mercoledì 18 aprile 2012

Melania Rea. Un puzzle interscambiabile buono solo per giocarci dopo cena con gli amici...


Ad un anno dalla orribile morte di Melania Rea, ecco che a spizzichi e bocconi nuovi tasselli prendono il posto di quelli sbagliati e paiono raccontare un'altra storia. A renderci edotti questa volta non sono le solite "gole profonde" di Ascoli e Teramo, loro hanno sempre taciuto alla pubblica informazione ciò che si doveva tacere (forse per non turbare gli animi e non inquinare l'aria colpevolista), ma ritagli di verbali e video, da tempo conosciuti ma tacciati ad inutili reperti storici, che parevano non volersi far leggere e non voler andare in onda. Nel tempo passato, per esporre il Parolisi al pubblico ludibrio, s'è dato in pasto al popolo solo ciò che più serviva, come i venti minuti di bugie al chiosco, che l'hanno reso tanto antipatico e colpevole, come i trans del corpo a corpo, con cui chattava ad ogni ora del giorno e della notte. Ma era un puzzle dalle tessere interscambiabili quello messo in circolo, due disegni diversi ritagliati con lo stesso stampo ma incastrati in malo modo... ed è bastato recuperare i pezzi giusti per trovarsi di fronte a scene più vere. E se oggi sappiamo quanto ieri non sapevamo, c'è da star certi che domani sapremo ciò che oggi non sappiamo (i sussurrii si stanno già alzando).

Ma perché è capitato che abbiano inserito tessere con un disegno diverso? Perché in questa brutta storia, da subito, i media hanno lasciato troppo spazio ad una sola parte, parte che ha potuto raccontarci di tutto e di più senza freni, e l'hanno fatto perché volevano dire e scrivere qualcosa sul nome più cliccato del web: Melania Rea. Era loro facoltà il farlo, anche perché non si vive di sola aria e l'audience vuole il suo ritorno, ma sarebbe stato più giusto usare il metodo migliore: parlare di ciò che si era certi con imparzialità ed in contraddittorio. Ora, dopo aver assistito ad un anno di mezze verità, si scopre che la pubblica opinione vive immersa nel pregiudizio credendo sia vero quanto di volta in volta raccontatole. Per creare confusione è bastato che i nostri informatori più gettonati seguissero come cagnolini al guinzaglio le procure e la parte civile, quella che spesso lancia loro un osso. E' per questo che i media sono partiti col dire che il militare non era andato con la moglie al Pianoro di San Marco. A conferma ci han fatto sapere che cinquanta testimoni non lo hanno visto prima delle quindici e trenta, tacendo però il fatto che prima di quell'orario i testimoni presenti non fossero che una quindicina e che tutti erano affacendati per i fatti loro.

Ed a poco è valso il rammentarlo da parte di alcuni blogger senza padroni, ed a poco è valso far fare al lettore il giusto ragionamento logico, quello che indirizza verso la sicura presenza dell'uomo al Pianoro. E' infatti fin troppo facile capire che il Parolisi dicendo di trovarsi alle altalene con la figlia, per quaranta e più minuti addirittura, ha detto il vero. Questo perché per smentirlo sarebbe bastata un'unica persona che avesse detto: "No, in quei minuti alle altalene abbiamo giocato io e mio figlio e lui non c'era". Insomma, come faceva a sapere l'indagato, se davvero in quel frangente si trovava a Ripe intento ad uccidere la moglie, che dalle quattordici e quaranta alle quindici e venti nessuno aveva usato quei giochi? Solo chi alle altalene si trovava veramente poteva sapere che sui seggiolini non erano saliti altri bambini. Quindi il Parolisi, per sapere questo, fra quei giochi doveva esserci stato per tutti i quaranta minuti. Per cui l'alibi esiste, anche perché i cinquanta testimoni, citati dai giornali ed ascoltati dalla procura, sono arrivati alla spicciolata dopo le quindici e trenta, tranne quelli di cui parlavo prima che però erano impegnati a corteggiare ed a farsi corteggiare, a giocare a palla, a sistemare mensole, a tagliare arbusti e non a guardare chi dondolava una figlia o era steso a terra a raccogliere margherite. Certo, verso le diciassette di persone ce n'erano una cinquantina... ma le diciassette non sono le quindici.

E non crediate che il ragionamento sopraesposto non lo abbiano fatto anche altri... l'hanno fatto perché una volta capito che la pubblica opinione avrebbe potuto recepire il concetto logico, bastava ci fosse stato qualche giornalista in grado di dirlo in maniera idonea, qualcuno ha alzato nuvole di polvere. Da qui sono entrati in ballo certi giornalai che a caratteri cubitali hanno scritto di una testimone che affermava di essere stata alle altalene, con sua figlia, nello stesso orario in cui doveva esservi il Parolisi... però era una tessera del puzzle sbagliato, dato che poi si è scoperto essere tutto falso e che l'orario indicato dalla donna sui verbali era successivo alle quindici e quaranta. Ma ormai la maggioranza la si era convinta. Meglio ancora la si è convinta quando si è passati a parlare dei cellulari. C'è da dire che il tutto fu davvero strano, perché anche in questo caso il responso era impietoso con l'accusa dato che il telefonino di Melania Rea subito dopo le quattordici e cinquanta, orario concordante con quanto da sempre testimoniato dal marito, si trovava a ridosso del monumento ai Caduti, luogo confermato dal cane Piergiorgio in tre occasioni. Ed anche in questo caso, per non creare imbarazzi fra chi aveva la sentenza già bella e scritta in tasca, si è corsi ai ripari valutando al contrario la prova favorevole e facendo credere all'opinione pubblica che il tutto fosse nato da un ragionamento logico.

