venerdì 22 febbraio 2013

Elezioni 2013. Se dopo il voto l'Italia sarà nuovamente ingovernabile, la colpa non sarà solo dei "Polli-tiganti" ma anche di chi li va a votare...

I simboli dei partiti che hanno chiesto di partecipare alle elezioni
Ormai ci siamo. Ancora poche ore e i giochi mediatici verranno chiusi. Decidete in fretta quale puntata vi aggradi di fare, perché domenica la pallina inizierà a rotolare sulla Roulette elettorale e lunedì si fermerà per farci scoprire su quale colore e numero si è fermata. Io anche stavolta non mi illudo. Per me l'unica cosa di cui si può già essere certi, è che nessuno vincerà neppure in caso di vittoria. Chiaramente la parte di popolo che lunedi sera si troverà in testa, in un primo momento salterà sulle sedie e brinderà. Ma sarà il solito miraggio, la solita vittoria di Pirro del cittadino comune, perché alla resa dei conti ci sarà sempre una coalizione che si sfalderà. Toppo diversi gli alleati fra loro. Talmente diversi che ci metteranno poco a cambiare gli equilibri e ad ostacolare i provvedimenti promessi, anche quelli giusti, come si fa da sempre (solo quando si è trattato di far tornare in attivo i conti correnti, propri e del proprio schieramento, i partiti si sono accordati), e non ci sarà governo capace di governare, perché il problema non nasce solo dal "porcellum" ma anche dagli alleati che prima o poi si ribelleranno, quegli alleati che servono ai partiti maggiori per avere due vere maggioranze piene: una alla Camera e una al Senato. Ma i tanti simboli ammessi alle elezioni parlano chiaro e fanno capire come ci sia chi ha ancora l'interesse a far sì che le diversità di pensiero non vengano limate. Fanno capire come gli elettori italiani vengano dal marketing politico suddivisi in diverse fascie e considerati incapaci, come i personaggi che voteremo d'altronde (ma a loro conviene), di trovare larghe intese per il bene del Paese. Fanno capire come una maggioranza vera che permetta di trovare una stabilità politica non si potrà mai avere.

Eppure ormai si sa che le coalizioni sono la base di partenza sbagliata con cui iniziare a governare. Ce lo dice l'esperienza e il fatto che le diversità di pensiero non sfociano mai in idee comuni. Quando si aveva a che fare col famoso "pentapartito", comandato dalla DC, le lotte intestine obbligavano a trovare accordi ad ogni costo, anche sottobanco... accordi che servivano solo a smistare cariche eccellenti e denari pubblici in favore di chi, altrimenti, non garantiva il proprio voto in Parlamento. Quando Berlusconi andò per la prima volta a governare, fu il Bossi a mandarlo a casa col famoso "ribaltone". Poi capitò a Romano Prodi: nel '99, quando venne "tradito" da Bertinotti, e nel gennaio del 2008, quando a votargli contro furono Mastella (UDEUR), Dini (Liberaldemocratici), e l'ex di Alleanza Nazionale, confluito nella Margherita, Fisichella. Ultimamente poi, abbiamo assistito all'uscita contemporanea di 33 deputati dal PDL, fra cui Gianfranco Fini, che formarono un terzo polo che di terzo e di polo non aveva nulla. Quest'ultimo evento contribuì in maniera pesantissima a togliere la stabilità al governo Berlusconi e ad affossarlo impietosamente per mancanza di numeri. In poche parole, agli italiani serve di essere governati da una forza politica che non si chiami coalizione, in caso contrario la governabilità resterà una chimera e le crisi di governo si succederanno di anno in anno.

Guardando all'attualità con l'occhio della legge elettorale in vigore al momento, il porcellum appunto, ci si può già rendere conto che quei partiti che non dovrebbero avere la possibilità di fare la voce grossa, e con questa il modo di cambiare emendamenti e leggi o mandare a casa un governo, saranno anche questa volta la rovina di chi vincerà le elezioni. Ma ora a chi combatte per prendere le chiavi dei palazzacci romani, poco importa. Non basandosi su quanto accaduto mille altre volte, i diversi schieramenti continuano a coalizzarsi perché, ottenendo il conforto dei numeri, potranno contare su un premio che li porterebbe ad avere almeno 340 seggi alla Camera dei Deputati (una maggioranza assoluta). In altra maniera i vari polli-tiganti del poco %, sarebbero destinati al pensionamento. Diverso, ma non dissimile, è il conteggio che riguarda i seggi del Senato, dove il premio di maggioranza viene stabilito su base regionale. Qui c'è da dire che alcuni candidati non hanno davvero studiato nel migliore dei modi, parlo di Luigi Bersani che invita a non votare Ingroia ed a far confluire i voti sul PD. Ma questo discorso è giusto e vale in quelle regioni che non danno sicurezza, quelle in cui il risultato è in precario equilibrio, non per quei feudi da sempre sotto il controllo della sinistra. Facciamo un esempio per capire quanto l'invito di Bersani al voto centralizzato sia in alcuni casi per lui controproducente. Prendiamo la Toscana, feudo dei 'democratici', e diamo per certo che il PD ottenga un buon consenso. Visto che i seggi che distribuisce la regione per il Senato sono 18, e che il 55% va al più votato, con la vittoria il PD si aggiudica 10 seggi. Ne restano quindi ancora 8, che vanno divisi fra chi supera la soglia dell'otto per cento (per le coalizioni serve il venti per cento). Ora il PDL la soglia la varcherà facilmente, come anche il Movimento 5 Stelle, più complicato farla varcare a Monti e Ingroia.

Ed ecco perché a Bersani conviene decentrare il voto dei suoi indecisi e indirizzarlo sugli altri schieramenti forti (in tanti casi almeno su Rivoluzione Civile). Perché, tornando alla Toscana, ma potremmo dire la stessa cosa per quanto riguarda l'Emilia Romagna, la Calabria e tutte quelle regioni considerate minori (anche pochi seggi tolti al principale antagonista, però, se sommati fanno la differenza), se Ingroia e Monti si fermassero al 7%, gli otto seggi restanti li dividerebbero a metà, quattro ad ognuno, il PDL e M5S, mentre se anche Rivoluzione Civile e Monti superassero la soglia stabilita, gli otto seggi andrebbero divisi in quattro parti, quindi al PDL, pur essendo il secondo partito e magari col 25 e più per cento, finirebbero solo due seggi. Un capo di partito che vuol vincere le elezioni questo ragionamento dovrebbe portarlo avanti nelle regioni che i sondaggi gli conferiscono a pieni voti. Quindi se Bersani avesse voluto sentirsi dire che la sua è stata una buona campagna elettorale, avrebbe dovuto diradare i comizi in certe città e lasciare spazio agli altri... e soprattutto non avrebbe dovuto insistere nel dire ciò che a tutti gli effetti conviene a Berlusconi: di non votare i partiti minori. Se vuole andare al governo non gli conviene (se non in Lombardia e poche altre regioni in cui è sul filo del rasoio). Ma tant'è che l'essere politici non vuol dire per forza essere anche padroni di una buona strategia.

Ma torniamo ai partiti minori. Da decenni, infatti, come fossero gramigna, coalizzati ai partiti forti figurano piccoli schieramenti capaci di cambiare volto e bandiera nel giro di una settimana. Questo può significare solo che non ci sono mai stati governi maggioritari che abbiano avuto una veduta comune, può significare solo che non sono esistiti politici che abbiano davvero rispettato i loro elettori o pensato all'insieme totale del popolo, a tutti i cittadini, anche a quelli che non li avevano votati ma che, vedendoli operare per il bene comune, avrebbero potuto votarli alle elezioni successive. Può significare solo che ogni legge portata in Parlamento alla fin fine ha scontentato tutti non ottenendo l'esito sperato e diventando per strada, prima di arrivare ai due rami del Parlamento, una cattiva legge... col beneplacito di chi se ne stava seduto comodo sulla propria poltrona romana. Ed ecco le discriminanti capaci di allargare le diversità fra i ceti e di portare il paese ad essere un insieme caotico di colori e mentalità. I politici, parola inappropriata che uso per comodità, negli ultimi 50 anni hanno studiato a fondo l'italica persona, fidelizzandola anche ad un'idea di nicchia pur di continuare a dividere il pane con gli altri inquilini dei palazzacci romani. In questo modo si è mantenuto alto il numero delle piccole formazioni politiche capaci di costruire coalizioni che incidessero sulle scelte di chi governava. L'unico modo che avevano alcuni incapaci per elevare le loro funzioni pubbliche o private, la loro carriera (quanti sono stati gli scaldasedie passati a dirigere aziende statali, tantissime ora privatizzate, che nel giro di pochi anni sono state vendute?).

