venerdì 27 aprile 2012

Politici, tecnici, Aspen e tappetini umani...


Mi ero ripromesso di non parlare più di politica. Il motivo è intuibile a tutti quelli che vivono in Italia ed osservano il succedersi degli avvenimenti: per parlare di politica bisogna ci siano dei politici, e non solo al governo. Ma politici veri da tempo immemore, purtroppo, non se ne vedono, e non solo nella nostra nazione, ma in tutto il mondo. Per restare sul nostro suolo, c'è da dire che chi è entrato all'interno dei palazzacci romani da sempre ha curato solo i propri interessi, al massimo, se costretto dagli eventi, gli interessi di altri che non fossero il popolo italiano. Per carità, il miglioramento economico della classe operaia, nei decenni passati a convivere con bombe ed attentati, c'è stato, ma era il prezzo che gli pseudo politici di un tempo avevano concordato con chi comandava le organizzazioni sindacali per ottenere l'appoggio della base. Fra l'altro a margine del contratto c'era anche la postilla che voleva in politica chi dei sindacati faceva parte. Però in quel periodo storico, fra tanti inutili personaggi qualcuno sano c'era. Ma la vita scorre al contrario delle trame da film giallo a cui siamo abituati nei libri, e come volevasi dimostrare non sono mai stati i cattivi politici a lasciarci anzitempo, ma i buoni.

E chi faceva degli "intrallazzi" il proprio credo di vita ha ringraziato "il caso" (ma è stato un caso?) ed ha continuato a crescere ed a riprodursi secondo proprie regole e proprio volere, esattamente come un'erba infestante. Con l'avvento del "Di Pietro pensiero", nei primi anni novanta, si è sperato in un vero cambiamento, in un vero "lavaggio di mani", ma il cambiamento non c'è stato ed addirittura nell'ultimo ventennio si è incrementata una nuova figura politica, quella dell'ex magistrato. Questa, a cui si chiedeva di spaiare le carte, non solo ha mescolato il mazzo assieme agli altri, ma ha anche usato la politica per far crescere di grado e di status sociale sé stesso e la propria famiglia (intesa non solo come solo nucleo familiare). E sarebbe pure stato accettabile se nel frattempo si fosse fatto qualcosa per il popolo, ma l'unica soluzione trovata dai nuovi politici è stata quella del lamentio continuo contro chi, ci han fatto credere per quindici anni almeno, volevano considerassimo il responsabile unico dell'attuale situazione. Un lamentio pregresso, nato dalle aule di giustizia e nelle aule di giustizia riportato continuamente quasi a voler fermare il tempo ed il Parlameno. Così il discorso fra le parti anziché migliorare è divenuto più complesso. Liti continue per accaparrarsi una parte del potere si sono alternate a strane coalizioni partitiche, coalizioni sempre più disomogenee.

Da questo marasma distruttivo è uscito, facendoci credere fosse una magia, Mario Monti. Ma non si trattava di magia, bensì di un gioco di prestigio perché le carte ai partecipanti s'erano già date al chiuso di una massonica costruzione romana, l'Aspen Institute. Aspen che solo sulla carta non è una loggia segreta, Aspen che in realtà, seppure appaia soleggiata, ha stanze inaccessibili in cui i leader dei vari settori possono incontrarsi e confrontarsi come fossero protetti dal segreto di un confessionale. Aspen che ha sempre dato al governo dell'italico popolo i suoi uomini, ma che con l'avvento dei "tecnici" si è superata e sta facendo la parte del leone in quanto a poltrone occupate. Perché a partire da Mario Monti, l'attuale premier che già nel 2008 si vociferava potesse diventare un prossimo Presidente del Consiglio, fanno parte del nostro governo, ed in contemporanea del Comitato Esecutivo dell'Aspen, Lorenzo Ornaghi e Corrado Passera, quest'ultimo è anche uno dei proprietari del Corriere della Sera, e partecipano agli incontri Aspen anche Francesco Profumo, Moavero Milanesi, Piero Gnudi e Dino Giarda.

Questi i personaggi legati al nuovo governo tecnico, alcuni legati anche ai "colossi" che sostengono l'Aspen coi loro finanziamenti (qui la lista dei finanziatori). Non dico sia un problema attuale, i politici e l'Aspen da sempre sono un tutt'uno, tanto che non vi sono correnti politiche all'interno dell'istituto e convivono beatamente sia i rappresentanti della destra che della sinistra (qui la lista del comitato esecutivo). Ad esempio Giulio Tremonti, che ancora ne è il presidente, Lucia Annunziata, sempre pronta su Rai 3 a far vaccillare i politici per almeno "mezz'ora", Romano Prodi, che come Mario Monti prima di diventare premier del governo fu consulente della Goldman Sachs. E se l'intreccio sembra spiegabile, perché chi deve dirigere una nazione ha bisogno di una preparazione adeguata e buone conoscenze internazionali, in effetti lo è solo in parte dato che ad ora ci troviamo a dover accettare in silenzio una serie impressionanti di tasse ed aumenti decisi da chi è impelagato coi centri del potere, da chi, grazie al segreto garantitogli dalle mura Aspen, può decidere di togliere alle persone comuni per salvaguardare il potere economico di pochi.

