venerdì 30 dicembre 2011

Melania Rea. L'indagine si sta concludendo nonostante "la telenovela" dei Pm non abbia nessuna chiara risposta ma solo grossi dubbi inesplicabili

Rivista specializzata in telenovelas
I carabinieri di Teramo hanno consegnato ai Pm un'enormità di faldoni. Al loro interno dovrebbero essere le risposte definitive alle domande che incatenano i dubbi sull'omicidio di Melania Rea, questo si dice in giro, dubbi che fino ad ora hanno fatto apparire la ricostruzione della procura abruzzese una "telenovela" a cui non serve una buona trama per avere successo, una telenovela a cui basta ed avanza la pubblicità dei media ed il fascino degli attori per ottenere riconoscimenti mediatici, encomi ed Oscar. D'altronde quale donna italiana non si immedesimerebbe in Melania Rea? Ogni moglie che abbia vissuto con un marito fedifrago ha provato il dolore dato dal tradimento, ed è anche fin troppo facile farle rivivere una forte emozione ogni volta che si inserisce in video un'intercettazione fra il Parolisi e l'amante; un'emozione che può essere di gelosia, se ancora ama la sua dolce metà ma non si fida più, oppure di odio, se l'indifferenza in lei ha da tempo preso il posto del sentimento. Quindi quale migliore movente popolare potevano inventarsi ad Ascoli ed a Teramo se non quello derivante dalle bugie dette dal militare per coprire una tresca amorosa in essere, fra alti e bassi, fra pochi incontri a carattere sessuale e molti a carattere virtuale, da un paio d'anni?

Certo è che nella vita reale un movente del genere ben si accollerebbe ad una persona irosa che non voglia perdere chi crede "essere sua", ad una persona possessiva con scatti inconsulti che con poco si attizza. Ma nella tragedia di cui si parla non vi è attinenza con quanto sopra dato che non era la moglie ad avere un amante ed a voler lasciare il marito possessivo, al massimo poteva essere il contrario. Oltre a ciò, c'è comunque da chiedersi se il Parolisi, acclarato traditore, è una persona irosa che si attizza con poco. Le statistiche ci dicono che in Italia, come nel resto del mondo civilizzato, su dieci coppie consolidate sette sono vissute o vivono nel tradimento di uno o di entrambi i coniugi. Ci dicono che è facile capire quando uno dei partner tradisce e che chi vuole i sintomi li nota già inizialmente. Ci dicono che tante donne e tanti uomini hanno una doppia vita, che questa dura anni ed anni e che mentire è la logica quotidiana di almeno uno dei coniugi. E questo ci riporta al tradimento del militare e ci fa capire qualcosa in più. Ci fa capire che anche le italiane che vivono nella situazione di essere non mogli ma "amanti" si immedesimano in maniera coinvolgente nella telenovela scritta dalla procura, ci fa inoltre capire che chi vive situazioni del genere non ricorre all'omicidio, salvo non abbia in atto malattie mentali verificate, preferendo, una volta scoperto, continuare a mentire, negando anche di fronte all'evidenza, oppure separarsi e divorziare.

Il caporalmaggiore è un malato mentale? Se non lo è, e nessuno ci ha parlato di malattie pregresse in lui, sarà difficile attribuirgli, in mancanza di prove concrete, un simile delitto. Ma in quanto pensa di aver appurato la procura c'è altro ancora da tenere in considerazione. Se davvero tutto collimasse, come pretendono di far credere i procuratori, perché si tergiversa chiedendo nuove analisi e nuovi sequestri? Ed ancora. Se davvero ogni cosa porta al caporalmaggiore, per quale motivo non riescono ad inserirlo a Ripe di Civitella neppure con la più ampia approssimazione? Perché invece di cercare prove che lo collochino accanto al chiosco al momento del delitto si intestardiscono ad accumulare indizi peritali, confutabili da un qualunque esperto non pagato dai Pm, per cercare di non inserirlo a San Marco? Non è illogico avere una scena del crimine ed invece di usarla per dimostrare che il presunto assassino al momento dell'omicidio era in quel punto, armato e pronto ad uccidere, si cerchi di dimostrare che non era in altro luogo e per questo di certo stava uccidendo a quindici chilometri di distanza? Sarebbe come dire che ognuno di noi potrebbe venire incolpato di omicidio, anche senza prove della propria presenza accanto alla vittima, se non venisse notato dove dice di essere stato. E' un ragionamento logico? Da quando si fa così per scoprire il colpevole? 

Ed ancora. Se i Pm avessero la certezza che quanto da loro ipotizzato si è svolto anche nella realtà, a quest'ora avrebbero chiuso i faldoni e consegnato al giudice un quadro non smontabile e fatto di sicurezze. Un quadro che preveda un complice, e dovrebbero dire il suo nome, un quadro che porti con sé la risposta sulla scomparsa dei panni sporchi di sangue, dell'arma del delitto, ed uno straccio di giustificazione per la strana mancanza di un minimo di tracce biologiche indiscutibili. Perché uccidere, in verità, non è una operazione abituale che la si possa compiere con naturalezza e senza lasciar tracce. Uccidere con un coltello idoneo a sbucciar mele non è affatto facile. Ancora più difficile lo è senza lasciar nulla di sé accanto e addosso alla vittima. Inoltre comporta una serie infinita di remore mentali. Quando la mano di un marito impugna l'arma ed inizia a colpire la moglie, e non è facile riuscire a non ferirsi sferrando oltre venti pugnalate con un simile coltellino (non ha una punta affilata e la lama è solo da un lato), la mente, in assenza di malattie, non se ne sta buona in attesa che il corpo, il braccio, finisca la lunga opera iniziata. La mente osserva tramite gli occhi ed elabora ragionando su ogni movimento. Per cui, se non c'è una premeditazione iniziale che nasca da motivi validi e plausibili (e quindi un odio intrinseco), ma in tal caso non si sarebbe usata una monolama per uccidere, e se non si usa un'arma da fuoco, che dopo aver sparato non consentirebbe di fermarsi o tornare indietro, sferrati i primi colpi ed ascoltate le parole dell'aggredita, perché non si può pensare che una persona cosciente se ne stia in silenzio durante una simile aggressione, è più facile bloccarsi che proseguire. In maniera ancora più sicura è più facile bloccarsi se la moglie pronuncia il nome della figlia e se questa è a pochi metri da dove si compie lo scempio.

