sabato 29 ottobre 2011

Annamaria Franzoni. Il pigiama macchiato di sangue era di certo indossato. Davvero? E chi lo ha detto?


Annamaria Franzoni in questi giorni ha chiesto al giudice di poter trascorrere due giornate intere con la sua famiglia. Sarà lui a decidere se la sua buona condotta, ed il terzo di pena già scontato, saranno sufficienti, come dice la legge (ma questa non è uguale per tutti ed il mio inizio articolo è una forzatura e mi serve per parlare d'altro), a concederle di andare a dormire abbracciata a suo marito ed ai suoi figli. Certo, le mancherà Samuele, il piccolo aggredito ed ucciso mentre aspettava sua madre nel lettone della camera da letto. Lo so, potreste ribattermi che la giustizia italiana ha appurato che è stata la stessa Franzoni ad ucciderlo, ma io potrei rispondervi che non sempre ciò che i giudici stabiliscono, alla fine dei conti, risulta essere una realtà acquisita. Come vi ho già ampiamente spiegato e dimostrato, la procura di Aosta portò ai processi una ricostruzione delle fasi iniziali fasulla che più fasulla non si può, mi riferisco alla fase in cui si sarebbe svolta l'azione omicida ed a quella successiva delle telefonate, quando la madre sconvolta chiese aiuto; ma nonostante si capisse in maniera netta che quanto dai Pm asserito non aveva logica ed era palesemente sbagliato, ogni giudice optò per la condanna ritenendo la donna colpevole. Ed il motivo, si capì subito, aveva in effetti una sola base, la Blood Pattern Analysis (BPA) che, disse la perizia del Ris e di un perito, consentiva di stabilire per certo che il pigiama al momento dell'omicidio fosse indossato.

Indossato però è una parola "grossa" perché per poterlo affermare, sia gli uni che l'altro, dovettero convincere i giudici che la "non logica ipotetica" è meglio della "logica accertabile". Ma in fondo non fu difficile dato che già i media negli anni avevano fatto opera di demolizione smantellando la mente della pubblica opinione tramite i "bravi e sorridenti opinionisti televisivi" che, senza aver letto uno straccio di carta, ogni santo giorno davano in pasto ai telespettatori la scena certa di un omicidio commesso dalla madre. Così nessuno fece caso che per il perito il pigiama era indossato in un modo, e non c'era in lui la convinzione assoluta dei pantaloni infilati, mentre per il Ris era indossato in un altro. E qui c'è da chiedersi come siano riusciti a far stare due ricostruzioni diverse nella stessa scena del crimine, c'è da chiedersi perché un giudice abbia unito ed incrociato le perizie optando per la maglia indossata nel modo descritto dal perito e per i pantaloni infilati nel modo descritto dai Ris, così creando una terza perizia, inesistente e quindi inventata di sana pianta per l'occasione e per motivare un giudizio di condanna. Ma al netto di ogni deviazione mediatica e peritale, il pigiama si trovava davvero addosso alla Franzoni?

La BPA al tempo, nel 2002, era relativamente nuova per l'Italia, ed infatti il giudice andò a pescare l'esperto in Germania, ma era relativamente nuova anche per gli altri paesi europei, chi gli ha dato la certezza di aver pescato il perito giusto? Questa analisi si basa sugli schizzi di sangue. In base alla loro posizione, infatti, analizzando il luogo del delitto si può scoprire da dove è iniziata l'aggressione, quanti colpi sono stati inferti e tante altre cose su come è stato commesso l'omicidio. Ma la BPA, per essere e risultare veritiera, non deve trovare nella stanza, se una stanza è il teatro di un omicidio, oggetti mobili, cioè in movimento, in quanto la scena si modificherebbe e porterebbe l'analista a sbagliare i calcoli. Ed il piccolo Samuele fu rinvenuto sotto un piumone chiaramente spostato a destra rispetto alla fase iniziale dell'aggressione. Piumone che di logica, visto il movimento dell'assassino e quello della vittima, mai avrebbe potuto restare in posizione statica per tutta l'azione. Era un piumone non un blocco di marmo! La BPA, per risultare veritiera, deve avere a disposizione le foto della vera scena del crimine, e nell'articolo di qualche giorno fa vi ho spiegato come (ma non l'ho affermato io perché è quanto scrisse il giudice Gandini), al contrario la scena risultasse compromessa dal passaggio di almeno 13 persone, fra soccorritori e curiosi, che avevano sporcato, toccato e cambiato la posizione degli oggetti già prima dell'arrivo del Ris.

Per tornare ad Annamaria Franzoni c'è da dire che la sua condanna ebbe un unico basamento, il suo pigiama macchiato di sangue. Senza questo, e senza la convinzione personale di alcuni personaggi famosi, si sarebbe cercato il vero assassino e non ci si sarebbe stanziati su una ricostruzione farlocca o falsa di ogni fase. Pensate solo che su 537 pagine di motivazioni, quelle del giudice di Corte d'Appello, ben 300 sono dedicate alla BPA ed al pigiama macchiato. Ora per farvi capire qualcosa in più potrei parlarvi del perito, quello scelto dal giudice d'Assise di Aosta, ma successivamente anche dal giudice di Corte d'Appello di Torino, e dirvi che si chiama Hermann Schmitter e che solo in Italia lo si è considerato un esperto di BPA. In effetti lui da sempre lavora per la BKA tedesca, l'ente federale che comprende tutte le ramificazioni  della polizia criminale, ed è un biologo (non a caso ora è a capo del dipartimento di Sierologia) che ha come specializzazione il DNA. Questo perché la BKA poco c'entra con la BPA, che in Germania è affidata ad altri analisti. Uno dei migliori è il dottor Bernd Brinkmann, e questo scelse la Difesa della Franzoni quale consulente quando seppe a chi il giudice aveva affidato l'incarico.

E non scelse male perché Brinkmann, autore di 550 pubblicazioni, fra saggi e libri, proprio nell'anno del primo processo aveva appena pubblicato "Il Manuale di medicina legale", un testo in due volumi destinato agli analisti, si era specializzato in BPA in America ed il suo istituto era qualificato per questo tipo di analisi. Potrei poi aggiungere che gli schizzi e le gocce di sangue sul pigiama erano posizionati in maniera ultra-strana. Vi potrei dire, ad esempio, che ve n'erano sia all'esterno che all'interno (impossibile se indossato), che non ve n'erano sul davanti di una gamba, che sull'altra ve n'erano sotto il ginocchio, sia dalla parte anteriore che posteriore, luoghi dove il sangue non sarebbe potuto arrivare, che nella casacca ve n'erano solo da un lato e su una manica. E per convincervi maggiormente potrei dirvi che in nessun punto di tutto l'indumento vi erano ditate o sfregamenti di sangue, e nessuno dopo un omicidio del genere sarebbe riuscito a toglierselo, ma anche a scendere dal letto, senza lasciarvene. Ma io non sono un esperto e mi baso sulla logica, logica comunque adottata ampiamente anche da tutti i consulenti della Difesa che a discolpa hanno portato queste motivazioni, logica non capita dai giudici che, elaborando in maniera parziale quanto detto da Schmitter, che non era e non è un vero esperto specializzato in BPA (questo bisogna dirlo e ricordarlo; e non per screditarlo ma perché è la realtà), hanno invece deciso di non usare. Ora dovrei mettermi a spiegarvi quanto appurato al processo e scritto in perizia, ma le pagine totali sono molte più di 300 e mi servirebbero un centinaio di articoli, quindi preferisco inserire la lettera che il Professor Bernd Brinkmann spedì in Italia, e precisamente all'avvocato Taormina (all'epoca difensore della Franzoni) per comunicargli la sua intenzione di non tornare al tribunale di Aosta. In questa, chiaramente, specificò i motivi per cui non voleva tornare. Non ne conoscevate l'esistenza? Credetemi, non è affatto strano. Ma questo è un buon motivo per sapere cosa scrisse e quindi per leggerla insieme (la traduzione è letterale).

"Caro Dott. Taormina, sono molto scontento dell'udienza della Corte di Aosta. Senza dubbio non è stato un tentativo di elaborare la verità ma il contrario. Per prima cosa lei può essere assolutamente sicuro che in questo caso il colpevole non potrebbe mai aver indossato pantaloni al momento del crimine. Impossibile per tante ragioni scientificamente accettate in campo internazionale. Tutte le commissioni di esperti imparziali arriverebbero a questo risultato. Naturalmente esperti di questo tipo debbono avere una conoscenza di base del BPA (analisi di campioni di macchie di sangue). In Europa non esistono molti con questa conoscenza. Per esempio in Germania, se c'è la necessità di risolvere casi straordinari, vengono impiegate due squadre, per il sud l'Istituto di Medicina Legale di Monaco, per il nord e per il centro l'Istituto di Medicina Legale di Münster. Mi è nuovo, e sono tedesco, che il BKA (ente di cui fa parte il Dott. Schmitter) abbia una squadra specializzata in questo campo. Se fosse necessario potrei raccomandare persone serie da oltreoceano. Se il Dott. Schmitter avesse qualche conoscenza nel campo dovrebbe sapere di essere in errore nelle sue conclusioni. E’ proprio così dato che ha infranto parecchie regole e principi. E questo rende l'intera storia scandalosa. C'è un esperto in una udienza della Corte italiana che può mentire quanto vuole. Ignora regole scientifiche da lui stesso accettate che in questo caso non sono applicabili. Può contraddirsi quanto vuole tanto il giudice neanche lo diffida. Evita di rispondere alle domande raccontando storie e quando dice cose scomode per l'accusa il pubblico ministero salta su e getta una cortina di fumo dopo l'altra. È stata una farsa e non un udienza della Corte! Mi sono sentito come a un processo medievale per stregoneria. La testimonianza non finiva mai quando il giudice concludeva. Del 30% delle mie domande neppure le più cruciali sono state poste. Sono molto spiacente per l'accusata che non ha avuto e non potrà avere, viste le condizioni, un processo imparziale. Il ruolo del pubblico ministero in Italia sembra quello di un cane da caccia una volta snidata la preda. Un pubblico ministero avrebbe potuto facilmente rendersi conto delle gravi contraddizioni, correzioni ed errori. E un pubblico ministero ha il dovere di accorgersene e di prenderli in considerazione. Al contrario ha tentato di insultare me, mai e poi mai il suo esperto di parte (il Tenente Colonnello Luciano Garofano) che permanentemente e ripetutamente non ha detto tutta la verità. Anche il fatto che il pubblico ministero sia stato consigliato da un esperto della polizia non lo mette in buona luce. Sono stato deluso anche dal ruolo del Giudice. Da una parte è stato amichevole, intelligente e bene informato, ma dall'altra il giudice ha il dovere di ammonire tutti gli esperti, anche il proprio se risulta evidente che si contraddice ed è prevenuto. E ancora di più se è evidente che l'esperto stravolge l'evidenza per portarla al suo unico scopo, cioè che la donna deve aver indossato i pantaloni. Tutto questo contro la più importante priorità rispetto al suo dovere di elaborare la verità. Più specificamente riguardo al ruolo avuto da Schmitter segnalo: -assenza di macchie longitudinali, nonostante, ammettiamolo, su un indumento posto in verticale ce ne dovevano essere, uniche caratteristiche del vestiario con nessuna spiegazione scientifica supplementare-. Inoltre ha dichiarato di non aver mai visto in vita sua questa varietà di campioni. Questa asserzione lo squalifica come esperto perché esse esistono. In ogni caso vanno rilevate con superfici tessili e sono uno strumento importante per la ricostruzione. Egli afferma che il campione di sangue attorno al cuscino è artefatto a causa del lavaggio. Ma questi campioni di sangue avrebbero zone di alone (diffusione) intorno. Perfino i profani lo vedrebbero. Ma non esistono nelle fotografie. Un'altra opinione prevenuta. Mi disse al telefono che l'autore del delitto era piegato sul ginocchio sinistro mentre l'altra gamba era sollevata, perciò esposta in modo che la parte interna della gamba destra si trovasse di fronte alla fonte degli schizzi di sangue. Che l'autore aveva colpito la vittima dalla parte sinistra. Questo spiegherebbe la strana posizione delle macchie sui pantaloni. Io gli dissi che fino allora non avevo considerato questa posizione e che, se esistevano delle foto avesse la cortesia di mandarmele. Dissi anche che se questo mi convinceva dovevo modificare le mie conclusioni. Il 18 di giugno ricevemmo il CD con le fotografie dei pantaloni del pigiama e anche le foto della persona, e io gli dissi (al telefono) che questi pantaloni erano stati indossati al contrario. Dissi anche che questa posizione non spiegava le macchie su diverse zone non esposte. Nell'udienza egli allora disse: -l'autore del delitto era inginocchiato su entrambe le ginocchia e colpì dalla parte destra e poi corresse la mira verso sinistra e lui stesso fece da barriera contro il flusso di sangue che sgorgava dalla testa. Perciò non c'era sangue dietro di lui-. Disse anche alla Corte che la fotografia con la donna mi era stata sottoposta per errore. Ma se (versione di Schmitter) i pantaloni avevano fatto barriera, e perciò la parte del piumone dietro all'autore del delitto era priva di sangue, perché allora la parte davanti dei pantaloni non aveva macchie di sangue? Questo è del tutto contraddittorio. Secondo quanto detto da Schmitter nell'udienza l'autore era inginocchiato nel mezzo del letto. Ma le macchie sul letto indicano una posizione sulla parte sinistra. Sua spiegazione: -artefatte a causa del lavaggio-. Ma allora perché non esistono aloni, che sarebbero obbligatori dopo un lavaggio e qualsiasi esperto lo sa. Ancora menzogna. Al telefono gli chiesi anche: -perché le macchie di sangue non hanno deformazioni verticali o orizzontali?- La sua risposta fu: -Proprietà straordinaria della superficie del tessuto-. Gli richiesi: -L'avete quindi testato sperimentalmente?- Risposta: -No- Gli chiesi anche: -Perché il pigiama non era appoggiato sul letto?- E lui: -Nessuna possibilità per questo perché la superficie del letto ha sempre all'intorno macchie con altre forme, si estendono in modo particolare.- Domanda: -Ma lei ha detto che le proprietà del tessuto evitano le macchie. Questa sarebbe una grande contraddizione rispetto a quel che mi ha detto prima-. Nessuna risposta e fine della telefonata. Inoltre la sua asserzione riguardo alle macchie sul pavimento da entrambi i lati del letto fu estremamente contraddittoria, ma talvolta lo ammise. Ma se c'erano macchie, e non c'è alcun dubbio perché alcune larghe macchie sono visibili nelle foto, questo potrebbe spiegare facilmente il campione del pigiama. Quanto detto in precedenza sono solo alcuni esempi. Anche il conflitto che la giacca del pigiama poteva non essere stesa con i pantaloni a causa delle differenze nel campione della distribuzione del sangue; bene, esistono delle leggere differenze e la possibilità che la giacca del pigiama fosse stesa circa 20-30 cm più vicino alla fonte (del sangue) che non i pantaloni. Queste distanze si riferiscono alla taglia di queste 2 parti del pigiama. Caro Dr. Taormina, dopo l'udienza e le cose che ho visto e sperimentato mi sentirei molto a disagio come accusato in un tribunale italiano. Cari saluti, Prof. Dr. B. Brinkmann".

C'è da credere che dopo una lettera del genere siano partite querele a tutto spiano. Sentirsi dare del bugiardo, del falso, dell'incapace, non è bello se si è dalla parte della ragione. Ed invece no, nessuna querela e tutto è continuato come se niente avesse scritto... come mai?

Credo che tutti siamo in grado di capire. Per cui, dopo aver appurato (verificatelo voi stessi in internet se non vi fidate) che Schmitter non è un buon esperto di BPA, perché è specializzato in DNA e lavora in una struttura federale che non fa analisi di BPA, che Brinkmann al contrario è stato in America per seguire l'evoluzione della BPA (anche questo verificabile), che ad Aosta prima ed a Torino poi, nei processi alla Franzoni, vi fu una sorta di strana concezione del termine perizie, e vi assicuro che dare per certo l'indossamento di quel pigiama al momento dell'aggressione significa avere una immaginazione fuori della norma, vi dico che ci hanno "presi tutti in giro"; ad iniziare dall'informazione, i cosiddetti media che hanno succhiato dalla morte di Samuele Lorenzi fino all'ultima goccia di denaro, per finire ai periti. In nessuna perizia infatti, escludendo la prima psichiatrica commissionata dalla Corte e favorevole alla Franzoni, venne mai inserita una certezza, una mezza verità. Nel prossimo articolo vi parlerò del dottor Mutani che alla madre diagnosticò, anzi non le diagnosticò ma in sentenza d'Appello figurò esserci (mentre in quella di Cassazione figurò non esserci), uno "stato mentale crepuscolare" per dimostrare che aveva ucciso ma non se n'era accorta. Ma presto vi parlerò anche del Ris, degli psicologi di seconda generazione che periziarono in astratto, non lo dico io ma lo scrissero loro, vi dirò qual è l'arma del delitto, non di certo un pentolino di rame (quella mai trovata e neppure difficile da individuare visto il contesto in cui l'aggressione si è svolta), ed arriverò a parlarvi degli alibi di chi abitava a pochi metri da quella villetta di Cogne ed avrebbe dovuto, anche solo per scrupolo investigativo, essere indagato nel migliore dei modi. Ed allora ci sarà da ridere... o forse sarebbe meglio dire: "Ci sarà da piangere".

Speciale delitto di Cogne: gli altri 14 punti che scagionano Annamaria Franzoni


Annamaria Franzoni Cap 10 (Questa è la vera arma del delitto?)
Annamaria Franzoni Cap 11 (una condanna nata dalle chiacchiere di paese)
Annamaria Franzoni. Cap.12 (Le intercettazioni spacciate dai media e dalla procura...)
Annamaria Franzoni. Cap.13 (Ed il Pm disse che gli alibi dei vicini erano buoni alibi...)
Annamaria Franzoni. Cap.14 (L'alibi della vicina e i movimenti alquanto particolari...)
Annamaria Franzoni. Cap.15 (Il delitto efferato? Una fantasia dei giudici copia-incolla)



147 commenti:

Anonimo ha detto...

La richiesta della franzoni è stata respinta. Nessun permesso

Anonimo ha detto...

Bologna, 27 ott. - (Adnkronos) - Anna Maria Franzoni, la donna di Cogne condannata a 16 anni di reclusione per l'omicidio del filglio Samuele, avvenuto nel 2002, non potra' uscire dal penitenziario della Dozza di Bologna per vedere la sua famiglia, come avevano chiesto i suoi legali.
Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha infatti respinto il ricorso presentato dagli avvocati di Franzoni contro la sentenza del guidice che aveva negato alla detenuta i permessi. Il ricorso e' stato, infatti, giudicato inammissibile.

Anonimo ha detto...

La Franzoni ora dovrà affrontare il nuovo giudizio per diffamazione, nei confronti delle persone che la stessa indicò come assassini del figlioletto.
Altro che permessi!

Anonimo ha detto...

In una Italia che lascia liberi i mafiosi per decorrenza dei termini. che da permessi ad ogni richiesta formulata da chiunque abbia ucciso almeno una decina di persone. non poteva aspettarsi di passare due giorni a casa. Forse potrebbe averli solo se ammazzasse una ventina di detenute della Dozza. Anche perché alla gente comune che si fa un'idea dei fatti solo ascoltando le buone donne dei pomeriggi italiani ed il cronista notturno di berlusconi. col suo seguito che sa di marcio. non sarebbero contente.

Anonimo ha detto...