Come dire che "una rondine non fa primavera, neppure un paio a dire il vero, e che due telefonate a distanza di quattro minuti una dall'altra, agganciate dalla stessa cella che serve il monumento (l'unica che lo serve), stanno ad indicare non che Melania fosse lì ma che fosse già morta a quindici chilometri di distanza. E per convincere meglio i fans, i Pm hanno cercato di eliminare il cane mandandolo da un esperto che dopo una perizia, chiaramente da esperto, ha inviato alla loro procura, perlomeno questo è quanto si dice, un responso che parla di un "cane inaffidabile". C'è il filmato della perizia fatta a Piergiorgio? Davvero serviva una perizia? Perché spendere soldi (e perché il giudice valuta il cane se non vi son dubbi) e non andare sul sicuro chiedendo a Quinto Rossi, un signore di Siena che dopo tre giorni e due notti di giri a vuoto, ormai sfinito e con poco ancora da vivere, è stato ritrovato dal naso di Piergiorgio, se il cane era affidabile o no? (qui l'articolo) Lui poteva dire mesi fa quanto in questo caso non si vuol dire: che l'affidabilità è più che provata dato che tutti lo cercavano a monte... tranne Piergiorgio che lo ha trovato puntando verso valle. Ma c'è altro, c'è che oltre a screditare il cane in quei giorni si è fatta una perizia per verificare da dove provenissero il terriccio ed i pollini presenti sulle suole delle scarpe di Melania.

Ed anche in questo caso sui giornali i caratteri cubitali si sono sprecati: "Melania non è mai stata a San Marco! I pollini sotto le suole sono compatibili con quelli di Ripe!". Bella scoperta, il corpo e le scarpe si sono trovati a Ripe... potevano non essercene? Perché sui giornali non si è parlato pure del terriccio, anche quello analizzato, trovato compatibile con la terra presente nel parco delle altalene? Una dimenticanza in buona fede? Una nuova tessera scambiata come quella mostrataci quando si è parlato del luogo in cui si è consumato il delitto? Da subito ci hanno parlato di una zona boschiva impervia in cui nessuno poteva vedere o sentire nulla. Salvo poi scoprire che a ridosso del chiosco, e nello strano orario in cui si è stabilito essere avvenuta l'aggressione e la morte in agonia (calcolabile dai trenta ai quaranta minuti), nel luogo impervio si trovava più gente che al Pianoro. Sulle panchine stavano seduti nove militari intenti a mangiare, ed ognuno ha fornito un orario diverso tant'è che ci fu chi disse di essersene andato a ridosso delle quindici (ma pare sia le quattordici e trenta l'ora giusta), sulla strada passarono una Fiat Stilo ed un fuoristrada, di logica qualcuno le guidava, e ad osservare il tutto c'erano otto vedette, di cui un paio a poche centinaia di metri dal luogo del delitto.

Ma oltre a questi testimoni e a queste auto c'erano una Fiat Bravo e diversi mezzi militari, passati sempre quel pomeriggio, e, dulcis in fundo, una Panda gialla che un cercatore di tartufi aveva parcheggiato nelle vicinanze (a questo punto c'è da chiedersi quanti altri personaggi vi fossero in zona intenti a farsi i cavoli loro fra gli alberi di quel bosco). Per cui stiamo parlando di una quindicina di persone e del fatto probabile che almeno una di loro avrebbe potuto vedere l'auto del Parolisi, oppure assistere all'aggressione, al limite sentire la donna urlare o trovarsi un cadavere fra i piedi. Anche perché la fontanella è a pochi metri dal chiosco, non ad Alessandria d'Egitto, e se un militare vuol riempire una borraccia dove va? E se un cercatore di tartufi vuol far bere il proprio cane dopo ore ed ore trascorse a cercare.... quale luogo migliore di quello (fra l'altro unico in zona)? Quindi qual'è la differenza fra chi era presente a Ripe e chi era al Pianoro? Una differenza c'è. A Ripe le vedette hanno notato auto passare, ma non quella del Parolisi, mentre al Pianoro i ragazzi presenti al campo di calcio non ne hanno notate affatto, sebbene sulla strada accanto a dove si trovavano ne siano transitate almeno cinque negli orari in cui si stavano divertendo.

Ma anche in questo caso, come nei precedenti, la tessera pare migliore se diversa... forse indagare su più fronti in maniera chirurgica è troppo complicato. Così si è deciso di gettare in un cestino e non controllare i verbali di un dopo cena, dove uno stesso indumento intimo femminile è stato stirato e preso in mano sia dai maschi che dalle femmine (chissà se è l'unico indumento intimo che riporta quei dna, chissà se hanno prelevato altre mutandine per verificare se presentavano le stesse caratteristiche tracce biologiche... e chissà se erano davvero le mutandine di Melania dato che manca il dna del marito e c'è tutto quello di un'altra famiglia...), si è deciso di non controllare cosa vi fosse scritto nei due messaggi ricevuti da Melania a ridosso del delitto, di analizzare tre cellulari ormai morti di vecchiaia propria, di chiedere un alibi ad un'amante che sta ad un passo dal Pianoro... insomma, si è deciso di dar per buone tutte le affermazioni che non venivano dalla bocca del militare. Oltre a questo non si è letta la perizia del patologo, o forse la si è letta male, non controllando possibili rapporti di condominio, anche particolari volendo, che varcassero la soglia di casa Parolisi. E lo si è fatto con una facilità estrema, quasi lineare alle esternazioni del vecchietto che vive e vegeta al Pianoro e non si muove mai dal terrazzo o dalla sedia posizionata nel cortile, vecchietto ascoltato più volte dagli inquirenti e che da casa sua sente ogni giorno le urla dei ragazzi che giocano al parco. E lui è certo di ciò che dice. Quel pomeriggio non ha visto passare la Rea in nessun punto ed in nessun momento, quindi la Rea non c'era al Pianoro. Ma per la verità è certo anche di non aver visto o sentito passare nessuno in quegli orari, neppure le auto, ha detto, perché nessuno è passato e perché l'assassino è quel mostro che già sta in carcere.