Con quanto sopra voglio dire che si sarebbe potuto credere alla ricostruzione formulata dai Pm se anziché uccidere con un'arma da taglio il marito, ipotetico assassino, avesse strangolato la moglie, un "lavoro" molto più pulito semplice e meno rumoroso, e che non sarà affatto facile inserire il dubbio in un giudice di polso. Non sarà facile convincerlo di quanto neppure loro al momento paiono essere convinti. Lo dimostra il fatto che pochi giorni fa hanno fatto sequestrare, ad otto mesi dall'omicidio (ed è tutto dire), il computer dell'ex amante Ludovica. Vi è da controllare l'hard disk, si è detto, per verificare altre corrispondenze fra lei ed il militare accusato di omicidio. Ma se tutto si avvia alla conclusione a cosa serve una corrispondenza in più? Questo sequestro è un atto insensato che comporta la palese violazione della privacy di una persona non implicata nell'omicidio, a cui hanno frugato anche in casa e sequestrato lettere, non indagata e non inserita in alcun registro della procura. Insomma, in quel di Teramo si insiste ad usare il metodo sbagliato, quello che va contro la legge e che ha impedito al Parolisi di non crearsi guai andando senza avvocato agli interrogatori iniziali, quelli in cui non era sospettato e, diceva il Pm, parlava solo come persona informata dei fatti (per oltre trenta ore e sotto i riflettori delle telecamere?).

Una bufala colossale che gli si è ritorta contro in quanto la presenza di un buon avvocato, che lo avrebbe consigliato di dire la verità, di non tacere il tradimento, di non insistere a raccontare bugie per cercare di evitare coinvolgimenti di altri, lo avrebbe aiutato non poco e, con molta probabilità, a quest'ora la figlia sarebbe accanto a lui e con lui avrebbe trascorso le feste di Natale. Ma ho parlato in "probabilità", non in sicurezza, e c'è da chiedersi cosa avrebbe fatto il Pm Monti se il caporalmaggiore, accompagnato da un buon legale, non avesse mentito o, da persona indagata, avesse taciuto. Lo avrebbe mandato in galera ugualmente o si sarebbe inserito in altre piste? Ad esempio, il modo usato per accertare l'assenza di Melania al Pianoro, se il marito avesse raccontato da subito la verità, sarebbe stato diverso? In quel caso si sarebbe dato maggior credito al cane molecolare, alle due telefonate ricevibili solo al Monumento, alle parole iniziali del Ranelli, o nulla sarebbe cambiato? Gli interrogatori fatti a chi era presente al Colle sarebbero stati portati avanti alla stessa maniera, cercando le conferme di un'assenza, o avrebbero avuto altri impulsi giungendo ad altre conclusioni?

C'è da capire questo se si vuol giungere ad una conclusione affidabile, perché questo sarà ciò che gli avvocati difensori chiederanno di verificare al prossimo giudice. Si può pretendere di indagare una persona senza dirle che è indagata? Il primo verbale, quello stilato al momento della scomparsa, è stato utile a chi ha deciso di lasciare in carcere il Parolisi perché si potevano trarre già conclusioni investigative. Questo è ciò che hanno scritto i primi giudici per avvallare il lavoro dei Pm. Ma lo stesso verbale sarebbe risultato altrettanto utile se il 22 aprile il Parolisi avesse confermato quanto avvenuto il giorno della scomparsa però parlando anche di Ludovica e dei tradimenti? E qui sta l'inghippo perché pare proprio che nulla sarebbe cambiato e tutto avrebbe preso la stessa piega, la più facile da seguire. Ed a voler dire la verità non si sono mai visti procuratori che dopo aver individuato una probabile preda abbiano cambiato il corso delle indagini decidendo di ammettere un loro sbaglio, decidendo di dire: "Non si riesce ad incastrarlo quindi è probabile non sia lui l'assassino".


Serena Mollicone e le quindici tracce biologiche



247 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 247 di 247
Mimosa ha detto...

@ Tabula
io non so niente del regalo ma non risulta che nel bagagliaio ci fosse.
Tuttavia mi pare scontato che dovessero passare per casa a cambiarsi, almeno lui visto che era in tenuta da gita e in braghe corte.
Borsetta e ricambi M. li avrebbe presi in quel momento (penso).

La frase "Aspettiamo Sonia e poi scendiamo" potrebbe essere intepretata traducendo in forbito italiano un'espressione piuttosto gergale: "Restiamo al parco giochi finché arriva l'ora in cui dobbiamo recarci all'appuntamento a casa della mamma di Sonia e poi torniamo giù" (visto che si trovavano in collina).

Del resto l'appuntamento era "a partire dalle 16" non alle 16 in punto, ci troviamo al sud e beati loro hanno questo tipo di concezione del tempo (non come noi asburgici, stressati dalle lancette dell'orologio).

Però su SV mi è saltata agli occhi una sua affermazione riportata nell'Ordinanza di Teramo.
E' scritto che lei ha provato "invano a chiamare Melania non avendo ricevuto risposta neanche all'sms" (p. 48)
Non è strano?
Non ci sono altre sue chiamate sul cellulare di M.
Nessun sospetto da parte degli inquirenti?
Nessuna "bugia" da verificare?
(già è stata digerita bene la modifica della data tra il 3 e il 10 aprile).
Mah.

Mimosa

Tiziana ha detto...

Vi incollo l'ultima notizia Ansa che mi ha lasciato sconvolta per il potere che la famiglia Rea dimostra avere:

"(ANSA) - TERAMO, 9 GEN - E’ stato rinviato a data da destinarsi l’incontro tra Salvatore Parolisi e la figlia Vittoria. Lo ha deciso il tribunale dei minorenni accogliendo l’istanza degli avvocati della famiglia Rea. I legali hanno auspicato che l’ incontro si svolga il piu’ vicino possibile a Somma Vesuviana e in condizioni che consentano alla bambina di non rimanere traumatizzata.’Parolisi puo’lasciare il carcere per incontrare la figlia. D’altronde lo ha gia’ fatto per l’affidamento della piccola ai nonni materni’."

