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Si deve riconoscere quel che di buono c'è stato negli interventi dell'odierna Inaugurazione in Corte di Cassazione - in tema di carcere, custodia cautelare e responsabilità dei magistrati - ma come al solito è stata elusa la questione della separazione delle carriere, finta obligatorietà, insomma tutti i temi della riforma costituzionale.
Le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario tenute presso le Corti d’Appello si risolvono in una parata, più formalistica che formale, e nella lettura di dati la cui freddezza simula un rigore scientifico in realtà inesistente, che non trasmette concreti elementi di conoscenza dei problemi veri della giustizia e tantomeno suggerisce strumenti idonei a risolverli.
L’inaugurazione degli altri
Le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario tenute presso le Corti d’Appello si risolvono in una parata, più formalistica che formale, e nella lettura di dati la cui freddezza simula un rigore scientifico in realtà inesistente, che non trasmette concreti elementi di conoscenza dei problemi veri della giustizia e tantomeno suggerisce strumenti idonei a risolverli.
Le relazioni delle Autorità normalmente oscillano tra l’autocelebrazione e l’autocommiserazione, soffermandosi sui risultati quantitativi conseguiti pur nella cronica carenza di risorse. Questioni anche di qualche importanza, ma la radice dei guai riguarda la qualità e non la quantità di giustizia. Il che non vuol dire che le due cose siano staccate, ma l’impressione è che si parli molto di quantità per nascondere l’argomento qualità, che viceversa sarebbe risolutivo.
Ad esempio, al di là delle stucchevoli lamentazioni per le condizioni delle carceri non si riscontrano serie prese di posizione contro l’abuso di custodia cautelare. Può accadere che un singolo magistrato inquadri la questione correttamente e magari inviti i propri sostituti, come ha di recente fatto il Procuratore di Milano, a non richiedere al Gip la custodia cautelare in carcere quando ciò non sia davvero necessario; viceversa non succede che l’abitudine a chiedere il carcere quando basterebbero gli arresti domiciliari venga, se non denunciata, quantomeno segnalata nelle cerimonie di inaugurazione.
E nemmeno viene registrato che i giudici potrebbero respingere quelle richieste eccessive dei pubblici ministeri, ed invece non lo fanno perché l’assenza di un sistema di separazione delle carriere li porta a condividere le finalità di lotta al crimine proprie dell’accusa, trascurando il ruolo di arbitri ontologicamente neutri della contesa processuale che si svolge tra l’accusa e la difesa.
Nelle cerimonie inaugurali, poi, si snocciolano numeri impressionanti di processi prescritti, spesso alludendo a lungaggini causate dalle garanzie difensive, ma si sottace che queste incidono - per studi svolti dalle camere penali con criteri scientifici e dai risultati mai confutati perché veri - in una parte irrilevante, mentre in realtà i processi spariscono nelle inesplorabili stanze dei sostituti procuratori dove, in barba alle regole del codice che fissano termini seri di durata delle indagini preliminari, giacciono senza controllo per tempi biblici, e ciò secondo scelte del magistrato non controllabili. Un sistema che tradisce il sacrosanto principio di uguaglianza che sta alla base dell’obbligatorietà dell’azione penale, trasformandolo in strumento di potere affidato ai magistrati che lo esercitano, quando va bene, con paternalismo, quando va male, con arbitrio.
Nelle cerimonie, poi, si contano i processi esitati ma si evita accuratamente di osservarne la qualità. Non ci si sofferma sul sacrificio dell’oralità provocato ogni giorno da magistrati ansiosi di soddisfare le statistiche e pronti, pur di evitare l’esame dei testimoni, a qualsiasi lusinga, e talvolta minaccia, verso avvocati purtroppo non sempre professionalmente all’altezza del ruolo che la Costituzione assegna loro. Non si parla delle modalità di assunzione della prova in dibattimento, che contrastano con i principi del processo accusatorio. Non si parla dell’uso spregiudicato delle intercettazioni telefoniche tra avvocato ed assistito, le quali, come appena ribadito dalla Corte Costituzionale nel conflitto di attribuzione tra la Presidenza della Repubblica e la Procura di Palermo, sono inviolabili e non devono neanche essere ascoltate, mentre noi ce le troviamo finanche commentate dai giudici nelle ordinanze di custodia cautelare.
