lunedì 2 gennaio 2012

Sarah Scazzi. Taranto come Hollywood, il 3 % degli avetranesi testimonierà al processo e c'è da credere che sarà un kolossal dai grandi ascolti


Il dieci di Gennaio nelle aule del tribunale di Taranto inizieranno le riprese del processo più atteso dagli italiani. E non sarà un processo qualunque, questo perché si è deciso di continuare a seguire la "linea Hollywood", quella che ha permesso all'omicidio di Sarah Scazzi di diventare l'evento mediatico per eccellenza, l'evento che ha catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica e permesso la creazione di vari gruppi ultrà. Con la morte della piccola Sarah, quindi, si è rinsaldato il nuovo modo di concepire la giustizia già in vigore da anni, un modo dai caratteri italiani-volgari che non si basa sulle idee e sulla logica personale ma si appoggia in tutto e per tutto alla sponda scelta. Una sorta di tifo da stadio organizzato che non guarda al gioco di squadra, quello che la sportività vuole si accetti la sconfitta se gli altri esprimono un miglior gioco in campo, ma esula dalla logica globale e s'incanala solo sulla linea tracciata dal proprio allenatore e dai colori sociali. Un tifo nato a metà ottobre 2010, "all'Atto Secondo" dell'evolversi della situazione inquisitoria, quando, dopo aver dapprima confessato il delitto e l'occultamento, "zio michè", allora diventato famoso col nomignolo di "orco d'Avetrana", scoperchiò il vaso ed accese i riflettori sulla figlia.

Per questo fu osannato da folle di "pellegrini impazziti di giustizia" che apprezzarono, con "giubilo e gaudio", il suo voler entrare nel regno dei cieli calpestando il corpo della figlia stesa a terra che, da quell'esatto momento in poi, venne privata della voce nasale ed acidula che per un mese e mezzo aveva infastidito e rovinato l'audio televisivo. Questa orda colpevolista, che si è da subito schierata per dare "sommaria giustizia" alla piccola vittima nascondendosi sotto la scritta: "cristianesimo legislativo fra varie ed eventuali", ma era ed è un cristianesimo legislativo di contrabbando da non confondere con il vero che ben altro dice e vuole essere, arrivò ad avere l'ottantun per cento di share a conforto della propria tesi. In poche parole ottantuno italiani su cento credettero al "nuovo messia" quando disse, ed a Taranto il suo "mentore" fece scolpire le sue parole sulle tavole probatorie, che Sabrina era l'unica colpevole dell'omicidio della cugina. Questo accadde il diciannove novembre, giorno in cui l'ormai ex orco redento tatuò in maniera indelebile uno sguardo truce ed un'espressione da assassina sul volto della figlia. Espressione e sguardo che possiamo facilmente ricordare chiudendo gli occhi o guardando i programmi specializzati in gossip, che più volte l'hanno trasmesso ad uso e consumo dei "santoni" amici del "povero Misseri", quegli strani esserini di pochi pollici che vivono e vegetano al centro di schermi piatti e digitali ad ogni ora del giorno e della notte. Quei: "so tutto io e ti rido in faccia se la pensi diversamente", che son stati beatificati sugli altari mediatici per aver spruzzato veleno senza averne né il motivo né le prove ma fidandosi, pur in mancanza di verifiche, di quanto narrato dal loro messia e da quanto portato alla luce da chi nell'ombra sottraeva copioni e registrazioni agli uscieri della procura.

Quei santoni che un paio di mesi dopo hanno declassato il messia Misseri a "sterco di cavallo", a quel punto non utile neppure a concimare i campi da lui coltivati, innalzando a nuovo messia il suo ex mentore e la sua apostola bionda, chi hanno capito essere i veri l'artefici della "prima campagna di Avetrana", chi in realtà ha scoperchiato il vaso ed acceso i riflettori. Poi, tolti dai giochi anche gli ultimi due, le "frange cristiane della giustizia assoluta e già assodata" si sono aggrappate agli ultimi messia, agli indagatori posizionati in prima linea, credendoli ovunque comunque e dovunque e seguendoli in ogni passaggio, ad ogni cambio di strategia e di ricostruzione. Anche perché nessuno degli adepti della "già assodata verità" aveva davvero rinunciato al coinvolgimento della matrona, di certo complice, che non si voleva per nulla al mondo fuori dal carcere. E quando ai "fedeli" è stata raccontata la "buona novella" del sequestro onirico, e ciò che li aveva convinti inizialmente si è fatto fumo senza arrosto, non hanno tentennato nel pensiero di qualcosa di strano, di anomalo, ma hanno lasciato spazio alla realtà di quel miraggio sempre atteso e sempre latente nella mente e nello spirito.