Ed a questo, come ho già scritto, serve un governo tecnico. A far ingerire la pillola amara dei sacrifici ai "soliti noti", cercando di non scalfire di molto il consenso politico e di salvaguardare le proprie "amicizie", così da ritrovarsi una poltrona di prestigio pronta in un prossimo futuro. Io non so quanti euro le manovre del nostro ultimo governo, le manovre del "paga tutto il popolo", abbiano tolto dalle tasche degli italiani. Non so perché le liberalizzazioni anziche far scendere i prezzi, della benzina ad esempio, li abbiano fatti salire, quasi ci sia un "cartello" incontrollato che si accorda per guadagnare nei momenti economici peggiori. Io non so quanti ce la faranno a sopravvivere (ma è la legge della natura che vuole il debole soccombere), so solo che ancora il salasso non è finito, che se l'italico impiegato e l'italico operaio nei prossimi anni riuscissero a salvare i quattro quinti del loro attuale stipendio si dovrebbero dire fortunati. Meno fortunati i loro figli. Figli che senza un aiuto economico non avranno mai la possibilità di migliorarsi (a meno che non nascano geni), di potersi iscrivere all'Aspen e di poter un giorno sperare di governare gli italiani ed emanare leggi giuste e giuste manovre. Perché in un mondo dove tutto si vuole globale, l'unica cosa che resta ristretta ad una minuscola cerchia di pochi "eredi", intelligenti o meno, è il "potere". E questo è un tornare all'antico, non un miglioramento, e la storia ci ha insegnato che chi si sente emarginato ha reazioni forti che oltrepassano la linea della coscienza e sfociano in violenza.

E se anche il Presidente della Repubblica, che prima di essere un politico dovrebbe essere l'espressione del popolo, si stringe attorno alle forze economiche e parlamentari, le stesse che hanno rovinato l'economia nazionale arricchendo solo i soliti e pochi intimi, difendendo e cercando di salvaguardare quei centri di potere che sono cresciuti a dismisura togliendo valore al denaro altrui, alla vita della famiglia qualunque, significa che non c'è più lo spazio mentale per capire quanto in realtà sta accadendo, significa che il lavaggio del cervello attuato da mezzo secolo a questa parte alle menti italiche, nella maggioranza dei casi ha funzionato. E chi oggi attacca la minoranza che non ci sta a continuare un gioco al massacro, che li vede e li vedrà soccombere, sono anche i giornalisti sottomessi all'editore che finanzia Aspen (tutti), giornalisti che sanno di aver operato ed informato in modo da creare esseri robot senza autonomo pensiero. Robot che non possono criticare perché nei loro circuiti l'opzione "critica" non è contemplata.

Eppure la critica, pur se aspra ma genuina, è il sale della democrazia. E dovrebbe essere chiaro a tutti che impedire all'uomo di criticare significa considerarlo un tappetino buono solo per essere calpestato.

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23 commenti:

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,
il tuo articolo è integralmente condivisibile. Vorrei aggiungere solo una cosa: finché i personaggi che tu citi e le loro organizzazioni operano nell'ombra, riescono a farlo bene e con successo, condizionando appunto i partitocrati (ovvero, autocrati di partito, capi-partito, e così via). Ma quando si espongono in prima persona spesso e volentieri si bruciano. Come ben sai la famiglia Agnelli ha avuto dal 1900 a questa parte un'importante influenza nelle scelte economiche dell'Italia (lo sviluppo autostradale invece di linee ferroviarie o marittime-fluviali, ad esempio), senza intervenire apertamente se non in modo marginale (come Susanna e Umberto). Un Berlusconi, finché operava all'ombra di Craxi e dei suoi successori, ebbe tutto liscio. Il darsi alla politica lo ha letteralmente demolito. Così è per Monti, un vero premier travicello, a cui si adatta assai bene la celebre (un tempo si studiava a scuola a memoria) satirica poesia di Giuseppe Giusti "Il Re Travicello", il quale finché stava fuori aveva successo e passava per genio. Ora che si è esposto scoprendo la sua nullità, rischia di bruciarsi ancor più di Berlusconi (e, a mio parere, si brucerà) anche proprio per il materiale combustibile di cui è fatto. Le prospettive delle conseguenze che tutto ciò sta per avere in Italia, sono ovviamente del tutto negative. Ma anche questo Aspen che tu citi, questo altro potere occulto, rischia di fare con lui la medesima fine. In Italia, vi sono state infinite rivolte fiscali che sono state descritte anche da celebri scrittori. In altri Paesi vi sono state enormi rivoluzioni, quella olandese, le due inglesi, quella americana, quella francese. Mi inganno troppo se suppongo che questa possa essere la volta buona per l'Italia ? Forse sì, obietterai giustamente: perché, mentre le precedenti rivoluzioni che ho citato, furono realizzate anche sulla base di un preesistente pensiero politico e sociale assai approfondito, oggi in Italia non esiste una base simile, o almeno così appare, grazie alla sistematica emarginazione opposta al Pensiero in questo Stato negli ultimi decenni, sostituito dalla pura propaganda e dalla ripetizione di cose vecchie e confuse, che facevano comodo a Poteri stranieri.

Anonimo ha detto...