Questi personaggi parlano a favore del cittadino comune come se sapessero, o ricordassero, cosa significhi la parola povertà. Devo dire, però, che personalmente non conosco e non ho mai conosciuto un politico povero. Persino chi nel '68 frequentava le piazze girando con la bandiera rossa, chi protestava in nome e per conto della classe operaia e per questo fu scelto dai politici di allora per accentrare i voti di protesta, nel tempo diventati "delfini" dei capi delle correnti interne al partito e infine quasi leader, ha dimenticato presto la parola povero. Eppure ancora oggi che sguazza fra le sue innumerevoli proprietà immobiliari e le sue vacanze al Sole, che ha una famiglia bella che sistemata ed economicamente tranquilla, vorrebbe far credere alla sua ex base di parlare a favore dei poveri e del proletariato, non del proprio interesse e del proprio schieramento politico. Schieramento che non ha alcuna intenzione di non spartirsi quella famosa torta... anche se, si dice in giro, le torte son finite da tempo. Ma non è vero nulla. Le torte non son finite e, anche se pesassero meno, basterebbero per sistemare i buchi e le questioni rimaste in sospeso fra un magna-magna e l'altro. Insomma, chi ha gli scheletri di dinosauro nascosti in Parlamento o nelle banche di prestigio, nei tribunali o negli enti statali, o in qualunque altro polo economico, ha comunque l'assoluta necessità di restare in 'alto' per poter controllare e se possibile deviare, coi soldi del piccolo operaio, il corso del fiume. Forse non è vero che l'enorme spreco di denaro pubblico, versato nei decenni da milioni di umili persone e servito quasi sempre per ingrossare pochi 'eletti', ci è costata l'entrata in scena di un governo tecnico chiamato solo per fare quanto nessun politico, di nessuna corrente, sarebbe stato in grado di fare: convincere le famiglie italiane che era cosa giusta ripianare i debiti delle banche, più che dello Stato, con una buona parte dei suoi pochi averi?

Io non dubito che sia vero. E son certo che per poterlo fare senza troppi scossoni interni, ci hanno intimidito mostrandoci le immagini dei mostri ad ogni minuto della giornata, spread in primo piano, dicendoci che la fine del mondo e del nostro benessere era vicina, che i sacrifici erano necessari per non ridurre gli italiani alla fame. Ma volendo trattare il tutto come si tratta un'indagine che deve stabilire chi ha ucciso la situazione economica, non si potrebbe fare a meno di notare come gli indizi siano unidirezionali. Non si potrebbe fare a meno di chiedersi per quale oscuro motivo le banche, dopo aver ottenuto prestiti miliardari anche in sede europea al tasso stupido dell'uno per cento annuo, hanno smesso di prestar soldi a quei piccoli imprenditori e a quelle famiglie che fino al mese prima i denari li ottenevano senza fatica. Così che, aumentando la situazione di crisi e impossibilitando, solo per fare due esempi, l'acquisto di auto (siamo tornati alle vendite di trent'anni fa) e di case (i mutui sono ormai una chimera), si è di conseguenza dimezzato il lavoro e raddoppiato i licenziamenti (con tutto ciò che ne consegue). Alla domanda sopra posta non può che esserci una sola risposta: perché i miliardi di euro incassati dagli istituti di credito, servivano loro per ripianare i bilanci fallimentari, le spese folli e gli investimenti sbagliati. In poche parole, le banche hanno finito la liquidità e lo Stato le ha aiutate a rimettersi in sesto prendendo da chi ha sempre preso, così calando le pensioni e il potere di acquisto degli italiani. Prova ne sia che con 'scuse varie' si sta cercando di non far più circolare il denaro e di privililegiare delle piccole tessere magnetiche. Certo è comodo avere nel portafoglio un bancomat che ti da la sicurezza di non restare a corto di quattrini, ma aumentarne la produzione ed incentivarne l'uso, in questo periodo serve ad altri scopi: a far incassare più soldi alle banche, grazie alle piccole spese fisse inserite ad ogni pagamento o prelievo, e ad eliminare dal bilancio delle stesse quegli esborsi di cassa che le costringerebbero ad avere una buona liquidità che non hanno.

Detto questo non è facile convincersi a fare sacrifici, ma il sistema economico è basato sulle banche e senza queste il denaro non circola e si va alla rovina. Si faranno perché sono da fare, tenendo però sempre a mente che, sia i politici che i tecnici, ci hanno mentito. Non è la prima volta che lo fanno e sarebbe facile attaccarli, dato che fondamentalmente tutti i colori del parlamento hanno la stessa indole, dato che solo pochissimi di loro, trovandosi ad un passo dalla cassa del tesoro metterebbero le mani in tasca. Ma siamo in clima elettorale e non si deve fare. Tutti prima delle elezioni sono più buoni. Quindi non parliamone. E d'altronde perché parlare di Berlusconi, perché parlare degli aiutini che ha ricevuto e si è dato negli anni '90 per risalire la china e guadagnare (tanto da poter pagare alla ex moglie alimenti che sfamerebbero milioni di bimbi poveri) e dei suoi vizi personali. Non ne vale la pena, cosa dire di più? Nulla che non si sia risaputo. Perché parlare di Bersani, di cui al contrario conosciamo meno, se non che nella passata legislatura poco ha fatto per aiutare gli italiani e molto ha detto sul suo libro preferito: il cavaliere di Arcore a casa. Grazie a questa sua monotonia, non è che tutti abbiano voglia di mandarlo a fare il presidente del consiglio. Anche perché durante il governo tecnico abbiamo notato qualche stranezza di comportamento. Ad esempio a marzo Anna Rita Fioroni, onorevole del partito democratico, ha presentato un emendamento contro le commissioni imposte ai cittadini dalle banche che aprivano una linea di credito (un mutuo, un fido, ma anche un bancomat o una American Express mettono a disposizione una linea di credito). L'emendamento votato dal PD è alla fine passato e Anna Finocchiaro (portavoce del PD) ha esultato dicendo ai giornalisti che si era raggiunto un grande traguardo a favore dei cittadini.

Ma accadde che l'associazione delle banche italiane (ABI) non fosse proprio d'accordo con quanto fatto in parlamento, dato che quell'emendamento toglieva agli istituti di credito la possibilità di guadagnare, senza far nulla, tanti miliardi di euro ogni anno. Così il presidente dell'ABI, lo conoscerete anche voi visto che era il signor Giuseppe Mussari, amico di Bersani nonché finanziatore del PD ora indagato a causa dei ballottini miliardari avvenuti quando era a capo del Monte dei Paschi di Siena, decise di far dimettere in segno di protesta tutto il comitato di presidenza. Ed ecco che alla sua azione corrispose una reazione ed il PD fece una strana e rapida retromarcia dicendosi disposto a cambiare l'emendamento... che poi è davvero cambiato in maniera radicale. Anna Finocchiaro, a quel punto, dopo avere il giorno prima cantato vittoria, fu costretta a cambiare volto e a dire che la sua esultanza era fuori luogo... perché non c'era più il traguardo raggiunto dai cittadini. Ma lasciamo stare. Sapremo più avanti di quanto il candidato premier della sinistra potesse sapere, o approvare, sugli strani "affari" del Monte dei Paschi e sui giochi di potere dei suoi amici banchieri. Sapremo più avanti se a "favore" fatto corrispondeva "favore" ricevuto. Inoltre, come ho scritto, non è mia intenzione attaccarlo in un momento così delicato, un momento per lui di sconforto... perché c'è differenza dall'aver la vittoria elettorale in pugno, a dicembre era certa, al ritrovarsi avanti di un solo pugno di voti. E che abbia problemi, quasi sia andato in panne, lo dimostra il suo chiedere aiuto a quel Matteo Renzi che lo voleva rottamare e che probabilmente, baciando e abbracciando sui palchi dei comizi l'amico-nemico che per mesi ha attaccato sui media (lui ha detto che i leader storici del partito democratico negli ultimi vent'anni avevano fallito e dovevano tornarsene a casa, non andare in Parlamento), finirà rottamato.

