mercoledì 16 marzo 2011

Yara Gambirasio. La Procura e Don Corinno fanno il gioco delle tre campanelle

Martedì 15 Marzo doveva essere un giorno importante per l'informazione. I giornalisti lo attendevano con ansia perché finalmente il sostituto procuratore di Bergamo, Massimo Meroni, avrebbe potuto mettere dei paletti, dei punti fermi su cui incentrare, in maniera chiara e non deviante, gli articoli delle innumerevoli testate giornalistiche e delle future trasmissioni televisive. Come avrete notato ho dovuto scrivere avrebbe potuto, e l'ho fatto perché  non non ha dato riferimenti chiari e precisi. Anzi ha detto di aver indetto la conferenza per bacchettare alcuni programmi televisivi rei di aver ipotizzato, creando scompiglio più che informando, cose assurde e ridicole. Rei di aver dato in pasto alla pubblica piazza teorie e chiacciere fondate sul niente. Che bravo vero? Che ci siano dei video-maccellai dell'horror è cosa nota che tutti sanno, ma che a farli parlare siano le poche certezze date dalla Procura in cui lavora il suddetto procuratore è un altro dato certo. Dal 26 Novembre ad oggi sono trascorsi ben110 giorni. Un tempo non indifferente a pensarci bene, un tempo che avrebbe dovuto, indagando in modo corretto senza adagiarsi solo sulla tecnologia, portare a qualcosa di concreto e reale, non solo a supposizioni fantascientifiche.

Le stesse supposizioni date in conferenza da un procuratore che non è stato mai in grado di togliere un condizionale dalle sue frasi. "A quel che ne so dovrebbe... nessun taglio sembrerebbe... vorrei sperare che almeno...". Ed allora come pensare che si cambi registro, che certe trasmissioni smettano di ipotizzare anche l'inipotizzabile se chi coordina le indagini risponde in tal modo a chi gli chiede quelle certezze che farebbero tacere le bocche aperte del tubo catodico? Quindi, nonostante il tempo trascorso, certezze non ce ne sono. Yara è stata vista uscire dalla palestra poi il nulla, tante piste nessuna pista, se non il dato di fatto incontrovertibile che le forze dell'ordine hanno vissuto questi mesi in contrasto, in una sorta di duello che ognuna voleva vincere. Non lo dico io, lo affermano due loro rappresentanti che hanno inviato una lettera al quoridiano Eco di Bergamo denunciando quanto avvenuto dal 26 Novembre in poi. 

Ma lo scandalo, a parer mio, non sono le parole di un uomo che dice e non dice ma quelle dette da chi  chiede un nuovo allontanamento dei giornalisti da Brembate Sopra, un nuovo silenzio stampa. A fare questa richiesta, con tanto di raccolta firme, è il prete del paese, quel Don Corinno Scotti che per primo ha inserito le pulci nelle orecchie dei giornalisti parlando, per ben tre volte in una settimana, di un abitante orco. Quello stesso parroco che la settimana successiva, ancora per ben tre volte, ha invitato i suoi parrocchiani ad invertire i ruoli, a non pensare da genitori che potrebbero diventare vittime della stessa sorte capitata ai Gambirasio ma di ragionare al contrario, quindi da madri e padri che in casa loro potrebbero avere un figlio assassino. Sapeva bene il Don Corinno di avere in chiesa delle telecamere e dei giornalisti, come poteva sperare che nessuno usasse le sue parole per costruirne un teorema incentrato su un giovane della zona liberatosi delle sue colpe in confessionale? E' chiaro che in tanti hanno pensato sapesse qualcosa che in pubblico non poteva dire. Perché un prete di solito difende il suo gregge come un buon pastore, non lo attacca azzannandolo alla gola come un famelico lupo. Non dice alle sue pecore "guardatevi dai vostri agnelli perché in loro si potrebbe nascondere il seme della violenza". Pertanto, pur non essendo obbligatorio, è comunque lecito pensare che chi fa una predica del genere s'è accorto che fra i suoi agnelli gira un'infezione.