Dunque il tribunale per i minori, sotto la pressione della famiglia Rea, si è rimangiato la propria decisione.
Di fatti i giudici si sono dati da soli degli incompetenti, per la decisione presa precedentemente.

Mimosa ha detto...

Sono allibita dalla notizia!
Va bene per la piccola: 3 ore di macchina risparmiate!
Questo significa davvero che la famiglia R. ha "potere" ... ci fanno riflettere un po' di più, vero??

@ Tiziana,
del commento precedente:

intanto grazie per aver compreso nella giusta ottica quello che intendevo, poi voglio aggiungere un commentino alle tue considerazioni: forse perché noi siamo donne lavoratrici-madri, in carriera, programmatrici per forza tra lavoro-casa-vita sociale, spesa, pannolinini, asili, scuole, nuoto, danza, sport vari eccetera eccetera e in più viviamo in grandi città?

Certamente che c’è una bella differenza con certe altre famiglie dove le donne anche giovani non lavorano e sono patriarcali di facciata e matriarcali di fatto come nei paesi specie del sud (a scanso di equivoci, ribadisco ancora una volta: io ho sposato uno con i genitori calabresi, ho un sacco di amiche e amici siciliani, napoletani, pugliesi, anche una lucana, benché tutti trapiantati al nord …).
I tradimenti al sud “si fanno e non si dicono”, così ha commentato una siciliana e invidiava noi del nord che non ne facciamo drammi …

Mimosa

Tiziana ha detto...

Mimosa
sia ben chiaro che se io scoprissi che mio marito mi tradisce di drammi ne farei, e come, ma non troverei giustificato li facesse mia mamma.
A ciascuna il marito e la vita che si sceglie...
ciao, Tiziana

Mimosa ha detto...

Sì sì certo Tiziana, ovvio ...

Ora ho letto meglio la notizia andando anche a cercare altri articoli.
Ed ecco qua:
ma come??
qui http://www.cuorenormanno.it/portale/2012/01/09/salvatore-parolisi-incontra-la-figlia/
danno la notizia postando l’articolo alle 15.30, come imminente l’arrivo dei Rea, con saletta pronta e 2 psicologi ad aspettarli, con Gionni che li accompagna. «Il legale – che prima di raggiungere il carcere si è recato in procura per un colloquio con gli investigatori teramani – ha contestato l’incontro tra il caporalmaggiore e la figlia perchè non vi sarebbero le condizioni nè ambientali nè psicologiche, e la bambina potrebbe subire un trauma».

Allora i Rea sono o non sono andati all’Aquila stamani?

Se sono andati con la piccola come le hanno motivato il viaggio?
E’ evidente che non le avranno detto niente di niente, quindi V. non sapeva che avrebbe visto il papà, dunque NON L’HANNO PREPARATA!!!
Sono loro ad aver bisogno di psicologi di sostegno, non psicologi del’infanzia per la piccola!

Se non sono andati e sono rimasti a SV ad attendere la decisione dei magistrati, hanno fatto un bell’azzardo a disattendere l’impegno!

Come andrebbe interpretato?

Ciao!

Tiziana ha detto...

Mimosa
avevo letto anch'io gli altri articoli, ma mi sembrava che la notizia Ansa fosse più attendibile.
Per il resto mi sono posta i tuoi stessi interrogativi: forse gli articoli erano già stati scritti ed invece già in mattinata i Rea hanno saputo che l'incontro era saltato? oppure hanno fatto fare la strada a vuoto alla bambina, e allora effettivamente dove stia il bene della minore proprio non lo so.
In tutti i casi che il tribunale dei minori si sia pronunciato solo adesso, proprio il giorno previsto per la visita, a distanza di più di un mese dalla decisione presa dallo stesso tribunale, è veramente inspiegabile e mi lascia allibita. Sono proprio degli inetti? Alla faccia poi che un mese ai Rea non è bastato per prepararsi, ma il padre non doveva vedere la bambina ogni tre settimane?
Tre settimane < di un mese.
Lo sanno o no?
Parolisi vedrà mai la figlia? Ogni mese assisteremo alla stessa sceneggiata?
Comunque, se tanto mi dà tanto, non punterei neanche un nichelino sulla scarcerazione di Parolisi!

Tiziana ha detto...

Mi rimangio le considerazioni sul tribunale dei minori, la notizia Ansa non era precisa, sono stati i servizi sociali dell'Aquila a negare il colloquio:

"Spiega l'avvocato che assiste la famiglia Rea, Mauro Gionni: "La bambina è arrivata da Napoli dopo ore di macchina con i nonni. Gli assistenti sociali, come anche da me proposto, hanno chiesto che al colloquio fosse presente anche la nonna, la madre di Melania. La donna è disponibile a essere presente ma non si sentiva pronta. Aveva paura di mettersi a piangere incontrando l'uomo che è indagato per l'omicidio della figlia. Temeva per Vittoria, di metterla in difficoltà, voleva quindi essere prima preparata all'incontro. la stessa assistente sociale dell'aquila ha quindi riconosciuto che non c'erano le condizioni per far incontrare Parolisi con la figlia e ha deciso di rinviare il colloquio a data da destinarsi, per farlo svolgere al meglio nell'interesse di Vittoria".

Quindi era la signora Rea a non sentirsi pronta. Lo sarà mai? Non credo. E così per l'eternità potranno disattendere le decisioni del tribunale. Chi dice che la nonna debba per forza vedere Parolisi? Facessero venire anche la zia Francesca, assieme ai Rea, e tutto potrebbe essere risolto senza far intervenire nessun altro. Probabilmente però la cosa non interessa.
Non possono essere i Rea a decidere in tal senso, anche qui la debolezza degli avvocati di Parolisi è palese.

tabula ha detto...

