martedì 24 aprile 2012

Roberta Ragusa. E se la pista da seguire partisse dalla palestra?


Che tutto al mondo sia possibile è un dato di fatto e lo si è appurato nei millenni, che i criminali esistano ad ogni latitudine, che siano a volte irriconoscibili perché nascosti sotto la maschera sociale del perbenismo, è un altro fatto assodato e indiscutibile; ciò che non è assodato e si può discutere, è che ad ogni donna che scompare in maniera misteriosa si tenda ad appiccicarle da subito l'etichetta: "vittima di un omicidio". Questo è inconcepibile e assurdo. Ancor più assurdo è l'insinuare che Antonio Logli, parlando della scomparsa di Roberta Ragusa, sia un assassino. Assurdo è il farlo perché in realtà non si ha nulla in mano che porti a questa conclusione, anzi gli indizi finora emersi sono a lui favorevoli. Non s'è trovato nulla che confermasse una collutazione, o una tragedia, in casa o in autoscuola, i figli non hanno parlato di litigi eclatanti fra padre e madre ed il cellulare dell'uomo quella notte non s'è mosso. Per cui, se proprio si vuol parlare di omicidio, bisogna ragionare su questi dati certi per trovare chi potrebbe averlo commesso. Ma purtroppo dobbiamo ancora una volta constatare che esiste già una convinzione mediatica basata sul nulla. Convinzione che esce preponderante in ogni articolo, nascosta fra le parole, in ogni trasmissione televisiva, nascosta fra i sorrisini e le mimiche facciali, ed ha la stessa impronta che hanno le chiacchiere di paese.

Contro il marito di Roberta, infatti, giocano solo le pseudo-testimonianze di quelle pseudo amiche che solo ora parlano a perdifiato di tutto e di più (anche nascondendo il viso). Quelle "amiche" che in passato mai si erano accorte di un disagio evidente, visto che nessuna di loro ha offerto alla donna un aiuto pratico o morale che potesse risolverle la situazione (o qualcuna glielo ha offerto?). Una situazione, fra l'altro, che si trascinava da anni. Ed il dar per certa la colpevolezza del Logli, rimarcando a riprova di questo i suoi atteggiamenti cambiati nel tempo, alcune incongruenze comprensibilissime ed il fatto che rifiuti di rilasciare interviste ai giornalisti, è una grande forzatura creata appositamente per accendere un fuoco e su questo attirare l'attenzione degli italiani. Lui ha ragione a non rilasciarne di inteviste, dato che le sue sarebbero parole buone solo per un'analisi pregiudizievole, ed il tacere è l'unico modo che ha per difendersi da chi, coi suoi discorsi mirati, influenzerebbe ancora di più la mente dell'opinione pubblica. Questo perché quanto la stampa riporta, in casi del genere, non è oro colato e non è argento, è una favola senza trama stampata sulle pagine di cronaca nera dei loro giornali.

E c'è da scommettere che da oggi in poi, non è una critica alle intenzioni ma un dato di fatto perché si è già iniziato a parlarne, si inasprirà il nuovo processo mediatico, già nato, e sarà ancora più diretto di quanto non lo sia stato fin d'ora. Vedremo in vecchi salotti televisivi psicologi e opinionisti di vario genere teorizzare quanto è soggettivo, vedremo servizi intrisi di tristezza e musiche melodrammatiche, vedremo l'ipocrisia salire al limite della censura e collegamenti in diretta, in american-style, da postazioni fisse sistemate di fronte alla casa del processato. L'opinione pubblica sarà accarezzata, coccolata dalla nenia continua e sempre uguale, una nenia che la convincerà di quanto la si vuole convincere, una nenia che la costringerà a seguire tutti i programmi dedicati al caso, compresi di relativa pubblicità (maggiori gli ascolti maggiori gli spot). Nessuno crederà ad una fuga volontaria a causa di quella vita che non apprezzava più, e la maggioranza del popolo italico si farà convincere e vedrà nel marito un assassino. Ripeto, tutto è possibile ed ipotizzabile, ma prima di dare certezze servirebbe di avere qualche prova, al limite qualche indizio serio, che porti a quell'unica soluzione.