E così siamo arrivati alla "resa dei conti" in un clima da kolossal hollywoodiano, in un clima da "mezzogiorno di fuoco", per questo centinaia di reti televisive hanno chiesto di abbonarsi e di avere un banco tutto loro nell'aula del tribunale di Taranto. Un banco dove posizionare telecamere e giornalisti, un banco da cui trasmettere l'evento eccellenza del nuovo anno giudiziario italiano. Ed è per questo che le parti in causa, non lesinando, stanno arruolando mezza Avetrana con inviti a comparire in tribunale (l'altra mezza ha staccato i telefoni e non risponde al postino). Così è e così sarà, dato che la procura ha chiesto di poter far sfilare centoventiquattro testimoni e le varie Difese centoquaranta. E' come dire che il tre per cento degli abitanti di Avetrana è in grado di chiarire la posizione degli imputati. Ed a parte l'ultima sorpresa, il bancario chiamato a giudizio perché disse di aver visto Cosima Serrano alle dodici e trenta del ventisei agosto (cosa potrà mai aver fatto di tanto grave, tale da essere giudicato in un simile processo e non a parte, se non il cercare di risparmiarsi una ramanzina dai superiori credendo di non arrecare danni ad alcuno...), gli altri sono tutti testi che dovranno chiarire i dubbi, colossali come il kolossal che si sta approntando in terra di Puglia, che contornano le indagini. Ed in assurdo si potrebbe fare un paragone e constatare che se l'omicidio fosse avvenuto a Roma si sarebbero chiamate a testimoniare circa centocinquantamila persone (il tre per cento dei suoi abitanti).

Ma lasciamo per strada l'assurdo e torniamo a Taranto. Una buona fetta dei testi dell'Accusa è formata dai poliziotti e dai carabinieri impegnati nelle indagini, poi ci sarà il fiorista, dovrà avere il coraggio di dire per l'ennesima volta che lui quell'avvistamento in vita non lo ha mai fatto, la Pisanò, che per la prima volta sputerà in faccia all'accusata, di certo presente, le sue frasi compromettenti, il Petarra, senza pennelli e spatole ma con amico e moglie, e l'amica Francesca con suo padre, chissà se riparlerà di uomini in parrucca e furgoncini blu mai rintracciati ed ancora sconosciuti. Oltre a questi non mancheranno le "amiche del cuore" di Sabrina Misseri, tra cui la Spagnoletti, e le cugine della stessa, in special modo non darà di certo forfait quella che ha parlato della "zanzara che non può morire" se succhia il sangue del suo pio e santo zio. Ma ad accusare la ragazza la Procura ha chiamato anche gli amici di comitiva, il Pisello e, soprattutto, il Delon avetranese Ivano Russo, "pietra dello scandalo" da cui, per come la vedono i procuratori, è partita la scintilla omicida.

