venerdì 11 maggio 2012

Salvatore Parolisi. La Parte Civile porta il "pene" del Parolisi a "Chi l'ha Visto", la Sciarelli lo mostra ma ora la Rai lo censura


Non preoccupatevi, non si è raschiato ancora il fondo del barile. Quindi state tranquilli ed abbiate fede, altre buone puntate ci saranno per spargere melma. Non c'è da dubitarne perché ormai i metodi della "Gionni & Co." sono chiari a tutti. Chiaro è pure il motivo per cui si continua a gettar fango su un militare, su un imputato non in grado di difendersi o giustificarsi (se non a distanza di giorni o mesi). In questa triste storia c'è qualcosa di torbido e c'è chi ha tradotto male il pensiero del Machiavelli... c'è chi crede che il fine giustifichi i mezzi. In realtà non è così, qui i mezzi messi in campo non giustificano alcunché, qui la storia viene alterata continuamente da chi ha interesse a portare la visuale nella direzione desiderata. Ci fanno guardare a sinistra per non farci vedere cosa c'è a destra. E non deve meravigliare che per far questo entrino in ballo i centri del potere mediatico. Ciò che deve meravigliare è che fingendo di parlar di tutto si parli del nulla, di cose non più processuabili, di scheletri non nascosti ma in bella vista nelle case dell'odio. Perché non si sta più parlando di innocenza o colpevolezza, qui si parla di un odio profondo che non conosce limite e decenza, visto che ancora non esiste alcun tipo di condanna (se non quella mediatica).

E che una giornalista come Federica Sciarelli si sminuisca facendosi credere ingenua e meno intelligente di quanto è, adducendo una fantomatica ricerca del movente e della verità nella vita privata del Parolisi (c'è da chiedersi come faccia a non sapere che nulla di quanto da lei messo in onda potrà mai andare a processo) per giustificare il comportamento hard del suo programma, è tutto dire su cosa in effetti la stessa pensi degli italiani che la seguono ogni mercoledì. Capisco che chi ha studiato ai piani alti possa sentirsi superiore, possa considerare l'italiano medio scarso di comprendonio, ciò che non capisco è perché invece di aiutarlo dandogli ogni tipo di elemento utile per valutare, sia accusatorio che difensivo, cerchi di affossarlo nel pregiudizio dell'incomprensione nascondendo il vero intento dietro il volto di un cadavere, dietro l'emotività intima che a tutti noi da il sentir pronunciare il nome: "Melania Rea". Troppa gente ci sta prendendo in giro, grazie ad un buon tutor, perché non si può in alcun modo considerare giusta informazione il mandare in onda un distorto fotogramma color pelle assicurando a tutti che è il "pene" del Parolisi. L'immagine di un brandello di carne può aiutare la ricerca della verità? E non è forse fare pubblicità il mandare in onda la schermata di un portale erotico? Portale che grazie al terzo canale ieri è stato di certo sommerso di contatti ed iscrizioni?

No, non è buona informazione. Questo lo hanno capito in tanti anche alla Rai, dato che sul sito di "Chi l'ha Visto?" la parte riguardante il pene ed il portale erotico è stata rimossa, dato che su Rai Replay il programma non viene neppure caricato (così arrecando un danno alle famiglie di chi è scomparso e necessiterebbe di un aiuto). Lasciamo stare la morale ed addentriamoci nel caso in questione chiedendoci cosa in realtà sia accaduto. Tutto ha preso forma dopo la perizia di Paolo Reale, perizia che ha smentito l'affermazione dei tecnici della procura che sostenevano di aver scoperto una frequentazione chat del Parolisi. Il Reale dimostrò chiaramente che i contatti con le trans non ci furono in quanto rifiutati sul nascere. Ma questa non era la linea che serviva alla parte civile, alla famiglia Rea. Loro, non la procura, avevano inserito già da tempo le trans nel minestrone tritatutto che ha come ingrediente base il marito di Melania. Chiedetevi per quale motivo l'hanno fatto visto che dai Pm non è considerato un elemento probante. Dovrebbe essere abbastanza chiaro e capibile. Forse non servirà a dimostrare che Parolisi è un assassino, ma può servire per convincere un giudice minorile. Quando si ha a che fare col tribunale dei minori conviene combattere contro un depravato, non contro un buon padre. Perché, pare non esserci più dubbio alcuno, in ultima istanza è la piccola Vittoria Parolisi l'oggetto del contendere.