ANONIMO delle 11,11

Quelli che uccidono 10 o 20 persone, uccidono delinquenti come loro, ed è un bene che si distruggono fra di loro!
La Franzoni ha ucciso un bimbo innocente, che gli era figlio. QUESTA E' BARBARIA, questa la differenza!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ma Garofano, Taormina e tutta la compagnia, riescono a dormire bene la notte?Non si sentono un peso sulla coscienza?Altro che barbarie!Ma nessuno si prende la briga di revisionare il processo?Magari qualcuno del ramo ti leggesse Max.LO spero.
Bea.

lori ha detto...

scusa massimo, ma chi avrebbe potuto uccidere samuele in solo 7 minuti senza lasciare la benchè minima traccia? Solo per pochi attimi la visuale della casetta di Cogne sfuggiva allo sguardo della Franzoni e nessuno ha mai sostenuto di aver visto chicchessia avvicinarsi... ma poi CHI POTEVA SAPERE CHE QUELLA MATTINA LA FRANZONI AVREBBE LASCIATO SAMUELE DA SOLO?

e poi PERCHé uccidere un bambino ?

lori

Anonimo ha detto...

LORI, la tua riflessione e relativo interrogativo ti ha già risposto!

Anonimo ha detto...

Lori,forse mi sbaglio.Avevo letto tempo fa,che l'assassino nn era entrato in casa per ucidere il piccoletto,magari lui pensava che stesse dormendo in cameretta sua.Era annamaria che cercava.Ma poi la sorpresa nel lettone.La paura di essere riconosciuto ha fatto il resto.Però ripeto son notizie lette nel web.
Bea.

lori ha detto...

e come si fa a sapere che l'assassino non era entrato in casa per uccidere? e figuriamoci, si mette ad uccidere un bambino così piccolo che non saprebbe nemmeno fornire indicazioni per accusarlo? e poi questo qualcuno non sapeva che la mattina a quell'ora andava ad accompagnare i bambini allo scuolabus? e sarebbe entrato senza essere visto? annamaria perdeva di vista la casa per una manciata per pichissimi minuti..e questo qualcuno non avrebbe lasciato tracce nella camera da letto? sarebbe volato via in quanto tempo? annamaria non avrebbe dovuto incontrarlo o vederlo mentre si allontanava? certo qualcuno sostiene che fosse in casa al ritorno della Franzoni, ma mancano tracce precise, nette, non certo quelle che avrebbero potuto lasciare dopo tutti coloro che sono entrati dopo....

lori

lori ha detto...

ops

ci ho messo un dopo di troppo

lori

Anonimo ha detto...

Sicuramente Massimo chiarirà i nostri dubbi.ASpetta e fidati di Max.
Io finalmente ho trovato un po di pace da quando leggo i suoi articoli.Pensa un pò.Non ho mai potuto esternare i miei dubbi su Annamaria FRanzoni:venivo linciata tipo Cosima SErrano quando è stata arrestata.Dai Lory aspettiamo con pazienza cio che ci dice il nostro ottimo padrone di casa.
Bea.

lori ha detto...

Bea, io non ho costruito le mie convinzioni sul gossip di certe trasmissioni giornalistiche...ho valutato, ragionato..e non ho trovato alternative..d'altra parte un colpevole ci dovrà pur essere o no? possiamo mettere la mano sul fuoco che non sia stata proprio lei?

lori

Anonimo ha detto...

questa storia è scandalosa. anzi, è scandalosa la perseveranza da "cane da caccia che ha fiutato la preda".
Dico ripeto e ribadisco, e c'è da pregare tutti i Santi, di non finire mai sotto l'Inquisizione Italiana.
Tabula

Anonimo ha detto...

Tergiversare..."dopo", è sempre facile|
Dopo che an'auto rossa è transitata, è facile dire che ERA NERA!!
La franzoni è stata ed è il prototipo del sabrinismo di oggi.
La negazione ad ogni costo.
Scontasse serenamente la pena che la giustizia degli uomini le ha commesso, con L'ALTRA, dovrà fare i conti dopo.

Unknown ha detto...

Ciao lori.

Tu hai detto giusto, chi può uccidere un bimbo in soli sei minuti di assenza? Chi può avere il coraggio di farlo se non una madre impazzita?

E questo è il ragionamento che tutti hanno fatto, io per primo, e che ancora oggi, pur non avendo letto nulla (io però mi son letto migliaia di pagine fra perizie verbali e motivazioni dei giudici) si fa quando appare il nome Franzoni. Nessuno si chiede chi potrebbe essere entrato mentre la madre andava alla fermata dello scuolabus perché la mente non può credere che in sei minuti qualcun altro possa aver ucciso (ed i motivi perché avrebbero potuto farlo ci sono).

Bene lori, io posso dirti che ci sono state ben tre persone sospettate inizialmente (non la Franzoni) ma valutate e controllate alla pressappoco perché, come hai detto tu, chi vuoi che sia stato ad uccidere in sette minuti se non la madre? Ma se ci sono state liti pregresse, problemi superati con atti di forza (sai che per qualche mese i Lorenzi per arrivare alla strada principale dovevano passare su un viottolo di montagna perché non li facevano passare più dalla stradina datagli in comodato d'uso?) occorre per forza capire qualcosa di più su questa gente che obbliga un bimbo di due anni a camminare su un terreno scosceso. Ma queste cose in televisione sono passare scivolando come bucce di banana sul ghiaccio perché chi urlava la colpevolezza, esattamente come fanno oggi, era la totalità degli opinionisti. Come poteva uscire qualcosa di diverso della verità voluta?

E andando oltre, ora che il caso non interessa più i media e nessuno urla ed interrompe, ti posso dire che ci sono i moventi ma non si è indagato ed un giudice, aizzato da un procuratore, ha addirittura scritto "non si capisce perché non credere ad U...".

Ma come, U... è lo stesso che ha fornito l'alibi ad O... ed O è lo stesso che ha fornito l'alibi ad U...

Insomma sarebbe come dire che io e te, padre e figlio, eravamo insieme nell'ora della morte e non possiamo essere stati ad uccidere. E ci può stare se la versione la forniamo subito così. Ma se invece ne forniamo tre differenti, altamente discordanti, e poi ci rechiamo da un bravo (il più bravo) avvocato di Aosta prima di arrivare a far concordare quasi perfettamente la mia e la tua versione? Credi davvero che in qualsiasi altra parte d'Italia non ci riderebbero in faccia prima di indagarci?

Mandami una mail, ti invierò il libro che ho scritto con l'aiuto di Carlo Federico Grosso (basta andare su wikipedia per sapere chi è), credo che ti si schiariranno le idee e forse capirai perché ci possono essere altri che hanno ucciso.

Ciao, Massimo

Unknown ha detto...

Coniare la parola "Sabrinismo" ti qualifica, assieme a quanto di altro hai scritto, per quel che sei, il figlio della popolar televisione insensata che la fa da padrona, e non solo da oggi, nella nostra nazione. Hai per caso sentito dire da qualche parte che la Franzoni non sta scontando "serenamente" la sua pena? Che si lamenta?

Tu sai tutto, sai chi è colpevole, chi è innocente, eppure non hai letto nulla, ti sei fidato di ciò che t'hanno detto, di chi ha giudicato senza provare ad invertire i ruoli. Che t'importa! La Franzoni viva serenamente la sua pena e non ci rompa i cosiddetti che stiamo meglio tutti! In galera gli assassini, alla faccia delle "prove" che non ci sono, e non chieda neppure di uscire per stare un paio di giorni con la sua famiglia perché, chissà, forse potrebbe ucciderne un altro di figli.

Ieri ad Asti un soggetto di delinquente è scappato dopo un permesso premio, è stata la sua ottava fuga ma il giudice, nonostante le altre sette, lo aveva lasciato libero di andare a farsi una scampagnata. Altri otto mafiosi sono fuori da un paio di giorni, nonostante siano colpevoli per certo c'era qualcosa di sbagliato nelle carte e così da giovedì sono liberi di cercarsi un rifugio sicuro. Ma va bene così, fra una ventina d'anni potremo assistere ad una bella conferenza stampa che ci erudirà sulla bravura delle nostre forze dell'ordine perché riuscite a catturare un pericoloso latitante.

Questa è l'Italia della giustizia, se ti piace così devi solo pregare che non ti capiti mai nulla perché se ti dovesse capitare qualcosa non ci sarà nessuno che ti darà voce, tutti ti giudicheranno colpevole a prescindere e perché lo hanno detto in televisione. L'unico cretino che cercherà di aiutarti sarò io che credo la giustizia essere una cosa diversa da quella che ad oggi ci impongono di rispettare.

Ciao, Massimo

lori ha detto...

massimo perchè lasciare un bambino di tre anni , malato e piagnucolante, solo in casa, ( casa a più piani e particolarmente pericolosa ), e uscire lasciando la porta aperta..anzi prima dice di averla chiusa ( io so bene quello che faccio) per poi correggersi e dire di averla lasciata aperta? con quale coraggio? non c'era un motivo così impellente..poteva non mandare a scuola anche il figlio grande..

allora una di queste tre persone che citi, avrebbe dovuto sapere che quel giorno la franzoni sarebbe uscita e avrebbe lasciato il figlio solo in casa con la porta aperta.. e quindi si sarebbe precipitato e in una manciata di secondi sarebbe entrato da quella porta , senza farsi vedere dalla donna che soltanto per una manciata di secondi perdeva di vista la casa...sarebbe entrato, avrebbe ucciso, e volando sarebbe uscito, o magari si sarebbe nascosto per uscire una volta rientrata la franzoni, e sempre volando sarebbe uscito dopo che la donna si era precipitata in camera dal figlio..un vero mago
che poi ci siano state persone che si sono aggiustate l'alibi nel timore di poter essere sospettati visto magari i precedenti dissapori, questo potrebbe non voler dire niente..

MA IO MI CHIEDO: POSSIBILE CHE QUESTO FANTOMATICO ASSASSINO NON ABBIA LASCIATO UNA TRACCIA DI Sè, DEL SUO PASSAGGIO, VISTO CHE DOVEVA ESSERE COPERTO DI SANGUE? COME è USCITO DALLA CASA è SI è ALLONTANATA? VOLANDO? E PER LA STRADA FORTUNATAMENTE NON LO HA VISTO NESSUNO? HA COLPITO ALLA VELOCITà DELLA LUCE? MAH!

E SOPRATTUTTO PERCHè AVREBBERO DOVUTO PRENDERSELA CON UN BAMBINO?

lori

Anonimo ha detto...

MASSIMO, per ogni delitto ci possono essere sempre "tante altre cause", IN TEORIA.
E indipendentemente dal colpevole individuato ed accertato.
Non ricorriamo ad astrazioni, per girare attorno ad una colonna di granito, quale è la verità.
Troppe sono le prove e gli indizi che hanno portato i giudici a ritenere la Franzoni colpevole.
O dobbiamo ritenere che l'apparato giudicante fosse formato da pazzi e sadici?
Pam

Unknown ha detto...

Chi ha mai scritto che volevano prendersela col bambino? Tu continui a girare attorno allo stesso tema esattamente come facevano nove anni fa in televisione, come ho fatto anch'io e come fanno ora che si parla solo delle bugie del Parolisi. E così non se ne esce, la Franzoni è colpevole, il Parolisi è colpevole ed il discorso è chiuso.

Mandami una mail, è un libro di 400 pagine e potrà chiarire i tuoi dubbi. Altrimenti restiamo amici ugualmente, io con le mie idee e tu con le tue. D'altronde io ero colpevolista quanto te, e lo sono stato fino al mese successivo all'arresto, e non pretendo che altri cambino il loro punto di vista che è stato anche il mio fino a pochi anni fa.

Ciao lori, Massimo

Unknown ha detto...

Aspettavo un commento come il tuo Pam, ed ora che è arrivato, non volermene, ti chiedo di indicarmi una prova ed un indizio a colpa, perché io che ho passato più di un anno fra le carte dei processi non ne ho trovati.

Aspetto con ansia una tua risposta.

Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

Io tempo fa ho letto la trama di un libro scritto proprio su questo infanticidio. Non ricordo il nome delle autrici, ma mi è rimasto impresso che loro erano certe che l'arma del delitto fosse un mazo di chiavi che poi pare siano state trovate in mezzo ad un blocchetto di cemento, credo della recinzione.
Qualcuno sa qualcosa di più su quanto ho scritto?
ciao a tutti
Marilia

lori ha detto...

allora massimo d'accordo ti manderò la mia email, però guarda che io non ho detto che VOLEVANO PRENDERSELA CON IL BAMBINO

ho detto

PERCHE PRENDERSELA CON IL BAMBINO ? e questo è stato..non possiamo mica negarlo

in ogni caso mi auguro che il libro, al di là delle persone sospettate mi chiarisca tutti i dubbi che ho espresso

lori

Anonimo ha detto...

MASSIMO, dici di non aver trovato segnalati indizi o prove nei fascicoli del processo. E' strano. Come mai?
Su quali basi allora i giudici hanno dichiarato la Franzoni colpevole?
Così per gioco?
Con la fantasia?
Per ripicca personale?
Per piacere sadico?
O per far piacere al pubblico numeroso dei colpevolisti?
Io non credo a tali possibilità
pur credendo alle tue ricerche.
Pam

Unknown ha detto...

Tu Marilia parli de "La chiave di Cogne", scritto da due ragazze della scuola investigativa di Urbino (Valentina Magrin e Fabiana Muceli), ma non è un libro che rispecchia la realtà perché ipotizzavano che la Franzoni avesse ucciso prima di uscire di casa col mazzo di chiavi (pare l'intento fosse quello di tranquillizzarlo il bimbo) ma non tenevano in nessun conto le carte della procura, quelle dei giudici e dei periti.

Il più vicino al reale, pur nelle sue imperfezioni, è quello di Gennaro de Stefano, ora morto di un male incurabile, dal titolo "L'uomo di Cogne".

La giornalista invece che ha cercato con tutti i mezzi il modo e la maniera per convincere i suoi amici, quelli che avevano in mano il potere dei media (che poi l'hanno abbandonata), a svelare tutto ciò che non si doveva svelare, anche lei morta di un male incurabile, è stata Maria Grazia Torri che ha scritto il libro "Un enigma svelato". Ma la sua teoria partiva da quella di Migliaccio (aneurisma) ed era poco credibile.

Ciao, Massimo

lori ha detto...

scusa massimo dov'è il tuo indirizzo di posta elettronica?

cmq non hai risposto ad una mia domanda: è normale lasciare in casa da solo un bambino di appena tre anni, e poi una casa con scale e con la porta aperta? il bambino per di più stava male e piangeva? tu lo hai mai fatto?

lori

Unknown ha detto...

Ma Pam, non mi dovevi rispondere facendo domande, mi dovevi dire qual'è una delle tante prove e qual'è uno dei tanti indizi. Insomma, visto che i giudici non l'hanno condannata, almeno lo pensa così il popolo, per incapacità della procura di Aosta, per volere popolare o per incapacità peritale, una prova ed un indizio inconfutabili ci devono essere. Se non ricordi i "troppi" che hai citato in precedenza dimmene almeno uno.

Aspetto ancora una tua risposta che mi illumini perché, ripeto io, ma anche fior fiore di avvocati (con cui ho discusso del caso) non ne ho trovati (a meno che non si vogliano credere prove e indizi quanto di fango hanno gettato gli opinionisti televisivi (tanti presenti ancora oggi stanno facendo lo stesso bel lavoro col Parolisi).

Resto in attesa. Ciao, Massimo

Unknown ha detto...

Clicca su questo lori.

prati.massimo@gmail.com

Ciao, Massimo

Ps. Chiunque lo volesse leggere può inviarmi una richiesta via mail. Se non riesco stasera domani in mattinata lo allego alla risposta.

lori ha detto...

Massimo,

non hai risposto alla mia domanda

lori

Anonimo ha detto...

IO credo, e me ne sto accorgendo proprio in questo periodo,che quando un processo,una inchiesta si prolunga per anni, vuol dire che non se ne viene a capo perche il delitto è perfetto ,ma ci credo poco, oppure si sta coprendo qualcuno, sia nella buona che nella malafede.Oppure si sbaglia dall'inizio delle indagini e nn si ha piu il coraggio di ammettere che ci si è sbagliati.Ogni giorno avvengono delitti che si risolvono in mezz'ora ma nn hanno eco e non portano profitto.
SE Annamaria poteva uccidere in poki minuti anche un estraneo lo poteva fare, anzi..Tanto meglio non aveva bisogno di ricomporsi lui.E se ha lasciato il bambino da solo in casa ( per poki minuti) sicuramente perche nn ha mai pensato ad un orco assassino che girava per cogne. Sembra che lì ci viva solo brava gente.
Bea.

Anonimo ha detto...

Max, dammi un consiglio per favore.Dove devo posizionare il mio cellulare quando sono in casa? qui cè da aver paura se succede qualcosa nella casa affianco.Magari il mio telefonino aggancia una data cella e poi sembra che in quella casa ci sono stata io.Ma qui si sta scherzando davvero col fuoco.E il primo che capita nelle maglie della giustizia è spacciato.Gli errori nn si ammettono.

Bea.

lori ha detto...

Bea, cosa c'entra il mostro? è da incoscienti lasciare un bambino così piccolo in casa da solo...a prescindere

"SE Annamaria poteva uccidere in poki minuti anche un estraneo lo poteva fare, anzi.."

ma l'astraneo poteva essere sorpreso da annamaria ritornata a casa, o al limite vederlo mentre usciva di casa, visti gli sstretti margini di tempo ... c'è una bella differenza..

"Tanto meglio non aveva bisogno di ricomporsi lui"

e quindi se ne andava tranquillamente in giro sporco di sangue?

lori

Anonimo ha detto...

a meno che non lo abbia lasciato solo sapendo di non doversi più preoccupare di nulla

lori

Anonimo ha detto...

Ok Lori ognuno è libero di pensarla come vuole.Certo che invidio coloro che son certi delle loro certezze.Sono abituata ad essere attaccat sul caso Cogne.Forse son l'unica in tutta Italia ad avere dei dubbi.Dubbi dico.NOn sono mica Dio.Ma almeno me li pongo.Cmq Lori illuminami tu,visto che nessuno ancora cè riuscito.Tutto questo con simpatia, ti prego, senza fraintesi.

Bea.

lori ha detto...

Bea, credo che chiedersi il perchè delle cose sia un diritto sacrosanto di chiunque...dubito ergo sum..ecco proprio perchè dubito mi faccio certe domande e mi chiedo come si faccia a lasciare un bambino così piccolo e indifeso in casa da solo...sto chiedendo conforto a questo mio dubbio ma , come vedi, nessuno mi risponde...ci sarà un motivo? nello stesso tempo sto chiedendo come possa aver fatto un emerito sconosciuto ad entrare senza essere visto da chicchessia in casa , uccidere in pochi minuti e dileguarsi senza lasciare traccia, soprattutto senza essere visto dalla franzoni che ritornava verso casa, ma nessuno mi risponde.. ho chiesto lumi su questo e altro ma nessuno mi risponde..rimango con i miei dubbi....come vedi non sei l'unica

lori

lori ha detto...

dimenticavo

nemmeno io sono Dio

lori

Anonimo ha detto...

Lorimi dici chi nn ha mai errato nella sua vita e magari gli è andata bene?Quante volte ci è stato raccomandato di nn aprire la porta senza guardare prima dallo spioncino?eppure mi è capitato di aprire con leggerezza e mi sono ritrovata davanti a soggetti con cui mai avrei voluto parlarci.Mi è andata bene.meno male.Ha sbagliato a lasciare il bimbo in casa da solo e son daccordo.ma questo nn fa di lei una assassina.quanti bimbi cadono da un balcone pur avendo la mamma in casa?son mamme assassine queste?
Inoltre tu stessa dici che la casa è grande.SAi quanti nascondigli ci possono stare?Ma poi dico.perche nn cercare a 360° come si usa dire adesso?Annamaria era la mamma assassina perfetta in quel periodo.Bruno Vespa ha inaugurato i plastici.Da allora è iniziata la sua ascesa.
Bea.

lori ha detto...