Ed allora resettiamo il tutto e ricominciamo da capo, perché nello stesso viale imboccato da Melania Rea la procura scrisse essere passate auto in quei frangenti. Per due volte il Giorgi che è andato a vedere come stava suo figlio, poi un imbianchino tornato al lavoro e la signora Fioretti con sua figlia e la suocera. E l'equazione è facile: "Se Melania Rea non è passata da quel viale, perché il vecchietto non l'ha vista né sentita, neppure le persone sopracitate vi sono passate". Ma accantoniamo l'uomo vedetta ed arriviamo all'apice dell'iceberg, apice raggiunto coi trans ed i computer. In questo caso c'è stato chi si è voluto superare quando ha detto che i trans, ascoltati e verbalizzati, hanno affermato di aver chattato col militare a tutte le ore. Militare che usava il mitico nickname "corpo a corpo", ora divenuto famoso sul web e simbolo di tutti i trans d'Europa. E qui tutto sembrava filare liscio. Settimane di spot mediatici davano l'idea di una tessera abbinata in maniera magistrale al resto del puzzle. Ma neppure in questo caso era quella giusta e chi aveva controllato il computer prima di Paolo Reale non s'era accorto che il Parolisi aveva cliccato sulla parola "rifiuta" ogni volta che appariva la linea trans. Forse i periti della procura l'avevano guardata dal dietro quella tessera... dev'essere così dato che si parla di trans.

E' chiaro che in questi giorni non finirà lo stilicidio di tessere, che altri colpi di coda mediatici usciranno dal cilindro del mago. Ma è chiaro anche che ora il tutto è in mano ad un giudice e che quanto verrà portato alla nostra attenzione non farà parte del processo che si andrà a celebrare ma di un gioco a due facce, di un puzzle interscambiabile buono solo per giocarci dopo cena con gli amici...


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236 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 236 di 236
tabula ha detto...

Io resto della mia idea.
Quei lupi non han certo necessità di bistecche, e se Parolisi domandasse ufficialmente e tramite gli avvocati conto del dna della figlia per due gravi e precisati motivi:
-presenza di sostanza spermatica riscontrata nel corpo della moglie
-volontà dei Rea di privarlo della patria potestà
certo, il veleno degli scorpioni cercherebbe di colpirlo a sangue.
però io credo ceh quando si tocca il fondo, o si risale, o se non te lo permettono è il caso di acchiappare chi ti ha spinto e trascinartene dietro, all'inferno, più che puoi.
E io credo che una richiesta del genere e anche il solo sospetto o il fatto che qualcuno si ponga il dubbio, e lo faranno, sarebbe un boccone amarissimo da mandar giù per chi fa dell'onore e del perbenismo la propria bandiera, quando nel cuore cova solo odio vendetta rancore e desiderio di distruggere.

Però ragazzi, se voi vi illudete che non facendo arrabbiare i Rea Parolisi sarà riservato un miglior trattamento, siete i benvenuti.

Piuttosto sono perseguibili legalmente per sottrazione di minore per tutto il periodo fino al quale non erano ancora tutori legali.

E mi chiedo se ci sia qualche legale che possa illustrarci la compatibilità del pregiudizio con una sentenza del Tribunale che sospenda dalla Patria Potestà un padre,
dato che di fronte alla Legge siamo tutti innocenti fino a prova contraria, non mi risulta che essere indagati possa dare luogo ad altri consequenziali procedimenti basati su una colpa ancora da dimostrarsi.

Perchè se c'è solo una virgola di scorrettezza legale nel procedimento e nella decisione del Tribunale di Napoli, va addentato con rabbia e ricusato, va denunciato: altro che "far ricorso".

tabula ha detto...

@Lucap: già da tanto tempo paventavamo la possibilità di una affiliazione dei Rea a qualche gruppo ricco di conoscenze "che contano", o che fanno in modo di contare.
Anche solo il luogo di prevenienza fa sì che prima o poi ci si imbatta, con certi poteri, anche se i Rea come Pino ricordava sono vissuti con il pane del soldato.
Del resto la tragedia ha fatto mettere in moto vari poterie si è chiesto aiuto ai propri contatti, vuoi riallacciati sul momento, vuoi coccolati nel tempo: non era Melania che sciocchinamente si vantava di avere "importanti conoscenze"?
Eccole qua.
Del resto sapevamo già che il loro avvocato d'ufficio non ha disdegnato difendere taluni soggettoni in passato, evidentemente anche lui o ha il pelo sullo stomaco oppure è della stessa specie, categoria, famiglia.. chiamatela come preferite.
ovviamente si parla di insiemistica.

Antonello ha detto...

@LucaP
Quindi di fatto concordi seppure esprimi il dissenso, perche' se tutto il tuorbillon e' stato innescato lo si poteva benissimo prevedere viste le avvisaglie, allora io dicevo che in sostanza le soluzioni erano tre ed avrebbero potuto evitare questo portare "la bimba al proprio mulino" almeno sino a giudizio su S. raggiunto.
Una era una congiunta con valore legale di condivisione di una serenita' primaria della piccola, l'altra era seguire la via decisa e scelta dal libero arbitrio della vittima con lettera olografa e la terza, a malincuore, poteva rappresentare un istituto con tutte le tutele e le riserve del delicato caso.
Non vedo come altrimenti come si poteva risolvere visto le menti che si sapeva in gioco, avrebbero fatto di tutto, era chiaro in tutte le interviste, erano parte passiva e purtroppo deficitaria in causa, erano e sono ricolmi, e forse questo giustamente, di emotivita'dovuta ai tristi eventi, affidarla a loro asumeva di gia' una posizione presunta si ma su una colpevolezza presunta, si e' deciso di compensare abdicando al ruolo superpartes forse anche su pressioni, non sappiamo.
Quindi non capisco su cosa di specifico dissenti, cioe' te sostieni che e' stato sacrosanto affidare la piccina ai nonni, pero' dall'altra ammetti uno sfacelo di impedimenti misti a sentimenti di vendetta, quindi di fatto era la posizione superpartes quella da preservare nella specificita' dell'obiettivo di riconsegnare serenita' a V., secondo me non c'e' alternativa perche' nemmeno dalla nostra posizione possiamo escludere che secretata agli atti vi sia la foto od il video dell'omicidio effettuata per mezzo di autovelox.
Congiungendo tutto mi sembra che le alternative che tenevano in giusto conto possibili e diversi scenari erano quelle tre ma ci mancherebbe, rispetto anche la tua posizione, solo che ammetterai purtroppo sia servita a poco se non, purtroppo, a trasformare la piccola in oggetto o soggetto della contesa.

ENRICO ha detto...

