Dopo quasi un mese di dormiveglia qualcuno in quel di Taranto s'è improvvisamente svegliato dal letargo che gli intorpidiva le dita. Ma a dormire non erano di certo i procuratori che nel periodo in cui non sono stati collegati hanno cercato nuove strade che potessero inserire nel puzzle omicida, in maniera stabile e sicura, Sabrina Misseri e qualcun altro. Quindi, non appena le dita han ripreso vigore, il bel giornalista risvegliato ha battuto una novità assoluta, quella che meno di altre si infila nel quadro ricostruttivo, quella però più facile da commentare per i suoi lettori, anche loro rimasti un mese in dormiveglia. L'omicidio, per il suddetto, sarebbe avvenuto all'interno della villetta di via Deledda. Il "sarebbe" l'ho inserito perché lui, che mai ha usato condizionali nei suoi articoli, in quest'occasione si è premurato d'inserirlo dichiarando a chiare lettere ai propri lettori che è d'obbligo. Meglio tardi che mai anche se credo che, dopo i tanti imperativi dei mesi passati, pochi saranno quelli che lo considereranno un obbligo e molti quelli che daranno il fatto per scontato. Ed infatti un commento cita: "Era chiaro già da prima che la ragazza fosse stata uccisa in casa e non in garage. Mancavano le prove per affermarlo". Come volevasi dimostrare il condizionale è stato considerato facoltativo e le prove sono apparse nella loro nitidezza nebbiosa.
Per cui ora anche in procura, ad ascoltare chi non lo ha dato per certo ma lo ha scritto, si è deciso di percorrere la pista inizialmente non considerata. E questo non è un elemento da poco perché comporterà, speriamo in tempi brevi così da essere certi che quanto svelatoci risponde al vero, una ulteriore richiesta d'arresto al Gip, quello di Cosima Serrano. La madre della figlia del contadino, infatti, non sarebbe esente da colpe se davvero l'omicidio fosse stato commesso all'interno delle mura domestiche, perché in tal caso avrebbe di certo sentito qualcosa, un lamento, un urlo. Dato questo per assodato bisogna pensare abbia anche aiutato alla soppressione del corpo. Perciò per lei si configurerebbero, come minimo, tre reati. Complicità in omicidio, occultamento o soppressione di cadavere ed intralcio alla Giustizia in quanto in questi mesi ha cercato di depistare appoggiando la figlia che sapeva colpevole.
Quindi quale maniera usare per non rischiare di incappare in queste due piaghe? L'unica conosciuta, quella già usata. Si inserisce la notizia su quanto avviene in campo difensivo all'interno di un articolo che, pur se infarcito di sarebbe e condizionali, è comunque in stile accusatorio. E per non rischiare meglio non accusare solo la madre di Sabrina, dire che la ragazza è stata uccisa in casa significa tirarla in ballo con gonna e mutandoni, ma anche gli abitanti di Avetrana. Così siamo venuti a sapere che ci sarebbe chi, fra gli avetranesi, il giorno del delitto avrebbe visto qualcosa di molto importante ed ha taciuto e tace ancora. E non solo lui tace perché, a detta del giornalista, da quando la televisione ha spento i riflettori sul caso Scazzi, meglio sarebbe dire da quando il Bollino ed altri non inseriscono pregiudizi e non incensano più la procura, nel paese pugliese si è alzato un vero e proprio muro omertoso atto a proteggere gli indagati e qualche sospettato. Sospettato? Sospettato di che? Da quando esistono, per i quotidiani pugliesi, altri sospettati? E chi li proteggerebbe? Per quale motivo in particolare? Perché non ce lo dicono? Eh no, occorre dirle le cose se si sanno. Perché gettare una roccia in uno stagno e poi fischiettare col muso alzato al cielo e le mani in tasca?