Ma dato che di indizi non ve ne sono, i giornalisti dovrebbero fare anche altri ragionamenti e gli opinionisti, ed i legali coinvolti per dar man forte alla tesi precostituita, dovrebbero smetterla di parlare a caso e dire in schermo che una donna con due figli mai si allontanerebbe da casa, che mai è accaduto e mai potrebbe accadere, perché questo non è vero. Parlando di madri scomparse bisognerebbe ricordarsene tante di cui non si ha più notizia... e non tutte sono morte. Anna Maria Lallo, ad esempio, sparì nel '93 per entrare in una setta religiosa, mai tornata da sua figlia, così come Rita Luppino scomparsa nel 2008. Tornarono alla luce, invece, le ossa di Maria Rosa di Pietro. Lei aveva 47 anni ed era, come Roberta Ragusa, della periferia toscana. Venne trovata nel settembre del '94, a cinque mesi dalla scomparsa, in un bosco fra Pisa e Livorno, i suoi resti non presentavano segni di violenze. Del caso si parlò poco e nulla, ma in zona c'è chi ricorda una situazione coniugale che la donna non sopportava più. Ci furono anche indagini mirate, che nessuno sa a cosa portarono, in quanto un suo cognato era a capo di una setta satanica.

Però ci sono altre cose da dire. Ad esempio c'è da dire che la maggioranza delle madri che scompaiono non vengono mai citate sui giornali, e quando qualcuno ne parla non lo fa mai con nome e cognome. Il motivo è semplice, per capirlo leggiamo parte di un articolo scritto per "Repubblica" da Michele Smargiassi: "All'email di don Buonaiuto arrivano storie come quella di una signora, madre di tre figli, marito medico, che sparisce dopo un misterioso seminario a Milano lasciando solo un talismano con un serpente... la polizia ci ha detto che non si può fare nulla perché è diritto di un maggiorenne... ". La polizia non può far nulla contro la volontà di una persona adulta. E non può far nulla perché in Italia non esiste più il reato di plagio. E non esiste seppure vi siano vari tipi di "Sette". In Toscana anni fa erano cinquantacinque (rapporto di "Telefono Antiplagio"), mentre in tutta la nostra nazione se ne contano almeno seicento, scusate se son poche, e gli italiani in contatto con queste sono più di un milione. Numeri da capogiro a cui nessuno mai pensa. Eppure il reclutamento di adepti, se non a scopo economico, avviene esattamente quando la mente della donna, ma anche dell'uomo, è debole a causa di problemi che le paiono irrisolvibili, quando non trova aiuto in ciò ed in chi la circonda perché si crede isolata in un luogo che non sente più suo.

In questo caso cercherà all'esterno del nucleo familiare ciò che non riesce a trovare all'interno, credendo che nuove amicizie possano darle l'aiuto giusto. A questo proposito leggiamo un altro spezzone dell'articolo di Smargiassi: "Vanno sul sicuro i santoni d'accatto, i ciarlatani dell'anima. Le vittime preferiscono pescarle fra i clienti dei fitness club, dei corsi di shiatsu e di qi-gong, nella classe media consumatrice di salutismo psicofisico".

Bella questa frase vero? Le vittime preferiscono pescarle fra i clienti dei fitness club... e guarda un po' com'è il destino, Roberta Ragusa frequentava un club di fitness. C'è da chiedersi: "Non è che la soluzione del giallo si nasconde in una o in più nuove 'amiche'?". Io fossi nei giornalisti, ma anche nei carabinieri, lascierei perdere il Logli, almeno per qualche giorno, e mi concentrerei sulle frequentatrici della palestra... hai visto mai che sia questa la pista giusta?

L'articolo di Michele Smargiassi

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8 commenti:

PINO ha detto...

Buongiorno MASSIMO

Ci auguriamo di non assistere alla quasi prassi unidirezionale, posta in atto dagli investigatori, nel caso Rea, ma che si articoli a raggiera, non abbandonando definitivamente nessuna pista.
Il tuo accenno ai fitness si pone come un'importante alternativa, ad eventuali altre. E lo scandaglio su "nuove", possibili amicizie contratte, e non note, in tali ambienti, potrebbe essere di grande utilità, per definire, con più chiarezza, la personalità della scomparsa, oltre a quanto ci è stato propinato, nelle varie deposizioni da chi ha ritenuto di conoscere la donna, i suoi problemi ed il suo carattere, perchè "amiche".
Mancando qualsiasi indizio che possa dare spunto ad ipotesi verosimili, si dovrebbe rianalizzare scrupolosamente, secondo il mio modestissimo parere, il percorso degli ultimi contatti avuti da Roberta, all'esterno della cerchia famigliare.
Qualche traccia ci dovrà pur essere, in una direzione od un altra, cioè: soppressione od allontanamento.
Ciao, PINO

Mimosa ha detto...