Sig Manlio e Massimo vi seguo e stimo entrambi affascinatissima dalla cultura del primo e dalla creativita' di pensiero del secondo.
Io di anni ne ho 28 faccio parte cioe' della generazione che non ha la terra sotto i piedi, che non puo' permettersi di diventare adulta.
Penso che i nostri politici siano tutti solo dei burattini in mano al volere della grande finanza che ci danno delle mega supposte "per non fare salire lo spread" come se fosse qualcosa che cade dal cielo, un'entita' aliena!
E come noi tutta l'Europa, la liquidita' deve stare nelle casse delle banche per garantire ai grandi finanzieri di guadagnare miliardi e miliardi di euro in una frazione di secondo ed esenti da tasse con un semplice click. Ci hanno inculcato ben bene fin da bambini che protestare ad alta voce sia sconveniente e poco elegante e cosi lasciamo che i politici, ignorando un referendum di quasi 20 anni fa si facciano pagare da noi le campagne elettorali con cui ci prendono in giro e si fanno mantenere anche tutto l'albero genealogico. Ci ignorano.Il denaro lo fa l'uomo e non Dio basta solo metterlo in circolazione e farlo girare..la prima volta nella storia dell'umanita' in cui nella cattolicissima Italia non ci lasciano neanche piu' liberi di crearci una famiglia con questo terrorismo psicologico e mediatico.Per la strada non sorride piu' nessuno sono tutti pieni di problemi e non vedono la luce non riescono piu' a sognare.Siamo in guerra mancano solo le armi. Come svegliarci tutti? Cosa dovremmo boicottare?
Ho 1 bimba di 4 anni e so che avra' un'infanzia peggiore di quella che ho passato io per una madre e' sconfortante.Quando succedera' cio' che deve succedere che stiamo tutti aspettando ma non sappiamo cosa sia?
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mary,
personalmente credo, come spesso scrivo anche su "Il Messaggero" di Roma, qualunque moto deve essere europeo, o perlomeno di gran parte dell'Europa. Un moto solo nazionale verrebbe soffocato in tutti i modi, a partire da quello economico. INTERNET è un ottimo mezzo per collegarci, confrontarci e soprattutto organizzarci fra individui e popoli. Ma temo che troppo spesso venga utilizzato male. Spesso si cade nelle polemiche individuali, talaltra in affari che ci toccano relativamente poco. C'è poi chi spreca il suo tempo alla ricerca di sudiciumi. Ora però sta suonando per tutti noi la campana della fame e della miseria: potrebbe essere proprio questa a svegliarci, dopo che per decenni ci siamo accontentati in largo numero più di riempire la pancia o il portafoglio, che non lo spirito critico, la ragione, la moralità, ovvero, rozzamente, la nostra testa. Vigiliamo per ora, in modo da operare al primo segno utile per tale risveglio. La ringrazio della cortesia, Manlio Tummolo

Anonimo ha detto...

Anch'io penso che si debba muovere qualcosa a livello europeo e sono perfettamente d' accordo sul fatto che se questa crisi riuscira' a passare ci rendera' migliori almeno a livello morale poiche' abbiamo toccato veramente il fondo.
Devo dire la verita' pero',lo spirito critico di cui Lei parla, "leggendoLa" spesso mi rendo conto che la mia generazione non possiede la padronanza di lessico e la cultura dei laureati di qualche anno fa. Sotto i 40 anni sono veramente pochi quelli che usano vocabolario vasto come il suo e mantengono la stessa passione intellettuale.Speriamo che i nuovi "pensatori" si esprimano altrettanto bene in tweet magari con il dono della super sintesi!
Aspettiamo come dice Lei il segno per dare il colpo di grazia al Capitalismo selvaggio e corrotto.
Cari saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

La ringrazio, cara Mary, dei Suoi elogi che rischiano di farmi arrossire. Non so se la cultura scarseggi anche tra i livelli maggiori. Vi sono pure individui, plurititolati, e anche più anziani di me (sono nel 64° anno di esistenza) che si esprimono assai poveramente. Tuttavia, ritengo che ciò che soprattutto conti, sia l'eventuale presenza o assenza di concetti e la buona volontà di fare, al di là dei modi di esprimersi. Molti poi pensano che, se si esprimono con un certo tono, non vengono capiti dai più, confondendo la semplicità con il semplicismo e la comprensibilità con la volgarità o rozzezza. Se ai livelli alti si parlasse con chiarezza e proprietà, anche ai livelli meno alti si finirebbe per parlare con proprietà maggiore. Il ruolo degli intellettuali, come si diceva un tempo, sarebbe quello di "andare verso il popolo", e non, come avviene, abbassarsi al di sotto di esso. Per il resto si vedrà: il ruolo della stampa sarebbe fondamentale, ma quasi sempre è tradito perché condizionato dai finanziamenti. La denuncia dell'avv. Musu contro le supreme autorità dello Stato, che Massimo Prati ha pubblicato, è stata ignorata finora dalla stampa, a quel che mi risulta. Non sarà lungamente ignorata dai cittadini. Di questa mattina, comunicata da Gigi Riva a "Prima Pagina" di Radio 3 RAI, è la notizia che Monti ha ordinato a Equitalia di alzare il livello delle imposte da consegnare materialmente allo Stato (15 miliardi, se non ricordo male): da qui si spiega come si parli di evasioni enormi. Lo Stato pretende 100, senza tener conto della realtà effettiva, gli arrivano 80, e subito dice che mancano 20 euro per evasione. Ma poi cade sui casi individuali che, nel contenzioso, finiscono sempre per pagare molto meno del preteso, malgrado certe fantomatiche cariche della G.d.F.. E' essenziale per tutti, a qualunque livello culturale, rendersi consapevoli di questi meccanismi perversi e mistificatori della reale situazione economico-finanziaria di uno Stato che, viceversa, dovrebbe regolarsi sul ricevuto e non sullo sperato o sperabile, per risanare realmente i propri conti. Il bilancio preventivo delle uscite dovrebbe fondarsi sul bilancio consuntivo delle entrate, come del resto si fa nelle normali famiglie.
In conclusione, cara Mary, sarebbe sperabile che i cittadini non si lasciassero distrarre da cose secondarie, dagli effetti del malcostume, dai puri slogans, ma andasse alla radice o alle cause fondamentali dei nostri problemi. Altrimenti precipiteremo sempre di più.

