ed emergenze.
Fare errori di valutazioni sulla gravità della chiamata può portare a non avere a disposizione mezzi poiché alcuni sono fuori per urgenze scambiate per emergenza.
Riallacciandomi al tuo interessante articolo c'è da dire che è stato molto importante e determinante ciò che ha comunicato la famiglia all'operatore durante la richiesta d'aiuto .
E' importantissimo essere più chiari possibili riguardo la spiegazione dell'accaduto dando più informazioni possibili.
E nel caso fosse sottovalutato quello che noi riteniamo essere un problema chiedere sempre il nome dell'operatore.
A me è capitato che mia mamma lo scorso anno sembrava avesse i sintomi di un infarto,
ma essendo malata di Alzheimer non riusciva a spiegare dove avvertisse dolore
ed allora al telefono ho spiegato per filo e per segno ogni cosa che avevo notato e sono stata altrettanto chiara nel dire che non potevo capire se fosse un malessere dovuto ad altro.
La persona che mi rispose mi mandò immediatamente un ambulanza ma gli infermieri dopo aver visto lo stato in cui si trovava mia madre attribuirono il malessere ad un calo di pressione, seppure c'erano dei sintomi che con il calo pressorio non c'entravano nulla.
Non avendo l'uso della parola mia madre si trovava in una situazione di inferiorità e loro si rifiutarono di portarla al Pronto Soccorso perché a detta loro non ce n'era bisogno.
Al che ho detto loro che si sarebbero assunti la responsabilità di ciò che stavano facendo e che se non l'avessero portata loro lo avrei fatto io con la mia macchina, ma nel caso fosse successo l'irreparabile a mia madre li avrei denunciati.
Vistasi costretti l'hanno caricata sulla barella borbottando e nel viaggio ricordo ancora mi lanciavano battute infantili perché non avevano digerito il mio comportamento.
In conclusione mia mamma è viva per miracolo, il professore ci ha detto che se avessimo aspettato qualche altro minuto non sarebbe sopravvissuta.
Questo per dire a chiunque di non temere di essere logorroici nell'esporre l'accaduto al telefono, di dar modo all'operatore di sapere il più possibile per giudicare la gravità del caso.
E se non fossimo certi di essere stati trattati nella maniera più idonea insistere, educatamente ma insistere facendo qualificare la persona con la quale si dialoga, non temere nessuno se si è nel giusto e pretendere la giusta assistenza.
Un caro saluto
Sira
Dio Incredibile, ma vero è sempre grande. Dopo vari rifiuti della mia applicazione da parte della banca, ho ricevuto un prestito attraverso questo molto gentile signora, la signora Lombardi. Per ulteriori informazioni, si prega di contattare la sua via e-mail a: annagraziella972@gmail.com. fornisce prestiti di € 3000 a € 3.000.000 a chiunque in grado di ripagare con gli interessi ad un tasso basso del 2% non dubitare quel messaggio. Si tratta di una realtà perfetta. Spargi la voce ai vostri cari che sono nel bisogno.
Dio vi benedica.
Posta un commento