Più nascosti vengono tenuti i testimoni chiamati dalle Difese, anche se circola voce vi siano un paio di donne molestate in tempi passati dall'ex orco, e l'unico davvero conosciuto è proprio Michele Misseri, snobbato dalla Procura che non gradisce più il modo che ultimamente usa per "cantare" (per i Pm inizialmente "l'aria intonata" era melodica mentre ora pare quasi che il non assassino voglia emulare le star del Rock duro). Adesso c'è da capire se quanto da lui scolpito sulle "tavole" il diciannove novembre duemiladieci, in pratica il vero motivo che ha portato in carcere sua figlia, sia ancora considerato un elemento utile all'Accusa o se andrà ad avvallare la tesi difensiva. Insomma, paradossalmente l'incidente probatorio potrebbe giovare a chi difende dato che chi accusa non pare intenzionato a rivangarlo. C'è da capire anche quanto il giudice riterrà credibile l'ex reo-confesso. Un giudice di Assise, d'altronde, non dovrebbe sapere nulla di quanto sta per giudicare, questo per preservare e garantire un giusto processo agli imputati (lo vorrebbe il vero cristianesimo legislativo), quindi non dovrebbe neppure conoscere gli avvenimenti succedutisi negli ultimi sedici mesi e, se non informato dall'Accusa che non chiama a testimoniare chi ha per primo mandato in carcere la figlia, non dovrebbe tener conto neppure delle varie confessioni del Misseri. Esiste a Taranto un giudice all'oscuro di tutto?

Non credo proprio ed agli italiani in fondo poco importa. Per cui freghiamocene e prepariamo ancora una volta pop corn, lupini e noccioline, perché il kolossal si preannuncia lungo e pieno di colpi di scena. Chi è schierato apertamente indossi la sciarpa coi colori sociali ed apra le finestre prima di suonare le trombette. Chi invece è intenzionato ad andare a Taranto per assistere in diretta si rassegni, i biglietti non sono in vendita e servono gli accrediti. Per questo domani ci sarà un incontro fra i giudici ed i responsabili mediatici. A loro verrà chiesto di mantenere sereno l'ambiente e di inviare le persone giuste. Le reti televisive accetteranno di buon grado e chiederanno accrediti mirati. C'è da capire cosa intendano con la parola "mirati"... mirati a far cosa?



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14 commenti:

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,

il tuo articolo è "more solito" di straordinaria efficacia e di forza critica notevole, non privo di fine ironia e di severo sarcasmo. Di te si potrebbe dire, come del Poeta latino, "ridendo castigat mores". Il processo, come da te osservato (e come ho ripetuto anch'io in più sedi), sarà una vera farsa alla maniera di Macario "Imputato, alzatevi", un vecchio film del 1938 (lo hai visto ?), ma di straordinaria attualità. Nulla, almeno in primo grado, sarà da sperare sull'asserzione della verità, se nel frattempo l'ormai vecchia denuncia della Camera Penale Romana non farà sentire i propri effetti. Di tutti i processi attualmente in gestazione, malgrado l'enorme tristezza per la morte crudele di un'adolescente, questo sarà il più penosamente ridicolo, anche se non riusciremo certo né a ridere, né a sorridere, ma forse ad esprimere un amaro ghigno su chi ha tanto trafficato per falsificare la realtà e per distogliere le indagini dal vero autore (o dai veri autori). Ho sempre auspicato, come ben sai da quando scrivo qui e come ben sa chi ormai mi conosce, il trasferimento del processo in altra sede, perché ivi la condanna è già stata emessa ancora dall'ottobre del 2010. Se tale trasferimento non è avvenuto, va imputata la responsabilità ad una Corte di Cassazione e a giudici ponziopilateschi, che, come il loro avo e modello spirituale, resteranno coperti d'infamia per secoli e forse millenni.

Anonimo ha detto...

Intanto la Cassazione ha assolto il fratello e relativo nipote dal reato di complicità con M.M. per la soppressione del corpo di Sarah
P.

Manlio Tummolo ha detto...

In verità, la Cassazione non ha propriamente assolto nessuno, in quanto il processo è da fare; ha solo sostenuto, compiendo contraddizioni plateali col resto, che sui due non c'erano elementi sufficienti per un arresto contro il ricorso dei PM della SS. Inquisizione. Una volta tanto la "Gazzetta del Mezzogiorno" ha sottolineato la contraddittorietà cassazionista, tra questa decisione e quella contro le donne Misseri. Il quotidiano rileva inoltre che non si ha neppure un orario preciso nella cosiddetta "soppressione" del povero corpo di Sarah.

Sira Fonzi ha detto...