Ma lasciamo stare ancora, non si può parlare male dei politici quando ci sono le elezioni e non parlerò neppure di Nichi Vendola, che probabilmente in futuro dovrà unirsi in matrimonio col dottor Monti, accusato da due Pm di abuso d'ufficio. Due Pm che hanno criticato la scelta di far celebrare il processo, e far emettere una senteza, a un giudice che passa diverse sue serate con la sorella del candidato del SEL. Insomma, che il Vendola da anni fosse amico di tanti giudici pugliesi lo si sapeva, ma che venisse assolto da chi non avrebbe dovuto giudicarlo è alquanto strano e non proprio corretto. Però, l'ho detto e lo ripeto, non mi importa nulla di quanti inciucci abbiano fatto i politici e non ne voglio parlare. Se lo volessi fare potrei iniziare da Casini e Monti, lasciando perdere Fini perché oramai è inutile anche ai suoi alleati (da anni è un'anima che vaga in cerca di una poltrona su cui sedersi, sia al di qua che al di là del fiume). Il primo, il Casini, è un 'genero' del Cavaliere del lavoro Francesco Caltagirone, l'uomo potente che controlla vari settori industriali del Paese, che fino al 2012 era vice presidente del Monte dei Paschi di Siena (davvero? ma guarda un po'), l'uomo che allatta coi suoi denari il partito politico del Pierferdinando, l'Unione di Centro. Pierferdinando che a sua volta è il cattolico credente dettosi schierato contro il divorzio... lo stesso che ha due figli con una moglie e due con un'altra (coerente alle sue idee a quanto pare!).

Il suo alleato, l'ora senatore Mario Monti che doveva essere il nuovo che avanzava, ma che in effetti e nell'ombra era invece il vecchio che tornava (pur se questo i media l'han quasi sempre taciuto), da sempre ha influenzato la nostra economia, visto che ha collaborato coi vari politici e capi di governo (anche con chi negli anni '80 era contro la moneta unica europea), passando da De Mita a Prodi e da Berlusconi a D'Alema. Da loro fu inviato in Europa per analizzare e stabilizzarla l'economia (davvero?), ed in Europa fu parte attiva di diverse commissioni (anche di quelle dimessesi anzitempo perché avevano al loro interno persone dedite ad essere corrotte). Ha fatto anche parte di tanti consigli d'amministrazione, compreso quello di una banca statale ormai smarrita, come la Comit, la banca commerciale italiana creata da un gruppo di banche tedesche nel 1894 (tedesche?) che aveva come "mission primaria" il prestar soldi esclusivamente a grandi imprese (la banca dagli anni '30 era dell'IRI e venne venduta nei primi anni '90 da Romano Prodi, il privatizzatore). Ma lasciamo il passato remoto e torniamo al Mario Monti di pochi anni fa. Come detto siamo in clima elettorale e non voglio attaccarlo, ma se volessi farlo potrei dire che nulla si può obiettare a chi ha il sospetto che sia stato mandato in Parlamento per salvar le banche immerse nel fango dei debiti, non i cittadini come ci han fatto credere, lui che per sette anni, fino a quando non è diventato un senatore, è stato uno dei 17 consiglieri della più grande banca del mondo, la Goldman Sachs regina in Wall Street (anche il Romano Prodi è stato un consigliere della stessa banca).

Ma siamo in clima elettorale e come detto non intendo attaccarlo, non intendo chiedermi come mai a fronte di dichiarazioni dei redditi annuali superiori al milione e mezzo di euro, dichiari in realtà proprietà immobiliari per soli undici milioni (forse non è stato in grado di amministrare al meglio il suo patrimonio?). Altri candidati che non voglio assolutamente attaccare sono quelli che spacciano lauree inesistenti. Forse sono ugualmente competenti, un pezzo di carta non fa il fenomeno, ma la disonestà nella comunicazione coi cittadini ha un prezzo da pagare. Non parlerò neppure di chi alle elezioni è arrivato passando dalla magistratura, sfruttando qualche processo eccellente, di chi nelle sue liste "pulite" aveva anche persone "non pulite". E davvero non parlerò di chi aggrega la folla in nome del cambiamento e dell'abolizione dei partiti. Di chi ha un programma condivisibile al 100% ma non spiega in che modo, come e dove, troverà le risorse per metterlo in pratica. Il movimento 5 Stelle ha un fascino particolare, non c'è dubbio, e a tanti farebbe piacere entrare a far parte di un progetto simile, ma a parer mio resterà un sogno circoscritto, perché l'italiano medio ha bisogno di avere certezze... anche false.

No, non voglio attaccare i candidati perché in fondo sono tutti uguali, in fondo ognuno di loro ha più scheletri negli armadi e votare l'uno o l'altro non è che faccia star proprio bene la coscienza. Ma abbiamo questi e questi ci dobbiamo bene o male tenere. Voglio invece soffermarmi su chi li vota, su chi ha la memoria corta e la pessima abitudine di incolpare gli altri dei propri errori. Voglio dire che chi va criticato quando arrivano le elezioni è il cittadino comune. Perché è facile piangersi addosso, dire che piove a causa del governo ladro, che quel politico ti ha tradito e non ha fatto quanto aveva promesso. Un pianto simile sarebbe capibile se capitasse una volta o due... ma in Italia le promesse non sono state quasi mai mantenute da nessun onorevole. E cosa ha fatto il bravo cittadino in questo mezzo secolo ogni volta che ha ricevuto un trattamento a pesci in faccia? Visto che negli anni nulla è cambiato, anzi tutto è peggiorato, la risposta appare facile e non serve che io la scriva. Ma vista la risposta ora mi sorge una domanda: cosa faranno questo fine settimana gli italiani? Andranno al cinema, staranno chiusi in casa con la famiglia... o si recheranno alle urne? E se ci andranno: frazioneranno ancora i voti fra i tanti partiti e partitini, così da sapere da subito che nulla cambierà e le liti dei polli-tiganti surclasseranno i giusti provvedimenti, o per una volta decideranno di far sì che finalmente un governo possa operare senza intralci, qualunque schieramento lo formi, in attesa di tracciare una riga e cambiare radicalmente scelta se fra qualche anno la sua opera si sarà rivelata inutile e sacrificale?

In fondo non è questo che chi si sente cittadino del suo Stato dovrebbe fare ogni cinque anni per decidere, senza avere incertezze, se gli conviene continuare a votare lo stesso partito o provare a cambiare?


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38 commenti:

chiara ha detto...

Completa e realista la tua analisi Massimo; ma "deviata" da un presupposto discutibile.
Tu dici in incipit "non ci sarà governo capace di governare"; ecco, quel "capace di governare" (che è pur vero) porta il discorso su di un piano troppo alto: semplicemente - non populisticamente - non c'è proprio "interesse" a governare da parte di lor signori; oddio, se intendi "sedere al governo" sono interessati eccome, ma di "mettere in opera azioni dirette al soddisfacimento dell'interesse diffuso del sistema-Paese" nessuno (TANTO MENO NOI) ha loro insegnato che tale "monstrum" esiste ed è la contropartita onerosa dell'onore concesso (lasciamo stare il concetto di "scopo" che è davvero troppo difficile da fargli afferrare; rimaniamo più terra terra e parliamo di contropartita). Se fosse diversamente, qualcosa di decente per noi l'avremmo e molte cose indecenti che giovano solo agli "assisi" ce le saremmo scrollate da tempo.
Mala tempora currunt, Massimo, dalla nascita d'Italia ad oggi.
E scusa la sfiducia.

carla ha detto...

buon giorno a tutti,
certo quello di non fare circolare i liquidi è come dire che non siamo più in patria propria......
ritengo che è peggio dai tempi della dittatura....
di sicuro non si sviluppa il consumo e tanto meno economia....a parte le banche che falliscono,c'è un altro problema ,parlo come da semplice cittadina,come ogni individuo le spese mensili non possono essere sempre uguale, ci può essere dei periodi che si risparmi e come delle spese neccessarie e impreviste....allora se risparmi ti penalizzano,se ci sono spese impreviste non si sà dove prendere denaro ,per cui ti obbligano al prestito,per cui si deve saldare il debito.....
con questo non vuol dire ora come ora si stia nascodendo i soldi sottomaterasso,perchè sarà difficile, ogni caso dal momento si dovrebbe essere al corrente cosa entra in tasca è chiaro che si potrebbe pure immaginare cosa si potrebbe spendere.....e mi domando in questo caso a cosa serve tutto ciò al combattere il fisco?.....anzi serve solo a vincolarci di non consumare.....e poi parliamo di libertà?.....saluti

Anonimo ha detto...

