sabato 22 gennaio 2011

Sarah Scazzi. Reinterrogare Michele Misseri? Se proprio dobbiamo, dicono in Procura, non prima della fine di Marzo.

A volte si fanno cose senza un motivo apparente. Credo sia capitato a tutti di dire: "Ma cosa sto facendo?". Pertanto non dobbiamo stupirci se a Taranto c'è chi non vuole fare un nuovo interrogatorio all'orco carcerato. La Procura ha infatti dato al giudice un parere negativo alla richiesta inoltrata dall'avvocato Coppi in merito ad un nuovo incidente probatorio. Secondo il legale della ragazza, e come dargli torto, si rende necessario reinterrogare il Misseri dopo le lettere inviate alla figlia. Fra l'altro anche lo stesso Misseri ha già inoltrato due richieste per essere ascoltato, una a Dicembre, in cui chiedeva non ci fosse il suo avvocato, ed una ad inizio Gennaio in cui ne accettava la presenza. Ma per il dottor Sebastio ed il suo fido pm dottor Buccoliero occorre invece aspettare la fine delle indagini. Al limite, se di andarlo a sentire proprio non se ne può fare a meno, non prima della metà di Marzo, data entro la quale scadranno i due mesi di secretazione delle indagini accordatigli dal magistrato.

Tutto questo sta a significare che Sabrina Misseri, essendo improbabile che il giudice Martino Rosati (avete letto bene, sarà lui a giudicar anche questa richiesta; ormai dai più è chiamato il moltiplicante) accolga il ricorso discusso il 18 gennaio dal suo avvocato, dovrà quasi sicuramente trascorrere anche la Pasqua in galera. Bella soddisfazione per il dottor Sebastio ed i suoi fedeli dobermann. Verrebbe quasi la voglia che anche a loro toccasse un giorno di passare un Natale ed una Pasqua in carcere ad aspettare un processo, magari anche solo per aver fatto dichiarare ad un cassiere di banca che Cosima Misseri alle 12 del giorno in cui è stata uccisa Sarah era davanti a lui a fare un versamento.

Ho parlato di questo particolare perché è un enigma quasi risolto; il perito calligrafico, infatti, ha escluso che la firma sulla distinta possa essere della donna. Inoltre diversi testimoni hanno dichiarato che la moglie dell'orco era al lavoro con loro. Ma non dove andavano solitamente perché il caporale, quello che aveva testimoniato di non averla vista (ed invece le aveva anche parlato), le aveva portate in un altro cantiere e non dal solito datore di lavoro. Ed allora come mai il cassiere era tanto sicuro che la donna fosse lì?

E' semplice e ve lo spiego. I bravi inquirenti, avendo la testimonianza del datore di lavoro che diceva di non averla vista, del caporale che diceva di non averla caricata e la distinta di versamento, hanno fatto due più due più due uguale a cinque. Con questi dati sono andati dal bancario e, come non dovrebbero mai fare dei professionisti seri quando ascoltano le persone informate sui fatti, glieli hanno riferiti inducendolo a pensare di averla vista. Erano passati due mesi e magari la donna c'era stata uno o due giorni prima o uno o due giorni dopo, è stato facile per lui confondersi e pensare che quanto dettogli dai Pm confermasse i suoi ricordi. Ora c'è da appurare chi sia stato a fare il versamento. Sarebbe facile, basterebbe credere alla donna dato che il conto corrente è intestato anche a lei. Ma chi dirige le indagini non si fida e preferisce trovare un nome diverso da quello ricevuto e cercarsi da solo il versatore di liquidi. Mah, misteri della vita.

Lasciamo da parte quegli strani metodi di indagine e parliamo di altri strani metodi. Parliamo di una perizia, ne erano già state fatte due uguali in precedenza, finita dai Ros che è stata rifatta per la terza volta a distanza di mesi senza che nessuno ne abbia capito il motivo. Dovete sapere che grazie a diverse prove fatte nei punti indicati dalla Procura (in casa Misseri, in casa Scazzi e nel campo dov'è la cisterna in cui è stata sepolta Sarah), avevano appurato che i cellulari ad Avetrana possono inserirsi in più celle anche se chiamano dallo stesso luogo ed hanno lo stesso gestore. Lo avevano riferito anche gli stessi avetranesi in quanto in paese era risaputo da tempo. Pertanto, stando così le cose, quando la Misseri ha telefonato ad Ivano, lui non ha risposto perché dormiva ed aveva il telefonino in auto, era effettivamente in macchina con Mariangela e non in giro da sola. Su questo particolare l'ex amica aveva prima dichiarato che era sicuramente assieme a lei, poi, dopo la morte e quanto ne è seguito, aveva modificato la precedente versione dicendo di non ricordare proprio bene a che ora l'avesse lasciata a casa; insomma, in tutti si era insinuato un dubbio.

