mercoledì 2 maggio 2012

Il 1° Maggio è passato ma il governo è affamato e continua a far la festa ai lavoratori


Da sempre il nostro governo, politico o tecnico poco importa, per indorare la pillola ed aumentare le entrate fa un uso indiscriminato di "espropri collaterali". Il prezzo del carburante è il più idoneo al fabbisogno, quindi il più sfruttato. Il primo ad aggiungere un balzello al prezzo di vendita della "super" fu l'estinto Benito Mussolini nel lontano 1935. C'è da dire che il duce è morto, è vero, ma anche che i politici dei decenni successivi hanno fatto tesoro del suo insegnamento. Così all'italiano è capitato di andare a far benzina e trovare aumenti improvvisi a causa degli avvenimenti più disparati. Un tot per ogni alluvione, un tot per la crisi del cinema, un tot per i nuovi contratti particolari, un tot a terremoto, compresi quelli per cui poco o nulla s'è fatto visto che ci sono famiglie domiciliate ancora in baraccopoli, ed un tot per ogni guerra... o missione di pace che dir si voglia. Addirittura nel 1983, per poter intervenire in Libano l'aumento fu di oltre duecento delle vecchie lire. Il bello, in senso ironico, è che una volta applicata l'accisa non la si stacca nemmeno a grattarla con carta vetrata. Il brutto, in senso letterale, è che ad ogni accisa viene applicata l'iva, aumentandola quindi oltre il suo valore nominale.

Il sapere che ogni cittadino paga ancora oggi per terremoti ed alluvioni che allo stato dei fatti risultano solo sui libri di storia, per una guerra in Africa del 1935 e per le missioni di pace di tren'tanni fa, non porta benefici né alla mente né alle tasche. Anzi, fa storcere il naso a chi si chiede per cosa vengano usati ora quei denari. Ma la benzina non è l'unico mangiasoldi che garantisce allo Stato un ritorno economico notevole, non è l'unica fonte a cui si attinge a discapito delle buste paga di chi per campare è costretto a lavorar sodo ed a rinunciare a tanto (se non a tutto). Da tempo, infatti, si interviene allo stesso modo anche sulle bollette che periodicamente i postini recapitano nelle nostre case, quelle che in maggioranza pagano le banche grazie ad una firma concessa loro quando i balzelli erano minori. Con queste lo Stato va sul sicuro, va con la certezza di vederle pagate perché, in caso contrario, i contatori verranno staccati dalle forniture per cui sono in uso.

Dedurre che gli italiani siano sotto ricatto, esseri appesi ad un elastico che ad ogni aumento si assottiglia e rischia di arrivare oltre la soglia di rottura, è pacifico. Non lo è invece capire il perché di tanti regali indesiderati. Ad esempio per la festa del Primo Maggio il governo del "paga tutto il popolo" ha deciso di donare ai lavoratori un nuovo aumento delle bollette elettriche, bollette che sono rincarate del 4.3%. Servirà per coprire i costi per le fonti rinnovabili, la cosiddetta "componente A3", componente che assieme alle A2, A4, A5, alle UC4, UC7, compongono il puzzle degli oneri di sistema (i costi accessori non derivanti né dai consumi né dalle imposte). Ed altre domande nascono spontanee: non è che anche i costi per le migliorie aziendali vengono addossati in misura esagerata al povero cittadino vessato? Chiudiamo gli occhi e paghiamo, perché diverso non si può fare, ma almeno una considerazione poniamola all'attenzione del governo: fino a quando l'elastico resisterà alle continue tensioni?

Difficile è il dirlo, facile è il pensare che di questo passo si supererà per forza il punto di rottura, visto che le famiglie sono sempre più sommerse da tasse e micro tasse (non vi è settimana che non se ne aggiungano di nuove). Uscire in auto coi figli, è assodato, per troppi di noi sta diventato un lusso, così come accendere le lampadine e permettersi di tanto in tanto una serata in pizzeria. Gli italiani cercano di non spendere per poter arrivare a fine mese, e non tutti ci riescono, ma il farli rimanere chiusi al buio, in obbligatoria cura dietetica, non agevola l'economia. Se le buste paga vengono rosicchiate in misura sempre maggiore dallo Stato, gli euro non finiranno nelle tasche di altri italiani che hanno attività commerciali, per cui, alla fine della fiera, anche questi si troveranno aggrappati all'elastico ormai sfilacciato. Tutti uniti, perciò, in una catena di Sant'Antonio che non risparmia nessuno, se non le grosse multinazionali e le banche che da sempre sono aiutate ed incentivate. Un esempio ci viene dai 500 miliardi di euro prestati a costo zero dalla BCE agli istituti di credito. A costo zero perché con un interesse talmente stupido, l'uno per cento, da costringere i banchieri d'Europa a far la fila come l'ultimo dei mortali (avete presente quando ci sono i sottocosto su pochi prodotti e si bivacca davanti al centro commerciale in attesa dell'apertura?).