Ogni tanto mi sorprendo a chiedermi :

ma "il silenzio" di B&G è frutto di una linea difensiva BEN CONGEGNATA fondata su elementi concreti ritenuti VINCENTI e di cui renderanno conto in sede processuale o è un silenzio dovuto alla consapevolezza di uscire PERDENTI da uno scontro con "forze" IMPARI a cui non potranno che soccombere ?

tabula ha detto...

@Antonello
forse ti sarà poco gradito, ma io ti ringrazio per aver cercato di semplificare il linguaggio, fossi anche l'unica dura di comprendonio che faceva fatica a seguirti.

La bambina è stata resa oggetto già da un pezzo, così come tutti gli oggetti, quelli veri, si è DOVUTI riconsegnarli ai rea una volta morta la figlia, non si sa in virtù di quale diritto ereditario dato che all'epoca ne esisteva un vedovo non ancora indagato ed una figlia.
La bambina è stata trattata come un oggetto scippandola di fatto in un primo momento, e adesso lo scippo di fatto si è semplicemente trasformato in uno scippo di dirtto, non so nell'applicazione di quale Legge, se non quella inesistente ma applicata basata su un pregiudizio di colpevolezza.
Io di Legge comunque me en intendo poco, e non so neanche se ci si possa appellare al Tribunale dei Minori o dove nel caso di una sentenza iniqua, basata su una qualche presunta prova di colpevolezza non ancora dimostrata pubblicamente.
Certo, il colpo grosso sarebeb stato fatto se Parolisi in un colpo di coda di ribellione non avesse mandato avanti i periti a dimostrare l'infondatezza dell'accusa di aver chattato con i trans.
Anche se in effetti ci sarebbe da domandarsi, dato che i trans sono soggetti giuridici di pari dignità rispetto agli altri sessi, cosa possa esserci legalmente di peggio rispetto all'aver chattato con una casalinga di Voghera.
Ma forse ce lo chiediamo al Nord: al Sud nemmeno ci si pone il problema, avere preferenze sessuali di un tipo o dell'altro forse fa ancora perdere automaticamente la Patria Potestà, e mi chiedo cosa ne pensino i gay, che se solo annusano l'appartenenza al loro orientamento sessuale sono pronti a dar battaglia.
Comunque sia questa è una parentesi inutile dato che il fatto NON sussiste.
I Rea non hanno presenziato all'udienza poichè han preferito onorare i morti piuttosto che raccomandarsi sulla sorte dei vivi, e questo la dice lunga sul fatto che nel loro cuore Melania conti ancora molto più della nipote.
Nipote che è viva, ma che è stata inizialmente sottratta come un oggetto, dopodichè regolarmente acquisita.
Certo, non avrebbe presenziato nemmeno chi fosse eccessivamente sicuro del fatto proprio, chi già avesse fatto le dovute raccomandazioni a chi di dovere e chi già sentisse di avere la.. piccola Vittoria in tasca.

@Antonello, io me lo auguro sinceramente, ci sia la foto di un autovelox che inchiodi definitivamente Parolisi, perchè se dovesse essere condannato in base al NULLA che avvolge l'accusa che gli è stata mossa, sarebbe molto più triste.


e ancora sì mi meraviglio come sia stato permesso ai Rea di impedire le visite al padre.

e mi domando PERCHè gli si consigli di parlare: forse per levarsi definitivamente dalle scatole il genero facendo in modo che, parlando, qualcuno vada a "suicidarlo" in carcere?

semppre degno di nota il fatto che non gli si dica di confessare: una mossa strategica per apparire buoni e non colpevolisti, oppure la cosa corrisponde ad una consapevolezza dei Rea?

Marina ha detto...

finalmente il comunicato Ansa questo è il link:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/04/20/Melania-sospesa-potesta-Parolisi_6751264.html

ENRICO ha detto...

TABULA

ctz "forse per levarsi definitivamente dalle scatole il genero facendo in modo che, parlando, qualcuno vada a "suicidarlo" in carcere?

ma lo sai quante volte l'ho pensato e non l'ho MAI scritto perchè mi sembrava di essere eccessivamente contorto e diabolico ?

Però, adesso che ho letto le tue parole sono...."senza parole" !

ciao

Enrico

Anonimo ha detto...

La Procura di Napoli, ha chiesto la decadenza della patria potestà.

La decadenza è disciplinata dall'art 330c.c. il quale recita:
Il giudice può pronunziare la decadenza dalla potestà quando il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio.
In tale caso, per gravi motivi, il giudice può ordinare l'allontanamento del figlio dalla residenza familiare ovvero l'allontanamento del genitore o convivente che maltratta o abusa del minore.
Questo non è il caso di Parolisi, per cui tale richiesta non è stata accettata.

In subordine è stata chiesta la sospensione della patria potestà, che può essere fatta rientrare nell'art 333c.c. che dispone: Quando la condotta di uno o di entrambi i genitori non è tale da dare luogo alla pronuncia di decadenza prevista dall'articolo 330, ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice, secondo le circostanze, può adottare i provvedimenti convenienti e può anche disporre l'allontanamento di lui dalla residenza familiare ovvero l'allontanamento del genitore o convivente che maltratta o abusa del minore.
Tali provvedimenti sono revocabili in qualsiasi momento.

Penso che la concessione da parte della Corte d'Appello della sospensione della patria potestà, sia stata fatta rientrare, nella condotta del genitore, che "APPARE COMUNQUE PREGIUDIZIEVOLE AL FIGLIO"; in quanto gli inquirenti sostengono che Parolisi, abbia ucciso la moglie mentre la piccola dormiva.
Farla rientrare in tale articolo, non è corretto, in quanto contrasta con l'art 27 della Costituzione che recita:
La responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

L'art 348c.c. ci dice, che il giudice tutelare nomina tutore la persona designata dal genitore che ha esercitato per ultimo la potestà dei genitori. La designazione può essere fatta per testamento, per atto pubblico o per scrittura privata autenticata.
Ci viene in aiuto anche l'art 350c.c.secondo il quale, non possono essere nominati tutori e se sono stati nominati, devono cessare dall'ufficio, tra gli altri, anche coloro che sono stati esclusi dalla tutela per disposizione scritta del genitore il quale per ultimo ha esercitato la potestà dei genitori.