Ma la Procura del dottor Sebastio, che ieri (venerdì) ha tenuto un vertice con gli inquirenti per tracciare le linee guida del prossimo futuro (sembra si sia deciso di fare una richiesta di rito immediato per uno dei due indagati), non si è fidata delle due già fatte e ne ha pretesa una terza. Il risultato sarà il medesimo, si suppone dato che sono lì da anni quelle celle, e cambieranno solo le spese a carico dello Stato.

Un'altra notizia riguarda la perquisizione effettuta due giorni fa. I carabinieri ed un Pm sono entrati nella casa di via Deledda per appurare se nell'abitazione fossero presenti scritti compromettenti, date le lettere del marito alla figlia, un diario di Sarah e dei telefonini; non è stato trovato nulla di cartaceo che potesse essere interessante al fine delle indagini, diari non ce n'erano così come i cellulari in quanto la donna era già andata il 16 Gennaio a consegnarli in procura. Particolare che fa capire come non si fidi assolutamente degli inquirenti è il fatto che prima di farli entrare abbia chiamato il suo avvocato perché assistesse alle varie fasi della perquisizione, non sia mai che fosse apparso qualcosa dal cilindro magico di chi indaga. Per la cronaca i cellulari erano quelli che Cosima aveva portato da Carmine Misseri, assieme all'altra sorella Emma, chiedendogli se era in grado di riaccenderli. Ora i telefonini sono a disposizione dei periti che cercheranno di capire che ruolo hanno avuto nella vicenda. Sempre che ne abbiano avuto uno.

Quindi abbiamo appurato che se le perizie favoriscono l'indagata vengono rifatte tre volte, che nessuno crede a Cosima e che si vuole lasciare in cella per almeno altri due mesi la ragazza. Abbiamo anche visto che nessuno in Procura desidera riascoltare il Misseri nonostante le lettere. E questo agli occhi della gente dovrebbe risultare ben strano perché se davvero nel garage ci fossero le prove della sua colpevolezza, come da lui raccontato ad un parente andato a fargli visita al carcere, i Pm si risparmierebbero un enorme lavoro e potrebbero fare dei passi giganteschi in avanti.

Ma con la loro presa di posizione diventa chiaro il motivo per cui il dottor Sebastio si oppone a quest'ultima confessione.

Se in fase di interrogatorio, quando saranno presenti diversi giudici (oltre al moltiplicante Rosati e l'avvocato Coppi), lui e i suoi Pm venissero indicati dal Misseri, come è probabile che sia, negli uomini che gli hanno estorto le ultime confessioni, dovrebbero fare le valigie e lasciare tutti gli incartamenti in mano ad altri. Sai che casino ne verrebbe fuori? Meglio cercare di far restare tutto com'è e prendere tempo in attesa di buone nuove che li aiutino a non far credere all'orco e convinca l'opinione pubblica che alla procura non lavorano esseri umani ma santi.

Ma stavolta hanno fatto i conti in assenza dell'oste. L'avvocato Coppi ha già capito i soggetti ed anche la loro prossima mossa, che non è difficile da prevedere, e massimo qualche giorno e ne vedremo delle belle.



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10 commenti:

Anonimo ha detto...

una delle poche voci fuori del coro, condivido appieno la sua disamina dei fatti.

Unknown ha detto...

Ti ringrazio, ciao

stefano ha detto...

Complimenti per la lucida e obiettiva disamina. E meno male che dovremmo essere uno stato garantista dove la presunzione di innocenza è costituzionalmente garantita. Era gia scandaloso che tenessero Sabrina in carcere solo per le contraddittorie acccuse del pradre, senza nessun riscontro oggettivo. Ora siamo al ridicolo.

Unknown ha detto...

