Di Luca Perrone
Questa è da considerare un'indagine alla Nero Wolfe dei poveri, perché svolta stando davanti ad un computer e documentandosi unicamente su quanto nei mesi pubblicato dagli organi di informazione. Chiaramente se è sbagliata la documentazione risulterà sbagliata anche la conclusione. Ma in questo caso la colpa non è da imputare all'investigatore improvvisato, bensì a chi in questi mesi avrebbe detto e scritto falsità. Esaminiamo allora i risultati della perizia autoptica che per i Pm di Ascoli e Teramo fanno del Parolisi il colpevole del delitto. Di sicuro supposizioni analoghe alle mie le avranno fatte, in privato, anche i periti della Difesa... ma forse a loro non è permesso il divulgarle o l'esternarle al pubblico. Per capire meglio quanto ho supposto occorre rinfrescare la memoria e ripercorrere i fatti in ordine cronologico, quindi partire dal momento in cui arriva la telefonata di un anonimo che parla di un corpo steso a terra visto durante una passeggiata nel bosco.
- Il cadavere di Melania viene ritrovato a ridosso del chiosco della pineta, a Ripe, nel pomeriggio del 20 aprile, grazie ad una telefonata anonima partita da una cabina pubblica di Piazzale San Francesco, a Teramo.
- Il corpo viene portato all'obitorio di Teramo, dopo essere stato sommariamente esaminato sul luogo dalla sola dott.sa Canestrari, nella notte tra il 20 ed il 21 aprile.
- La temperatura interna del cadavere non viene rilevata in situ e non sappiamo assolutamente quale sia stato il momento in cui è stata rilevata, se è stata rilevata.
- L’autopsia inzia nel pomeriggio del 21 aprile, dopo che la Procura aveva nominato consulente il prof. Tagliabracci, oltre alla stessa dott.sa Canestrari competente per territorio.
- Sin dai primissimi giorni di indagine viene particolarmente “attenzionato” Salvatore Parolisi, intercettando le sue utenze telefoniche e sottoponendo ad intercettazione ambientale la sua autovettura, una Renault Scenic. Contemporaneamente vengono “attenzionati” alcuni conoscenti di Parolisi, nonché gli operai macedoni che lavoravano nel cantiere della villa di Buonopane, a Colle San Marco.
- Il giorno 28 aprile i dottori Tagliabracci e Canestrari depositano la relazione autoptica preliminare, in questa viene riportato il verbale dell’autopsia. Ma vale la pena ricordare che ancor prima del deposito, nella serata stessa del 21 aprile, escono due dispacci ANSA basati su indiscrezioni raccolte in loco, indiscrezioni che riportavano alcune affermazioni della Canestrari o del Tagliabracci; in queste si parlava di una morte avvenuta a diverse ore dalla scomparsa, molto probabilmente a cavallo della mezzanotte del 18 aprile. Un altro particolare da tenere a mente riguarda il 24 aprile, giorno in cui il prof. Tagliabracci rende sommarie informazioni ai PM. In queste afferma che il decesso è avvenuto a circa tre ore dall’assunzione dell’ultimo pasto. Ciò significa che, come corretto e doveroso in un’autopsia, il contenuto gastrico e lo svuotamento dello stomaco erano stati esaminati. Sappiamo però che alla data del 28/04 il contenuto era costituito da un induito cremoso di colore bianco-verdastro, nell’ambito del quale si erano rilevate minute formazioni biancastre, verosimilmente residui alimentari (forse formaggio). Non viene citata la misurazione in volume del contenuto, neanche la misurazione in peso, che comunque si assume fatta come prassi comune. Proprio il colore del contenuto gastrico ha indotto gli inquirenti a chiedere a Vittoria Garofalo, madre di Melania, se alla figlia piacesse il sedano, segno che proprio tale colore faceva pensare all’assunzione di una verdura miscelata al latte bevuto prima di uscire (Parolisi ha testimoniato che la moglie non aveva pranzato perché intenzionata a mangiare qualcosa dalla sig.ra Angelini, madre di Sonia Viviani, dove era prevista la festicciola a cui erano invitati). Mai viene prospettata dai medici legali la possibilità che Melania Rea avesse bevuto del caffè, questo a causa del contenuto gastrico che non presentava né una tonalità marrone, né marroniccia, né nocciola, né di qualsivoglia altra variazione dello stesso colore. Tonalità che si sarebbe dovuta avere nel caso fosse stato presente del caffè. E se è vero ed è scientificamente provato che la caffeina (che è una molecola incolore) viene assorbita dallo stomaco passando nel sangue entro un massimo di 60 min dall’assunzione, è altrettanto vero che la colorazione marrone del caffè, dovuta alla tostatura dei chicchi, passa nella soluzione acquosa della bevanda e viene assorbita dallo stomaco come tutte le altre frazioni liquide. Quindi, vista la colorazione differente, è plausibile pensare che in quel momento non vi fosse caffè nel contenuto gastrico repertato, pesato e misurato in volume. Quindi a quella data nessuna analisi si era fatta per cercare le molecole di caffeina e pesarle in percentuale.