Anonimo ha detto...

ciao a tutti.
Bene,dopo tutte queste belle parole e scambi di complimenti, arriviamo al nocciolo della questione.
Non ci sono più "veri" politici per due semplici motivi:
1) le generazioni non sono mai uguali,il livello di capacità intellettuale odierno è molto, molto inferiore a quelli precedenti.
2) All'incapacità intellettuale e tecnica degli attuali pseudo politici, si aggiunge il fatto che essi non devono più temere nessuna reazione del proletariato, ormai distrutto dall'imborghesimento e dall'eliminazione fisica di chi,anche se in modo sbagliato, lo rappresentava.
Dispiace fare questo tipo di riflessione, considerando che chi scrive è per sua natura contro qualsiasi tipo di violenza, ma la sfacciataggine con la quale questi ludici personaggi fanno gli esclusivi propri interessi a danno della collettività, induce quanto meno ad avere pensieri cattivi, che mai ci saremmo sognati di provare.
Spero di non essere frainteso.
Vi saluto.
Calabria

Anonimo ha detto...

Sai Calabria penso che ci vorrebbe davvero una nuova Norimberga italiana ed una europea, i cittadini non possono pagare profumatamente gente che si dovrebbe occupare di amministrare le loro finanze e pagare anche i loro errori.Nessuno di noi puo' essere responsabile del debito pubblico perche' dobbiamo ridurci alla fame ma soprattutto perche' non pagano loro i miliardi che hanno rubato e/o mal amministrato???
Sono convinta visto che siamo nel 2012 che per cambiare qualcosa ci vorrebbe un boicottaggio europeo mirato,senza alzare la voce altrimenti ci fanno pagare di nuovo,oppure allearsi tra popolo e forze dell'ordine sottopagate e senza mezzi quali sono.
Dici che non ti piace la violenza ma neanche i complimenti tra persone che non si conoscono e hanno tanti anni di differenza e si confrontano...caspita sei piu' scoraggiato e arrabbiato di me!
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Chi conosce la storia sa che i lunghi periodi di passività, per nulla nuovi, sono prodromici, spesso, prima di tentativi, poi di scoppi insurrezionali, infine di rivoluzioni vere e proprie. Facendo la storia delle rivoluzioni (anzi, per essere più esatti, della Rivoluzione umana), si nota che la prima che ottiene un successo durevole e crea un nuovo tipo di regime politico-istituzionale, che allarga la sovranità formale e sostanziale a strati più ampi di popolazione, avviene in Svizzera (benché nessuno la riconosca per tale, ma è quella che supera il regime feudale absburgico e crea l'Unione dei primi tre Cantoni). La seconda è quella olandese, anch'essa non riconosciuta come tale, ma che spezza il dominio spagnolo e instaura inizialmente una repubblica di tipo oligarchico mercantile. Seguono le due Rivoluzioni definite come tali, quelle inglesi, inframmezzate dalla dittatura semi-monarchica di Cromwell). Poi l'americana, quindi la francese. Sorvolo sulla russa del 1917 che richiederebbe un discorso assai lungo, ma da me già esaminato a grandi linee nella recensione fatta al libro "I Vinti che avevano ragione" del Risoluti e che assai cortesemente Massimo Prati aveva qui pubblicato. Qui intendo per rivoluzioni quelle che hanno avuto un successo durevole: escludo la russa, in quanto, pur trionfatrice inizialmente, alla fine è ricaduta nel pentolone liberista e plutocratico da cui era uscita (ma, ahinoi, negando la libertà politica con la dittatura nominale del proletariato, in realtà dittatura dei capi del PCUS). Ora la Rivoluzione non è che il moto storico dell'umanità, distinguibile in fasi diverse, statiche, evolutive (pacifiche e bradi-dinamiche), o involutive (l'attuale), finché poi il moto non accelera nuovamente. Il tutto può essere paragonato ai moti tellurici del pianeta che, nelle fasi silenti, accumulano energia o tensione, per poi scatenarsi in fasi esplosive più o meno lunghe e distruttive (tachisismi). Maggiore è la fase silente, più violento lo scaricamento esplosivo.
L'Italia ha la caratteristica storica di aver sofferto di molti moti insurrezionali, ma mai sfociati in una Rivoluzione, rappresentando il gattopardesco "cambiare tutto (in apparenza) per non cambiare nulla". Ma fino a quando ciò persisterà come nostra caratteristica storica e culturale ?

