venerdì 8 giugno 2018

Caso Bossetti. Investigatori marziani e… imputati (it)alieni

Di Gilberto Migliorini



Galileo probabilmente non aveva mai portato due pesanti palle in cima alla Torre Pendente per verificare la sua teoria sulla caduta dei gravi. Il martire della scienza non aveva avuto bisogno di salire le rampe di scale fino alla sommità da dove avrebbe, secondo la leggenda, fatto precipitare due gravi di peso diverso… Trattandosi di un esperimento mentale non c’era neppure il rischio che giù sotto qualcuno verificasse la teoria direttamente sulla sua di testa…

Però l’esperimento galileiano anche, se soltanto immaginato, funziona bene, ancor oggi. Sembra che Galileo avesse un carattere pugnace, pronto a dar battaglia per quello in cui credeva, uno che non arretrava anche se a fronte c’era l’ipse dixit, un po’ come avviene oggi con l’autorità mediatico-forense. Così anch’io umile emulo dell’illustre pisano mi ingegno in un esperimento mentale che per location non ha il campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta, ma la superficie accidentata del quarto pianeta del sistema solare, per un delitto accaduto nell’improbabile ambiente marziano.

In un periodo dove si profila l’avventura spaziale con delle basi permanenti sul pianeta rosso che verranno poi popolate di coloni, propongo un esperimento mentale per cogliere le implicazioni di quella che ormai nella teoria e nella pratica della cosiddetta ‘prova scientifica’ viene indicata tout court come prova regina. Si tratta di quel Dna che è diventato un po’ come l’erba cipollina… salta fuori in tutti i delitti e viene cucinato in tutte le salse, è un ottimo ingrediente per criminologi, dà lavoro ai genetisti e mette alla prova i più scaltri tra gli investigatori…

Il termine ‘prova scientifica’ viene usato spesso disinvoltamente (e impropriamente) confondendo la provetta o l’agitatore molecolare, o qualsiasi procedimento di misurazione, con quello che concettualmente è un’inferenza deduttiva che lega insieme una configurazione di elementi in modo sistematico e in un contesto circostanziato che prescinde dai calcoli ripetitivi e dai procedimenti standardizzati considerati semplicemente come strumenti per ricavare dati e nell’assunto che il metodo induttivo esiste solo nella fantasia di una scienza illusoria...

Immaginiamo che una donna, colona di una base marziana, con la sua tuta di sopravvivenza sia stata trovata morta ammazzata. Il cadavere viene rinvenuto a un mese dalla scomparsa in un piccolo cratere, con la tuta lacerata e la testa fracassata. Trattasi inconfutabilmente di un delitto. Ci sono tutti i segni di un’aggressione, a sfondo sessuale, per quanto l’ambiente sia poco adatto… ma tant’è secondo le risultanze dei provetti investigatori marziani…

Sul pannolone - che di solito indossano gli astronauti nel corso delle loro missioni per evitare l’incontinenza urinaria - si rilevano dei nanogrammi sospetti di materiale biologico ‘alieno’. Con l’analisi del Dna e dopo una serie di verifiche effettuate in collaborazione con la polizia terrestre, si scopre che il materiale genetico trova riscontro con il Dna del fidanzato della vittima, un avvocato di Milano che esercita in quella città la sua professione forense. L’avvocato viene arrestato in tribunale mentre sta facendo un’arringa. Un nutrito esercito di tutori dell’ordine, lo immobilizza, lo ammanetta e lo impacchetta per bene, qualcuno grida attenti che scappa...

La prova regina è inconfutabile, indica nell’avvocato milanese tale Ilario Scassagatti (anche il nome viene citato come indizio) l’assassino della ex fidanzata. A niente valgono le obiezione del pool difensivo circa un possibile trasferimento secondario… il Dna parla chiaro, fa da prova regina e inchioda il colpevole…

D’accordo, sto scherzando, però la storia di Bossetti non è poi molto diversa, anzi la sostanza è proprio la stessa. Vediamo nel dettaglio cercando d’esser seri per quanto tutta la vicenda e nonostante il dramma dell’imputato condannato già in due gradi di giudizio non possa non assomigliare a uno slapstick senza capo né coda.

Sul carpentiere ce ne hanno raccontate un po’ di tutti i colori. Un caleidoscopio di indizi come sabbia per marciapiedi, figurine e shampoo color, e tante altre bazzecole capziose e insignificanti che hanno dipinto il carpentiere come fosse il Lucifero nel Giudizio finale di Taddeo di Bartolo a San Giminiano, quello che siede sul suo trono infernale con un ghigno feroce da massacratore.

A forza di pettegolezzi e le classiche voci che corrono il muratore di Mapello è diventato come l’orco delle favole,  il lupo cattivo, il mangiabambini e il dio degli inferi… e tutto il costrutto, al di là delle suggestioni mediatiche e delle invenzioni marziane, resta appeso soltanto a dei nanogrammi di Dna, una macchiolina pressoché invisibile.

La richiesta di un alibi avviene ad anni di distanza, un po’ come chiedere allo Scassagatti dove aveva parcheggiato il deltaplano con il quale avrebbe potuto volare su Marte… L’alibi è per un omicidio che non si sa dove e quando sia veramente avvenuto. Non sappiamo neppure se Yara sia mai uscita con le sue gambe dal centro sportivo. Nessuno l’ha vista uscire, nessuno l’ha vista sulla strada. Sappiamo semplicemente che Bossetti transitava spesso di lì col suo camioncino facendo ritorno a casa, come altre persone, un comportamento del tutto normale. I due non si conoscevano e non esiste traccia di qualsivoglia contatto tra loro.

Non lasciamoci ingannare dalle suggestioni e dai pettegolezzi. Sul muratore di Mapello non c’è alcun indizio, niente di niente, solo quel gossip che piano piano è riuscito a confezionare un personaggio di fantasia con le chiacchere, le allusioni e le supposizioni prive di fatti concreti.

Rimangono quei nanogrammi di Dna trovati ben esposti sulle mutandine della vittima, un po’ come una ciliegina sulla torta, a mesi di distanza dal delitto. Ci dicono che appartengono al carpentiere di Mapello, ma che la prova non è replicabile…

Vediamo quale significato sul piano logico e scientifico tale ‘fatto’ può avere.

1 Statisticamente sappiamo che nanogrammi di materiale biologico si conservano per pochi giorni al massimo per un paio di settimane in quelle condizioni (e questa è già una prima stranezza, trovare del materiale di esigua entità - Low Copy Number - esposto per mesi alle intemperie che restituisce un Dna leggibile (e siamo suffragati dal parere di biologi che ci dicono che questa non solo è una stranezza, è semplicemente impossibile)

2 La seconda stranezza è però che a fronte della leggibilità quel Dna è monco, manca della parte mitocondriale che notoriamente è più resistente di quella nucleare.

I punti 1 e 2 già dovrebbero dire a un investigatore che c’è qualcosa che non torna e come direbbe Amleto ‘c’è del marchio in Danimarca’. Ma le stranezze non finiscono qui, siamo solo all’esordio di un uso atipico del metodo sperimentale.

3 La terza stranezza è che il dato (non si tratta di prova regina come viene detto con enfasi retorica, si tratta semplicemente di una analisi che restituisce dei parametri, dei numeri e delle quantità) viene trasformato in prova tout court.

La scienza sperimentale presuppone sempre una situazione controllata dove tutte le variabili siano sotto controllo. Nessuno che fa una analisi medica ad esempio lascerebbe i reperti per mesi in una situazione fuori controllo. Chiunque in quelle condizioni (c’è una discoteca a pochi centinaia di metri, ci sono cacciatori che addestrano cani, animali ecc.) avrebbe potuto alterare la scena del crimine e non è neppure escluso che proprio l’assassino possa aver avuto interesse a aggiungere o togliere qualcosa e senza bisogno di supporre che un investigatore disonesto abbia potuto offrire qualche aiutino all’indagine.

Non si tratta di un corpo trovato nell’immediatezza di un delitto, in un posto chiuso e al riparo da agenti contaminanti (ma anche in quel caso i rilievi avrebbero dovuto essere contestualizzati).

La metafora marziana è del tutto analoga. Così come pare assurdo inviare a giudizio lo Scassagatti, così bisogna rilevare che nei confronti del carpentiere di Mapello non c’è nessuna prova. Un Dna trovato a mesi di distanza in una situazione come quella del Campo di Chignolo non può in alcun modo rispettare il canone scientifico che sta a fondamento del metodo sperimentale la situazione controllata. Certo i metodi quantitativi con i dati rilevati sperimentalmente possono essere usati in una indagine, possono suggerire ulteriori percorsi investigativi, produrre inferenze induttive e deduttive, però di per se stessi e al di fuori di un contesto di indagine rimangono solo dati amorfi. Di sicuro un approfondimento anche nell’esempio marziano è del tutto auspicabile, ma nel caso del carpentiere di Mapello (come anche in quello ipotetico marziano) non si è rilevato niente di concreto oltre a dei dati che sono rimasti lettera morta e senza un preciso significato.

Credere che un’analisi standard e di routine possa inchiodare l’assassino è una colossale ingenuità. La realtà con tutte le sue indeterminazioni non si lascia ingabbiare da procedimenti ripetitivi e standardizzati che vanno bene forse in un gioco di ruolo o nell’algoritmo di una partita a scacchi. Un omicidio non si svolge in un laboratorio, il laboratorio entra in gioco in un secondo tempo e controlla solo alcune variabili. Il metodo standard è utile ma offre solo suggerimenti, propone approfondimenti, indica nuove direzioni di ricerca e di investigazione, ma in nessun caso dei procedimenti standardizzati e ripetitivi sono in grado di offrire prove regine, altrimenti nel caso marziano dovremmo condannare lo Scassagatti anche se per ovvie ragioni e per quanto ne sappiamo non è mai stato su Marte.

Chi parla di prove regine non conosce la metodologia scientifica, non ha appreso la teoria del falsificazionismo, il confine frastagliato tra ipotesi e prova, non distingue tra dato e indizio.

Se come qualcuno vorrebbe il Dna diventasse prova regina senza ulteriori contestualizzazioni assisteremmo presto al paradosso che la delinquenza, soprattutto là dove ben organizzata potrebbe sfruttare un’analisi di routine ai propri fini, potrebbe far trovare quello che serve sulla scena del crimine per orientare un’indagine. Il Dna in questo senso è un’arma a doppio taglio.

Di quanto sopra alcuni magistrati sono pienamente consapevoli e dimostrano di saper adeguatamente argomentare secondo i corretti canoni scientifici. Mi riferisco alla sentenza di Cassazione sull’Omicidio di Meredith Kercher. Nella pronuncia della cassazione sul caso Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono indicati una serie di elementi rilevanti (in corsivo virgolettato).

Il ruolo del giudice viene detto non è quello di recettore passivo del consulente “della fideistica accettazione del contributo peritale, cui delegare la soluzione del giudizio e, dunque, la responsabilità della decisione”. In relazione alle due tracce di DNA trovate sul gancetto del reggiseno e sul coltello da cucina sequestrato nell’abitazione di Sollecito si fa riferimento al carattere probabilistico di una scienza applicata a situazioni della vita reale con tutte le sue indeterminazioni, dove esiste una latitudine interpretativa del valore non tanto di verità (pur sempre relativa) ma di un metodo che vari ricercatori possono ritenere o no applicabile a situazioni concrete in ragione della loro indeterminazione.

"La prova scientifica non può, infatti, ambire a un credito incondizionato di autoreferenziale attendibilità in sede processuale, per il fatto stesso che il processo penale ripudia ogni idea di prova legale. D’altro canto, è a tutti noto che non esiste una sola scienza, portatrice di verità assolute ed immutabili nel tempo, ma tante scienze o pseudoscienze, tra quelle ufficiali e quelle non validate dalla comunità scientifica, in quanto espressione di metodiche di ricerca non universalmente riconosciute" (pag. 34).

