martedì 26 gennaio 2016

Carta Fedeltà: navigando nell’anima del consumatore, trasparente e nudo come mamma l’ha fatto…

Di Gilberto Migliorini

Tutto oramai è on-line. La foto della nonna e del nostro amico compianto, il nostro cantante preferito insieme all’acquisto dell’ultimo gadget per il nostro computer. Compri spaghetti, insalatina e una tazzina di caffè con il correttivo, e il nostro menù viene dedotto dalla carta fedeltà, indizio magari di un delitto o semplicemente di una dieta a punti. La nostra biografia esistenziale nei fantastici premi da catalogo e nelle app su misura nel codice a barre. Si potrebbe fare una diagnosi psichedelica e un’analisi del profondo semplicemente scorrendo i titoli della card, un film girato sulla nota acquisti, più attendibile dell’inconscio freudiano e dell’anamnesi dei vissuti sul lettino dello psicoanalista. Un indicatore più esauriente di un test per l’ammissione all’università o di un questionario per aspiranti veline con tanto di foto artistiche.

Con buona approssimazione dal nostro ‘stile’ da acquirente, puntualmente registrato nelle memorie di un super computer, ne esce il nostro ritratto, meglio di quello della Monna Lisa, siamo lì da vedere perfino nelle vergogne, un mondo di delizie con l’offerta speciale, la consegna a domicilio e la stampa della foto con sfondi a tema e clipart. Dalla fidaty si può dedurre perfino il peso e la fisionomia dell’utente, la sua forma mentis e il giro vita del consumatore, ricavati infallibilmente dalle misure delle culotte acquistate nel reparto lingerie e dalla passione per i marron glacé.

Analisi dettagliate dei comportamenti d’acquisto, elaborati e processati con gli algoritmi deep learning: reti neurali a scandagliare i bisogni e i desideri inconsci di un consumatore alle prese con i suoi conflitti edipici, ancora legato ai sughi come li faceva mammà. La carta fedeltà? Meglio di uno scanner e di una radiografia, e con in più un profilo psicoattitudinale con il rilievo degli oggetti sostitutivi e dei surrogati per i traumi della fase orale, nel reparto gastronomia. Per la fase anale c’è il reparto pulizia, sgrassatori e deodoranti. L’intimo detergente ci assegna un punteggio extra, meglio se idratante e setificante.

Un consumatore rivolto alle conserve e ai piatti pronti da mandar giù senza neppure l’aggiunta del prezzemolo, o piuttosto un utente incline alle preparazioni fai da te e al gusto personalizzato delle pietanze di una volta? Apocalittico o integrato? Tutti gli ingredienti rigorosamente pesati con i metodi quantitativi: eccesso di colesterolo e acidi grassi, diagnosi di patologie da utente sbilanciato sulle lasagne e i maritozzi alla crema? Profilazione sanitaria direttamente nel punto vendita con avviso ai naviganti con le immancabili proposte alternative, i consigli per gli acquisti recapitati direttamente nella mail. Prognosi delle nostre nevrosi narcisistiche e della spesa compulsiva a base di caviale, aragoste e spumante millesimato. Il segreto di rimozioni inconsce nei fondi di caffè, miscela rigorosamente arabica o robusta per moka, con capsule e cialde, macinato, tostato, solubile e in grani… il nostro corroborante tirami su antiossidante e anti età. Nel cioccolato fondente al 99% il rimorso per i bignè alla crema e per il tradimento on-line. Nel regalo promozionale il conflitto tra es e super ego: indecisione tra il multi cooker e la panca per addominali, tra il cheese maker e il tapis roulant.

Nel gorgo caotico degli acquisti si inferisce dove va la nostra vita, in filigrana stanno le nostre difficoltà economiche, sul piano inclinato di acquisti sempre con lo sconto, la nostra proverbiale avarizia, la passione per i cibi spazzatura o il nostro stile pizza e mandolino. Sullo scontrino registrato, in un file personale con il profilo utente, si legge il nostro destino, come l’oroscopo, di consumatori affezionati e di attori nel supermercato del quotidiano mestiere di acquirenti informati e formattati. Si evince in quale reparto facciamo rotta e quale desiderio vogliamo realizzare, quale progetto di vita accumulando punti per il mixer e il set di posate. Magari un programma di esistenza alternativa con il wok, bollitore e impastatrice multifunzione.