Bene, ci sono dei nascondigli..quindi l'assassino, deve essersi spostato...come mai di questi spostamenti all'interno della casa, e poi per uscire non c'è traccia? eppure doveva essere coperto di sangue..le mani soprattutto..le scarpe...eppure tracce SIGNIFICATIVE in tal senso non ne sono state trovate..avrà dovuto aprire la porta per uscire, avrà toccato la maniglia... a meno che non abbia avuto il tempo di lavarsi..e poi sarà stato pure fortunato, come parolisi, insomma...nessuno lo ha incontrato quando è uscito...e doveva pure essere preveggente per sapere che quel giorno anna maria non aveva chiuso a chiave la porta...

quanto al fatto di aver lasciato il bambino solo..d'accordo sarà stata superficiale ma perchè affermare in un primo momento di " aver chiuso la porta perchè sapeva quello che faceva" per poi smentire subito dopo e dire che l'aveva lasciata aperta..ora d'accordo ci può stare che uno lasci il bambino di tre anni, pure malato da solo a casa..ma che lasci pure la porta aperta
mi sembra proprio eccessivo..

allora ecco se qualcuno mi spiegherà come è stato possibile che questo super assassino abbia compiuto l'omicidio in un tempo record, non visto, magari volando per non lasciare tracce.. sapendo di trovare la porta aperta..etc etc, allora potrei prendere in considerazioni altre ipotesi

adesso ti saluto

buona serata

ciao

lori

Unknown ha detto...

Lori non avevo capito che la tua fosse una domanda. Nel libo è spiegato il motivo, cerco di farlo anche qui riassumendo.

A Cogne, 1450 abitanti (il quartiere più piccolo di Cesena ne ha 7000 ed è ristretto e pieno di case mentre in quel paese ci stanno larghi larghi), in quel periodo, ci sono i verbali, la gente neppure chiudeva la porta a chiave, era un'abitudine e la Franzoni, anche qui ci sono i verbali e le testimonianze, altre volte aveva lasciato Samuele nel lettone della sua camera mentre accompagnava il maggiore allo scuolabus, accadeva quando si svegliava tardi o lo teneva a casa con sé. Quando si svegliava assieme al fratello, o comunque verso le otto, invece, lo vestiva e lo portava assieme a lei. Quella mattina non lo riusciva a vestire perché s'era svegliato dopo le otto e dieci, quindi considerando i quattro minuti necessari per andare alla fermata dello scuolabus (che arrivava alle otto e venti), ha pensato di portarlo nel suo letto e di dargli il suo fazzoletto preferito, quello che lo aveva sempre fatto riaddormentare. Poi gli ha detto che sarebbe andata in cucina, al piano di sopra, e che sarebbe tornata giù dopo aver dato una sistemata. Per questo ha anche acceso la tivù, non solo per coprire il rumore della porta ma anche per fargli credere fosse rimasta in casa.

Ma quanto è capitato era figlio della sera precedente quando avevano avuto ospiti ed i bambini erano andati a letto tardi, per questo non aveva ancora deciso se mandarlo all'asilo o tenerselo a casa per farsi aiutare, come aveva fatto il giorno precedente quando insieme avevano preparato la torta per gli amici, perché nel pomeriggio aveva organizzato, come faceva spesso, una festicciola per i compagni di scuola del figlio grande.

Ed anche il giudice in motivazione scrive che non si ravvedevano negligenze nel comportamento della madre dato il luogo in cui viveva.

Per quanto riguarda l'assassino sporco di sangue, che avrebbe dovuto lasciare tracce ovunque, ti invito a rileggere il mio secondo articolo sulla Franzoni. Se sangue c'era, trasportato per casa, era di Samuele, e nell'articolo ho inserito il primo rapporto del Ris in cui il sangue è stato trovato sia sul muro delle scale, sia all'esterno. Ma ci sono due particolari importanti. L'elicottero, che non riuscendo ad atterrare dov'era il bimbo per minuti ha alzato polvere e spostato ghiaia, quindi se qualche goccia in più c'era è stata coperta, ed il calzino che mancava dalla camera con cui si ipotizzava un occultamento dell'arma (un pentolino in un calzino corto ce lo devo ancora vedere, ma la parte sporca di sangue di un'altra arma, e nel libro c'è pure la foto dell'arma, ci sarebbe stata).

Per parlare dell'assassino insanguinato in fuga e ben visibile, devi sapere che a venti metri dalla villetta (c'è la foto, sempre nel secondo articolo, che cliccandoci sopra si ingrandisce e ti fa vedere alcune case dei vicini... alla faccia del luogo isolato) c'è una muraglia fatta costruire dal Comune per sostenere la strada nuova, quella fatta apposta per far arrivare i Lorenzi a casa loro. Visto che l'altra stradina non gliela facevano usare e dovevano passare dalla montagna il Lorenzi, assessore comunale in quel periodo, s'era dato da fare per farla realizzare anche se così facendo il vicino con cui aveva litigato, ed ancora era in litigio, avrebbe perso molti metri quadrati di terreno (e li ha persi), acquistati dal Comune, e si sarebbe ritrovato il primo piano della casa sempre all'ombra ed il secondo di fronte all'asfalto.

Quindi se l'assassino fosse passato da quel punto, arrivando alla muraglia, sarebbe rimasto allo scoperto per meno di dieci secondi.

Credo di averti risolto alcuni dubbi, ma credo che di più ne risolverai quando avrai finito di leggere il libro.

Ciao, Massimo

lori ha detto...

massimo, la franzoni aveva sostenuto di aver chiuso a chiave la porta dicendo " So come si deve fare" perchè poi cambia versione e dice di aver volutamente lasciato la porta aperta?

E' vero che nei paesi a volte si lascia la porta aperta, ma possibile non temere che il bambino trovandola aperta potesse uscire e allontanarsi per andarla a cercare?


chi poteva sapere che quella mattina lei avrebbe lasciato solo samuele in casa? quindi l'assassino doveva essere lì a spiare, o si trovava a passare per caso? o era pronto per ogni evenienza? Quanto alla visibilità della villetta mi riservo di guardare le foto che tu mi hai segnalato, anche se in tv ne hanno parlato e hanno dimostrato come per un certo tratto la villetta dovesse essere visibile alla Franzoni. Quanto alle macchie di sangue come c'erano arrivate sul muro delle scale? Qualcuno dovrebbe averle trasportate o sbaglio? possibile che questo assassino si sia mosso per la casa senza lasciare la BENCHè MINIMA TRACCIA?

e cmq allontanandosi dalla casa dei Franzoni, visto che come tu dici, non era un luogo isolato, è stato ben fortunato a non incontrare nessuno ..

tu poi dici "Quindi se l'assassino fosse passato da quel punto, arrivando alla muraglia, sarebbe rimasto allo scoperto per meno di dieci secondi."

c'era dunque la possibilità che potesse essere passato da un altro punto?


lori

lori ha detto...

e cmq, io trovo che sia pericoloso lasciare un bambino di tre anni solo in casa..potrebbe cadere dalle scale, giocare con i coltelli, aprire i rubinetti del gas..
la casa è piena di mille insidie a prescindere da chi possa entrare

lori

Anonimo ha detto...

Il pigiama della Franzoni macchiato di sangue e le sue pantofole, anch'esse sporche di sangue, mica le ha indossate l'assassino, al quale sarebbe bastato assestare un colpo solo per uccidere un mambino, non tanti colpi sulla testa, con un arnese fatto sparire sferrati con una furia cieca.Si vuol nascondere il sole?
Basta solo questa, ed avanza, come prova.
Poi, ognuno trae le proprie conclusioni, secondo una certa logica, ragionando sulle notizie che vengono diffuse, dalla stampa e dalla TV.
Sono tutti menzogneri?
Pam

Unknown ha detto...

Io lori non ho ben capito se tu hai seguito il caso Cogne in maniera totale o, come ho fatto io quando la Franzoni mi faceva schifo, saltuariamente. A questo punto cercherò di essere più chiaro in modo di farti capire in maniera migliore (ma non è cosa di dieci minuti, è cosa molto lunga e qui farò quel che posso).

La Franzoni una volta ritrovato il corpo ha creduto all'aneurisma perché la dottoressa Satragni aveva parlato di aneurisma. E la Satragni aveva pensato ad un aneurisma perché qualche mese prima, in un paesotto a pochi chilometri da Aosta, un bimbo era morto per aneurisma ed aveva la testa insanguinata. Quando i medici hanno fatto chiamare i carabinieri, di nascosto, qualcuno ha dato giudizi a voce alta. A quel punto ha risposto, non ai carabinieri ma ad un soccorritore che poi ha riferito ai carabinieri (poi anche lei lo riferirà a loro), di aver chiuso a chiave perché era una buona madre. E lo ha fatto proprio per non essere giudicata una cattiva madre (e se se rileggi i tuoi commenti su questo punto capisci cosa intendo dire e che forse qualsiasi altro avrebbe risposto alla stessa maniera per non essere giudicato male). Ma questa falsa risposta ti da già l'idea di una sua innocenza in quanto, fosse stata lei ad uccidere il figlio, le sarebbe convenuto dire che aveva lasciato la porta aperta spalancata così da depistare e far pensare che fosse entrato qualcun altro in casa. Addirittura le sarebbe convenuto sporcare la casa di sangue, spargendolo con l'arma del delitto, il fantomatico pentolino, e lasciare una scia che portasse all'esterno. L'ultimo giudice l'ha descritta quale una lucida assassina, non una madre confusa che ha ucciso per sbaglio. E Cogne a quell'ora, in quel luogo, alle otto di un 30 gennaio non era propriamente un nostro centro città, le persone sono uscite di casa solo quando lei ha chiamato i soccorsi, solo quando ha urlato per farsi sentire dalla vicina. Prima il deserto.

Posso dirti, comunque, che anch'io come te non lascerei i miei figli soli neppure per cinque minuti, anche se ho un grande cortile recintato che protegge, ma io vivo in città, attorno a casa mia ci vivono moltissime persone che non conosco, o che conosco solo per i "buona giornata" che ogni tanto ci scambiamo, ed ogni giorno leggo sui giornali quel qualcosa che non mi rassicura. Ma da piccolo i miei abitavano in campagna e quando non andavo all'asilo mi portavano dai nonni che lavoravano dalla mattina alla sera nei campi e da loro restavo sempre solo. A quattro anni ho fatto la mia prima fuga e mi hanno trovato solo perché mi son fatto trovare (parole di mia nonna). Questo per dirti che in certi luoghi non è strano lasciare qualche minuto un figlio in casa. Anche perché Samuele era stanco, data la festa della sera prima, e le altre volte si era sempre riaddormentato. Ma lasciarlo solo non era una regola, non capitava spesso e chi avrebbe potuto entrare probabilmente non credeva di trovarlo.

continua...

Unknown ha detto...

Ora, se leggi a "testa libera" i miei articoli su di lei, linkando "Annamaria Franzoni" sul trafiletto in testa al blog (quello degli argomenti) troverai la cronaca che parte dalle 8 di mattina quando il PG afferma abbia iniziato a far fare colazione al figlio più grande, l'ordine giusto delle chiamate di aiuto e quanto è accaduto durante i soccorsi. Ed ho scritto in verità senza aggiungere una virgola in più perché sono fatti estrapolati dagli Atti e dai verbali. Fatto questo dovresti aspettare i miei prossimi articoli per sapere qualcosa in più, ma visto che pare davvero tu non sappia niente dei Guichardaz (i vicini indicati dalla Famiglia Lorenzi quali autori del delitto) che già alla Franzoni sono costati un anno e quattro mesi in più di carcere e presto, se non cambierà nulla, le costeranno altri anni, ti informo che due di loro sono i personaggi che ho citato in precedenza, quelli che si sono forniti l'alibi a vicenda, e che il terzo (la terza) non ha alibi dalle 8.10 alle 8.30. Nonostante questo la dottoressa Bonaudo, la procuratrice di Aosta, dopo aver ricevuto assicurazioni dal Ris ed una lettera del criminologo Massimo Picozzi (presente per la procura durante la prima perizia psichiatrica favorevole alla Franzoni) che le garantivano la colpevolezza della Franzoni, ed erano passati nemmeno due mesi dall'omicidio, non ha ritenuto giusto indagare oltre su chi non aveva alibi, perché un alibi familiare non è un alibi a processo, ed ha preferito scrivere negli atti (quando i giudici del riesame hanno scarcerato la Franzoni e le hanno "consigliato" di indagare meglio perché c'era chi aveva il movente e non aveva l'alibi): "non si capisce il motivo per cui non credere al figlio Ulisse".

Forse perché tra una famiglia e l'altra già da oltre un anno c'erano degli screzi anche pesanti? Forse perché grazie al fatto di essere assessore comunale il Lorenzi lo aveva espropriato di parecchia terra per costruirci la strada che portava alla sua casa? Forse perché a causa della strada si era costruita una muraglia che toglieva luce alla sua casa? Forse perché dopo la costruzione della suddetta strada ogni volta che andavano in terrazzo si trovavano di fronte un paesaggio d'asfalto?

Tieni presente che la casa in questione è abitata dal figlio ma è sempre stato il vecchio, che vive a 500 metri e che quella mattina, dopo aver dapprima verbalizzato di essere rimasto in casa, poi nei giorni (ma poco alla volta e ci son voluti altri due interrogatori) ha affermato di aver girato tutta Cogne (non visto da nessuno) fino a quando non si è ritrovato di nuovo a casa (doveva cambiarsi le scarpe) accanto al figlio che si stava alzando dal letto perché chiamato al telefono dall'altro figlio che era a Burolo, ed anche questo viaggio, partito alle 5.45 meriterebbe una riflessione (che nel libro faccio) ma che sarebbe troppo lunga da inserire.

Ciò che vorrei capissi, lori, è che il parlare del caso Cogne non è il dire "non c'era nessuno tranne lei" o l'affermare "un assassino esterno non ci può essere stato perché in luogo ben visibile". Queste sono le frasi che per anni sono state mandate in onda in televisione da giornalisti ed opinionisti che così facendo si sono inventati una nuova e remunerativa professione. Sono quelle che ci hanno fatto il lavaggio del cervello. Facci caso, prima dell'avvento della Franzoni non esistevano gli opinionisti criminali sullo schermo", opinionisti (e trasmissioni) che negli anni sono decuplicati. Fortunatamente per la "Repubblica ed il "Corriere" lavoravano anche giornalisti che sono andati a fare domande giuste nei posti giusti.

continua...

Unknown ha detto...

Così si è scoperto, ma quanto io scrivo qui e nel libro, pur se provato, mai nessuno te lo ha voluto dire perché le indagini su di loro la Bonaudo le aveva chiuse dopo un mese e non erano persone sotto processo o indagate, che la vicina nell'unica intervista rilasciata dice che aveva il figlio grande malato. Ma nei verbali figura che lei li stava accudendo i figli, che stavano facendo colazione perché dovevano andare all'asilo (è questo una parte del suo alibi) e figura anche che il marito l'ha chiamata al telefono (ha chiamato anche lei nei minuti dalle 8.09 alle 8.13, non solo suo fratello mentre stava rientrando il padre a cambiarsi le scarpe, e queste chiamate dalla procura sono state considerate un alibi perché è proprio in quei quattro minuti che, scrivono, Samuele è stato ucciso dalla madre) per sapere se erano svegli in quanto doveva mandare il grande all'asilo. Ma se il grande era malato...

Chiudo qui lori, se vuoi conoscere altro leggi il libro, se invece ti accontenti di credere che la Franzoni è colpevole, e che nessuno poteva uccidere se non lei, a me sta bene ugualmente. L'ho già scritto migliaia di volte, non scrivo per convincere qualcuno, scrivo per denunciare quanto, a parer mio, non si incastra con la logica. Poi nessuno è perfetto, io meno di altri.

Ciao, Massimo

Unknown ha detto...

Mi spiace Pam, le pantofole, che poi sono zoccoli, in perizia non figurano macchiate di sangue. Quello all'interno, lo scrive il perito di Corte non la Difesa, non è sangue, e la goccia nella suola (prima erano due poi improvvisamente ne sparisce una dalle carte, e questo perché non ce n'era un'altra), lo scrivono quelli del Ris, non è una goccia da proiezione caduta durante l'aggressione ma una goccia da calpestio che può essersi creata anche quando la Franzoni ha trovato il figlio agonizzante).

Per quanto riguarda il pigiama non c'erano ditate, che togliendolo si sarebbero formate ed avrebbero fatto frastagliare le gocce tondi presenti sul colletto, non c'erano strisciate, ed il piumone del letto era imbrattato di sangue, quindi un assassino inginocchiatovi sopra per scendere da quella posizione (a meno non abbia saltato come un canguro) doveva per forza lasciarle. Ma la stranezza è come il pigiama era indossato per l'Accusa. Il Ris mette addosso alla Franzoni sia i pantaloni che la casacca, ma i pantaloni al contrario e la casacca al rovescio, e chissà perché una persona deve indossarli così, lo Schmitter a processo toglie i pantaloni, non è convinto li indossasse, e le mette la casacca, ma al rovescio ed al contrario e poi non sa più neppure lui com'era indossata. Il giudice dal canto suo accetta parte di una perizia e parte dell'altra, le unisce e ne fa una tutta sua.

Inoltre non hai capito il mio articolo. Non credere che l'abbia scritto per scherzare. Hermann Schmitter, chi ha periziato il pigiama per la Corte, davvero non aveva, e non ha tutt'oggi, esperienza in BPA, esperienza che possiede, e possedeva Brend Brinkmann. L'hai letta la lettera?

Mi sa che mi devi portare altre prove, ma hai fatto fatica a portarmi queste e credo aspetterò invano...

Ciao, Massimo

Pam ha detto...

Invece ti sbagli, perchè non rispondere sarebbe scortesia, dopo la tua faticosa arringa.
Nonostante le tue certezze, rimango nelle mie convinzioni.
Grazie Pam

lori ha detto...

Massimo, è ingeneroso sa parte tua dire che non ho seguito attentamente il caso..so bene chi erano i Guichardaz ..ho seguito tutto attentamente...ma tu hai letto i fatti in un modo io li leggo in un altro..il fatto di non avere alibi non dimostra che siano necessariamente gli assassini .... quanto al resto io ho assistito personalmente ad un fatto di sangue..un vicino della mia casa di vacanze ha tentato di uccidere il fratello colpendolo in testa con una specie di martello..so quello che ho visto e so le tracce che ha lasciato...quindi rimango della mia idea..l'assassino non può non aver lasciato un minimo di tracce ...a meno che non si sia lavato e non le abbia fatte sparire..ma in sei minuti il tempo non c'era...leggerò il tuo libro, poi ti dirò, e , nel contempo andrò anche a rileggermi le carte..visto che è passato tanto tempo molto mi sfugge e se devo valutare tutto con serenità mi servono tutti i punti di vista
Ciao e buona domenica

lori

lori ha detto...

massimo e se poi vogliamo dirla tutta ,la Franzoni cambia idea sulla porta chiusa perchè da una intercettazione ambientale nella caserma dei carabinieri si sente il marito che le dice che aver chiuso la porta a chiave non deponeva a suo favore) ... e subito dopo lei dà l'altra versione..quindi se vogliamo essere obiettivi dobbiamo rendere conto di tutto .. POI RIPETO: OGNUNO INTERPRETA I FATTI SECONDO LA SUA LOGICA

lori

Unknown ha detto...