- Passati i primi giorni di indagine i sospetti si concentrano esclusivamente sul Parolisi, grazie soprattutto alle goffe e mendaci testimonianze rese in caserma (dei Carabinieri) e durante il sopralluogo del 21/04 al chiosco di Ripe. Ma l’arco temporale di tre ore dall’ultimo pasto non è sufficiente ad inserirlo con certezza nello scenario del delitto, in quanto vi sono le testimonianze del Ranelli (che poco per volta viene portato a parlare delle 15.23, ora reale 15.18) nonché quelle di chi l’ha visto entrare al bar Segà, alle 15.30 o alle 15.40, come testimoniato (quando?) dalle proprietarie. Non solo, vi è la questione delle incisioni post-mortem sul cadavere che, probabilmente già valutata nella relazione preliminare, induce gli inquirenti a porre un quesito specifico al patologo, al quale questi risponde in data 3 maggio dichiarando che le incisioni risalgono a non prima di mezz’ora - un’ora, dall’omicidio.
- Il giorno 11 maggio Parolisi viene ascoltato dagli inquirenti durante un “interrogatorio” fiume presso la caserma dei CC di Castello di Cisterna. A quella data i Pm dispongono già di numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, ed è chiaro che oramai puntano esclusivamente su di lui (anche se sono ancora in corso gli accertamenti sui macedoni e sul Paciolla). Ma a quel momento le risultanze autoptiche non permettevano di affermare fosse lui l’autore del delitto.
- Viene quindi chiesto al Tagliabracci di effettuare un altro esame autoptico, e la mattina del 13 maggio questi esegue una seconda veloce autopsia della durata circa due ore. Ad ascoltare le fonti giornalistiche in quei giorni non sembravano esserci novità particolari, ma il 18 maggio viene pubblicata la notizia che l’arco temporale della morte, rispetto a quanto riportato nella relazione preliminare, si è accorciato a due ore dall’assunzione dell’ultimo pasto. In realtà viene detto che l’omicidio anziche essere avvenuto dalle 14.30 alle 17.00 del 18/04, è avvenuto dalle 14.30 alle 16.00, ma non credo che il Tagliabracci ai Pm avesse dato questi orari, più probabile avesse periziato fissando l’ultimo pasto quale punto di partenza, in realtà non sapendo quando Melania Rea l'avesse consumato. In ogni caso da quell'istante diventò maggiormente credibile e verosimile inserire il Parolisi nel delitto. Ma la notizia ci fornì un altro indizio: ci fece capire che a quella data non si era ancora rilevata la presenza di caffeina nel contenuto gastrico, altrimenti l’arco temporale sarebbe stato drasticamente ridotto da subito ad una sola ora.
- Difatti in data 17 giugno viene consegnata al dottor Varetto, perito della Difesa (pochi giorni prima ci fu l'iscrizione del Parolisi nel registro degli indagati), una bozza di relazione dove era scritto, a proposito del contenuto gastrico: “il lume è ripieno di circa cc 200 di materiale poltaceo di colore verdastro con frammenti di materiale alimentare parzialmente digerito di colore biancastro”. Se il colore era quindi verdastro, cosa già differente dal colore bianco-verdastro della relazione preliminare, significava che non vi erano tracce di caffè, che sarebbero state testimoniate da un’eventuale colorazione tendente al marrone dovuta alla frazione liquida della bevanda. Da notare inoltre che il volume misurato di 200 cc equivale a poco meno di una bottiglietta in vetro di "Coca Cola", ed è un parametro importantissimo da tenere a mente come evidenziato sin da subito dal collegio difensivo.