Le cerimonie inaugurali delle Corti d’Appello, in definitiva, eludono le questioni fondamentali della Giustizia. Ecco perché gli avvocati penalisti organizzano ogni anno l’Inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti dove i temi citati vengono evidenziati e trattati senza infingimenti. Quest’anno la cerimonia si terrà a Bologna sabato 2 febbraio e, per la concomitanza della campagna elettorale, rivolgeremo ai candidati dei diversi schieramenti politici dieci domande sui propri programmi in tema di giustizia.
Roma, 24 gennaio 2013
La Giunta
Anno giudiziario 2013. Per leggere le relazioni del Dottor Ernesto Lupo, Primo Presidente della Corte di Cassazione, e del Avv. Proff. Guido Alpa, Persidente del Consiglio Nazionale Forense (CNF), vai al sito dell'Unione Camere Penali
8 commenti:
Caro Massimo,
come sempre ti ringrazio per la pubblicazione di questi comunicati dell'Unione Camere Penali che servono, a mio avviso, a far capire al pubblico i complessi problemi del mondo forense e giudiziario, molto di più degli articoli a-tecnici della stampa comune.
Carissimo Massimo di solito si usa dire ,anno nuovo vita nuova,e cosi dovrebbe essere anche per il nuovo anno giudiziario,molto c'è da fare ancora per cercare di rendere questa nostra giustizia un esempio di legalità e di giuste condanne,tante volte il carissimo Prof Tummolo ci fa capire di come si lavora in tanti tribunali,e tanto ho imparato dai suoi commenti.Mai dare per scontato che chi confessa sia un assassino e chi si dichiara innocente non c'entri nulla con un delitto ,tutto deve essere vagliato attentamente,e sopratutto di evitare il più possibile quelle condanne in primo grado con banali indizi e poi essere assolti in secondo o terzo grado,non si fa altro che allungare i tempi dei detenuti in attesa di una condanna definitiva.Un grazie a te Massimo e al carissimo Prof Tummolo per le sue lucide ed attente osservazioni nei casi delittuosi.
Grazie a Lei, caro Vito Vignera,
sempre attento alle mie considerazioni. Un caro saluto per Lei e un sincero affettuoso augurio di guarigione, quanto più rapida possobile, per Sua moglie da parte di noi tutti. Vi siamo vicini, Manlio Tummolo
Grazie di cuore a Lei carissimo Prof Tummolo,e un grazie anche a tutti gli amici,e un grazie per i suoi innumerevoli interventi in ci spiega che c'è tanto da lavorare per cercare di avere una giustizia efficiente in tutti i tribunali,non debbono esistere tribunali di seri A e quelli di serie B . Ma,tribunali in cui si eseguono giuste condanne e giuste assoluzioni,e sopratutto cercare di accorciare il più possibile i tempi dei detenuti in attesa di giudizio,speriamo che presto si faccia qualcosa di serio per cercare di svuotare un po le carceri in Italia,stracolmi di detenuti,e che da un po l'unione Europea ci fa notare.Cordiali saluti Prof e ancora grazie.
Carissimo massimo , mi puoi spiegare che commento è quello dell'anonimo delle 12:57 grazie.
Caro Vito, sono commenti generati da un robot che vengono lanciati nei blog più seguiti a fini pubblicitari. Solitamente entrano nei commenti Spam di google blogspot, altre volte, poche a dire il vero, google non riesce a bloccarli ed entrano in pubblicazione. A quel punto sono io che quando li vedo li elimino.
Ciao, Massimo
Penso che, per capirlo, occorra verficare tutti questi indirizzi, uno sforzo al di sopra della mia o altrui pazienza. Sarebbe stato preferibile dire in sintesi e in lingua italiana che cosa si volesse aggiungere. O forse hanno sbagliato la finestra.
Grazie Massimo,nel mentre ne approfitto per dirti ,hai qualcosa per il finale su Sarah Scazzi,prima che si arrivi al verdetto?Grazie ,come al solito ti abbraccio affettuosamente,e un grosso bacio ai tuoi figli.
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