venerdì 18 febbraio 2011

Livia e Alessia. E se le gemelline fossero in una barca a vela?

Matthias Schepp e le figlie il quindici gennaio erano nel reparto giocattoli di un centro commerciale di Cantù, questo ormai è assodato, ed è probabile che con loro fosse Katia, una donna di 27 anni scomparsa cinque giorni prime delle gemelline. Due storie che intrecciandosi potrebbero trovare un'unica soluzione. Non è impossibile che dal 25 al 30 Gennaio la ragazza abbia, in collaborazione con il padre delle piccole, preparato il terreno in modo da creare per lei, per Livia ed Alessia, un posto sicuro. Chi può affermare il contrario? Anche Olga Ornet, la signora di Propriano che per prima ha detto di aver visto le bimbe in Corsica, ha ammesso che all'ottanta per cento,  pur coi capelli diversi, il viso di Katia era quello della donna che si trovava con loro. E, aggiungo io, non era neccessario si tingesse i capelli per apparire diversa, bastava una parrucca per cambiare il suo aspetto.

Ma non è l'unico particolare emerso dalla trasmissione Chi l'ha visto, e pensare c'è chi a Bergamo rifiuta l'aiuto dei giornalisti, perché l'inviato Pino Rinolfi ha trovato, nelle tasche del cappotto femminile rimasto nell'armadio di Matthias Schepp, un blocchetto con frasi ed indirizzi che fanno ipotizzare una pseudo-relazione o comunque un incontro non saltuario con una donna. A che scopo, visto il successivo suicidio, ancora non si può dire. Di certo però si può ipotizzare. Fra l'altro la madre, Irina Lucidi, ha raccontato del suo viaggio a Marsiglia, avvenuto all'indomani della prima cartolina spedita proprio da quella città francese, e dell'incontro con i gendarmi d'oltralpe che le avrebbero mostrato il fax inviato dai cantonali svizzeri in cui, oltre a non essere presente una foto dell'ex marito, mancavano le specifiche di urgenza, solite nei casi di rapimento, che li avrebbero fatti attivare. E visto che uno degli agenti ha detto alla donna di aver notato l'auto il 30 Gennaio si può desumere quanto fossero importanti.

Ma altro è emerso. Si è saputo che a Dicembre le bimbe erano in vacanza, col padre ed altri amici suoi, su una barca a vela. Tre settimane è durato il viaggio ed ha toccato diversi continenti. Questo non è un particolare da poco in quanto forse in quel periodo è maturata la decisione del rapimento. Le parole di Matthias per rassicurare la moglie, preoccupata sapendo che le figlie sarebbero rimaste tre settimane in mare, e convincerla a dargli il permesso di portarle con sé sono state: "So che sono ciò a cui tieni di più al mondo e te le riporterò a casa sane e salve". Che sia quello il momento in cui nei pensieri dell'uomo è nato il piano per farla soffrire? Non è impossibile. Come non è impossibile, anche, che ora si trovino in mare aperto, su una barca a vela con chi le tratta bene e, o perché non sa o perché non vuole farlo sapere, le tiene all'oscuro di quanto accaduto. Tutto è possibile; anche che le piccole pensino, come lo avranno pensato a Dicembre, di tornare presto dalla loro madre. 

Chi può dire non sia così? Ciò che si vede, guardando bene fra le righe di quanto accaduto dal 29 Gennaio al 3 Febbraio, è un piano molto ben congegnato, chiaramente agevolato dall'inefficenza svizzera, in cui nulla è stato lasciato al caso. Si notano una miriade di movimenti che solo allapparenza sono inconcludenti e strani. In apparenza perché in effetti studiati in precedenza a tavolino e portati a compimento con lucidità. Per scoprire lo scopo finale ed i motivi del gesto, la sofferenza della ex moglie, non ci voleva uno studio approffondito, studio che però occorre ora per capire in che modo si è mosso nei punti oscuri che possono far luce su tutta la vicenda. Scoprire cosa ha fatto e con chi si è incontrato nelle quasi tre ore della domenica mattina, quando ha lasciato le bimbe a giocare dal vicino di casa, come pure dove è stato e con chi si è incontrato nel pomeriggio dello stesso giorno, dato che il confine con la Francia lo ha passato solo verso sera. 

Queste, che competono agli investigatori svizzeri, non sono indagini difficili. Ma il vedere come hanno operato fino ad oggi ci da poche speranze. Inoltre ho constatato che la popolazione di quei cantoni, purtroppo, ha idee, a mio modo di vedere, alquanto strane. Una signora di Losanna, ad esempio, ha scritto nel forum di un quotidiano locale che i media dovrebbero smettere di parlare del caso, che è una vergogna in quanto non sono affari che ci possano riguardare. Che il problema era interno alla famiglia, che non è riuscita ad accordarsi dopo la separazione, e che deve essere la famiglia stessa a sbrigarsela. Ha concluso chiedendo alla redazione altri tipi di notizia perché questa è peggio di quelle criminali improntate alla violenza. Hai capito la signora svizzera? Chissà che un giorno non capiti anche a lei una storia simile.