Giuro che questa volta sono in un vicolo cieco (non che le altre volte sia stato molto diverso intendiamoci)adesso però non riesco neanche a ragionarci su, sono completamente frastornata da tutte le schifezze che stanno venendo fuori e noi del ceto medio-basso a pagare,forse deciderò al momento nell'urna, forse non deciderò assolutamente niente.Scusate lo sfogo.
Pat

Anonimo ha detto...

Io Pat sono nella tua stessa situazione.è diffile solo il ragionarci sopra.figuriamoci il decidere.
Laura

Anonimo ha detto...

Laura, non siamo le sole, è un pianto generale, siamo tutti disamorati a causa di questi politici che ci ritroviamo.
Pat

chiara ha detto...

che la soluzione sia non votare i politici?

Anonimo ha detto...

Senza offesa Massimo, ma sembra un discorso machiavellico da ingegneria epigenetica. Più che un elettore folgorato sulla via di Damasco, pare un bottegaio col bilancino in mano o uno stratega dell’alta finanza che disponga di sofisticati strumenti vettoriali: campionamento probabilistico, casuale, stratificato, a grappoli, accidentale, per quote... Come se due amanti andassero o non andassero a un convegno d’amore in relazione al metodo Ogino-Knaus. Un calcolo un po’ da ragioniere e un po’ da ocrobata del calcolo statistico. Più un esercizio da navigati scambisti del sesso che la libera scelta di un compagno d’amore. Gil

carla ha detto...

buongiorno a tutti,
vedo il movimento 5 stelle che va forte , ha parlato solo Peppe Grillo?....e dai futuri deputati si sà di che cosa pensano ?...c'è da fidarsi?...
niente che dire di Peppe Grillo,vedo che parla bene,ma mi sembra che manchi qualcosa ,del tipo il " confronto "...e dove non c'è confronto non c'è "libertà"....
certo ho stima di Adriano Celentano e di Dario Fo ,mi fa piacere che lo appoggi.....ma penso ,per quanto uno abbia buone "idee" che non debba diventare una "imposizione"....se no di che libertà stiamo parlando?....saluti

chiara ha detto...

carla, ma nel tuo discorso (che capisco dal tono essere sincero e in buona fede per cui sappi che non ti sto criticando o attaccando ok?) vedo riportati paripari degli slogan che a forza di sentirli ripetere su stampa e tv alla fine ci finiscono in bocca e in testa volenti o nolenti.
mi spiego: mi dici dove vedi "il confronto" negli altri partiti in lizza per le elezioni? e confronto tra chi poi, cosa s'intende? candidato premier-nomi in lista? non pervenuto; nomi in lista-elettori? n.p.; candidato premier-elettori? n.p.; canditato-candidato? n.p.; candidato-intervistatore? n.p.; e poteri andare avanti coi n.p.; poi mi metto a osservare e fra i partiti ne vedo uno solo che ha blogs/forum nei quali gli elettori trovano spazio per parlare, esporre, criticare, ecc tra di loro e coi candidati, dal livello comunale fino al nazionale. e quale sarà, o bella, questo "partito"? l'unico - a seguir la tiritera che mi ronza in testa - "in cui manca libertà di parola e confronto"! e certo, mi par logico!! allora mi chiedo perchè c'ho in testa questa cosa e mi rispondo che se non gli segano il punto di forza 1° quello li rovina 2° vedi mai che gli elettori ci prendan gusto e lo pretendano pure da loro...orrrore! e allora prendiamo due fuoriusciti e montiamoci sopra un caso. ti pare? o con tutti i voltagabbana che abbiamo visto in questi anni in ogni schieramento dobbiamo pensare che dietro ci fosse sempre la dittatura di qualcuno e l'anelito di libertà di qualcun altro? ma ci facciano il favore dài...
secondo punto: sai per caso chi siano i candidati parlamentari inseriti nelle liste, nomino i maggiori, di pd, pdl, idv, lega, sel, lista monti, rivol.civile e che cosa pensano come persone? davvero sai queste cose? non credo! come tutti noi avrai visto parlare il candidato premier o il portavoce o al massimo la persona delegata ad hoc per quella trasmissione dato che nessuno ha l'ubiquità, ma se ti chiedo un solo nome delle liste e quando lo hai visto parlare del suo pensiero non me lo sai dire o sbaglio; è così no?
e allora che succede, carla? quale sarebbe questo "peccato specialissimo" di "un certo" movimento?
non è che pocopoco lasciamo che una volta raggiunte le orecchie le cose s'incuneino nel cervello senza neanche passare il vaglio di
ragionevolezza e continenza? detto senza offesa per nessuno nè intenzione di discutere per una cosa a cui tra l'altro non tengo particolarmente: del successo elettorale di qualcuno non mi interessa se non in funzione del lavoro che farà e nessuno gode da parte mia di fiducia a priori su questo; ciò che mi infastidisce è che si cerchi di manipolarci il pensiero e che noi, per abitudine, per fiducia carpita, per ciò che vuoi, lasciamo che questo accada...per di più conoscendo il meccanismo per averlo visto già tante volte (batti batti che c'entra) e la beceritudine di chi lo muove (ha bisogno di presentazioni la nostra "informazione" ufficiale?)!

Unknown ha detto...

Non mi offendo Gil.

Devi sapere che io sono uno degli elettori che in campagna elettorale non resta mai folgorato sulla via di Damasco, uno di quelli che nota i giochi mediatici e strategici, quest'anno usati bene da chi voleva recuperare terreno e male da chi era in grande vantaggio (lo dicono anche i sondaggi).

D'altronde le aziende specializzate che lavorano per i partiti durante le campagne elettorali, loro sì, dispongono di sofisticati strumenti vettoriali e pesano ogni voto e ogni possibilità di voto col bilancino (in ogni città, non solo in ogni regione), tanto le spese sostenute verranno pagate dal popolo. Non ci sarà la grande abbuffata di anni fa, quando i partiti si spartirono due miliardi di euro, è vero, quest'anno ci sarà una torta misera di 455 milioni da spartire fra chi avrà almeno un seggio nei vari rami del parlamento (solo M5S li rifiuterà), ma superano abbondantemente le spese sostenute.

So di avere una mente contorta a volte, ma purtroppo per me sono limitato di fiducia e non mi innamoro facilmente, non stimo nessun politico da decenni (gli ultimi che ho stimato sono Moro e Berlinguer, pensa te) e mi informo sempre troppo su chi siede in parlamento o sulle poltrone del potere.

Lo so, avrei dovuto smetterla di guardare il pelo nell'uovo e fare come tantissimi altri: cercarmi una corrente di pensiero che valesse la pena di amare incondizionatamente, chiunque fosse il coronato di turno, senza far caso a quanto accadeva di sporco attorno. Ma non ci sono riuscito e da tempo immemore navigo fra gli scambisti del sesso politico cercando di non rimanere incinta (con ogni metodo a disposizione).

Da quanto scrivo si evince che non amo la situazione in cui mi trovo, che, anzi, mi ferisce e mi provoca dolore. Però domani devo votare e so che il mio voto rischia di non contare nulla e lasciare la solita situazione di stallo e scontro. Quindi, per il bene del mio Paese e non egoisticamente (visti i candidati la voglia sarebbe di non votare proprio), darò il consenso elettorale a chi so non essere davvero lindo e onesto (ma chi lo è stato?) affinché uno dei partiti maggiori possa provare a governare per cinque anni avendo una maggioranza che glielo consenta.

Sono schifato da quanto la politica mi ha fatto vedere e sentire in questi decenni. Gli attacchi continui, le offese, la non collaborazione, la compravendita di parlamentari, i cambi di partito e posizioni, gli scambi di favore nel segreto dell'Aspen di Roma (dove tutti i politici, gli economisti, i grandi enti e imprenditori, hanno un ruolo attivo) che creano per un giorno l'armonia parlamentare fra la maggioranza e l'opposizione.

Sono stanco di non vedere leggi approvate a causa di parlamentari che cambiano improvvisamente idea lasciando a bocca aperta gli elettori che lo hanno votato.

Sono schifato, ma non voglio restare appiccicato alla carta moschicida di una idea che finora ha solo creato crisi e povertà. Pobabilmente il mio è davvero un discorso machiavellico da ingegneria epigenetica, come hai sottolineato, ma, a che mi appare, è praticamente obbligato.