- Ma negli stessi giorni era prevista la consegna della relazione finale del Tagliabracci (sembra che la scadenza dei termini fosse fissata al 15 giugno), consegna che però continuò ad essere spostata in avanti di settimana in settimana (e c'è da chiedersene la ragione). Da indiscrezioni apparse sui giornali, pare che già il 20 giugno il patologo avesse concluso, in accordo con le perizie preliminari del RIS di Roma, che l'omicidio era avvenuto al Chiosco di Ripe, quindi in territorio teramano. Questo avrebbe significato, se formalizzato subito, il passaggio immediato dell’inchiesta alla Procura di Teramo, con conseguente estromissione degli inquirenti di Ascoli (sia i PM sia i CC comandati dal col. Patrizio) che stavano continuando a lavorare alla ricerca di maggiori elementi di prova contro Parolisi. Ma subito non lo si è formalizzato, dato che il passaggio delle consegne è avvenuto più avanti, forse perché le analisi genetiche sui profili di DNA tardavano, così come quelle sulle larve e sulle condizioni microclimatiche che avrebbero potuto avvalorare un omicidio avvenuto entro le due ore dal pasto, presumibilmente consumato da Melania Rea prima di uscire di casa, e non genericamente dall’ultimo pasto, come scritto dal patologo, che avrebbe potuto significare anche orari diversi.
- Fatto sta che la relazione definitiva viene consegnata il 13 luglio, con quasi un mese di ritardo (con probabile fastidio del Tagliabracci che dovette rinviare le nozze), ed a sorpresa cambia drasticamente lo scenario e permette alla Procura di Ascoli di richiedere la custodia cautelare del Parolisi. Infatti oltre all’estrazione del DNA da due reperti della regione labiale e dell’arcata dentaria, che vengono, senza basi scientifiche, considerati le prove provate del fatto che Salvatore fosse sulla scena del crimine negli ultimi istanti di vita di Melania, compare, come un “deus ex machina”, la caffeina nel contenuto gastrico repertato in sede di prima autopsia. Com’è stato possibile far apparire la caffeina che non compariva nella bozza di relazione consegnata al dottor Varetto un mese prima? Possiamo azzardare solamente ipotesi a tal riguardo; la più probabile è quella di un Tagliabracci incuriosito dal fatto che il contenuto gastrico repertato in sede di autopsia (21/04) col tempo fosse cambiato e dopo il 17 giugno presentasse un colore “marroniccio”, fino a quella data era verdastro. Tale colore poteva effettivamente far pensare all’assunzione di caffè, ed allora risultava importante ricercare le molecole della caffeina in quanto potevano fornire indicazioni molto più precise in merito al tempo trascorso dall’assunzione del caffè al decesso. Credo quindi si sia fatta un’analisi specifica, analisi che ha permesso di accertare l’effettiva presenza della molecola della caffeina ed allo stesso tempo di pesarla in percentuale sul campione esaminato, tanto da poter affermare che nel contenuto gastrico ve n'erano ancora 3 mg. Dal momento che i tempi di assorbimento gastrico della molecola di caffeina sono scientificamente più certi e permettono di restringere i tempi intercorsi tra l’assimilazione ed il decesso, quest’ultimo è stato fissato non oltre un’ora dalla presunta assunzione di una o due tazzine di caffè, probabilmente del tipo fatto con la Moka in quanto, se pressato al massimo, può contenere maggiore caffeina rispetto all’espresso del bar. Il decesso a questo punto poteva essere avvenuto in un arco di tempo compreso tra le 13.30 e le 15.30 (e sorvoliamo in questa sede sul fatto che non vi è nessun riscontro alla preparazione ed alla bevuta di caffè da parte di Melania prima di uscire di casa). Proprio l’arco temporale che permetteva agli inquirenti di incastrare, considerandolo un uomo che vola alla velocità della luce, Parolisi nella scena del delitto.