Manlio Tummolo ha detto...

Si potrebbe anche obiettare che il mio paragone tra fenomeni sismici e rivoluzioni non regge perché, mentre i primi sono fenomeni naturali e funzionano secondo leggi fisse, di natura fisica, le altre dipendono da variabili fattori umani. Il che è esattissimo, anche se l'uomo, individualmente e collettivamente, è caratterizzato anch'esso da fattori puramente biologici, più complessi dei fenomeni tellurici, ma pur sempre con leggi determinate e determinabili, ma, per una restante parte, da atti di coscienza e di volontà. Quindi, i fenomeni rivoluzionari non sono pre-determinabili in quanto dipendenti da sollecitazioni complesse, in parte istintive, in parte mentalmente coscienti (psicologiche, intellettuali, morali, sociali).
L'elemento analogico comune con i fenomeni tellurici sta semplicemente nella loro "sotterraneità", non controllabile all'esterno. Come non è prevedibile un terremoto, così non è prevedibile l'inizio di un moto rivoluzionario. Per intenderci, nessuno il 13 luglio 1789 poteva immaginarsi che il giorno dopo la Bastiglia sarebbe caduta, o che almeno venisse attaccata dalla popolazione. Possiamo dunque prevedere che, a lungo termine, potrà scatenarsi un movimento rivoluzionario, o almeno insurrezionale, ma non potremo individuare né la data esatta, nè le modalità dello stesso. Non riuscire a prevederlo a breve termine non significa, per il verso opposto, escludere a priori che questo possa avvenire anche il giorno dopo.
Le recenti vicende nordafricane e siriane dimostrano che la scintilla dell'inizio può scattare per una qualunque ragione che susciti lo sdegno popolare.

Anonimo ha detto...

ciao a tutti.
@ Mary.
L'unica cosa che in questo momento, in modo democratico, si può fare, è quella di non andare più a votare, in modo da destabilizzare agli occhi del mondo e sopratutto dell'europa, l'attuale classe politica italiana.
Voglio precisare che questo è solo il mio pensiero e non un invito "elettorale". Cara Mary,io sono contro la violenza, ma non è che non mi renda conto che, purtroppo, fa parte della nostra esistenza e che a volte diventa il "minore dei mali"( la storia del mondo insegna, a prescindere anche dalle guerre).
Difatti se rileggi bene l'altro post, ti accorgerai senz'altro che l'amara e dispiaciuta riflessione fatta, aveva come riferimento la storia della rivoluzione del proletariato degli anni 60-70 e che oggi, non esistendo più il "proletariato", gli attuali politici non hanno niente da temere( le conseguenze sono sotto gli occhi e le tasche di tutti).
PS, il riferimento allo scambio di complimenti non era critico ma di "meraviglia" e non riferito, ovviamente, a te.
Ti saluto.
Calabria

Anonimo ha detto...

Caro Calabria,
Avevo colto la riflessione sull'imborghesimento che quindi non si rebella e ti confesso di aver anche intavolato 1 confronto con mio marito nel pomeriggio sull'argomento.
Anch'io non voto, ho votato il governo Prodi orgogliosa di aver fatto la prima crocetta della mia vita e poi solo il referendum ma sono convinta di nuovo che se boicottassimo tutti il voto ci si ritorcerebbe contro in qualche modo.Gia' eleggono il nostro premier tecnico a tavolino con relativi ministri e i politici son sempre gli stessi che hanno gia' fallito e rifallito nella seconda Repubblica e sono sempre li'.
E' un bel pasticcio, tutti in galera! Dovremmo andare davanti a Montecitorio pacificamente a chiedere le loro dimissioni e poi far applicare le leggi che ci sono.
Il Sig. Tummolo ci ha dato un po' di speranza affermando che "nella fase silente accumula energia e maggiore e' la fase silente, piu' violento lo scaricamento esplosivo"
Che la storia si ripetera' e che in effetti il 13 Luglio i Francesi non si aspettavano sicuramente quello che poi in effetti e' successo!
Secondo me ci dobbiamo alleare con le forze dell'ordine, dovrebbero incrociare le braccia e farci pacificamente avvicinare a Brouxelles e chiedere di fare il loro lavoro oppure a casa!
Maggiore e' la fase silente....
...me la scrivo sulla lavagnetta del frigo!
Cari saluti
Mary

Anonimo ha detto...