Ma il suo potrebbe essere stato anche un non saper soppesare le parole, una forse ingenua superficialità, un'incautela. Se io fossi stato un fedele di quella chiesa, però, a quelle parole avrei risposto rigirando la sua frittata e chiedendogli se lui quella sorta di esame di coscienza l'avesse già fatto e se fosse certo che fra i suoi fratelli, fra le sue sorelle di Fede, non si nascondesse un lupo. Non può essere che un'omelia sia a senso unico e debba toccare solo al gregge. Tanti pastori nel tempo hanno abusato delle loro pecore, dei loro agnelli. Se ci basiamo sulle parole del procuratore, che dice l'indagine non segue una direzione ma spazia a 360°, allora non possiamo escludere nessuno, neppure una persona con abiti talari di cui la ragazza si sarebbe certamente fidata. La domanda quindi è: "Perchè Don Corinno ha inserito un tarlo che a prima vista manca di giusta logica? Perché ha insinuato sia stato un ragazzo della sua parrocchia?" A quell'ora di sera i ragazzi rientrano per cenare ed una madre, se un figlio manca, se ne accorge. Anche perché sarebbe dovuto mancare per più tempo ed avrebbe dovuto, molto probabilmente, tornare a casa con gli abiti macchiati di sangue. Se il ragionamento esternato dal prete avesse una base logica, e l'unica sarebbe la confessione in un confessionale, dovremmo anche pensare che a Brembate c'è una famiglia che sa di avere un figlio assassino. Perché allora si lamenta dei giornalisti e chiede il silenzio ed il loro allontanamento dato che è chiaro che hanno lavorato su un pregiudizio inserito da lui stesso? C'è qualcosa che mi sfugge o non ho ben capito?

Può essere. Ciò che non può essere è l'abbandonare Yara un'altra volta, lasciarla in mano a chi dopo 110 giorni non sa da quale parte andare, in mano a chi parla da un pulpito ed accusa gli altri di avere parlato. In mano a chi cerca la facile risoluzione quando è appurato che non lo è. Un ragazzo o un uomo del paese, inesperti ed anche impacciati nel rapire e nel nascondere, avrebbero lasciato tante tracce ed a quest'ora sarebbero già in galera. No, non può essere un caso semplice se si devono aspettare altri tre mesi, queste le date prospettate dal procuratore, per avere risposte serie e verificabili. Non può essere un caso semplice se ancora non si sa come sia stata uccisa, se ancora non si sa quando realmente sia stata portata sul campo di Chignolo. E non mi vengano a dire che l'hanno uccisa lì, che non c'è sangue sul terreno perché i satanisti lo hanno portato via in una coppa. Per favore!
In quel di Bergamo vogliono far scomparire l'informazione, con lei Yara, facendo agli italiani il gioco delle tre campanelle. Alzate pure quella che vi pare perché tanto sotto non c'è nulla. E' un gioco sadico, un gioco che prevede sempre un unico perdente, il popolo. Nei giorni hanno parlato tutti, chi più e chi meno, nei giorni hanno smentito tutti, chi più e chi meno. Nei mesi speranza e disperazione si sono accavallate e mischiate in una unica matassa quasi indipanabile. E guai a domandare, e guai a cercare risposte, e guai a chiedere di voler conoscere la verità. Ogni luogo d'Italia ha i suoi prestigiatori ma nella bergamasca ve ne sono tanti, a partire dal  procuratore, che dice e non dice usando assurdi condizionali, per finire dal prete, che parla ma non è da ascoltare. Ed entrambi perseguono la stessa finalità, il silenzio dei media. Ed io non ne capisco il reale motivo.