Ciao, Massimo

carla ha detto...

un saluto cordiale a Massimo.....
x Chiara ,ben detto...la mia era un annotazione....è che si ha tendenza di vedere la pagliuzza nell'occhio del fratello ,ma non si vede la propria trave che incombe nel proprio occhio.... con questo non voglio dire che io abbia idee chiare o una soluzione in tasca.....
certo il cambiamento ,potrebbe fare paura, perchè non la si conosce e naturalmente porta una svolta,poi quello che si spera che tutto vada in buon fine....
quello che temo però che la nostra trave che abbiamo nei occhi ,si chiami "repicca" che si faccia più danno che bene....
affermo pure io sarei per un cambiamento e non mi piace stare ferma a guardare,ma c'è sempre un "ma"......
e sono daccordo con Massimo che i tempi di Aldo moro e Berlinguer erano migliori...erano più chiare e distinte e i elettori avevano idee più chiare chi votare....
purtroppo nella rete dei indecisi ci sto pure io....forse qualche santo m'illuminerà la mente,ecchissà!.....saluti

chiara ha detto...

Massimo:
s'imporrebbe il recupero del "vincolo di mandato" per i parlamentari. basta con 'sta fregnaccia della libertà d'azione, che presuppone una buona fede, una levatura etica ed una onestà intellettuale che non possiedono: o fanno ciò per cui sono stati delegati o tornano a casa. democrazia significa che comandiamo noi, eh santo cielo!

Unknown ha detto...

Chiara, quest'anno c'è chi porterà i propri "onorevoli", prima di mandarli in parlamento, dal notaio a fargli firmare il "vincolo" quinquennale allo schieramento.

Entrano quindi in ballo i tanti denari da pagare in caso di non ottemperanza al contratto, così che chi vorrà acquistare il parlamentare e portarlo nella propria "corrente", per averne il voto, dovrà pagargli almeno i quattrini inseriti nell'atto notarile. Una vera campagna acquisti, come se l'onorevole fosse un calciatore.

Ciao, Massimo

chiara ha detto...

ah, perfetto! :-(

carla ha detto...

non c'è che dire che in questa campagna elettorale,che di parole ne' sono volate,che tutti almeno quasi tutti avevano da dare soldi a destra e manca e contraddicendo uno con l'altro o accusandosi,dicendo che soldi non c'è ne sono....allora che si fà crediamo ancora al " gatto e la volpe"?.....
-le parole costruiscono castelli della mente,impara a governarle,altrimentil loro governeranno te.....
certo non si può dire che ho una visione positiva in questa campagna elettorale a mio punto di vista non c'è uno che si salvi,ma ci spero un bel colpo di coda.....saluti

chiara ha detto...

dì pure che il più pulito c'ha la rogna, cara carla.
e ringrazino che ci siano tanti che come te ancora si limitano a sperare in un colpo di coda, perchè a diversi solletica l'idea di uno di fucile!

Anonimo ha detto...

Massimo, sono d'accordo con tutto quello che scrivi.
Spesso ho riflettuto sul perché noi italiani abbiamo una scarsa capacità politica a crederci un popolo unito.
Siamo un popolo di santi, artisti, navigatori,e aggiungo di geni e umili lavoratori,su una terra di una bellezza sconvolgente.
Abbiamo camminato di fantasia verso il Cielo e il mare,il nostro stivale la dice lunga,eppure nel pratico e concreto,siamo rimasti attaccati al piccolo quotidiano
Abbiamo una storia politica drammatica, millenaria.
E' come se stessimo pagando la legge del contrappasso dantesca:
voi avete conquistato una fetta del mondo conosciuto nel passato con concretezza,violenza; avete imposto la vostra lingua, le vostre leggi,le vostre strutture edilizie, le vostre religioni: la prima e la seconda che ancora dura; avete imposto una unione territoriale sotto il vostro potere centrale; ora pagate il conto.
Questo conto dura da più di 1500 anni:conquistati a nostra volta, depredati,privati di libertà da padroni sempre diversi e sempre uguali nelle stesse azioni.
Cosa ci rimaneva? Il sogno,la fantasia, l'arte,la fede.
Nel cuore dello stivale c'è la Roma cristiana che volta a volta ha chiamato gli stranieri per difendersi, ha chiamato gli artisti per abbellire.
La politica in Italia l'ha fatta la Chiesa per difendere i suoi privilegi, ha indottrinato le masse ma non le ha educate le masse al gioco politico, le ha usate.
Eppure la Chiesa è stata determinante per portare aiuto,sostegno,illuminazione culturale, ma a suo vantaggio.
Quando qualcuno voleva unificarla,lo ha impedito:
I Longobardi prima,Federico II dopo e i padroni erano tanti ma tutti facevano capo alla Chiesa.

continuo...

Anonimo ha detto...

continuo...
Solo quando le idee erano mature poté essere unita.
Guarda caso ciò accadde ad opera dei carbonari e dei massoni, sempre nemici della Chiesa.
Perché l'Italia fu unificata sotto i Savoia e non sotto i Borbone?
Erano due dinastie importanti e legate all'Europa. La dinastia borbonica imparentata con tutte le case regnanti d'Europa, fece molto per il sud dal punto di vista sociale, artistico, culturale, giuridico.
Ancora oggi Napoli è una bottega a cielo aperto dove si lavora di tutto, basta andare nel centro storico e sentire il cuore che batte di quella città.
La Chiesa non riusciva ad avere pieno potere sulle leggi borboniche ed il re pur rispettando il papa, non si sottoponeva a lui.
Quando il sud venne donato da Garibaldi massone a Vittorio Em. II,era un sud che viveva di agricoltura e artigianato fiorente.
Le riserve auree delle banche borboniche erano immense e tutto venne portato al nord e suddiviso al nord, quell'oro non fu utilizzato anche per il sud.
Dal nord scesero artigiani, ingegneri ad imparare nei cantieri napoletani,l'arte di fare locomotive, la prima ferrovia italiana fu borbonica.
Iniziò una migrazione al contrario, dopo 10 anni, imparato il mestiere,le locomotive si costruirono al nord e i cantieri del sud furono chiusi.
I piemontesi distrussero a tappeto i laboratori tessili, gli opifici del sud, e ciò che non ruppero fu trasportato al nord.
Nel 1700-1800 in tutta Europa un certo tipo di broccato si lavorava solo a Napoli e in Francia.
Il re Ferdinando,mentre in Francia c'era la Rivoluzione costruì un complesso industriale di lavorazione della seta nel quale le donne lavoravano come operaie e i loro figli erano accuditi e imparavano a leggere e a scrivere, primo caso al mondo.
Il Mercato Ortofrutticolo di Fondi che smerciava tutta la produzione agricola del sud verso il nord è stata un'invenzione borbonica ed ancora oggi è attivo.
Non aggiungo di più ma c'è tutta una ricerca storiografica che rivaluta alla grande il governo borbonico.
Il popolo voleva il suo re, si è ribellato ed è stato martoriato, non compreso.
Il brigantaggio parla chiaro e le varie mafie anche.
Il popolo era lontano dal potere centrale e si è trovato chi lo ascoltava vicino.
Il nord ha la Pianura, i collegamenti sono facili, il sud ha una spina dorsale fatta di montagne, una costa lungo il mare frastagliata, come collegarsi?
Ancora oggi c'è chi dice che non bisogna dare soldi al sud, che Roma è ladrona e spot che la dicono lunga sulla incultura di certa classe politica.
Per sentirsi un popolo ed avere dignità di esserci, di dire la propria ci vuole cultura e riconoscere ciò che è stato fatto nel passato per capire l'oggi.
Se il popolo non si sente unito ma diviso, non si sente rappresentato,
non è preparato, per chi vota?
Se la scuola che è alla base della cultura,è stata ignorata nel suo stesso significato: strutture vecchie se non fatiscenti,personale poco formato e mal pagato, eppure fiumi di denaro spesi male.
Nella nostra classe politica è mancato un Progetto, è mancata la Lungiminanza, sono mancati gli Obiettivi per il Paese.
Nel loro piccolo i politici hanno coltivato i loro interessi molto bene.
Chi votare? Chi ha e propone un Sogno.
Chiedo scusa per lungo dire.
Vanna

Vito Vignera da Catania ha detto...

Complimenti per l'articolo Vanna,hai toccato tanti tasti giusti,non inseguiamo dei sogni, ma solide realtà,per tutti,l'importante è che non ci chiedono di fare ulteriori sacrifici,perché di pecunia in giro ne è rimasta poca,ed arrivare alla fine del mese è un'impresa,quasi come scalare una montagna,bisogna che si rilanci l'economia su tutti i fronti,infrastrutture,lavoro per i giovani,la scuola è la sanità,aiuti agli anziani che percepiscono una misera pensione,e tanto altro ancora,che la finiscano di ingannarci e farci fessi come dei polli,basta e ancora basta.Un cordiale saluto a tutti cari amici e buona Domenica.

