giovedì 6 ottobre 2011

Annamaria Franzoni. Come preparare un bimbo per la scuola in sette minuti scarsi...

Annamaria Franzoni
La procura di Perugia ora si trova, grazie a perizie di Corte insindacabili, nell'imbarazzante situazione di dover difendere il proprio operato. Eppure se gli analisti ed i testimoni avessero fatto i seri analisti ed i seri testimoni, la loro ricostruzione, pur se intrisa di contraddizioni da verificare, in un'ottica accusatoria poteva starci coi tempi, sempre ammettendo che chi ha lavorato per cercare la verità abbia operato nel rispetto delle regole e della legge. Ma c'è un "caso giudiziario" in Italia in cui, a guardarlo con occhio neutro e non con quello dei "media", le magagne e le ricostruzioni sono ben peggiori. Sto parlando dell'omicidio di Samuele Lorenzi, dal 2008 passato in giudicato e per cui la madre sta scontando una condanna a 16 anni. In questo articolo non parlerò del lavoro svolto dal Ris di Parma (chi veramente ha fatto condannare la Franzoni), anche se sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle parole del loro ex capo, Luciano Garofano, che a Quarto Grado ha ammesso che sarebbe il caso di preparare meglio chi va nelle scene del crimine e chi deve repertare e analizzare. E dire che sono da preparare meglio significa che al momento (peggio ancora quindi nel 2002 quando morì Samuele Lorenzi) non hanno una preparazione ottima, questa serve quando si decide il destino degli altri col proprio comportamento. E che gli analisti in ogni "caso" trattato abbiano similitudini poco professionali lo dimostrano un calzino bianco presente nella villetta di Cogne che, come il gancetto del reggiseno di Meredith, fu reperato, nonostante le foto lo immortalassero sin dall'inizio, 30 giorni dopo il loro primo intervento, ed un paio di sandali della Franzoni che fecero la stessa fine.

Ma ho detto che del loro operato scriverò più avanti, e ce n'è da scrivere, ora voglio concentrare la vostra attenzione sulla ricostruzione che il dottor Vittorio Corsi, Procuratore Generale che accusò la Franzoni in Appello, portò al processo (ricostruzione accettata vista la condanna). E la inserisco perché la maggioranza dell'italico popolo crede alla colpevolezza della madre pur non avendo nella mente una vera ricostruzione dei fatti, se non quelle approssimative passate sui media. Inizio dalle parole usate dal Pg Corsi. Lui in Aula disse: "Alle 8 di quella mattina Annamaria ha preparato la colazione e acceso la televisione per Davide, è stanca, ha dormito male, ha avuto una crisi di panico tanto che ha chiamato un medico in piena notte e si è salutata male con il marito". Vi ho mai detto che chi l'ha difesa non è mai riuscito a fare quanto doveva fare? Chissà se era preparato. Ed allora provo io a fare al Pg le contestazioni che nessuno ha mai fatto e mi chiedo cosa intendesse dire con le parole «si è lasciata male col marito». E' d'obbligo uccidere un figlio se ci si lascia male col marito? E la frase, «ha avuto una crisi di panico», la dice perché è specializzato in medicina ed era presente al momento della visita? Vi faccio leggere la testimonianza di chi ha visitato realmente la Franzoni dalle sei alle sei e trenta di quella mattina, la dottoressa Neri, vediamo se ha parlato di «crisi di panico». 

"Ho quindi iniziato ad effettuare la visita facendo sollevare la giacca del pigiama per poter controllare sia l’addome che il torace. Notavo così che il pigiama era di tinta chiara con alcuni disegnini, che però non ho visto cosa raffigurassero. Comunque, alzando il pigiama, ho visto che nella parte interna questi disegni non c’erano (Quindi alle sei di mattina il pigiama era indossato per il verso giusto). Dopo aver controllato l’addome ed il torace, che erano del tutto a posto, ho controllato anche la pressione, che era 120/80, e la frequenza cardiaca che ricordo era normale; (omissis...) ho fatto domande su eventuali eventi stressanti e la signora ha negato dando l'impressione di voler tagliare corto. Non ho prescritto nulla. A voce ho detto che poteva assumere del Dobetin. La signora ha detto che non ne valeva la pena. I coniugi non parlavano tra di loro, apparivano tranquilli entrambi. La signora citò i bambini soltanto in una circostanza, per chiedermi di abbassare il tono di voce. Per tutto il tempo in cui sono rimasta non ho sentito voci di bambini. Data l’impossibilità di un esame obiettivo, inizialmente il mio orientamento fu quello di una patologia da stress. La signora mi negò qualsiasi evento stressante, e allora pensai ai postumi di una sindrome influenzale. La sintomatologia era già passata quando io sono arrivata, non ho riscontrato tremori o difficoltà nell’articolazione della parola".