Ed è proprio perché dovremmo essere in un paese garantista che ti viene il latte alle ginocchia quando segui casi del genere. Di questo possiamo parlare perché diventato una fiction dal facile guadagno, di tanti altri non se ne conosce l'esistenza perche non rendono a livello econimico, ma l'ultima statistica dice che il 40% delle persone incarcerate stanno in galera, o sono state, senza vere prove o completamente innocenti. Inoltre c'è disparità di giudizio e di comportamento fra le varie procure ed i giudici con l'alibi dei troppi processi si parano il dietro in maniera illogica e grazie soprattutto a connivenze interne alla magistratura. A fronte di una S.M. che sta in galera, e non si sa se sia innocente o colpevole (anche se il pregiudizio mediatico ha convinto 81% degli italiani e forse anche chi indaga), ci sono assassini condannati in tutti i gradi di giudizio che possono uscire, ed eventualmente espatriare, indisturbati. Ti faccio qualche nome:

Luigi Corvasce, Angelo Antonio Doronzo, Giuseppe Eligiato, Savino Filannino, Giuseppe Fiori, Gaetano Iodice, Angelo Lombardi, Michele Pavone, Salvatore Pellegrino, Ruggero Lattanzio, Antonio Di Buono, Vincenzo Garofalo, Giovanni Prencipe, Maurizio Ferraiuolo, Giovanni Antonio Pancotto, Giuseppe Belcastro... e qui mi fermo ma potrei continuare per altre 10 pagine.

Speriamo che qualcosa cambi e che a noi non capiti una sventura del genere. Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

leggo sempre i tuoi articoli e ne apprezzo i contenuti, ma a proposito di paese garantista, leggo in molti giornali on-line commenti di "forumisti" che danno dell'assassina con offese di ogni genere a Sabrina M. e donne di famiglia, allo stato dei fatti non pensi che in qualche modo la famiglie offese ne possano chiedere conto?. mi interessava il tuo pensiero. Ciao, Salvo

Unknown ha detto...

Ciao Salvo e grazie del complimento. La tua considerazione è giusta, chi offende le persone in un forum è in teoria perseguibile, ma solo se chi si sente offeso va da un avvocato e fa una querela, e se chi ha offeso non è anonimo ma rintracciabile con tanto di mail e numero IP.

E' chiaro che internet è un pianeta vasto in cui tutti possono accedere, e proprio per questo esternare una opinione con parole quali "assassina" è rischioso. La sentenza di un giudice di Monza, mi pare sia del marzo 2010, ha condannato una ragazza che messaggiandosi con un'altra su Facebook aveva dato della tr.. sgual... rott... ad una loro conoscente a pagare 15.000 euro.
Questo perché essendo il messaggio in bacheca, alla portata di tutti i frequentatori di Facebook.

Motivo per cui chi da della poco di buono ed assassina a S.M. deve sperare che la condannino o che a lei quelle parole non diano fastidio. In caso contrario i soldi per l'avvocato Coppi li potrebbe prelevare dai conti correnti di migliaia di internauti. Ciao, e continua a leggermi. Massimo

Anonimo ha detto...

Non ha idea di cosa vuol dire vedere i propri pensieri scritti da qualcun'altro.Continui a pubblicare la prego,mi farà sentire meno sola quando intorno a me sembra che nessuno abbia capito...eppure che c'è da capire?Era chiaro sin dall'inizio,sin da quell'assurdo interrogatorio il fatto che Misseri fosse stato raggirato,confuso,intimidito,minacciato e nello stesso tempo rassicurato da chi proprio non voleva credere che avesse fatto tutto da solo.Adesso non basterà che arrivi marzo per fare a meno che Misseri non faccia quei nomi e penso anch'io che un certo avvocato sarà tradito da alcuni amici in quell'occasione.
P.S.:avrà una fedelissima lettrice da oggi in poi.
Norma

Unknown ha detto...

Ti ringrazio Norma, spero di continuare ad avere in me i tuoi pensieri. Ciao, Massimo

francesca ha detto...

sono d'accordo.scelgono un assassino e costruiscono le prove( vedi ora del delitto). Negli interrogatori insistono e intimoriscono, magari a fin di bene. Ma se Misseri è suggestionabile non lo è con loro ??Con una giustizia così nessuno può stare tranquillo.
Misseri deve essere sentito, la vera verità non può essere rinviata.se Sabrina è innocente i danni da ingiusta detenzione devono pagarli di tasca loro!

Unknown ha detto...

Non li pagano di tasca loro, è certo, ma questo non pagarli è una agevolazione che tanti giornalisti e scrittori dovrebbero imparare ad usare per farli smettere di sbagliare ed invece, per quieto vivere o per timore di conseguenze spiacevoli, scrivono restando nel vago o omettendo.

Non tutti lo sanno ma diverse sentenze, che fanno in pratica legge, permettono a chi scrive di criticarli anche aspramente per il loro operato, e questo anche e soprattutto perché non rispondono economicamente dei loro sbagli se fatti in buonafede.
Ciao, Massimo.