Comunque Calabria se per caso la rivoluzione partira' qui dalla Grecia,dove le persone non sono lobotomizzate da vent'anni di televisione come noi,ti passo a prendere che sei il piu' vicino!!!
Qui sono proprio arrabbiati!
cari saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mary,
alla questione devo aggiungere anche un punto di metodo: tutti dobbiamo essere "realisti", ovvero né ottimisti né l'uguale aparente contrario pessimisti (teoria della bottiglia a metà). Ma che cosa vuol dire essere "realisti" ? Certamente, occorre, per quanto possibile in noi, un rapporto abbastanza esatto di coscienza e di conoscenza con la realtà presente, ricordando però che essa non è eterna e non è immutabile, né in natura, né sotto l'aspetto umano-sociale o collettivo. Come scrisse Carlo Pisacane, partendo per Sapri, nel suo "Testamento", se tutti noi aspettassimo una mitica rivoluzione senza far nulla, questa non avverrebbe mai. Occorre, dunque, agire, ma in che modo ? Ovviamente secondo le situazioni reali che si presentano: lo scoppio violento avviene quando vi è repressione e violenza, ed allora l'uso della forza è l'unico che può spezzare la situazione. Qui in Italia (a differenza dei Paesi arabi e mediterranei) non vi è necessità, almeno per ora, di arrivarci. Abbiamo il diritto di voto dobbiamo usarlo intelligentemente, annullando la scheda con una motivazione precisa, piuttosto che starsene a casa o lasciarla in bianco (in modo che altri la possano falsificare); abbiamo INTERNET: possiamo confrontarci con una certa libertà. Si tratta di coordinare queste forze, questi pensieri, queste aspirazioni. Gran parte delle persone ha sempre sostenuto il baraccone politico italiano con il principio "Meglio così che peggio", tollerando in pratica uno stato di cose e uno scivolamento verso il basso che ci ha portati dal male al peggio e dal peggio al pessimo. Abbiamo toccato il fondo ? Probabilmente no, perché nelle cose umane non esiste un fondo, sempreché non sappiamo noi stessi reagire e risollevarsi: questo è il centro della questione. Ognuno di noi è responsabile, in proporzione alle sue possibilità, dell'andamento generale. Se ad esempio, invece di suicidarsi, alcune persone si coordinassero, operassero, si dessero da fare, incitando anche gli altri, invece di distribuire pillole soporifere (cfr. sindacati e simili), forse si potrebbe fare qualche passo avanti. In conclusione: "realismo" vero è partire dalla realtà per superarla, non adattarvisi passivamente.

Anonimo ha detto...

Caro Sig. Tummolo, credo che Lei abbia perfettamente ragione sul fatto che sia meglio rendere nulle le schede piuttosto che non andare a votare e che tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa.Secondo me pero', proprio perche' grazie ad internet siamo tutti connessi mi riesce difficile capire il perche' siamo ancora in questa situazione ormai da anni.
Qui in Grecia ci sono molti eventi (pubblicizzati anche dai tg regionali)sul tema della crisi e si manifesta in strada spesso, economisti di tutto il mondo scrivono che questo paese e' stato tartassato appositamente per poter far dire ai premier europei "prendetevi questa valanga di tasse se no farete la fine della Grecia", ma continua a non cambiare niente! Come mai si fanno le class action contro la Costa Crociere e la Ferrero e non si fanno contro la grande finanza e la cattiva politica?
Come si sdradicano i politici dalle loro poltrone? Col voto? Non si puo' perche' tanto li nominano loro.
Se da domani in Italia raddoppiassero gli stipendi a tutti quanto tempo ci metteremmo a "raddrizzare la barca" delle famiglie e delle piccole imprese? 2 mesi? Se davvero volessero rintracciare gli evasori fiscali cosa ci metterebbero a fare i controlli incrociati?
L'Italia e' un grande paese altamente industrializzato, si produce quasi tutto,esporta sia beni materiali che turismo, il PIL si e' contratto a causa della scarsa domanda interna e nient'altro.Lo capisco io che faccio l'affittacamere e non lo capiscono i "tecnici" dai curriculum da spavento? Non ci credo! Loro non leggono su internet che la gente tra un po' si ribellera'?10 anni fa in Europa non avevamo bambini malnutriti ora leggiamo tutti i giorni storie di questo tipo e di pensionati che rovistano tra la spazzatura del mercato e non sbarriamo neanche piu' gli occhi...
La misura e' colma e se non si svegliano secondo me e' arrivata l'ora della rivoluzione.
A chi giova questa situazione ergo chi e' che si sta riempiendo le tasche con questa crisi?
Ora ci addolciscono con la pillolina che magari con Holland la Germania si dara' da fare con la crescita, ci crediamo? Non lo so.Se siamo in Europa perche' c'e' questo divario tra gli stipendi del Nord Europa e quelli del Sud?
Hanno interesse a fare dei cisiddetti PIGS delle colonie dove mettere e investire energie rinnovabili (solare 'eolico ecc.)?
Con la benzina a 2 euro al litro non ti puoi neanche permettere di lavorare a 20 km da casa tua!
Non riesco a capire chi ci guadagna...
Cordiali saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mary,
al nostro primo tentativo (1989) di costituire un'Associazione dei Contribuenti (diversa da quelle solite dei consumatori legate alla mentalità sindacale, e rivolte a faccende di Diritto privato e commerciale, mentre si trattava di istituire qualcosa a tutela del Diritto pubblico), avemmo scarsissimimi iscritti, pur pubblicizzandola sulla stampa, e quanto a persone attive eravamo in... due. In questa stessa Associazione fui boicottato nel mio tentativo di allora di procedere sulla base del Diritto penale, tanto da doverne uscire in alcune questioni. Costituii allora un Gruppo Promotore dell'Unione Politico-Sociale dei contribuenti, anche questa pubblicizzata per anni sulla stampa (dal 1997 al 2001). Il numero di aderenti si ridusse ulteriormente a 3, di cui operativi1. Con ciò Le dico tutto su come funzionano le cose in Italia: si ama assai brontolare, ma, invece di operare nell'interesse generale, si preferisce risolvere la cosa evadendo o eludendo. E con ciò si crede di "risolvere" tutto. Quando la gente capirà finalmente che bisogna operare nell'interesse generale, se si vogliono veramente risolvere i problemi anche individuali, allora vi sarà quel balzo qualitativo che ci prepara ad una "rivoluzione" non violenta, ma legale, e ciò che importa con risultati efficaci e durevoli. Devono modificarsi innanzitutto le regole della mentalità, prima ancora dei personaggi. Finché questa mentalità passiva ed affaristica si mantiene, finché ci si limita a manifestazioni di tipo ludico-infantile in piazza facendo solo un magro spettacolo, andremo peggiorando sempre di più. Senza l'impegno dei singoli che, sommato, diventa impegno di tutti, non si può realizzare alcun progetto decisivo, non si spaventa nessuno, si ciondola letteralmente in futilità, e i soliti capi, dirigenti e comandanti godono nello stringerci al collo la loro garrota.
Le cose che Lei ha segnalato sono solo gli effetti di una dissennata politica ormai quasi quarantennale.

