mercoledì 16 maggio 2012

Emanuela Orlandi. Nella Cripta solo il corpo del De Pedis... a questo punto non si devono chiudere le indagini ma indagare in maniera diversa

Sant'Apollinare, Roma
Purtroppo la cripta in cui era tumulato il De Pedis non nascondeva alcun losco segreto (immagino e spero abbiano controllato anche il contenuto delle tasche non trovando oggetti o lettere riferibili ad Emanuela Orlandi). All'interno delle canoniche tre bare sigillate, d'obbligo se un cadavere staziona in una chiesa, solo il corpo dell'ex boss ucciso in un conflitto a fuoco nel '90. Questa la cronaca nuda e cruda che invita a non insinuare più alcun dubbio. Neppure parlando delle ossa ritrovate, perché non erano né nella bara né nella cripta bensì in un ossario situato a lato. Per potervi accedere, infatti, si è dovuto abbattere parte di un muro. Al suo interno dai cento ai duecento piccoli contenitori, quelli che si usano per custodire i resti di chi viene estumulato dalla tomba originaria dopo trenta o quarant'anni, che in alcun modo potranno nascondere segreti eclatanti perché ad un primo controllo figurano essere in quel loculo da almeno due secoli. Motivo per cui si sono ridotte al lumicino le speranze di scoprire se davvero si celava un intrigo, legato alla banda della Magliana, in quanto accaduto dopo il sequestro di Emanuela Orlandi. Ed arrivati a questo punto le vie da seguire si restringono e paiono non avere sbocchi certi, tanto che forse solo il pentimento di qualche anziano prelato potrà dare ai suoi familiari le risposte che da quasi un trentennio se ne stanno nascoste nelle sporche coscienze altrui.

Per quale motivo parlo del pentimento di un anziano prelato? Seguite il mio pensiero. L'esperienza comune insegna che quando una persona molto nota scompare, sia venga uccisa sia venga rapita, o si arriva subito ad una soluzione, arrestando il colpevole, oppure il tutto si dilata arivando ad assumere anche contorni inverosimili. L'esempio che calza a pennello ci viene dall'assassinio della contessa Alberica Filo Della Torre. Ad anni dalla sua morte si tiravano in ballo i servizi segreti e si deviavano le indagini inserendole in direzioni ultra-fantasiose (dal carattere economico-internazionale). Così creando un depistaggio, non voluto e inconsapevole, che non aiutò affatto la verità. Verità che dopo vent'anni si dimostrò essere di una banalità assoluta. Infatti la contessa fu uccisa da un ex dipendente sorpreso a rubare, un dipendente asiatico che di certo non usufruiva degli aiuti di nessun organo o istituzione di importanza nazionale. Questo è avvenuto, non è invenzione, ed ancora avviene regolarmente nel caso ci si trovi di fronte a cadaveri eccellenti. Altro succede se chi scompare o muore non è persona conosciuta, se il rapimento o il delitto avvengono in luoghi o situazioni particolari. E di peggio capita nel caso ci siano parti in causa affiliate alla chiesa, consapevoli o inconsapevoli, che sappiano qualcosa di importante per le indagini o che abbiano partecipato all'evento delittuoso. 

In queste situazioni, se ad essere danneggiate sono persone semplici che vivono in una realtà dal basso profilo istituzionale, ci si troverà a navigare fra un'omertà quasi assoluta e in un contesto di indifferenza generale. Perché in una piccola cittadina agli uomini influenti della chiesa basterà, per ottenere l'effetto voluto, negare le autorizzazioni all'accesso e spostare preti o frati in zone lontane. Sanno bene che lo scorrere dei giorni e degli anni calmerà l'emotività dell'opinione pubblica bloccando di fatto l'informazione. Il caso di Cristina Golinucci, ancora da chiarire dopo vent'anni di nebbie artificiali create da chi fino a poco tempo fa comandava il convento dei capuccini di Cesena, rientra perfettamente in questa categoria. Qualcosa in più si farà, pur fra alti e bassi, se il fatto avviene in una realtà che coinvolge qualche istituzione eccellente, sempre che i familiari della vittima siano supportati con forza dal potere mediatico. Il caso di Elisa Claps fa da pietra di paragone e lo testimonia inequivocabilmente (non può essere stata solo la fortuna a far ritrovare il cadavere). Lo scontro sarà invece titanico se gli avvenimenti coinvolgeranno lo Stato del Vaticano. In questo caso le alte cariche che lo governano, per volontà personale o per ordini superiori, per non creare precedenti e per non farsi contare i peli da altri, per mantenere la privacy dei propri cittadini e per interessi di varia natura, non ultimi il proteggere i preti pedofili e la reputazione della chiesa stessa (non dimentichiamo che il sequestro della Orlandi è del 1983), metteranno in atto un comportamento ostruzionistico dando da sospettare di avere all'interno chi potrebbe chiarire molte cose. Ma un simile comportamento a difesa, non necessariamente sta a significare che si vuol nascondere qualcosa di grosso e importante, quale un ricatto a scopo economico.