Per cui alla perizia di Paolo Reale si è contrapposta quella del pool della criminologa Roberta Bruzzone, quella oggetto del video mandato in onda mercoledì sera dalla Sciarelli. Ma andiamo con ordine e chiariamo che il servizio di Chi l'ha Visto? era pieno di inesattezze. Infatti si parla di un matrimonio avvenuto nel 2009 e di una iscrizione al sito di incontri dello stesso anno. Tutto sbagliato in quanto il matrimonio è datato 2008 così come l'iscrizione. Ed in effetti a "Porta a Porta", presente la dottoressa che ha seguito la perizia, troviamo le date giuste, quindi data di iscrizione sulla pagina delle Marche: 18 gennaio 2008. E quì ci fermiamo un attimo a ragionare, perché a quella data il Parolisi non lavorava alla caserma Clementi, iniziò a febbraio, ma si può pensare che affetto da una "voglia infame" si sia portato avanti col lavoro. Però, come foto di presentazione, sul suo profilo ne troviamo una scattata ad un giuramento in caserma, si notano sullo sfondo le sue allieve, quindi successiva di tanto al 18 gennaio. Può averla cambiata o inserita in seguito, è strano ma ci si sta ancora dentro, però sono più strani e poco capibili, al contrario, i giorni dedicati alla chat. Nella scheda figura che il militare preferiva chattare il martedì, il venerdì, il sabato e la domenica (ma il fine settimana non lo passava con la moglie in casa dei suoceri?).

Ricapitoliamo: il Parolisi aveva un vecchio portatile che ha usato fino a quando la moglie non lo ha portato con sè a Somma Vesuviana, una volta rimasta incinta, e con questo avrebbe aperto, a gennaio 2008, un profilo in un sito di incontri erotici. Però il personal computer da metà 2009 in poi è rimasto in casa Rea, dimenticato in un armadio, ed il militare per contattare "i suoi vizi" ne ha acquistato uno nuovo (però la perizia di Paolo Reale ci dice che non ha mai chattato). Ed allora saltiamo tutto e ragioniamo sull'ultima volta che quel vecchio ed obsoleto Pc ci dicono essere stato usato. La Bruzzone e la Sciarelli ci hanno informati che il Parolisi lo ha acceso e si è collegato il 4 luglio 2011. Orbene, c'è anche qui una discrepanza che infastidisce. Infatti la sua iscrizione nel registro degli indagati risale al 20 giugno, e dopo quella data i suoi rapporti coi suoceri si sono incrinati tanto che si limitava a lasciare la bimba ai nonni o allo zio. Quindi è ben difficile che il 4 luglio sia potuto entrare in camera di Melania per accendere il computer (sapeva dov'era nascosto?) e collegarsi al sito. In definitiva questa novità, fatta di peni e di incontri sessuali, pare essere tale solo per chi cerca di scandalizzare l'italiano medio... e poteva essere inserita solo nel "nuovo Chi l'ha Visto?" della Sciarelli.

Per carità, come ripeto spesso tutto è possibile, anche che il militare si sia iscritto ad un sito di incontri ed abbia pure chattato con coppie o trans (che male c'è?). Ma ciò che un buon conduttore dovrebbe fare prima di mandare in onda certi servizi, è il porsi domande. Perché la Sciarelli non s'è chiesta il motivo per cui il "vecchio computer dimenticato", se c'erano sospetti, non è finito ai tecnici della procura ma si è fermato fra le mani della parte civile? I Rea hanno portato di tutto ai Pm di Teramo, comprese borse da analizzare ed occhiali, perché il computer no? Ci sarebbero poi da spiegare le fotografie scandalose, quelle trovate dallo zio Gennaro quasi un anno fa e reclamizzate dalla stessa conduttrice... quelle che stavano proprio nel Pc nascosto e dimenticato da anni (dimenticato da anni?). Ma l'hard non è l'unica passione che coltiva il programma di Rai 3. Per rinforzare la tesi dei tanti incontri sessuali del militare, mercoledì si è puntato l'indice sull'agenda che riporta la scritta Papilloma Virus (scritta che anche il più scarso dei periziatori capirebbe essere di Melania) e si è intervistata una ex allieva della Clementi che, senza volerci mettere la faccia, ha dichiarato che a fine 2009 c'erano ragazze che facevano la fila per vedere il "pene" del loro capo squadra.