Carne, pesce o formaggi? Surgelati o prodotti da forno? Pasticceria o salumeria? Votati a una bulimia senza speranza. Zucca e radicchio, verso l’anoressia conclamata o semplicemente nel tran tran quotidiano tra conserve, yogurt e baccalà? Negli acquisti al superstore c’è già il segnale dell’insano gesto che stiamo per compiere? Basta saper leggere lo scontrino della cassa per vedervi in filigrana il movente, la pianificazione e il depistaggio di un delitto. Fortunatamente è tutto registrato nel nostro profilo di acquirenti fidelizzati. Per la police è un gioco da ragazzi scoprire chi è l’assassino, basta leggere la card e vedere dove va a parare lo sconto. Indagine mediante scontrino fiscale: omicidio premeditato o semplicemente un tentativo andato a vuoto di seduzione con tranci di salmone, maionese e ginseng? E la candeggina? Un normale acquisto a latere o parte integrante del menù da offrire al nostro convitato? Le pedule e le ciabatte? Orme sul luogo del delitto. Registrazione d’acquisto con tanto di size, non si tratta di footing o di normale scampagnata, siamo stati sul luogo del delitto, non si sa ancora in quale veste. Forse un accappatoio nel reparto biancheria. Tracce ematiche da obliterare con l’opportuno sgrassatore. Detergenti sulla scena del delitto: tutto puntualmente registrato nella card con il giorno e l’ora dell’incauto acquisto.

Siamo come quei vasi di vetro trasparenti dove navigano prosaici e indiscernibili frammenti di cibi esoterici, in liquidità diafane, gelatine translucide dove stanno in sospensione gli organelli dei nostri desideri e delle nostre speranze tra l’insalata di polpo e l’arrotolato di tacchino. Siamo come i nuovi sacchi trasparenti della monnezza, dove si possono decifrare le nostre vergogne e le nostre insane passioni, tra pannolini, condom e variopinti intermezzi culinari con l’immancabile escremento del gatto. Nella spazzatura adesso possiamo leggere vita morte e miracoli del nostro vicino con tutte le sue predilezioni artistiche, le sue idiosincrasie e i suoi rompicapo enigmistici. Gli interessi letterari sono tutti inscritti nei contenitori condominiali, raccolta differenziata, dove si ricavano predilezioni per i generi, tutti puntualmente monitorati nel file fidelity con l’evoluzione dei gusti e degli orientamenti politici.

Il palinsesto di acquisti dell’utente, la sua navigazione tra prodotti in offerta e sconti promozionali, saponette e shampoo color… tutto meticolosamente registrato nella card, le tessere della nostra anima, il puzzle da ricomporre con l’algoritmo psico-reagente meglio di una telecamera e di un sistema di registrazione audio. Psicoanalizzati e scannerizzati. Macellati secondo le nervature appropriate di consumatori informati aggiornati e istruiti. L’analisi zelante e premurosa dei nostri comportamenti d’acquisto ci mostra come siamo, in filigrana, con la quantità e la qualità dei prodotti, come conservarli e cucinarli in un ricettario dove anche noi facciamo da pietanza. Non solo compratori ma anche anime desideranti, inquieti naviganti alla ricerca dell’insolito, dell’oggetto del cuore e del cibo afrodisiaco, dell’elisir di eterna giovinezza, nel reparto cosmetici e beauty free con i consigli per il make up. Nel nostra cartella personale di acquirenti fidelizzati i nostri insanabili conflitti esistenziali, le simpatie politiche, i pregiudizi razziali e perfino gli orientamenti sessuali, tutto registrato con cura amorevole e senza danno per nessuno, solo per il buono sconto e il premio fedeltà.