Anonimo ha detto...

Grazie Vito, tu sei di Catania e conosci molto bene la storia della Sicilia, della sua cultura, della sua bellezza, dei suoi patrioti, anche loro hanno fatto l'unita d'Italia.
La Questione Meridionale è un argomento complesso che non si può affrontare così frettolosamente.
Gli italiani sono laboriosi e creativi,sanno anche inventarsi lavori nuovi ma devono essere aiutati.
Negli ultimi 20 anni la classe politica ha spolpato le casse e le energie di un popolo.
Nessun partito seriamente ha fatto un progetto concreto per programmare necessità,attività,usi,cultura,scienza,tecnica, per prevedere il futuro.
Tutti credevano che con 7 miliardi di persone, Internet, Energie, il mondo continuava ad andare avanti nella spessa maniera?
Dovevano pensarci prima.
Esempio, solo un esempio elementare:
Quanti medici?
Dove collocarli?
Quanto spendere?
Quanti pazienti?
Come monitorare la loro attività?
E così per ogni categoria.
I sindacati cosa hanno fatto?
Hanno solo fatto la politica di mantenere il lavoro, ma i lavoratori non hanno solo questo diritto hanno anche dei doveri.
I sindacati hanno anche loro avuto lungimiranza e progettualità?
Di sicuro gli alti esponenti come i parlamentari e i dirigenti hanno pensato al loro cospicuo foraggio.
Dove erano quando hanno deciso di dare pensioni di platino e altrettanti stipendi e pensioni che si possono cumulare?
Milioni di euro di liquidazioni e centinaia di migliaia di euro mensili!
E' vergognoso!
Poi arrivano i tecnici a mettere le pezze a noi che già le avevamo.
Hanno raschiato il barile con stile professionale: finalmente donne vere, che si sono fatte da sé con lo studio,alla faccia del silicone! Era ora!
Sono andati nel mondo a dire che l'Italia è un paese che merita, che scoperta!
Eppure quel rigore professionale,quel parlare con chiarezza e misura ci ha fatto bene abbiamo fatto la differenza dell'immagine, ma solo di quello.
Hanno rivisto le pensioni dei poveri non i privilegi dei ricchi.
Non hanno avviato un Progetto di studio per stimolare la crescita, eppure quali professori universitari avevano tutti i numeri per avviare laboratori di ricerca. Dovevano aiutare le aziende che sono scannate, dare soldi alle stesse.
Si sono aiutate le banche però.
E i partiti, come le stelle, sono stati a guardare.
Qualche frammento di stella sta cadendo sulle nostre teste, chissà se loro raccoglieranno qualche coccio.
Buona domenica Vito
Vanna

Anonimo ha detto...

Come ti do' ragione, Vanna.
Pat

Anonimo ha detto...

Come ti do' ragione, Vanna.
Pat

PINO ha detto...

CARA VANNA
Dopo quanto hai scritto, sul nostro ciclo storico-politico, ho molto poco da aggiungere, se non l'utopico sogno del ritorno di un fantasma sventolante i simboli del regno delle "Due Sicilie", quale monito agli autori di un ingordo separatismo politico e territoriale.
Quanto si volle unire due popoli, e due culture diamitralmente opposte, con l'espoliazione di uno, a favore dell'altro, fu commesso uno delle peggiori grassazioni della nostra storia moderna.
Sono un uomo del sud, e sono fiero per tale appartenenza.
Di quel sud razziato, rastrellato, e privato, per cause di forza maggiore, delle menti più fulgide.
Cosa hanno fatto i politici di allora e quelli di oggi, per questo "mezzogiorno", continuamente preso a prestito per le loro mire elettorali?
Meno che nulla, se non fare man bassa di quel poco che gli veniva elargito come elemosina.
Ora, i politicanti di turno chiedono il voto a questo popolo tartassato e vituperato. Ma con quale diritto?
Nessuno di loro ha memoria delle vergognose ruberie, delle collusioni mafiose, commesse da alcuni, e di tutto quanto offende la dignità di un vero, onesto rappresentante del popolo appellato appunto con l'attributo ONOREVOLE?
Io NON VOTERO'
Pino

carla ha detto...

buongiorno a tutti ,leggendo qua e là ,il pensiero che mi sovviene è questo :-dove c'è divisione non può avvenire nullo di buono....-saluti

carla ha detto...

anzi mi corrego ,uno è la condivisione l'altro è la divisione.....

filippo ha detto...

Bravo Massimo, leggerti è sempre un piacere. Condivido tutto! ciao

chiara ha detto...

e dunque "ingovernabilità" sia.
da ieri sera non si sente dire altro, con implicita colpevolizzazione dell'elettorato che ha deciso di votare secondo preferenza di programma e credibilità di proposta, anzichè nuovamente turarsi il naso e votare secondo l'imposizione implicita della legge elettorale suina, fortemente voluta e mantenuta dai porcelli stessi.
Insomma: tutta colpa dei "grillini", di chi davanti alla prepotenza di chi vuole imporre una strada fangosa e cieca fin troppo battuta, si rifiuta di chinare ancora la testa fin dentro il fango.
A me sta cosa proprio non va giù e spero che gli aficionados di volandocontrovento - al di là delle inclinazioni politiche (che davvero sono in questo momento solo un argomento di "distrazione" dal fulcro del discorso) - ancora una volta spicchino il volo "contro" la manipolazione informativa.
se l'Italia si manifesterà ingovernabile la colpa sarà solo e soltanto LORO: dei politici eletti.
Il popolo si è espresso chiaramente: il programma votato da un terzo del Paese come proposta di un partito è quello che anche gli altri dovranno seguire se hanno responsabilità e senso del dovere. Tutti gli altri partiti hanno raccolto minor consenso e anche i due principali partiti "storici" sono andati in minoranza. Il porcellum consente loro di stroncare la voce elettorale in virtù di alleanze con partitini che hanno ricevuto consensi minimi e risibili trasformando con un artificio la minoranza in maggioranza. Questo in un Paese democratico E' INACCETTABILE. In un Paese in crisi bisognoso di riforme e interventi E' IRRESPONSABILE.
Se il Paese sarà ingovernabile non lo sarà perchè il Parlamento è stato "spaccato" dall'elettorato ma perchè i parlamentari si rifiuteranno di ottemperare alla volontà della maggioranza relativa sanando questa spaccatura; facendo ciò che il popolo ha demandato loro di fare: seguire le sue istruzioni.
Ditemi ciò che volete, ma l'evidenza dietro il paravento dell'informazione deviata è che vogliono impedirci di smarcarci dalle solite oligarchie. E gente libera questo non lo può accettare.
Se ingovernabilità dovrà essere, al prossimo giro fuori dalle balle definitivamente i sabotatori della democrazia: il popolo comanda e chi non vuole adeguarsi perpetuando lo status quo di paralisi e menefreghismo prenda la porta e vada. Non abbiamo più tempo per giocare.

Antonello ha detto...