- Possiamo ora solamente immaginare lo stupore del Tagliabracci nel constatare che il colore del contenuto gastrico era improvvisamente diventato “marroniccio” e non più “bianco-verdasto”, o “verdastro”, come da lui descritto nei precedenti verbali di autopsia. Perché vi sono, credo, pochissime spiegazioni a questo strano fenomeno. O si è trattato di una reazione chimica, ma è da scartare perché sarebbe avvenuta nei primi giorni, o si è trattato di un fenomeno di ossidazione, anche questo da scartare perché per avverarsi necessiterebbe un rimescolamento prolungato e continuo del contenuto gastrico (nonché un contatto con ossigeno), o si è trattato di un’aggiunta postuma che ha creato il nuovo colore... altre spiegazioni non riesco proprio a darmele. Ma ancor maggiore deve essere stato lo stupore dello stesso medico legale nel verificare che il volume del contenuto gastrico si era drasticamente ridotto del 30%, passando da 200 cc a 140. Queste sono annotazioni scritte di suo pugno... e non è possibile fornire spiegazioni scientifiche ad un simile fenomeno. Ed infatti nessuno ha fornito alcuna spiegazione sul motivo per cui il colore si sia modificato ed il peso abbassato.
Sulla base di quanto sopra riassunto, il Parolisi è stato arrestato. Provvedimento deciso dal GIP Calvaresi di Ascoli e confermato dal GIP Cirillo di Teramo. Inoltre la sentenza del giudice del riesame di Ascoli, dott. Gargarella, ha ulteriormente confermato la validità dell’ultima ordinanza, e la Corte di Cassazione ha ritenuto valida la medesima sentenza del riesame (aggiungendo di suo altre considerazioni di dubbia validità giuridica). Dopo questo il GIP De Rensis di Teramo ha concesso il giudizio immediato, il giudice tutelare del Tribunale di Nola con i suoi provvedimenti ha in pratica impedito che l’imputato potesse rivedere la figlia, e la Corte di Appello sezione Minorenni del Tribunale di Napoli ha sospeso la potestà genitoriale rinviando sine die le visite in carcere, fra l'altro mai avvenute, da parte di Vittoria Parolisi.
Dopo aver visto quanto è costato al Parolisi quel cambio di colori e quel calo di contenuto, pare lecito cercare supposizioni alternative per dare una spiegazione ai fatti. Supposizioni che nascono istintive e che non necessariamente comportano una condotta illecita dal punto di vista legale e deontologico da parte dei periti e dei PM. Quindi c'è da chiedersi: "E' possibile escludere che, stante lo stallo delle indagini, il contenuto gastrico repertato in sede di prima autopsia sia stato volutamente alterato da chi poteva avere interesse a far convergere definitivamente le indagini solo sul marito della vittima? E’ possibile escludere che qualcuno abbia aggiunto l’unica sostanza che se rilevata poteva restringere l’arco temporale del decesso ad un'ora, rendendo così fattibile l’incriminazione del Parolisi? Come spiegare altrimenti il cambio di colore e la riduzione in volume del reperto stesso?"
Sono domande troppo fantasiose? Sono domande destinate a restare senza risposta? L’ipotesi della bevanda energetica tipo Red-Bull, aggiunta dal Tagliabracci per cercare un compromesso, di per sé non è completamente credibile in quanto le analisi con tecniche di spettrometria di massa sono state sicuramente suggerite dal colore. E tale colore fa pensare direttamente ed esclusivamente alla presenza di caffè. E’ quindi assurdo ipotizzare che chi ha compiuto la presunta alterazione l’abbia fatto in modo goffo ed improvvisato, esagerando con le dosi e per questo abbia dovuto, in un secondo tempo, nuovamente correggere il liquido togliendone ed allungandolo? E' una mia fantasia malata?
