giovedì 11 novembre 2010

Michele Misseri torna ad essere l'orco di Avetrana

Michele Misseri esce scortato dal garage
Non ce l'ha fatta. Michele Misseri non è riuscito a dire quanto concordato. La strategia difensiva, elaborata sin dall'arrivo dell'avvocato Galoppa, si stava delineando netta ed era preponderante rispetto ai lamenti della figlia, incarcerata a Taranto, e della famiglia, incarcerata ad Avetrana. Cosa ci voleva a dire "non l'ho violentata?", poco, veramente molto poco.
Nonostante subisse la presenza, scomoda ed ingombrante, del difensore e della dottoressa Bruzzone, sua consulente che prima di diventare tale al TG1 aveva spiegato agli italiani come l'orco fosse in grado di mentire, nonostante l'interruzione di un ora, chiesta ed ottenuta per parlare col loro assistito, nonostante diverse volte abbiano integrato ciò che il Misseri dichiarava, la frase che avrebbero gradito sentire non è uscita e l'orco ha insistito nell'affermare quella "verità", schifosa ed agghiacciante, che non lo fa più credere il braccio soggiogato ed inerme della mente malata e gelosa della figlia. Ma come? Non l'hai uccisa, la consideravi una terza figlia... e da morta la violenti?
Se nostra figlia uccidesse sua sorella, un'altra nostra figlia, noi cosa faremmo? La violenteremmo? La occulteremmo? La sua verità si è dimostrata essere un ammasso inconcludente di parole saltellanti in ogni dove.
Ora anche i magistrati, se hanno il dono della lucidità mentale (e credo proprio di sì), potranno capire quali siano state le mire difensive, sino all'ultima deposizione, e quali siano state quelle approntate al momento per aggiustare l'inaggiustabile. Io, dal canto mio, le avevo capite da tempo ed aspettavo le ultime due mosse per averne conferma. La prima non ha portato e non porterà a quanto sperato, resterà indagato quale assassino perché i tempi non permettono in alcun modo un omicida che non sia lui, la seconda doveva condurre alla famosa perizia psichiatrica. E neppure questa è riuscita. Ora aspettiamoci novità eclatanti perché presto sarà davanti al Gip. E qui non potrà più mentire. Dovete sapere che fino all'entrata in scena del giudice per le indagini preliminari l'imputato ha facoltà di dire ciò che vuole, siano menzogne o mezze verità, e di solito è il proprio avvocato che instrada sulla soluzione ritenuta migliore. E' dalle reazioni degli inquirenti che estrapolerà la linea difensiva che ritiene più opportuna.
Dalla entrata in scena del dottor Galoppa, subito successiva alla confessione, si respirava un'aria diversa, un'aria meditata; in quel periodo i legali della famiglia Scazzi, e gli stessi familiari, manifestarono a più riprese, in video e sui giornali, la ferma intenzione di vigilare affinché il colpevole non venisse considerato malato di mente e non beneficiasse, perciò, di sconti speciali. Come fare per superare questo zoccolo duro rimarcato giornalmente sui media?
L'idea era geniale; creare quotidianamente il pregiudizio, perché si sa che se in aula c'è un solo imputato reo confesso questo viene condannato, trovare un nuovo capro espiatorio e coinvolgerlo, fosse anche un familiare, e, modificando continuamente le proprie testimonianze, sfruttare le diverse contraddizioni per far sì che la gente pensi di trovarsi di fronte ad un essere anormale, cercando la situazione ed il momento idoneo a far accettare la richiesta di perizia psichiatrica. Per fare cotanta  messa in scena si cambiano le prime versioni. Si modificano poco per volta e si lascia parlare l'avvocato che, tramite subdole o tacite insinuazioni, sparge il fertilizzante per preparare il terreno alla prossima semina. Così si inserisce la figlia; non violentemente, dolcemente, perché c'è il rischio di ottenere l'effetto contrario. Il padre deve essere colui il quale voleva addossarsi la colpa al posto suo... che eroe moderno! Sarà in codesto modo che l'uomo della strada potrà dire: -Lo sapevo, l'ho sempre pensato fosse stata lei!-
E questo è il percorso intrapreso dalla Difesa ed accettato dal Misseri, chissà quanto consciamente, percorso che però non ha portato al risultato sperato perché la perizia gli è stata negata. Quindi ad oggi cosa resta in mano all'avvocato di zio miché? Una sacco di cocci che non sarà facile ricomporre senza perdite. Presto qualcosa di nuovo uscirà e lui, e l'altra, dove andranno a pararsi il dietro? L'orco prenderà l'ergastolo... e loro? Resteranno davvero lindi e splendenti?
Per un mese si è sparlato, spargendo la famosa zizzania, e si sono cercate prove a suffragio, ancora oggi si fa. Gli amici, forse non veri amici, voltano le spalle al nuovo mostro e cambiano le prime versioni fornite. Cercano nella memoria le frasi, i movimenti sospetti. Ma tutti nell'arco dei mesi diciamo frasi interpretabili in vari modi, tutti abbiamo a volte comportamenti strani agli occhi degli altri. Escono i particolari sessuali di una ragazza innamorata che si darebbe anima e corpo e non viene accettata. Quante in Italia si sono offerte e non sono state accettate negli ultimi tre mesi? Solo Sabrina? Si trova una persona che il mattino ha visto il gelo fra le due e dichiara che c'era qualcosa che non andava, dimenticando che Sara nel diario da una spiegazione al fatto scrivendo: -Sabrina mi ha sgridato.- Non scrive "abbiamo litigato", come qualunque ragazza farebbe se avesse problemi con una amica, scrive "mi ha sgridato", lasciando intendere che fosse quasi una madre, una sorella maggiore. Le faceva male sentire parole cattive quali "si vende, per una coccola si vende", ma forse quelle volevano essere un insegnamento. Certo, le dava fastidio vederla attaccata a chi amava, ci mancherebbe non fosse così, ma dirle di non flirtare con un ragazzo di 13 anni più grande, di non dar adito a parole in paese, non era un cattivo consiglio. La piccolina stava crescendo e certe cose doveva impararle prima di subirne brutte conseguenze.
Ma anche noi dobbiamo imparare che prima di giudicare, fosse anche la persona più antipatica del mondo, occorre avere in mano il quadro completo e non quello parziale presentato dalla scatola multicolore chiamata televisione. Il nostro cervello ce lo permette e sarebbe un guaio non usarlo ed accettare ciò che altri ci fanno credere veritiero. Anche quel che ho scritto non è da accettare senza averne prima parlato con la nostra mente. Sarà lei a verificarlo. Ciao a tutti Emax.

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