Un bellissimo articolo Massimo, per rimanere in tema vorrei aggiungere che la piccola Sarah avrebbe dovuto rappresentare per tutti noi l'Italia, e tutti gli italiani uniti avrebbero dovuto tifare per lei, affinché vincesse la sua ultima partita. Invece per molti non è stato e non sarà che un alibi per sfogare le proprie frustrazioni, per scaricare la propria rabbia
E per molti altri non sarà niente di più che una macchina per far soldi.
Ciao Sira

norma ha detto...

E' vero,nonostante il tutto sia a dir poco ridicolo,non riusciremo nè a ridere,nè a sorridere,solo che a me un riso amaro viene proprio dal cuore già da ora,a processo non ancora cominciato.Forse pretendo troppa serietà in una circostanza come questa,ma pensare che l'incidente probatorio si fonda sulle parole di uno che ormai viene ritenuto inattendibile tanto da far finta che a parlare non sia stato lui,fa pensare e non poco.A questo punto farebbero una figura migliore se ammettessero di credere a Misseri solo se quest'ultimo parla come a loro piace,regola applicata anche con i testimoni vari,lo sa bene Buccolieri e tutti i suoi parenti.

Manlio Tummolo ha detto...

La novità di questa domenica è che il signor Michele Misseri minaccia il suicidio in un pozzo se moglie e figlia non vengono liberate. Dopodomani comincia il grande processo a condanna già prestabilita (come suppongo, poi si vedrà) fin dall'ottobre 2010, malgrado l'assenza di un qualunque elemento verificabile contro le due donne. Il Misseri ci spiega pure come abbia ben utilizzato il periodo carcerario per apprendere l'italiano e abituarsi a scrivere. E poi si usa comunemente dire che le nostre carceri non sono educative !
Riguardo al suicidio, che costituirebbe solo la soddisfazione dei nemici della moglie e della figlia, è meglio che racconti tutto, soprattutto di quel che è successo nelle prime fasi dell'arresto e della carcerazione preventiva (o custodia cautelare).

Anonimo ha detto...

MM Ha dichiarato che si vuole buttare in un pozzo ? Si accomodi anzi un consiglio : beva prima di buttarsi almeno un bicchiere del topicida che già' voleva usare(?) a suo tempo poi leghi una corda ad un albero e si faccia un bel cappio al collo.
Ecco poi puo' buttarsi magari in una cloaca che mi sembra un habitat consono al suo status quo
Così' avrò la certezza di non vedere e di non sentire piu questa razza di omuncolo
E basta con queste " popo' di pensate" volgari della cavo.
( telef. In diretta, inaspettata e le solite domandine....)
Se togliamo le "pensate " ecco quello che resta....


P

Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Anonimo P,

come direbbe il rag. Fantozzi, "Com'è umano Lei...". Aspettare di vedere un po' più chiaro nella vicenda, finito il terzo grado del processo, è così difficile ? Quanto alla signora Cavo o a chi altro, basta non guardare la televisione o, piuttosto, fare come me, rompere ogni rapporto con la RAI e l'Agenzia delle Entrate di Torino, ma mi sa che chi la guarda, si aspetta di vedere e di sentire proprio le sciocchezze predisposte per il vasto pubblico di persone che godono nel vedere i morti altrui.

Anonimo ha detto...

Egregio Tummolo
Io guardo molta poca tv. Mi limito a qualche tg e le assicuro che questo omuncolo, le sue esternazioni, le dichiarazioni di moglie, figlia, nipoti, vicini, fidanzati, ex amanti, avvocati, azzeccagarbugli etc etc sono sempre presenti. Poi ho scoperto che a Mentana a La7 non ne parla e quando posso guardo solo quel tg...
Mi meraviglio che lei apostrofi me con uno scherzoso. ma non troppo, " come e' umano lei...".
Lo sono ed anche molto : non con i sotterratori/occultatori di cadaveri, fors'anche assassino e/ o complice.
Con queste persone no . Anche al terzo grado di giudizio avro' diritto di esprimere il mio ribrezzo per questo.
P

Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Anonimo P,
se mi ha letto qualche volta, sa che ho espresso sempre molti dubbi sulla vicenda. Sul ruolo effettivo di Michele Misseri bisognerebbe fare la tara su tutto quello che ha detto e dice, prima perché glielo hanno fatto dire con metodi poco ortodossi, poi perché cerca di far liberare moglie e figlia. Se una persona fa ribrezzo, non la si segue. Guardare la televisione, non è, almeno per ora, obbligatorio, bensì solo, ahi,ahi, ahinoi, pagare il canone sempre più salato.