Lei non ne faceva parte, ha detto, ma sapeva... perché era risaputo che il Parolisi fosse l'unico, in mezzo a tanti santi, ad avere avventure erotiche con le allieve. Addirittura ci furono lotte e scazzottate fra le ragazze che volevano accapparrarselo. Federica Sciarelli mi scuserà se preferisco andare sul sicuro e credere a Krizia Sardella (il video dell'intervista, sempre fatta da Chi l'ha Visto, pare essere diventato improvvisamente irreperibile) anziché al volto nascosto, come lo era il pene, della ex allieva senza nome. Di certo Krizia Sardella era davvero una ex allieva del militare, di certo è più credibile perché oltre al nome ci ha messo pure la faccia .

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820 commenti:

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anna ha detto...

ok colonnello stanca ,
la dimostrazione che i depistaggi e le menzogne iniziano dall'alto................


allora ritorno a ciò che mi ha raccontato un mio amico sul fatto delle frequentazioni all'interno della caserma, mai i subalterni frequentano i superiori, quindi la frequentazione di salvatore e melania con questo colonnello può anche supporre che si sia invaghito di melania........il militare di cui melania si fidava e che ha raccontato alcune cose è forse lui?militare che poi l'ha condannata a morte.......
questa frequentazione andava comunque approfondita da parte della procura perchè la cvosa è anomala per le abitudini della caserma.........

Antonello ha detto...

Cerco di spiegarmi meglio, si e' partiti da una fortissima convinzione "causata" anche dai comportamenti di S. per arrivare poi ad "indurre" dai ed ai fatti delle valenze coerenti ricalcando un invadente e pressante afflato mediatico ma stranamente si e' stati ben attenti a non ricercare e trovare schiaccianti prove di un'accusa che si supponeva gia' nell'immaginario dell'opinione pubblica, e qui Pino mi puo' capire, c'e' chi fa i quadri per fermare un proprio momento e chi i momenti li inventa colorandoli con i colori che l'occhio che vede si aspetta, il realismo e l'astrattismo insomma.
Il mio dubbio e' che non si sia voluto accontentare e stancare, da una parte la famiglia, poteri forti e dall'altra l'opinione pubblica di Voghera e del Gossip, i giornalai e le pagine dipinte a pastello, il tutto pero' stando ben attenti a lasciare limpide vie d'uscita all'indagato nella limitata visione investigativa che sembra alternative non avesse.
Questa strategia vera e propria, forse emotiva piu' che razionale, ha visto per forza di cose recintata la ricerca intellettualmente onesta e l'analisi speculare veramente a trecentosessanta gradi andando a oscurare eventualita' ben diverse in cui tutto a me sembra ancora non escludibile.
Ne consegue che a Ripe si sposta tutto e si trasfoma in indimostrabile pure ipotesi che a Colle ad esempio sarebbero verosimili pure ad una responsabilita' diretta dell'indagato non senza complici.
Il risultato sara' come sempre che la comunita' paghera' lauti danni, e giustamente, ad una procedura di rimbalzo competenze e chissa' quale altra diavoleria, mesi di pagine riempite e l'impossibilita' finale di dimostrare colpevole, ma anche innocente, il portato a giudizio.
Mi spiace ma per me la visione giudiziaria, sempre con rispetto, diventa marginale e non da oggi appassionandomi invece la ricerca dedita ad una ricostruzione ben diversa e deduttiva affidandomi all'induzione sono in rare situazioni.

ENRICO ha detto...

@ANTONELLLO,

scusami ma non ho capito una parola di quest'ultimo tuo intervento.

Ovviamente il limite è tutto mio, però se hai un po' di tempo potresti sintetizzarmi meglio il tuo pensiero ?
Grazie e scusami ancora
ciao, Enrico

tabula ha detto...

secondo me Antonello ha detto qualcosa del tipo che si è voluto dare la colpa a Parolisi senza prove, un'accusa di tipo emotivo non di certo basata sui fatti, che gli lascia delle grandi vie d'uscita nel momento in cui venga fatta un'analisi razionale.

ENRICO ha detto...

ANTONELLO

non credo che per Parolisi la visione giudiziaria… sia “marginale.”..

e siccome stiamo parlando di un fatto REALE e della vita futura di un individuo in carne ed ossa, mi preoccupa di più che l’iter giudiziario - anche se non si dovesse scoprire il colpevole - sia il meno possibile INGIUSTO .

Tutto il resto è puro esercizio intellettuale che, per quanto affascinante, non ci permetterebbe mai di incidere in modo concreto sull’evoluzione delle indagini.

Mimosa ha detto...