Quindi la prima falsità, ripresa dai media a gran voce, su una crisi di panico inesistente o, comunque, non constatata. Ma andiamo oltre ed arriviamo al momento dell'omicidio, a cosa accade, per il Pg Corsi, quella mattina nella casa di Cogne.


"Mentre Davide guarda la televisione Samuele si mette a piangere, pertanto Annamaria, per calmarlo, lo porta nel lettone; poi comincia a vestire Davide, con cautela perché se Samuele se ne accorge si rimette a piangere e chiede di uscire con il fratellino. Ma Samuele ricomincia a piangere! Allora Annamaria manda fuori Davide e si mette la casacca del pigiama al contrario. Le monta la rabbia, prende un oggetto di rame e scende in camera dicendogli 'devi dormire, testone, devi dormire!' e perde il controllo". E qui c'è da chiedersi da quali carte processuali sono uscite queste parole. Non esistono verbali in tal senso. Ed allora sono sue supposizioni. Ma se sono sue supposizioni hanno basi logiche? Ci sono diverse cose che non quadrano se lo scorrere del tempo è uguale in ogni parte d'Italia. Il dottor Corsi dice che alle otto la madre inizia a far fare colazione al fratello maggiore, poi che Samuele si sveglia e lei lo porta nel lettone, infine che torna al piano superiore e, con cautela e senza far rumore, veste il bambino grande. Afferma che il piccolo ritorna a piangere, che la madre manda fuori il fratello maggiore, che le monta la rabbia, che si rimette la casacca del pigiama al contrario e prende un oggetto di rame dicendogli che deve dormire perché... perché è un testone, lo sanno tutti ormai che è un testone, l'hanno scritto i giornali e l'hanno detto i mezzi televisivi. Povero piccolo, speriamo non abbia ascoltato queste parole. Poi asserisce che la madre perde il controllo e... e cosa?

Facciamo per un momento mente locale. Per fare in modo ed in maniera che tutto sia cronologicamente perfetto, visto che il Pg ha detto che la Franzoni alle otto ha preparato la colazione e che il fratello maggiore alle otto e sette minuti viene mandato fuori a giocare, Annamaria deve aver fatto in pochissimi minuti ciò che in tutte le altre parti della Nazione si fa in tantissimi minuti (mio figlio ogni mattina si alza alle sette e cinque ma, fra colazione, denti, cacca, lavaggi e vestizione, prima delle otto meno dieci non riusciamo mai ad uscire). Quindi, per riuscire a fare tutto, a Davide sua madre non ha fatto fare la pipi, e meno male non gli è scappata la cacca, e non gli ha neppure lavato la faccia, l'ha trascinato al piano superiore a forza ed anche se aveva sette anni l'ha imboccato lei, velocemente e con l'imbuto, senza neanche dargli un paio di corn-flakes; nel frattempo Samuele ha cominciato a piangere. Lei allora è scesa in fretta e furia, scivolando sul corrimano per accelerare, e lo ha preso per le orecchie buttandolo nel lettone, tipo lanciatore di rugby, è tornata su volando alla Mary Poppins ed ha fatto vestire il grande alla "come viene viene tanto va sempre bene" (il suo pigiama è stato trovato in cucina) senza fargli lavare i denti, d'altronde il latte è bianco, e l'ha mandato fuori a «calci in culo», poi gli ha tirato le scarpe dalla finestra urlando: «mettile da solo che sei capace». Fatto questo è tornata in camera ed ha rimesso la casacca, al rovescio, è risalita in cucina trovando casualmente un oggetto di rame sconosciuto al marito (che ha dichiarato non mancasse nulla in casa e non è stato indagato per falsa testimonianza), quindi è ripartita di corsa andando a massacrare il figlio (il tempo stimato dal Ris per colpirlo 17 volte in testa e di almeno un minuto e trenta) ed alle 8.16 si è avviata, con quello rimasto vivo, alla fermata del bus... è credibile? Dopo questo «tour de force» l'unico posto dove poter andare era il divano, non all'esterno a parlare coi conoscenti della festa che aveva organizzato per il pomeriggio; l'unica cosa che poteva fare era stendersi, riprendere fiato, calmare la tachicardia ed asciugarsi il sudore. Si sarà reso conto il dottor Corsi di aver ipotizzato in astratto come gli psicologi della seconda perizia psichiatrica? Ed io mi chiedo se il Pg ha mai chiesto ad una madre qualsiasi quanto tempo impiega, ogni mattina, a preparare il figlio per la scuola.