Recentemente ho sentito che le ultime righe della lista della spesa che stava compilando sono state scritte con una penna blu mentre le precedenti erano scritte con penna nera (o viceversa?) e che la grafia degli ultimi appunti era "scomposta", alterata, come se:
- si fosse interrotta nel compilare la lista
- fosse nervosa (o in stato psicofisico disturbato) negli ultimi appunti e quindi istanti.
La supposizione ventilata è che qualcosa o qualcuno sia intervenuto.
A prescindere dal fatto che anch’io quando compilo la lista della spesa non ho la medesima grafia per ogni prodotto, e in secondo luogo non ho mai scritto una lista tutta di seguito come credo nessuna “massaia” (e neanche le illustri opinioniste persino psicoanaliste della tv che tanto concionano), perché molte cose vengono in mente in tempi diversi e ci si interrompe per controllare nella dispensa e inoltre si può prendere la penna che capita in quel momento, potrebbe anche essere che “qualcosa o qualcuno sia intervenuto” a interrompere la lista (forse anche l’andare a controllare la figliola che si doveva addormentare nel lettone).
Ma anche l’andare a controllare la ragione per la quale il marito ha tirato giù la scala della soffitta (come ogni sera) e con chi realmente stava parlando al telefono.
Il sospetto del tradimento con l’amica-dipendente doveva avere riscontro concreto. Forse l’ha avuto, riuscendo a spiare il marito.

Detto questo, se da un lato non mi è piaciuta l’espressione del viso del Logli nel fare il quarto appello mandato in onda (c’è quel sorrisino che mi ha assai ‘disturbata’ – non ne faccio ulteriore commento), da un altro lato non sono propensa (almeno per ora) a credere che lui sia un assassino.
Isterico l’ho già definito, ma assassino non trovo elementi sufficienti per dirlo.

Io rimango (sempre per ora) dell’idea che Roberta sia uscita furibonda da casa con le sue gambe.
Forse era attesa da qualcuno che sapeva della situazione e le aveva dato consigli su cosa e come appurarla proprio quella sera. L’ha portata in qualche posto lontano da dove non potrà mai più far marcia indietro (l’ho esternato sotto l’altro articolo), con il supporto di qualche organizzazione dai mille tentacoli.

Oppure, uscendo, è andata diritta incontro al suo assassino.
Ancora non mi è chiara la circostanza e non azzardo altre supposizioni.

Purtroppo temo che la si ritroverà morta con la testa fracassata.
Si dirà suicidio.

PINO ha detto...

@ Mimosa

Ho vagliato le stesse tue ipotesi e, propendo con l'idea (che visceralmente avverso) che Roberta stia riposando definitivamente in un luogo difficilmente individuabile.
I cani che seguirono le sue tracce, usati nella eventualità di un allontanamento, portarono i ricercatori, dall'abitazione dei coniugi Logli, ad un recinto retinato alto circa 1 metro, che circonda tutto il caseggiato, e lo separa da alcuni campi.
I cani, saltaono il recinto, attraversarono i campi, e si fermarono nei pressi di un binario delle Ferrovie, senza andare oltre.
Questo fu reso noto, se la memoria non mi inganna.
Il perchè le tracce di Roberta si perdono in quel punto, non saprei dirlo. Però, dando fiducia ai cani, dovremmo supporre che la donna avrebbe seguito quel percorso, viva o morta, non sappiamo.
Se si sfiduciano, per una ragione o l'altra, l'operato dei cani, si dovranno formulare altre teorie.

Mimosa ha detto...

Buongiorno Pino
dissero che i cani si fermarono ai binari perché il loro olfatto fu disturbato dall'odore di ferro che sprigionano.
In un commento all'altro articolo, io supposi che un'automobile la stava aspettando al di là ... ma tale ipotesi si accompagna solo alla speranza che Roberta sia ancora viva ...