è uno scandalo.
la prima decisione del Tribunale è stata comunque disattesa, perchè quattro settimane son passate, e non tre, e il signor Parolisi non ha visto la figlia.
Adoperare come scusa quella della mancata preparazione psicologica della bambina è un falso problema, diciamocelo chiaramente: è una stupida scusa per perdere tempo.
Giornate settimane e mesi per preparare la bambina i Rea le hanno avute, per consultare uno psicologo per se stessi c'è stato tutto il tempo e la disponibilità economica, ma si è scelto di non porsi il problema.
Come dicevo parecchi post fa, è chiaro che i Rea abbiano cancellato la figura del papà dalla vita quotidiana della piccola, e adesso non sanno più che pesci pigliare.
SE avessero davvero voluto il bene della bambina, già da quando Parolisi fu incarcerato avrebbero dovuto consultare una psico-pedagogista, anche a proprie spese, perchè no, al fine di farsi spiegare quale potesse l'atteggiamento migliore da assumere con la piccola nei confronti di tutta questa ingarbugliata situazione.
Cosa pretendono ora, di far fare mesi e mesi di psicoterapia alla bambina al fine di "prepararla"?
E tutto questo al fine di tirarla lunga per arrivare al processo, e quando si arriverà al processo, comunque ne esca Parolisi, potranno dire che ormai il papà non è più una figura di riferimento..
Avevano in serbo questa bella sorpresa per la data dell'ineluttabile visita al papà, e bravi!
Vittime, sicuramente, per la perdita della figlia, ma di quelle personalità che se gli pesti i piedi per sbaglio una volta te ne penti amaramente per i secoli a venire.

Già che il Tribunale sta provvedendo a rpendere nuove decisioni, sarebbe il caso di provvedere a dare qualche mattina a Franca.

Altrimenti non la si finirà più con questo vittimismo che diventa arrogante protervia, con queste scuse che diventano alibi, chi avrà mai il coraggio di dire niente contro la famiglia di una donna uccisa così barbaramente, e di dirgli in faccia che quel che stan facendo alla bambina è meschino?

Tabula ha detto...

Rettifico: non avevo letto l'ultimo post di Tiziana.

Metto in luce questo stralcio da lei postato:

"Spiega l'avvocato che assiste la famiglia Rea, Mauro Gionni: "La bambina è arrivata da Napoli dopo ore di macchina con i nonni. Gli assistenti sociali, come anche da me proposto, hanno chiesto che al colloquio fosse presente anche la nonna, la madre di Melania. La donna è disponibile a essere presente ma non si sentiva pronta.

Allora: è l'avvocato Gionni stesso, avvocato della famiglia REA, che SUGGERISCE la presenza della nonna materna all'incontro.

Gli assistenti sociali, come (anche? leviamo l'anche) proposto dall'avvocato dei Rea, richiedono la presenza della nonna all'incontro.

Che, poverina, non si sente pronta.

Allora, per quanto comprensibile il fatto che la nonna materna non si senta pronta, mi sembra che questo avvocato Gionni la sappia lunga.

"non vogliamo che veda il padre" dice qualcuno dei Rea.

Ed ecco il cavillo bello pronto.

Eh, ci vuole la nonna materna..

che MAI sarà pronta nella vita. Del resto, non è affatto dovuto che mai lo sia.

E quindi la povera Vittoria non vedrà MAI il suo papà.

Almeno per i mesi a venire.

La bella figura è stata fatta, all'incontro la bimba è stata portata, la mamma di Melania OVVIAMENTE si è dichiarata disponibile, per il bene della bimba, figurarsi.. ma.. eh beh, non era pronta.. che vuoi fare.. si va via..

La legge italiana è divertente perchè si trova sempre uno spiraglio per disattendere le Ordinanze del tribunale, non vi pare?

Tiziana ha detto...

Tabula
riprendo le tue ultime parole, chi avrà mai il coraggio di dire alla famiglia che quel che stan facendo è meschino?
Soffro di non poter far arrivare la nostra voce al di fuori di questo blog, possibile che per tutti gli altri questi comportamenti siano normali? Questo cancellare tranquillamente le decisioni di un tribunale dei minori? Ma in che Stato viviamo?
Io capisco benissimo la famiglia, è ovvio non vogliano incontrare Parolisi se lo immaginano autore del delitto. Proprio per questo NON POSSONO essere loro a decidere se e quando la bambina deve vedere sue padre. Non sono nelle condizioni di deciderlo e mai lo saranno. Cosa pensano i servizi sociali che con un incontro di psicoterapia la signora Rea sarà pronta ad incontrare colui che lei immagina averle ucciso la figlia?
Vogliamo decidere di lasciare gli imputati nelle mani dei parenti delle vittime? Può la giustizia agire in questo modo?
Sono più che scandalizzata, schifata!

Mimosa ha detto...

Tiziana e Tabula
condivido condivido condivido!!!

Ma guardate qua che faccia tosta:
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2012/1/9/MELANIA-REA-Salvatore-Parolisi-annullato-l-incontro-con-la-figlia-Vittoria-la-protesta-dei-nonni/233637/ - I legali hanno espresso la loro soddisfazione per la decisione che, dicono, fa prevalere il buon senso e la sensibilità.

Ma si può essere più INSENSIBILI di così???
Latita ancora il duo B&G????????

Raccapricciante, spregevole! vergogna!

Anonimo ha detto...

Per quanto e' dato sapere : i Rea si sono recati all'incontro previsto con la bambina e l'immancabile zio Gennaro.
Contrariamente a quanto previsto dal TdM nessuno psicologo infantile ne' nessun altro per sostegno ai Rea (intendendo ragguagli di comunicazione e comportamenti da tenere con la bambina) ha ottemperato a quanto di cui sopra. I Rea a questo punto si sono presentati con un loro psicologo privato. La bambina ha incontrato per la prima volta una psicologa ed una assistente sociale di Teramo che hanno effettuato un colloquio con la piccola che certamente sara' oggetto di relazione per i TDM.
A mio parere forse questo andava fatto prima, molto prima intendendo sia gli incontri con il padre e soprattutto la preparazione agli stessi. Credo che lo scoglio piu' grosso si porra' quando la bambina non vorra' lasciare il padre e magari pretendera' a giusta ragione di stare con lui.
E questo NON lo possono gestire i Rea che non hanno gli strumenti per affrontare la situazione e perche 'parti in causa ma sarebbe opportuno che gli incontri vengano gestiti alla presenza di una psicologa, che si sia nel frattempo fatta conoscere da Vittoria e NON alla presenza della nonna Rea. E questa responsabilità non e'certamente ascrivibile ai Rea.
Questo e' uno spaccato della scarsa attenzione nei confronti dei minori.
Un buon anno a tutti.
MA

Anonimo ha detto...