Spero di non avervi annoiato.

Stella

tabula ha detto...

Stella non ci hai annoiato affatto.
Anzi, hai quella conoscenza legale che a me manca completamente.
Praticamente in base all'art. 350 c.c. sarebbe stato sufficiente escludere dalla tutela i Rea per iscritto da parte di Salvatore, o per lui è ancora possibile escluderli?

E comunque la sentenza del tribunale che solleva Parolisi dalla Patria Potestà è impugnabile in base all'art. 27 della Costituzione.

E' proprio quello che volevo sapere. grazie.
Ora vedremo se B&G sono anch'essi informati sulal costituzione, o se vogliamo continuare a sostenere che stiano mettendo in atto una controffensiva talmente elaborata che darà i suoi frutti quando Parolisi sarà Bisnonno. forse.

ENRICO ha detto...

.
a QG stasera c'è stata una significativa marcia indietro .

Il gen Garfano ha dichiarato senza mezzi termini che il DNA nella bocca di M. è un elemento irrilevante, al contrario del capello ritrovato sul corpo d M e di quello ritrovato sulla manica del giubbetto che invece presentano il medesimo DNA relativo a persona DIVERSA da Parolisi

il dott Cusani ha confermato la perizia sul PC fatta dal tecnico della difesa e ha ESCLUSO che Parolisi abbia chattato con le trans.

La Palombelli ha insistito imperterrita a richiedere il taglio della testa di Parolisi tramite ghigliottina

Mentre Meluzzi ha ribadito con forza che non si può ritenere colpevole qualcuno sul quale a tutt'oggi ad un anno di distanza "non c'è uno straccio di prova "

Remo Croci ha tirato fuori dal cappello a cilindro "un pezzetto di metallo insanguinato" che sarebbe stato rinvenuto ( quando? Adesso a distanza di 12 mesi ?) nel tratto di strada dalle altalene al monumento ...

Mah... speriamo bene perchè se le indagini sono affidate ad un' armata brancaleone di questa fatta non so proprio immaginare come andrà a finire.

OT

Ps: un amico che segue il caso distrattamente stasera mi ha telefonato perchè aveva visto casualmente le immagini della fiaccolata. Sapete cosa mi ha detto ?
"Uhhhmmmmmm... qui c'è di mezzo la Chiesa oppure qualcosa di altrettanto potente "

Anonimo ha detto...

Ho appena sentito a quarto grado da Remo Croci che sulla strada che avrebbe percorso Melania, secondo quanto dichiarato da Salvatore, è stato trovato un oggetto metallico insanguinato e che sul gomito di Melania è stato rinvenuto lo stesso DNA trovato in un capello rinvenuto sempre sul corpo di Melania. Qualcuno ha notizie più precise?
Ciao a tutti
Marilia

Anonimo ha detto...

Il distretto di Corte d'Appello di competenza
per procedimenti riguardanti i magistrati del
distretto di Napoli è fissato dalla legge nel
distretto di Roma.

Bisognerebbe, appunto, che fosse fatto un esposto
sull'operato dei magistrati di Nola e dintorni presso il distretto di Roma. E' opportuno, e appropriato, attendere comunque l'esplicitazione delle motivazioni alla base della decisione emessa.

Ci sarebbe da verificare anche l'operato del difensore della fam P., in riferimento al ritiro dell'istanza di Franca P. e altro, ai fini di una valutazione sul fedele o infedele patrocinio.

E valutare anche se è possibile un ricorso alla Corte Europea.

Si racconta, da chi ha origini vicino a quella zona, che N. sia molto malfamata, e che ci sia un particolare andazzo e mentalità.

Ricordiamoci anche che SP, pur potendolo chiedere, si è ben guardato dal richiedere l'avvicinamento a struttura carceraria sul suolo campano, malgrado anche la presenza di un carcere (in Santa Maria Capua a Vetere) specificatamente riservato a personale militare e affini. Circostanza che deve fare riflettere.

K@

Mimosa ha detto...

@ Antonello
io direi come diavolo hanno potuto i Rea tener nascosta alla piccola la morte della sua mamma? Continuamente vanno in video a dire che la piccola non sa ancora niente, non sono certo andati a raccontarle che il papà è in carcere con l’accusa di avere ammazzato la madre (con lei presente), ma almeno che la Mamma è in Paradiso glielo avranno detto o no? Da tanti elementi sembra di no, e allora quando glielo diranno? quando avrà compiuto 18 anni?
Le varie psicologhe intervenute avranno spiegato ai nonni che la bambina non è un deficiente burattino senza anima né sentimenti e che la perdita della mamma è un lutto che deve cominciare ad elaborare fin da subito?
Mi domando che consigli avranno dato per spiegarle la "lontananza" del padre!!

@ Tabula
credo che un ricorso B&G lo abbiano pensato, anche perché sicuramente pressati da un padre disperato e diseredato dell’unico affetto rimastogli, il quale per soli questi motivi sta già scontando (prima di qualsiasi sentenza di un Tribunale legittimo) la sua pena all’ergastolo con isolamento diurno … quindi senza visite!
Questo è il disonore della Giustizia con la G maiuscola!!! c’è un uomo (come migliaia) in galera prima della sentenza solo sulla base di indizi “forzati” (per contro – tanto per non fare un nome – è sempre ai domiciliari un comandante di nave che ha causato e abbandonato alla morte 35 passeggeri?).
Ma, se B&G faranno ricorso, pensa a quanto verrà a costare ai Parolisi … già sono quasi sul lastrico per quello che finora costano avvocati e periti. Per fortuna che hanno chiesto il rito abbreviato, un notevole risparmio c’è.
Pensa che stasera ho sentito che un processo in primo grado contro una ragazza straniera, che ha rubato un sacchettino di caramelle del valore di poco più di un euro, è già costato tremila volte tanto (a carico dei contribuenti visto che l’imputata non si è presentata e non è stata più rintracciata.

Purtroppo molti imputati innocenti restano in carcere solo perché non hanno i soldi per difendersi.