Siamo anche un paese dell'autoreferenziazione, una classe dirigenziale che si autocertifica in forza del controllo totale su tutti i media, una classe industriale che si fa autocertificare da quella autocertificata politica, ed una classe politica che ha assorbito il cedere "conveniente e dollaroso" alla legge del ricatto gridando ai quattro venti che sarebbe la migliore.
Tutti si autocertificano, si mormora che guardare un attimo lo specchio sia da pessimisti inguaribili e portasfighe guastafeste, per finire quindi sembra che siamo solo noi italiani "il popolo eletto", ma proprio solo il popolo dicevamo perche' di altri "eletti", a cominciare dal professore di democrazia "agli altri", non sembra ve ne siano altri.
Fra di noi ci diciamo che siamo un grande popolo, ci autososteniamo e ci stupiamo quando tutto il mondo ci racconra di un'Italia che fa ridere, e' la moda del secolo autoreferenziarsi, quando si tratta del lavoro no, ci sconfessiamo e cerchiamo di farci raccomandare, altri meno onesti aprono il cervello e i letti, nell'orgia della poverta' e disperazione di un'integrazione quantomeno originale fra un fantomatico popolo italiano, che nessuno riesce ad intravvedere soffocato da interessi privati in atti vistosamente d'ufficio il lavoro viene trasformato sempre piu' in predominanza e schiavismo, nessuna regola tiene se non quella dell'autoesaltazione, dell'autopropaganda.
Persino nei tempi di crisi chi provoca artatamente le fratture automasturbando la propria dignita' viene descritto come un grande statista, diversamente alti che abbordano la mano d'opera dei tecnici per mantenere una verginita' elettorale, per poi ridimensionarla tramite facoltosi e distinti sondaggisti a guisa di strumento che "alla fine e finalmente", come il piu' sottovalutato degli orgasmi, potra' vantarne i risultati imprevisti ed inaspettati.
Daltronde con sette televisioni che vuoi fare se non autocelebrare le tue sconfitte, sembra una mano a sette od otto dita, in tutto questo marasma di diversamente geniali quello che spiace e' dover vedersi rappresentati dall"autoscadenza.
Dall'altra parte si plaude ad un essere che festeggia a Detroit dieci minuti di pausa in meno a Torino su dodici ore di catena di montaggio in una delle piu' abominevoli operazioni di crisi dell'"auto".
Verrebbe da dire, ed autocompratevi i vostri maledetti prodotti che sono studiati per rompersi ciclicamente, autoriempitevi i vostri portafogli, automorite ed autoresuscitatevi se ci riuscite.
Perche' solo ai figli si insegna a non toccare la nutella ed a non mettere le mani sotto le coperte, sembra che qualcuno sia diventato talmente cieco che non si accorge manco di esserlo, nessuno analizza le proprie responsabilita', a ventimila euro al mese sarebbe illogico, meglio impiegare il poco tempo a stappare lo Champagne, chissa' mai che lo Spumante non sia troppo buono.

Anonimo ha detto...

Questa volta gli scambisti potrebbero essere in minoranza. C'è ancora spazio per sognare, forse illudersi, ma comunque sperare che questa sia la volta buona per un cambiamento. Semel in anno...
Gil

Anonimo ha detto...

Il grande problema di questo risultato è che rispecchia una classe politica inesistente come tale.
La Politica è stata assente per lungo tempo nel nostro Bel Paese.
La Politica è lungimiranza, è guardarsi intorno, è capire i bisogni della gente e cercare di risolverli.
Non è sedendo nelle sedi dei partiti o in Parlamento che si fa politica.
Se così fosse ora non staremmo a questo punto.
Gli schieramenti maggiori, i partiti, non sono stati lungimiranti.
Se il PD fosse stato meno rigido, e si fosse aperto ad altri, ora non starebbe lì a contare sulle dita di una mano.
Il PD è, secondo me, il maggiore responsabile della situazione.
Ha sottovalutato il movimento di Grillo intanto, e non lo doveva fare, poi lo ha criticato, ignorato se non beffeggiato.
Ha criticato il Porcellum in tutte le salse ed ora si è seduto a tavola imbandita.
Non ha accettato le sollecitazioni di Ingroia, degli amici comunisti, di Di Pietro, perché?
Non vuole critiche?
Nell'isolare i comunisti è stato uguale a Berlusconi che li ha eliminati dal parlamento.
Bersani voleva stare al centro, come gli altri a navigare a vista no a lunga distanza.
Ricordo le analisi in lingua madre toscana di Renzi sulla rottamazione nel PD. Non hanno voluto ascoltare, tanto sono pieni di sé. Dopo le primarie Renzi è sparito è ricomparso solo in seguito allo scandalo MPS,riacchiappato come amico.
Se qualcuno fiuta il popolo è populista,se qualcuno fiuta le banche è banchiere
Chi fiuta la convenienza è oppotunista.
Devo riconoscere che gli unici politici sono stati proprio Berlusconi e Grillo. L'uno ha intercettato il disagio economico, tornando in pista e promettendo denaro con genialità, l'altro ha intercettato il bisogno di cambiamento di contenuti, di modalità in un mondo
globalizzato, ed è stato ignorato.
Il PD in quanto partito di sinistra, progressista, intellettuale e bla bla, aveva il dovere di navigare col telescopio e
prevedere la domanda della società.
Il popolo ha detto la sua, ha votato di pancia e di delusione.
Questa volta gli italiani hanno dato il voto che chi è stato al potere a far partitica si è
meritato nel bene e nel male.
Se quelli che siederanno al parlamento vorranno assumersi veramente delle responsabilità comincino a fare il "mea culpa"e a dialogare con tutti senza spocchia.
Per me questo risultato sarà positivo se tutti i partiti si daranno una mossa a fare qualcosa di concreto per noi, altrimenti potrebbe succedere che il popolo non lo potranno più spolpare perché non ha più nulla e loro faranno la fine del Conte Ugolino di dantesca memoria.
Vanna

chiara ha detto...

Vanna
in generale concordo con la reprimenda che fai al PD. Però qui la responsabilità esclusiva è degli elettori: il PD ha indetto le primarie e i suoi elettori hanno deciso "la tradizione cieca sorda e malfidente" piuttosto che il "salto nel buio"; troppo dialogante, troppo centrista dicevano...forse meno cieco e sordo dico io (dico "forse" perchè non è la mia area di riferimento e quindi non ho seguito granchè).
Eccoli serviti: hanno voluto il nulla ed hanno ottenuto fin troppo. Scusa, Vanna, ma per una volta non mi sento di fare una critica ai politici: gli errori del PD sono in realtà nient'altro che l'espressione delle strategie SCELTE dai loro elettori. se nel PDL almeno puoi dire "non avevano scelta" e sappiamo (anche se personalmente non me ne capacito) che c'è gente disposta a stare personalmente nella m. pur di far sventolare una bandierina, anche se ormai è chiaro che gliel'hanno piazzata dove non batte il sole, agli elettori PD nemmeno posso dare questa scusante: hanno scelto di abortire l'alternativa e in questo si sono dimostrati pari-pari i loro rappresentanti: ciechi e sordi. Gli tolgo giusto la malafede; così, per incoraggiamento.

Anonimo ha detto...

Guarda Chiara, se gli elettori-cittadini non fossero andati a votare, avrebbero avuto peggiore responsabilità.
Hanno votato con una buona percentuale considerato che è inverno e fa freddo, hanno manifestato le loro scelte non solo come se la sentivano ma come glie le avevano suonate.
Mai come questa volta gli italiani con il loro voto hanno parlato con il loro voto.
Certo il voto non andava a candidati scelti dai partiti.
Ho visto Bersani poco fa: ha ribadito che lui farà proposte al parlamento, non tratterà con nessuno e che se i voti erano risicati la colpa era degli altri che avevano tassato e fatto promesse.
Non ha fatto autocritica.
Sono rimasta molto, molto delusa e ho sempre votato PD, non questa volta, ho votato Ingroia che lui non ha voluto.
A ottobre si tornerà a votare, tanto paghiamo sempre noi.
Vanna

chiara ha detto...

sì Vanna, io sono una sostenitrice del voto SEMPRE, al limite annullato con un bel "mo vè acc.." ma comunque voto; che non pensino non ce ne freghi nulla. E il voto ha parlato eccome! Proprio per questo non accetto questioni di ingovernabilità! voi governate COSI' come abbiamo detto: sostenendo la linea che abbiamo tracciato indicando la maggioranza relativa; non le coalizioni farlocche che si squagliano il giorno dopo il voto, fatte della somma di piccoli consensi.
Elezioni a novembre...disgraziati! che abbiamo tanto tempo e soldi vero??

p.s. comunque la mia critica agli elettori era rivolta solo alle primarie PD eh? credo che un risultato diverso lì avrebbe cambiato molto anche questo.

Antonello ha detto...