Insomma, tanto per capirci, parliamo degli indagati e dei sospettati per provare a capire chi di loro sarebbe protetto dal comportamento omertoso dei suoi compaesani. Cosima Serrano è ancora libera e non inserita nel registro degli indagati, quindi che il delitto sia stato commesso all'interno dell'abitazione è solo il solito sospetto della procura oppure, addirittura, una bufala di qualche buontempone che adora scrivere di fantasia. Anche perché i tabulati e le perizie del Ros davvero poco possono accertare viste le esigue distanze fra via Vico Verdi e via Grazia Deledda. Il fratello di zio Miché è ancora indagato, chissà per quanto lo sarà, ed aspetta un rinvio a giudizio; nessuno lo prende a lavorare e gira il meno possibile anche per Manduria, perché a Manduria abita. Il Cosimo, con gli stessi problemi di suo zio, se ne sta in campagna, coccola gli ulivi e dice continuamente "questo non lo so dire"; ad Avetrana manda la moglie in orari soleggiati con la speranza che dormano tutti tranne quello degli alimentari. Ivano Russo sta diventando un divo. Le sue interviste costano ed i settimanali già hanno pensato di fargli fare una sorta di grande fratello pugliese ambientato in ore notturne in una nota birreria della zona. Chiaramente oltre alla nuova fidanzata gli verrà affiancata una quindicenne da coccolare. Fonti ben informate, si dice così, affermano che presto ci saranno i provini fra tutte le adolescenti che frequentano le discoteche di Taranto. Ce ne sono altri da considerare? Chi? La Spagnoletti ed il Petarra?
La Spagnoletti è fuori gioco da quando ha sognato di essere interrogata dall'avvocato Coppi. Da quel momento infatti è sempre "agitata" e non usa più l'auto per paura di sbagliare strada o sbandare. Il Petarra, invece, dopo mesi ha parlato, anche se non ha portato nulla all'impianto accusatorio e non s'è capito se la sua convinzione di colpevolezza gli sia venuta perché ha seguito Sarah fino all'abitazione dei Misseri o per chissà cos'altro. L'avrà seguita davvero? Ha un alibi convincente per quell'orario o ha dichiarato di essere rientrato in casa? Che sia lui uno dei sospettati? In effetti, se togliamo il mentitore agricolo che non viene più creduto da nessuno, lui è uno degli ultimi, se non l'ultimo, ad avere visto la piccola Sarah in vita, e visto che le indagini usualmente partono dall'ultimo che ha visto la vittima non ci sarebbe da scandalizzarsi se venisse coinvolto ed addirittura indagato.
Ma lasciamo perdere i sospettati e passiamo ad una stranezza che non ho ben capito. Nel suddetto articolo si parla di una comparazione fra il dna prelevato in pompa magna a Cosimo, Cosima, Ivano e Carmine, e quelli rinvenuti sui due compressori e sul manometro sequestrati nel garage. Quindi hanno estrapolato dei codici genetici da quei macchinari e non l'hanno detto? Se sì, per quale motivo hanno taciuto? Omertà? Comunque la comparazione non s'è potuta fare ed hanno rinviato l'esame di qualche giorno. E mentre ieri l'avvocato del Misseri ha chiesto alla direzione del carcere di Taranto le cartelle cliniche del suo assistito, in special modo quelle dei primi due mesi, domani i difensori della figlia si incontreranno con i procuratori. I motivi dell'audizione sono top secret ma, avendo imparato a conoscere il Coppi ed i suoi colpi di coda, c'è da chiedersi quale marchingegno stia per mettere in funzione. Lo sapremo mai?
Carmela Melania Rea
Livia ed Alessia
Yara Gambirasio
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16 commenti:
Caro Massimo, ho proprio paura che Salvatore Parolisi,Sabrina MIsseri,Cosima Serrano, e forse anche Carmine misseri come pure Cosimo Cosma stanno per traslocare.Sono sicura di questo sin dal primo giorno.Dal secondo giorno in poi è tutta una "Falsa".
Bea.