Tutto è cominciato da quella telefonata di Imma al ten. Consales, la sera stessa del ritrovamento del corpo.
Nella successiva registrazione del colloquio, durato se non sbaglio quasi un’ora e mezza, si legge che Imma non solo racconta immediatamente l’infedelta di SP e le tensioni di M., ma si sofferma sul fatto che il giorno dopo la scomparsa, lui la chiama, cosa che non aveva mai fatto in 13 anni che si conoscevano.
Chissà perché ciò è rilevante e stupisce: sarebbe normale che il fidanzato di una ragazza telefoni spesso all’amica di lei? Al Sud, poi … Non sarebbe stato considerato una mancanza di rispetto e anche peggio?

Evidentemente Imma si è vendicata, aveva i suoi rancori personali, tra cui l’abbondante fastidio di non aver ricevuto lei per prima le confidenze da parte di Melania, era venuta a saperlo dall’altra amica del cuore (gelosie tra amiche del cuore n.1 e n.2) e forse questo fidanzato e marito in divisa non le piaceva per niente fin dall’inizio o forse troppo …. quindi, arrivato il momento, voila una manciata di pulci negli orecchi giusti.

Mi sono sempre chiesta quali rapporti precedenti c’erano tra lei e il tenente Amedeo Consales del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri di Ascoli Piceno, uno dei tanti campani trapiantati, e addirittura, almeno fino allo scorso, reggente la tenenza di Casalnuovo di Napoli, che fa parte della compagnia Carabinieri di Castello di Cisterna.
E’ lui che accompagna gli inquirenti da Ascoli a Castello di C. per le “audizioni” del 10-11-12 maggio,
è la sua voce che insiste sulle bugie nell’interrogatorio fiume di SP.
Il suo nome è legato ad una serie di operazioni tra cui il sequestro e l’abbattimento dei quartieri abusivi nell’area Casalnuovo (2007) e il «duro colpo alle organizzazioni dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti», soprattutto hashish e marijuana. «L'operazione (che si chiamava "Record e Gas"), coordinata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno, è partita nelle prime ore della mattinata del 20 settembre 2008. Ha interessato i comuni di Ascoli Piceno, di San Benedetto del Tronto e Folignano nelle Marche, nonché Marano in Campania», «ben trentadue le misure cautelari eseguite dai carabinieri del Norm della Compagnia di Ascoli Piceno, coordinati dal tenente Amedeo Consales». Questa è la cronaca.

Ma quest’uomo che ha le mani e gli occhi nelle due regioni, può essere a conoscenza di qualcosa di più?

Così, anche solo per puro esercizio intellettuale, come giustamente sottolinea Enrico, ma anche Pino, in un commento.

Antonello ha detto...

@Enrico
ne sono consapevole, anche a me interessa una giustizia giusta ed infatti anche io, come tutti del resto, ho voluto impiegare il mio tempo ed in sostanza ho anche io cercato di dare il mio piccolo apporto, allo stato degli atti abbiamo praticamente dimostrato che e' impossibile che S. abbia potuto da solo ed a Ripe compiere il rinvenuto e non vedo che altro potremmo fare, ci vogliamo incstenare al palazzo di giustizia??? Servirebbe a qualcosa??? Son riusciti ad incatenare ed umiliare un uomo sulla base di una loro convinzione, hanno l'appoggio di tutti i sistemi di comunicazione, possono farci vedere i film che vogliono, io non penso che la giustizia abbia ancora perso ma serve che tutti capiscano che il rischio generico di uno e' di tutti, diversamente continueranno meglio e piu' di prima, ora siamo ancora in grado di vedere, domani non so.
Per questo dicevo che la ricerca giudiziaria e' per me marginale rispetto ad una ricerca a trecentossanta gradi, non perche' sia marginale il destino di innocenti.
Che poi la ricerca a trecentosessanra gradi magari permette di tirare fuori S., ma se vorranno condannarlo sulla base anche solo di voci lo faranno, come qualcuno ha sciolto bimbi nell'acido, come qualcun altro ha fatto saltare in aria giudici ed uomini di valore.
Serve furbizia ed anche cinismo, ma andare dietro a favolette non serve a nulla, purtroppo, hanno una concezione lobbistica e personale del potere, se lo tramandano da avi a figli, alcuni si rendono innocenti firmandosi le leggi, altri scambiano voti con schiavismo, accade di tutto e di piu', ed io anche solo intellettualmente dovrei andare dietro a coloro che deficiano piuttosto che invece cercare e trovare una verita' a trecentosessanta gradi??? S. se ho capito bene sta scontando l'assedio mediatico, poi infine verra' liberato perche' basta scegliere quale prova non trovare, ed allora di cosa dovrei preoccuparmi io??? Sono forse in grado di fermarli??? Siamo forse in grado di fermarli???

tabula ha detto...