La probabilità è ricondotta al buon senso

“...con riferimento all’attendibilità soggettiva di chi lo sostenga, alla scientificità del metodo adoperato, al margine di errore più o meno accettabile e all’obiettiva valenza ed attendibilità del risultato conseguito” (pag. 34).

L’errore (contaminazione dei reperti o a un errore di manipolazione in laboratorio) non è solo quello di far coincidere falsamente due profili genetici.

“Si tratta […] di accertare quale valenza processuale possano assumere gli esiti dell’indagine genetica svolta in un contesto di accertamenti e rilievi assai poco rispettosi delle regole consacrate dai protocolli internazionali e da quelle cui, ordinariamente, deve ispirarsi l’attività di ricerca scientifica” (pag. 36).

La Corte Suprema di Cassazione rileva la carenza degli standard scientifici internazionali in materia di gestione delle prove scientifiche: il gancetto del reggiseno appartenente alla vittima non è stato repertato al momento del sopralluogo iniziale sui luoghi del crimine, bensì quarantasei giorni dopo.

”Più singolare – ed inquietante – è la sorte del gancetto del reggiseno. Notato nel corso del primo sopralluogo dalla polizia scientifica, l’oggetto è stato trascurato e lasciato lì, sul pavimento, per diverso tempo (ben 46 giorni), sino a quando, nel corso di nuovo accesso, è stato finalmente raccolto e repertato. È certo che, nell’arco di tempo intercorrente tra il sopralluogo in cui venne notato e quello in cui fu repertato, vi furono altri accessi degli inquirenti, che rovistarono ovunque, spostando mobili e arredi, alla ricerca di elementi probatori utili alle indagini. Il gancetto fu forse calpestato o, comunque, spostato (tanto da essere rinvenuto sul pavimento in posto diverso da quello in cui era stato inizialmente notato). Non solo, ma la documentazione fotografica prodotta dalla difesa di Sollecito dimostra che, all’atto di repertazione, il gancetto veniva passato di mano in mano dagli operanti che, peraltro, indossavano guanti di lattice sporchi” (pag. 38).
Qui è evidente che il problema non è solo quello relativo alla repertazione in sé, ma a quel lasso (nel caso Bossetti tre mesi) nel quale un reperto è rimasto in balia di chiunque (persone e animali in una situazione assolutamente fuori controllo che viola uno dei canoni scientifici fondamentali del metodo: la situazione controllata con l’identificazione delle variabili dipendenti e indipendenti) che portano ad una inaffidabilità del reperto che non ha più carattere di certezza per via di materiale mal appreso e/o mal conservato al quale allora non si può neppure più attribuire valore di indizio. Nel caso Bossetti poi la conservazione del reperto non è neppure in ambiente chiuso ma in un campo all’aperto e suscettibile di tutte le alterazioni anche degli elementi atmosferici con il relativo degrado.
L’altro aspetto della sentenza è quello che fa riferimento alla ripetibilità del test e alla metodica del low copy number.
“Inoltre, le tracce rinvenute sui due reperti, la cui analisi ha portato agli esiti di cui si dirà in prosieguo, erano di esigua entità (Low Copy Number), tale da non consentire di ripetere l’amplificazione, ossia la procedura volta ad evidenziare le tracce genetiche di interesse sul campione e dunque ad attribuire una traccia biologica ad un determinato profilo genetico. Sulla base dei protocolli in materia, la ripetizione dell’analisi è assolutamente necessaria perché il risultato dell’analisi possa ritenersi affidabile, sì da emarginare il rischio di falsi positivi entro margini statistici di insignificante rilievo” (pag. 38).
Le conclusioni in sintesi sono che
- Il significato di un indizio dipende dal contesto (nel caso Bossetti si tratta di assoluta indeterminatezza)
- La rilevanza della contaminazione sulla scena del crimine soprattutto quando si è al di fuori di una situazione controllata (per le cause più varie)
- I rischi di sopravvalutazione del metodo genetico che spesso è solo un labile indizio stante il fatto che non si sa neppure se il deposito del materiale biologico preceda, sia coevo o posteriore al delitto
- La scienza non può fornire risposte certe al di fuori del laboratorio, in situazioni della vita reale dove molte variabili sono sconosciute. Può offrire un supporto all’indagine, ma il suo ‘racconto’ rimane imperfetto…
In quella sentenza della Cassazione, se applicati al caso Bossetti, ci sono tutti gli elementi per la sua assoluzione.
La scienza applicata a situazioni fuori controllo può solo offrire suggerimenti, direzione di indagine, spunti di approfondimento. Non può esistere nessuna prova regina in un delitto relativamente all’uso di procedure ripetitive e di strumentazioni standard. I procedimenti ripetitivi per loro natura offrono solo dati variamente interpretabili in un contesto che non è mai lo stesso. Chi crede nella magia della 'prova regina' confonde la realtà della scienza secondo i rigorosi protocolli sperimentali in situazioni completamente controllate delle variabili... con le procedure di routine in situazioni reali fuori controllo.
Bossetti è stato processato solo sulla base di quei nanogrammi che rappresentano dati senza un precisa relazione con altri fatti, proprio come un Dna ‘marziano’ si traduce in dati quantitativi privi di un preciso significato nel contesto di un delitto…

1.033 commenti:

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Anonimo ha detto...

Comunque chi effettivamente intendesse sciogliersi dei dubbi, come Pinocchio, non dovrebbe aspettarsi risposte appaganti dal Gatto e dalla Volpe, dai modi di ciarlatani.

Come più volte ha affermato il grillo parlante, senza guardare alle risposte da quattro soldi bisogna apprezzare che quei dubbi rimarranno fissati nello stile perfetto e con la logica ineccepibile proprio del bravissimo pinocchietto!

Manlio Tummolo ha detto...

Carissima Ivana,

non credo di aver asseritop che vi siano solo Clorinde, né qui né altrove. D'altronde anche se ci fossero, non sarebbe nessun guaio, visto che qui nessuno muore a colpi di spada, siano dati da fanciulle guerriere o dai soliti maschiacci cattivi. Per me il problema è che, mentre da parte di Gilberto vi è lo sforzo di argomentazione scientifica, da parte di oppositori e oppositrici dello stesso, vi è un rimarcare le tesi trionfanti sui mezzi d'informazione e, da questi, nei tribunali che, invece di agire indipendentemente, seguono la pubblica opinione che ha sempre bisogno di un colpevole predeterminato. Riguardo poi alle intepretazioni su Tasso possono esservi tante, ma sta di fatto che fu costretto poi a trasformare in senso ancora più cattolico il suo poema, fin dal titolo, da: Gerusalemme Liberata in Gerusalemme Conquistata, che ebbe però tanto poco successo, per cui forse solo in testi specialistici si fa il confronto. Poi relativamente al piacere o meno, dipende dai gusti. Personalmente trovo il poema di Tasso più vivo e meno cortigianesco dell'"Orlando Furioso" di Ariosto, ma in realtà sono tutti testi derivati da poemi precedenti, anche classici. Sulla figura della donna guerriera (assente nell'"Iliade" di Omero, ma presente nei poemi ciclici di autori anonimi (anche se lo stesso Omero potrebbe essere considerato uno pseudonimo, non un nome originale), si potrebbero dire molte cose interessanti. Tra le specie viventi, una lotta tra sessi, nel momento stesso del rapporto sessuale, si ha solo con la Mantide Religiosa che divora il compagno facendosi possedere, e in alcune specie di ragni, ma non saprei dire quali. L'istinto del divorare è, nella nostra specie, trasformato nel bacio e in morsi non profondi, o anche risucchiamenti della pelle. Evidentemente, nell'essere umano, oltre agli scimmiotti, oltre ai dinosauri, come dicono, abbiamo anche qualcosa dei ragni. Vedi pure gli imenotteri, dove i fuchi vengono debitamente sterminati dopo o durante il volo nuziale. Cosa da essere assai orgogliosi di noi stessi...

Caro Antrag,
nulla di cui scusarsi. La memoria può tradirci tutti.

Anonimo ha detto...

Carissimo Pinocchio,
nonostante la tua fama di burattino svogliato e negligente ...
sono sicuro che tu sappia perfettamente la differenza tra numeri casuali e numeri pseudo-casuali.

Si può stabilire se certi numeri quantifichino risultati sperimentali di eventi casuali o se siano generati da un algoritmo simulatore realizzato su un computer?
La risposta è certamente positiva.

Se assisto alla sperimentazione e ne controllo impostazioni e andamento sarò in grado di affermare che quei numeri sono effettivamente frutto del caso e ne potrò stimare le caratteristiche statistiche e ... compilare una bella relazione scritta e consegnarla a chi di dovere.

Se su di un foglio di carta mi viene fornita una sequenza di numeri (pseudo) casuali non mi basterà una sola sequenza di quella determinata numerosità, per giunta, per dire che quei numeri non sono frutto di osservazioni sperimentali di una grandezza casuale. Dovrò scrivere un trattato, una lunghissima relazione, richiedere altre sequenze da studiare e sarò così impedito nel consegnare una relazione scritta a chi di dovere.

Carissimo Pinocchio,
prova a fare questa analogia:

numeri casuali estratti alla mia presenza = prove genetiche eseguite alla mia presenza
fornitura dei raw data = fornitura di una sequenza scritta di sedicenti numeri casuali

(possibilmente senza ampliarne il tema o il foro, vedi Perelmann)

e ti renderai conto che il diniego delle riprove sperimentali richieste dallo stesso imputato è una ferita inferta al metodo di ricerca perfino di una verità processuale.

Gilberto ha detto...

Anonimo

Perel’man il matematico russo, quello della congettura di Poincaré o Perelman il filosofo del diritto?

Credo di aver detto la stessa cosa narrativamente. Mi sono limitato a un algoritmo ‘metaforico’ quello per intendersi dove la simulazione è mediante figure e immagini.

Per quanto la relazione con la fornitura dei raw data sia uccel di bosco in barba alla verità processuale è più che sufficiente il diniego per dimostrare che trattasi di numeri pseudo-casuali.

Riguardo alle caratteristiche statistiche sono convinto che in quella valle ce ne sia per tutti i gusti, al punto da sorprendere anche un matematico aduso al calcolo stocastico... ma non al punto di avere come ovvio due papà…

Anonimo ha detto...


anonimo:
" e ti renderai conto che il diniego delle riprove sperimentali richieste dallo stesso imputato è una ferita inferta al metodo di ricerca perfino di una verità processuale.
25 giugno 2018 17:25:00 CEST"

è una ferita inferta alla verità
è una prova di copertura e di omertà

Gilberto ha detto...

Mi sembra che l'anonimo del 25 giugno 2018 18:35:00 sia stato ancora più preciso ed esplicito…

antrag ha detto...

Gilberto
mi riferivo al filosofo del diritto
autore del Il Trattato sull'Argomentazione
che ho letto e studiato due volte.

Ho scritto verità processuale per parlare di un limite minimo da raggiungere, appena sufficiente.

Anonimo ha detto...

Pinocchio invece di discutere di Buttafuoco si è impelagato a discutere di meriti e demeriti della fata dai capelli turchini, sport preferito del Gatto e della Volpe.
La situazione diventa preoccupante anche per i toni alti.

Chiara ha detto...

Ma voi li state capendo i commenti di anonimo? I suppose di essere gatto o volpe, per il resto...arabo :D :P

Guglielma Vaccaro ha detto...

Caro anonimo e tutti, grazie mille per la pubblicità al blog :D
Ciaooooo

Chiara ha detto...

Rinominalo "Diritto e rovescio...a Collodi" così massimizzi la spinta :D
Comunque mettiamoci d'accordo...il gatto lo prendo io, tu volpe. Ti sta bene?

Chiara ha detto...