Pertanto, nonostante le elvetiche bigotte, abbiamo constatato che i giornalisti italiani hanno operato, nel rispetto di tutti, meglio dei poliziotti cantonali che al momento attuale si trovano, per proprie incapacità, con le indagini in stallo. Stallo che resterà tale senza un reale coordinamento fra le varie forze dell'ordine europee. Se gli agenti elvetici non porteranno indicazioni utili e necessarie non si andrà mai da nessuna parte e ci si aggrapperà ai poliziotti di altre nazioni o alla speranza. Alla speranza che siano le stesse bimbe a tornare dalla loro madre. Alla speranza che il padre nella sua pazzia abbia previsto, dopo un'immane sofferenza patita dalla ex moglie, di farle vivere ancora accanto a chi amano. Chi le porta le porta. Sia la ragazza sparita prima di loro, sia un amico, sia un familiare o solo un conoscente pagato in anticipo, sia chi sia basta che le riporti a casa loro.

In questo modo starebbero meglio anche le signore di Losanna.





9 commenti:

Anonimo ha detto...

anche io penso che mathias ha previsto tutto, anche il loro ritorno a casa. non so come abbia fatto a coinvolgere qualcuno nel suo folle piano. forse a questo qualcuno sono stati promessi dei soldi che gli arriveranno solo dopo una certa data, o forse questo qualcuno è in una situazione che noi non possiamo neanche immaginare per cui è ancora in attesa di matthias e della promessa ( che non verrà mantenuta ) di una nuova vita insieme. Qualcuno che non sa ancora del suicidio. Chissà. però anche io credo che ci sia un piano oer restituire le bambine alla madre. Per farsi amare di nuovo.

Anonimo ha detto...

Sarebbe auspicabile un incontro tra Irina e i famigliari di questa donna svizzera scomparsa poco prima delle bambine. Irina dalla trasmissione Chi l'ha visto mi è sembrata una persona che non perde di vista l'obiettivo, che è quello di trovare qualsiasi pista percorribile. Il cappotto, è suo? il biglietto, è sua la scrittura? Quali sono le abitudini, le abilità, eventuali punti deboli, della donna? Mi riferisco magari ad un desiderio di maternità, un desiderio di fuga.. qualsiasi elemento. Ma non potrebbe Irina andare direttamente da loro senza aspettare tutte le trafile burocratiche della polizia? e poi hanno intercettato il pacco postale contenente il registratore. Lei ha potuto sentire le registrazioni presenti sui nastri? solo lei è in grado di poter cogliere le minime sfumature di ogni frase che ad uno sconosciuto può apparire senza senso. Speriamo che si aprano nuove piste di speranza.

Unknown ha detto...

Ciao Luigi. Il cappotto ed il biglietto li hanno in mano i cantonali; della scrittura Rinaldi, l'inviato di chi l'ha visto, ne ha una copia e, se entro lunedì i poliziotti non facessero le verifiche, vedrai che andranno, sia lui che Irina, dalla famiglia di Katia. Sempre che la famiglia accetti di farli entrare.

Il problema è che certi programmi italiani, escluso quello della Sciarelli che per quanto se ne dica è l'unico ad avere la "sensibilità" di non invadere senza consensi, approfittano del clamore per installarsi di fronte alle case non lasciando spazio alla privacy, vedi ieri sera Quarto Grado che nonostante i familiari non volessero ha occupato il piazzale antistante l'abitazione dei genitori della ragazza per fare collegamenti stupidi ed inutili.

Quindi è chiaro che se le persone sono riservate il clamore infastidisce e la famiglia si chiude nel silenzio. Che Katia non fosse contenta della sua vita lo ha dimostrato andando a vivere in un piccolo albergo, già da oltre un mese, e cambiando diversi lavori non in linea coi suoi studi.

Per cui la possibilità che sia lei a custodire le piccole c'è. Il motivo per cui potrebbe farlo però è da trovare. A meno che non siano veramente su una barca a vela, o anche non a vela, senza troppi contatti col mondo dell'informazione.

In questo caso, se fosse davvero Katia la complice, potrebbe essere solo la mano di Matthias; nel senso che potrebbe averla convinta ad andare dicendole cose inventate ed a cui lei può aver creduto.

Sul registratore: nonostante i parenti dicono di aver visto ma che ufficialmente non è stato trovato.
Sulle sfumature: Irina avrebbe potuto coglierle prima della separazione, ora è difficile. Io ne ho quattro alle spalle e ti garantisco che dopo i primi giorni, in cui c'è la speranza di convincere il partner a tornare, i cambiamenti sono totali e le persone parlano e si comportano in modo irriconoscibile.