Come ad Enrico anche a me hanno suscitato i brividi la tua frase sul “suicidio” (che ti dirò ad un certo momento l’ho paventato anch’io)

@ K@
… e dunque non mi sorprende la tua acuta osservazione sul non richiesto trasferimento al carcere militare … troppo dentro all’area dei probabili registi.

Mimosa

tabula ha detto...

sì, immagino che costerà.
@Enrico, non l'ho espresso per essere contorta e diabolica, ma perchè potrebbe essere una concreta possibilità.

Mi sono fatta un'idea ormai abbastanza precisa del quadro della situazione, Parolisi oltre alle colpe imputategli ne ha sicuramente ALTRE (attimo di riflessione) ma tra queste NON c'è l'omicidio della moglie.

Ritengo che i Rea stiano sfruttando amicizie in odore di qualcosa molto lontano dalla santità, e ritengo lo stiano facendo perchè mossi dall'odio e dalla vendetta personale per qualche colpa a carico di Parolisi che nel contesto NON ha saputo (o potuto) proteggere Melania.
Del resto se la donna era all'apparenza così sicura di sè nel condursi, come sembrano essere i suoi familiari, mi sembra poco ma sicuro che, conoscendo fatti e soprattutto i MISFATTI del marito, in fondo in fondo possa essersi cacciata da sola nei guai a causa della sua lingua un pò troppo lingua.
Perchè da che mondo è mondo una casalinga con certe storie è difficile abbia a che fare.

Magari mi sbaglierò.

Anche perchè se da un lato vedrei questo quadro in cui clienti protezione e impronte di stivali da caserma insanguinate delinearsi con chiarezza sulla scena del crimine, d'altro canto non riesco a far combaciare una Melania dalle sceneggiate napoletane inopportune con una Melania oculata.. che si guardi bene dal raccontare ad Imma o a Sonia, le amiche chiacchierone, i tradimenti di Salvatore, e che sceglieva con cura le proprie confidenti.
Da noi si dice amici-amici, amici un.. (parola volgare).
Beh pare proprio che fosse così.
Perchè lei i suoi amici e le persone di cui realmente si fidava le contava sulle dita di una mano: Valentina e Franca, alla quale ADDIRITTURA avrebbe voluto fosse affidata sua figlia.

E vattelapesca sapere che una scriva una lettera dichiarando le proprie intenzioni e debba prendersi anche la briga di autenticarla!

quante lettere avete mai autenticato in vita vostra? Io nessuna.

Mimosa ha detto...

Ah, a proposito di impronte, a QG è stato detto che ce ne erano due insaguinate sul ballatoio ... lo sapevate voi?

Poi l'impareggiabile spalla di S.S. ha detto che nella scarpa di Melania sono stati trovati una perlina e un lustrino ... udite, udite ... "che potrebbero essere dell'assassino".
Proprio così, le perline apparterrebbero all' assassinO, maschile...!!!

'Notte. Mimosa

Antonello ha detto...

@Mimosa
hai intastierato un argomento per me troppo delicato, per buona stizza di Tabula dovrei tirare fuori troppi vocabolari per discuterlo, ma per quanti riuscissi ad infilare in una penna non fare che sminuirne la serieta'.
Posso solo dire che l'elaborazione del dolore e' la fase piu' critica e personale di un essere umano, ma anche la fase di maggior crescita purtroppo.
Il momento del dolore vissuto cosi' piccini ed in contesti spersonalizzati come quelli lontano dai genitori deve poi essere veramente un dedalo.
Non oso pensare e non oso scrivere, per una volta rilancio a chi vorra' discuterne, per me e' un tema out.

Anonimo ha detto...

Tabula, a volte accade che entrambi i genitori si preoccupino della tutela dei figli, in caso di loro commorienza, così tramite testamento, scrittura privata autenticata od atto pubblico, designano quello/a che dovrà essere il tutore dei figli. Lo stesso accade, anzi soprattutto, quando rimane un solo genitore.
L'art 350c.c. permette ai genitori, di disporre per i figli, in caso di loro impossibilità nel crescerli. Ma leggendo bene tale art. si può notare, che non si fa cenno, alla possibilità per i genitori di nominare un tutore solo per il caso che questi ultimi vengano a mancare.
L'art348c.c. dispone che: Il giudice tutelare nomina tutore la persona designata dal genitore che ha esercitato per ultimo la patria potestà . La designazione può essere fatta per TESTAMENTO , per atto pubblico o per scrittura privata autenticata .

E' vero che il testamento, vale per dopo la morte, ma gli altri due atti no.
Un genitore, potrebbe preoccuparsi dei propri figli, nominando loro un tutore, non solo nell'eventualità che vengano a mancare , ma anche per qualunque impossibilità in cui potrebbero venirsi a trovare.
Il giudice deve interpretare la legge, sai alcuni casi giudiziari, sono come un terno al lotto.

L'art 27 della Costituzione, dispone che l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Per cui il provvedimento di sospensione, che potrebbe essere fatto rientrare nell'art 333c.c.; nel caso in questione contrasta con un principio costituzionale.
Contro il provvedimento emesso dalla Corte d'Appello, si può proporre ricorso, ma i legali se la devono studiare più che bene, senza remore, senza guardare in faccia a nessuno.

Mimosa, mi ricordo che erano state trovate delle perline nella scarpa di Melania, tanto che gli inquirenti tornarono sul luogo in cui fu ritrovato il corpo a cercarne altre. Le avrà lasciate lì, qualche trans, magari aveva la gonna con le paillettes.
Ieri sera guardando QG, nel vedere quell'impronta di scarpa, mi è venuto in mente che potrebbe corrispondere alla suola di uno stivale in gomma, uno di quelli che si usa per andare nei boschi alla ricerca di funghi, tartufi, a caccia.
Devo, invece ammettere che ascoltare la Palombelli è sempre uno spasso. Le sue amiche hanno lasciato i mariti ed i FIGLI, ma non i cani (premetto che adoro i cani). Che amiche! Però ci scommetto che la Ragusa, non avrebbe mai lasciato i figli, perchè una mammma non lo fa.
Il dna di Busco ritrovato sul corpo della vittima è normale che ci sia e che risalga a qualche giorno prima della morte, in quanto tra i due vi era un legame affettivo, mentre il dna di Salavtore ritrovato sull'arcata dentaria della moglie, deve essere stato lasciato per forza pochi minuti prima della morte. L'intelligenza non è una dote che le appartiene.