In questo articolo, vi sarebbe spiegato il motivo del rinvio dell'incontro tra Salvatore e la piccola. L'avvocato della parte civile deve pensare che l'unico dotato di furbizia ed intelligenza in questo mondo sia lui. Vuoi vedere che la piccola sarà pronta a rivedere il padre ad Aprile, quando visto come stanno andando le cose, gli tolgono pure la patria potestà e puff?
La sorella di Parolisi si rivolga al tribunale dei minori che ha preso la decisione in merito all'affidamento della bimba e si proponga lei per accompagnare la piccola in carcere.
Quale trauma può avere la piccola nell'andare a trovare l'uomo con il quale è cresciuta? Se non l'ha subito non vedendo più la mamma con la quale passava tutto il giorno; se non l'ha subito non rivedendo più il padre; se non l'ha subito andando ad abitare con i nonni, non capisco che trauma può subire nel rivedere il genitore?
Non è certo la prima bimba che va ad incontrare un genitore che si trova in carcere, tra l'altro vi sono molti bimbi che fino ai tre anni vivono con le madri nelle prigioni, dobbiamo pensare che siano tutti traumatizzati? Se esiste una legislazione che prevede ciò, evidentemente il legislatore ha ponderato bene il tutto prima di legiferare.
Vi sono molti padri che lavorano lontano da casa, che stanno via per lungo tempo ed non ho mai sentito che al ritorno dei padri, i figli subiscano traumi.

Stella

Tiziana ha detto...

Mimosa
infatti, dove sono le dichiarazioni del duo BeG? Non le ho trovate da nessuna parte. La famiglia di Parolisi si farà sentire? La bambina è proprietà dei Rea? E' forse il giusto risarcimento per la perdita della figlia?
Nessun giornalista si indigna? Non lo posso credere! Solo Tgcom 24 rileva, pacatamente, la differenza di trattamento tra Parolisi ed Occhipinti. Anche in quel caso ci sono le famiglie delle vittime, ma evidentemente non hanno lo stesso potere dei Rea.

Mimosa ha detto...

Sono andata a cercare in Google 'sto avv., è di Ascoli Piceno (pensavo fosse di Napoli ...).
Ho trovato questo:

Mauro Gionni | RadioRadicale.it
Eventi a cui ha partecipato Mauro Gionni. In qualità di avvocato, difesa Giuseppe
Calò ... MASSONERIA, P2. (di più). In qualità di avvocato difensore Calò ...
www.radioradicale.it/soggetti/mauro-gionni - Copia cache - Simili

Tiziana ha detto...

Ma
sono d'accordo, "la responsabilità non è certamente ascrivibile ai Rea", peccato ci sia qualcuno che lascia che le cose vadano come loro desiderano e non come stabilito dal tribunale dei minori.

Stella
giusto paragone! "Vi sono molti padri che lavorano lontano da casa, che stanno via per lungo tempo e non ho mai sentito che al ritorno dei padri, i figli subiscano traumi".

Anonimo ha detto...

UN TROLLS E' APPARSO DI NUOVO

Mimosa ha detto...

E questo?
http://www.quotidianodabruzzo.it/cronaca/15972/rinviato-lincontro-tra-salvatore-parolisi-e-la-figlia-in-carcere-a-teramo.html - "Salvatore Parolisi può senz'altro lasciare il carcere per incontrare la figlia.D'altronde lo ha già fatto quando si è trattato di venire giù in occasione dell'udienza presso il tribunale dei minorenni per l'affidamento della piccola ai nonni materni".
Lo ha detto Gionni, come se Salvatore Parolisi fosse libero di andare dove vuole!!!

In che mani sono andati a finire?

Anonimo ha detto...

p.s....in altro articolo

Tiziana ha detto...

Mimosa
i tuoi riferimenti sull'avvocato Gionni sono interessanti. Lui comunque non fa altro che il suo lavoro, il problema è chi invece gli dà spazio. Interessante soprattutto il fatto che sia di Ascoli Piceno.

Mimosa ha detto...

Dopo la gavetta che si è fatto, è senz'altro tecnicamente preparato.
Qui un’intervista il 19 luglio, giornata dell’arresto di SP.
Fa una non velata critica alla non tempestività procedurale del duo. http://www.youtube.com/watch?v=2eChJFkLSjY

Anonimo ha detto...

@Tiziana
E' il tribunale dei minori ad avere stabilito che la gestione avvenisse con AS psicologi e quant'altro. Ed ha mancato.
Questi i fatti.
Chi stabilisce che i desiderata dei Rea non vadano contrastati? Il tribunale dei minori che e' lo stesso che ha gestito questa vicenda in modo diciamo superficiale ?
Ripeto : i Rea in quanto affidatari si devono limitare ad accompagnare la bambina e NON devono assolutamente intervenire, per il bene della bambina e del rapporto con il padre, agli incontri. Questo era previsto ma la bambina non e ' voluta andare con una psicologa e As che mai aveva visto prima . Se mi debbo indignare lo faccio con le istituzioni e non mi curo affatto delle esternazioni dei Rea
MA

Mimosa ha detto...

Ah, capisco ... il duo si sta occupando di Avetrana ... là sì che è dura e ci sarebbero 130 milioni di indennizzo da far incassare ... e sono una bella percentuale per loro ...
ma faranno un bello sprofondamento ...

Meglio che dedichino le loro energie a questa causa ... altrimenti perché hanno assunto la difesa?

Che crampi allo stomaco mi sono venuti!
Ciao SQUADRA!

Mimosa

Tiziana ha detto...

Ma
sono stati i servizi sociali a decidere che la NONNA non era pronta per l'incontro. Nessuna notizia dice che la bambina non sia voluta andare con una psicologa o con l'assistente sociale. Se poi tu hai notizie riservate, ci interessano.
Ciao, Tiziana

Tiziana ha detto...