Mimosa

J. ha detto...

@Mimosa. Purtroppo, non solo alla speranza porta l'ipotesi a cui accenni. Se a Roberta Ragusa è successo qualcosa in casa o nel recinto della proprietà Logli -
il percorso indicato dai cani si rivela particolarmente adatto per chi l'avrebbe dovuta "trafugare" : costeggiando la ferrovia si giunge ad ovest in via Gigli. Questa via in vari tratti è priva di case e i campi vi danno direttamente. Invece, uscire dai vari cancelli di casa Logli sarebbe stato molto rischioso visto che proprio di fronte, su via Dini, si affacciano diverse ville. E' quindi possibile pensare che qualcuno con una macchina abbia approdato molto vicino ai campi in via Gigli, e che qualcun'altro abbia trasportato Roberta fin dal retro di casa Logli, attraverso i campi lungo la ferrovia, fino al punto in cui immagino potesse accostare una macchina.

amelia ha detto...

ma se scappo scientemente non esco in tuta con temperature sotto lo zero!!!
se persino ho organizzato la fuga notturna non mi metto a fare la lista della spesa prima, riprendendola pure dopo una interruzione

potrebbe essere uscita in stato confusionale (magari il logli parlando dell'amnesia ha detto una mezza verità) e aver incontrato il suo assassino successivamente
oppure purtroppo essersi suicidata
o essere incappata in chissà chi, magari pure una setta ma appunto dopo, mentre gira svagata e stordita .. non certo sistemata e organizzata in precedenza
poi tutto può essere ma prima di questa ipotesi ce ne sono tante più probabili

Anonimo ha detto...

Veronica

Ciao a tutti, avevo scritto che Roberta mai e poi mai avrebbe lasciato i suoi amatissimi figli, se avesse progettato la sua fuga lo avrebbe fatto portando con sè i figli. Se invece fosse stata raccolta da una macchina di passaggio e poi assassinata in modo occasionale, dopo tutte le ricerche fatte a tappeto in cinque mesi, credo che il suo cadavere sarebbe stato già trovato. No, qui c'è stato un omicidio ben organizzato nei minimi particolari senza lasciare tracce e facendo sparire definitivamente il corpo ( in una delle grotte tipo foiba?)o nella pineta infestata dai cinghiali?

Antonello ha detto...

Mah, "organizzato nei minimi particolari è una deduzione che non si capisce da quale dato oggettivo salti fuori, forse dal fatto che si "presume" vi sia stato un omicidio e dal fatto che di conseguenza il presunto corpo non si ritroverebbe.
Invero, la situazione oggettiva è ben diversa, anche perchè un omicidio organizzato nei minimi particolari diventerebbe ridicolo se compiuto da un marito nelle vicinanze di casa, in orari serali dove apparentemente solo lui poteva e doveva risponderne anche solo di una scomparsa, un marito che avrebbe "organizzato nei minimi particolari" una lite in bella vista ad un orario non consono, in mezzo alla strada, con motorini che vagavano una, due tre volte ad andare od a tornare, con possibilità infinite e sconosciute di disseminare pericolosi testimoni inconsapevoli per le vie di Gello, un marito che avrebbe scientemente organizzato, nei minimi particolari, di menare, far urlare e trascinare la moglie per le vie del suo stesso paese nella ferma convinzione che l'omertà avrebbe nel qual caso fatto la sua parte.
Se non in strada daltronde in casa con i figli presenti che potevano anche occasionalmente vedere, sentire, andare a dichiarare.
"Organizzato peraltro talmente nei minimi particolari" che non sparisce apparentemente nessuna valigia a dissimulare alternative visibili all'ipotesi, un omicidio talmente ben organizzato che dopo aver sfilato per le vie del paesino, ove ogniuno sa di tutti e vede tutto, ed aver urlato e posteggiato manco guidasse uno coleottero e non la sua conosciutissima auto va a dichiarare pacifico e sereno di aver invece dormito tutta la notte accorgendosi della scomparsa della moglie solo al mattino seguente.
Un concetto di "organizzazione nei minimi particolari" quantomeno singolare, non gli rimane che essere un genio od un profondo squilibrato con una propensione alla deficienza mentale ed alla esibizione corporale da oscar della sfida.
Non mi sembra così imbecille insomma come lo riterrebbe l'ipotesi di una siffatta originale "organizzazione nei minimi particolari" ed in qualche modo non mi sembra talmente genio da aver affrontato, semmai fossimo nell'evenienza di una omicidio, tutte le variabili che avrebbe comportato in maniera limpida uscendone senza contraddizioni.
invero a me peraltro sembra invece che, se lui possa essersi reso responsabile di qualcosa, è di sicuro di un qualcosa contingente appunto in cui non ha potuto affrontare tutte le variabili di fatto e legali che man mano avevano origine in un'ipotetica azione dinamica e temporale.