Stella

Tiziana ha detto...

"(AGI) - Teramo, 20 apr. - Per gli avvocati di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, la sentenza della Corte d'Appello di Napoli che ha sospeso la patria potesta' del caporalmaggiore, e' una sentenza di colpevolezza. "Abbiamo letto i motivi per i quali la Corte d'Appello di Napoli ha ritenuto di sospendere la patria potesta' a Parolisi - dichiarano i legali di fiducia del sottufficiale, alla sbarra per il delitto della moglie Melania Rea. La stessa Corte, sostituendosi indebitamente al giudice dell'accertamento penale, e' gia' pervenuta alla sentenza di colpevolezza di Parolisi. Ci aspettavamo un'analisi piu' approfondita e soprattutto una maggiore considerazione dei diritti della minore a vedere il padre perche' ad oggi, niente e nessuno possono dire quale sia il bene di Vittoria; e - concludono Biscotti e Gentile - soprattutto la Corte ha dimenticato che ci sono bambini che fino a tre anni vivono con le madri in carcere". (AGI) ."

A questo punto è evidente che nella decisione della Corte d'Appello l'elemento preso in considerazione è "la colpevolezza" di Parolisi. Ma è altrettanto evidente che ciò stride con l'art.27 della Costituzione. Un ricorso della difesa perciò è DOVEROSO (spero che per le valutazioni sull'incostituzionalità delle sentenze ci sia una specifica sezione del Tribunale, e che si possa uscire dalle sedi di Napoli e dintorni) e dovrebbe essere facilmente vinto.
Intanto però il tempo passa, e ciò noi sappiamo che gioca a favore dei Rea.

Come mai Franca P ha ritirato la richiesta di affidamento? Anche lì sono state fatte pressioni? E' facile fare pressioni su una mamma.

PINO ha detto...

@ TIZIANA
Non dobbiamo dimenticare che Francesca P. è una dipendente del Ministero di G. e G., lo stesso che sovraintende l'operato dei Tribunali presso i quali si stanno realizzanto le manovre che a noi ci scandalizzano.
Il marionettaro che si ipotizza, agirebbe proprio in tale contesto, dal quale potrebbe essere stato "suggerito" a FP, di soprassedere ad ogni iniziativa, pena...(?)
E FP, oltre ad essere mamma, è anche una donna responsabile e ragionevole, al punto di aver ritenuto più salutare ascoltare il...consiglio.
Quì l'imparità della lotta.
O fede nella tua intelligenza, quindi non mi prolungo.

Tiziana ha detto...

Sì PINO,
purtroppo le mie erano soltanto domande retoriche.
Ti ringrazio per l'informazione, non sapevo che FP fosse dipendente del Ministero di Grazia e Giustizia, a insistere magari avrebbe rischiato anche il posto di lavoro!
Al di là del ricorso della difesa, la mia domanda a questo punto è: possibile che nessun magistrato segua questo genere di casi anche semplicemente per hobby, come facciamo noi? Possibile che nessuno tuoni contro questi evidenti episodi di mala giustizia? Altrettanto dicasi per eventuali medici che possano aver letto la relazione dell'anatomopatologo.
Temo che Parolisi non rivedrà più sua figlia. Nemmeno alla Franzoni, che è in carcere con l'accusa di aver ucciso un figlio (non il coniuge), è toccata una simile sorte. Come operano questi Tribunali dei minori? Hanno un codice da dover seguire o agiscono a seconda delle "SIMPATIE" del momento? Nessuno si è accorto dell'odio dei Rea e dunque della loro inadeguatezza a crescere la bambina?
Oltre a tutto il resto c'è la questione età, che li renderebbe non idonei per un'eventuale adozione della bambina. Si farà avanti Michele? Oppure di diventare padre non ha alcuna voglia?

ENRICO ha detto...

TIZIANA

è una domanda che mi faccio anch'io da mesi:possibile che nessun avvocato, giudice, medico legale, che sicuramente a tempo perso avrà avuto modo di leggere qualcosa a proposito di questo "caso", non abbia colto le incongruenze gravi che lo caratterizzano ? Nemmeno "i colleghi" di B&G ? Mah !

Per quanto riguarda Franca e la sua rinuncia a ricorrere alle decisioni della Corte, se la notizia è vera , la penso anch'io come PINO.

Il che significa che "l'ambiente" è un vero e proprio campo minato pericolosissimo

Mimosa ha detto...

@ PINo e Tiziana
Francesca è casalinga, l'altra sorella Lucia è guardia carceraria, ossia dipendente del ministero di G. e G., al pari del fratello, entrambi lavorano al Nord, una a Verona e l'altro a Rovereto.

PINO ha detto...

@
MIMOSA
Voglio essere pessimista; chi ci dice che l'"avviso" non sia arrivato a loro?
Fanno sempre parte della famiglia. Ed il...male calcola con precisione dove colpire: direttamente, collateralmente e trasversamente; senza escusione di colpi.

Anonimo ha detto...

p.s. Proprio perchè il loro lavoro si svolge in un ambiente saturo di malvivenza, sono a conoscenza di certe "regole" che che costituiscono un codice non scritto, ma che non va contrastato. Pino

Tiziana ha detto...

MIMOSA
anch'io sapevo che Lucia e Rocco fossero guardie carcerarie e credevo che Francesca fosse casalinga. Qualcuno ieri però ha scritto sul blog che FP ha impegni sia come mamma, sia di lavoro e allora ho seguito l'informazione di Pino.

Voglio sperare che non tutta Italia sia assoggettata al potere di cui stiamo parlando.
Personalmente, vivo al nord, non mi è mai capitato di imbattermi in tale potere, né di sentire alcuno dei miei amici o conoscenti parlarne. Posso dunque ritenere che non tutto il paese sia marcio.
A questo punto credo dunque che il consiglio a Franca sia arrivato non tramite il lavoro, suo o dei fratelli, ma da altra fonte. Magari più diretta? Vi ricordate lo scandalo e la meraviglia di Michele quando seppe che FP aveva fatto richiesta di affido?