Ma che la sua tesi sia tendente all'assurdo si capisce anche dal fatto che si è dichiarato certo che la madre si sia rimessa la casacca prima di uccidere. Ed almeno ci avrebbe dovuto erudire e farci sapere in quale altro caso giudiziario ha avuto a che fare con un assassino che si è rimesso il pigiama prima di ammazzare. Avrà inteso quel indumento come una sorta di tuta alla «Rambo»? Avrà mai pensato che ad Annamaria Franzoni sarebbe bastato mettere un cuscino sul viso di Samuele per non sentirlo piangere ed ottenere un risultato migliore? Ma proseguiamo la sua ricostruzione che riparte dal momento successivo all'omicidio. Disse il Pg: "Anna Maria è una donna ordinata, per questo copre poi il corpicino con il piumone, si sfila il pigiama, ripone gli zoccoli in bagno e raggiunge Davide quando sono sono le 8.15, pochi minuti prima che passi lo scuolabus". Quindi alla Franzoni non importava una «beneamata pianta grassa» di suo figlio. La sua mente malata era a posto perché a lei interessava ci fosse ordine per casa. Il sangue sul letto, sulle pareti, sui suoi capelli, sulle sue mani e sul suo viso, tutto superfluo, come il bambino morto. In base a questo, dato che è una donna ordinata, si è sfilata il pigiama senza lasciare strisce di sangue sul colletto, né sulla parte alta dei pantaloni, e lo ha gettato ordinatamente fra il suo disordine, ha riposto gli zoccoli in bagno e neanche si è lavata (le mancava il tempo), tanto chi mai si poteva accorgere delle gocce ematiche sulle mani, sui capelli, sulle gote... in Val D’Aosta la gente si fa i fatti suoi, specialmente i guidatori degli scuolabus. 

Ora io vi garantisco che non ho inventato nulla, che le parole sono quelle pronunciate in tribunale e che questo è quanto si è stabilito essere accaduto in quella villetta, questo è quanto i media, senza mai spiegare al meglio per farvi capire l'improponibilità della ricostruzione (se l'hanno considerata valida c'è da fare una epurazione e mandare a lavorare in miniera tanti giornalisti), vi hanno raccontato negli anni. Questa è la ricostruzione della procura di Aosta, esposta dal Pg, accettata dalla Corte e dai giudici popolari ed usata per condannare la Franzoni. Quindi il tempo si spreca! Sette minuti per far fare colazione e preparare il figlio maggiore prima di mandarlo fuori a giocare con la bici (era il 30 gennaio, si era a livello di gradazione zero ed il bambino, fosse vero quanto ipotizzato dalla procura, sarebbe rimasto all'esterno, non sentito né visto da nessuno, e la vicina ha dichiarato essere stata davanti alla finestra in quei momenti, per otto/nove minuti), e scusate se sette minuti per far colazione, lavarsi e vestirsi, mi pare un tempo esiguo, e se otto minuti solo, al freddo delle mattine in Val D'Aosta, mi paiono tanti per un bimbo di sette anni. Ma passiamo ancora oltre. Alla madre restano otto minuti (ed in questo tempo ci deve far stare tutta l'azione) per scendere in camera e non riuscire a calmare il piccolo, quindi farsi prendere da un raptus nervoso che non parte subito, a schiaffoni ad esempio, ma la fa ragionare con razionalità, le fa mettere la casacca del pigiama, le fa salire le scale per andare in cucina e scegliere un oggetto idoneo ma sconosciuto al marito, le fa scendere le scale, la fa andare a cavalcioni sul figlio e le fa colpire per 17 volte la sua testa. Fatto questo, visto il sangue in ogni dove (sia addosso a lei che nella stanza), va a lavarsi dopo aver coperto il corpo del bambino che geme (l'hanno sentito gemere i primi soccorritori), ma negli scarichi del bagno non ci sono tracce ematiche che testimonino un lavaggio del genere, si spazzola i capelli per togliere il sangue cadutovi sopra, ma nessun capello trovato in quel bagno era sporco di sangue, e si veste andando al piano superiore per riporre i sandali con la suola sporca di sangue (ma dove?) senza lasciare traccia del suo passaggio sulle scale.