Quei soldi, che in fin dei conti sono del popolo europeo in quanto garantiti alla BCE dagli Stati membri, dovevano servire a rilanciare l'economia... si era detto. In realtà l'unica economia che hanno rilanciato è stata quella bancaria che non ha esitato a far ciò che tutti i politici si aspettavano e desideravano: riacquistare ad interessi del 7/8% i bot delle nazioni in crisi, gli stessi bot svalutati nei mesi antecedenti dalle stesse banche che per paura li avevano svenduti. Una boccata d'ossigeno elargita in maniera mirata dai potenti del vecchio continente, una boccata d'ossigeno finanziata ancora una volta dal popolo, una boccata d'ossigeno che non aiuta né l'economia né l'artigiano a cui servono 30.000 euro per non suicidarsi. Non l'aiuta perché la banca, se questi non possiede un capitale incontaminato da mettere a garanzia, il prestito non glielo elargisce neppure se è "a credito" del rimborso Iva. 

Chi si salva sono naturalmente le grandi multinazionali, quelle che possiedono un numero considerevole di "azioni" bancarie, o viceversa, ed hanno nei punti chiave degli istituti di credito i loro uomini di spicco. Per cui dobbiamo constatare ancora una volta come il grande patrimonio venga salvato ed ingrassato grazie alle tasse pagate dal piccolo lavoratore. Tasse occultate alla vista con una sigla, A3-A4 ecc..., o con la parola "accisa", tasse che purtroppo incidono in maniera sempre più rilevante sull'economia familiare. Ma nonostante questo il signor Mario Monti, ex consulente di una grande banca mondiale come altri del suo governo (come anche moltissimi politici di tutto il mondo: fenomeno conosciuto universalmente come revolving doors), ha ragione a lamentarsi se qualcuno istiga il suo popolo a ribellarsi alle tasse, perché le tasse vanno pagate ed è giusto che tutti i commercianti emettano scontrini ad ogni vendita, è giusto che ogni artigiano emetta fattura ad ogni lavoro eseguito. Però è anche giusto che i balzelli si paghino in maniera corretta, non a caso o a forfait e non solo per aiutare le banche.

E per far pagare tutti in maniera corretta, senza ricorrere a redditometri o a super computer, basterebbe dare la possibilità all'uomo comune di poter scalare ogni spesa non superflua, oltreché l'Iva da questa derivante. Iva che pagata dalla persona fisica ad una qualsiasi azienda risulterà essere un ulteriore regalo chiesto dallo Stato al povero. Non può essere così complicato creare una sorta di fisco all'americana dove sia consentito anche all'operaio ed all'impiegato di dedurre i costi ora non deducibili. Ad oggi la maggioranza delle persone preferisce pagare l'idraulico, l'imbianchino, il dentista..., elargendo una parte di soldi in "nero" per risparmiare sulla fattura. Se venisse loro concesso di scalare queste spese, necessarie per chi ha una famiglia, risulterebbe più facile chiedere uno scontrino o una fattura regolare. Risulterebbe più facile far pagare le tasse anche a chi ha il modo di non pagarle. E questa non è un'idea moderna. Già nel 1997 c'era chi chiedeva ai governi di svegliarsi e varare leggi giuste smettendo di svenare gli italiani con manovre ed una tantum continue ed a tutti gli effetti inutili.

Per capire quanto tempo si sia sprecato ed a cosa ci abbiano portato gli pseudo politici del litigio, sulla stessa falsariga continuano i tecnici odierni che prima di risanare i popoli, prima di creare risorse che aiutino la crescita del lavoro, preferiscono ripianare le banche che attualmente non aiutano nessuno, basta leggere questo articolo del Corriere della Sera. Risale a quindici anni fa e dimostra come poco si sia pensato al risanamento dei conti pubblici ed al benessere dei cittadini. Ma c'è da dire che il premier di quel periodo era Romano Prodi, guarda caso un altro politico del fenomeno revolving doors, anche lui consulente Goldman Sachs...