Certo un po' mi scoccia non essere la fata turchina....oddio, di un'antipatia unica, ma di look la sapeva lunga

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gilberto ha detto...

Sarei più interessato a sapere chi è il Lorenzini, alias Collodi. Forse antrag può darci lumi? Per i personaggi ognuno, credo, può sceglierli con un certo arbitrio… Per il mio sono ancora fortemente indeciso. Non vorrei rubare il mestiere a nessuno. Nel paese degli Acchiappa-citrulli dove l'imperatore apre le carceri e manda fuori tutti i malandrini, occorre fare come il burattino, si dichiara «un malandrino» per usufruire dell'amnistia concessa dall'Imperatore. In effetti il giudice (un vecchio Gorilla) paradossalmente condanna Pinocchio - che denunciava il furto degli zecchini d'oro - alla prigione.
Per il gatto e la volpe i ruoli son già stati ricoperti, ma c'è ancora l'imbarazzo della scelta.

Bruno ha detto...

@anonimo: hai scritto delle parole fortemente emozionanti, un macigno che nessuno potrà spostare, e speriamo che il Bossetti venga assolto. :
" e ti renderai conto che il diniego delle riprove sperimentali richieste dallo stesso imputato è una ferita inferta al metodo di ricerca perfino di una verità processuale.
25 giugno 2018 17:25:00 CEST"

è una ferita inferta alla verità
è una prova di copertura e di omertà

Bruno ha detto...

@antrag mi sono accorto dopo che sei tu ad aver scritto le frasi poco sopra, grazie. Poche righe ma per chi vuol capire sono abbastanza.

antrag ha detto...

Signora Guglielma Vaccaro,
se ieri è stato il suo giorno onomastico,
gradisca di ricevere i miei più sinceri auguri,
fatte salve le critiche fatte, e ribadite ora,
durante le discussioni.

Anonimo ha detto...

Santa Guglielma abadessa? Santa non ancora, ma chissà… tieni duro Gugly… che tu non possa diventare almeno beata.

Ivana ha detto...

Carissimo Manlio,
avevi scritto, in data 22 giugno 2018 alle ore 15:15:00 :

[…]vedo che vi sono molto spesso molte "Clorinde" (o Camille, o Amazzoni, o Walkirie, ecc.) nei vari blogs[…]

e ti eri limitato, appunto, a vedere nei vari blogs “Clorinde”, o Amazzoni ecc.; ecco perché io avevo detto di vedere, navigando in internet, non solo Amazzoni, ma soprattutto ben altro. Sull’ironia che traspare nel definire “fanciulle guerriere” e “maschiacci cattivi” le persone che, dico io, usano la tastiera come fosse una spada, per un momento posso sorridere insieme con te, ma poi ritorno a pensare alla serietà della violenza tra i sessi (e non solo tra i sessi) e alle tragiche conseguenze di qualsiasi forma di violenza tra gli esseri umani.
A mio modestissimo avviso, qui vi sono coloro che, sulla base della propria esperienza e competenza in ambito giuridico, hanno tratto le proprie considerazioni riguardo alle risultanze processuali finora emerse, altri/e che, grazie al loro “terzo occhio”, seguono propri percorsi scientifici che vanno oltre quelli che sono stati i riscontri oggettivi nella realtà di due gradi di giudizio e altri ancora che continuano a nutrire determinati dubbi (aut convinzioni) relativi alle specifiche aporie di un determinato dato genetico.
Ritengo che le varie diversità dei punti di vista dovrebbero rappresentare una ricchezza ed essere tutte ascoltate e rispettate, invece si assiste talvolta a provocazioni, sarcasmo e a giochi di ruolo senza regole e a me pare che non si costruiscano ponti.
Riguardo a quanto hai scritto sulla possibilità di varie interpretazioni (e sui gusti personali) sull’opera di Torquato Tasso sono pienamente d’accordo. Personalmente trovo il poema di Ludovico Ariosto più vitale rispetto a quello di Torquato Tasso, perché sento che la poesia ariostesca è animata da quella “religio hominis”, che è religione della vita e che nell’Ariosto è coscienza di armonia e di limite.
Credo che Ludovico Ariosto, pur avendo nel suo vissuto personale l’istinto dell’ostrica, abbia saputo galoppare, magnificamente e senza posa, con la sua fervida fantasia, quella fantasia di uomo del Rinascimento che gli ha consentito di cogliere, nelle diverse sfaccettature della realtà, il ritmo vitale della natura.

Gilberto ha detto...

Ivana
Ma di quali riscontri oggettivi stai parlando? Di nanogrammi che miracolosamente sopravvivono per mesi alle intemperie? Di un Dna di Bossetti che non compare dove dovrebbe esserci, dove avrebbe dovuto tenere stretta la sua vittima nella lotta e nella colluttazione, sui polsi, sulle braccia, ovunque? Possibile che non hai ancora capito il fuori metafora? Possibile che ti stai ancora perdendo nei dettagli e non vedi la trave nell'occhio? Prova Ivana a resettare tutto quello che ti hanno detto e a ragionare senza pregiudizi, davvero con la tua di testa. Forse riusciresti anche tu a vedere chiaro proprio con quel terzo occhio che ti ostini a tenere chiuso. Provaci Ivana.

Ivana ha detto...

Gilberto, io ho parlato di “riscontri oggettivi nella realtà di due gradi di giudizio”, quindi mi riferivo ai riscontri oggettivi emersi, finora, dalle risultanze processuali.


Guglielma Vaccaro ha detto...

Grazie antrag per gli auguri di onomastico :)

Gilberto ha detto...

Ivana
Gli unici riscontri 'oggettivi' che non siano shampoo color, figurine, sabbia per marciapiedi e altre bazzecole insignificanti… sono quei nanogrammi freschi come una rosa posizionati in un topos suggestivamente allusivo dopo mesi all'addiaccio... altro non c'è… Capisci che è come discutere del sesso degli angeli?

Anonimo ha detto...

ancora perdete tempo a rispondere alle quaquaraqua, per colpa loro il blog è diventato il ballo del qua qua.

Ivana ha detto...

Gilberto,
ti rendi conto, o no, di quanto risulta, nero su bianco, nelle motivazioni di secondo grado, dove vengono riportate le risultanze dei numerosi contributi tecnici sostanzialmente concordi tra loro? L’unico consulente che “ha formulato alcune sporadiche obiezioni agli elaborati consulenziali dell’accusa pubblica e privata”, è il dott. Capra che, però, ”ha mostrato criticità in quanto “non sempre svolgeva i controlli positivi e negativi” e, comunque, il dott. Capra stesso "ha lodato lo scrupolo e la professionalità del RIS" e “ha finito per fornire alcune ammissioni che convalidano la fondatezza delle valutazioni dei consulenti dell’accusa pubblica e privata”.
Il contrasto è stato tra i numerosi contributi tecnici (del col. Lago, del dott. Staiti, del dott. Gentile, del dott. Previderè, del dott. Giardina, del prof. Casari e del dott. Portera) e ”i pareri espressi direttamente dai difensori dell’imputato”.
Insomma, questo è un dato oggettivo processuale messo nero su bianco.

Se, poi, vogliamo discutere, invece, in termini generali, sull’utilità e sui limiti della cosiddetta “prova del DNA” sono pienamente d’accordo e condivido le parole di Peter Gill: “Quando si ha un profilo DNA che appartiene a un individuo, tale DNA non può dirci realmente come, perché e quando possa diventare una prova: e questa è proprio la grande sfida che dobbiamo affrontare”.

Ivana ha detto...

E.C.
Leggasi:
prof. Peter Gill

cassazionistra ha detto...

""""Insomma, questo è un dato oggettivo processuale messo nero su bianco.""""

AHAHAHAH !! È l'interpretazione del giudice messa nera su bianco.... Una matematica che non distingue tra dato oggettivo e interpretazione dei dati AHHAHAHA

Anonimo ha detto...

appunto, quaquaqua.

antrag ha detto...

“Quando si ha un profilo DNA che appartiene a un individuo, tale DNA non può dirci realmente come, perché e quando possa diventare una prova: e questa è proprio la grande sfida che dobbiamo affrontare”

Le migliaia di carte processuali, carta bianca e inchiostro nero, servono appunto nel caso giudiziario in discussione a mascherare, sotterrare, soffocare affermazioni come quella del luminare di genetica forense.

Specificamente la frase che riporti contiene " ... appartiene a un individuo ... " che è una garanzia che proprio le obiezioni di Gilberto non possono dare.

Inoltre ammesso che 20000 pagine scritte nero su bianco garantiscano la frase precedente se ne deve subito prendere in considerazione quest'altra "... dirci realmente come, perché e quando possa diventare una prova ... " anche superata da altri 40000 pagine nero su bianco.

Così si commina la massima pena detentiva?

C'è sicuramente qualcosa che non ha funzionato e speriamo che i dubbi che qui si sollevano blocchino avaria e deriva del sistema.

Ivana ha detto...

Quanto risulta nero su bianco, da me riportato, è un dato oggettivo di come si sono svolti i fatti. Non c'è l'interpretazione di come si sono svolti i fatti, ma c'è la presentazione ma come, appunto, si sono svolti i fatti.

Ivana ha detto...

Leggasi:
ma c'è la presentazione di come, appunto, si sono svolti i fatti.

cassazionistra ha detto...

""""Quanto risulta nero su bianco, da me riportato, è un dato oggettivo di come si sono svolti i fatti.""""

"""""ma c'è la presentazione di come, appunto, si sono svolti i fatti."""""

AHAHAHAHAHH e insisti pure..... ecco un'altra che mi fa piegar in 6 dalle risate AHHAHHAHHA

Ivana ha detto...

Quando il giudice scrive: “Mai il consulente dott. Capra ha depositato relazione scritta” esprime, appunto, un dato oggettivo; quando il giudice aggiunge: “(e ciò dimostra la non volontà della difesa di confrontarsi, dal punto di vista scientifico, con quanto documentato con la corposa relazione integrativa)” esprime, invece, una sua interpretazione su che cosa tale dato oggettivo “dimostra”.

"Presenta" nel senso di "esprime".

E' un dato oggettivo che il dott. Capra non abbia presentato, finora, una relazione scritta.
E' un dato oggettivo che siano agli atti i numerosi contributi tecnici dell'accusa pubblica e privata.
E' un dato di fatto che il dott. Capra ha lodato lo scrupolo e la professionalità del RIS
E' un dato di fatto che l'effettivo contrasto è stato tra i numerosi contributi tecnici provenienti dai consulenti dell'accusa e i pareri espressi direttamente dai difensori dell'imputato.

Ivana ha detto...

Risus abundat in ore stultorum ?

Gilberto ha detto...

Ivana
I dati che indichi sono sì oggettivi ma non costituiscono prova di niente. Sono come l'aria fritta. Non sono 60000 pagine a fare una prova. Una prova non è neppure un dato come quello del Dna. Altrimenti lo Scassagatti del mio articolo dovrebbe essere comunque condannato anche se su Marte non c'è mai stato. Anche lì si potrebbe elencare una quantità di fatti oggettivi che però, per quanto siano numerosi i contributi dell'accusa pubblica e privata sono del tutto irrilevanti. Ivana, insisto, ti perdi in dettagli inutili, guardi il dito e non vedi la luna...

antrag ha detto...

Quando parliamo, affermiamo, confutiamo, ci opponiamo, concordiamo partiamo sempre da un certo numero di "assunzioni implicite" che variano da interlocutore a interlocutore e non sono chiare, molte volte, nemmeno ai soggetti che le detengono.

E' inutile quindi riprendere le parole dette, sottolinearle, virgolettarle per dimostrare qualcosa come coerenza, esattezza del proprio dire...

Lavoro più utile sarebbe scovare in se stessi queste benedette "assunzioni implicite" e confrontarsi su questo con gli altri.