E quando s'è calmata? E' una ricostruzione da accettare in tribunale a parer vostro? Un avvocato difensore non dovrebbe contestarla in ogni modo? Ma a dire il vero, come scrivevo inizialmente, tutti i guai della madre del piccolo Samuele derivano dagli analisti del Ris e dalle loro perizie e ricostruzioni, e fra queste la logica ricostruttiva (la prima da tenere in considerazione) s'è persa e poi dimenticata. La domanda giusta è: "Prima di fare perizie non si dovrebbe accertare se il sospettato ha a disposizione il tempo necessario per uccidere? Incastrarcelo a spinta dopo aver stabilito, senza fare indagini ulteriori, che nessun altro poteva aggredire il bimbo non è un metodo strano ed imbarazzante da usare?". Un aggressore esterno non avrebbe dovuto lavarsi e cambiarsi d'abito, questi in otto/nove minuti (tempo in cui Samuele è rimasto in camera da solo) avrebbe dovuto "solo" uccidere ed andarsene a casa sua.

Ma c'è la BPA, ci sono le perizie... prossimamente ve le mostrerò nella loro maestosa inutilità le perizie usate per condannare. Vi farò capire, sempre usando la verità e mai barando, come si siano comportati quelli entrati sul luogo del delitto e come si siano fatte e scritte le suddette perizie.

Speciale delitto di Cogne: gli altri 14 punti che scagionano Annamaria Franzoni

Annamaria Franzoni Cap.1 (come far stare 3 minuti e mezzo in poco più di due)


11 commenti:

Anonimo ha detto...

mi fa piacere tu voglia riparlare di questo caso.
Le questioni che sollevi sono di una logica inattaccabile, eppure la Franzoni è in carcere, a scontare una pena non sua, con due bambini fuori, che stanno crescendo senza madre. Quindi, i bambini a cui è stato causato un danno, sono diventati tre.
T(abula)

Anonimo ha detto...

Non vedo l'ora che ci parli di questo terribile ERRORE giudiziario.Sono anni che vengo derisa fra amici e parenti quando parlo di Assoluta innocenza di Annamaria.Certamente non ero presente al fatto ma è proprio la sua figura(Annamaria) che me ne da la certezza.Ti prego Max, scrivi tutto quello che sai, pubblica pubblica..!!!Magari ti leggono e riaprono il caso.Magari ti legge il Giangavino !IL mese prossimo cè la revisione del processo di bruno Contrada.tutto diventa possibile, anche cio che sembra impossibile.
Bea.

Alessandro ha detto...

non ho mai seguito il caso con attenzione,ma a livello epidermico (che ovviamente non vale un fico secco) sono sempre stato propenso per la colpevolezza della Franzoni
se questi sono i fatti (e non ho ragione,caro Max, di metterlo in dubbio) mi vergogno di ciò che ho pensato...

Unknown ha detto...

A livello epidermico sono uguale a te Alessandro, io l'ho pensato fino all'ultimo grado di giudizio e dopo averla vista andare in galera. A quel punto ho preso gli Atti ed ho iniziato a leggerli... e se in cosa vi è scritto non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. Ma la vergogna non è nostra, è di chi ci ha informato...

Ciao, Massimo

Alessandro ha detto...

hai mica del materiale processuale da far leggere ?
alex

Unknown ha detto...

In questo computer Alessandro ho le motivazioni di appello e cassazione. Altre perizie sono in altri computer, poi ho del cartaceo. Se vuoi le motivazioni ti invio una mail con gli allegati.

Ciao, Massimo

Zucchero a velo e polvere di fata ha detto...

Anch'io come voi pensavo fosse colpevole. Poi piano piano ho cominciato ad avere dubbi ed il primo a farmeli sorgere è stato mio marito che mi disse una cosa molto semplice, proprio in veste di marito (al di là delle perizie e delle prove). Sappiamo tutti che suo marito ha concepito un altro bambino con lei; ora, posto che un marito / una moglie dovrebbe essere la persona che ti conosce meglio al mondo dopo i tuoi genitori (sono consapevole che non sempre è cosi), posto che un marito può anche far finta di non vedere la verità, può chiudere gli occhi e far finta di nulla, ma in ogni caso non credo accetterebbe di concepire un altro bimbo perché saprebbe benissimo il rischio che correrebbe (il bimbo), anzi, la sua preoccupazione a quel punto sarebbe di allontanare l'altro figlio piuttosto. Quindi lui sa benissimo che sua moglie è innocente. Magari è una riflessione banale, ma da lì ho cominciato a pormi delle domande.
Sono contenta di vedere che non sono l'unica a sostenere la tesi dell'innocenza della Franzoni.