Anonimo ha detto...

Davvero Lei ha provato semplicemente a costutuire una legalissima associazione per far rispettare le norme gia' in vigore e ne e' uscito da solo e sconfitto?
Scusi se mi permetto, se vuole non mi risponda, io immagino che Lei visto il lavoro che fa abbia delle frequentazioni diciamo cosi' "alte" rispetto alla media, persone che davanti ai dati e agli scritti giuridici non fanno fatica a destreggiarsi. Se posso chiederLe e' stato ostacolato da qualcuno che non voleva che andaste avanti o si e' scontrato con l'indifferenza, poiche' per quanto riguarda la seconda ipotesi mi sembra strano o forse allora "i tempi non erano maturi"?
Vado a cercare su internet se trovo qualcosa in merito.
Lei e' estremamente gentile.
Cordiali Saluti
Mary

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mary, su INTERNET non ha che da cercare:
tummolomanlioupsco.xoom.it/virgiliowizard,
nella parte biografica (primo link). La mia opera si è svolta a livello regionale nel Friuli-Venezia Giulia, per quanto riguarda l'azione pratica; a livello nazionale nella minuscola e poco conosciuta Associazione Mazziniana Italiana, a livello più che altro teorico. Il mondo dei partiti, ma non solo quello, procede col metodo della cooptazione ("similes cum similibus"). Quelli che non accettano le metodologie generalmente adottate (non tanto sui princìpi si fa differenza, perché questi oggi contano meno ancora, quanto proprio sul metodo), vengono esclusi o, almeno, isolati ed emarginati. Quello mio non è il solo caso. E' un atteggiamento di antica origine che ha fatto sì che la mentalità servile e ompromissoria tipica della quasi totalità delle classi dirigenti, politiche, sociale, economiche, e della loro azione si sia perpetuata da secoli, o addirittura dalla fine della Repubblica Romana e dall'avvento di Ottaviano Augusto. Colpire questa mentalità, eliminarla dal procedere politico e sociale deve essere la prima regola, se vogliamo non solo cambiare le forme, ma migliorare la sostanza delle cose.
Come Lei sa, vi sono pure stati periodi storici nei quali parve instaurarsi un atteggiamento decisamente migliore, e ne abbiamo esempi sublimi. Nondimeno, i detentori della vecchia mentalità, operando furtivamente, ingannando i cittadini, togliendo loro un vero diritto di voto con efficacia sostanziale, o addirittura instaurando dittature dichiarate, riuscirono a ripristinare il loro equilibrio. Lo studio storico-politico serve ad individuare i loro sporchi trucchetti, che poi alla lunga con poche varianti sono sempre gli stessi, essendo persistente quella loro mentalità. Per arrivare all'attualità, a che mi serve andare in piazza gridando parolacce, invece di spiegare perché mi oppongo ad un certo sistema ? E' uno dei tanti trucchetti che fanno da valvola di sfogo, così la plebaglia dice parolacce, ride e se ne va a casa tutta contenta pensando di aver fatto chissà che. In sostanza i dialoghi da osteria, invece che i confronti all'Agorà.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti.
@ Mary.
La mia convinzione sul fatto che, ad oggi, non ci rimane che la strada del "non voto", deriva da una attenta riflessione che dura ormai da anni, praticamente da quando è finita la prima repubblica con la nascita del bipolarismo ( che poi è un "unipolarismo" con tutti i parlamentari a banchettare a turno sulle spalle degli italiani).
Credimi,non servirebbe a niente rendere nulle le schede o azioni similari (il partito delle bianche e nulle esiste da sempre, è corposo e non ha mai ottenuto niente), quello che occorre, dopo anni di alternanza di pseudo "Destra" e pseudo "Sinistra", è che la gente faccia capire alla famosa "europa" ed al mondo intero, che il problema in italia non è politico, ma di interpreti della politica.
Cara Mary, non andare a votare in MASSA significa disconoscere TUTTI gli attuali interpreti della politica.
Il mondo e l'europa non rimarranno insensibili davanti ad un'astensione che contasse più del 50% degli aventi diritto al voto.
Non c'è bisogno di fare una rivoluzione armata, non necessita l'eliminazione fisica degli avversari ( la storia del fallimento delle BR ne è la testimonianza) basta ridicolizzarli non andando a votare.
PS, visto che sei in Grecia, se dovessi rientrare in Italia ( anche senza la rivoluzione ), passa dal mio paese che è bellissimo e sarò felice di ospitarti/vi.
Ti saluto con simpatia.
Calabria

Manlio Tummolo ha detto...