Nessuno mette in dubbio che 60000 pagine, scritte nero su bianco, siano fatti oggettivi ma se queste carte sono depositate davanti alla porta di casa mia e io non riesco a uscire di casa per recarmi a lavoro allora queste scartoffie sono quasi qualcosa d'altro ...

cassazionistra ha detto...

AHAHAH ivana è più di cinquant'anni che sto tra gente che sa mestolare la brodaglia..... sento la puzza del mestolamento anche dallo schermo del telefonino..... mica mi freghi.... AHAHAHA pure la solita citazione in latino AHAHAHA AHAHAHA AHAHAHA AHAHAHA

Stiamo proprio messi bene nella patria del diritto..... AHAHHA l'avvocato che passa per esimio giurista ma non è neanche abilitato al patrocinio in Cassazione, la matematica che non distingue un dato oggettivo dall'interpretazione, criminologi che prendono il titolo in """Esperto in Scienze Forensi""" dopo 6 giorni tra coffee break ad ascoltare altri avvocati e una criminologa a cui il titolo di criminologa è stato dato dall'associazione di cui è ella stessa presidente.... AHAHAHAH

Gilberto ha detto...

Vedi Ivana
antrag ama il paradosso, ma è proprio come dice lui in modo forse un po' brutale… trattasi proprio di scartoffie che tu invece amorevolmente archivi con infinita pazienza. Per carità si tratta di documenti che un giorno potrebbero anche interessare lo storico del diritto che ne ricava… qui non mi sbilancio, non vorrei dire qualcosa di poco carino...

antrag ha detto...

Ivana ha detto...
Risus abundat in ore stultorum ?
26 giugno 2018 18:04:00 CEST

I latini dicevano così e forse avevano ragione, visti i loro super-impegni di conquistadores.

Ma per chi ha una fede incrollabile nel ragionamento puntiglioso quasi formale ...
si potrebbe consigliare la visione della commedia di Eduardo
"Ditegli sempre di sì"
davvero spassosa e istruttiva.

maccheronico ha detto...

litteras abundant in manu stultorum

Ivana ha detto...

Gilberto, a me sembra che tu guardi troppo la luna, perdendo di vista la terra.
Tu e io non siamo genetisti, per cui possiamo, certamente, essendo esseri razionali, esprimere dubbi, restare perplessi, increduli, di fronte a determinate interpretazioni di genetisti vari, formuliamo ipotesi e interpretazioni varie, ci poniamo domande, ma continueremo a rimanere inascoltati.
Il processo procede, indipendentemente dai nostri dubbi e/o dalle nostre convinzioni ininfluenti.
Credo, però, che continueranno a essere organizzate conferenze nazionali e internazionali, proseguiranno, nei piani alti della riflessione, gli approfondimenti sulle opportunità e sulle insidie del dato genetico nel processo penale, si confronteranno ancora giuristi e genetisti sul complesso rapporto tra scienza e diritto, circoleranno sempre di più le idee e si continuerà a cercare il giusto equilibrio tra l'acritica adesione a una visione "fideistica" della “prova” genetica, e l’irrazionale sua riduzione a elemento privo di qualsiasi forza indicativa, valutando, con occhio critico e attento, come regolare le opportunità offerte dal continuo sviluppo tecnologico che sta estendendo le frontiere dell’investigazione.

antrag ha detto...

Valutazione superficiale e puramente auspicale, quella di Ivana,
che rimanda indietro il caso giudiziario a tema in questo blog.

La attuale scienza giuridica ha tutti interi i mezzi per evitare
gli errori che si additano in questo blog.

Prova ne è l'analisi e l'esposizione che Gilberto ci ha fatto
della sentenza di Cassazione sull'omicidio di Perugia.






Gilberto ha detto...

Ivana

La genetica non c'entra. Il metodo sperimentale galileiano è uguale in tutte le discipline, dalla psicologia sociale (quella che fa uso dei metodi quantitativi) fino alla fisica e all'astrofisica. Si tratta dei fondamenti del metodo scientifico. Posso anche non saper nulla di genetica ma posso dirti se viene rispettato il metodo sperimentale che presuppone dei passaggi obbligati. Un conto è estrapolare dei dati e un conto pretendere di ricavarne delle prove. Ti è stato detto in tutti i modi. Una sentenza può appellarsi alla cosiddetta prova scientifica (ma solo nella sua fantasia), in realtà siamo del tutto fuori dal metodo rigoroso della scienza. Non ho intenzione di ripetere quello che ho ribadito in vari articoli. Invece di leggere le pagine della sentenza prova a leggerti un manuale sul metodo scientifico e vedrai che di prova scientifica nel caso Bossetti non c'è neppure l'ombra. Spiace dirtelo Ivana ma sei del tutto digiuna di scienza, confondi dei dati con le prove, non afferri la distinzione tra variabili dipendenti e variabili indipendenti, non sai cosa significa riprodurre e replicare un esperimento, non afferri il significato della 'situazione controllata'… tutti concetti che determinano il valore di verità di un asserto o al contrario che ne sottolineano i limiti. Continui pervicacemente a prestar fede all'autorità, ma non sempre l'autorità si fonda sulla logica e sulla razionalità. Continui a perdere di vista l'essenza del discorso, ti perdi in meandri di nessuna importanza. I dati ricavati da quei nanogrammi al di fuori di un contesto ipotetico deduttivo fondato su fatti certi e acclarati sono del tutto privi di un preciso significato. Tutt'al più come ho detto più volte possono suggerire ulteriori itinerari investigativi. Per quanto si possa sviluppare la tecnologia in campo genetico dovranno sempre e comunque essere rispettati i canoni del metodo sperimentale.
Purtroppo talvolta si confonde il tecnico di laboratorio che conosce le metodiche e le sa applicare in modo seriale con lo scienziato che compie accurate riflessioni sui risultati dell'esperimento mettendone in risalto i limiti.

Anonimo ha detto...

Nuovo post dell'ing. Sabatini.
http://carloantonio51.blogspot.com/2018/06/la-magica-ispirazione.html

Vanna ha detto...

Anonimo grazie!
Ho letto e, pur essendo una capra riguardo i cellulari, non so neanche scrivere messaggi, sempre li ho considerati utili all'occorrenza, ma pericolosi perché portano alla dipendenza.
Ma che potessero essere "medicati" così a distanza, è inquietante.

Sono cinque le cose che rilevo dal link:
1) Il cellulare di Y.
- quel tel. fu messo in vendita tre mesi dopo le date che risultano dalle tel.
- fu acquistato sottobanco?
- Esiste certificazione che attesti quando il Gamb. lo acquistò?
- Fu un regalo?
- la testimonianza di Keba.
Già questa serie di domande pone interrogativi sulla famiglia.
Pone interrogativi sull'ambiente, il mondo del lavoro nell'edilizia.
A chi può essere utile "spiare" attraverso un cellulare?

2) Controlli sul cel.
- da ciò che riporta l'ingegnere che lo ha studiato, quell'apparecchietto è in grado di dare molte informazioni.
- Gli addetti ai lavori conoscono il mestiere oppure hanno "lavorato" come si voleva che lavorassero?
- La scheda fu clonata
Molti interrogativi sul modo di investigare della corte alla ricerca della Verità.
La Corte non può conoscere lo scibile, ma deve essere attenta ed eventualmente demandare certi controlli a chi è veramente qualificato.
Se l'avesse fatto ora non ci sarebbe chi scrive che non è stato fatto a dovere e lo pubblica con competenza!
3) Il campo e il cielo.
Hanno detto e ripetuto che Y.lì non c'era, dal cielo non si vedeva. A fine novembre le sterpaglie sono secche e, se era un prato, quanta erba diventa sterpaglia che supera più di mezzo metro?
Può accadere presso le rogge,non in un prato.
Non entravano le coppiette in macchina tra le sterpaglie o in un prato incolto?
Anche la geografia dello spazio è ambigua, eppure chi sorvolava ogni giorno quel luogo non vide nulla!

4) Il modellino, senza elica, che vola su un campo con sterpaglia alta!
Ilario Scotti disse che c'era un uomo che guardava. Chissà se gli chiesero un identikit, da quello che lui raccontò l'identikit poteva portare ad una persona...
Ma non sarà che quel giorno I. S. fu telecomandato come un modellino proprio tre mesi dopo la scomparsa?

5) Il pool difensivo pare non abbia approfondito la batteria del cell.
E spero ora che lo abbia fatto!

Mi fermo qui, per ora.

Gilberto ha detto...

Ivana
Il discorso di antrag sulle "assunzioni implicite" quelle per intenderci che possono anche essere chiamate più volgarmente 'pre-giudizi' costituisce in effetti premessa indispensabile per capire se basta davvero considerare razionale una premessa per poter da lì effettuare un'inferenza con valore di verità. Ivana tu dai un sacco di cose per scontate che in realtà non lo sono per niente, ti affidi ciecamente all'autorità e su quella fondi il procedimento deduttivo. I formalismi vanno forse bene in campo matematico dove esiste un sistema assiomatico. Ma anche lì come ben sai con il quinto postulato si può rimettere tutto in discussione. Nella realtà gli assiomi non esistono, siamo sempre aperti e disposti a stupirci (esistono più cose tra cielo e terra di quanto immagini la nostra filosofia). La macchina universale in grado di decifrare tutto il sistema e di vincere infallibilmente la partita a scacchi ancora non esiste e probabilmente non esisterà mai se è vero che l'osservatore non ha un ruolo neutrale. Per non essere succubi delle assunzioni implicite (che sono fondamentalmente qualcosa di cui non siamo consapevoli e che però ci condizionano) occorre 'osservarci osservandoci osservare', diventare oggetti a noi stessi. E' filosofia? E' quello che hanno fatto tutti i grandi scienziati quando sono andati oltre il senso comune e il modo di pensare ritenuto vero...

Guglielma Vaccaro ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto...

Nuovo post dell'ing. Sabatini.
http://carloantonio51.blogspot.com/2018/06/la-magica-ispirazione.html

27 giugno 2018 02:24:00 CEST


Quello che ha pubblicato le foto del cadavere, proprio una brava persona...chissà da chi avuto tale materiale...

cassazionistra ha detto...

""""chissà da chi avuto tale materiale""""

Lo sanno tutti da chi ha avuto le foto..... dalla stessa brava persona dei gruppi colpevolisti in cui le foto venivano pubblicate anni fa..... Gli stessi gruppi dove tra sorrisini e iconcine si rallegravano scrivendo che la """ragazzina è già ridotta in cenere""".....

Ma l'avv. Guglielma Vaccaro non è informata su questo, è troppo occupata a preparare i monumentali interventi da fare nelle aule della Cassazione.... nei suoi sogni visto che non è neanche abilitata in quella sede..... AHAHHA

Bruno ha detto...

Poco fa da Tiscali sul caso Bossetti: la sorella dice che Massimo ha saputo in carcere chi è stato ad uccidere Yara".-. Purtroppo non sono riuscito ad aprire la pagina e non so altro, se fosse vero sarebbe incredibile che la verità si sappia in carcere oppure è una buffala. Video

antrag ha detto...

"Una dea è stata con noi".
E si è capito tutto.
IPSE DIXIT, pardon IPSA DIXIT!

Guglielma Vaccaro ha detto...

Anonimo cassazionistra ha detto...

""""chissà da chi avuto tale materiale""""

Lo sanno tutti da chi ha avuto le foto..... dalla stessa brava persona dei gruppi colpevolisti in cui le foto venivano pubblicate anni fa..... Gli stessi gruppi dove tra sorrisini e iconcine si rallegravano scrivendo che la """ragazzina è già ridotta in cenere""".....