Ciò che intendo dire è che sono di una rarità assoluta, e forse non ne esistono affatto, i casi di omicidio o sequestro di ragazzine che si possono collocare in situazioni fantascientifiche. In situazioni di complotti o ricatti perpretati da organizzazioni criminali o internazionali. Voglio dire che se la banda della Magliana avesse voluto indietro dallo IOR il denaro perso col Banco Ambrosiano (di questo si parla e si è parlato insistentemente per avvallare il sequestro da parte del De Pedis) non avrebbe rapito una ragazzina di quindici anni, in fondo senza alcun potere, ma avrebbe colpito ed intimidito ben altre cariche che al tempo frequentavano il Vaticano. Pare chiaro, quindi, quanto la vicenda sia stata da sempre strumentalizzata anche da chi, sapendo cosa accaduto alla ragazzina, fregandosene del dolore altrui l'ha usata per portare acqua al proprio mulino. Ma se è vero che novecentonovantanove volte su mille un crimine nasce da una banalità assoluta, il sequestro di una ragazzina, se non a scopo di riscatto (ai tempi se ne contavano moltissimi in Italia), si deve collocare per forza nell'ambito abituale di tali sequestri: la violenza sessuale sui minorenni o la pedofilia. E per capire i motivi per cui tanti depistaggi abbiano portato a far crescere la confusione che avvolge l'accaduto, basta riprendere in mano le cronistorie di quel tempo. 

Se tornassimo indietro di trent'anni, infatti, ci accorgeremmo che il periodo storico era monopolizzato da frequenti attentati, in questi si colloca anche quello ai danni di Papa Giovanni Paolo II, da deviazioni segrete che minavano gli Stati al loro interno (sia quello italiano che quello vaticano), quali ad esempio la P2 (la si stava debellando ma continuava a menare la coda), e da collusioni coi vertici di potere che per non essere scoperte esigevano cadaveri eccellenti. L'impiccagione di Roberto Calvi lo dimostra ed è quella che in parte si è voluta usare per deviare le indagini sulla scomparsa della ragazzina. Quindi negli anni '80 non era affatto difficile trovare malavitosi che facessero telefonate artificiose e confidenze più o meno credibili, come non era difficile trovare preti che aiutassero il "generoso" di turno. Ma ragionando col senno del poi, ed i trent'anni trascorsi dovrebbero obbligare a questo, e restando coi piedi ben ancorati a terra, si potrebbe supporre che l'alone di mistero sia stato inserito proprio per nascondere la reale e "banale" situazione creatasi (e mi spiace scrivere banale per far capire il concetto, perché se rapportato al fatto è un termine davvero riduttivo). Logicamente sono conscio che anche questo ragionamento non porterà nessuna certezza, ma a quale certezza hanno portato quelli fatti fino ad ora?  

Proviamo quindi ad andare contro corrente e ad eliminare dal caso in questione il De Pedis e la banda della Magliana (intesa come gruppo malavitoso che volesse riappropiarsi del denaro perduto), i lupi grigi ed il Banco Ambrosiano, i telefonisti che si sono succeduti e chiunque abbia testimoniato a favore di queste tesi. Considerando tutti figli del depistaggio scremiamo lo scenario e vediamo cosa rimane. Niente altro che una ragazzina attirata in un tranello con l'inganno, una ragazzina forse entrata in qualche chiesa o casa altrui, una ragazzina che non ne è più uscita viva. Dopo averne pensate tante, quindi, ora si potrebbe indagare su una corrente più "terra-terra", una corrente che coinvolga sì un qualche prelato ed un qualche malavitoso (magari al soldo di un potenziale pedofilo danaroso e potente), ma che esuli da complotti fin troppo complicati e resti all'interno dei vizi personali, che agli uomini ed ai preti non mancano mai, di chi in quel periodo era a contatto con Emanuela quando si trovava all'esterno del suo nucleo familiare. E se le frequentazioni riguardavano anche cittadini del Vaticano, com'è presumibile, chi governa la Santa Sede dovrebbe aiutare a far luce anche su di loro e non oscurarli.