Santa ingenuità: non andare a votare significa dare spazio a scrutatori e controllori di spartirsi le schede, riempirsele per conto proprio, tanto nessuno andrà mai a controllare i numeri dei documenti di identità. Sostituire schede già compilate è anche possibile, ma un po' più difficile e lascerebbe testimoni pericolosi. Comunque, ognuno faccia ciò che ritiene opportuno fare. Non andare a votare significa semplicemente non esprimere alcuna volontà, significa lasciar fare agli altri, come aveva tentato Craxi rimanendo bastonato; significa rinunciare all'espressione delle proprie idee. L'annullamento motivato, invece, è una chiara espressione di volontà che non può essere confusa con la pigrizia e con la paralisi.

Anonimo ha detto...

Caro Calabria,
Ho saputo che su Facebook gira un link che spiega che per le prossime elezioni sia stata fatta una raccolta firme per poter scrivere sulla scheda una formula del tipo "non voto poiche' non mi sento rappresentato da nessun partito"
o simile.
Non so dove reperire questo link per sapere se sia stato "approvato" a titolo pieno e quindi valga davvero e non quanto un fiorellino disegnato a lato, ma se cio' fosse possibile penso che io lo voterei.
In Calabria non ci sono mai stata ma mi piacerebbe molto,in compenso ho un caro zio che tutti gli anni mi porta una soppressata artigianale talmente buona che sembra un dolce!
Cari saluti
Mary

Anonimo ha detto...

ciao a tutti.
@ Mary. ti consiglio di venire in Calabria, ti assicuro che è una terra fantastica, luoghi stupendi e, anche se molti la pensano diversamente,gente semplice e accogliente, buona come la "supirseta" che ti fa assaggiare tuo zio.
Ciao

Non andare a votare significa certamente non esprimere nessuna volontà, ed è esattamente quello che predico da tempo. Dichiarare al mondo che non abbiamo nessuna volontà di scegliere fra gli attuali politici in lizza. mi sembra un concetto molto chiaro( ovviamente non si deve per forza essere d'accordo).
Magari sono un ingenuo(santo sicuramente no), ma dall'esperienza che ho (considerato che in qualita di Dipendente Comunale ho fatto parte, da anni, dell'Ufficio Elettorale), mi sembra molto difficile e complicato gestire a proprio piacimento schede elettorali vidimate senza che l'elettore si rechi a votare.
Questo significherebbe avere la complicità praticamente di tutti i componenti dei seggi elettorali (presidenti,segretari e scrutatori di tutte le sezioni),di tutti i componenti degli uffici elettorali dei comuni ecc.
Insomma, molto complicato, tanto da rasentare l'impossibile.
Ovvio che i brogli elettorali esistono, ma riguardano quasi sempre le preferenze.
Le mafie,ad esempio, mettono un complice (presidente,segretario o scrutatore) in ogni sezione, per impossessarsi di una scheda vidimata da consegnare a "loro" in modo che venga "votata" e data agli elettori prima che entrino nei locali del seggio elettorale e che poi mettono nell'urna portandosi via quella che gli viene consegnata dal presidente dandola al compare di prima in modo che il gioco ricominci.
Fatte queste precisazioni, ognuno deve essere libero di pensarla come vuole, ma non mi si venga a parlare di ingenuità, santa o meno che sia.
Vi saluto.
Calabria

Manlio Tummolo ha detto...

Già ai tempi di Giolitti (inizi '900), Salvemini nel suo "Ministro della Malavita", segnalava che si facevano votare anche i morti, il che denota quali e quanti miracoli avvengano nelle aule destinate alle votazioni. Credo che oggi la specializzazione del broglio sia assai più raffinata. In ogni caso, l'assenza dal voto, fa sì che un partito come quello se-dicente "democratico" (su imitazione americana, tanto per cambiare: una delle cose che più odio è il servilismo verso lo straniero, particolarmente se molto potente) si vanta di avere vinto le elezioni, pur perdendo voti a dirotto, ma meno che l'avversario principale. In attesa che si formino organizzazioni politiche più serie, oneste e fondate su validi princìpi ideali se mai avverrà), non resta che, al cittadino serio, onesto, con precise idee, esprimere il proprio voto apertamente motivando l'annullamento della scheda, con formula chiara e non interpretabile secondo il comodo.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti.
"In attesa che si formino........se mai avverrà"(speriamo avvenga),il 2013 (Maia permettendo),c'è chi andrà a votare il meno peggio delle stesse facce che da anni ci stanno strozzando e chi, come me, fara' parte di quel numero sempre crescente di "disconoscitori" degli attuali pseudo politici.
Questo per dire che pur rispettando le idee degli altri, il mio convincimento rimane, in attesa di essere smentito (ci credo poco),lo stesso di prima.
Vi saluto.
Calabria