@Antonello
L'unica possibilità che abbiamo è dire che il re è nudo.
Non siamo in grado di fermare niente e nessuno, nemmeno una mosca che intenda posarsi sulla torta di panna.
O forse, una ricostruzione che fa acqua da tutte le parti è una torta bruciata e sgonfia nascosta malamente dalla panna montata della continua ripetizione mediatica, e le mosche che ne rovinano l'effetto finale siamo noi.

@Mimosa
E' giusto e corretto dire tutto quello che si sa in caso di omicidio, e certo non si può imputare ad Imma reticenza nel disvelare i segreti della coppia dei quali era a conoscenza.
Ma sappiamo, io e te che siamo donne, quale e quanto possa essere il veleno instillabile attraverso il racconto di un particolare.
Sicuramente la ragazza era turbata dalla recente scoperta della morte della sua amica del cuore, che probabilmente non la considerava "la sua migliore amica" dal momento in cui certe cose aveva accuratamente evitato di dirle proprio a lei, nonostante fosse passato più di un anno, nonostante i frequenti e numerosi viaggi a Somma.
E non credo alla faccenda che Salvatore non intendesse lasciarle mai sole affinchè la moglie non si confidasse proprio con questa amica: quando ci si vuole davvero confidare ed appoggiare a qualcuno, può bastare una telefonata a cuore aperto.
Casomai, Salvatore avrebbe potuto temere che si dicessero dell'altro.
cosa, non saprei.

questa faccenda che Salvatore non voleva che le due donne rimanessero da sole affinchè M. non si confidasse con I., insomma, non mi ha mai convinto.

Può darsi sia una bugia che Imma racconta a se stessa per non essere stata depositaria delle confidenza della sua presunta migliore amica.

Può darsi che Salvatore conoscesse i suoi polli, una certa capacità di spargere veleno? o il talento di influenzare Melania nel caso si fosse confidata con lei?
Certo non avrebbe potuto evitarlo, se la moglie avesse avuta intenzione di parlare con l'amica l'avrebbe fatto e basta.

Probabilmente Imma non aveva stima del caporalmaggiore, ma il fatto di affrettarsi a fare quella telefonata, in fondo avrebbe potuto benissimo aspettare il dipanarsi delle indagini, mi ha sempre dato da pensare che ci fossero dei rancori pregressi con il marito della sua amica.

Ad esempio, S. avrebbe potuto provarci in passato con una conoscente di Imma e temere la rivelazione di qualcosa del genere, sapendo che Imma era al corrente.

E forse è proprio di questi rancori che Salvatore temeva le due donne si confidassero l'un l'altra.

anna ha detto...

imma è la persona più squallida che ci può essere fra le amiche di melania, prima dice che la coppia era felice con rapporti idilliaci, poi chiama il carabiniere per dirgli che parolisi tradiva la moglie, poi dice che melania la chiamò per dirle che aveva un segreto da confessarle, poi quando si accorge che questo segreto può danneggiare anche lei,(venire ammazzata) in una trasmissione a quarto grado dichiara che assolutamente melania non è vero che doveva confessarle un segreto, tutte queste menzogne e il fatto che chiamò
per il discorso del tradimento il carabiniere che conosceva, ha fatto si che gli inquirenti puntassero il dito contro il marito senza che venisse scandagliata altra pista.........quando vedevo imma alle trasmissioni ho sempre avuto l'impressione non solo delle sue menzogne ma che fosse invidiosa di melania, della sua famiglia della sua bimba e del marito,

comunque la procura perchè non chiede conto a imma delle sue menzogne?

se la procura avesse messo sotto controllo i telefoni dei familiari di melania, degli amici di folignano oltre di imma valentina e quant'altro, dei militari della caserma clementi, sicuramente averbbero già risolto il caso,
vi ricordate di quell'articolo che massimo mise sul blog,di quella donna
anziana morta in casa? gli inquirenti puntarono il dito contro il figlio, ma contemporaneamente misero i telefoni sotto controllo dei vicini di casa oltre che dei parenti, scoprirono che ad uccidere la donna era stata una vicina di casa perchè non gli aveva prestato i soldi........io sono convinta dagli elementi venuti fuori dall'inchiesta e che la procura ignora volutamente, che nel delitto di melania c'entrino i vicini di casa......oltre altre persone

Antonello ha detto...