Mimosa
sì, ti ricordi che scrissi alcuni giorni fa sul fatto che il duo è proprio contemporaneamente impegnato con Avetrana? Lì hanno più speranze, perciò si impegneranno al massimo, in quanto a Parolisi mi sembra abbandonato a se stesso. Forse l'idea che avevamo espresso tempo fa sulla sostituzione degli avvocati non era del tutto peregrina!

Anonimo ha detto...

@Tiziana
Nessuna notizia riservata ....mi fa sorridere questa cosa.
Ho sentito mentre rientravo alla radio in auto che la bambina che aveva incontrato una psicologa ed una as in un precolloquio, non volesse lasciare la nonna, che ti ricordo NON era proprio previsto assistesse agli incontri, e non sia voluta andare con queste due sconosciute( normale no?) . La nonna Rea ha a quel punto detto che non si sentiva pronta ad incontrare SP. E' stato richiesto allora che venisse ammesso lo psicologo infantile privato presente al precolloquio, ma necessitava di regolare autorizzazione da parte del tribunale dei minori
Questo e' quello che hanno detto ad un gr nazionale.
Quindi non sono certamente notizie top Secret......
MA

tabula ha detto...

saranno anche impegnati dove gli pare, ma avranno fior fiore di assistenti che lavorano per loro.

Più che altro questo Gionni l'ha pensato bene, hanno trovato un bel cevillo che impedirà alla bambina di rivedere il padre.
Perchè se non è pronta la nonna.. campa cavallo.

Piuttosto. non esiste un orario di visita al sabato o alla domenica mattina, nei weekend in cui la piccola è affidata alla più imparziale non chè super partes zia Franca?
Questa zia, prima della decisione del tribunale dei Minori, aveva già dimostrato una notevole onestà intellettuale NON portando mai la bambina a far visita al padre sebbene il padre ne avesse tutti i diritti, poichè non c'erano accordi con la famiglia Rea che ne era temporaneamente affidataria.

E non mi dite che l'orario di visita nelle carceri è soltanto nei giorni feriali, al mattino.

LucaP ha detto...

Ammetto di essere stato tratto in inganno da quanto riportato sui media e di aver sempre considerato l'avv. Gionni come legale della parte civile. Mi sono ora documentato meglio ed ho appurato che la costituzione di parte civile può avvenire unicamente all'inizio del dibattimento o comunque successivamente al rinvio a giudizio.
Quindi attualmente Gionni agisce unicamente come legale incaricato dalla famiglia Rea al fine di tutelare i propri interessi di parte lesa e quindi non dovrebbe avere modo di accedere agli atti dell'indagine preliminare (al di fuori di quelli oramai pubblici) sebbene l'impressione che si può ricavare da tante parti è che sia molto più addentro alle indagini di quanto ammesso dal CPP.
Come molti legali di moda negli ultimi tempi, è un personaggio abituato ad occuparsi di politica in modo stabile essendosi candidato anche alle elezioni amministrative e sicuramente anche grazie a questo ha molti agganci nei più differenti settori che probabilmente ha fatto valere anche in quest'ultima occasione.
La sentenza del Tribunale dei Minori di Napoli (al di là del fatto che non stabiliva assolutamente chi dovesse portare Vittoria in carcere a Castrogno ma indicava unicamente che il padre dovesse vedere la figlia una volta ogni tre settimane) demandava le modalità degli incontri ai servizi sociali competenti per il carcere di Castrogno.
Certo che se si ha modo di influenzare i medesimi servizi sociali affinchè non decidano nulla permettendo quindi che prima si decida che agli incontri partecipi anche la nonna per poi rimandare tutto perchè la nonna non è psicologicamente pronta, vuol dire che gli agganci questa volta, come nelle altre, hanno avuto il loro peso.

Chi è maggiormente curioso su Gionni, guardi le amicizie di quest'ultimo su Facebook.

Ciao

LucaP ha detto...

Ma se mai il duo B&G ottenessero gli arresti domiciliari per Parolisi (cosa che riterrei anche dal punto di vista procedurale più che legittima considerato che l'inquinamento delle prove non sarebbe più in alcun modo possibile e tantomeno la possibilità che il reato possa essere reiterato), cosa succederebbe con la figlia Vittoria?

Anonimo ha detto...

@Luca
La nonna non era assolutamente prevista che presenziasse ai colloqui. Era prevista la presenza Solo di uno psicologo.
Poi raccontatevela come vi pare.....
Condivido la tua posizione sulle bufale DNA Sonia /marito /figlio / mutande/ e via dicendo
@Tabula
La sorella di parolisi può e deve richiedere l'autorizzazione al tribunale per portare VP in carcere, poiche' e' affidata ai nonni. Trovo che il TDM non abbia fatto un bel servizio sballottando questa bambina 3 gg di qua e 3 gg di la', non avendo provveduto ancora alla nomina di un tutore, e avendo agito da latitante nell' organizzazione degli incontri
che pure sono stati autorizzati

MA

LELLA ha detto...

Ci sono riusci a non far vedere la bambina a Parolisi, per me più aspettano e peggio è, e poi che facce soddisfatti i nonni Rea, loro a Parolisi la figlia non la vogliono proprio rendere. Stanno uscendo notizie che si sarebbero concluse la indagini, spero che il giudice non accolca il rito immediato, perchè sarebbe un affronto a tutti noi, io non avrei più fiducia nella giustizia dopo un provvedimento del genere.Mi sono sempre chiesta perchè non hanno lasciato libero Parolisi, sarebbe stato tutto più facile anche per la bambina di cui tutti sono preoccupati.

LELLA ha detto...

continua.
Ma secondo voi cosa stanno facendo di buono i legali della difesa, secondo il mio parere ci voleva un avvocato come la Bongiorno che ha mostrato di avere le palle al processo di Perugia.Forse i familiari di Parolisi si dovrebbero svegliare un poco se no rischia davvero di essere il capo espiatorio di questo omicidio.Ah, ma cosa ha detto la D'Urso in trasmissione che c, è un blogg in piena rivolta, da una parte mi fa piacere che le persone si stiano svegliando un poco.

Mimosa ha detto...

Ahah, forse /sicuro) il blog è questo! Che bello!
Imparino a riflettere ... e a ragionare come noi!