Ciao Massimo, ti ho lasciato un post sul servizio di Carmela, mi piacerebbe lo legessi Saluti
Mentre oggi la "Gazzetta del mezzogiorno" tace (hanno pubblicato commenti di ieri ma fino ad una certa ora, non il mio che avevo spedito alla sera), "Il Nuovo Quotidiano di Puglia" esce invece con la notizia che ci sarebbe finalmente un "supertestimone", un commerciante, che ha visto "cose inquietanti" (?). Poi però ha smentito tutto ed ora è indagato (tutto questo in un giorno solo ?). Malgrado vogliano dare l'impressione che la situazione sia in evoluzione e in movimento, mi pare che nulla si ricavi in realtà di nuovo. Intanto i mesi passano, le mamme imbiancano e i figli crescono.
E' di oggi, Manlio, anche la bufala di Studio Aperto che ha spiattellato all'Italia intera l'intenzione di Franco Coppi di chiedere ai procuratori una sorta di patteggiamento per Sabrina Misseri in modo da non farle prenderle l'ergastolo.
E la notizia l'ha data quando l'incontro era finito e Coppi si trovava al carcere da Sabrina.
I mesi passano, le mamme imbiancano, i figli crescono... solo i giornalisti regrediscono. Ciao
A Quarto Grado, intervistato da Filomena Rollo all’uscita dal carcere dove aveva avuto un colloquio con Sabrina, l’avv. Coppi ha detto che crede alla innocenza della ragazza, … che patteggiamento, dunque???
Quello che mi ha sconcertata è la spiegazione di Sabrina Scarpini sui motivi per i quali gli inquirenti abbiano stabilito esattamente dove è avvenuto il delitto: ha detto che sensibilissime apparecchiature e sofisticate tecniche basate sugli impulsi emanati dai telefonini e sulla “intensità” di questi impulsi hanno stabilito che “il delitto si è svolto in casa e non nel garage”, ovvero al primo piano dell’abitazione e non al piano terra …. Neanche Salvo Sottile pareva darci molto credito … a che gioco giocano i due? Addirittura a Meluzzi gli è scappata una battuta ironica … ha parlato di "tineide" per il fatto del "tinello", tinello sì, tinello no ...
C'è da mettersi le mani nei capelli ...
Mimosa
Tre accertamenti tecnici per stabilire che Sarah Scazzi si trovava in una zona compatibile con via a Deledda alle 14,28.Qual'è la novità,in che modo questo conferma l'ipotesi che il delitto sia stato commesso in casa e non in garage?Vorrei che la prossima volta lo spiegasse l'avv. Biscotti che sembra aver trovato nei risultati delle mappature dei ros la conferma dei suoi sospetti.
Guarda caso, la zona è compatibile anche con V. Verdi. Ma questo non viene detto.
Nessuno dice che, poichè ad Avetrana c'è un unico ripetitore che copre tutto l'abitato, è impossibile stabilire in base a questo accertamento la posizione esatta della povera Sarah.
Men che meno si può stabilire se Sarah si trovasse al primo piano o al piano terra di casa Misseri.
Ma questo si sapeva da sempre. Qui si sta menando il can per l'aia.
E intanto Sabrina resta in carcere, senza prove e senza processo.
Giacomo
Ciao Giacomo.
Qui non si parla di localizzazione ma si potenza del segnale. A loro dire i segnali del cellulare di Sarah e Sabrina avevano una potenza compatibile uno con l'altro, potenza che si sarebbe ridotta in quello di Sarah se si fosse trovata in garage.
E questa sarebbe una prova fondamentale per dimostrare la colpa di Sabrina. Come se non si sapesse che i cali di potenza sono frequenti, a volte cambiano anche di minuto in minuto, e che è diversa anche da cellulare a cellulare (non so se avessero entrambi un Nokia, ma io ne ho tre ed ognuno capta il segnale a modo suo, quindi ha hanno innalzamenti e abbassamenti di frequenza anche se sono nella stessa camera).
L'altra prova sarebbe un verbale non firmato di un fiorista che abita in via grazia deledda. Ma se non l'ha firmato ci saranno dei motivi? Non è che anche a lui hanno fatto pressioni quasi obbligandolo a dire quanto in realtà non intendeva dire?