Orsù signori venghino tutti avanti e guardino bene il movimento delle mie mani e delle mie labbra. Facciano attenzione perché ciò che farò e dirò oggi verrà smentito domani. Metto l'indizio sotto la campanella di destra e la chiudo prima di girarle signori. Ed ecco che gira che ti rigira l'indizio scompare signori. Riguardate bene. C'è un pulmino? No non c'è. C'è un marocchino? No non c'è. C'è un cantiere? No non c'è. C'è un piano da seguire per scoprire l'assassino? No non c'è. 


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7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Emax
finalmente qualcuno che critica Don Corino! A me non sono piaciute varie sue sparate: "l'orco tra di noi" - perché usare questa parola così stereotipata ed abusata?
E perché paragonare Yara ad una santa, stile Maria Goretti? Mi sembrano cose molto forzate, senza nemmeno sapere dinamica, movente e identità dell'assasino. Sa qualcosa di più di ciò che sappiamo noi?
Questa atmosfera "di chiesa" che ammanta tutta la vicenda di Yara, non mi piace, mi sa tanto di bigottismo e omertà.

mari°

Anonimo ha detto...

Già,
la conferenza stampa è stata deludente: "forse,potrebbe, analisi ancora in corso ecc..ecc.."
Che dire poi di questa nuova rivelazione giornalistica:
http://blog.panorama.it/ultimora/2011/03/16/yara-nuova-intercettazione-di-fikri/
non so più cosa pensare.....
Per quanto riguarda don Corinno, io non ci darei più di tanto peso, il mestiere del prete ti porta a fare anche questo tipo di esternazioni, il suo con ogni probabilità è semplice proselitismo, con l'intento di ammonire le famiglie per farle vigilare sull'educazione dei loro figli !!!!

ciao
Beppe

Anonimo ha detto...

fossi un'abitante del luogo, madre di una ragazza, mai vorrei essere abbandonata, ma farei di tutto affinché i giornalisti rimanessero nel luogo, con la loro presenza magari ingombrante ma rassicurante difronte all'incapacità ed all'abbandono di alcuni!Speriamo che non firmino la petizione!

sally brown ha detto...

se la misura è colma:
http://schizzigocceecapricci.blog.tiscali.it/2011/03/17/goccedisally-illustrissimo-presidente-del-csm/

rita asirelli ha detto...

Bravissimo Massimo dovrebbe essere pubblicato su una testata nazionale!! trovo che sia un bellissimo articolo
Rita Asirelli

Anonimo ha detto...

CIAO IO SONO UNA DONNA AQUILANA DI 45 ANNI . SONO CONVINTA DA SEMPRE CHE IL PRETE C'ENTRA CON L'OMICIDIO DI YARA , O MEGLIO , VOLEVA VIOLENTARLA , E SO CHE NON ERA DA SOLO , C'ERA UN SUO COETANEO IN SUA COMPAGNIA , LEI SI E' RIBELLATA ED E' STATA UCCISA.
Il parroco e il suo gregario hanno uno status sociale in quel di BREMBATE , PER QUESTO YARA HA FATTO LA FINE CHE HA FATTO . IO NE SONO CERTA E MI CHIEDO COSA DIREBBE DON CORINNO SE GLI CHIEDESSERO IL TAMPONE SALIVARE , COSI' COE MI CHIEDO CHE FAREBBE IL SUO GREGARIO IN ANALOGA SITUAZIONE . IL SUO E' STATO UN DEPISTAGGIO STUPIDO SECONDO ME UN ORCO E' LUI , EUN ALTRO STA NELLA PRIOTEZIONE CIVILE , E HA FATTO IN MODO CHE YARA NON VENISSE TROVATA . E SECONDO ME , INFINE , C'ENTRA ANCHE UN FAMILIARE STRETTISSIMO , AMZI , UNA FAMILIARE .

Unknown ha detto...

Se è una tua convinzione personale, non supportata da alcuna prova o indizio, mi spiace ma per quanto possa in parte condividerla, perlomeno per quanto riguarda il chiedere ad alta voce che anche i vari preti e suore della zona diano un tampone del loro dna, resta una opinione personale. Mi piacerebbe però che qualcuno in procura facesse accertamenti... ciao, Massimo