Ma la mia, Pam, non è un'arringa, io la Franzoni non la conosco neppure (come non conosco i suoi parenti o i Lorenzi) e non sono il suo avvocato. Quello che ho esposto sono i fatti e quanto è emerso a processo, e non può essere smentito nemmeno dai giudici perché è tutto inserito agli Atti.

Ma ripeto anche a te, ed ancora a lori, che le vostre convinzioni a me stanno bene, anzi benissimo, l'importante è che non si scriva in un commento che "troppe prove e indizi" l'hanno fatta condannare, che non si scriva che l'assassino non può essere esterno perché si doveva lavare prima di uscire (se fosse stata la Franzoni sì, ma questo depone ancora di più a suo favore).

E potete dirmi anche che non è vero ma lo avete scritto perché l'informazione non ha dato il meglio di sé, non lo ha dato allora e non lo da neppure oggi, ed ha influenzato tutti facendoci credere alle non verità.

E se i media non hanno fatto altro che parlare del luogo isolato e dei pianti "fuori onda", se quando si sono addentrati sui fatti hanno portato a conoscenza delle persone solo la parte voluta dalla procura (esattamente come si fa oggi sia a Taranto che a Teramo, perché Cogne ha insegnato a tutti come inserire il pregiudizio nell'opinione pubblica), c'è da dire che i giudici su questi "fatti veri" hanno lavorato nella stessa maniera dei media (sempre grazie alla procura che inseriva di volta in volta carte parziali e diverse) smentendosi uno con l'altro ma arrivando alla medesima conclusione di colpevolezza.

Inserisco qualche esempio, ce ne sono altri, per far capire a tutti che non scrivo cazzate, e non voglio convincere nessuno di una ipotetica innocenza (non mi viene nulla in tasca sia la pensiate colpevole sia la pensiate innocente).

Ad esempio il giudice Gramola, il primo che l'ha condannata a 30 anni, per motivare la condanna scrive che il figlio maggiore è stato vestito nella camera da letto comune ai due bambini, in questo modo Samuele si sarebbe svegliato presto e non dopo le 8.10 come affermato dalla madre, madre che, fra l'altro, secondo il giudice non sarebbe voluta salire sull'elisoccorso assieme al figlio morente. Questo ha scritto e questo i media hanno riportato per anni.

Ma in Appello tutto cambia. I soccorritori dicono che sono stati loro a non farla salire e si scopre che ci sono verbali e foto che dimostrano che il pigiama del grande era in cucina, non nella cameretta come detto e scritto al primo processo.

Ma per qualcosa di appurato e vero, qualcosa di diverso esce anche in Appello. Così, ad esempio, io scopro (nessuno ci ha fatto caso) che nelle carte l'interrogatorio del figlio maggiore, quello inviato dalla procura al dottor Gandini, il giudice che per primo ha carcerato la Franzoni, è completamente diverso da quello inviato dalla stessa procura al giudice d'Appello, ma è lo stesso, quello fatto al piccolo dalla dottoressa Cugge, una dei primi Pm. Per quale motivo la procura cambia le carte in tavola? Ve lo dico io, perché se c'è un anello debole questo va rinforzato e reso forte.

continua...

Unknown ha detto...

Ma lo stesso giudice d'Appello scrive che abbassa la pena, portandola a 16 anni, perché la Franzoni soffre di una malattia, lo Stato Crepuscolare, che pur se non prevista nel nostro codice penale idonea a scontare anni di carcere è riconosciuta dalla scienza medica.

Orbene questa malattia al processo che lui presiedeva è stata esclusa in audizione, ed il giudice di Cassazione, lo stesso Severo Chieffi che in questi giorni non ha fatto spostare il processo da Taranto sebbene la Procura della Repubblica lo volesse, lo rileva nelle sue motivazioni scrivendo che "in aula il perito stesso l'ha esclusa".

Eppure, nonostante l'abbia scritto, non ha modificato di una virgola la decisione del giudice precedente.

Certo, nessuno può avere certezze su chi sia l'assassino di Samuele, me compreso. Ma ad Aosta, sia in procura che in tribunale (come in altre parti d'Italia ultimamente), chi ha avuto a che fare col caso Cogne ha lavorato con i piedi, era assodato e tutti lo sapevano ma nessuno lo ha mai detto (se non a Torino quando prima del processo d'appello la stampa locale ha parlato di tante lacune e buchi neri da colmare), ed i media la tesi della procura l'hanno appoggiata ugualmente.

E se ieri è come oggi domani come sarà?

Ps. Quell'intercettazione di cui parli è molto diversa da come l'hanno mostrata i media (lo fanno ancora oggi di scriverne solo una parte) e non era affatto accusatoria, infatti non è stata portata a processo. Inoltre hai ragione lori, al momento in cui si uccide il sangue vola e sporca tutto, infatti la camera da letto ne era piena, ma quando l'azione cessa il sangue, che ha caratteristiche "adesive" si fissa sui panni sul corpo sui capelli e non vola via, inoltre la suola delle scarpe (con la posizione voluta a Cogne) non essendo a favore di schizzi non ne riceve. L'unico sangue che si può trasportare è quello rimasto sulle mani, se si appoggiano da qualche parte, ed infatti sul muro delle scale c'era. Poi però un semplice calzino può bastare per aprire una maniglia senza lasciare tracce...

Ciao, Massimo

lori ha detto...

massimo avrei molte altre obiezioni da fare..ma la finisco qui

lori

Anonimo ha detto...

Massimo, sei troppo forte tu!Quei puntini di sospensione poi alla fine di ogni commento lasciano un alone di mistero che solo tu puoi svelare.Ogni volta che scrivi io poi racconto tutto a mio marito cercando che mi dia ragione e dico:"vedi che anche Massimo(manco ci conoscessimo)la pensa come me!"Scusami ma te lo volevo dire.
Bea.

PINO ha detto...

MASSIMO

Ho letto i commenti su questo ultimo tuo articolo, e le tue lunghe e chiare deduzioni alle quali sei giunto, per aver seguito i fatti e per aver letto i fascicoli inerenti al caso.
Devo confessarti, però, che nonostante la mia buona volontà, non riesco a convincermi dell'innocenza della Franzoni, come di quella di Sabrina Misseri.
Con questo non voglio contestare la tua legittima concettura, che, ho notato, e serena e disinteressata.
Ho voluto solo farti conoscere la mia, che è di natura diversa, basata su supporti diversi.
Non voglio polemizzare con te, perchè so che ne uscirei sconfitto.
Cordialità PINO

Unknown ha detto...

Non cerco adepti o consensi, Pino, ma solo di far conoscere i fatti perché, anche se a noi tutti pare di conoscerli perché ci hanno accompagnato ogni giorno per anni, in effetti ci sono oscuri.

Ma se posso fare un appunto al tuo commento, ti voglio far presente che fra i due casi, Avetrana e Cogne, di logica il movente si può trovare solo per la Misseri e non per la Franzoni. Questo perché fra Sabrina e Sarah c'era un rapporto che si potrebbe anche vedere di conflittualità (l'età adolescenziale li crea), e che la gelosia (anche se poco plausibile quale movente) si potrebbe in qualche modo dimostrare attraverso le testimonianze della sera precedente l'omicidio ed alcuni sms (poi la decisione finale spetterà al giudice).

Per quanto attiene l'omicidio di Samuele, al contrario, la madre non aveva movente. L'unico che le si poteva ascrivere era un raptus momentaneo o una malattia mentale. Ma la prima perizia psichiatrica ha escluso la malattia mentale (e ti assicuro che i tre psichiatri che l'hanno scritta erano i più in gamba d'Italia), la seconda, quella fatta tramite i video, ha ipotizzato uno "stato d'ansia" non riuscendo ad andare oltre, inoltre hanno scritto in formula "astratta" (e sono i periti stessi a scrivere questo); per ultima la perizia del Mutani, come ho scritto in altri commenti, ipotizza tutto ed il contrario di tutto poi, in udienza, azzera ogni conclusione ed esclude.

Quindi, a parità di giudizio e di linea da seguire, a parità di peso e misura, si deve dire che la Franzoni è stata condannata pur non avendo movente e pur non essendo pazza (cosa che non è stata mai scritta in nessun atto ma che, invece, ancora oggi si da per certa), mentre se la Misseri venisse un domani condannata si dovrebbe dire che comunque un movente, valido o meno, potrebbe averlo avuto.

E nei casi di omicidio è il movente a fare la differenza, oltre alle prese di posizione personali dei Pm che una volta imboccata una strada piuttosto che cambiarla preferiscono cercare di aggiustare quanto dalla loro mente già stabilito (e mi pare che ne abbiamo degli splendidi esempi anche nel momento storico in cui viviamo).

In ogni caso va benissimo il restare ognuno della propria idea. L'importante è il rispetto reciproco, lo sai che c'è, e lo scrivere il commento in maniera esatta e senza forzature.

Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

Hai mai avuto, Massimo, la voglia di occuparti di consulenza, di investigazioni o di fare l'avvocato?
Non mi dilungo sui motivi che mi hanno spinto a farti questa domanda, li sai...aggiungo solo che penso tu abbia un dono che pochi hanno, e che potresti cambiare la vita di alcune persone, che si trovano implicate in guai giudiziari senza averne alcuna responsabilità.
Ci sono professionisti che è un peccato chiamarli tali e persone come te che potrebbero dare tanto, ed aiutare molta gente.

Ciao Sira

Anonimo ha detto...

Io vorrei sapere, se veramente si pensa che quel pigiama sia stato indossato, ma perchè non riporta nessuna goccia striata, modificata, nessun segno di svestimento???
Eppure parliamo di un pigiama chiuso, e di una indossatrice con i capelli a caschetto,, le mani ed il viso intrise di schizzi ematici, eppure nulla...
Ed in secondo luogo, datosi che dovremmo credere ad una cinetica di un'azione omicidiaria, come mai nessuna macchia ematica ha subito deformazioni dal movimento ipotizzato che avrebbe provocato pure le cast off sul soffitto???
Lievitava dentro il suo pigiama o lo indossava???
Antonello

Unknown ha detto...

No Sira, non ci ho mai pensato perché è un lavoro che ti porta a stare lontano dai tuoi figli, ed io mio padre l'ho sempre visto poco quando ne avevo bisogno...

Cresceranno, intano io continuerò a studiare ed a scrivere, nonostante non sia più giovane, poi vedremo se... in fondo mai dire mai.

Ciao, Massimo

PINO ha detto...

MASSIMO

Comunque, Massimo caro, sei avvincente nelle tue dissertazioni. Non vorrei trovarti di fronte, in una qualsisi controversia legale.
Hai tutta la mia stima.
PINO

Manlio Tummolo ha detto...

Non desidero ripetere quanto ho scritto per gli altri articoli su questo argomento, dato che nulla si sposta sugli interrogativi procedurali (quelli per cui non sia stata richiesta finora la revisione del processo, perché non ci sia rivolti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, e perché il procedimento per calunnia continua): voglio solo specificare che non si possono paragonare tra loro storie completamente diverse, di cui una è stata conclusa fino all'ultimo grado di giudizio (giusto o sbagliato che fosse), l'altra è appena ai suoi inizi giudiziari. Osservo altresì che non è corretto parlare di conflitti adolescenziali tra le due cugine (è solo un abuso della SS. inquisizione e stampa a rimorchio, completamente ignare di psicologia dell'età evolutiva e psicologia generale), in quanto l'adolescente è una sola, Sarah. Sabrina, relativamente allo sviluppo psicologico è donna fatta e maggiorenne, anche rispetto all'antico diritto di famiglia che definiva la maggiore età ad anni 21, fino al 1974. Per la psicologia dell'età evolutiva, l'adolescenza fisica e psicologica termina attorno ai 17 - 18 anni. Poi si è adulti, ancorché molto giovani. Anche la crescita ("adolesco" in latino vuol appunto dire "comincio a crescere") è praticamente terminata. E' un'abitudine d'oggi quella di definire "ragazzi" perfino trentenni, se non anche persone ormai di 90 anni compiuti. Un conflitto tra una 22.enne ed una 15.enne, perché i puri soli 7 anni di differenza a quell'età sono un'enormità, un baratro, è impossibile. Nè può ritenersi che Sarah fosse, a quell'età, una "divoratrice di uomini" seppure "in pectore". Sono fantasie morbose di una SS. Inquisizione ancora legata a processi contro la stregoneria, l'eresia e l'ateismo, ed altri peccati diabolici.

Mimosa ha detto...

Sto leggendo tutto molto attentamente e da quando sono su questo blog non sono più sicura che la Franzoni sia colpevole ... magia dei giusti ragionamenti dei commentatori e dell'eccezionale spirito critico e analitico di Massimo Prati ... mi sto vergognando di tutto ciò che ho pensato in quegli anni, seguendo la maledetta tv ...

A questo punto vorrei fare una domanda a Lori: scusa, se ho capito bene, tu dici che l'assassino, se fosse stato un vicino di casa o altri, sarebbe dovuto uscire tutto imbrattato di sangue con il rischio di farsi notare e quindi lo escludi, riportando l'obiettivo sulla colpevolezza della madre ... ma la Franzoni mica era tutta imbrattata di sangue ...
allora come spieghi questa incongruità?

Mimosa

lori ha detto...

Mimosa la Franzoni era imbrattata di sangue.. anche volendo ammettere che non sia stata lei l'assassina, aveva soccorso il figlio, si era poggiata sul letto dove c'era una pozza di sangue...quindi le tracce su di lei potevano ben essere giustificate e non destare sospetti...
lori

Unknown ha detto...

Mi dispiace dover intervenire ancora in un tuo commento lori, scusami ma devo puntualizzare.

La Franzoni non ebbe il coraggio di prendere su il figlio, di toccarlo, alzò il piumone perché credeva volesse giocare a nascondino, come fanno tutti i bimbi che nascondono la testa sotto le coperte per essere trovati (e come faceva Samuele con lei e suo fratello), e quando lo senti gemere e vide il sangue, all'inizio pensò avesse vomitato sangue, corse al telefono per chiamare i soccorsi. E la Satragni, chiaramente la seconda chiamata da lei fatta e non la prima come scritto sulle carte (la ricostruzione certa è nel mio primo articolo sull'argomento franzoni), arrivò tre minuti dopo, alle 8.31, perché abitava a 100 metri.

L'unico sangue trovatole addosso fu su una mano, ma le rimase dopo aver aiutato a portar fuori dalla camera il figlio. Nessun'altra traccia di sangue, sia nei capelli che sul viso.

E c'è una cosa che il Ris non ha mai detto o scritto di aver fatto, ma le ha fatte di sicuro, le analisi sui capelli di certo presenti in bagno è nei sifoni dei lavandini e delle docce. Bastava avessero trovato un capello con tracce ematiche per avere la conferma della madre assassina, ma queste tracce non c'erano.

Questo per correttezza e per verità.

Ciao, Massimo

Unknown ha detto...

Manlio, quando ho parlato di conflitto adolescenziale non mi riferivo a quello che sorge fra due ragazze della stessa età, ma quello naturale che ha una ragazza di 15 anni verso la madre. E dato che la cugina la riprendeva per "le coccole" un conflitto simile poteva nascere anche fra di loro.

Ma la mia era una forzatura per meglio far capire il concetto.

Ciao, Massimo

lori ha detto...

ok massimo, ma visto che non è stato possibile determinare con precisione l'ora dell'aggressione e della morte, la Franzoni avrebbe ucciso il bambino prima di accompagnare il grande allo scuolabus, è automatico pensare che prima di uscire si sia lavata, che mi sembra la cosa più ovvia...cosa che non avrebbe potuto fare un estraneo che aveva i minuti contati e non credo che un calzino femminile possa essere servito all'uopo...

lori

Unknown ha detto...

Ma lori l'ho scritto proprio per darti modo di non intervenire con un discorso del genere. Il Ris non scrive mai di sangue nelle tubature, nei sifoni. E se si era lavata dopo l'aggressione ci doveva essere. Non scrive mai di capelli con tracce ematiche e nel bagno o nei sifoni di capelli ce n'erano per certo.

La squadra di Luciano Garofano ha spaccato i muri, il camino, alcune parti di pareti, ha chiamato aziende di Cogne con scavatori per far scavi in giardino, si è portata a Parma il liquido delle fogne, l'immondizia. Inoltre è andata alla villetta una serie infinita di volte, non ha mai trovato nulla pur arrecando, c'è il preventivo di spesa, 50.000 euro di danni.

Quindi niente tracce di sangue e neppure salviette insanguinate, per pulirsi all'incirca.

Ciao, Massimo

lori ha detto...

massimo ma allora dove sarebbe finita l'acqua sporca di sangue con cui la satragni ha lavato samuele? eppure è stato gettata al bagno..?

lori

Anonimo ha detto...

Ammetto anch'io di aver creduto la Franzoni colpevole sulla base della giustificazione collettiva "chi se non lei?". Ma non mi ha mai veramente convinto il ritratto psicologico della madre assassina e la teoria dell'amnesia temporanea. Non sono certo un'esperta del settore, ma la donna che uccide il proprio figlio annulla simbolicamente anche se stessa, penso possa arrivare anche a suicidarsi, comunque a crollare. E mi sembra che un fatto così grave per il proprio equilibrio psichico non possa essere rimosso così facilmente. In questo caso, sono stati tutti così unanimi nel valutarne la psicologia comportamentale? Forse più semplicemente hanno evitato di approfondire. Come si deduce anche da quanto scritto da Garofano in un suo recente libro sul caso, che conclude la sua ipotetica ricostruzione fermandosi al momento in cui la Franzoni si reca nella stanza del figlio. “Quello che succede da questo momento in poi solo Anna Maria ce l'ho potrà dire, se un giorno riuscirà a far emergere dal suo inconscio quanto accaduto” sono più o meno le sue parole.
Mi interessa molto il tuo nuovo punto di vista, che vedrò di approfondire sul tuo libro, anche per le diverse valutazioni delle prove e delle ipotesi alternative, le tue argomentazioni sono sempre chiare ed avvincenti.

Grazie

Pamba

Unknown ha detto...

Nel Water, quindi nella tubatura della fogna delle acque nere.

Prima mi sono dimenticato di parlare dell'ora della morte. L'Accusa ha stabilito, ed è nel secondo articolo che ho scritto sulla Franzoni, che la madre ha iniziato a vestire ed a far fare colazione al fratello maggiore sulle otto, che poi sulle otto e sette minuti ha mandato all'esterno il figlio grande, lasciandolo a zero gradi per quasi dieci minuti, mentre lei andava ad ammazzare il figlio piccolo nel frattempo svegliatosi.

Ma non posso inserire un commento lunghissimo su questo dato che è tutto scritto in un articolo presente sul blog.

Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

errata corrige
..ce lo potrà dire..!
Pamba

lori ha detto...

e chi ha detto che gli abiti sporchi debbano essere stati sepolti nel giardino o nei pressi della villetta?

quanto al bambino grande non c'è niente di strano... mica ci sarà andato nudo sulla bicicletta..tra l'altro non mi sembra che fosse la prima volta

lori

lori ha detto...

al paese di mio padre, un paese d'altA MONTAGNA DOVE LA NEVE CHIUDE LE PORTE DELLE CASE i bambini, appena alzati si tuffano nella neve fresca..sono temperati a quel clima
...

LORI

Unknown ha detto...

Lori, le altre volte stava il tempo necessario alla Franzoni per togliere i resti della colazione sulla tavola, per mettersi le scarpe ed un cappotto, due-tre minuti quando è stato fuori più tempo. Fra l'altro la Ferrod, la vicina, alle otto e nove minuti mentre era al telefono col marito guardava dalla finestra proprio il cortile del Lorenzi e non ha visto nessun bambino giocare.