Forse le mie elucubrazioni sono valide solo come spunto per scrivere un romanzo giallo, probabile, ma allo stato attuale c'è da segnalare che nessuno ha mai fornito alcuna spiegazione a fenomeni che sanno di miracolo. Ma i miracoli nella scienza vera non dovrebbero esistere, e se qualcosa ci sembra tale sicuramente vi è una spiegazione logica in grado di farci capire. Ed un modo semplice per fugare qualsiasi dubbio ci sarebbe. Basterebbe fare analisi approfondite sui campioni di sangue repertati e conservati. Perché se veramente Melania ha bevuto del caffè prima di uscire di casa, o comunque prima di morire, e la caffeina nello stomaco fa pensare che buona parte fosse già assorbita, questa caffeina, o i suoi metaboliti, nel sangue ci deve essere e, molto probabilmente, in grande quantità. Ed anche se non si può escludere che qualcosa di mirato in tal senso il dottor Tagliabracci lo abbia fatto, viste le contestazioni della Difesa e del suo perito, che ripongono molta fiducia nella cosiddetta "super-perizia" medico legale, il dubbio che non ci sia stato un approfondimento minuzioso resta e forma un grande punto interrogativo: "E se tali analisi dessero risultati negativi o confermassero solo una minima presenza di caffè?". In questo caso le supposizioni prima avanzate non sarebbero più solo uno spunto per un libro giallo alla Nero Wolfe, ma giuste e da giustificare nei luoghi idonei... senza aggrapparsi a Lourdes o a Fatima.
Forse le mie elucubrazioni sono valide solo come spunto per scrivere un romanzo giallo, probabile, ma allo stato attuale c'è da segnalare che nessuno ha mai fornito alcuna spiegazione a fenomeni che sanno di miracolo. Ma i miracoli nella scienza vera non dovrebbero esistere, e se qualcosa ci sembra tale sicuramente vi è una spiegazione logica in grado di farci capire. Ed un modo semplice per fugare qualsiasi dubbio ci sarebbe. Basterebbe fare analisi approfondite sui campioni di sangue repertati e conservati. Perché se veramente Melania ha bevuto del caffè prima di uscire di casa, o comunque prima di morire, e la caffeina nello stomaco fa pensare che buona parte fosse già assorbita, questa caffeina, o i suoi metaboliti, nel sangue ci deve essere e, molto probabilmente, in grande quantità. Ed anche se non si può escludere che qualcosa di mirato in tal senso il dottor Tagliabracci lo abbia fatto, viste le contestazioni della Difesa e del suo perito, che ripongono molta fiducia nella cosiddetta "super-perizia" medico legale, il dubbio che non ci sia stato un approfondimento minuzioso resta e forma un grande punto interrogativo: "E se tali analisi dessero risultati negativi o confermassero solo una minima presenza di caffè?". In questo caso le supposizioni prima avanzate non sarebbero più solo uno spunto per un libro giallo alla Nero Wolfe, ma giuste e da giustificare nei luoghi idonei... senza aggrapparsi a Lourdes o a Fatima.
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«Meno recenti ‹Vecchi 601 – 615 di 615Chi tiratardi di notte diventa un tiratardi di mattina e poi ci sono i lavori da fare …Se poi ci si mette anche Google … Buongiorno a tutti.
Cosa bolliva nella pentola di casa R. nel mese di marzo?
Premessa sul mese di gennaio e febbraio 2011.
- sappiamo, dalla trascrizione dell’interrogatorio di Ludovica, che la stessa raccontò di essere stata ad Ascoli verso la fine di gennaio 2011 e che ebbero un rapporto in auto. Io credo che, se Lud e Salv si sono frequentati nel mese di gennaio 2011, Melania dovesse essere 500 km distante!! Pertanto Melania “verso la fine di gennaio” non era a Folignano e Salvatore era solo.
- sappiamo che l’ultimo sms in entrata trovato sul cell di Melania, inviato da Salvatore con parole di “rimproveri aspri” e lamentele per come veniva umiliato, risale a gennaio 2011. Perché si sarebbero dovuti scrivere sms se non perché erano distanti?
- sappiamo anche che il 14 gennaio la zia Anna Concetta compie gli anni e l’anno precedente 2010 Melania e Salvatore erano entrambi a Somma per la festa (notare che a quel tempo Melania e la bambina appena a dicembre 2009 erano ritornate al domicilio coniugale ascolano). Dico ciò solo per far capire che ogni scusa era buona per correre da mamma.
- infine sappiamo da Sonia Viviani che il 14 febbraio 2011 Melania e Salvatore festeggiano S. Valentino con una cenetta a lume di candela e tavola coi cuoricini rossi, pertanto la coppia si ritrova più amorevole che mai, secondo i buoni consigli di mamma a figlia per far recuperare una buona atmosfera coniugale.
(continua)
(continua)
Marzo 2011: Cosa stava bollendo nella pentola di casa Rea nel mese di marzo 2011?