Ma venerdì si è cantato, a mio parere, il canto del cigno. Tre notizie, che alla fine dei conti non sono notizie, riprese solo da chi non fa informazione ma disinformazione. E se non hanno più gli appoggi mediatici di qualche mese fa presto, ad iniziare dal 17 maggio, ne vedremo delle belle.
Massimo
Pare che la testimonianza del fiorista sia arrivata alle orecchie degli inquirenti tarantini tramite il passaparola.In sostanza quest'uomo avrebbe confidato ad un parente di aver sognato la scena di Sarah che viene inseguita dai tre Misseri che,a suon di calci e pugni,la tiravano verso il garage.Il parente di quest'uomo l'ha raccontato ad un amico,l'amico lo ha raccontato ad un suo parente e così via fino ad arrivare in quel di Taranto.Al momento di verbalizzare il tutto il fiorista ha detto di aver semplicemente sognato la scena in quanto fortemente suggestionato da ciò che sentiva in tv in quel periodo.Questo dimostrerebbe quanto i media hanno influenzato gli altri testimoni di questa storia,non solo quelli che hanno cambiato idea,ma anche quelli che sono spuntati fuori dopo mesi inoltre,è una dimostrazione di quanto veramente poco hanno in mano gli inquirenti dato che si sono ridotti a dare credito a fantasie oniriche.
Non credo valga la pena di addentrarsi in disquisizioni tecniche specialistiche. Comunque tu mi puoi insegnare che, anche se chiamo con un cellulare un altro che sta ad es nella stessa stanza, il segnale non viaggia direttamente da un telefonino all'altro, ma va ad un ripetitore che copre tutta la zona (la cosiddetta cella, che è unica nell'abitato di Avetrana) e viene ritrasmesso all'altro telefonino. Quindi quale che sia la posizione reciproca dei due cellulari all'interno dell'area coperta dallo stesso ripetitore, i tabulati non possono che registrare la loro appartenenza alla stessa cella e l'ora in cui si è svolta la comunicazione (in pratica possono dire se erano entrambi nell'abitato di Avetrana o no).
Naturalmente se il 26 AGOSTO 2010 i cellulari interessati si fossero trovati sotto speciale osservazione tramite idonee apparecchiature, allora sì che si sarebbero potuti registrare con precisione i movimenti e naturalmente anche il contenuto delle comunicazioni.
Solo che allora non c'era motivo per una "sorveglianza speciale".
Ma fare delle rilevazioni adesso è una cosa assolutamente priva di senso, perché i dati che si ricaverebbero ora non potrebbero essere confrontati con niente.
Se cmq ti riferisci a "Quarto Grado", gli organizzatori della trasmissione questo lo sapevano bene. Hai certo notato come hanno evitato accuratamente di interpellare il gen. Garofano, che era l'unico che potesse spiegare questi argomenti con cognizione di causa.
La stessa Rorro ha abbassato gli occhi ed ha ammesso che quelle che spacciano ora come novità sono notizie già fornite dai Carabinieri nei primi tempi delle indagini e fin d'allora perfettamente a conoscenza della procura.
Hai detto bene, Massimo: tutti quelli che hanno speculato su questa vicenda sono alla frutta. Presto si comincerà a fare sul serio.
Ma altre vittime da sacrificare sull'altare dell'audience sono pronte a sostituire i fatti di Avetrana. L'ultima in ordine di tempo è quel povero cristo di Ascoli a cui hanno massacrato la moglie e che da vittima vogliono far passare per carnefice. Tale e quale come Avetrana. Questo è lo sport di certo giornalismo malsano: invertire i ruoli tra vittime e carnefici.