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8 commenti:

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,

con la tua solita ed indiscussa precisione segnali dati inoppugnabili. Forse l'unico errore è prendersela con i poveri pescecani che metti in fotografia. Dovresti invece rappresentare il "Blob", la goccia che uccide, quella specie di gelatina molliccia venuta da altri pianeti che assorbe tutto e diventa un'enorme massa mostruosa. I vari governanti, nessuno escluso, e l'alta finanza distruggono e assorbono, in combutta, tutto ciò che vogliono, riducendolo a materia informe. Dopo aver vuotato i cervelli, riempiendo le pance, ora vuota pure quelle. Tutto è diventato un lusso, caro il nostro Massimo: e la fine del mese è diventata in realtà solo l'occasione per saldare bollette, quando ci si riesce, non certo per rifornirsi di denaro. E' da anni, ormai, che è diventato proverbiale dire: "Non si arriva alla fine del mese". In realtà, se uno paga mutui o affitti o che altro, già alla fine della prima settimana è a zero, e deve arrangiarsi o con prestiti o in altro modo. Si spera che la gente cominci non semplicemente a brontolare, come fa da oltre vent'anni, ma ad agire organizzandosi, perché senza organizzazione saremo sempre dei singoli contro la potente massa ferrata dell'avversario. I sindacati da tempo hanno tradito, facendo solo da cuscinetto ammorbidente negli scontri sociali e spacciando qualche briciola per una grande conquista. Organizzano concerti rock invece che scioperi o manifestazioni ad oltranza e, soprattutto, evitano la coordinazione delle forze sindacali e sociali europee ed occidentali, senza le quali difficilmente si riuscirebbe ad ottenere risultati duraturi. Noi spesso ci dimentichiamo che le conquiste nel lavoro si dovettero ai nostri padri e nonni, che non esitarono nel combattere a volte anche davanti ai cannoni (celebri il Bava Beccaris o i Fasci siciliani, che nulla avevano a che fare coi fasci anni '20 - '45 del XX secolo). Bisognerebbe che i lavoratori e, particolarmente, i giovani ritrovassero quell'antico coraggio.

Anonimo ha detto...

Bravo Massimo,
E' incredibile che le accise non siano reversibili, dovremmo pretendere dai nostri politici di rendere pubblico esattamente dove vanno questi soldi per la guerra in Etiopia e per l'alluvione di 50 anni fa. E controllare soprattutto se e quanti sono i "consulenti" che ancora vengono pagati per amministrare i soldi ricavati dalle sopraddette accise.
Ci tengono "in scacco", come diceva il Sig Calabria due post fa solo perche' qualcuno dei nostri genitori ha ancora due soldini in banca che custodisce gelosamente in banca per eventuali "emergenze" non sentendosi tutelati dallo stato,
ma tra poco quando saranno prosciugati anche quelli perche' la crescita e' ben lontana potremmo magari anche boicottarle in massa e vedere che effetto fa.
Tanto le banche con i nostri soldi non ridistribuiscono gli utili che ne ricavano attraverso i prestiti, anzi li investono nella grande finanza che con potentissime connessioni internet e sofisticati strumenti guadagnano cifre impossibili da pronunciare in pochi secondi NON PAGANDO NEMMENO 1 CENT DI TASSE, meno ancora del regalo del prestito all'1% per ricapitalizzarle.
Perche' poi se io rubo 1 mela perche' ho fame debba andare in galera e perche' loro riescano ad essere immuni da qualsiasi legge in qualsiasi stato e' per me 1 mistero.
"la casta" e' di nuovo riuscita come e' sempre stato nei secoli a selezionare la classe dirigente, il sogno che il figlio dell'operaio grazie al merito potesse fare una scalata sociale e' finito presto.
Come si possono sdradicare dalle poltrone?
Cari Saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mary,
uno sciopero radicale delle imposte potrebbe ben essere possibile se vi fosse una qualche organizzazione, forte almeno di decine di migliaia di iscritti attivi e convinti, che lo proclami. Non sarebbe neppure una cosa nuova, perché fu la causa della Rivoluzione americana, relativamente al commercio del thè. Lo Stato potrebbe rispondere con la forza, scatenando Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri, con molti rischi di finire come in Libia e in Siria. Potrebbe, viceversa, aumentare le imposte indirette triplicando il prezzo dei carburanti e simili misure. Uno sciopero fiscale, come e forse più che lo sciopero generale alla Sorel, sarebbe il prodromo di un'insurrezione generale e, forse, di una rivoluzione vera e propria. Di questo bisogna essere coscienti, per non doversi poi (cosa pessima) fermarsi a metà, come sempre è avvenuto nella nostra storia dai tempi di Masaniello e della rivolta del pane a Milano nel 1630 fino alle rivolte per la tassa sul macinato del XIX secolo, alle quali ormai ci stiamo avvicinando paurosamente. Se si è consapevoli di questo e capaci di correre i vari rischi, le minacce di Monti risulterebbero analoghe a quelle delle gride spagnole sempre del '600. Se, viceversa, al primo cedimento apparente del governo (ad es. rinunciando all'IMU sulla prima casa o con qualche piccolo ritocco sulle accise o sull'IRPEF) noi disarmassino, di qui a un anno saremmo di nuovo punto e a capoi. Necessita una seria riforma fiscale che riduca drasticamente il numero di imposte, le modalità di calcolo, le procedure di esazione, che applichi alla buon'ora alla lettera tutti gli articoli costituzionali sul lavoro e sull'economia (cosa mai fatta), e quindi anche la forte progressività delle aliquote oltre un certo reddito, riducendo le troppe occasioni di elusione fiscale, usando bene il pubblico denaro: solo allora lo Stato potrebbe farsi giudice severo dell'evasione fiscale, perché allo stato attuale delle cose, più che di "evasione" fiscale deve parlarsi ai danni del cittadino comune, lavoratore dipendente o piccolo autonomo (chiunque abbia un minimo di esperienza sa quanto sia praticamente impossibile, senza un capitale preventivo, iniziare anche una minima attività di lavoro autonomo), di INVASIONE FISCALE.

