domenica 11 dicembre 2011

Una bambina senza giochi e senza amore. L'assurda storia di una dodicenne vissuta da schiava in una città come Rapallo


Era a scuola quando gli assistenti sociali l'hanno portata via. Lei, triste come sempre, non ha detto nulla, anzi è facile che per la prima volta in vita sua si sia sentita leggera, quasi felice; docile ha seguito quelle persone che, pur non conoscendola, si mostravano insolitamente gentili e premurose. Ma se questo è l'epilogo, e fa tirare a tutti un sospiro di sollievo, c'è da capire quale sia stato l'inizio del calvario per quella bimba che non conosceva amore. Era andata a scuola, come altre volte, in pigiama. In pigiama? Sì in pigiama, e fortuna che era andata perché le assenze da sempre superavano le presenze. Davvero? E le insegnanti, primo avamposto contro i maltrattamenti in famiglia, primo avamposto che a volte basta un disegno troppo scuro per allertare i Servizi Sociali, dov'erano? Erano in classe, certo, ma si erano sempre accontentate della solita scusa materna: "E' una bimba difficile, non ha voglia di studiare e non ascolta nessuno". Già, una bimba difficile, una bimba eternamente triste che non parlava quasi mai, una bimba che non conosce neppure il significato della parola "amore". Ma gli è stato insegnato? Ed a Rapallo? Ed i vicini di casa, ora osannati per aver posto fine alle sventure della dodicenne, dov'erano fino ad un mese fa? Non si sa, forse c'erano e non guardavano, forse sapevano ma si facevano i "fatti loro".

Eppure ora tutti parlano, tutti dicono di sapere cosa accadesse a quella bimba che passava diverse ore sul balcone di casa, dove faceva pure i bisogni corporali, vestita solo delle mutandine e della maglietta di salute. Ora tutti si dicono disgustati di quella famiglia, composta da una coppia di trentasettenni da sempre abitanti in Italia, ora a tutti fanno schifo! Ma se davvero accadeva quanto si è detto e scritto queste persone non si vergognano di aver atteso tanto prima di far cessare le angherie? E se è vero che hanno chiamato la polizia diverse volte negli ultimi 45 giorni, perché si è atteso che fosse la chiamata al "telefono azzurro" a dare il "La" alle operazioni, alle indagini? Questo anche osservando altri casi in cui alla prima mezza telefonata gli assistenti sociali sono arrivati a spron battuto, come una cavalleria indesiderata, a portar via figli amati! Ma la polizia aveva avvisato i Servizi Sociali di quanto venuto loro a conoscenza? Se sì, quale motivo ha impedito un rapido svolgimento della situazione? E' strano serva un mese di indagini se vi sono 20 testimoni che sostengono la stessa cosa ed all'unisono parlano di una vita tragica per quella bimba.

Una vita di stenti, al contrario dei fratelli minori, una vita a mangiare gli avanzi, se avanzavano, una vita fatta di ceffoni ed angherie. Una vita a leccare il cibo da una ciotola buttata in un angolo, una vita a dormire a terra dove neppure i cani domestici dormono. Questa è la realtà o solo parte di una realtà malata? Perché a lei toccava questa situazione ed ai suoi fratellini no? Quali motivi possono spingere una madre a trattare la figlia come non si tratta neppure un animale? Non sarebbe un atteggiamento spiegabile nemmeno fossero stati "mezzi punitivi" i suoi, fatti appositamente per cercare di raddrizzare una schiena storta, come spesso accadeva decine e decine di anni fa. E non si potrebbe spiegare neppure se quella bimba non fosse stata nemmeno figlia sua. La dignità umana non la si può calpestare con la scusa dell'educazione. E se un genitore non è in grado di impartirla significa che nessuno è stato in grado di impartirla a lui. Quindi ben vengano gli assistenti sociali a salvare una vita dagli stenti e dalle angherie, ma non si limitino a questo e cerchino di capire i motivi per cui a questo si è arrivati.

E non è solo a Rapallo che accadono fatti del genere, in ogni città si scoprono soprusi, quando si scoprono e solo se si vogliono scoprire, ai danni dei minori. Non è difficile accorgersi della sofferenza altrui, il difficile è farsene carico e decidere di rischiare per aiutare chi non conosciamo col rischio di subire la vendetta dei suoi familiari. Ecco il motivo per cui nessuno ha mai aiutato la dodicenne e lei ha subito un trattamento simile a quello subito dai maiali prima di andare al macello. Solo quando il gruppo del vicinato si è unito il coperchio è stato tolto. E le insegnanti? Anche loro avevano paura delle conseguenze? Possibile che tollerassero quei genitori che mandavano a scuola la figlia in pigiama senza dire nulla alle autorità competenti? Ed i genitori degli altri ragazzini? Non sapevano? Difficile da credere, anzi impossibile. Più facile immaginare che stimassero la famiglia inidonea e che se ne fregassero della bambina in pigiama.

Insomma, se per tanti anni questa Cenerentola dei tempi moderni, senza una fata a cui chiedere aiuto, ha sofferto e subito, la colpa non è solo dei suoi aguzzini, siano pure i genitori, ma di noi tutti che viviamo nel nostro piccolo mondo allontanando le sventure degli altri per paura o menefreghismo. Quindi è il caso di fare autocritica e chiederle scusa con la speranza che quanto da lei sofferto non sia un tarlo indelebile, con la speranza che ci sia qualcuno in grado di donarle l'amore mai ricevuto e di farle capire che quanto ha patito non è la regola ma l'eccezione. Con la speranza che d'ora in avanti il suo cuore riesca a scaldarsi ed a battere di gioia.



Leggi gli ultimi articoli sui casi di:
Annamaria Franzoni                  Ylenia Carrisi (due giorni prima di dicembre, video)

3 commenti:

PINO ha detto...

Toccanti, al limite della sopportabilità, le tue espressioni Massimo.
Ma, di fronte a tanta sofferenza non possiamo che ribellarci e rifiutare uno stato di fatto visceralmente contrario alla ragione, ed al rispetto della razza alla quale ci vantiamo di appartenere.
PINO

filippo ha detto...

Simili storie sono semplicemente agghiaccianti. Per chi commette simili atrocità contro i bambini, non esiste se e ma: non hanno nessun diritto di vivere.

lucia ha detto...

Ciao Massimo
certo hai ragione, bisogna segnalare senza paura simili orrori!Però ti dico per esperienza, anche di operatrice in contesdti educativi, anche le segnalazioni ENERGICHE possono essere eluse ed in ogni caso non portano ad un inyervento immediato..paradossalmente ci sono tempi lunghi...a volte lunghissimi rapportati al disagio che i minori continuano a vivere..............