Una domanda per Massimo, una domanda che anche io mi sono fatta spesso: come sono andate le cose secondo la tua opinione quella mattina?

Alessandro ha detto...

se quando hai tempo mi mnadi una mail, leggerei con piacere
ma senza fretta !
alex

Unknown ha detto...

Ciao Ziva.

Sono andate come le ha raccontate la Franzoni. Alle 7.40 il marito va al lavoro, lei sta meglio ed il formicolio le è passato, cinque minuti e chiama il figlio grande, che dorme nella stanza del piccolo, e se lo porta a letto con lei per non svegliare Samuele e per tenerselo cinque minuti vicino. Lo faccio anch'io col mio.

Poco prima delle otto gli prepara la colazione, lo porta in bagno e torna in cucina dove lo veste. Poco dopo le otto e dieci (probabili uno o due minuti in più) si sveglia il piccolo ed inizia a piangere, lo va a prendere e lo porta nel lettone lasciandogli il suo fazzoletto colorato preferito, con quello non piange. Risale e fa andare il grande a fare un giro in bici mentre lei si veste. Alle otto e quindici accende la televisione, per far credere al piccolo che è in casa, e dopo averlo rassicurato sulla sua presenza esce senza chiudere a chiave la porta per paura che si renda conto, dovesse sentire lo scrocchio, che è uscita.

Porta il grande alla fermata dello scuolabus e mentre va si ferma un un attimo a parlare con lo suocero della dottoressa in piedi sul balcone di casa intento a salutare la nipotina che salirà sullo stesso pulmino di suo figlio, ha organizzato una festa per i bimbi nel pomeriggio e vuole ci vada anche la nipote del vicino, poi arriva alla fermata, saluta il figlio ed aspetta che il pullman riparta (tempo occorrente per andare e tornare otto minuti e dieci/venti secondi, ma dalla curva della strada (all'andata) che impedisce la visuale della casa, alla stessa curva che le permette (al ritorno) di rivedere la casa, quindi eventuali intrusi, ci sono sei minuti).

In ogni caso chiude la porta a chiave dall'interno poco dopo le otto e ventiquattro, toglie gli stivali, spegne la televisione e scende trovando il piccolo completamente coperto dal piumone, crede voglia giocare ed alza la coperta (immagina la scena). Ed è lì che fra il chiaro e lo scuro, avendo la portafinestra chiusa, vede il figlio agonizzante ed insanguinato. A quel punto fa il giro attorno al letto e prende il cellulare dal comodino del marito (lui aveva chiamato alla guardia medica), e prova a telefonare mentre apre la portafinestra e chiama la vicina per avere un aiuto (vicina che non risponde), ma la stanza è semi-interrata e non sempre c'è linea, così è costretta a salire per telefonare da quello fisso. Se hai letto l'altro articolo il resto lo sai.

Una testimonianza lineare che non forza in alcun modo i tempi. Semplice ed allo stesso tempo credibile.

Certo che se hai di fronte chi non ti crede è difficile fargli accettare qualsiasi testimonianza, anche la più semplice e credibile.

Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Allo stato attuale ha un avvocato che la segue ? Perché non richiede la revisione del processo? La versione del procuratore generale è una cosa. la versione finale quale fu, in termini di tempo e di fatti ? Ci fu o non ci fu la visita medica, visto che tutti gli elementi risultavano regolari compresa un'invidiabile pressione ? C'era bisogno di chiamare un medico se tutto era perfetto ? Con due bambini, non c'era poi neppure il tempo di fare tante cose, giro di bicicletta compreso, prima di andare a scuola. La difficoltà è nel trovare un'altra versione che sia più credibile, nello spazio di tempo descritto e per i fatti avvenuti.

amelia ha detto...

mio figlio lo sveglio alle otto e alle otto e trenta siamo fuori casa
questo di prassi
a volte mi riaddormento
quindi è capitato che in dieci minuti siamo fuori casa
ovvio che non lo lavo, non fa colazione non fa un capzo.. lo prendo dal lettino lo vesto e via
si corre fuori
e si può sclerare se si è in ritardo proprio perchè di corsa (però io al massimo ho tirato una sberla, mea culpa)

quindi il poco tempo non vuol dire niente
nè che sia innocente nè che sia colpevole
cosa che personalmente non mi sono mai fatta una idea