Chiudere le indagini a giugno senza aver fatto veramente queste verifiche è una follia. Indagare in direzioni diverse, partendo dal presupposto che si è sempre cercato di far credere che la piccola si fosse allontanata dalla città del Vaticano (il primo fu il Papa quando nell'Angelus del 3 luglio parlò di rapimento), è un dovere morale quasi obbligatorio per poter dire con certezza di non aver tralasciato alcuna pista. Se Elisa Claps è sparita dopo essere entrata in una chiesa, ed in una chiesa è stata uccisa ed è rimasta per anni, cosa vieta il pensare che Emanuela Orlandi possa aver subito una sorte similare? Da qui, quindi, il mio scrivere che se qualche prelato non uscirà fuori dal coro il tutto, purtroppo e con gran dispiacere, fra qualche giorno si arenerà nuovamente rientrando nell'ombra dell'oblio. Poco manca al nuovo buio... non appena i media noteranno la mancanza di contatti e di interesse, si perderà nuovamente la memoria ed il silenzio tornerà sovrano della scena. 

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7 commenti:

PINO ha detto...

CARO MASSIMO,
non credo, anche con molta volontà, che sia facile commentare quanto hai scritto, anche perchè ogni possibile ipotesi l'hai già analizzata ed avanzata tu: di migliori, non credo se ne possano formulare, almeno al momento.
E invece condivisibile al 100%, il suggerimento, di un cambio orintativo delle ricerche, prima che il fascicolo delle indagini venga definitamente chiuso.
Con questa tua indicazione, sempre che le autorità inquirenti la ritengano utile, si potrebbe aprire la finestra su un nuovo e diverso orizzonte. ( appunto quello al quale hai fatto riferimento)
Altra idea, diversa da tutto quanto à stato scritto in questi anni, e da te riassunti in modo chiarissimo, non l'avrei.
Ti saluto, PINO

nico ha detto...

Ciao Massimo.
Non ho mai pensato che lupi grigi o banda della Magliana avessero a che fare con il caso di Emanuela Orlandi. Nel dicembre del 1997 l'allora magistrato che se ne occupava, Adele Rando, scrisse nelle sue conclusioni che le piste di terrorismo nazionale o internazionale erano da intendersi come depistaggi. Si cercava di coprire, secondo la Rando, una verita' molto piu' semplice ma non meno sconvolgente. Il tipo di verita' che suggerisci anche tu, Massimo. Uomini potenti (o con coperture potenti) e ragazzine. Adele Rando ricordo che mise sotto inchiesta per concorso in sottrazione di minore un funzionario del Vaticano, credo il numero due della polizia Vaticana o qualcosa del genere. Non so dove ritrovare i dettagli degli articoli letti a suo tempo...... Tutto si complico' perché il caos é in grado di nasconderne tante di magagne! La Rando riteneva che Emanuela fosse stata uccisa - probabilmente senza premeditazione - durante un incontro forzato con un alto funzionario o prelato del Vaticano.

LucaP ha detto...

Massimo

Era evidente che non avrebbero trovato nulla dentro la tomba di De Pedis al di fuori del cadavere dello stesso.

Condivido totalmente quanto hai scritto e mi sembra sia la stessa linea di pensiero che sul caso Orlandi ha Pino Nicotri oramai da tempo.

Molto interessanti sono le trascrizioni delle telefonate che Nicotri a fatto all'ex legale degli Orlandi, Gennaro Egidio, e che lo stesso giornalista ha consegnato recentemente agli inquirenti (sono riportate su Blitz Quotidiano). In esse il legale, che ha seguito da vicino e sin dall'inizio sia la vicenda di Emanuela Orlandi sia quella di Mirella Gregori, esclude qualsiasi ipotesi di rapimento tanto più inserito in uno scenario internazionale od in quello della Magliana. Interessante anche l'accenno ad una particolare frequentazione a casa Orlandi di un amico di una zia Anna, all'epoca ospite presso la stessa casa.