Scusami lori, non te la prendere, però non posso ribattere continuamente alle tue obiezioni, è tutto nel libro e ad ogni osservazione che puoi porre ho sempre una risposta perché sono stato quasi diciotto mesi a studiarmi il caso Cogne, gli atti e tutto il resto. Quindi ti prego di leggerlo o, se non ne hai il tempo, di guardare l'indice e di leggere il capitolo che riguarda il tuo dubbio.

Ciao, Massimo

lori ha detto...

massimo ho cominciato a leggerlo il tuo libro e questa cosa del bambino non mi ha proprio convinto..tra l'altro andava in bicicletta, quindi faceva movimento..si riscaldava e , come ti ho detto, io ho visto bambini in alta montagna tuffarsi in pigiama nella neve.. e con questo chiudo..poi ti dirò quali altri dubbi mi ha lasciato la lettura sul capitolo "vicini di casa"

lori

Unknown ha detto...

L'ultima cosa poi chiudo anch'io; il bimbo doveva andare a scuola, doveva salire sul pulmino, chi lo avrebbe lasciato dieci minuti all'esterno a sudare in bicicletta? Perché l'autista dello scuolabus non ha detto che era sudato? Ma se non ti convince questo perché al tuo paese i bambini li mandano sotto la neve in pigiama, perché chi guardava il cortile non lo ha visto giocare in bici quando i Pm volevano fosse all'esterno a giocare in bici? Perché nessuno l'ha sentito? I bambini in bicicletta, pur silenziosi che siano, sulla ghiaia fanno rumore. E nel cortile c'era la ghiaia.

Ma lori, se non ti convince nulla fa niente, non è un problema mio. Personalmente puoi credere che la Franzoni abbia ucciso depistato occultato e quanto altro ritieni possa aver fatto, perché a me, lo ripeto, niente mi viene in tasca in ogni caso.

Ciao, Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo, la mia osservazione non si riferiva a te, se non perché riporti l'opinione dominante. Anche qui ti sarai sicuramente accorto che a certe frasi si dànno significati di odio. "Per due coccole si vende", che vuol dire in sé poco o nulla, se non che, come a tutti (voglio vedere chi no), piace farsi coccolare: Sarah apprezzava essere amata anche con manifestazioni esterne, in più, proprio per la sua adolescenza, voleva sentirsi al centro dell'ambiente familiare in senso lato (parenti compresi). La battuta di Sabrina non ha alcun senso di ostilità o di invidia. Il conflitto con la madre non so quanto sussista, perché, da quel che mi risulta, non sembra documentato da scritti o frasi di diario. Il rapporto con Ivano era un modello, un esempio, piuttosto che un desiderio di realizzare qualcosa di più: "Ah, se avessi un fidanzato come lui", come a dire "Ah, se potessi dormire una notte con Belen o con qualche altra signora di moda ai nostri tempi". Immagino che la ragazzina fosse abbastanza sveglia da capire che non avrebbe mai potuto realizzare un rapporto concreto con un 27.enne, e tre anni dopo sicuramente avrebbe pensato a tutt'altra persona.

Tornando alla signora Franzoni, tutti gli argomenti sul sangue a suo pro, varrebbero anche per l'ipotetico assassino, ma ciò che per me più conta, visto l'elenco di argomentazioni a difesa, perché i suoi avvocati non chiedono la revisione del processo ? Perché non hanno fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ? Non si può pensare che, scrivendo articoli pur acuti, critici, profondi, questa innocenza venga materialmente riconosciuta. Solo con i procedimenti previsti, la revisione può essere svolta ed ottenuta. Ma non dimentichiamo che, escludendo lei dall'infanticidio, qualunque altra persona sospettata ha diritto alle garanzie previste dalla legge e non si possono far nomi precisi con precise allusioni al compimento del delitto. Ecco perché, se la signora continua a battere su persone specifiche, rischia di ritrovarsi condannata anche per reiterazione della calunnia. Sul resto non discuto, in quanto è noto che di innocenti condannati, questo non sarebbe né il primo né l'ultimo caso.

Unknown ha detto...

Di innocenti condannati, Manlio, ne sto scrivendo proprio ora. Per quanto riguarda la revisione del processo, sai meglio di me che occorre un "fatto nuovo" (poteva esserlo una assoluzione nell'ultimo processo per calunnia ma in primo grado è stata condannata ad un anno e quattro mesi).

Sulla Corte europea, invece, c'è da dire che, mi hanno detto, tratta davvero poco questo genere di casi, di solito condanna gli Stati per aver sbagliato nel portare avanti in modo troppo lungo un processo e non credo abbia il potere per farne rifare uno alla Franzoni. Questo mi dicono fior di avvocati che mi hanno chiesto, se non ero convinto, di verificare quanti sono stati casi del genere, parlo di omicidi, accettati a Strasburgo. Ho controllato ma mi sono arreso subito perché non ne ho trovati.

Ma se tu Manlio sai di qualche caso simile accettato mi farebbe piacere saperlo.

Ciao, Massimo

rex ha detto...

io ho sempre pensato che a parte la Franzoni solo i vicini di casa potevano avere la possibilità di uccidere il bambino senza notati più di tanto, avrebbero potuto vedere quando usciva la Franzoni e entrare in azione subito dopo, conoscere i suoi orari, però non hannp trovato mai nessuna traccia riconducibile alla loro csa quindi sarebbero stati dei maghi a far sparire tutto perchè comunque dovevano tornare a pulirsi in casa, anche immaginando che si siano messi indosso qualcosa tipo un telo o una tuta antischizzo e impermeabile in pochi minuti era un'operazione troppo rischiosa

Unknown ha detto...

Non serviva essere maghi Rex. Il primo controllo, effettuato il giorno stesso, è riguardato il loro locale caldaie per verificare se vi fossero panni sporchi di sangue vicino o in lavatrice. Il secondo è stato fatto sette giorni dopo, il terzo (nei garage) 13 giorni dopo. In ogni caso mai hanno sparso il luminol, in nessun punto. Inoltre non hanno controllato altre cose presenti, ad esempio il pulmino servito ad uno dei tre per arrivare ed andarsene, e la casa in costruzione dell'altro figlio, ad un passo da quella del fratello.

Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

Qualcuno qui ridimensionava la diagnosi di aneurisma avanzata a prima vista dalla Satragni.
Io sono profano in medicina ma la prima domanda, anche procedurale, che ci si pone e si deve soddisfare a pieno e con certezza e' "cio' che ha causato il rinvenuto puo' essere una causa naturale o non e' naturale???".
Non e' tutto scontato giacche' qualcosa sappiamo che "deve aver causato" il triste rinvenuto.
Bene, intanto io direi di partire da questo, perche' una bibliografia esiste eccome "Cogne: enigma svelato", la diagnosi estemporanea della D.ssa Satragni nell'immediatezza dei fatti, la tesi mai sconfessata del Dr. Migliaccio che per anni ha chiesto di essere richiamato dall'Ordine per poter quindi aver davanti qualcuno che si esponesse con delle argomentazioni contrarie alla sua tesi.
Insomma da anni parliamo di infanticidio ma siamo proprio certi di questo???
Non tutti insomma, questo concedetemelo, io non dico che e' una morte per cause naturali ma semplicemente ritorno all'ordine dei problemi e mi pongo degli interrogativi.
La risposta, dopo svariate letture di forum, libri e documentazione e' che non e' una ipotesi sconfessata scientificamente quella che riporterebbe la morte del piccolo Samuele ad una causa naturale, checche' sembri quantomeno originale sostenerlo.
Nessuno ha mai sconfessato ne testato, ne analizzato la tesi dell'aneurisma, testimone io, che nei forum mi son trovato davanti medici, anche in siti medici, che non volevano o non potevano sconfessare tale teoria che esiste.
Quindi questa "non escludibilita'" della ipotesi di morte naturale di Samuele ci dice, per prima cosa, che non possiamo escludere a priori che non vi sia nessun infanticda da cercare perche', a monte, non possiamo scientificamente escludere un "non infanticidio".
Antonello

Anonimo ha detto...

Proprio cosi', la stessa perizia autoptica e' stata facilmente attaccata dal mondo medico, quella perizia non ha escluso la causa di morte naturale ne, nello specifico, escluso la presenza di aneurismi piu' o meno congeniti o provocati.
Questo e' l'assunto che e' contenuto nella tesi del Dr. Giovanni Migliaccio, illuminato dopo in maniera leggermente divergente ma anche dalla D.ssa Agnese Pozzi che parla di origini possibili dell'ipotetico aneurisma.
La tesi in buona sostanza parla di aneurisma che si sarebbe rotto provocando un grave edema con innondazione ematica dei circoli di Willis e della rete neuronale, in seguito a questa innondazione si sarebbero originate acute crisi convulsive con vomito a getto.
Per chi volesse comprenderne di piu' "Cogne: enigma svelato" scritto a quattro mani da Torri -Pozzi, oppure andare sul blog della D.ssa Pozzi ricercandone l'argomento sulle centinaia di post scritti.
Sottolineo che non sostengo io, non potrei non avendo nessun titolo in materia, la tesi sopradescritta, mi riservo di andare a prendere i link appositi postandoveli.
Antonello

Anonimo ha detto...

La domanda sul decesso per cause naturali o meno causo', lontano dai plastici, un'accesa discussione fra investigatori e medici.
A dire il vero il vulnus sarebbe da risolvere all'interno della scienza perche' comunque piu' di un documento conforta il decesso non dovuto a cause naturali.
La discussione si e' svolta perloppiu' nel sito www.netcrime.it presieduto dal Dr. Lavorino, che ha pubblicato la tesi del Dr. Migliaccio confutandola in molti parti, ne e' seguita la pubblicazione della controconfutazione del Dr. Migliaccio ed un botta risposta infinito.
Sotto riporto un altro link dove la discussione e' stata pubblicata a livello forense:
http://lescienzecriminologicheinvestigativeforensi.myblog.it/samuele-lorenzi-il-caso-cogne/

p.s. se non va il link riportarlo pari pari nella riga degli url.
Antonello

Anonimo ha detto...

fatemi capire questo spiegherebbe la mancanza di tracce dell'assassino, poichè l'assassino non esisterebbe?
inquietante.
ed inquietante il fatto che non si sia portata in tribunale come prova di innocenza la controperizia medica
Tabula

Unknown ha detto...

Fermi ragazzi, state parlando di fantasia in quanto le ferite sulla testa di Samuele poco portano ad un aneurisma. L'autopsia parla chiaro, ci sono segni inequivocabili, la stessa arma ha colpito più volte ed ha lasciato l'impronta. Ci si potrebbe credere se si fossero trovati segni che avessero confermato che per diciassette volte il piccolo Samuele avesse sbattuto con la testa sui mobili, sul comodino o sulla spalliera del letto, ma su nessun mobile ha ricevuto colpi. Mi spiace ma il piccolo è stato ucciso, pochi dubbi su questo anche dalla collettività scientifica.

Ciao, Massimo

Paola ha detto...

@antonello @ tabula
Nessun aneurisma, neppure gigante, ha mai, ripeto mai, provocato e MAI provochera' la rottura della teca cranica. Il neurochirurgo per avere accesso ad eventuale aneurisma per clipparlo, se sanguinante o meno, deve trapanare un osso e creare un opercolo. Mi fermo qui e non mi va di fare accademia . Non so quali siti abbia visitato antonello "frequentato da medici". Le assicuro che la tesi che definirei ridicola se non ci fosse di mezzo la morte di un bambino e la ricerca neppure velata di notorieta' e quindi di soldi da parte di questo figuro tale miglaccio, noto a milano come neurokiller ( gia' si era guadagnato gli onori delle cronache per interventi non necessari e truffe varie).
Io sono una specialista in neurooncologia pediatrica e nutro un'avversione particolare per chi specula si disgrazie immani. E il miglaccio lo ha fatto.
Quindi come giustamente ha scritto max rimanete ancorati ad alcuni dati certi : la morte di Samuele lorenzi e' stata causata da un indotto importante trauma cerebrale con perdita di sostanza.
Quindi Non c'era nessuna controperizia da portare in tribunale.
Saluti

Paola

Anonimo ha detto...

@Tutti
Spero che abbiate apprezzato le mie premesse di cautela che vedo sono anche le vostre.
Io ho assistito a questa interminabile discussione da profano dichiarato ed in religioso silenzio sul vecchio sito di www.medforum.it, dopo addirittura chiuso per insanabili divergenze fra il Professore e la battagliera D.ssa Pozzi.
Questo è il dato di fatto che riporto con il beneficio d'inventario non potendo io ne confermare, da profano, e ne sostenere la tesi specifica.
A me interessavano gli appunti sull'approccio che deve avere un medico legale che interviene in casi del genere, insomma quale è la prima domanda a cui deve rispondere dopo aver stabilito la causa scientifica di un decesso??? L'esperienza di quella discussione a me ha insegnato che è per forza:
di chi è la competenza???
Antonello

Anonimo ha detto...

La discussione su www.medforum.it a dire il vero era poi scaduta in diverbi più o meno nei toni ma sino a quel momento la tesi era perfettamente condivisa da tutti i partecipanti, sottolineo che era un sito, non so se ancora aperto, ricolmo di accreditati medici e di specialisti.
La divergenza nata fra i due esperti era nata, non sulla sostanza della tesi, ma sull'origine dell'aneurisma, congenito o di natura contusiva.
Le critiche al redattore della perizia erano poi state ampiamente illuminate, a partire dal fatto che mai fù eseguita una T.A.C. a corpo integro del piccolo Samuele per stabilire eventuali altre fratture più o meno interne.
Per i titolati in materia lancio il link del blog della D.ssa Pozzi in cui a sinistra in basso sono ben ritrovabili i post di riferimento su Cogne.

http://agnesepozzi.splinder.com/

Per chi volesse conoscere più a fondo il Professore di cui parliamo:

http://www.giovannimigliaccio.it/

Per chi volesse conoscere meglio la compianta Maria Grazia Torri, autrice di "Cogne: enigma svelato" il link è:

http://enigmasvelato.splinder.com/

Invito alla cautela nuovamente...
Antonello

Paola ha detto...

@antonello
Scusi ma non ho capito la chiosa finale sulla competenza.
Su tutti i certificati di morte che un medico compila sa cosa c'e' scritto ? : arresto cardio circolatorio.( La morte e' certificata solo da ECG piatto) poi si va alle causa primaria ( a seguito di : trauma, tumore etc etc) e poi alle varie cause secondarie , di solito note in anamnesi .
Questo in ospedale.
Poi si va in autoptica, non sempre e puo' essere decisa dalla famiglia o dai curanti, oppure all' autopsia giudiziale come per il caso in parola. La responsabilta' e' sempre del medico legale che puo' avvalersi di un sottogruppo di specialisti che variano in relazione all' ipotesi primaria .
Poi scusi Antonello chi sarebbe il Professore ?? Non certo migliaccio...che mai ha avuto manco la predella di una cattedra!
Saluti

Paola

Anonimo ha detto...

@Paola
Carissima Paola, intanto se la mette più a Suo agio potremmo darci del tu.
In secondo luogo, io ho dichiarato in premessa non sospetta che sono profano in materia e che si sta parlando di "tesi" di esperti, non vedo come potrei io contestare o dialogare su temi specifici.
Io ho notiziato su un filone, più o meno condivisibile, di ipotesi, il mio compito ho scritto mille volte che non può andare oltre data la materia e la mia umiltà.
Molto umilmente poi, da profano,
un neurochirurgo con circa quarant'anni di esperienza non riesco a titolarlo diversamente, se non altro perchè sembrerebbe pure tempo fa che era Primario del reparto corrispondente del Fatebene Fratelli...
Paola non riuscirai a trascinarmi nella polemica, anche perchè umanamente ed in un certo senso, non so in altre vicende, li ci ha messo totalmente la sua faccia, aveva chiesto pubblicamente all'Ordine di censurarlo, aveva spedito non so quante lettere ai Giudici, gli mancava insomma di incatenarsi ai Palazzi di Giustizia.
Non so, io da profano ed esclusivamente in quella vicenda umanamente per certi versi l'ho ammirato, altre critiche le lascio a chi dimostra di conoscerlo meglio perchè appunto non sono abituato a esprimere punti di vista in relazione a ciò che non so.
Antonello

Anonimo ha detto...

@Paola
Non parlo evidentemente già di competenza giudiziaria in quanto il problema emerso da quella annosa discussione è proprio un settore specialistico che si frapponeva a chè la competenza fosse tale.
In buona sostanza, essi, erano fermamente convinti che dal punto di vista scientifico un medico generico non avesse competenza per diagnosticare un problema che era, secondo la loro opinione, meramente neurochirurgico.
Accettavano il responso nell'immediato ma non comprendevano e dissentivano sul fatto che la tesi non era stata neppure presa in considerazione da chi di medicina, neurochirurgica tanto meno, poteva, e come smentirli, conoscere molto.
Ripeto che Le sto riportando quanto a mia conoscenza ed a memoria, comunque se magari entra nei link che, a discapito di incomprensioni, Le ho lanciato troverà anche una buano fetta di quella discussione che era stata, all'epoca, registrata dalla D.ssa Pozzi per questioni di divergenza.
Tanto quanto a mia memoria ma andandosi a leggere, con pazienza, i molteplici post scritti dai protagonisti forse ci si può rendere conto meglio, anche dal punto di vista scientifico, quale era la problematica.
Antonello

Paola ha detto...

Paola non riuscirai a trascinarmi nella polemica. Scusa ma quale polemica? Ti avevo fatto una domanda perche' veramente non avevo capito il tuo richiamo alla responsabilita' ...e non hai risposto.
A palazzo di giustizia di milano il migliaccio, NON professore titolo mai conseguito, c'era gia' stato anche li' incatenato per altri motivi : avere ingannato dei pazienti lui ed il suo primario caneschi effettuando interventi inutili ma soprattutto creato illusorie aspettative di vita in persone che non ne avevano alcuna. Il tutto esclusivamente a fin d lucro. Lo stesso motivo che l'ha spinto a diagnosticare l'aneurisma a S.L.
Pertanto tieniti pure l'ammirazione, e' solo tua, ma
piantiamola qui per non tediare troppo gli altri. E poi ti assicuro che parlare di migliaccio mi fa incazzare. E tanto!
Ciao
Paola
E

Anonimo ha detto...

Dimenticavo di aggiungere, poi mi taccio anche perche' sto uscendo, che conosco bene le dichiarazioni di migliaccio relativamente a questa storia, pur non avendo seguito nessun blog. A tal proposito l' eco degli spernacchiamenti se ti capita di passare da via principessa clotilde, sede del fatebenefratelli di milano, la puoi ancora sentire.
Paola

Anonimo ha detto...

@Paola
Veramente guarda che ti ho risposto sulla "competenza", magari se aspettavi un attimino vedevi il secondo mio messaggio.
La "polemica" riguardava ben altro tema, non facciamo minestroni, io ho premesso che sono profano mille volte ed in commenti non sospetti, e su vicissitudini della persona e su temi scientifici, per cui:
1) Non posso rispondere su temi specifici scientifici.
2) Non conoscendo altre vicissitudini della persona di cui parliamo lascio ad altri, che dimostrano di conoscerla meglio, eventuali altre critiche.
3) Non capisco il problema con me o con la mia ammirazione, nell'ambito di quella Sua teoria, la persona di cui parliamo, ha dimostrato di sostenerla davanti a tutti mettendoci la faccia, la mia ammirazione era chiarissimo era diretta a questo Suo comportamento senza per questo dover entrare nel merito di diversi eventi.
4) Mi sembra di essere stati chiaro, a questo mi riferivo quando parlavo di polemica con me che a dirla tutta poco posso sapere ne centrare negli eventi di cui Lei parlava.
5) Tolto queste precisazioni comprendo la Sua presa di coscienza se questi sono i fatti a Sua conoscenza, non mi si chieda di esprimermi, io ho riferito quanto a mia memoria sul caso di cui si parlava.