Ho l’impressione che tante cose dette riguardo il mese di marzo siano altrettanto false come quelle di aprile.
Nel messaggio Facebook del 10 marzo, giovedì, Salvatore dice a Ludovica che l’operazione a Melania è andata bene e che il dottore le ha dato una cura da seguire per tre mesi, e che nel giro di due giorni si rimetterà dall’anestesia. Nei messaggi di Ludovica dei giorni successivi, lei si lamenta che lui è rimasto accanto alla moglie per tutto il tempo, dopo l’operazione, mentre le aveva promesso di chiarire le cose per la separazione entro il fine settimana, e recrimina che domenica 20 marzo Salvatore ritornerà a casa “con tutta la sacra famiglia”. Pertanto apprendiamo 2 cose: la data dell’intervento era giovedì 10 marzo, la data del rientro era domenica 20 marzo, assieme a moglie e figlia. E’ andata proprio così? Sono rientrati assieme il 20 marzo o Melania è rimasta giù e si è fatta accompagnare da papà qualche giorno dopo? Che valore ha la affermazione della madre «rientrano a Folignano il 25-26 marzo»?
Nel verbale dell’interrogatorio fiume del 10-11 maggio 2011 a Castello di Cisterna, sta scritto che Salvatore Parolisi «dopo che Melania subì l’intervento all’utero, ebbe un rapporto sessuale con lei in macchina in una strada isolata di Napoli». Ma se l’intervento all’utero è avvenuto giovedì 10 marzo, quanto tempo dopo l’operazione ebbero un rapporto sessuale in macchina? Lei non è rimasta a letto per una settimana? O si è ripresa così presto e così bene che non c’erano problemi di conseguenze …? Dunque, mentre Ludovica piangeva disperata per il tergiversare di Salvatore, costui si godeva beatamente la moglie, riempendo di menzogne l’amante. Dopo pochi giorni da un intervento al collo dell’utero si possono avere rapporti?
Michele Rea dice di esser venuto a sapere dai propri genitori dei problemi coniugali di M. in marzo «e successivamente affrontò l’argomento con il cognato, richiamandolo alle proprie responsabilità» (verbalizzato nell’escussione del 22 aprile sera, p. 40 O.T.). Ma quando? Mentre la coppia era ospite a casa dei suoceri, o in concomitanza con la decisione del padre di salire a Folignano? Di persona o per telefono?
Da Sonia Viviani sappiamo che l’albero della cuccagna il 25 marzo era presente in casa.
La madre di Melania dice che il 31 marzo salgono a Folignano per restarvi fino a domenica 3 aprile ripartendo alle ore 9 circa.
Se Melania è ritornata con il marito il 20 marzo, si escluderebbe il presunto avvistamento a Roma del 23 marzo. A meno che Salvatore non fosse rientrato da solo perché doveva riprendere servizio il lunedì dopo 15 gg di licenza, e all’ultimo momento Melania avesse deciso di restare perché aveva un “impegno”, da ciò sarebbe plausibile che il padre l’accompagnasse a Roma e da lì il giorno dopo a Folignano, giusto in tempo per andare a fare la gitarella a Ripe e CSM per trovare il ramo.
Conclusione: L’unico che sa tutto è il signor Gennaro.
(Ci sarebbe ancora Aprile, per la prossima volta ...)
MIMOSA, buona la ricostruzione.
Una mia riflessione:
Evidentemente M non aveva bisogno della lunga cura della durata di 3 mesi, se lui ha fatto sesso don la moglie in macchina subito dopo. SP l'avrà detto per tenere buona Ludovica, che NON doveva immaginare la possibilità di rapporti sessuali tra i coniugi che tanto la ingelosivano.
La stessa bugia l'ha dovuta ripetere agli inquirenti, per essere coerente con quanto detto a L.
E potrebbe benissimo aver esagerato la portata dell'intervento, per le stesse ragioni.
Una domanda: da dove hai arguito che M sia rimasta coi genitori, ed a partire per Folignano sia stato solo P?
Ciao Pino
@ Pino
che Melania sia rimasta coi genitori ancora qualche giorno è solo una "forzatura" per volerla posizionare a Roma il 23 marzo alle ore 19.