Ciao
Giacomo
Caro Prati, stasera per due volte tentando di postare il commento, mi veniva segnalato errore. probabilmente si tratta di boicottaggi. Mah, allora come ho già detto non seguo più la televisione da cui ho divorziato da dicembre; l'altro ieri, per tutt'altre ragioni, ho divorziato da "La Stampa", perché sinceramene certi atteggiamenti giornalistici mi vengono proprio a noia. Stasera ho visto i due quotidiani on-line, che sono ormai gli unici ad avere ripreso la questione del delitto Scazzi, ridotta però, pare, a semplice fatto locale. Intanto "Il Quotidiano di Puglia" punta tutto sul testimone, di cui Norma ha già trattato. Sogno o veglia, sta di fatto che una scena del genere non sarebbe passata inosservata; nel silenzio del riposo pomeridiano urli di qualcuno che fugge e di qualcuno che insegue si sarebbero sentiti e, salvo a credere ai ricordi che riemergono dopo mesi dall'inconscio, mi pare che come testimonianza puzzi piuttosto di mitomanìa o di qualche battuta che qualche altro ha preso sul serio. "La Gazzetta del mezzogiorno" è più interessante perché almeno chiarisce una data, il 17 maggio, come primo passaggio procedurale alla Cassazione. Mancano 10 giorni e quindi vedremo che cosa dirà, sul piano formale, di questa faccenda assai informale, appunto la Suprema Corte. Nella Gazzetta la faccenda della falsa testimonianza viene chiarita meglio, anche se resta la netta impressione che si tratti di dichiarazionni mitomani o di battute con poco spirito (sulla Gazzetta si parla di una prima testimonianza ai carabinieri, non ad un amico). Riguardo al "patteggiamento", è probabile che sia stato discusso come possibilità (la cosa più credibile è che sia stata proposta dai PM, non dagli avvocati, per uscire "dignitosamente" dalla vicenda). La cosa sembrava essere stata possibile secondo l'impostazioe data dall'avv. Conte dopo l'incidente probatorio, ma conclusa con la ricusazione della stessa. Pare evidente che, se Sabrina avesse commesso il delitto, poco importa con quali modalità, accettare la versione della disgrazia, seguita al "gioco del cavalluccio" o quale altro gioco (ma non dovevano andar via in fretta per andare al mare ? si mettevano a far giochi pericolosi le due cugine ?), sarebbe stata la cosa più pratica e conveniente. Questo per un reale colpevole, ma non per un innocente: e proprio il rifiuto di un simile compromesso, che avrebbe del resto posto una pietra tombale su un eventuale altro omicida (non va dimenticata quest'altra possibilità), cosa che non potrebbe essere ammessa da chi ha perso in modo così tragico e orrendo una persona cara, dimostra a mio parere con larghezza l'assoluta buona fede di Sabrina Misseri.
La notizia del supertestimone è stata riportata anche dal quotidiano locale "La Voce di Manduria" la quale si è recata nel negozio di fiorista di quest'uomo.Questo signore,pur manifestando la volontà di non voler concedere interviste,ha confermato di aver parlato di questo suo sogno solo con amici e parenti ed ha ribadito il fatto che si trattava di una pura suggestione anche davanti agli inquirenti tarantini.Solo che questi non gli credono...sarà perchè sono fortemente motivati a trasformare questo sogno in realtà?
Secondo me, a sognare è stato l'estensore dell'articolo...
Non vi sarebbe nulla di strano se, attraverso procedure "suggestive" (nel senso di amichevoli suggerimenti), la Procura cerchi di passare dal sogno alla realtà, convincendo l'uomo che quella scena era in stato di veglia, e non di sonno. Solo che lo spettacolo rimane assai poco credibile comunque: una ragazzina, agile e magra, che fugge alla terribile cugina e forse anche alla zia, ambedue ansanti, dato il peso rispettivo. Riescono ad afferrare per i capelli la ragazzina e a trascinarla dentro. Questo a rischio di farsi vedere ed udire dai vicini, nel silenzio pomeridiano, e dall'amica Mariangela in arrivo per la gita al mare, e non dubitiamo che, se Mariangela avesse scoperto una scena simile, sicuramente l'avrebbe descritta e scritta su un foglio da leggere alla televisione. Insomma, mi sembra una scena alquanto improbabile nella veglia e molto più probabile nel sogno. Intanto mancano 9 giorni al fatidico 17 maggio, prima prova esterna a Taranto delle regolarità procedurali. Magari, per rendere ancor più emozionante la cosa, verrà fatto un nuovo rinvìo...