@Chiara
se non e', per come non si e' mostrato, di sinistra Bersani, tanto da addirittura in campagna elettorale non prendere a pesci in faccia quel tecnico che seguiva solo il suo mentore quando paventava alleanze fra lui ed il PD credi veramente che l'alternativa a Bersani invece fosse di chiaro centro-sinistra???
Non sono cosi' convinto dopo tutte quelle cene ad Arcore, sono prevenuto io o un candidato attuale serio, semmai esistesse, non puo' sperare di far leva sulla fiducia leit motiv ma dovrebbe presentare programmi seri e propositivi impegnandosi di fronte allo staff ed agli elettori a realizzarlo???
Che poi si pagasse per votare, mi sembra di aver sentito, non credo sia una splendente dimostrazione di lungimiranza e democrazia di fronte ad un Movimento Cinque Stelle che ha fatto tutto con il volontariato, senza spendere una lira ed anzi restituendo le sovvenzioni rimborsive elettorali, direi un altro pianeta.
Eppure sono anche i vertici del PD che citano Grillo come un "populista", un'espressione del voto reazionario ad una politica che la gente si e' stufata di vedere, questo credo che sia veramente la ciliegina sulla torta delle str.ate mai sentite, il Movimento Cinque Stelle e' l'unico che di fatto e' vent'anni che forma in rete un programma ben preciso, chiaro e strutturato, e' un Movimento non leaderista che risponde solo al programma ed alla coerenza con cui lo si segue, voto di reazione sta cippa insomma, anzi direi che e' l'unica componente Propositiva di queste elezioni, ma tant'e' la tentazione della falsita' ed ipocrisia su tutte le testate e' troppo grande, ridimensionare gli altri, questo e' l'unico mezzo rimasto a taluni per sentirsi qualcuno, destra e centro compresi.
Gli avversari sono tutti e sempre populisti e sono qualcuno sempre e solo in forza di una reazione a qualcuno di piu' titolato, le idee e le proposte non possono nascere che da chi calca lo scranno, agli altri sembra proibito agire, agli altri e' concesso solo di reagire, e stavolta la destra ha preso n'abbaglio enorme, ha pensato che "pensiero ed azione" avesse un diritto d'autore, se esiste ancora una destra una sinistra ed un centro.

chiara ha detto...

la tua frase conclusiva ha in se la sostanza della questione: oramai solo i diretti interessati (anzi Interessati e basta; con la maiuscola) e qualche ingenuotto nostalgico che non capisce che quel dolorino a tergo è la cara bandierina che ha trovato la collocazione ideale, ancora hanno sufficiente faccia di tolla per porre le questioni come contrapposizione destra-sinistra.
la stessa connotazione data a grillo, fascista per la sinistra e comunista per la destra, fa capire quanto ci credano idioti.
a me fa incazzare a bestia questa sottovalutazione dell'elettorato.
la questione è solo una: finora han magnato a sbafo blaterando e fornicando tra loro e mò je rode er c. alla prospettiva di cambiar musica. e allora se siamo di destra ci dicono di non votare m5s perchè son comunisti e se siamo di sinistra di non votarli perchè son fascisti. e se non riescono ad inquadrarci, allora ci invitano al "voto responsabile". spero che, se nuove elezioni saranno, i nostri concittadini continuino a tenere a mente che il voto serve a premiare un'idea e un programma, non un retaggio culturale o una ideologia.
il piede di porco ha già scardinato a metà la porta della baracca. finiamo il lavoro. se poi lor signori avranno capito la lezione e intenderanno cambiare registro sarò ben lieta di lasciare nella penna il voto per i grillini le prossime volte. ma non ora.

Antonello ha detto...

@Chiara
non vorrei essere frainteso, non intendevo fare un comizio propiziatorio, e' che la verita' e' talmente limpida e trasparente che non capisco come si possa affermare che il voto ai grillini sarebbe di reazione.
Basta andare sul suo blog, guardare le date, informarsi, vedere e scaricare i programmi, leggere le camionate di discussioni portate avanti a tutti i livelli per anni.
Chiunque puo' verificare il sottobosco prezioso che ha anticipato di anni la fondazione di quel movimento, allora io ho imparato che se una cosa e' oggettiva non servono mille televisioni e strilloni per sconfessarla come sarebbe sospetto lo facessero pure i grillini.
Sta di fatto che un programmone vi e', che e' consultabile pacificamente, che Grillo ha certificato solo chi si impegnava alla realizzazione di quel programma discusso in rete, e mi sembra che il positivo di Parma, dal disastro economico, confermi che qualcosa di serio e propositivo ci possa essere.
Chiaramente vorrei capire quali altri agglomerati politici attuali possono vantare lo stesso iter culturale e di crescita coerente con intenzioni, a quanto pare, serie e di azione, non reazione.
Per quanto mi riguarda per ora sono stato a distanza del PD perche' non ha immediatamente rispedito al mittente le lusinghe dei professoroni tecnici che, come spiega l'articolo, avevano ben altri obiettivi e consiglieri che non la salvezza da un artefatto baratro e la candida animaccia sua della buona fede dello Spread.
Eppure stimo Bersani, ma troppe volte doveva prendere distanze che non ha mai preso, come quelle limpide che dovrebbe prendere dallo statista delle cooperative (e mi sembra chiaro di chi parlo), dall'altro professore noto a San Marino o dal mondo bancario che centra nulla con intenzioni costruttive o con la giustezza e ragionevolezza che riconosco a Bersani stesso.
E non pensare che mi spiaccia ma "per ora" lui ragiona cosi' e "per ora" io non riesco a votare diversamente, ognuno ha le proprie libere, legittime e rispettabili idee, grazie ad un maledetto Santo dicevamo.
Trovo anche che la lunghissima esperienza politica abbia purtroppo lasciato uno strascico di pressapochismo che ogni volta si confonde con scelte tramutandosi in strategie che puta caso convergono casualmente sempre con il non voler imporre sacrosanti punti fermi, a parte anglosassoni privatizzazioni che centrano nulla con l'Italia, certo dall'altra niente di nuovo ma un politico si giudica di fronte ai temi e non a dispetto dei suoi avversari.
E questo "credere" invece e' un altro grave errore di identita' politica.
Poi, per carita', meglio Bersani di mille fotocopie del Superuomo, ed il che' non dovrebbe essere di consolazione, e tu mi dirai, strano perche' il Superuomo e' stato ristravotato, e che ti devo di??? A dispetto di quanto si previene in altri post io odio chi, attualmente, rappresenterebbe il genere maschile, devo ammettere che pero' in Italia trovano terreno originalmente fertile, per me questo e' un mistero, come e' un mistero che piu' uno si decanta Superuomo e piu' Superdonne gli girano attorno, voti, auto e ville comprese, il successo non e' sempre positivo quanto l'essere.
Voglia di leaderismo degli anziani, interessi coincidenti di commercianti ed industriali, convergenze di singolari monotematici dell'aggressivita', comune odio per il dialogo costruttivo delle idee, mettici un po' di tutto, perche' francamente di carisma io non ne vedo.
Ma che strano pero', mi sembravi di destra decisa, senza offesa.

chiara ha detto...

Il buon senso, la buona fede e il senso del benessere collettivo non sono destrimani nè mancini, antonello. Semplicemente SONO. E in Parlamento sono morti tanto a destra quanto a sinistra, con un losco becchino al centro.

Antonello ha detto...

@Chiara
concordo, ed e' verissimo che determinate caratteristiche sfuggono finalmente ad una etichettatura politica, forse non e' cosi' per il popolo anziano, ben numeroso in Italia, che ha sempre avuto nostalgie di leaderismo, di chi con due urli ed un mento pronunciato si caricava la forza del destino del suo popolo sulle spalle mentre il popolo si tirava su le maniche.
Oggi quella soluzione e' sorpassata a destra, al centro ed a sinistra, oggi c'e' una finestra temporale in cui poter progettalizzare il mondo da lasciare ai nostri figli, non usciamo da una guerra, secondo me usciamo da chi non vuole che un popolo scelga la sua strada con i propri soldi e strutture, e la fine meritata di un bipolarismo vincenti e perdenti e' li a dimostrarlo.
Non servono guerrafondai, semmai sono il rischio che conviene solo alle fabbriche di armi, non servono animali da convento e candide anime da monastero, serve aspettare che qualcuno capisca di aver finito il suo tempo, dopodiche' servira' tutta l'energia di un popolo che solo a quel punto, con i poteri forti alle corde potra' riautodeterminare il proprio destino culturale, sociale ed economico di conseguenza.
Che mi sembravi di destra era perche' abituato ad analizzare certi ambienti mettevo la reattivita' ed il decisionismo fra le caratteristiche dei vecchi schieramenti.
Che Dio ce la mandi buona, comunque, perche' non e' finita e per la verita' e' appena iniziata, tenteranno in tutti i modi di storcere e piegare il pensiero, tutti i media contro Internet, con lo spread tenteranno alzandolo di influenzare le scelte, vincera' la forza delle idee, IO PENSO, IO SONO LIBERO E ME NE SBATTO DELLO SPREAD GERMANOCENTRICO!!!! Anzi se rompe ancora le wollas da questa finta pace e da questa Europa priva di umanita' ne esco con un bellissimo referendum.
Certe teste di k.o devono fronteggiarsi con altrettanta sfrontatezza.
E senza liberta' di pensiero tanto vale cada Sansone ed i Filistei e quest'Europa senza senso ne democrazia.