PINO ha detto...

COME SI FA a distuggere la gramigna? Eppure è solo un vegetale.
E nonostante la lezione che ci da la natura, vorremmo sbarazzarci della gramigna umana, che ha una volontà, un'intelligenza ed un forte arradicamento nel tessuto sociale?
Un modo ci sarebbe, e piuttosto radicale; ma chi ci darebbe la forza e la volontà di adottarlo?
Occorrerebbe l'esasperazione dei vespri di Sicilia, l'anelito incontenibile prerisorgimentale. E saremmo poi sicuri di non fare la fine di Masaniello, in una Italia che non ha mai assunto una precisa connotazione nazionale nonostante la sua unità territoriale e politica, costata migliaia di vite umane, e sacrifici di ogni sorta, a quelli che in essa hanno creduto?
Oggi ci viene regalato un Governo di "tecnici", e, forse ce lo meritiamo, nostro malgrado.
Non ci siamo opposti risolutamente alla maversazione politica incalzante; non abbiamo gridato con tutte le nostre forze allo scandalo, alle vergognose ruberie perpetrate a danno di tutto il popolo italiano?
Certo, lo abbiamo fatto.
Ma la gramigna parassita è restata nella propria poltrona!
Scriveva l'acuto Tummolo che non è non votando, che il cittadino dovrebbe dimostrare il proprio dissenso al Governo, ma votando con giudizio, operando,in tal modo, possibili cambiamenti. Ed ha ragione.
I miei saluti, PINO

Anonimo ha detto...

Caro Sig Tummolo,
Sono perfettamente d'accordo su tutto cio' che ha scritto a comiciare dal fatto che se ci lasciamo imbambolare da qualche piccola caramella non cambiera' mai nulla e che urgerebbe un'associazione esattamente come quella da Lei descritta che in logica dovrebbe essere semplicemente un organo che fa rispettare le leggi gia' esistenti (cosa che si chiamerebbe Stato).
E anche che lo Stato,operando cosi' come sta facendo abbia perso l'autorevolezza per chiedere tutte queste tasse visto che non e' in grado di amministrarle per ridistribuirle.
L'Europa detiene il numero piu' alto di denaro di tutto il mondo e lo tiene chiuso in forma di lingotti d'oro e in forma di numeri giganti scritti sui monitor.
So che esiste una legge per cui i cittadini,tramite una raccolta di firme di cui non so precisamente il numero, possono scrivere delle norme da far direttamente arrivare in Senato.
Concretamente qualcuno sa se e' mai successo negli ultimi anni?
Per esempio far entrare in politica solo chi ha la fedina penale completamente pulita non ci toglierebbe un bel po' di gramigna?
(retroattiva pero')
Concretamente Lei crede che tramite web si potrebbe fondare un'associazione come da Lei descritta?
Cari saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mary,
tramite il web, in tutte le sue forme, si può preparare la base per costituire qualunque assoiazione, dalla più innocua alla più terribile. Il problema arriva quando si tratta di operare, il che vuol dire riunirsi, assumere dei compiti, versare una magari anche piccola quota, "predicare" agli ignari, svolgere un'attività quasi quotidiana, ecc. E' pur curioso che, in tempi ormai lontani, senza mezzi tecnici, se non la posta a cavalli, i segnali di fumo e i messaggeri in diligenza, o treni e navi a vapore, e con una repressione politica terrificante (era facile finire impiccati o in galera per decenni), si riuscivano a costituire associazioni anche a livello europeo (pensiamo alla Massoneria e alla Carboneria di Buonarroti, alla Giovine Italia e Giovine Europa di Mazzini, alla Prima Internazionale), e oggi con gli enormi mezzi di comunicazione ben più potenti e con una libertà d'associazione teoricamente ben più ampia, sembra che non si riesca a far nulla. Il nodo della questione è nella volontà di operare realmente e di non piegarsi subito alla prima eventuale sconfitta: tutto questo mi pare che manchi sia tra persone di una certa età (noi "sessantottini" delusi) , sia, il che è assai più amaro, tra i giovani.

