sabato 14 ottobre 2017

Non hai i soldi per pagare le tasse perché dopo il terremoto non hai potuto lavorare? Chiedi un prestito allo stato (è previsto e si sapeva che lì saresti arrivato dopo la proroga) e pagale se non vuoi commettere un illecito...



Non hai i soldi per pagare le tasse allo stato perché dopo il terremoto non hai lavorato o hai lavorato pochissimo? Chiedi un prestito allo stato stesso (è previsto e si sapeva che lì saresti arrivato dopo la proroga) e pagale se non vuoi commettere un illecito... il prestito lo restituirai o te lo faranno restituire gli organi statali preposti. Non preoccuparti e stai tranquillo cittadino terremotato e vessato, il politico italiota adesso non ha tempo per te... pensa alle elezioni e a come salvarsi il culo in parlamento perché è un momento delicato e qualcosa bisogna lasciare indietro se non serve alla causa elettiva. Un anno fa tutti i politicanti facevano a gara per farsi filmare nei luoghi del terremoto, nel tuo paese distrutto, e sui TG promettevano mari e monti a chi si trovava senza casa e lavoro, a partire dal presidente della Repubblica e dal signor Renzi, per ottenere il consenso popolare scemato dopo lo strazio parlamentare subito dagli italiani per troppi anni. Oggi nessuno vuole venire più fra le tue macerie, perché la contestazione che li colpirebbe sarebbe impossibile da non filmare anche per il più scafato cameraman della Rai. Per cui, dei terremotati sfollati in alberghi della costa, delle macerie lasciate in loco, delle strade ancora chiuse, delle aziende distrutte ad ora poco importa al politico dalla tassa facile che, nonostante nulla abbia fatto per te, caro terremotato, pretende di essere pagato per la sua inutilità. Stai calmo, ancora non sei nelle condizioni di chi è nato nelle baracche post terremoto e in quelle baracche ancora ci vive. A questo ci arriveranno i tuoi figli... sempre che trovino il tempo per dartela una baracca...


In questo articolo scritto da Alberto Berlini e pubblicato su "Today" si trova uno spaccato reale di come sia messo male il nostro paese e di come intendano muoversi i terremotati per protestare contro uno stato che troppo spesso se ne frega della "povera gente"...

Dimenticati dallo Stato, non dall'Erario: sui terremotati la beffa delle tasse

6 commenti:

Vanna ha detto...

Hai ragione da vendere Massimo, c'è da sentirsi o annichiliti i in...zzati, in ambedue i casi, non si riesce a fare nulla se non continuare a subire.

PINO ha detto...

Mi associo totalmente a quanto scritto dal Berlini, solidarizzando con le migliaia di disastrati, nostri connazionali!

Bruno ha detto...

Dna è di Bossetti, prova irripetibile
Lo so che questo articolo non è pertinente per questa pagina ma, è comparsa la sentenza . scrivono: "Non vi sono più campioni i materiale genetico in misura idonea", scrivono i giudici della Corte bresciana presiduta da Enrico Fischetti. "Un'eventuale perizia, invocata a gran voce dalla difesa e dallo stesso imputato - si legge ancora nel provvedimento- non consentirebbe nuove amplificazioni e tipizzazioni, ma sarebbe un mero controllo tecnico sul materiale documentale e sull'operato dei Ris". In poche parole, "la famosa perizia genetica sarebbe necessariamente limitata ad una mera verifica documentale circa la correttezza dell'operato del Ris e dei consulenti dell'accusa, pubblica e privata". Perciò, "deve ritenersi che la doglianza della difesa circa la violazione dei principi del contraddittorio e delle ragioni difensive sia del tutto infondata". Ricordiamo quelli che dicevano sopratutto in tv. che la traccia di Bossetti era abbondante, adesso dovrebbero inginocchiarsi e vergognarsi.

Bruno ha detto...

Il campione di Dna rintracciato sugli indumenti di Yara corrisponde a quello di Massimo Bossetti. La richiesta dei suoi difensori di disporre una super perizia genetica durante il processo d'appello è stata bocciata perché è stato un accertamento irripetibile a inchiodare il carpentiere di Mapello: il materiale biologico estrapolato da slip e leggins della vittima è infatti stato utilizzato tutto in fase di indagini e perciò mancano campioni genetici in quantità sufficiente per effettuare i nuovi accertamenti sollecitati dalla difesa.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimi,

in Italia il sistema fiscale è un orrore che dura da oltre 2000 anni. Leggersi i discorsi di Cicerone contro Verre, e pure la sua (successiva) esaltazione dei pubblicani, deprecati dal Vangelo. Ci si chiede perché in Italia esiste una forte evasione fiscale: la prima ragione è che è un sistema schifoso, ributtante, contorto, assolutamente iniquo dall'inizio alla fine; poi perché una buona percentuale di evasione non è che la differenza tra lo sperato dallo sgoverno italiano e dal realmente ottenuto ed ottenibile. Ma una parte della responsabilità in tutto questo è dovuta anche al nostro popolo, ahinoi! Invece di organizzarsi per resistere all'andazzo che dura millenni, preferisce "evadere". Organizzarsi vorrebbe dire creare un'associazione (da non confondersi con quelle dei consumatori: queste hanno fini privati, l'altra sarebbe di interesse pubblico e generale) in cui ciascun iscritto versi 20 o 30 euro all'anno: orbene, 30 milioni di contribuenti medi e piccoli darebbe una forza finanziari di 600.000 - 900.000 euro all'anno, con cui poi operare nei più vari modi legali contro la prassi fiscale sgovernativa. Ogni tentativo in questo senso fallisce miseramente.

Tiziano ha detto...

dal corriere della sera,non un giornale qualunque, ancora parlano di calce nei polmoni.: " Una domanda e una risposta. In una pagina, la Corte d’assise d’appello riassume le 376 di motivazioni con cui spiega perché ha confermato la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, per l’omicidio di Yara Gambirasio. La domanda: «A chi appartiene il profilo genetico che per 71 volte ha fornito l’impronta genetica di una stessa persona, chi è Bossetti, di chi è figlio, dove abita, che località frequenta, che mezzo di locomozione usa, che lavoro svolge, dove era il pomeriggio e la sera del fatto?». La risposta: «Bossetti non abita a Genova o Pordenone, ma è nato a Clusone nel 1970, lavora in un cantiere edile, è sicuramente figlio di Ester Arzuffi e di Giuseppe Benedetto Guerinoni, frequenta per sua stessa ammissione Brembate Sopra, svolge l’attività di muratore – carpentiere (sulla vittima c’era calce ndr), si muove nei giorni lavorativi solo con un autocarro Fiat Daily, non ricorda e non sa dire dove fosse il pomeriggio e la sera del fatto, conosce la zona di Chignolo d’Isola».