@Anna
Scusa, non mi hai manco risposto, avevo chiesto un po' di commenti fa se sapevi qualcosa di piu' sulla voce di Fraz. San Pietro, si se una voce si diffonde ci sara' pure un motivo, da cosa puo' dipendere quella voce???

@Tabula
Io penso che oltre al re nudo vi sia anche la regina del tutto svestita, e mica da poco se e' il trito e ritrito.
Guarda che il veleno che si puo' instillare raccontando certi particolari lo capiamo e sappiamo anche noi maschietti, ora se parliamo di trucchi, di gonne, di particolari fisici, di intimita' femminile posso ammettere che irraggiate luce dall'alto dei cieli abbronzandoci, ma sembra, e scusa se te lo dico, che certe volte parli di deficienti solo perche' esseri di sesso maschile incapaci di cogliere quanto invece sia possibile al cervello del genere femminile, e se permetti con rispetto ti faccio notare che non e' molto reale ne simpatico.
Intendiemoci, per me puoi pensarla come meglio e piu' credi, frega nulla, ecco solo non favorisci di certo il dialogo in un blog multisex fino a prova contraria, ti chiedo di nuovo scusa se rimarco un particolare che non aiuta.
Il giorno che mi sollevero' da terra illuminando di luce le povere terrene per favore dimmelo che avro' modo di ritornare umano.
Sempre simpaticamente ma immancabilmente.

Antonello ha detto...

Di Imma mi son risaltati agli occho alcuni particolari, a parte le sembianze molto somiglianti a M. sintomo di una particolare recettivita' nei confronti della stessa.
L'atteggiamento singolare con cui seguiva la trasmissione del 27/04 in sala di CLV e un'intervista di sfuggita di cui non ricordo il giorno in cui era veramente trasparente, piu' che il dolore, il coinvolgimento emotivo commisto ad un forte terrore.
Intendiamoci, nulla contro di lei, solo non ho potuto mancare di notarlo.
La stessa poi avvisa "ufficialmente" chi di dovere solo dopo la scoperta del corpo di M., non prima, e questo anche fa pensare.
Nemmeno lei insomma prevedeva un epilogo tragico, quando ne ha potuto prendere atto ha, forse anche giustamente dal suo punto di vista, pensato di avere il dovere di riferire.
Onestamente penso che invece possa avere avuto piu' confidenze di quelle che vuole far pensare.

Manlio Tummolo ha detto...

Ad ogni modo, dall'Ordinamento Giudiziario non possiamo pretendere la Giustizia in senso assoluto, o la Verità assoluta, in quanto non sono tipiche dell'Uomo. Possiamo e DOBBIAMO però esigere l'assoluto rispetto delle leggi, delle regole, delle metodologie scientifiche, che servono a determinare una conoscenza RELATIVA ED UMANA dei fatti. Qui la Forma diventa Sostanza, come si usa dire. Senza il rispetto delle regole, dei criteri, dei princìpi, dei metodi della procedura d'indagine e giudiziaria non si ha nemmeno quella CONOSCENZA RELATIVA ED UMANA che possiamo e dobbiamo esigere.
E' proprio lì che ogni cittadino criticamente consapevole deve esercitare la propria rigorosa sorveglianza.
La formula tipica del Codice di Procedura Penale in cui si dice che un pubblico ministero debba "sostenere l'accusa" è ambigua, tendenzialmente mistificatoria: il dovere di un magistrato inquirente è quello di DETERMINARE, PER QUANTO GLI SIA POSSIBILE, LA NATURA DEL FATTO, QUINDI L'AUTORE DEL FATTO, ossia la VERITA' DEL FATTO, non il sostenere o non sostenere l'accusa, che, semmai, nell'impianto accusatorio, spetterebbe propriamente all'avvocato di parte civile, il quale è "parziale" per definizione ed agisce in nome e per conto della vittima o dei suoi eredi. All'avvocato di parte civile è lecito, e talvolta doveroso, "sostenere l'accusa". Al pubblico ministero compete la determinazione dei fatti in correlazione alle norme vigenti, e dunque, se è il caso, anche scagionare la persona erroneamente indagata/imputata di quel reato. Altrimenti il pubblico ministero svolgerebbe, contro la legge, funzione di parte civile. Non è un caso che egli sia chiamato PUBBLICO, anziché PRIVATO Ministero: egli rappresenta la Legge e lo Stato, non il singolo.

Antonello ha detto...