Ma l'avv. Guglielma Vaccaro non è informata su questo, è troppo occupata a preparare i monumentali interventi da fare nelle aule della Cassazione.... nei suoi sogni visto che non è neanche abilitata in quella sede..... AHAHHA

Robertina, guarda che le foto sono state pubblicate per avvalorare un'ipotesi che scagionava Bossetti e il tizio in questione si è visto sulla bacheca di uno dei legali, di sicuro non è a favore della colpevolezza...almeno informati prima di scrivere, ti risparmi delle figure, ciaooooooooooooo

Vanna ha detto...


"Anonimo cassazionistra ha detto...
""""chissà da chi avuto tale materiale"""""

Mi permetto di aggiungere che, a mio parere, forse non era il caso di replicare a quella domandina capziosa e carica di veleno poiché chi l'ha scritta conosce bene i meandri della vicenda discussa in sede giudiziaria, e anche la documentazione allegata.
Con quella domandina voleva dire altro, molto altro e anche provocare.
Ogni cosa che viene scritta per denigrare l'altrui pensiero bisogna lasciarla lì e replicare ad altro.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Questa volta do ragione a Vanna, l'anonimo (ma neanche tanto) è talmente pieno di livore che non riflette prima di parlare, da la prima risposta che arriva dalla pancia e questa volta ha fatto autogol.

Meditate gente, meditate....

Anonimo ha detto...

ESERCIZIO DI RETORICA E ARGOMENTAZIONE PER
I V A N A

Secondo lei l'intervento, preso come puro esempio,

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Guglielma Vaccaro ha detto...
Anonimo Anonimo ha detto...

Nuovo post dell'ing. Sabatini.
http://carloantonio51.blogspot.com/2018/06/la-magica-ispirazione.html

27 giugno 2018 02:24:00 CEST


Quello che ha pubblicato le foto del cadavere, proprio una brava persona...chissà da chi avuto tale materiale...
27 giugno 2018 16:00:00 CEST
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è basato su una argomentazione ad rem o ad hominem ?

E nel secondo caso, interverrà per bollare questo modo diselegante, vile, intriso di potenziale violenza, che potrebbe essere instillata nei figli dei figli dei nostri figli, di scrivere in un blog ?

Ivana ha detto...

Gilberto, mi sembra che tu continui a guardare la luna (e rispetto la tua scelta!) però io, invece, non intendo perdere di vista la realtà quotidiana dei laboratori scientifici.
Pensi che quanto da te espresso in tanti tuoi articoli, sul metodo scientifico, sarà letto, accolto e attuato dai ricercatori scientifici e dai genetisti forensi che effettivamente operano nei laboratori scientifici?
L’avevo già detto e lo ripeto (e non si tratta di mia superficialità, ma di voler guardare … la terra): non si può non considerare quella che è la realtà dell’attuale lavoro degli scienziati.
“Ciò di cui parlano sia Popper che Kuhn non è per niente la scienza reale che praticano gli scienziati, bensì quella fittizia che si immaginano i filosofi”(prof. Piergiorgio Odifreddi).
Si può costatare che nella pratica quotidiana dei genetisti forensi interessa il percorso analitico concretamente seguito per raggiungere un dato risultato, interessa che i laboratori scientifici, dove si svolgono le indagini, siano accreditati e che rispettino le cosiddette best practices internazionali.
Ogni ambito di ricerca ha le sue peculiarità e, quindi, la comunità scientifica di riferimento ha declinato il metodo scientifico di lavoro proprio in base a tali peculiarità.
Una cosa è la speculazione filosofica, un’altra è ciò a cui, nella pratica, sono effettivamente interessati i genetisti e la comunità scientifica di riferimento.
Ho, sì, molte domande che avrei rivolto e che ancora rivolgerei volentieri ai genetisti forensi (e soprattutto al perito super partes che, invece, finora ben due Corti hanno ritenuto superfluo nominare), ma non posso non vedere che coloro che effettivamente avevano titolo, esperienza e ruolo per evidenziare, nella sede opportuna, ogni problematicità e ogni anomalia riscontrate all’interno di quella determinata traccia genetica, finora non l’hanno ancora fatto in modo organico, incisivo e firmato.
Il col. Lago, oltre al dott. Staiti e al dott. Gentile hanno riferito, in tribunale, che sulla traccia genetica hanno sicuramente influito, rallentandone la degradazione, il clima estremamente freddo della stagione invernale con temperature di frequente sotto lo zero e tale considerazione è stata condivisa dal consulente della difesa dott. Capra, il quale, inoltre, NON ha sottoscritto la memoria difensiva.
I miei dubbi restano, ma nella consapevolezza che sono del tutto ininfluenti sulla realtà processuale di cui si discute.

Sono pienamente d’accordo sui quattro ”principi fondamentali” emersi dal convegni di Todi, ma … che cosa succederà in questo processo penale? La Corte di Cassazione annullerà la sentenza precedente? Ci sarà un processo d’appello bis ? Temo di no (e spero di sbagliarmi).

Gilberto ha detto...

"Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito". è solo un proverbio cinese credo, ma se preferisci maggiore concretezza eccoti accontentata. C'è chi si perde nei formalismi più insignificanti e non è in grado di vedere la vera sostanza delle cose. Senza scomodare Aristotele la sostanza è quella che conta davvero. Cosa conta davvero nel nostro caso Ivana? Paradossalmente conta proprio quello che non c'è… La sostanza è tutta lì.

cassazionistra ha detto...

"""""le foto sono state pubblicate per avvalorare un'ipotesi che scagionava Bossetti e il tizio in questione si è visto sulla bacheca di uno dei legali, di sicuro non è a favore della colpevolezza...almeno informati prima di scrivere, ti risparmi delle figure, ciaooooooooooooo"""""

figure ?? tu fai figure..... l'ingegnere sarà anche per l'innocenza di bossetti ma è in fortissimo contrasto con i legali, gli da degli incompetenti..... le leggi le cose o leggi solo il nome dell'autore e parti con un flusso di commenti a mo' di scarico idraulico ??

quelle foto le hanno fatte girare i colpevolisti e ci facevano pure delle battutacce immonde.... se all'ingegnere sono andati troppi pigreco al cervello e le ha pubblicate per difendere bossetti che ci azzecca il tuo """"chissà da chi avuto tale materiale""""" ?? tutti sanno da dove viene quel materiale, solo tu dormi sull'argomento.....

sarai pure tra i primi 100 migliori esperti in materia condominiale che ci stanno a saronno ma questo non significa che puoi comprendere le cose senza leggerle..... studia, che alla Cattolica sono sicura che non ti hanno infuso l'onniscienza per sapere cosa scrive la gente senza prima leggere....

Ivana ha detto...

Gilberto, :-)
su quella “sostanza” (che tu ritieni non ci sia, mentre un difensore insiste nel sostenere che c’è e, comunque, rimane tutta la documentazione dei numerosi genetisti che l’hanno estratta e analizzata) è in corso un processo …
Non si tratta di guardare il “dito”, si tratta di osservare una realtà processuale in atto. O, per te, non c’è neanche quella? C’è stato chi negava il movimento, per te è questo processo a essere solo un’illusione?
Se per te fosse tale, per tutti quelli coinvolti di sicuro è una realtà che stanno ancora vivendo.

Gilberto ha detto...

Ivana
Mi sono già espresso più volte. Nel caso non giova ripetere.

A proposito del congresso di Todi, non so niente, non ho avuto tempo. Puoi dirmi succintamente sui quattro ”principi fondamentali” emersi dal convegno di cui parli? Non ne so nulla a riguardo.

Ivana ha detto...

Gilberto,
al convegno di Todi sono emersi quattro principi fondamentali elencati dall’avvocato Salvagni a Quarto Grado:
1) Il DNA deve essere ottenuto nel rispetto delle best practices internazionali.
2) Il DNA (per poter avere un dato certo nel processo) deve essere certo al suo interno, deve dare un risultato certo.
3) Deve essere fatto nel contraddittorio delle parti.
4) E’ un elemento del mosaico, non è la prova regina.

A proposito del “dito” e della “luna” ti segnalo il punto di vista del giornalista Mattia Feltri:

http://www.lastampa.it/2014/11/06/cultura/quando-il-saggio-indica-la-luna-lo-stolto-guarda-il-dito-AnPTGxD4Ihd3RnFwlyyFVL/pagina.html

antrag ha detto...

@IVANA

In che contesto è stata detta quella frase "aberrante" su Popper e Kuhn?

antrag ha detto...

La logica come la matematica sono scienze umanistiche ... sull'uomo.
Fisica, Biologia, Astrofisica sono scienze sperimentali sul cosmo, e Popper e Kuhn si riferivano a queste.

Gilberto ha detto...

Come tutti i proverbi anche questo va interpretato ovviamente. Non credo occorra molto per capirne il senso. Tutt'al più si può scambiare l'oggetto metaforico. Far diventare luna il dito e dito la luna. Il problema vero è però coglierne il significato universale indipendentemente dal valore che si intende convenzionalmente assegnare al dito e alla luna, che finiscono per diventare assunzioni implicite (vedi antrag) se non esiste consapevolezza del pregiudizio da parte di chi ne interpreta il significato, dando per scontato cosa sia il dito e cosa la luna…
Comunque grazie per l'informazione sul convegno di Todi

antrag ha detto...

Molti proverbi hanno il loro opposto:

Finché c'è vita c'è speranza
Chi di speranza vive disperato muore

o

Dulcis in fundo
In cauda venenum (in napoletano: a cora è tosta a scurtecà, la coda è dura da scorticare)

...

ecco perché hanno sempre ragione.

Gilberto ha detto...

A proposito dei quattro punti del convegno di Todi...
A mio parere almeno tre non vengono rispettati, ma forse tutti e quattro. Mi piacerebbe sentire il parere di Biologo che è scomparso. Sarà in ferie su qualche atollo polinesiano.

Bruno ha detto...

@Guglielma, mi meraviglio della tua sensibilità. Carlo Antonio ha fatto un importante lavoro di ricerca in nome della verità.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Certa gente ha tanta di quella bile in corpo che rischia di danneggiarsi la salute povera Robertina, occhio...

Bruno, Carlo Antonio ha fatto un'importante lavoro? Quindi ci sono effetti all'esterno? Si sono trasformati in una denuncia alle autorità competenti? Ditemi gli effetti pratici di questa ricerca, dai.

Anonimo ha detto...

@ Guglielma Vaccaro

non si scrive

"un'importante lavoro"

bensì

"un importante lavoro"

Lo so che sei una punta di diritto
ma le regole grammaticali vanno rispettate.

Vanna ha detto...

"Blogger Guglielma Vaccaro ha detto...
Certa gente ha tanta di quella bile in corpo che rischia di danneggiarsi la salute povera Robertina, occhio...
Bruno, Carlo Antonio ha fatto un'importante lavoro? Quindi ci sono effetti all'esterno? Si sono trasformati in una denuncia alle autorità competenti? Ditemi gli effetti pratici di questa ricerca, dai.
28 giugno 2018 06:16:00 CEST"

Guglielma, non provocare, non ti conviene, soprattutto non conviene alla tua categoria, quella che giudica travi e travicelli negli occhi altrui in base a letture di commi, codici, sentenze, dna, furgoni, batterie,chi e cosa sì e chi e cosa no, sempre a seconda del personale parere, mescolando corna e parentele ma non mettendo le mani, ad esempio, ai mercati economici fioriti sulla droga, ai rifiuti tossici,ai traffici umani,ai poteri occulti.
Queste ultime cosette sono ben conosciute e pubblicate.

Perché "la Robertina" dovrebbe avere problemi con la bile?
Non so chi sia 'sta Robertina, ma da come rispondi sei tu che hai problemi di bile, sempre lì a cercare di minimizzare il detto altrui che non condividi in modo stizzoso, anzi bilioso.

Istighi alla denuncia?
Provochi?
Chi ha pubblicato nei libri quel che ruota intorno a certe vicende è stato denunciato?
No, è passato sotto silenzio semplicemente.
Gli "effetti pratici" della ricerca dell'ingegnere sono lì, pubblicati, visibili, ognuno è libero di leggerli e di valutare come gira e sempre ha girato il mondo, certo che sono "pratici".
Ti par poco?
Smontali, se sei capace, con argomenti adeguati, altrimenti taci!