Anonimo ha detto...

La mia paura e' che il problema stia nel fatto che costituita l'associazione sia piu' facile trasformarla in un partito, prendere rimborsi statali e cominciare cosi' a infilare qualche piccolo compromesso con chi possiede un qualche mezzo di comunicazione, una somma ingente di denaro, potere per dare visibilita' alle proprie idee all'inizio per nobili scopi ma poi in realta' ricominciare a nutrire il blob.
Non ne esco.
Stamattina io la mia proposta al Governo l'ho mandata.
So che come ha detto la Camusso e' bizzarro mettere un governo tecnico per nominare un altro tecnico per mettere a posto i conti che poi chiede ai cittadini di dargli delle idee ma almeno qualcuno ci chiede la nostra opinione. Di nuovo la pillolina dolce...
Chissa' poi alla fin fine sarebbe piu' democratico che i partiti si sovvenzionassero da soli, cosi' sarebbero meno corruttibili e dovendo cercarsi da soli i soldi per portare avanti le battaglie le selezionerebbero meglio. Forse ci sarebbe piu' ricambio di persone poiche' dovendo sviluppare idee fortemente condivisibili da molte unita' non potrebbero tenersi le poltrone per decenni e non farebbero della politica un lavoro con possibilita' di carriera lampo se ben "supportati"...
Cordiali Saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Lo Stato ha già i suoi Organi di consultazione, previsti dalla Costituzione, e sono la stessa Corte dei Conti, il Consiglio di Stato, Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, in Consiglio Nazionale delle Ricerche. Inoltre esistono i dottori in Scienze dell'Amministrazione dello Stato (nella Facoltà di Giurisprudenza), a dire il vero ora curiosamente le specializzazioni in tale ramo sono state abolite; oppure di Scienze Politiche. Prendere un casaro, un produttore di formaggi e latticini ad individuare quali spese dello Stato devono essere tagliate, pagarlo ben 160.000 euro è semplicemente ridicolo. Intanto, una società per azioni ha lo scopo di lucro, e lo Stato non dovrebbe averlo; la società privata fa gli interessi privati dei suoi soci più forti, e non di tutti; lo Stato viceversa dovrebbe fare gli interessi di tutti. La legislazione delle società fa parte del Diritto privato, mentre quella che regola l'amministrazione statale fa parte del Diritto pubblico costituzionale ed amministrativo. Insomma che c'entri un casaro con tutto questo, poteva venire in mente solo ad un sottoprodotto di scuole di suore e gesuiti, tutte debitamente private e a scopo di lucro.
Un'altra cosa da rilevare, in aggiunta a quanto notato da Pino e da Mary, è che l'astensione materiale dalla presenza nel seggio è tipica su larga scala delle cosiddette "democrazie occidentali" di stampo anglosassone, dove si vota ad secoli. Per l'Italia, che conobbe poteri assoluti e dittature, fu formulato anche l'obbligo giuridico del voto. Astenersi fisicamente non ha efficacia, perché non esiste un quorum e anche se votasse l'1 %, i capipartito agirebbero come se avessero avuto il 90 %. Penso che potremmo essere in gran parte d'accordo se, in un modo o nell'altro, i partiti oggi sostenitori del governo fossero ridotti alle prossime elezioni all'1 % complessivo, oppure almeno sotto il quorum minimo di ammissione al Parlamento, come elezione politica. Difficile, tuttavia, scegliere un'alternativa che, allo stato attuale, non pare esserci tra i vari partiti sulla piazza.