@Manlio Tummolo
Sicuramente e' il sistema, nulla da dire se non che andrebbe inserita la figura del difensore della verita'.
Quello che preoccupa e' che questo sistema e' in primis troppo dipendente dal livello politico, troppe nomine e possibilita' di ingerire, troppe richieste di procedere alle Camere ed anche per reati di natura extraparlamentare, centra nulla, tu sei secondo me immune per i reati che puoi compiere nel mandato conferitoti dal pololo, ci mancherebbe, uscito di li o dai tuoi compiti non e' che puoi rapinare il marocchino al semaforo ed appellarti ad un'immunita' generica, non esiste.
Chiaro che le procure hanno il terrore di incrociare l'amico del potente e preferiscono deviare od archiviare direttamente.
Questo non e' ininfluente perche' va a scardinare il sistema tutto, a screditare una credibilita' che e' invero un cardine essenziale, chi poi e' nominato zarei contento che uno su dieci almeno fosse stato valutato professionalmente per il compito che gli si richiede come tutte le categorie.
C'e' poi anche una terribile colpa della comunita', ed anche se le leggi dovrebbero essere condivise oltreche' rispettate vi sono moltissimi che le studiano nella carta igienica giusto per trovar l'inganno, la legge come fastidio e surplus di uno Stato che viene sempre piu' recepito come ente privato e non immateriale di tutti.
E' l'Italia che ha troppa zavorra per poter sognare di volare, il che non rende immune il mondo giudiziario, solo che e' un settotr sensibile come la sanita' la sicurezza e la scuola, sono i cardini.
In un tribunale secondo me si dovrebbe parlare di SOLA verita' in merito ai fatti analizzati oppure tacere.
Perche' anche se ad andare su siti trans fosse registrata una personalita' potente, nemmeno tanto immaginaria, voglio vedere se esistesse un patrocinante portare il tutto, compreso penis, su CLV, sai che risate, invece li ci si appella alla privacy per mancanza evidente di coraggio.

tabula ha detto...

@Antonello
non mi sono affatto riferita agli uomini come dei deficienti facilmente influenzabili, lungi da me.
Mi riferivo a Mimosa relativamente alla conoscenza delle donne da parte delle altre donne.
Il fatto che una donna che parli male di qualcuno sia temibile, non ferisce nè tocca nè influenza in base al sesso di partenza, ma in sè.
Gli uomini, non tutti, ma i peggiori, nell'esplicazione dei loro istinti stuprano violentano ammazzano saccheggiano.
Le donne, le peggiori, han solitamente più talento nel fare a fette con la lingua.

(e ciò non toglie che siano qualità intercambiabili, ovvero una donna può essere violenta fisicamente ed un uomo può essere temibile verbalmente)

Ciò non significa ovviamente che si abbia a fare con dei deficienti, ma una fastidiosa pulce nell'orecchio è assai difficile da stanare.

D'altro canto sono anche convinta che la stessa abbia fatto il suo dovere di cittadina nel raccontare tutto ciò che sapeva.

Certo è un fatto che le cose che ha raccontato hanno indirizzato gli inquirenti verso il marito della scomparsa.

Dalla sbobinatura della telefonata che lessi in passato, la stessa amica di melania già nutriva dei dubbi nei confronti di Salvatore: il fatto che l'avesse chiamata per la prima volta in tredici anni è solo perchè per la prima volta in tredici anni Melania era scomparsa nel nulla, e secondo me fare il giro delle telefonate agli amici più stretti di una persona sparita nel nulla è la prima cosa da fare.
E lo è anche domandare a loro se per caso fossero al corrente di qualcosa, se la persona scomparsa si fosse confidata relativamente a qualche problema.
A mio avviso sarebbe stato molto più strano se Parolisi NON l'avesse chiamata, durante le ricerche.
In fondo, passò la giornata del 19 a parlare con i compagni di caserma ipotizzando dove avrebbe potuto essere andata Melania e che cosa le fosse successo.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Antonello, concordo in tutto, salvo una cosa: che il problema giudiziario esista solo in Italia. Nei giorni scorsi abbiamo saputo che un tizio, confuso col vero assassino perché con lo stesso nome (pur con cognome diverso), fu "giustiziato" negli USA (se non erro, California), e pure il vero colpevole aveva confessato prima dell'esecuzione. Con tutti e tanti suoi difetti, mi tengo la mia Italia, da buon Italiano.

Antonello ha detto...