Annika ha detto...

STELLA
non sono affatto certa dei termini che seguono, ma se la sentenza di ieri contravviene all'art. 27 della Costituzione, a quale tribunale potrebbero presentare ricorso i legali di Parolisi?

Anonimo ha detto...

Annika, la difesa può proporre ricorso in Cassazione per violazione o falsa applicazione di norme di diritto.
Se la Cassazione dovesse rigettare il ricorso, potrebbero ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, indicando la norma della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo che si pretende essere stata violata.

Il buongiorno si vede dal mattino, avrebbero dovuto prendere il toro per le corna immediatamente e non sarebbero arrivati a questo punto.
Hanno mille motivi per far nominare un altro tutore e protutore (che tra l'altro sono tra loro in conflitto) per la piccola.
Dopo la nomina dei Rea, chissà i legali di Parolisi cosa si aspettavano?! Ne hanno ricevuti diversi di colpi bassi da tale parte, quindi SVEGLIA.

In merito a Franca, penso che il motivo per il quale non ha richiesto l'affidamento, dipenda dal fatto, che si aspettasse un DO UT DES; non chiedo l'affidamento, ma fate incontrare padre e figlia.
I legali, dovrebbero sapere, che se si vuole 10, bisogna chiedere 100.

Stella

Annika ha detto...

Grazie mille STELLA. Non mi intendo affatto di giurisprudenza ma sono d'accordissimo con te: che B&G agiscano il prima possibile.

Sabry ha detto...

Non ci posso credere:Michele Rea a Verissimo....non se ne può più...e basta...

Ma verissimo non era un programma di gossip?adesso si occupa anche della cronaca?

Mah...

Pamba ha detto...

Stella,
grazie di questi approfondimenti ed anche dei chiarimenti di ieri.

Sabry
La tv? Non la guardo proprio!
I Rea che gongolano per questa anticipazione di colpevolezza di Salv., soddisfatti di essere riusciti a sottrarre la nipote ai Parolisi, e che continuano a fingersi interessati soltanto alla tranquillità della bambina..
no, proprio no!

Non ne parlerò più, prometto, ma sentite le parole del legale dei Rea, dal Corriere Adriatico di oggi:
"erano preoccupati per la piccola, che dopo aver trascorso 48 ore a casa dei Parolisi tornava scombussolata".
Chissà che succedeva là di così grave, forse parlava al telefono con il papà, qualche familiare la rassicurava sull'esistenza almeno di suo padre, ne vedeva delle foto?

Togliere questo pernottamento dai nonni paterni, sì, lo considerano proprio rilevante, "questo aspetto li disturbava parecchio"!

Marina ha detto...

Vi stavate chiedendo come mai i magistrati e gli avvocati non si pronunciano sulla iniqua decisione della Corte d'Appello di Napoli...in effetti qualcuno, dovrebbero essere in tanti ma accontentiamoci, ha giustamente da ridire. Leggete qui:

http://www.mnews.it/2012/04/21/decisione-di-sospendere-la-potesta-parentale-a-parolisi-ma-non-si-e-innocenti-fino-alla-sentenza-definitiva/

Mimosa ha detto...

Volete un altro tassello per capire il carattere di Melania?

L’altro giorno ho visto questo spezzone: alla fiaccolata è stata intervistata una tale Anna Allocca definita nel sottotitolo “amica di Melania”. Ha detto che, dopo il matrimonio, Melania non ha vissuto bene la separazione dai genitori e da Somma, perché viveva un rapporto simbiotico con la mamma (però era tanto innamorata del marito e mostravano di essere una coppia molto affiatata).

ENRICO ha detto...

Se, come ha detto Sabry, Michele R. era ospite a Verissimo, non credo proprio ci sia andato gratis et amore. Quella è una delle trasmissioni più commerciali che ci sia sul mercato.

A questo punto non si capisce cosa li spinga a perseverare in questa loro sovraesposizione mediatica. Hanno ottenuto quello che volevano ? Allora perchè insistere ad andare in Tv ?

CHI è che li consiglia a farlo ? e A QUALE SCOPO

Mi rifiuto di pensare che si tratti di miserabili QUATTRINI !

Sarebbe orripilante.

ANNA ha detto...

LA GIUSTIZIA ITALIANA HA FALLITO, SONO STATI VIOLATI TUTTI I DIRITTI COSTITUZIONALI, I DIRITTI DEI BAMBINI, è STATA VIOLATA LA RISOLUZIONE DELL'ONU PROPRIO SUL FANCIULLO,

CON QUESTA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEI MINORI E' MORTA LA GIUSTIZIA
IN ITALIA

I REA SONO LE PEROSNE PIù FALSE E IPOCRITE CHE CI POSSANO ESSERE HANNO MENTITO HANNO DEPISTATO HANNO INSABBIATO MA A LORO NESSUNO FA NULLA

VERGOGNA !VERGOGNA!VERGOGNA

gabry ha detto...

Enrico
non dimenticare che i quattrini serviranno per la crescita di Vittoria !
probabilmente la sua crescita li esporrà a esborsi notevoli e vogliono
essere pronti.
troveranno anche una giustificazione a questo.
una riflessione, in quest'ultimo anno sono molti i fatti di cronaca che hanno "colpito" l'opinione del pubblico.
spesso mi trovo a pensare alla famiglia di Yara, le differenze che noto è come se mi schiaffeggiassero . E mi auguro con molta tristezza che Parolisi sia veramente il colpevole perchè pensarlo innocente a dover ingoiare tutti questi rospi.......

Anonimo ha detto...

Come ho già ricordato, è possibile far
valutare l'operato di magistrati da altri magistrati.
Per i magistrati campani sono per legge, all'atualità, designati magistrati di Roma.

iIl relativo esposto è parallelo, e diverso, al ricorso in appello sulla decisione (quest'ultimo è quanto menzionano i legali di SP.e riguarda l'illegittimità della decisione). L'esposti a cui io mi riferisco riguarda i magistrati che hanno firmato la decisione
in questione.

Ora trasferiamoci a discutere sul nuovo articolo scritto da Massimo
K@

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