Rinnovo l'invito ad andarsi a leggere i link postati per raffrontarsi con il problema che, altri più esperti di me (così va bene???) hanno creduto di dover portare alla luce.
Nessuno vuole tediare, quindi direi appunto di rimanere nel tema, senza offesa.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo decide sull'eventuale violazione dei diritti di un processato, ad esempio se è stato violato il diritto alla difesa, o altri previsti dalla Convenzione, come il non aver potuto usufruire di un "giusto processo" nella sostanza, oltre che nelle forme. Penso che un avvocato, il quale abbia ragioni adeguate per sostenere che non è stata esaminata una situazione nelle forme corrette, o che talune prove non siano state esaminate in tutto o in parte, può fare ricorso. Al massimo, viene respinto, il che avviene di norma se viene presentato senza un avvocato (malgrado le norme della Corte prevedano la possibilità di presentarlo da soli: in tal caso te lo respingono con la dizione "NON RICEVIBILE" su un modulo in cui differiscono solo i dati del ricorrente e il numero della causa). Se a parere degli avvocati questo diritto alla difesa della signora Franzoni è stato aggirato, eluso, violato, il ricorso possa essere presentato. Una volta ammesso, si deve rifare perlomeno l'udienza finale, secondo le indicazioni date dalla stessa Corte.
Quanto agli elementi nuovi per la revisione di un processo, possono essere determinati in base a prove nel frattempo raccolte. Non capisco perché la relazione del perito tedesco, oltre che all'avv. Taormina, non sia stata inviata direttamente alla Procura, al giudice, al presidente del Tribunale, al CSM, alla stessa Corte (CEDU) di Strasburgo, e a quanti altri possono essere competenti nel merito. Di sicuro, se la manda a me, a te, o al solo Taormina, il quale la diffonde alla stampa, non se ne ricava nulla. Possiamo essere convinti di ciò che scrive, ma poi che possiamo fare ?

Manlio Tummolo ha detto...

Riguardo al tema "aneurisma cerebrale" appare chiaro, cercando non "Migliaccio", ma la voce "aneurisma cerebrale", possibilmente in enciclopedie mediche, che la testa non "esplode" mai, non è una bomba, a meno che non venga esercitata su di essa una pressione adeguata, ma in tal caso sarebbe il cranio a cedere verso l'interno e non a dilatarsi verso l'esterno. Altrimenti, si continua a insistere su un argomento del tutto inutile. Mi pare che il parere della dott.ssa Paola, ma anche la verifica su testi medici (anche divulgativi, ma di buona qualità), siano più che esaustivi. In INTERNET si trova, è noto, di tutto e di più, e la fantasia è assai diffusa.

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
Concordo, bisogna stare attenti a tutto ciò che è pubblicato su Internet, senza ironia.
Non voglio polemizzare con nessuno, non penso possa arricchirmi di vera cultura ne investigativa e ne medica, forse dimostrare che le "Tesi" sono molteplici???
Come l'ipotesi composta dal Dr. Lavorino di intrusione di esterno con tacitazione testimoniale, è una delle tante tesi, anche quella "fantasia"??? Bene, su quali basi logiche??? Si può discutere o bisogna accettare tutto senza capire o vedere affrontati gli argomenti???
Il fine è solo quello di trovare un'innocenza o quello di scovare una verità???
Verità che, deve pur esistere, se ha causato ciò che è stato ritrovato per come è stato ritrovato.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Signor Antonello, Ponzio Pilato chiese a Gesù, che era Gesù, che cosa fosse la "Verità", e Gesù stesso, sempre pronto a parabole, non seppe o non volle rispondere: eppure non era Lui la Via, la Verità, la Vita ? La Verità, diceva Lessing molto tempo dopo, è possesso esclusivo di Dio, all'uomo spetta solo la ricerca della Verità, con conquista lenta, parziale, graduale, faticosa. Ora il problema specifico suscita molteplici ipotesi: penso che, dopo tre gradi di giudizio (che secondo alcuni, sono perfino troppi: basterebbe fare all'inglese, un giudice unico, eletto dai cittadini e quindi a disposizione di folle sanguinarie, che ordina e comanda ai giurati di votare come vuole lui, e la cosa finirebbe lì, senza ricorsi, salvo quello del tutto eccezionale a S.M. la Regina !!), qualcosa si dovrebbe ricavare dalla vicenda. Sicuramente vi saranno stati errori, soprattutto con quel rito abbreviato che fa comodo ai magistrati (accorcia il lavoro: meglio ancora il patteggiamento), ma è un assurdo procedurale, in quanto i giudizi non devono essere né abbreviati, né allungati, ma durare quello che servono, l'importante è non perdere tempo in pause plurimestrali come avviene. Le dirò, comunque, che quando si tratta di questioni mediche, lasciamo ad esperti del ramo la valutazione del caso. Solo per capirli, non per controbatterli, cerchiamo di informarci non su fonti vaghe (es.: Franzoni, Migliaccio, o simili), ma su cose specifiche (es.: aneurisma cerebrale), dal quale possiamno ricavare che può esserci emorragia interna, ma non esplosione del cranio, creato dalla natura abbastanza solido da reggere a colpi non troppo violenti dall'esterno ed a pressioni endocraniche pur presenti.

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
certo che e' curioso, mi trovo, pur condividendo a pieno quasi tutto cio' che hai scritto e citato itranne l'ultimo capoverso, n una posizione mentale diversa rispetto allo specifico argomento.
Questo non significa nulla giacche' ognuno utilizza il proprio giudizio, giustamente e liberamente, ed i propri criteri nel formare una propria opinione.
Non significa neppure che io condivida qualsiasi castroneria che viene pubblicata su Internet, fidati non ci piove.
Il problema e' i protagonisti, molti e con cognizione di causa strabordante dal paese Italia, non sostenevano assolutamente che sia "esploso" un cranio ed alla stessa obiezzione rispondevano, a mia memoria, con una corale alzata di scudi.
Questo dimostra che e' difficile per un profano sconfessare, ma anche screditare, una tesi sostenuta da esperti decennali, ventennali, trentennali e quarantennali che hanno visionato la documentazione ufficiale, le foto, che hanno parlato con la famiglia, che hanno a disposizione intere librerie di manuali mondiali sul tema, che hanno compiuto nella loro carriera non so quante migliaia di interventi, che sostengono in blocco convintissimi la loro tesi, che hanno scritto a tutti i Giudici esponendosi, che come dicevo hanno pure scritto testi sullo specifico caso.
Ora, essere diffidenti e' un comandamento anche mio, e pure io diffido di chi dice di "possedere" la verita', non ci piove, non andare neppure ad informarsi, appunto, su cosa dice quella tesi, aldila' dei cognomi che la sostengono, mi sembra a mia modesta opinione non condivisibile.
Tolto che ognuno si informa dove, quando, e su cosa ritiene piu' opportuno informarsi.
Antonello

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
Ci troviamo pienamente in sintonia su quasi tutto, io per primo diffido di chi ha la convinzione di "possedere la verita', non ci piove.
Negare che una ed una sola verita' esista per come ha restituito gli eventi e che la stessa sia appunto da ricercare e' pero' l'altro estremo.
Sono daccordo su tutto tranne l'ultimo capoverso, e' curioso ma pur essendo in sintonia dal punto di vista concettuale mi trovo in posizione diametralmente opposta rispetto alla "conoscenza" , nel senso che diffidare e' un conto ma evitare pure di leggere e "conoscere" una tesi pur criticandola mi sembra originale.
Evidentemente, a tastoni e logica, oltre ad esistere una pressione esterna presumo esista anche una pressione interna di un corpo, sinergie entro le quali si esprime, diversamente sarebbe impossibile la vita, non entro nel merito che potra' essere meglio illuminato da chi conosce molto meglio di me la materia, mi limito alla logica.
Antonello

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
Quanto nrl mio commento precedente inrrente alla pressione era un'osservazione profana priva di coerenza con l'argomento e che voleva solo rispondere all'ipotesi, non si capisce di chi, che quel cranio sarebbe esploso.
Perche' nessuno di quei medici, che io mi ricordi ha mai sostenuto questo, tuttaltro era una obiezione che veniva spesso avanzata, con generale levata di scudi.
Nessuno quindi, se ho capito io stesso bene la tesi, sostiene che al piccolo Samuele sia in qualche vago modo "esploso" il cranio, io direi che per "conoscere" una tesi bisognerebbe quantomeno appunto leggerla, lasciando se possibile da parte pregiudizi su cognomi, passati e futuri vari di chi la avanza.
Almeno io cosi' tendo a crearmi un mio indipendente punto di vista, gli altri non ho idea di come facciano e onestamente e' un criterio personale.
Antonello

Anonimo ha detto...

Non dice che il cranio è esploso dice che il cranio è stato sfondato a seguito di una crisi convulsiva sbattendo, poi il cranio di un bimbo è molto più fragile di quello di un adulto già formato inquanto ha delle parti ancora cartilaginose

Anonimo ha detto...

@Massimo
Complimenti per aver pubblicato quella lettera, completamente ignorata dai media, non mi sembra ci sia altro da aggiungere se non che la natura della dipendenza professionale dei due periti era totalmente diversa appunto, e questo e' un particolare lampante nella visione dei diritti anglofoni.
Brinkmann in sostanza era un entita' privata non legata a doppio filo con nessun ente, svincolato quindi da equilibri processuali, ci rimetteva e scommetteva quindi di suo e sul proprio.
Schmitter come ha ben palesato Massimo era invece legato a doppio filo con enti giudiziari.
Questa e' una differenza che a noi capita di notare relativamente mentre per altri diritti mi risulta sia una possibilita' impensabile, perdippiu' se consideriamo che Schmitter non era, come cita Massimo, un riconosciuto o titolato esperto della materia su cui era stato chiamato a periziare.
Antonello

Anonimo ha detto...

Tuttavia, pigliando per buona la ricostruzione di Schmitter non si riesce a non avanzare dei forti interrogativi:
1) Premesso che stiamo parlando di un viso e di mani intrise di tracce ematiche, di un girocollo chiuso di una casacca di pigiama e di capelli a caschetto ragionevolmente lunghi, atteso che la perizia appurerebbe la casacca indossata al contrario, come diavolo avrebbe fatto la sentenziata a svestirsela senza lasciare alcuna traccia di svestimento???
2) La dinamica omicidiaria di riconduzione genitoriale non puo' prescindere dalla certezza che ne dovrebbe conseguire a legge naturale, se quindi la Franzoni era sul letto coperto in parte dal piumone, possibile che sia riuscita a non sfregare ne calpestare alcuna macchia sopra presente??? Neppure nell'operazione di discesa dal letto???
Ha lievitato o ha aspettato ad ogni colpo la coagulazione???
3) Se il tessuto non prevedeva l'assorbimento cinetico, indicativo della direzione, della forza e dell'origine delle macchie come mai si assumono per direzionate???
4) Se il peso della sentenziata era sul piumone come mai le gocce intorno alla porzione, assente di macchie, non mostrano un allungamento verso il baricentro del supposto peso???
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

La frase sull'"esplosione" del cervello viene detta, almeno come allora riportata dalla stampa, dalla psichiatra medico di famiglia dei Lorenzi. La testa sbattuta sul letto tra crisi convulsive, doveva portare, se vera, a tracce specifiche sulla testiera del letto, né avrebbe potuto poi il bambino nascondersi o coprirsi da sé sotto il piumone o le coperte che fossero. In Italia, da decenni ormai, è venuto di moda dire, poi smentire, poi ridire, e avanti. A ciò si aggiunge una stampa che informa a modo suo (a titolo di esempio: all'inizio di ottobre, la conduttrice di Radio 3 Scienza ha usato l'espressione "pezzo di cervello" che svolgerebbe una certa funzione, forse credendo così di essere più "divulgativa". Se questa è la scienza in RAI, io sono un frate zoccolante dell'ordine dei Riposanti) e con una terminologia che nemmeno un ragazzino di Scuola media dovrebbe adoperare. La divulgazione, se è seria, deve avere carattere di spiegazione didattica e didascalica di un fenomeno, e non l'uso di una fraseologia infantile.
Quanto alle fonti, egregio Antonello, sono d'accordo, ma tali fonti devono, almeno in medicina come in altre scienze di alta complessità, riguardare appunto la fisiologia, la patologia di un organo, e non i fatti descritti a loro modo da Tizio o da Caio, sempre nell'ansiosa ricerca di trovare l'assassino. Leggere certo si può tutto, per carità, ma è preferibile farlo da cose serie attinenti il problema. Se poi uno ha tempo e voglia, legga tutto il resto. La cultura è sempre selettiva, mai generica, vaga, totalizzante.

Anonimo ha detto...

Quel giorno Samuele si era alzato e Annamaria dice che l'ha visto sulle scale. Cosa ci voleva a fargli indossare una tutina e portarlo con sé? Sicuramente molto meno tempo che rimetterlo a letto e tranquillizzarlo. La domanda che non può trovare risposta è: "Perché lo ha lasciato a casa?" Si potrebbe rispondere che Samuele quel giorno non stava molto bene. Eppure Annamaria disse che la prima cosa che fece quando ritornò a casa, fu andare nella camereta per chiedere a Samuele se voleva andare all'asilo. Evidentemente non stava così male.

Marco K

Unknown ha detto...

Marco K, mi inserisci il link in cui si parla di Samuele che non stava proprio bene? Dato che mi è nuova, ed i verbali della Franzoni credevo di averli letti tutti, mi piacerebbe sapere chi l'ha scritta per capire se qualcuno me n'è sfuggito.

Ciao, massimo

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
credimi, sul concettuale non riesco a scovare lati deboli o non condivisibili del tuo approccio alla "conoscenza" ed alla "fonte".
Il tuo sistema e' serio e lo rispetto, presenta diverse problematiche, ad esempio incontrare determinate materie inibisce la comprensione a pieno se non si ha avuto mai la possibilita' di una preparazione corretta, guidata e progressiva.
In buona sostanza, sto dicendo che anche solo per la terminologia, per non parlare delle direttamente proporzionali sostanze, e' impossibile che un profano riesca a comprendere , non gia' a condividere, una tesi del genere da un manuale accademico di neurochirurgia o da pur semplici spiegazioni su wikipedia, penso che sia impossibile se pur si sentisse la necessita' di "conoscerla" ma non si avessero ne gli strumenti culturali ne la passione specifica necessaria.
Proprio per questo, discutiamone, io ho pensato di andare a prendermi direttamente alla fonte la "notizia", il "dato" da elaborare.
Perche' con l'educazione e l'ascolto, aldila' della tesi condivisibile o meno, sono riuscito penso a conoscerla, certo con la pazienza di chi masticava quella specifica materia.
Io cercavo di, diciamo cosi', sovrintendere particolari esclusivamente logici con sincerita', riconoscendo di essere profano, ad esempio ho avanzato anche io il dubbio che tu sottolineavi di assenza di tracce sulle parti suppellettili della stanza.
In cambio, piano piano, con la reciproca stima ho avuto il privilegio di otte.ere spiegazioni scientifiche terra terra svincolate da terminologie di manuale.
Questa e' la metodologia che io ho scelto per tentare di comprendere bene la tesi specifica, altra cosa ben piu' complessa e' condividere.
Ora, non vorrei si pensasse che io avrei intenzione di accentrare una discussione sul caso specifico, e' una semplice tesi, come altre ipotesi, non finisce nel "conoscere" il "ricercare", secondo me ed umilmente.
Antonello

Anonimo ha detto...

Tornando ad un ampliamento dell'orizzonte delle ipotesi, piu' o meno accreditate, trovo particolare, ad esempio, l'appello che ha pubblicato il Dr. Lavorino ad un testimone specifico.
L'appello si puo' reperire in rete in formato .pdf entrando nel sito forense:

http://www.detcrime.com/det.html

Scorrendo verso il basso l'home page, sulla parte destra, ad un certo punto compare la scritta "COGNE OTTO ANNI DOPO", cliccando sulla stessa viene aperto il documento sopra citato.
Ricordo per correttezza che il Dr. Lavorino ha partecipato direttamente alle investigazioni di parte, scrivendo, una volta dismesso l'incarico, il libro "Cogne: delitto infernale" dedicandosi poi allo studio del caso svincolato da ruoli diretti.
Antonello

lori ha detto...

Sono andata a rileggermi le carte visto che i miei ricordi erano certamente offuscati sia per il trascorrere del tempo sia per l'affastellarsi di notizie riguardanti i nuovi casi..e dalle carte si deduce che Ada Satragni, subito dopo aver affidato il bambino ai soccorsi si recò nel bagno vicino alla camera matrimoniale per lavarsi le mani..ora presupponendo che non se le sia lavate nel water...risulta evidente che quel lavandino è stato usato per eliminare tracce di sangue che dovevano essere significative visto che la dottoressa aveva tamponato tutto il tempo le ferite del povero samuele..quindi mi chiedo come mai non se ne sia trovata traccia.. sicuramente ci sarà una spiegazione, ammetto tutti i miei limiti, ma questa cosa mi ha incuriosito

lori

Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Sig. Antonello, ho già letto da tempo quell'articolo, ma dubito assai che il fratello maggiore possa saperne qualcosa. Di sicuro se la cosa è avvenuta quando è uscito da casa, poco ne può sapere, ma, nel caso di sua presenza al momento del fatto, vi sono meccanismi psicologici di rimozione che solo forse nei sogni, in maniera vaga ed incongrua, anche in modi simbolici, non certo giudiziariamente valida, possono riapparire. Ritengo, quella di Lavorino, una pura ilusione che potrebbe anche essere sfruttata (e guai se lo fosse, in tutti i casi) contro, non pro, la signora Franzoni.

Unknown ha detto...

Ciao lori.

Incuriosì anche me quel fatto e chiesi all'avvocato. Mi rispose che portava guanti sterili perché non si puliscono le ferite sul cranio a mani nude. Che aveva comunque con sé del cotone idrofilo e con quello si pulì il dito che tolse i guanti (e ripulì anche la mano della Franzoni)

Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Dimenticavo di aggiungere che sui periti "di parte" (qualunque parte sia) ho molte perplessità, e l'ho espressa per uno dei vari articoli su Melania Rea: la scienza non deve mai essere di parte. Già allora avevo segnalato che vorrei vedere il perito "di parte" dire qualcosa "contro" la propria parte, e il perito opposto dire cose "a favore" della parte stessa. Essendo ciò pressoché impossibile, ho proposto che ciascuno nomini, ma non paghi (il pagamento dovrebbe avvenire subito a cura dello Stato, poi caricato come spesa processuale sul perdente), un proprio perito; questo faccia parte di una commissione o collegio di esperti (il nome non conta) costituito davanti ai giudici, e co-operando insieme cerchino e trovino la verità umanamente reperibile sul fatto, indipendentemente dalle aspettative delle parti processuali. Chi, per pure ragioni scientifiche, dissente, lo faccia mettere a verbale nella relazione finale, come si usa fare in altri settori. Non vorrei invece che, per la nostra tipica esteromanìa, il perito teutonico venga considerato necessariamente più bravo dell'Italiano (per il noto principio dell'erba del vicino, che è nostra tipica): è nel dibattito, orale o scritto, a pari condizioni, oppure nei risultati, dove si prova la capacità di ciascuno, non in lettere riservate all'avvocato che ti ha chiamato e pagato. I giudici, che a loro volta dovrebbero avere quel tanto di conoscenza per capire una relazione scientifica, decidano poi come e a favore di chi utilizzare i dati. Il sistema attuale riduce la scienza ad ancella dell'interesse personale, seppure legittimo e comprensibile. Un simile Collegio dei periti avrebbe anche ben più senso che le giurie di cittadini comuni, del tutto incompetenti in valutazioni tecnicamente specialistiche.