Mimosa
@ Pino
un'integrazione alla mia risposta alla tua domanda:
e anche per rendere credibile l'affermazione della madre:
«rientrano a Folignano il 25-26 marzo»
"Chi" sono i soggetti al plurale? Marito e moglie o padre e figlia?
@ Mimosa e Pino
Sul fatto che Parolisi (con o senza Melania e Vittoria) sia tornato ad Ascoli il 20 marzo, si ha un solo breve accenno da parte di Ludovica in un messaggio FB del 16/03 dove dice in tono ironico che forse comincerà a richiamarla al telefono a partire dal 20 o 21 marzo, ammesso che torni al lavoro. Una conferma effettiva non l'ho trovata.
La madre di Melania però afferma nella sua prima testimonianza:
"...; di presumere che il ramo in questione sia stato trovato il venerdì o il sabato successivo al rientro della coppia ad Ascoli Piceno, dopo un periodo trascorso Somma Vesuviana, quindi o il 25 o il 26 marzo; ..."
Questo a me fa pensare che Vittoria Garofalo non sapesse con certezza quando erano stati al Pianoro alla ricerca del ramo. Presume quindi il 25 o il 26 marzo. Perché due giorni e non uno solo? Avesse detto unicamente sabato 26, sarebbe compatibile con un possibile giorno festivo (ma nell'esercito vi è effettiva distinzione tra festivi e feriali o lavorativi? Mimosa ne sa forse più di me). Ma dicendo anche venerdì 25 fa pensare che ancora in quella data Parolisi fosse in licenza avendo richiesto magari un prolungamento della stessa.
Fosse così, sarebbe possibile anche un ritorno a Folignano dei Parolisi il giorno 24 marzo (difatti VG non ipotizza neanche il 24/03 come possibile data), data quindi ancora compatibile con una rapida puntata da Somma a Roma per andare in Procura dal dott. Pesci.
@ Mimosa
In merito alla possibilità che Melania a gennaio si trovasse a Somma dai genitori ho qualche dubbio. O perlomeno non mi baserei sul fatto che a fine gennaio Ludovica si vede con Salvatore ad Ascoli e fanno l'amore in macchina. Proprio l'averlo fatto in macchina e non magari in un alberghetto o bed&breakfast, mi fa pensare sia stata una visita lampo ed i due abbiano sfruttato un breve margine di tempo libero con Ludovica che se ne torna a casa appena finito.
@ Luca P
da Salvatore sappiamo che gli istruttori hanno la settimana corta: smontano venerdì a ora pranzo, quindi hanno liberi venerdì pomeriggio e sabato, rientrando con orario d'ufficio lunedì.
Egli stesso, riferendosi al giorno dell'approccio sessuale con Melania al Chiosco di Ripe, dice che era un pomeriggio o di venerdì o di sabato.
Mimosa
@ Luca P
Non era una visita lampo, Ludo è rimasta ad Ascoli un paio di giorni, almeno così ho capito dalle sue dichiarazioni.
@ Mimosa
Se Ludovica è rimasta ad Ascoli un paio di giorni diventa ancor più strano il rapporto in macchina, perché potevano andare tranquillamente nell'albergo dove lei stava. A meno che Salvatore temesse che Melania lo seguisse e quindi abbiano approfittato della macchina magari in una breve pausa durante la giornata.
Consiglierei di trasferire tutte le discussioni sul nuovo articolo di Massimo.
Ciao
anche io, ma prima di andare di là l'analisi di Mimosa mi sembra troppo importante per essere smembrata tra la pagina 400/600 e la pagina 600/800. Confesso di aver fatto una fatica esagerata a recuperare e leggere la prima parte.
ovviamente mi piacerebbe ritrovarla tutta intera sotto al nuovo post.
@ Tabula
grazie, ma il tuo appello può essere esaudito solo da Massimo, dando l'OK
Chissà che se ritiene si possa fare ...
spero risponda ...
Mimosa
Scusami Mimosa, ma da dieci giorni ho giornate troppo corte e fatico a seguire ogni discussione. Anche a me piacerebbe leggere la tua analisi, non puoi fare un copia incolla ed inserirla per intero? Al limite mandamela via mail e l'inserisco io.
Ciao, Massimo
Non c'è problema
faccio io, Massimo
Tra un attimo ci leggiamo di là, Squadra!
Mimosa
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