Grazie dell'informazione LELLA e benvenuta, resta con noi!
Il mio tv si è rotto da Natale e sono felice di non guardare l'oca giuliva (che tra l'altro non guardavo più)

Mimosa

LucaP ha detto...

Disgustato dai recenti avvenimenti preferisco tornare a parlare di Melania e della sua memoria beatificata.

Sulla personalità e sullo stato d'animo di questa povera donna che ha fatto un così drammatica fine, hanno sinora mentito tutti o perlomeno tutti ne hanno voluto fornire un'immagine sin troppo perfetta che difficilmente si confà ad una ragazza trentenne dei tempi odierni.

Ha mentito in primis Parolisi affermando che quello precedente alla morte era un periodo bellissimo dove tutto andava bene, per poi sfogarsi con Gennaro Rea affermando che la moglie lo umiliava continuamente e gli rinfacciava sempre i suoi trascorsi amorosi.

Hanno mentito i Rea tutti affermando prima che il matrimonio andava benissimo, svelando poi le relazioni clandestine del genero e non spiegando assolutamente come mai nell'ultimo periodo si premurassero di stare vicino alla figlia il più possibile.

Hanno mentito le amiche di infanzia e quelle di vicinato ora descrivendo un quadretto familiare perfetto e sin nauseabondo (per la felicità che emanava) ora ammettendo di essere al corrente dei dissapori all'interno della coppia.

Ed alla fine rimane quella "positività per semenogelina e la negatività per DNA maschile" che, grazie al prezioso contributo di Wide (ma che fine ha fatto?) fa ricondurre l'ultimo rapporto sessuale completo e non protetto a 72h +/-12h prima.

Ma prima rispetto a quando? Sappiamo che la prima autopsia è stata condotta il 21 aprile (a meno di smentite da parte di un esperto, credo che il test restituisca la situazione al momento in cui lo stesso test viene eseguito), quindi sottraendo 72h si arriva ad un periodo a cavallo tra il pomeriggio del 17 (domenica) ed il pomeriggio del 18 (giorno della scomparsa) ma maggiormente sbilanciato verso il 18.

Sicuramente il test è stato uno dei primi accertamenti fatti in quanto il timore che fosse stata violentata doveva essere una delle prime preoccupazioni (confermata dal fatto che non è stata neanche rilevata la temperatura rettale). Ed i risultati dei test saranno stati comunicati agli inquirenti sin dai primi momenti.

Ma allora i Carabinieri e Monti a Parolisi avranno fatto la domanda fondamentale: "Quando ha avuto con sua moglie l'ultimo rapporto sessuale completo e non protetto?".
O erano già troppo concentrati sulla pista dell'uxoricidio e quindi hanno non ritenuto necessario approfondire un aspetto a mio parere essenziale in un'indagine come questa volendo sapere solamente quante volte l'avevano fatto en plein air (come sappiamo si sono premurati di fare)?

Continua ....

LucaP ha detto...

... Continua

Di questo non vi è traccia nei documenti resi pubblici e tale domanda, se non posta nei primissimi giorni dell'indagine, diventa poco probante.

Possiamo però noi trascurare tale aspetto? Sappiamo che il 18 mattina Melania doveva sottoporsi ad una visita medica per l'ernia inguinale. E' lecito ipotizzare che forse la sera del 17 (dopo aver stirato a lungo con Sonia) non era proprio dell'umore giusto? E che forse l'effettivo stato del matrimonio non era proprio compatibile con frequenti rapporti sessuali con il marito?

Questo, credo, è uno degli indizi discriminanti su quelle che possono essere le ipotesi alternative all'unica individuata dagli inquirenti e pervicacemente perseguita.

Tiziana ha detto...

Ma
quando ti ho chiesto se avevi notizie riservate non ho pensato a particolari complotti o servizi segreti ma, poiché non ti conosco, potevo pensare che tu avessi maggiori informazioni dirette rispetto a quelle che circolano sui giornali on line.
Sappi comunque che le dichiarazioni testuali dell'avvocato Gionni (le ho trovate riportate virgolettate, spero dunque non se le siano inventate i giornalisti) sono quelle che ho postato. In esse non si parla di problemi della piccola Vittoria a rimanere da sola con la psicologa (che altrimenti riterrei decisamente incompetente, qualunque maestra di asilo nido sa come farsi accettare dai bambini, ritengo possa farlo anche una psicologa infantile), ma di problemi della nonna, che temeva di mettersi a piangere davanti a Parolisi, causando evidentemente una situazione non adatta alla bambina.

Tiziana ha detto...

Ma
tu insisti nel dire che non era previsto che la nonna presenziasse ai colloqui. E chi dice il contrario? Il problema è che l'avvocato dei Rea è riuscito a ribaltare la situazione, e a richiedere, di fatto, la presenza della nonna, affinché poi lei dicesse che non se la sentiva. Tanto di cappello a Gionni, ma biasimo assoluto per i servizi sociali, che si sono fatti manipolare.

Anonimo ha detto...

@Tiziana
Assodato che concordi che la nonna non fosse prevista all'incontro ti ricordo che non e' stato l'avv. dei Rea a chiederne la presenza ( la psicologa e as si sarebbero giustamente opposte perche' parte in causa) ma la bambina non e' voluta andare con 2 perfette sconosciute.
Ed hanno richiesto la presenza della nonna che la bambina NON voleva lasciare. E la nonna si e' rifiutata
A ragione? A torto? Chi siamo noi per giudicare.
Il problema ti ripeto e' a monte : VP doveva andare con una psicologa gia' conosciuta, e non 20 min. Prima!, ad incontrare il padre.
E lasciare fuori dalla porta i Rea .
MA

Mimosa ha detto...