Manlio Tummolo ha detto...

Come prevedevo, a Taranto non ci si può aspettare un processo "giusto" (ai sensi di legge), né imparziale, né regolare. Tralasciando l'approccio di gran parte dei mezzi di informazione, nauseosamente fazioso come sempre, osservo soprattutto: si comincia con il violare gli articoli 64 c. 1 e i correlati 188 e 474 del CPP, in merito al fatto per cui, se non vi è pericolo di fuga (come potrebbero ?) o di atti violenti (compiuti eventualmente da terroristi o mafiosi), l'imputato di qualunque delitto deve arrivare libero senza alcun mezzo di contenzione. Invece le due "pericolosissime" donne Misseri, contro le quali non vi è uno straccio di prova, scientificamente o materialmente confermabile, ma soltanto illazioni, presunzioni, pettegolezzi, sogni, chiacchiere vane e una confessione estorta, vengono rinchiuse in una gabbia come se fossero tigri o animali da circo. Tutto ciò è anche in violazione delle varie Dichiarazioni internazionali dei Diritti dell'Uomo. Da quanto risulta, nessuno dei loro avvocati ha fatto per ora obiezione. Intanto, aspettiamoci che escano immagini televisive proibite fino al termine del processo su richiesta delle due parti imputate del delitto. Ma il più teoricamente pericoloso, l'occultatore di cadaveri Michele Misseri, se ne sta tranquillo e libero, un'altra delle assurdità di questa farsa processuale meno comica, ma più penosamente ridicola del film di Macario "Imputato, alzatevi !".
Continueremo a segnalare ogni ulteriore violazione che ci sarà resa nota.

Mimosa ha detto...

Hai ragione Manlio, neanche Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono mai stati chiusi in gabbia, eppure al processo di Appello stavano già scontando la pena da quattro anni ...

Ciao
Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mimosa,

in gabbia erano chiusi, se non erro, i due coniugi assassini di Erba, ma lì c'era la parziale giustificazione dello sterminio (ipoteticamente, in quel momento) da essi compiuto. L'art. 64 CPP giustifica misure di sicurezza solo per persone di nota e sicura pericolosità. Per mia opinione, le belve in quell'aula sono le persone che hanno deciso una tale insultante misura.

Manlio Tummolo ha detto...

Intanto sui soliti quotidiani web, sono apparse le "irrefutabili prove" della gelosia di Sabrina Misseri. In che consistono? Dunque i soliti supertecnici sono riusciti a far risaltare foto cancellate dal cellulare di Ivano Russo, dove si vede una Sarah (non ben individuabile) che o fotografa Ivano, o fotografa se stessa allo specchio. I supertecnici non si sono resi conto con esattezza della situazione. Sarah è in parte invisibile causa la macchina che tiene in mano, ha un pigiama castigatissimo, ma malgrado ciò l'ira furibonda della strega Sabrina Misseri si sarebbe scatenata. A dire il vero, se la foto era nel telefonino di Ivano, non è affatto detto che Sabrina avesse visto questa foto o altre. Se è stata cancellata, significa evidentemente che Ivano sperava che non fosse individuata. Ma questo che c'entra con sabrina ? Semmai, a mio non modesto avviso, la presenza di foto di Sarah, presumo tutte castigatissime, segnala tuttavia un interesse eccessivo da parte di Ivano per la ragazzina, neppure sua parente. 12 anni non sono tantissimi tra due giovani, pur tuttavia sono molti a quell'età, tra un maggiorenne da anni ed un'adolescente che doveva diventarlo di lì a tre anni. A quell'età sono differenze che incidono molto sui rapporti. Si tratterebbe poi di sapere se erano foto inviate ad Ivano o scattate da Ivano. Anche qui la differenza è tutt'altro che minima.