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
mah, nel caso di Lavorino direi che l'opotesi che sottende e' contro, e non pro, eventuali parti che tempo prima, quando neppure aveva scritto libri, seguiva.
Per questo a me aveva attirato l'attenzione quella lettera, perche' lui ha avuto una conoscenza diretta dei luoghi e delle persone intervenute, che io sappia ha messo al microscopio ogni singolo passo compiuto dalla Franzoni nei frangenti succedanei agli eventi, mi son detto quindi, se conosce tutto e tutti gli atti di quella storia, compreso l'esperienza diretta, perche' scrive, a distanza di anni, un appello del genere???
Antonello

lori ha detto...

ok, grazie massimo

lori

Manlio Tummolo ha detto...

Non l'ha scritto anche Lei, signor Antonello, che era perito di parte della signora Franzoni ? Perché manda appelli ? Non so se è un appello: so che è evidentemente in corso una vera campagna a difesa della signora Franzoni, sia per il processo di calunnia, sia per la revisione del processo definitivo. Il che è perfettamente legittimo e, se vi sono ragioni serie, condivisibile. Però tirare fuori un ragazzino, divenuto maggiorenne, per ricavargli non si sa bene quale testimonianza, mi pare del tutto incongruo: se ha visto perché probabilmente avrà sommerso nel'inconscio l'episodio; se non ha visto, perché sarebbe del tutto inutile. Anzi, potrebbe essere operazione del tutto controproducente, in quanto tentativi del genere, effettuati ovviamente da parti opposte, potrebbero provocare danni psichici notevoli (immaginiamoci due avvocati di parti avverse che gli chiedano che cosa ricorda e che cosa non ricorda, perché ricorda questo e perché non ricorda altro: è facile immaginare che finisca per diventare schizofrenico).

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
Campagne pro Franzoni??? Non so, io non cadrei nel tranello, l'analisi e' tutta d'interpretazione, lo stesso Giudice ammette piu' volte che vi sarebbero solo indizi gravi, precisi e concordanti, di sicuro vi sono moltissimi dubbi nella ricostruzione.
Nascono mi sembra dei legittimi interrogativi e poco riesce a fare il mondo mediatico se non riempire pagine bianche a pastelli.
Io ho sempre rispettato gli inquirenti ed esplicitare propri legittimi dubbi in totale sincerita' mi sembra sia una operazione di rispetto, altrimenti sotto la bandiera mettiamoci l'uniformita' di pensiero e non ne parliamo piu'.
Molte campagne sono state opinabili su quella storia e non voglio ricordare che il fratellino fu' veramente sentito in due occasioni, quindi non e' un'eventualita' perche' e' successo veramente, daltronde hanno solo "formato il giudizio" legittimo ed arbitrario del Giudice, non l'ho certo deciso io o te egregio Tummolo.
Si, io ho scritto che il Dr. Lavorino fu' investigatore "di parte", e l'ho scritto non per mia fantasia, lo e' stato veramente, mi spiace ripetermi ma una volta dismesso il suo ruolo e conosciuto tutto il caso di persona fa pensare che, a distanza d'anni, abbia diretto su quella linea i suoi pensieri, Gia', perche'??? Campagna architettata??? Non so, io rispondo per i miei dubbi, non posso rispondere su certezze altrui che mi appaiono strane.
Ognuno alla fine avra' i propri motivi per pubblicare cio' che pubblica, io seguo i miei principi di rispetto, serieta', sincerita' e costruttiva ricerca di una verita' quanto meno possibile lontana da quella reale.
Onestamente degli altri mi curo in quell'unico ambito, che facciano quello che ritengono piu' opportuno, non siamo noi penso la soluzione ai problemi del mondo, tantomeno mediatico.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Guardi che, caro signor Antonello, non c'è nulla di male nel fare campagne in qualunque sede. Se uno scrittore come Zola e pochi altri non avessero fatto campagne per Dreyfuss (Francia, fine XIX secolo), probabilmente il suo caso sarebbe stato chiuso con la calunnia e la diffamazione di essere stato lui la spia dei Tedeschi e non, come risultò alla fine con lunghe battaglie, Esterhazy. Quindi, benvenute le campagne di riabilitazione, purché non coinvolgano altri innocenti, ovviamente, al posto della signora Franzoni.

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
ma poi di cosa vogliano parlare, delle mie metodologie o scopi??? Di nuove ipotesi diverse dalla sentenziata??? Di campagne mediatiche??? Di chi puo' o non puo' credibilmente farle conoscere??? Quale e' l'argomento??? Perche' basta un dito per non vedere piu' la luna???
Qui non si puo' o non si deve discutere e commentare l'articolo di Massimo o, a grandi linee, del caso risolto di Cogne???
E se non ha lei la sfera Signor Tummolo, con il massimo rispetto, cosa le fa pensare che debba averla io???
Antonello

Anonimo ha detto...

A suo tempo avevo seguito il fatto per l'assurdità che qualcuno - chiunque possa essere stato, visto che non ho certezze - abbia inferito su un bambino così piccolo. Avevo raccolto anche del materiale, che però tempo dopo ho cancellato. Questo è il motivo per cui io ricordo Annamaria non aveva portato con sé Samuele, contrariamente a quello che faceva abitualmente. Questo è quello che ricordo e che ho sempre saputo.

Qualcuno che voleva uccidere Samuele? La dinamica dell'omicidio mi convince che chiunque sia stato l'ha fatto o in un impeto di rabbia oppure come reazione a una situazione non prevista, per esempio qualcuno che fosse entrato nella camera per altri motivi e che Samuele si sia messo a piangere. Un ladro occasionale? Che motivo avrebbe avuto di uccidere un bambino così piccolo? Chi ha commesso l'omicidio difficilmente può essere stato qualcuno che Samuele non conosceva. Certo la domanda è: se la TV era accesa per Samuele, non lo sarebbe stata anche per chiunque altro? Come faceva a sapere che Annamaria non era rimasta a casa quel giorno?

Annamaria è colpevole? Non lo so e non ho certezze. So solo che quel giorno Samuele era a casa da solo e per me questo non ha nessuna spiegazione plausibile.

Marko K

Anonimo ha detto...

@Marco k
beh, bella domanda, quindi rimarrebbero, seguendo quel ragionamento, varie possibilita' logiche, se e' vero che quella tv, quella mattina era accesa:
1) E' stata lei e la televisione copriva i rumori (ricostruzione inquirente)
2) Un intruso che da fuori l'ha vista partire con l'altro figlioletto (ricostruzione difesa).
3) Un intruso che era gia' dentro al piano superiore e l'ha vista uscire (ipotesi Lavorino).
4) La vittima aveva subito l'attacco da molto tempo e la televisione serviva per il fratellino fuori e non per chi si pensa fosse dentro e vivo (dichiarazioni del Dr. Viglino ad Ilaria Cavo nel libro "la chiamavano bimba).

Vedi altre possibilita' Marco k???
Antonello

Anonimo ha detto...

Errata corrige del punto 3), scusa una confusione.

3) Intruso dall'esterno che si sarebbe nascosto al piano superiore, praticamente coincidente con la tesi della difesa, la SI in questo caso, al ritorno della Franzoni in casa, doveva essere nascosta al piano superiore.

Antonello

Anonimo ha detto...

mah a me l'ipotesi dell'intruso nascosto in casa pare la meno plausibile, la villetta non è certo la regia di Versailles per cui uno se ne va in giro per casa senza che nessuno se ne sia accorto

Anonimo ha detto...

@anonimo
e' una ipotesi, daltronde se lei non e' stata non sono tantissime le possibilita', andiamo od ad un tempo di molto precedente, come dice il Dr. Viglino dopo anni, od ad un intrusa SI.
I tempi calcolati al secondo ed al passo dal Dr. Lavorino lasciano uno spiraglio, cioe' vi e' la possibilita' che un intruso sia entrato ma che non sia riuscito ad uscire in tempo rimanendo nascosto in casa.
Daltronde sparirono due giri di chiave dati alla porta di casa dalla Franzoni e non ritrovati da chi una volta partito l'elicottero fu' incaricata di portare un bicchiere d'acqua alla Franzoni.
C'e' solo un'altra possibilita', e cioe' che quei giri vi fossero, ma come poterlo accertare ed ipoteticamente provare, impossibile oramai.
Di sicuro la Franzoni ha dichiarato di aver dato due giri di chiave al ritorno, giri che non si ritrovano una volta partito l'elicottero.
Le possibilita' non sono tante:
1) Lei mente.
2) Mente chi ha riaperto quella porta dal di fuori dopo la partenza dell'elicottero.
3) Un intruso nel frattempo e' uscito/a.
Antonello

lori ha detto...

c'è anche un'altra ipotesi: potrebbe non ricordare bene..a volte si compiono automaticamente dei gesti abituali a cui non diamo la benchè minima importanza...e ci si può convincere di qualcosa che invece non è ...

lori

Anonimo ha detto...

@Lori
non si puo' escludere ma lo ritengo quasi impossibile, hanno ripercorso quei momenti mille volte per trovare un buco nei ricordi della Franzoni, vi sono addirittura ricostruzioni con il numero di passi fatti, l'andatura, la velocita'.
Lei e' sicurissima e non parliamo di un fatto di poco conto, avra' fatto anche lei mille volte mente locale solo che per un suo scrupolo.
Su 100 pero' lasciamo un 2 possibilita' che abbia ricordato male.
Han provato anche a fregarla, le hanno detto che l'avrebbero indagata per falso perche' agli inquirenti risultava che avesse chiamato prima la Satragni e dopo il 118 per un errore degli orari dei gestori telefonici.
Lei ha insistito perche' era sicura, gli ha risposto, "indagatemi pure, ma io ho chiamato prima il 118 e dopo la Satragni", ebbene dopo mille verifiche aveva ragione lei.
Quindi i suoi ricordi erano nitidi, sicuri, tanto da sfidare chiunque rischiando tutto su qualsiasi particolare.
La prima perizia parla chiaro, "abbiamo cercato in Annamaria per ore e giorni un buco, un'anomalia, ma niente, quel buco non c'e'", intendendo un buco di ricordo dove inserire uno sdoppiamento o un dissociamento, qualsiasi cosa attinente ad una problematica mentale.
Antonello

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
siccome ho citato io la notizia volevo confortarla e precisarla, il Dr. Carmelo Lavorino e' stato consulente e non perito di parte, in pratica gli erano state commissionate delle investigazioni come anche riporta l'articolo della Regione Val d'Aosta che riprende un'Ansa e che allego per correttezza.

http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=74050

Quanto sopra per precisione.
Antonello

Anonimo ha detto...

Circa la televisione accesa, escludendo la terza ipotesi che brilla per fantasia (Lavorino) circa la seconda mi chiedo: Quale estraneo avrebbe potuto uccidere un bambino di tre anni? Solo qualcuno che Samuele conosceva, oppure un accesso di rabbia da parte di Annamaria. Questo esclude la prima ipotesi.

Restano la seconda e la quarta ipotesi.

Circa la quarta ipotesi, mi sono chiesto anch'io se il fatto che Samuele fosse coperto e la TV accesa non servissero a coprire i lamenti di Samuele, che non era morto, perché Davide non potesse sentirli. Si era detto anche che fosse uscito a giocare con la bici.

Resta ovviamente anche la seconda ipotesi, che non mi sento assolutamente di scartare a priori, ma vorrei fare solo tre considerazioni:

1) Samuele si era già alzato e lasciare a casa un bambino di tre anni presupponendo che se ne stia buono nel lettone è assurdo. 2) Samuele era abituato a uscire tutte le mattine con la mamma e il fratellino. Samuele non ha visto che la mamma si stava preparando per uscire? Possibile che un bambino di tre anni se ne stesse così tranquillo da solo a casa?
3) E se il pulmino avesse ritardato per un qualsiasi motivo quel giorno?

Marco K

Anonimo ha detto...

@Marco k
fantasia fertile, ne aggiungo una quinta.
Samuele doveva essere al buio, difficile scendere dal letto e sfidare l'oscurita' per percorrere tutto l'ingresso e salire fino al terzo scalino dove la Franzoni afferma di averlo notato, essere scesa, averlo preso ed averlo rimesso nel lettone con il fazzolettino.
Domanda fantasiosa: e' possibile sia stato preso nel dormiveglia e lasciato a piangere nel terzo scalino per vedere se la mamma era in casa o per salire al piano superiore senza essere visti???
E' secondo voi insomma verosimile???
Seconda osservazione, se e' stata tacitazione testimoniale doveva essere una persona che rischiava molto e ben conosciuta alla piccola vitttima.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Signor Antonello,
Lei mi pare si stia arrabbiando non si capisce perché. Mi incuriosisce la Sua abitudine a mettere, per ogni domanda, tre punti interrogativi: forse pensa che gli altri non capiscono che si tratti di domande o è un Suo vezzo tipografico ?
Per il resto, non ho parlato di sfere di cristallo, osservo che in una casa di dimensioni non rilevanti, sarebbe difficile nascondersi, senza essere scoperti, e sostengo che l'eventuale "vendicatore" avrebbe sterminato chiunque fosse in quella casa, e non solo un tenero bambino di tre anni. E' perlomeno strano non doversi aspettare obiezioni in un caso come quello, volendo mettere in crisi una conclusione avvenuta con un regolare e completo processo.
Per il resto, ognuno la pensi pure come vuole. Se vi sono elementi per richiedere la revisione del processo, la si richieda con le procedure previste. Il resto serve, dopo tre gradi di giudizio, assai poco.

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
No, Signor Tummolo, le mie non erano domande arrabbiate, certo che se mi vedo criticato in ogni virgola dovendo ribadire cose ampiamente già ripetute mi pongo delle logiche domande.
Il mio è solo un vezzo epistolare, come anche l'abitudine a finire le frasi affermative con tre punti, non è che lo utilizzo perchè penso, per forza, che gli altri non possano comprendere se sto avanzando una domanda, è che tendo a sottolineare i paragrafi affermativi da quelli interrogativi, anche perchè in Internet il rapporto è virtuale allora semplicemente tendo a rafforzare il fine.
Riguardo fialmente alla sostanza, rammento che se dobbiamo pensare la Franzoni innocente ritengo che qualcuno deve pure avere compiuto lo scempio ritrovato, vien da se che si avanzano tesi ed ipotesi diverse dalla sentenziata verso cui nessuno, mi sembra, ha voluto mancare di rispetto, di certo nessun altro può obbligare a condividere, cosa ben diversa.
Sulla sostanza, veramente Signor Manlio può per quanto mi riguarda avanzare qualsiasi critica costruttiva o distruttiva in completa libertà, magari avanzando eventuali anche gradite sue, la libertà di ognuno di trovare i punti deboli di una ipotesi impasta il cemento su cui potrebbe basarsi se fosse verosimile e vera.
Su questo io non ho nessun timore del confronto ne mi fa arrabbiare.
Riguardo all'utilità, se posso controbattere senza che per questo si pensi che ne faccio questioni personali, trovo utile e sopratutto terapeutico al giorno d'oggi "perdere tempo e gioire frequentando l'inutilità", non è diretta a lei.
Senza alcuna vena ironica o di arrabbiatura.
Antonello

Anonimo ha detto...

Riguardo all'articolo ho un forte dubbio da sottoporre alla cortese attenzione:
Come si fa a dissimulare e nascondere ciò che si sarebbe dimenticato???
Antonello

Unknown ha detto...

Non capisco cosa intendi Antonello, spiegati meglio.

La villetta, Manlio, è su tre livelli. Nel seminterrato ci sono le camere da letto e un bagno, salendo le scale si va al piano terra dove si trovano la sala, la cucina e le scale, nascoste alla vista, che portano al terzo livello, la mansarda. Quindi non è una casa così piccola, e dalla camera da letto una finestra, non la portafinestra che da al giardino, punta la strada. Sarebbe stato molto facile salire ed andare verso la mansarda, o stare nei primi gradini che vanno alla mansarda, ed uscire al momento in cui la Franzoni fosse scesa dal figlio. Fra l'altro vi è un verbale dei carabinieri in cui si afferma che lo scatto della serratura non si poteva sentire dalle camere da letto.

Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

@Massimo
Mi spiego meglio, se ache gli si fosse trovata la ricercata patologia, di sicuro avrebbe contrastato in maniera viscerale con la tesi accusatoria.
Questo perchè alla Franzoni gli è stata contestata una vena dissimulatrice,
1)Ritardo od assenza di allarme nei confronti della forza pubblica in un caso di infanticidio (particolare quindi poi portato come indizio).
2) Intercettazioni che proverebbero una supposta e sentenziata dissimulazione.

Ora, appare lampante che se una patologia di dissociazione poteva rientrare in una umana spiegazione la responsabile sentenziata andava curata e non reclusa, ma non solo, se avessimo parlato di dissociazione sarebbe stato un pò difficile dimostrare che la Franzoni avrebbe nascosto o dissimulato un gravissimo evento che avrebbe "dimenticato".
Semplificando ed in parole povere, se dimentico un portafogli, che comporta molti meno motivi per ricordare dove e come, come potrei nascondere ciò che ho dimenticato nell'immediatezza della dimenticanza???
Come poteva Lei nascondere, nell'immediatezza dei fatti, nascondere un evento gravissimo, se gli fosse stato imputato come dimenticato???
La contraddizione è evidente.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

L'intruso misterioso avrebbe dovuto conoscere, caro Massimo, l'abitudine della signora Franzoni di non passare per tutta la casa, mansarda compresa, nelle prime ore del mattino; doveva conoscerne le abitudini di pulizia, ad es., per cui non arrivasse di sopra, prima di una certa ora. Doveva conoscere molto bene la dislocazione delle stanze, ecc. Insomma, doveva sapere molte cose. Il totale dei mq sui tre livelli (strana mi pare la dislocazione al seminterrato delle camere da letto, mah... Ad ognuno i suoi gusti domestici...), quant'è?
Resta il fatto che non si capisce perché si sia limitato, in questa presunta vendetta, a massacrare un povero bambino, e non abbia anche aggredito la donna, ormai completamente sola in casa.

Anonimo ha detto...

Allora, vediamo se riesco ad essere inutile.
la stanza del delitto misura:
3,60x3,35 ed ha un'altezza di 2,40
E' un terzo dell'intera porzione del piano notte.
Quindi:
3,60x3,35=12,6 (metratura della stanza)
12,06x3=36,18 (metratura di tutto il piano notte.
Supponendo, come visibilmente appare da fotografie ed è logico, che tutti e tre i piani abbiano identica metratura:
36,18 (metri) x3 (piani)=108,54 (metratura dedotta degli interi tre piani).
A questa metratura bisognerebbe aggiungere quella del garage e della scala che dal piano notte ne permette l'accesso.
Il garage comprensivo di scala sembrerebbe più ampio della pianta della casa, ma ammettiamo che la metratura sia la stessa, in quanto l'intercapedine lato monte deve per forza essere rispettato anche in garage, dobbiamo indi aggiungere una quota di metratura e cioè:

108,54 (metratura dedotta della casa) + 36,18 (quota assegnata al garage)= 144,72 totali...