SOGNO O SON DESTO ? I PASSI DA GIGANTE DELLA PROCURA TARANTINA, almeno nella versione del "Nuovo Quotidiano di Puglia".
Fu il filosofo cinese Chuang-Zu a porsi il problema su quale fosse la vera realtà, tra lo stato di sogno e di veglia, col celebre paradosso della farfalla, che ridotto in termini meno poetici significa: "Quando sogno, la realtà è quella di veglia o quella del sogno ? Se sogno una farfalla, sono io uomo a sognare la farfalla, o è la farfalla a sognare me uomo ?". Domanda bellissima ed intrigante sul piano filosofico e metafisico, non lontana dai dubbi assoluti di Pirrone o dal dubbio metodologico di Cartesio, che dubitava perfino di esistere. Ma se vogliamo portarlo sul piano giudiziario, vi è qualche difficoltà in materia probatoria. Alla fine del XIX secolo, inizi XX, era di moda lo spiritismo, che a certuni sembrava un metodo ovvio per scoprire delinquenti. A quanto risulta su una vecchia rivista "Luce ed Ombra", vi fu un caso di omicidio risolto giudiziariamente ascoltando il fantasma dell'assassinato. Nessuna meraviglia quindi che vi sia qualche magistrato che ora tenti di risolvere un problema giudiziario grazie a metodi parapsicologici. Secondo il "N. Quotidiano di Puglia" on-line, il famoso fiorista comincia, come avevo supposto, a non distinguere più lo stato di veglia da quello di sonno, e a non essere più sicuro trattarsi di un sogno. Però c'è già qualche importante variante, perché dice di non aver visto la povera Sarah presa per i capelli e trascinata in casa (prima versione), ma che fuggiva, ed è stata presa su una macchina che poteva avere alla guida i terribili parenti, ma questo non è chiaro. Insomma, come tutti i sogni, i dettagli sono fuggevoli, e non vi sarebbe nulla di male se non vi fosse chi vuole trasformarlo in un testimone "oculare" di un sogno trasformato in realtà. Insomma, il fiorista non è più sicuro se era una farfalla che fa il fiorista, o un fiorista che fa la farfalla. La Procura ovviamente indaga, indaga..., ma i suoi fans, tuttavia, non si pongono dubbi sulla validità e certezza dei loro metodi.
Con l'ultima offensiva onirica riguardo ai sogni, agli incubi e alla filosofia, assai interessante, del cinese Chuang Tzu, in merito a farfalle che sognano di essere uomini e uomini che sognano farfalle, fiorai che vedono rapimenti e tirate di capelli in stato di semi-veglia e semi-sogno, pare si stia avviando a conclusione la prima fase delle indagini su e contro Sabrina Misseri. Con la recente sentenza della Corte Costituzionale, che dichiara non obbligatoria la custodia cautelare in carcere anche in caso di omicidio, pare ovvio dedurne che, salvo i soliti eventuali rinvii, la Suprema Corte di Cassazione il 17 maggio dichiarerà, se non altro, non necessaria la custodia cautelare in carcere di Sabrina Misseri e, fors'anche, di suo padre Michele, sebbene confesso, cosa che invece non si può dire della figlia. Naturalmente resta in piedi tutto il resto che, però, se si riduce agli stati di semiveglia, semi-sogno, incubo, ed altro, dimostra che poco hanno in mano i santi inquisitori di Taranto. Qui non si tratta neppure di arrampicarsi, come dice Massimo Prati, su specchi insaponati e scivolosi, ma addirittura scendere nel mondo parapsicologico dell'Occulto, una cosa che non gioverà sicuramente né in sede processuale a Taranto, nè in sede pre-processuale e formale alla Cassazione romana. I ricordi di streghe, scope volanti, diavoli che hanno intimi e plurimi rapporti con le giovani streghe, gatti neri, i presentimenti notturni che pure avevano impressionato la moglie di Cesare ("Guàrdati dalle Idi di marzo"), e tutto il restante armamentario persistono nell'inconscio junghiano dei magistrati contemporanei, anche se pensano di essere forti della Scienza sperimentale.
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