La pista della Banda della Magliana è stata tenuta viva e continuamente alimentata da Chi l'ha Visto per motivi di audience, se non per altri un po' più oscuri, ed in questo la conduttrice è stata spalleggiata direttamente dal suo referente Walter Veltroni che si è persino spinto ad un intervento in Parlamento nonché ad alcune recentissime ed inopportune esternazioni ancora durante il corso del sopralluogo a S. Apollinare.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,
come al solito su quanto scrivi neppure con un microscopio elettronico di ultima generazione si troverebbe qualche grinza, almeno lavorando sulle ipotesi, come si è costretti a fare.
Va notato che la Chiesa Cattolica è da lunga data un'organizzazione fornita di cervelli di prim'ordine. Il famoso card. Bellarmino, quello che fece processare Galilei, era tutt'altro che il Simplicio del dialogo galileiano, ma un pensatore di prim'ordine ed uno dei primi teorici del "regicidio", ossia della dottrina e corrente filosofico-politica, secondo cui uccidere un tiranno era lecito. il che la dice lunga sulla complessità di quelle menti, alle quali, per ateo ed anche materialista che si sia, occorre levarsi tanto di cappello. Oggi poi gli alti prelati, piacciano o no poco importa, sono le uniche menti pensanti tra le classi dirigenti in Italia, gente che fa lavorare i gangli nervosi del cervello senza mai perdere il controllo. Obbedire "perinde ac cadaver" era il motto dei Gesuiti, ed è in gran parte il motto della Chiesa ai suoi altissimi livelli.
Ora io credo che, diffondendo in lungo e in largo la notizia di un eventale seppellimento di Emanuela Orlandi in quella cripta vicino o al posto del De Pedis, era come avvisare i detentori dei resti per avere tutto il tempo di toglierli. Infatti, se si voleva operare, bisognava farlo con immediatezza, ma segretamente, per dar modo alla Chiesa di operare nel segreto, senza esserne sporcata ovviamente. Così, fosse o non fosse vera la storia, chi si è sporcato è, se non si troverà altro, il propalatore della notizia.
Quanto a Elisa Claps, come osservi, non è certo per caso che si sia scoperta. Il parroco di quella Chiesa, o persona a lui vicinissima, sapeva evidentemente tutto. il buon Restivo, abbia o non abbia commesso l'assassinio, di certo non lo ha commesso da solo e senza complicità. Avrebbe potuto tacere di averla incontrata, visto che nessuno li aveva notati insieme. Poteva dire che non era venuta. Invece l'allora giovane ha riconosciuto di averla incontrata, negando vviamente il resto. Se avesse negato l'incntro, nessuno avrebbe potuto operare in lungo e in largo per incastrarlo. In quella Chiesa è avvenuto un delitto orrendo e lo si è occultato. Poi, spariti per varie ragioni i responsabili del tempo, stranamente, miracolosamente, dai detriti tardivamente tolti, è riapparso il corpo. Ma penso che, se anche il Restivo dicesse tutto, non si potrebbe fare nulla per ragioni biologiche, correggendo solo come fatto storico.
Il caso dei due "Carlos" in Texas dimostra come si debba operare in un'indagine, ancne senza mezzi ultrascientifici. Basta saper leggere gli atti senza fede cieca nei loro estensori.

Anonimo ha detto...

Ciao Massimo, complimenti per il tuo articolo che, come tutti gli altri tuoi, mette in luce scenari differenti.
Io all'epoca ero solo ua bambina di 7 anni e ricordo solo che Emanuela era sparita, non conoscevo il significato delle logge massoniche, della p2, non conoscevo lo IOR e credevo in sostanzza che la Chiesa fosse solo la casa del buon Gesù.Nella mia ingenuità di bambina mi chiedevo con quale interesse i servizi segreti di cui tutti parlavano,avrebbero potuto usare una semplice ragazza ...ok,cittadina vaticana, ma pur sempre senza un'importanza strategica.
A distanza di anni , con alcune conoscenze acquisite e molte idee disincantate rispetto a santa madre chiesa, rimango della stessa idea...quale importanza poteva avere sul piano internazionale questa povera ragazza? nessuno è la risposta...quindi concordo con te nel dire che la realtà potrebbe essere molto più povera e molto più dolorosa...qualcuno di molto più vicino alla famiglia potrebbe essere il responsabile di quest'insabbiamento.
Forse troppi anni son passati e non credo che affidarci alle coscienze porterà benefici...ci vorrebbe un miracolo per far luce sulla vicenda e, non so se la Chiesa questo miracolo lo concederà.
Ti ho scritto un post anche per Livia ed Alessia...se puoi ,dimmi cosa ne pensi.
Grazie per l'articolo e buona serata.Xenia

Marina ha detto...

Complimenti per l'articolo Massimo, le tue considerazioni sono molto sensate e personalmente le condivido pienamente.
Hai sentito la notizia dell'ultima ora? Il parroco della chiesa di Sant'Apollinare è stato appena indagato per concorso nel sequestro di Emanuela.

PINO ha detto...

LA STAMPA di Torino riporta che l'ex parroco di S. Apollinare, è stato iscritto nel registro degli indagati, per concorso nel rapimento di Manuela orlandi.
L'articolo è corredato da diversi altri.
Pino