Ma ORA stiamo vivendo un momento storico interessante e tutti siamo sulla barca, chi l'avrebbe detto che quei bravagente e rubagalline degli italiani, avrebbe mandato al governo un'accozzaglia di perfetti sconosciuti, molti senza laurea o con discutibili curriculum, per scoprire invece la capacità politica nuova di parlare alla pancia della gente e di riscuotere successo!

ORA la massa ragiona, si documenta, esprime pareri e dubbi che NON devono essere più irrisi, devono essere accolti come se fossero dei tesori perché
esprimono il bisogno di sapere, capire, credere, ognuno secondo il personale convincimento, nella forza del BENE.

Questo si sta facendo Guglielma ORA, il popolo anche giudica, con qualche risultato, a quanto pare niente male a livello internazionale.

Quel che è successo al PD non t'insegna nulla?
NON ha voluto fare il governo coi 5 stelle giudicandoli dall'alto di uno scanno, il popolo ha espresso altro parere.

La voce del popolo risuona e si diffonde, tu lo sai bene per questo sei qui
e ci "arricchisci" di niente.

Bruno ha detto...

Dopo aver letto con molta calma e riletto varie volte tutte le considerazioni tecniche e le analisi scritte dal super esperto ingegnere Carlo Antonio Sabatini, mi sono sorte spontanee alcune domande in riguardo al cellulare che era del padre della povera Yara. Mi domando se quel cellulare con quella particolare e speciale batteria (trasmittente) è stato regalato al signor Fulvio oppure è stato lui ad acquistarlo?. Avrete di sicuro capito che se fosse stato regalato l'obiettivo di chi ha fatto questo "pensiero" poteva essere quello di individuare il luogo dove papa Fulvio si trovava in quel momento. Se così fosse mi domando perché tutta questa attenzione inerente ai suoi spostamenti?. Oppure è stata una semplice e fortuita combinazione che quella batteria alimentava "anche" il cellulare? Poi come sapiamo quel cellulare è finito nelle mani della povera Yara. Sicuramente gli inquirenti avranno ricostruito tutta la cronistoria di questo cellulare, acquistato dal signor Fulvio? Oppure gli è stato regalato?. in Tal caso da chi?

Tiziano ha detto...

Bossetti, la sorella: "Massimo ha saputo in carcere chi ha ucciso Yara". Teme per la sua famiglia.

Biologo ha detto...

@Tiziano

Per la condanna di Bossetti hanno fatto di più la TV e i giornali riportando le dichiarazioni della sorella che i Carabinieri riportando di lampade solari, attrici adulte che simulavano di essere più giovani, avances durante la vendita di uno specchio e telefonini che all'occorrenza erano accesi o spenti.

È stato più fortunato Pacciani con Angiolina, che almeno quando parlava era palese che si fosse davanti ad una mancata inquilina del manicomio... Invece alla sorella di Bossetti, essendo una persona normale come milioni di altre in Italia, purtroppo si finisce pure per starla a sentire quando dice (o le fanno dire i giornalisti) cose prive di senso.

Biologo ha detto...

@Bruno

Sabatini scrive cose molto interessanti ma su quel particolare della batteria credo proprio che sbagli.

La batteria rinvenuta è questa:

http://www.bergamosera.com/cms/wp-content/gallery/oggetti-yara/c_2_fotogallery_1002093__imagegallery__imagegalleryitem_3_image.jpg

cioè una LGIP-430A, da 3,7 v e 900mAh.

Quell'etichetta che ipotizza essere un RFID credo proprio sia semplicemente un hologram sticker il cui scopo è autenticare il pezzo per indicare che si tratta di un pezzo originale del produttore. Per esempio in questo sito in cui spiegano come riconoscere i cellulari falsi

http://spotafakephone.com/how-to-tell.cfm

c'è scritto

"Some mobile phone manufacturers also place hologram stickers on their batteries, which are difficult to replicate by counterfeiters - although they do try."

Qui si vede meglio una LGIP-430A con quello sticker:

https://images.ua.prom.st/375650492_w640_h640_33.jpg

Potrebbe essere falsa o originale. Ma il fatto che in giro quello sticker non lo si trovi sempre presente su quel tipo di batteria può essere dovuto a due ragioni. Le case di produzione da un certo punto in poi non li hanno più applicati quando si sono resi conto che era estremamente banale falsificarli (sui siti cinesi sono in vendita blocchi di centinaia di questi sticker destinati al mercato del falso), la Nokia su certe batterie una volta li metteva, poi non li ha più applicati. Poi ci sono anche le batterie in vendita con marchio LG che sono semplicemente dei cloni provenienti dal mercato del falso come tante altre parti di ricambio dei cellulari che si trovano in rete.

Ad ogni modo, poco cambia se quelle che si trovano in giro sono batterie false o semplicemente prive di sticker, ciò poco ci dice sulla batteria ritrovata sul corpo di Yara. Quelli nell'ingrandimento di Sabatini

https://2.bp.blogspot.com/-nlWEqB7lUGc/Wy3Z3swaWMI/AAAAAAAAA2I/sEtU7B34eVoqQi38nNnaXx12lahInlZfQCLcBGAs/s640/batteria%2Btelefono%2BYara%2B%255B5%255D.jpg

potrebbero essere dei riflessi dell'ologramma. Come ci veda chip, antenna e oscillatore in quella immagine sgranata francamente non lo so.

Il fatto che la sorella abbia parlato di un telefono con telecamera mentre il cellulare di Yara non l'aveva non mi sorprende più di tanto. Io stesso non saprei ricordare con precisione modello e caratteristiche dei telefoni dei miei familiari, anzi non ricordo neanche con esattezza quelle dei miei cellulari precedenti. Mi sembra un po' troppo complicato immaginare di indurre la sorella a riconoscere un telefono diverso solo per giustificare la presenza di quella batteria con chip sistemata nel giubbotto in modo che qualcuno con un localizzatore potesse ritrovarla.

[continua...]

Biologo ha detto...

[...continua]

Comunque anche se quello sulla batteria con tutta probabilità è un semplice sticker, rimane non spiegato il senso della presenza della batteria.

Il telefono potrebbe essere stato rimosso per prudenza: negli interstizi tra i tasti chiunque può facilmente immaginare che può finirci un bel po' di DNA, magari proprio di chi lo ha maneggiato in occasione del delitto. E così l'omicida ha pensato bene di portare via il telefono. Ma la batteria? Che senso ha la presenza della batteria? Magari chi l'ha rimossa poteva essere ragionevolmente certo che sulla batteria, a differenza del telefono, non avrebbero trovato il suo DNA. Aveva usato dei guanti per rimuoverla. Ma anche se fosse così, che senso aveva lasciarla? Rendere rapidamente riconoscibile il cadavere? Ma per quello c'era la SIM...

E' chiaro che quella batteria in tasca deve pur significare qualcosa. Che ci fosse sopra del DNA che si voleva venisse rilevato e che non lo è stato? Si vedono dei guanti sudici maneggiare quei reperti, questo può aver compromesso i risultati? Oppure il DNA sulla batteria era già compromesso dai normali processi di degradazione prima del ritrovamento. Non lo sapremo mai.

Poi voglio dire qualche cosa anche in merito ai 109 contatti generati a gennaio prima che il telefono LG KP108 fosse in vendita.
E' vero che il cellulare è stato immesso sul mercato nell'aprile 2010, ma questo non vuol dire che quei 109 contatti di gennaio con il compagno di catechismo non possano essere stati generati tramite un telefono utilizzato da Yara in precedenza. Infatti dei 109 contatti si apprende grazie ai tabulati, non dall'analisi del telefono, che non è stato ritrovato. E, forse, proprio con questo telefono del gennaio 2010 si è confusa Keba quando ha affermato che Yara utilizzava un cellulare in precedenza appartenuto al padre. Prima del suo LG KP108 senza telecamera, cioè sicuramente prima dell'aprile 2010, può aver utilizzato un telefono con telecamera che era stato del papà Fulvio, e con quello aver generato i 109 contatti con il ragazzino.

Biologo ha detto...

Voglio aggiungere ancora qualcosa sulla questione dei 109 contatti con il ragazzino.

A pag. 366 delle motivazioni della sentenza di secondo grado la questione viene liquidata come una sciocchezza in sole 6 righe per questa ragione:

"[...] non si comprende come il giovanetto, di soli tredici anni, avrebbe condotto un mezzo per trasportare il cadavere di Yara a Chignolo."

Questa affermazione è basata sull'indimostrata idea che la SIM del ragazzino potesse essere in uso esclusivamente a lui. Come se la SIM, o un telefono che la contiene, fossero incastonati nelle ossa craniche del ragazzo...

Eppure erano gli stessi dati ottenuti dalle indagini sull'uso che del telefono faceva Yara che suggeriscono che a quell'età non è affatto insolito che SIM e telefoni passano di persona in persona: Yara utilizzava una SIM intestata alla madre, e per un periodo ha utilizzato un telefono che in precedenza era stato del padre!

Bruno ha detto...

L'avrete già visto comunque ogni tanto fa bene al cuore sapere che alcuni giornalisti commentano questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=Uu4cV_smS0g

Biologo ha detto...

@Bruno

I giornalisti riguardo al video del furgone si sono fermati solo all'aspetto mediatico del confezionamento di un prodotto a scopi di comunicazione.

Che lo scopo di un video del genere fosse solo quello di influenzare l'opinione pubblica (e i giudici popolari e non che inevitabilmente ne fanno parte) non ci piove, tant'è che poi non è stato messo agli atti con la scusa che agli atti c'erano i filmati originali più lunghi. In pratica un antipasto gettato al pubblico.

Ma il punto è che tutta questa storia del video a scopi di comunicazione ha distolto l'attenzione da dettagli ben più importanti riguardo quei filmati:

- Come ha fatto quel filmato decisivo, il Polynt 2, l'unico in cui si vede bene il furgone, a saltare fuori il 4 febbraio, dopo più di 60 giorni quando normalmente gli hard disk sono già stati sovrascritti più e più volte?

- Se è saltato fuori perchè consegnato volontariamente, come faceva chi lo ha consegnato ad averlo? Aveva un backup che non ha mai pensato di visionare? Aveva l'hard disk rimosso che non ha mai pensato di visionare? Davvero se aveva backup o hard disk non li aveva mai visionati?

- Davvero fino al momento della consegna ufficiale nessuno aveva visionato backup o hard disk?

- Come dimostra il fatto che di quei filmati siano state diffuse versioni con e senza timestamp, quei video di sorveglianza sono della tipologia a cui il timestamp non viene impresso direttamente sull'immagine al momento della registrazione, ma viene ricavato da un secondo file allegato.
E' forse questa la ragione per la quale è stata respinta la richiesta della difesa di visionare i filmati dei giorni precedenti e di quelli successivi? Cosa c'era in quegli altri filmati? Forse c'era qualche video con il furgone di Bossetti che transitava mentre andava verso via Lesina come quasi tutti i giorni in quel periodo? Non è che visionando questi filmati privi di timestamp dei giorni precedenti o successivi ci si sarebbe accorti che le immagini erano proprio le stesse che al processo sono state fatte passare per le immagini del 26 novembre?

- Non è che la consegna dei filmati il 4 febbraio trova una spiegazione proprio nella necessità di fare in modo che non ci fossero più hard disk "originali e freschi" da cui potevano essere ricavati tutti i video integrali di quei giorni e non la sola "accurata" selezione presentata da un coscienzioso volontario?

Gilberto ha detto...