@ LucaP (e tutti)

colgo una parte del tuo intervento per postare questo: oggi mi sono fatta una carrellata nelle Ordinanze perché – in merito al carattere di M. – c’era una frase che non mi tornava: “Era schizzinosa e non avrebbe mai fatto l’amore all’aperto”, dicono tutti.
Il marito, interrogato su queste abitudini dal curioso pm, sapete cosa racconta?
(Pagina 59 Ordinanza di Teramo, ultimo capoverso)
- nell’estate 2010, lasciata la bambina alla sorella, se ne sono andati a fare un picnic a CSM e lo fecero “en plair air” nei pressi del Sacrario ai Caduti;
- un altro giorno d’estate a S.Benedetto del Tronto lo fecero completo in spiaggia;
- anche quand’erano a Napoli lo fecero “in più occasioni” in macchina
- da gennaio 2011 (“dopo che M. subì l’intervento all’utero”) ci fu un’occasione sola di farlo “in macchina in una strada isolata di Napoli”
- dopo di che ci fu solo l’episodio al Chiosco della Pineta.
Di tutto ciò le amiche che sapevano?
L‘amica Sonia, incazata da un giornalista se i coniugi fossero usi a fare l’amore in luoghi “strani”, risponde «E’ successo in macchina, mi pare a Napoli …», e alle Casermette? «Melania non mi aveva MAI accennato NIENTE» (ho messo maiuscole perché lei ha calcato sulle parole).
Rincalza l’altra Amica Imma (a p. 50 Ordinanza cit.): «Melania in amore era tradizionalista, dopo ogni rapporto sessuale aveva necessità di lavarsi e pertanto è da escludere che potesse far sesso all’aperto o in macchina con il marito, cosa che se fosse avvenuta l’amica le avrebbe comunque raccontato».
E Valentina aggiunge, (p. 51 stessa Ord.) Melania le confidò che «aveva imbarazzo a fare l’amore con il marito quando la bambina dormiva per timore che potesse svegliarsi e vederli».

Beh, si può confrontare tutto questo con il fatto che l’esame autoptico rilevò che M. presumibilmente “qualche giorni prima del decesso” (ma deve essere accertato per sicuro l’orario e la data dela morte) ebbe un rapporto sessuale non protetto.

...
Mimosa

Tiziana ha detto...

Ma
ti posto nuovamente le parole dell'avvocato Gionni, da cui derivava il mio commento:
""Spiega l'avvocato che assiste la famiglia Rea, Mauro Gionni: "La bambina è arrivata da Napoli dopo ore di macchina con i nonni. Gli assistenti sociali, come anche da me proposto, hanno chiesto che al colloquio fosse presente anche la nonna",

come vedi l'avvocato dice che gli assistenti sociali sulla scorta di quanto DA LUI IN PRECEDENZA PROPOSTO, hanno chiesto la presenza della nonna.

L'avvocato poi continua "La donna è disponibile a essere presente ma non si sentiva pronta. Aveva paura di mettersi a piangere incontrando l'uomo che è indagato per l'omicidio della figlia".

Quindi io non sindacavo sul fatto che la nonna non si sentisse pronta ad incontrare il genero (penso anzi che non lo sarà mai), quanto sull'abilità di Gionni (legittima anch'essa) che ha portato i servizi sociali là dove aveva programmato di portarli. Ecco perché biasimavo i servizi sociali per essersi fatti manipolare!

Mimosa ha detto...

@ Ma
ma sì... tu hai ascoltato alla radio ...!
Chi ha ascoltato alla tv ha capito uguale ... e forse peggio ...
La realtà è facilmente manipolata dai giornalisti, dai, lo sai ...
Però quello che viene scritto e virgolettato come dichiarazioni dei diretti protagonisti fa più fede, non ti pare ...

Mimosa

Tiziana ha detto...

Mimosa
il fatto che Sonia dica che UNA volta Melania abbia fatto l'amore in macchina, smentisce l'assunto di Imma ed altri che mai Melania l'avrebbe fatto all'aperto o in macchina.
Infatti UNO è più di MAI.
Capiamo dunque che, non si sa per quale motivo, le amiche volevano dare di Melania una visione diversa rispetto alla realtà o che, quantomeno, non la conoscevano sufficientemente.
Per altro non so se voi, care commentatrici del blog, confessate alle amiche luogo, modalità e frequenza dei rapporti che avete con i vostri uomini?

Mimosa ha detto...

hehe Tiziana ... appunto ...

Anonimo ha detto...

Virgolettato o meno l.'avv. Gionni NON aveva alcun titolo a proporre la presenza della nonna Rea. E se non ci fossero stati gli impedimenti della bambina avrebbe visto il padre con la psicologa. E senza la nonna . Come previsto.
Ed io il cappello per l'avv . Gionni non me lo tolgo per niente...
Anzi...
MA

Mimosa ha detto...

Bravo Ma!

Anonimo ha detto...

a proposito dei poteri forti, lessi tempo fa che SP ,sembra, fosse iscritto ad una setta molto potente.
Che non fosse l'unico iscritto?

tabula ha detto...

non serve essere iscritto ad una setta se nasci carroarmato e non ti fai problemi a travolgere chiunque intralci il tuo cammino. E non parlo di Salvatore, del quale non possiedo evidenza dei comportamenti di cui sopra.

Comunque sia, io alle amiche non racconto un bel niente di niente, figurarsi.
Melania aveva sposato l'uomo che amava, suppongo che non "corresse a lavarsi" subito dopo ogni rapporto come un'isterica schizzinosa, queste sono fantasie pudicizzanti ridicole ampiamente smentite dal marito della stessa.
Il quale, amiche permettendo, forse sul comportamento sessuale della moglie ne sapeva un tantino di più.

Piuttosto, ho paura che le "amiche" fossero un pochino invidiose dell'avvenenza e della involontaria seduttività della scomparsa, e sospetto che lei stessa, così come molte donne troppo belle fanno per farsi accettare da altre donne, minimizzasse la propria sensualità in loro presenza, evitando di circostanziare la propria vita intima matrimoniale al fine di rendersi un pò meno.. invidiata.
Non so se è chiaro.
Comunque sia, la vita intima della donna era soltanto sua e del proprio marito, e trovo sgradevole che le amiche si siano lanciate in "sicuramente Melania era così o non faceva cosà".

Anzi, trovo sgradevole io stessa parlarne e che se ne parli, trovo sgradevole sia le affermazioni che le smentite di parenti familiari ed amici, che veramente nulla ne potevano sapere.

Su questo argomento qua, mi spiace per tutti, ma solo Parolisi può rispondere a domanda. Tutti gli altri, occhi bassi e zitti, per carità.

«Meno recenti ‹Vecchi   201 – 247 di 247   Nuovi› Più recenti»