Nonostante questo io credo che lei qualcosa sappia; La sua è più di una speranza e se riesce a collegare i vari fatti, a parer mio, può anche dare una spinta notevole alle indagini.

Per quanto riguarda la speranza siano vive io ce l'ho, anzi ho più di una speranza. Ciao, Massimo.

stefania gai (l'anonimo di prima) ha detto...

ma come è possibile che Katia ancora non sappia del suicidio di matthias se davvero fosse lei la complice?
p.s. luigi..che coincidenza! abbiamo lo stesso cognome. e non siamo in tanti noi Gai.

Unknown ha detto...

Ciao Stefania.
Metti che siano davvero su una barca a vela, come a Dicembre, che non abbiano internet e che gli scali li facciano in sudamerica. Se consideri che difficilmente trovi giornali che parlano dei fatti di cronaca europea in quei luoghi, e che l'unico contatto con Matthias poteva essere il cellulare, puoi immaginare quanto non sia impossibile.

Se così fosse questa sarebbe l'ultima settimana di... chiamiamola vacanza, e la prossima dovrebbe essere quella della verità.
Vedremo quindi fra qualche giorno come si evolverà la situazione. Ciao ancora, Massimo

Stefania ha detto...

Ciao Massimo,
come dici tu questa sarebbe l'ultima settimana di, chiamiamola, vacanza. Quindi tra un pò si capirà se queste ipotesi sono possibili o meno. però ho un dubbio da subito: per andare in vacanza in barca in sud america o in un qualsiasi posto talmente fuori dal mondo da non ricevere notizie, avrebbero dovuto prendere un aereo e questo risulterebbe dalla lista dei passeggeri. Non mi sembra possibile che siano partite direttamente in barca dall'europa per raggiungere mari lontani.
Tu non consideri l'ipotesi che ci sia la possibilità di qualcuno che le tiene per soldi, soldi che riceverà, con una sorta di bonifico "postumo" di matthias, solo dopo una certa data?
Ciao
Stefania

Unknown ha detto...

Anche a dicembre non avevano il passaporto ma solo la fotocopia, che era rimasta a Matthias. Una Barca o comunque un natante, può partire anche dai mari del nord o dalla corsica. Ho scritto sudamerica ma avrei potuto scrivere sud africa. L'aereo io non lo trovo pensabile... Ciao, Massimo

nico ha detto...

Mi piacerebbe poter credere che Livia e Alessia saranno riportate alla madre, che nella sua lucida follia il padre abbia previsto anche questo. Ma non trovo un solo elemento che mi sembri ragionevole e che sostenga questa ipotesi. Matthis si é suicidato, tra l'altro in un modo terribile e senza possibilita' di ripensamenti, e questo gesto assieme alle sue lettere chiariscono mi sembra che quell'uomo aveva perso ogni speranza per il futuro. Stop, chiuso, meglio morire che affrontare il suo mondo. Lucido ma completamente fuori di sé. E in quest'ottica, non sono infrequenti i gesti di genitori che vedendo intorno solo nemici e pericoli si portano con sé le loro creature. Un modo perverso e malato per proteggere anche loro. Vi amo, vi porto con me, non soffrirete mai piu'. Una proiezione del proprio dolore sugli altri. Non riesco neanche a immaginare che qualcuno si sia prestato al suo gioco, né involontariamente (due bimbe piccole, settimane senza contatti dai famigliari, a chi verrebbe in mente che sia normale così..) né volontariamente. In questo caso saprebbe che le stanno cercando, saprebbe che lui si é ucciso, e che nessun beneficio ''post mortem'' é possibile quando si tratta di azioni illegali. Insomma non riceverebbe proprio niente. No, mi rattrista ma piu' ci penso piu' non vedo possibilita' di un loro ritorno. E vi assicuro che con tutto il cuore spero di sbagliarmi.

Unknown ha detto...

Vi amo vi porto con me non soffrirete mai più. E' da queste parole Nico che potrebbe nascere la speranza.

Guardandola in positivo avrebbe dovuto fare come tutti quei padri che uccidono i figli e poi si suicidano, ma tutti portano a termine un'azione istantanea che non da il tempo di pensare e soffrire per chi si si è dapprima amato e poi ammazzato.

Guardandola in negativo le potrebbe avere uccise per far tornare tutto come era prima che arrivassero loro, quando da fidanzato era felice con Irina. Ma anche ripercorrendo le tappe di questa felicità, da solo coi suoi pensieri, l'averle uccise gli deve aver dato un travaglio enorme, e lui al ristorante di Vietri era tranquillo.

Io spesanze ne ho ancora. Ciao, Massimo