Se quello che dici Biologo fosse vero è di una gravità inaudita, ancora più grave del confezionamento del prodotto a scopo dimostrativo. Ma perché tutto questo? Più si approfondisce il caso Bossetti e più ci si rende conto di troppi lati oscuri. Se davvero fosse un film con tanto di regia quale lo scopo? Trovare comunque un colpevole o occultare qualcosa di molto compromettente?

Bruno ha detto...

@Biologo, vista tutta la "confusione" potrebbe essere proprio così. Viene spontaneo pensarlo. Troppe cose non tornano. Ogni richiesta della difesa è negata.

Biologo ha detto...

Aggiungo un altro pensiero su quei filmati spuntati il 4 febbraio.

Tempo fa ho scritto che è assurdo credere che nei giorni della scomparsa decine di inquirenti, che per ore ed ore hanno percorso o si sono fermati in Via Caduti e Dispersi dell'Aeronautica, non si fossero accorti delle telecamere Polynt. Soprattutto se si pensa che già nei quotidiani di quei giorni si scriveva del fatto che gli inquirenti stavano acquisendo i filmati delle telecamere delle aziende di quella zona. Quindi è assolutamente ragionevole pensare che gli inquirenti, avendo notato le telecamere Polynt, si sono rivolti ai responsabili dell'azienda per richiederne le registrazioni. Resta, e forse resterà per sempre un mistero cosa è avvenuto nell'immediatezza di tale richiesta.

Ma ammettiamo anche l'improbabile possibilità che alla Polynt nessuno abbia richiesto i filmati nell'immediatezza dei fatti. Anche in questo caso non si può non rendersi conto che è altrettanto assurdo credere che i responsabili che nella Polynt si occupavano delle telecamere non si fossero avveduti che davanti al loro cancello videosorvegliato si stava svolgendo un consesso di volontari e investigatori per uno dei casi di scomparsa più seguiti d'Italia...

Allora mi chiedo, se sono il responsabile di quei filmati di videosorveglianza, e mi sono inevitabilmente accorto che il marciapiede davanti all'azienda in cui lavoro è diventato il punto di riferimento di una ricerca senza precedenti, è mai possibile che non sono andato a visionare i filmati? Va bene, non li ho visionati, ma se non li ho visionati, è mai possibile che non ho fatto qualcosa per preservarne delle copie vista l'occasione particolare? E se, invece, li preservo per abitudine, è mai possibile che non sono andato a visionare quelle copie? Va bene, non volevo neanche perdere tempo nel visionare le copie, ma è mai possibile che non le ho almeno consegnate agli inquirenti? Cosa è successo, ho vissuto in un profondo sonno per due mesi per svegliarmi solo nel febbraio dell'anno dopo? E se, invece, ero sveglio, a cosa ho pensato per due mesi con quei filmati tra le mani?

antrag ha detto...

Ciao Biologo!
Ti leggo volentieri, con somma attenzione e con minimo sforzo, data la tua loquela.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Ringrazio per la correzione di ieri è vi faccio una rivelazione: ieri sera a Telelombardia la sorella ha detto che "sul corpo di Yara NON C'È SOLO IL DNA DI di Massimo"...beh, se lo dice lei! Ciaooo
P.s. tutti gli avvocati sono furenti (e ci credo)...

Guglielma Vaccaro ha detto...

Fate tacere condannato e familiari, tappate loro la bocca,diversamente prima della Cassazione si acquisiscono lettere, interviste ecc. e tanti saluti.

Bruno ha detto...

@Guglielma non sin capisce cosa vuoi dire con questa frase: " Fate tacere condannato e familiari, tappate loro la bocca......." e secondo te come bisognerebbe tapparle queste bocche.... con un altro ergastolo?.

Wolf ha detto...

Sarebbw meglio si, che tengano la bocca chiusa.

http://urbanpost.it/massimo-bossetti-perizia-dna-negata-salvagni-comincio-ad-avere-sospetti-e-prende-distanze-da-parole-laura-letizia/

antrag ha detto...

La responsabilità maggiore sull'andamento di un processo
è dell'accusa e delle corti,
che detengono poteri infinitamente maggiori rispetto a difesa
e familiari.

Nella fattispecie,
i familiari e il condannato sono stati condotti
a uno stato di prostrazione inimmaginabile.


Bruno ha detto...

@Antrag hai perfettamente ragione, li hanno annichiliti, è chiaro che tutta la famiglia è prostata ben sapendo che il loro Massimo è innocente, comunque le parole di Salvagni si discostano dalla sorella , che dice nella intervista: "Lui (M.Bossetti)è disperato perché non riesce a difendersi. Lui vuole dimostrare la sua innocenza con la perizia. Tutto il resto sono speculazioni”. Poi sul fatto che in Appello sia stata negata la super perizia sul Dna tanto chiesta dalla difesa: “Negare ad oltranza la perizia, come avvocato, mi fa venire qualche sospetto. Non ci può essere un ossequio nei confronti di qualcosa svolto da una parte processuale, l’accusa, quando Bossetti ancora non esisteva e non era neanche indagato. Ricordiamo che ci sono le provette al San Raffaele di Milano: perché non fare questo confronto? Non serve essere grandi giuristi per capirlo. Se poi dopo le analisi del Dna verrà confermato che è il suo allora continuerà a scontare la sua pena. Altrimenti dovrà essere liberato”.

Anonimo ha detto...

"... Non serve essere grandi giuristi per capirlo..."

Io aggiungerei " né avvocati di grande levatura ".

Gilberto ha detto...

"Se poi dopo le analisi del Dna verrà confermato che è il suo allora continuerà a scontare la sua pena" Parole che francamente non comprendo.

Ivana ha detto...

Gilberto,
esiste, in ognuno di noi, la consapevolezza dei propri pregiudizi?
Ci sono coloro che ritengono che la “sostanza” non ci sia e ci sono altri che, invece, reputano non sia da prendere in considerazione ciò che valutano ininfluente.

Se poi dopo le analisi del Dna verrà confermato che è il suo allora continuerà a scontare la sua pena

Sono le esatte parole espresse dall'avvocato Salvagni?
Se lo fossero, io interpretere così: “Se, dopo che saranno state ripetute le analisi, verrà confermato che quella traccia di DNA è sua, allora l’imputato continuerà a scontare la sua pena”.

La difesa, comunque, è consapevole che i campioni migliori per qualità e quantità di profilo genetico di Ignoto1 sono stati utilizzati nella loro interezza (così, almeno, è riportato nelle motivazioni della sentenza di secondo grado a pagina 238)
Il prof. Casari aveva detto (in un’intervista a Quarto Grado): […] il DNA su cui sono state fatte tutte le varie analisi, quelle più importanti che hanno portato all’identificazione, è stato consumato tutto e non c’è più; ci sono delle altre tracce miste e anche con delle minime tracce di DNA contaminato si potrebbe ricostruire, si potrebbe riprendere e rifare il genotipo della traccia maschile. Quello che credo è che questo non porterebbe a nessun avanzamento; se rifacciamo il lavoro dei ris che hanno fatto, ripeto, molto bene, andiamo a riconfermare ancora, non serve farla.
Ciò che mi chiedo è: Alla difesa sarebbe sufficiente che vengano rifatte le analisi, utilizzando quelle “minime tracce di DNA contaminato che, secondo il prof. Casari riconfermerebbero, comunque, il lavoro dei ris?


Come richiestomi da antrag, segnalo:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/22/elogio-della-scienza.html

(Ci sono anche due significativi “pensieri” di Piergiorgio Odifreddi nel suo libro “Il giro del mondo in 80 pensieri” Rizzoli, 2015)

Per tutti/e
Chi ha realizzato questo video?
https://vimeo.com/172504076
Mi sembra che non compaiano il nome e la firma dell’utente realizzatore. Mi sono sfuggiti sia il nome sia la firma?
Una tale ricerca è stata presentata dalla difesa (o, almeno, esposta verbalmente da un genetista) durante il processo, o no?

Ivana ha detto...

Leggasi:

io interpreterei così

“minime tracce di DNA contaminato"

Anonimo ha detto...

Gilberto, Salvagni ha più volte ripetuto la frase per cui se il DNA confermerà i risultati dei RIS si potrà gettare la chiave. È indubbiamente unazzardo, ma questo può significare solo due cose : Salvagni è uno “sciocco” oppure ha la certezza del risultato (favorevole) di una nuova perizia. A questo proposito, non molto tempo fa, rispondendo su Facebook ad un quesito di un utente, affermò a chiare lettere “abbiamo la prova”, E siccome Salvagni sciocco non è .....

Ivana ha detto...

Bruno, ti sei riferito a questo articolo?
http://www.tag24.it/212026-salvagni/

Ivana ha detto...

Segnalo:
http://www.tag24.it/podcast/claudio-salvagni-lettera-bossetti/

Gilberto ha detto...

Sì Anonimo, credo che sia come dici tu. Il tono ultimativo sembra più una sfida all'accusa e a chi deve giudicare, un modo per dimostrare che dopo la verifica sul Dna non ci sarà bisogno di ulteriori specifiche. In fondo il ruolo della difesa non è quello di dimostrare le pecche del sistema giudiziario, è quello di tutelare il proprio cliente. Auguriamoci che alla fine la difesa avrà avuto ragione.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimo Gilberto,

il ruolo dei grandi, autentici difensori è, fu, e pure sarà se necessario, difendere il proprio patrocinato anche dimostrando ai contemporanei e alle future generazioni le gravi pecche di un sistema giudiziario che tradisce perfino i propri princìpi giuridici, per non dire dei princìpi logici in generale. Se così non fosse, staremmo oggi ad esaltare i torturatori dei tempi andati. Già l'affidare ad una sola, e discutibilissima prova, che non è scientifica perché non scientificamente corroborata da altre, è un abuso sui princìpi giuridici. Questo un avvocato lo può e lo deve dire pubblicamente, così come condannare per omicidio, quando non si è trovato neppure un cadavere, è abuso dei princìpi di Diritto penale, o condannare all'ergastolo qualcuno senza la benché minima prova, che non sia una serie di testimonianze sgangherate suggerite dai magistrati stessi, è un abuso dei princìpi di Diritto penale. Tutto ciò dev'essere detto pubblicamente in processo, e sui mezzi d'informazione, da un avvocato che sia un avvocato. La responsabilità di giudizi rivelati erronei dopo una condanna definitiva ricade tutta su quei giudici e sull'intero sistema giudiziario, ancora fermo a criteri di irresponsabilità, disinvoltura, arbitrio ed ignoranza, nonché pigrizia.

Gilberto ha detto...

In realtà dall'intervista a Salvagni emerge un quadro che conferma tutto quello che si dice nel blog in merito alla validità in generale del Dna in quanto effimera prova regina. Il riferimento all'illustre genetista (Gill) e al convegno di Todi costituisce una indicazione chiara in merito a un sistema indiziario del tutto inconsistente.

Ivana ha detto...

Leggasi

Ciò che mi chiedo è: Alla difesa sarebbe sufficiente se effettivamente venissero rifatte le analisi, utilizzando quelle “minime tracce di DNA contaminato che, secondo il prof. Casari riconfermerebbero, comunque, il lavoro dei ris?

magica ha detto...

non so voi ma dopo che la cassazione ha confermato l'ergastolo alle misseri . ho capito tutto .! embe' che c'importa ? della tua considerazione?(direbbero in molti ) sono una parte del popolo pecorone , una nullita' per i grandi cittadini che hanno poteri immensi .
posso solo muovere la testa con pieta' per questi personaggi .eppure mi pareva d'essere avanti con i tempi ..

antrag ha detto...

Anche per me le parole del difensore devono essere interpretate al rialzo (si sa già che la prova non sarà confermata) per non scadere in un azzardo pazzesco; lo stesso si può dire per l'insistente focalizzazione sulla prova di metilazione da parte di Ivana e di altri.