Per le ideologie non serve nemmeno sapere se si legge Marx o il Mein Kampf, è sufficiente guardare nella card se si predilige il tacchino o il foie gras, le salcicce di camoscio o il cotechino con le lenticchie, nel dubbio si può trovare riscontro nel reparto pasticceria: crostata di mele o una sontuosa Saint-Honoré? Sì, siamo monitorati, profilati secondo algoritmi infallibili che ci descrivono perfino la forma delle arcate dentali e le nostre note caratteriali, in quale reparto trovare l’anima gemella e dove poter rimorchiare tra stinchi e mortadelle. La statistica dei cibi precotti dirà come voteremo alle prossime elezioni, se gradiremo l’ultimo modello di utilitaria, se ci sposeremo e avremo un figlio, se saremo tra i fortunati al gratta e vinci. Magie delle analisi fattoriali, dei proverbiali indicatori statistici, di potenti algoritmi culinari.

Le fidaty… sono l’angelo custode dell’utenza, un marketing discreto e premuroso, il tutor dei sogni ricorrenti sotto forma di plus e benefit, il biglietto d’ingresso all’eden consacrato dei consumi intelligenti. La card registra meglio delle telecamere e delle microspie ambientali, è più esaustiva di uno screening di massa e più sepolcrale di un testamento a futura memoria: è il passaporto per il paradiso dei vantaggi dello sconto e del premio assiduità, navigando nell’anima di un consumatore trasparente come un cristallo, nudo come mamma l’ha fatto… che compra felice e contento…

6 commenti:

manlio.tummolo ha detto...

Bellissimo: non dico altro, Gilberto carissimo, Manlio

Vittoria ha detto...

Se ti rechi a fare la spesa in un supermercato e alla domanda se hai la tessera rispondi in modo negativo e quando ti vengono ricordati gli innumerevoli vantaggi che avresti nel possederla ti ostini a rispondere:Grazie non mi interessa vieni guardato con sospetto e diffidenza.
Credo vi siano ordini superiori per convincere i pochi superstiti ad adeguarsi...

Gilberto ha detto...

Grazie Manlio. Purtroppo molti non si rendono conto che quello della profilazione è il sistema per antonomasia di tutti i mali mediatici, istituzionali e culturali di un paese feudale (il nostro), altro che democrazia. Come Vittoria fa giustamente notare chiunque non si adegua al sistema ‘vassallatico-beneficiario’ è guardato con sospetto e diffidenza (è proprio così).

Dudu' ha detto...

Devo darvi
ragione, solitamente mi guardo da tessere varie ed eventuali, mi sento un pò, orgogliosamente, fuori dal coro, anche i mi piace li misuro all'occorrenza, non mi interesse far parte di statistiche o interessi di parte, faccio uso di tutti punti Bio, devo tuttavia prendere atto che anche loro non si sottraggono alla filiera, con mio grande rammarico, certamente il "dono" di 10 euro ogni 10 cuoricini invoglia, a fine mese ci si fà i conti, finora mi sono sottratta sentendomi in parte un pò sciocca, ma consapevole. Ciao a tutti, vi leggo (a volte tardi) sempre con grandissimo interesse.
Grazie Gilberto, attendevo trovarmi la candeggina nella lista della spesa :-) !

Anonimo ha detto...

ma che cacchio di problema avete a farvi la tessera cacasotto

Manlio Tummolo ha detto...

Prossimamente manderò uno scritto, non so ancora quanto lungo, visto che c'è molto da dire sia sulla micro- che macroeconomia, in cui sosterrò la tesi che tutto il nostro sistema economico e politico-economico è fondato, non sul lavoro, come dice la nostra Spett. ma inapplicata Costituzione, bensì sul furto, la rapina, la truffa, l'imbroglio, ecc. Quelle forme di "agevolazione" in realtà sono solo sudici trucchi per strangolare il consumatore che, o per necessità, o per ingenuità, si lascia prendere dal sistema. La diffidenza è più apparente che reale, quando si rigettano. I furbacchioni capiscono che non si è caduti nella loro tagliola, e friggono semmai di rabbia, più che di diffidenza.