Novità eclatanti da Taranto. Nella lettera inviata a Sabrina Michele Misseri cambia completamente le carte in tavola e fa sapere alla figlia di essersi sentito ricattato dai Pm e dal giudice che lo interrogavano. Accuse durissime che i procuratori e il giudice dovranno spiegare di fronte al mondo intero. Accuse che se accertate porteranno certamente ad uno stravolgimento all'interno della procura. Ecco il testo della lettera:
"Cara Sabrina,
sono io che scrivo, papà. Perdonami se ti ho dato la colpa, ma io non volevo, sono stato costretto a fare la falsa perché io mi sono sentito ricattato. Stavano scrivendo la verità però mi hanno detto che se non faccio quella confessione dovevano arrestare la mamma e zio Carmelo. Per non mettere altri innocenti in mezzo ho dovuto fare la falsa. So che è difficile chiederti perdono, io so che sei innocente. Tutte le sere dico la preghierina per te e per Sarah e io per te e per Sarah ho due pesi sopra lo stomaco che sono così pesanti che non ci riesco più a sopportarli. Spero che finisca tutto in fretta. Ho richiesto ai giudici e ai miei avvocati che a gennaio mi interroghino per l´ultima volta. Sabrina ti chiedo un favore, se vuoi fare colloquio con papà devi fare una domandina e anche io faccio una domandina, così ci fanno fare un colloquio".
Meglio non commentare perché si rischia davvero di dire cose che non si devono dire. Meglio sperare sia una nuova invenzione e che quanto l'uomo dice non sia accaduto. Oppure, se ci troviamo di fronte ad una versione vera del contadino, meglio riflettere e cercare di comprendere come possa essere accaduto. Meglio cercare di capire se è un modo di agire e di interrogare tradizionale alla procura di Taranto, ricordate i casi in cui alcuni uomini avevano confessato omicidi che non avevano commesso? Uno di loro s'è anche suicidato dopo sette anni di carcere ingiusto.
Comunque sia ora la lettera è in mano a coloro che avrebbero esercitato le pressioni per ottenere una verità dimostratasi falsa. Un conflitto di interessi che stride. Qualcuno al Consiglio Superiore della Magistratura dovrà pur svegliarsi ed occuparsi di quanto avviene a Taranto. Perché se, sempre meglio mettere il se in questa storia, verrà confermato la veridicità dello scritto, occorrerà cambiare chi sta portando avanti le indagini ed ha interrogato l'uomo diverse volte. Meglio ancora passare il caso ad un'altra procura, magari a quella di Lecce o Campobasso, una procura che abbia la mente libera dalle pressioni mediatiche che probabilmente sono state la molla che hanno spinto gli inquirenti ad esercitare una sorta di ricatto sul Misseri.
Siamo tornati all'alba del caso Scazzi? Probabile. Ora le carte verranno mischiate ed inizierà la nuova mano. A chi toccheranno gli assi?
"Cara Sabrina,
sono io che scrivo, papà. Perdonami se ti ho dato la colpa, ma io non volevo, sono stato costretto a fare la falsa perché io mi sono sentito ricattato. Stavano scrivendo la verità però mi hanno detto che se non faccio quella confessione dovevano arrestare la mamma e zio Carmelo. Per non mettere altri innocenti in mezzo ho dovuto fare la falsa. So che è difficile chiederti perdono, io so che sei innocente. Tutte le sere dico la preghierina per te e per Sarah e io per te e per Sarah ho due pesi sopra lo stomaco che sono così pesanti che non ci riesco più a sopportarli. Spero che finisca tutto in fretta. Ho richiesto ai giudici e ai miei avvocati che a gennaio mi interroghino per l´ultima volta. Sabrina ti chiedo un favore, se vuoi fare colloquio con papà devi fare una domandina e anche io faccio una domandina, così ci fanno fare un colloquio".
Meglio non commentare perché si rischia davvero di dire cose che non si devono dire. Meglio sperare sia una nuova invenzione e che quanto l'uomo dice non sia accaduto. Oppure, se ci troviamo di fronte ad una versione vera del contadino, meglio riflettere e cercare di comprendere come possa essere accaduto. Meglio cercare di capire se è un modo di agire e di interrogare tradizionale alla procura di Taranto, ricordate i casi in cui alcuni uomini avevano confessato omicidi che non avevano commesso? Uno di loro s'è anche suicidato dopo sette anni di carcere ingiusto.
Comunque sia ora la lettera è in mano a coloro che avrebbero esercitato le pressioni per ottenere una verità dimostratasi falsa. Un conflitto di interessi che stride. Qualcuno al Consiglio Superiore della Magistratura dovrà pur svegliarsi ed occuparsi di quanto avviene a Taranto. Perché se, sempre meglio mettere il se in questa storia, verrà confermato la veridicità dello scritto, occorrerà cambiare chi sta portando avanti le indagini ed ha interrogato l'uomo diverse volte. Meglio ancora passare il caso ad un'altra procura, magari a quella di Lecce o Campobasso, una procura che abbia la mente libera dalle pressioni mediatiche che probabilmente sono state la molla che hanno spinto gli inquirenti ad esercitare una sorta di ricatto sul Misseri.
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