@Tabula
era anche uno stuzzicare e ravvivare piu' che un polemizzare, rispondendomi pero' nei toni e disdegnando il succulento piatto simpaticamente provocatorio mi apri un orizzonte ipotetico mica da ridere, non so se sia generoso approfittarne.
Mi sembra di essere contaminato dal campo minato logico che colgo ogni volta che Pino allieta con la sua ermetica e ironica scrittura.
E illumino l'orizzonte ipotetico con una domanda: Se era dopotutto logico che S. chiamasse Im. per chiederle anche solo se avesse notizie diverse confidatele da M., se davvero erano sedici anni che non riceveva telefonate da S, se e' vero che dopotutto il particolare non gli era richiesto sottolinearlo, perche' lo rimarca???
Non so, io sono un povero viandante privo di malizia ed ingenuo, non vivo certe sinergie, a me vien invece, per difetto, da pensare sempre al contrario di cio' che sento, comincio a pensare che sia una malattia, ma ipoteticamente e' plausibile che Im. abbia potuto illogicamente rimarcare una cosa logica solo negli equilibri delle distanze da un indagato lanciandogli invero un messaggio inequivocabile ed allontanando eventualmente un alone di terrore??? E se invece non fossero sedici anni che quel telefono non squillava??? Un'ipotesi femmineamente verosimile???

Antonello ha detto...

@Manlio Tummolo
Ah beh, se e' una scelta obbligata dovremmo ammettere che a monte non sarebbe una libera scelta, in tal caso forse sarebbe da scegliere Uzi e Tuzti.
Invece la cultura giuridica ha raggiunto i suoi apici piu' alti purtroppo corrispondenti a quelli militari piu' bassi nei momenti storici in cui ha accettato la sfida dell'essere "priva" di confini.
Il problema e' che per potersi imporre a praticamente tutta l'Europa ha abusato di lance, quello rimane un discorso del tutto aperto, chissa' , in una nuova pista storica magari si riuscira' a conquistare il mondo senza colpo ferire, semplicemente con la passione e la fede in una giustizia equa, giusta ed universale con cui si possa coltivare la pace.
Ahime', povero idealismo, quanti nemici.

Tiziana ha detto...

Antonello
la tua frase di questo pomeriggio mi ha fatto riflettere. Hai parlato di una Imma in cui traspariva "il coinvolgimento emotivo commisto ad un forte terrore".
Dopo il ritrovamento del corpo invece, tu scrivi, ha forse "pensato di avere il dovere di riferire".
E se questo "pensare" correlato al "terrore", fosse invece un HA DOVUTO RIFERIRE, proprio perché TERRORIZZATA? Se avesse ricevuto un "caldo "invito in tal senso?

Antonello ha detto...

@Tiziana
Dio mio i fai la domanda delle cento pistole, siamo al livello di sensazioni e quindi tutto e' labile, indecifrabile razionalmente.
Quello che posso dire e' che a me ha dato la intensa parvenza di un fortissimo terrore, di un pericolo piu' reale che figurato, ricordo che persino l'intervistatore, anche se con modi cortesi di circostanza, fu' ignorato, lui inizio' la minintervista tentando di fermare lei che stava, se non err, rientrando in casa, lei non accenno' minimamente a fermarsi.
Lo sguardo era perso nel vuoto, come se non fosse stata li in quel momento, come se stesse rivivendo momenti vissuti per capirci, piu' che riferitigli.
Non so forse rendere l'idea ed e' difficile, la sensazione era che il pericolo per lei fisico fosse imminente e che l'impellente necessita' fosse quella di riferire il nulla, tutto questo mentre tutte facevano a gara a farsi i bigodini per prepararsi alle interviste.
Mi colpi' molto, anche la similsomiglianza con M. mi fece pensare, talmente amiche da aver vissuto un percorso di dimagrimento simile anche nei tempi, forse una dieta uguale, la stessa pettinatura, stesso colore.
L'odio per chi aveva tradito l'amica doveva essere forte, forse da li il voler prendere le distanze, ecco li forse servirebbe un parere esclusivamente femminile, uno stato d'animo peculiare, oggi sovviene che pure dovesse forse dare in pasto a qualcuno legato a lei una freddezza di facciata, come a dire "e' sedici anni che non mi chiamava", affermazione principale ed un "se chiama adesso e' interessato al mio silenzio", escludendo, lei cosi simile ad M., che potesse esserci qualche altro motivo che invece potesse essere logico vi fosse.
Spero di essere riuscito a spiegarmi senza esagerare.

Ota ha detto...

Il giornalismo d'inchiesta è morto perchè viviamo in un paese NON LIBERO, dove non si possono calpestare i piedi di nessuno, dove nessun giornale è disposto a farti fare il tuo lavoro di giornalista, che ormai è solo un lavoro di compilatore di sterili articoli di cronaca del giorno.

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