Certo non ho il mappale ma siamo a deduzione altamente probabile, anche perchè le proporzioni visibili ed i dati sono stati tratti da "Cogne delitto infernale" TULLIO pironti ed. 2006 del Dr. Carmelo Lavorino...
A esposizione.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Un'abitazione di 108 mq complessivi non è così vasta da poter rendere sicuro un eventuale intruso che, non essendo in casa propria per definizione, è comunque in situazione di svantaggio, sapendo limitatamente quali possano essere i movimenti abitudinari del padrone di casa. Comunque resta sempre l'interrogativo: perché si sarebbe limitato questo ipotetico vendicatore a rompere la testa di un tenero bambino di 3 anni, e a non scatenarsi sulla donna, sola e con unica difesa la propria resistenza fisica ? La signora Franzoni è forse Ercole ? Sansone ? Un'amazzone guerriera ? Fare di Cogne un "piccolo" caso Erba mi pare alquanto incongruo. Chiunque agisse per odio ai Lorenzi, avebbe probabilmente agito sia contro la madre, sia eventualmente contro due bambini, una volta vistili soli alla partenza del padre. Chi si vendica, avrebbe una ben sciagurata vendetta rompendo la testa ad un piccolo, innocuo e del tutto incolpevole bambino.

Anonimo ha detto...

@Manlio Tummolo
secondo me dovremmo Avorare sul "non escludibile" e non sul "non probabile".
Perche' nemmeno un infanticidio da parte di madre e' "probabile", e' pero' a sentenza e con una ricostruzione che "non e' chiaramente probabile", eppure nessuno si e' fatto problemi a fare di indizi sentenza, mi si consenta, senza ragionevolmente spiegare alcunche'.
Modi di nascondersi in 144 metri quadri ci sono anche per molte ore, il problema e' il motivo razionale e proporzionato per cui uno/una si dovrebbe nascondere, questo un po' sconforta, non esiste un motivo razionale a cio' che e' successo, ma forse chiedersi un perche' razionale e' inopportuno.
Se accettassimo per un attimo una Franzonii sincera dovremmo registrare un po' di incongruenze:
1) Spariscono i due giri di chiave, dati al suo rientro in casa, non ritrovati dalla Ferrod dopo la partenza dell'elicottero.
2) La porta della stanza dei bimbi viene trovata, al rientro della Franzoni in casa viene trovata non nella posizione in cui viene da lei lasciata all'uscita di casa.
3) Le tracce ematiche si estendevano in misura molto minore ma anche all'esterno della villetta come da atti.
4) Viglino a distanza di anni dichiara ad Ilaria Cavo sul libro "La chiamavano bimba" che si tratta di stabilire se l'evento e' ricollocabile piu' vicino all'uscita della D.ssa Neri piuttosto che all'uscita della Franzoni da casa, con sommo stupore la Cavo dovette riportare una autosconfessione del titolare di una perizia pubblica, lo stesso infatti e' riportato che propende per un orario piu' vicino all'uscira della D.ssa Neri.
Non male dopo anni in cui si e' sostenuto in aule tutto il contrario.
5) L'esperienza diretta di Lavorino gli fa sostenere che un eventuale terzo si puo' essere nascosto al piano giorno superiore, se non erro nella scala che porta alla mansarda, io propendo per il garage se devo prendere per buona l'ipotesi di un intruso anche perche' la porta di collegamento fra la casa e la scala che portava al garage, ci dice la Franzoni stessa, non era chiusa a chiave ma si usava fermarla con tappeto.
Ad onor del vero quel tappeto non e' stato trovato dalla Franzoni spostato ma nemmeno io comprendo perche' un eventuale intruso avrebbe dovuto spostarlo per entrare, forse la conformazione della porta, che io non conosco, costringe invece a pensarlo ma io non credo che sia utile spostare un tappeto, utile solo a non far entrare aria fredda, posto sotto una porta per valicarla.
Antonello

Anonimo ha detto...

Ci si chiede perche' un intruso avrebbe dovuto prendersela con un bimbo di tre anni dimenticando che vi sono ancora meno motivi perche' una madre lucidamente sfondi il cranio del proprio figlio, questo io non lo capiro' mai, si cerca un perche' razionale a cio' che si suppone od e' stato ritrovato come accaduto e che, di per se, sfugge al razionale.
Forse io metterei da parte la ricerca di un perche' finalizzata al cmprendere di gia' il chi.
Forse io penserei piu, ed ancora oggi, al come.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Signor Antonello,
sicuramente in queste cose nulla vi è di razionale (eticamente parlando): tuttavia, le motivazioni di un atto, una volta che le ascriviamo alla vendetta lucida e premeditata, anzi pianificata, devono essere "razionali". Si deve capire che cosa spinga l'individuo a vendicarsi sull'innocente in assoluto, piuttosto che sui possibili colpevoli. Parlo di Erba, perché avrebbe una certa affinità col caso, se si trattasse come esso di vendetta: ad Erba lo sterminio è stato totale, approfittando dell'assenza del capofamiglia il quale, sicuramente dotato di maggior forza fisica, avrebbe potuto costituire un problema nell'esecuzione di tale vendetta.
Vede, l'ho già detto in altre occasioni, a me spinge poco l'ansia di trovare un presunto colpevole; non mi muovo in queste vicende con l'interesse del lettore di gialli che, dopo tante emozioni, arriva all'individuazione del vero colpevole. Ma i gialli sono romanzi o fictions, o films, la cui conclusione è volutamente deliberata dall'autore. La realtà è ben diversa, e la maggior parte dei delitti rimane insoluta, non se ne trova l'autore. Per soddisfare le esigenze giallistiche del pubblico, spesso e volentieri si prendono i primi fessi sospettabili, li si torchia, si estorce loro una confessione o qualcosa del genere, e li si proclama colpevoli. Poi, col processo, spesso tutto salta.
Nel nostro caso, se parliamo, anche a livello ipotetico, di vendetta per qualche atto precedente, dovremmo aspettarci lo sterminio di una famiglia, non un crudele infanticidio che non dà "soddisfazione" al vendicatore.
Riguardo alla casa, Le assicuro che anche in 300 mq per un intruso è difficile nascondersi (addirittura per ore !). Ciò farebbe supporre che le persone lì domiciliate se ne stiano sempre chiuse in una stanza oppure che se vadano a passeggio. Ma l'intruso, come farebbe a non valutare il rischio di essere sorpreso ? Tutta questa versione mi ricorda il celebre racconto di Edgar Allan Poe, concluso col fatto che l'"assassino" era un orango o un gorilla, calatosi dal camino.

Anonimo ha detto...

Mah, Tummolo, elenchi sempre, secondo me e senza inutili personalizzazioni, assunti piu' o meno condivisibili che spesso vengono in mente pure a me.
Il problema e' che il come dell'alternativa convince ancor meno di una estemporanea intrusione, tantomeno per vendetta, mi chiedo se in onesta' civica si puo' escludere il non escusso per condividere uno strano sentenziare.
Evidentemente puo' anche essere che sottovalutiamo, forse, la vita di campagna e montagna, immaginandola simile ad un'ipotetica vita di citta'.
Non so, non mi convince la ricostruzione e questo fatto, che qualcuno si sia premurato ad allontanare da subito piste alternative, da subito vi e' stata solo quella pista nell'immaginario investigativo.
Perche'??? Perche' un fatto cosi' grave deve vedere tirarsi fuori tutta la comunita'??? Persino ad Avetrana, a Brembate le comunita' non si sono tirate fuori, ricordo le parole di una istituzione "dobbiamo essere coscienti che il mostro puo' essere fra di noi", perche' a Cogne questo non e' accaduto??? Perche' l'unica pista battuta, senza peraltro spiegare un come, e' stata quella della madre???
Mi viene poi da osservare che si parlava di tacitazione testimoniale in overkilling e non di razionale e mostruosa, incapibile, vendetta, certo vi sono delle storie di contorno che fanno pensare, e' inevitabile, ma anche li, perche' negare il "non escludibile" per accettare il "non ricostruibile"???
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

La discussione, egregio signor Antonello, può andare all'infinito: se vi sono errori di indagini, errori procedurali, falsificazioni sostanziali delle indagini, vi sono procedure previste dalla legge (anche internazionale, es: Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo). Il parlarne qui ha certo un'utilità per smuovere le acque, non accontentarsi di una soluzione che, nondimeno, è quella di tre gradi completi di giudizio e non di una sola udienza preliminare, ma non salva la signora Annamaria Franzoni coniugata Lorenzi dal carcere. A me degli aspetti giallistici interessa assai poco. Preferisco discutere su ciò che sia verificabile processualmente. Trovare qualcun altro come sospetto colpevole, si può fare se si hanno elementi tali per farlo, altrimenti si rischia anche di beccarsi qualche querela per diffamazione, senza che ciò aiuti l'ipotetica innocente signora Franzoni.

Anonimo ha detto...

Concordo, ricordo che un grande della Giurisprudenza amava dire "in Tribunale la verita' e' solo quella che si puo' dimostrare", ed in quel senso cosa puo' cambiare sono dei bei soldini di risarcimenti.
Ma qual'e' il fine di un ricercatore della verita'??? Forse tirare fuori la mamma di Cogne dalla cella o scovare la verita'???
Siamo cosi' sicuri che gli spunti investigativi siano del tutto svuotati anche a distanza di anni???
Perche' qui la verita' giudiziaria non ha molto senso, fuori dai tribunali intendo, certo da rispettare ed accettare ma non e' riconoscibile come "la verita'" assoluta, sarebbe una contraddizione affermarlo.
Certo ognuno ritiene utile cio' che vuole, ci mancherebbe, appunto, niente di che, semplicemente idee diverse.
Nessuno variera', e nessuno onestamente ne ha l'intenzione, una verita' relativa se tutto l'humus che la alimenta non vuole cambiarla, questo non fa di una verita' relativa verita' assoluta.
Nessuno e nemmeno io so la verita' assoluta, per questo in ogni caso la cerco, perche' esistono anche dei semplici appassionati di ricerca.
Va beh, egr. Tummolo, non vorrei farne una discussione chiusa a due, mi ha fatto piacere, alla prossima.
Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Ma, mi scusi, caro sig. Antonello, se la verità, come Lei o Massimo Prati ed altri ancora sembrano credere, è che la signora Annamaria Franzoni in Lorenzi sia innocente (tralasciando ora un presunto colpevole: gran parte dei delitti rimane senza autore noto), ci accontentiamo di questo e la teniamo ugualmente in galera ? Se fossimo storici che parlano di persone morte e di vicende ormai ineliminabili, capisco, ma qui si parla di persone vive ed anche abbastanza giovani, le quali avrebbero diritto di essere liberate se ragionevolmente considerate innocenti, e addirittura, per la nota regola, anche se forse innocenti.
Dunque, si discute per trovare la verità dei fatti al fine di contribuire ad un eventuale ricorso per revisione processuale, oppure ci si limita a ricami per la trama di un romanzo giallo? e personalmente ritengo che di romanzi gialli ne abbiamo fin troppi, senza bisogno di trasformare anche la cronaca nera in ulteriore romanzo.
Quanto agli altri, sembrano tutti presi dall'appassionante vicenda dei dettagli del delitto Rea, per curarsi di altre vicende, ma forse anche lì per il piacere della costruzione di trame da romanzo, dimenticano la sostanza del problema, ovvero il domandarsi chi potesse aver interesse diretto ed immediato ad uccidere una giovane madre, sistematicamente tradita.

Unknown ha detto...

Ciao Manlio.

Io non voglio trovare la verità, avrei voluto la trovassero altri (ma l'incapacità regna sovrana a volte), io mi limito a scrivere quello che vedo e leggo. Ora capita che in una miriade di casi d'omicidio le indagini non siano buone indagini, credo tu te ne sia accorto, ma se quanto accertato dai Pm viene poi dato per vero in tre gradi di giudizio, allora ogni volta che c'è qualche condannato che si proclama innocente bisognerebbe non interessarsene, non verificare e lasciarlo in galera per questo.

Ma capita anche che in una miriade di casi i processi (proprio a causa delle indagini carenti) non siano buoni processi. La Franzoni doveva essere giudicata un maniera equa partendo dal momento in cui chiese aiuto e disse di aver chiamato prima il 118 poi la dottoressa. Ma non è stata creduta ed invece di basarsi su due soli tabulati telefonici sicuri (Telecom ed Omnitel) hanno preferito dar credito a quello del 118, spostato di quasi due minuti avanti) e farla passare per bugiarda. Nel mio primo articolo su di lei lo spiego e lo provo molto bene.

Per cui, partendo da una base sbagliata in procura tutto è stato poi sbagliato in quanto non si sono verificate altre piste che, come scrisse la cassazione subito dopo il suo primo arresto, erano più probabili di quelle che portavano a lei perché c'erano possibili assassini alternativi senza alibi (non lo scrivo io, lo ha scritto la cassazione nel 2002).

Per andare ai processi a cui è stata sottoposta bisogna passare dall'avvocato Carlo Taormina, imposto dal padre che tirava fuori i dindi, che davanti al gup ha chiesto il rito abbreviato prendendo tutti alla sprovvista, specialmente gli avvocati di Torino ed Aosta, perché ha dimostrato di non sapere (ed era chiaro a tutti i legali di quella zona che sarebbe stata condannata) che quel giudice mai aveva dato assoluzioni in casi del genere (ed è ben strano non lo sapesse). Bisogna passare per il Taormina che in Appello ha preferito concordare con l'accusa, per quanto riguarda le telefonate d'aiuto, non capendo l'ordine giusto, ed impostare la Difesa cercando di confutare la BPA perché il suo consulente, molto più esperto di quello della Corte che poco era qualificato, gli dava per certo l'impossibilità che l'indumento fosse indossato.

Ma se avesse iniziato col far capire a tutti che la Franzoni non aveva mentito inizialmente avrebbe avuto maggiore possibilità d'essere creduto successivamente. In ogni caso mentre era in corso il processo lo stesso Taormina fu iscritto nel registro degli indagati, a Torino, assieme alla sua cliente (Cogne bis) ed andò dal Procuratore Caselli a parlarne male per salvarsi il dietro (ed infatti la sua posizione fu stralciata nonostante fosse stato lui ha chiamare la squadra che entrò nella villetta e fosse stato lui a fare la denuncia alla guardia di Finanza di Roma). E guarda un po' il caso dopo pochi giorni da quell'interrogatorio lasciò la Difesa (proprio quando il processo era nel vivo) che dal Giudice fu affidata, lasciandole solo una settimana per studiare le carte (migliaia e migliaia) all'avvocato Paola Savio (quindi legale d'ufficio) che cercò di ripartire dalle telefonate ma fu stoppata dal giudice in quanto il Taormina aveva concordato con l'ordine appurato.

Ora tutto si può dire tranne che la Franzoni abbia avuto una buona assistenza legale (parlo del Taormina) e tre buoni processi. E nei circa quaranta punti di discordia inviati in cassazione dalla nuova Difesa questo fu scritto in chiaro. Ma il giudice del Palazzaccio, da un anno era il Severo Chieffi (lo stesso che nonostante la Procura generale avesse dato l'ok non ha spostato il processo della Misseri da Taranto), ha cambiato le carte in tavola continuando ad usare il metodo usato fino all'ora.

continua...

Unknown ha detto...

Ad esempio, come ho scritto nell'articolo, ha negato esistesse quanto il giudice d'appello aveva invece accertato, solo nella sua mente perché in aula era stato escluso, ed usato per dare le attenuanti generiche. Perciò ha lasciato tutto com'era, e comportandosi in questa maniera ha avvalorato e dato per buono quanto fatto dalla procura di Aosta e dai giudici di primo e secondo grado rendendo tutto più difficile per chi la difende.

Per finire, io so per certo che l'attuale Difesa cerca "il fatto nuovo" per cercare di rifare il processo (e sperava in una diversa sentenza un mese fa), e so che non ricorre a Strasburgo perché il caso troppo complesso non verrebbe accettato, loro hanno le carte in mano noi no, non possiamo farla facile e dire "se non le sta bene la condanna vada a Strasburgo" perché non è così che funziona, così è semplicistico.

Per ultimo, io non scrivo e non dico la Franzoni è innocente al 100%, dico e scrivo che non è vero sia provata la sua colpevolezza. Dico e scrivo che altri avevano il modo il movente e l'occasione migliore per fare ciò che è stato fatto a Samuele. Ma non perché Samuele fosse il bersaglio, bensì perché s'è trovato ad essere dove non doveva essere. Perché era un bimbo di tre anni e due mesi che parlava e conosceva bene tutti vicini e gli amici di famiglia. Poi che sua madre si faccia sedici o trent'anni a me, pur infastidendo, non toglie nulla. Non l'ho mai conosciuta come mai ho conosciuto il marito o loro amici, e fino a quando non ho iniziato a leggere le carte (nel 2008) l'ho considerata una stronza colpevole di figlicidio e calunnia verso gli altri.

Ma io ho una fortuna, ho la mente in grado di aprirsi a più soluzioni se scopre che qualcosa è fuori logica e non torna. Non mi fossilizzo mai su una convinzione se non leggo carte che mi portino a quella convinzione, non do per scontato che la tale persona è colpevole perché ci sono stati tre gradi di giudizio che l'hanno giudicata colpevole.

E se ti dico che la Franzoni ha sopportato processi farsa, dal primo al terzo, credimi oppure leggi le carte che sono state portate a processo e le motivazioni e vedrai che tu meglio di me giungerai a questa conclusione.

Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,
ho cominciato a leggere il tuo libro che sono finalmente riuscito, con un po' di tempo e di pazienza, a "scaricare" (il termine è ambiguo, ma qui utilizzato nel solo senso internettiano del termine). E' un lavoro indubbiamente interessante, ma un giudizio te lo invierò forse quando avrò finito. Per ora, non aggiungo nulla di particolare: se quanto scrivi è vero, se la probabilità che la signora Franzoni sia vittima e non colpevole della morte tremenda di quel bambino è altissima, se le procedure utilizzate nei suoi confronti furono errate e vìolarono il suo diritto di difesa, ribadisco: gli avvocati, che attualmente patrocinano in suo favore, facciano i passi opportuni. Il senso del mio argomentare è questo: l'ho già scritto, sia a te che al sig. Antonello. Ti auguro che il tuo lavoro serva da stimolo per una revisione del processo. Se vi sono gli elementi, E' DOVEROSO, DA PARTE DI AVVOCATI, FARE RICORSO ALLA CEDU E ISTANZA DI REVISIONE. A questo punto, altro non resta da fare: in certo modo il tuo compito è quello di Zola a favore di Dreyfuss, ma l'efficacia giudiziaria del caso spetta all'opera dei professionisti. Non riesco a comprendere perché ciò non venga almeno tentato.

Manlio Tummolo ha detto...

PS.

Fare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è appunto uno dei diritti previsti, se vi sono le condizioni per presentarlo. Generalmente gli avvocati, di tradizione classica, ignari di Diritto dell'Unione Europea e di Diritto internazionale pubblico, non sanno neppure come farli. Basta scrivere a Strasburgo, farsi mandare un modulo e allegare la documentazione correlativa. La Corte risponde, tramite la propria Cancelleria, con molta gentilezza, sicuramente maggiore di quella delle Corti italiane. In teoria può farlo ogni condannato in via definitiva (e la signora Franzoni Lorenzi lo è), anche personalmente, ma so per diretta esperienza e di altre persone, che senza avvocato non considerano per nulla quanto si scrive, malgrado la cortesia. Tra l'altro, se il ricorso è dichiarato "irricevibile", non si paga nulla se fatto senza avvocato, a parte i semplici costi postali di una raccomandata A.R. all'estero. In questa procedura non vi è nulla di "semplicistico", è un diritto dell'uomo e del cittadino. Viceversa, non servirsene è semplicistico.