Se un duello è manifestamente sleale ad opera del contendente più forte, quello più debole ha il diritto di assestare i suoi colpi al momento che ritiene più giusto, e presentare relazioni scritte solo al terzo grado di giudizio o addirittura all'Aia, per evitare che le carte presentate e sottoscritte nel corso dei gradi inferiori di giudizio siano seppellite tra le 60000 pagine ... scritte per tenere in piedi, come la paglia in un fantoccio, accuse del tutto inconsistenti.

Biologo ha detto...

Sulle interviste della sorella di Bossetti mi esprimo da anni con pareri fortemente negativi. Più parla e meno convincente risulta. Se all'epoca del delitto il fratello fosse stato in Australia o sulla Luna finirebbe comunque per convincere chi l'ascolta della sua colpevolezza... E' un vero regalo che la sorte ha fatto all'accusa.

Nella famiglia di Bossetti c'è una persona che ha parlato poco, si espresso sempre in maniera molto meditata, e dalle sue parole e dai modi si capisce che si tratta di una persona estremamente riflessiva, che le cose le ha approfondite con serenità di giudizio. Parlo di Agostino Comi, il cognato. Un uomo che avrebbe tutto da perdere nel far liberare un assassino per rimetterlo in casa della sorella e dei nipoti.

Per quanto, in generale, le testimonianze non possono (e non devono!) avere un valore indicativo assoluto, questo video è uno di quelli più convincenti tra tutte le interviste realizzate sulla vicenda:

http://www.video.mediaset.it/video/quarto_grado/clip/ritratto-di-massimo-bossetti_722961.html

Guglielma Vaccaro ha detto...

Salvagni furente contro la sorella di Bossetti, ha appena espresso chiaramente che con il suo comportamento danneggia il fratello, a detta sua arrabbiatissimo per le uscite della gemella.

Gilberto ha detto...

L'immagine dei contendenti è evocativa di un duello se non alla pari almeno con delle regole da rispettare. Nella realtà le regole o non ci sono (lasciamo perdere l'illusoria procedura processuale) o non sappiamo quali siano (quelle occulte). Abbiamo avuto proprio di recente l'indeterminazione circa le competenze e i limiti della Costituzione: con l'interpretazione praticamente si può asserire una cosa e il suo contrario, tutto dipende chi sia l'interprete in carne ed ossa. I formalismi sono fatti apposta per rendere il tutto ancora più aleatorio. Vero che esiste l'opinione pubblica, quella che può essere indirizzata e indottrinata a dovere. Dunque da cosa dipende l'esito di un processo? Qualcuno potrebbe riferirsi alle posizioni planetarie, qualcun altro interrogare i fondi di caffè… sembra che funzioni.
Chissà magari proprio Controvento potrebbe spostare il baricentro di una frazione infinitesimale, non si sa se di qua o di là. Sto scherzando ovviamente. Qualcun altro più prosaicamente dirà 'les jeux sont faits rien ne va plus'. Se devo dar credito al mio fiuto e al dibattito in corso (vedi anche il convegno di Todi) direi che l'esito è scontato...

Biologo ha detto...

Sono andato a rivedere quel video con le parole del prof. Casari riportate da Ivana.

La parte più interessante è questa:

Quello che credo è che questo non porterebbe a nessun avanzamento; se rifacciamo il lavoro dei RIS che hanno fatto, ripeto, molto bene, andiamo a riconfermare ancora, non serve farla.

riconfermare! E' proprio questo lo scopo. Se il risultato atteso è una riconferma, perché tante esitazioni nel fare un'ulteriore corsa elettroforetica?

E' ora di demistificare la complessità di queste analisi.
Vogliono far passare l'idea che la difesa stia chiedendo alla giustizia italiana chissà quale mastodontica operazione in termini di impegno, tempo e denaro.

I campioni sono stati già estratti, sono nelle provette. Perciò non rimane che prendere il kit NGM SElect, quello con il famoso SE33, perdere qualche minuto per preparare l'amplificazione, poi mettere nuovamente i campioni nella macchina e aspettare i 50 minuti della corsa elettroforetica. 50 minuti, questo è il tempo che ci vuole per quel kit per attraversare i capillari e restituire un risultato.

Oggi una confezione da 200 reazioni del kit NGM SElect costa solo 4605 euro:

https://www.thermofisher.com/order/catalog/product/4457889

ciò significa che una reazione costa 23 euro e 2 centesimi.

Quanti campioni ci sono da analizzare? Diciamo 10? Bene, si prepari una piastra con i 10 campioni, sono 230 euro e 20 cent. Poi si effettuino anche le ripetizioni, "si perdano" altri 50 minuti con un'altra piastra con gli stessi 10 campioni. Totale 460 euro e 40 cent.

Ma santiddio, pago io se il problema è davvero che le analisi restituirebbero lo stesso risultato già ottenuto! A quale ufficio giudiziario devo fare il bonifico da 460 euro?

Biologo ha detto...

Tornando alla questione del chip ipotizzata da Sabatini.

Non è che voglio a tutti i costi demolire il lavoro dell'ingegnere che, ripeto, spesso suggerisce molti spunti interessanti. Ma ho ritrovato un'altra immagine della batteria repertata tratta dalla trasmissione "Chi l'ha visto?" in cui si vede meglio l'ologramma di autenticazione

https://image.ibb.co/dHn1zy/batteria_large.jpg

Il logo sulla sinistra non si vede perché è stato cancellato dagli autori della trasmissione (tanta premura con i marchi commerciali, poca quando si tratta di evitare di rovinare la reputazione di persone che gli autori decidono si debbano ritenere colpevoli. Mi viene in mente, tra i tanti, Pappalardi...) ma la batteria è la stessa della foto di Sabatini

http://www.bergamosera.com/cms/wp-content/gallery/oggetti-yara/c_2_fotogallery_1002093__imagegallery__imagegalleryitem_3_image.jpg

E' evidente che quel punto di colore verde non è un oscillatore ma soltanto uno dei tipici riflessi colorati che appaiono sulla superficie degli ologrammi quando vengono variamente illuminati a seconda dell'inclinazione rispetto alla fonte luminosa.

Ivana ha detto...

Mi sembra che Matteo Torrioli, riferendosi a una storia vera, raccontata in un libro, sia in sintonia con i dubbi da me espressi, sia qui sia altrove, dubbi che (avendo io pensato anche alla famosa beffa delle statue di Modigliani) mi avevano condotta a pormi determinate domande sull'eventuale necessità scientifica (e mi piacerebbe che i genetisti, prima o poi, si esprimessero in merito) di una determinata controprova (avendo considerato l'aporia del DNA mitocondriale e l'ottimo profilo nucleare così resistente e leggibile dopo tre mesi all'aperto)...

Lo stesso Luca Cheli, per primo, aveva evidenziato, in altri modi, la necessità di uno specifico test …
Si legga soprattutto il suo ADDENDUM qui:
https://bossettiade.wordpress.com/2017/06/19/il-dna-in-appello/

Gilberto ha detto...

Quella di fare un test con un maiale per dimostrare che dopo due settimane un Dna poi non è leggibile (o un connesso test di metilazione) è come affogare un gatto tenendolo in fondo a una piscina per ventiquattr'ore per dimostrare che poi è davvero morto. Credo che sta storia del Dna (un orfanello in quel di Chignolo) abbia superato qualsiasi soglia del ridicolo. Si discute con toni seriosi di qualcosa che è meno di nulla e che non merita alcuna controprova, solo una sonora risata.

Gilberto ha detto...

Mi auguro che la Cassazione assolva Bossetti senza ulteriori prove, test o processi visto che a carico del muratore salvo quegli strani nanogrammi indistruttibili dopo mesi all'addiaccio non c'è niente di niente. Solo così la Giustizia italiana potrebbe ritrovare coerenza e credibilità...

Vanna ha detto...

"Anonimo Gilberto ha detto...
"Se poi dopo le analisi del Dna verrà confermato che è il suo allora continuerà a scontare la sua pena" Parole che francamente non comprendo.
29 giugno 2018 13:01:00 CEST"
Sì Gilberto non comprendo anche io.
Anzi, resto allibita!
E rabbrividisco per la gravità del giudizio!
Cioè lo scaricherebbe così senza continuare a credere alla sua innocenza?
SE quel dna fosse suo NON deve comunque scontare quella pena.
Non ci sono altre prove che quel mezzo dna alieno.
Al contrario le PROVE per incastrarlo sono state tessute bene.

E' sicuro che abbia espresso questa frase o è stata estrapolata in un contesto non riportato o è stata alterata?

Vanna ha detto...

Manlio,
condivido la tua risposta a Gilberto: "...il ruolo dei grandi, autentici difensori è, fu, e pure sarà se necessario, difendere il proprio patrocinato anche dimostrando ai contemporanei e alle future generazioni le gravi pecche di un sistema giudiziario che tradisce perfino i propri princìpi giuridici, per non dire dei princìpi logici in generale. Se così non fosse, staremmo oggi ad esaltare i torturatori dei tempi andati..."
E tutto il resto!

antrag ha detto...

Vanna, Sturm und Drang!
Stupenda nei suoi interventi!

Biologo ha detto...

Anche per quanto riguarda il ritrovamento del corpo è il caso di porre alcuni punti fermi.

Ci è stata raccontata una situazione che non corrisponde alla realtà, quella di una sorta di intricata estensione di vegetali in cui sarebbe stato addirittura difficile avanzare. Per far ciò ci hanno propinato immagini in cui sembra che il campo sia una selva in cui gli operatori sono immersi:

http://images.famigliacristiana.it/2013/6/squadraok_1240121_661034.jpg

oppure

https://bergamo.corriere.it/methode_image/2014/10/17/Bergamo/Foto%20Bergamo%20-%20Trattate/FOTOGRAMMABERGAMO_258765-knXG-U43040347536801Y6-593x443@Corriere-Web-Bergamo.jpg?v=20141017082915

Ma chi conosce le regole della prospettiva e le caratteristiche delle lenti fotografiche sa bene che si tratta di effetti dovuti alla lunghezza focale dell'obiettivo utilizzato da chi ha scattato le foto. Non potendosi avvicinare troppo al punto dove si trovava il corpo, i fotografi hanno dovuto necessariamente utilizzare una lunghezza focale importante.

Per capire l'effetto generato dall'utilizzo di questo tipo di comunissimi obiettivi (di certo non esiste un fotografo che si reca su una scena del crimine con ottiche fisse e da pochi mm...) è sufficiente guardare queste 4 foto comparate:

https://2dhnizrxqvv1awj231eodql1-wpengine.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/2011/04/focal-length-comparison.jpeg

Le posizione dei barattoli nelle 4 foto è la stessa, ciò che cambia è l'obiettivo con cui sono fotografati. Mentre il 24mm rende meglio l'idea del fatto che c'è della distanza tra i barattoli, le ottiche da 135mm e da 300mm ingannano portando illusoriamente i barattoli quasi sullo stesso piano, come se fossero uno accanto all'altro. E, data la distanza a cui si trovavano dal corpo della piccola Yara, è con obiettivi del genere che i fotografi devono aver catturato le immagini del campo che ho linkato prima.

Ora però, se andiamo a vedere un'immagine catturata da un obiettivo con una lunghezza focale non estrema, cioè non suscettibile di alterare eccessivamente la prospettiva avvicinando oggetti in realtà distanti, ecco come appariva il campo alle 17.28 del giorno del ritrovamento del corpo, cioè circa 2 ore dopo la telefonata di Ilario Scotti al pronto intervento, prima che i tecnici della scientifica cominciassero a estirpare i vegetali intorno al corpo (operazione svolta dopo i rilievi sul corpo quando ormai era buio, fatto confermato anche dalla presenza dei vegetali ancora intatti nel video in cui il poliziotto domanda come mai non c'è sangue):

https://preview.ibb.co/b2b0sJ/frame_corpo_ore_17_28.jpg


Si nota (e si vede ancora meglio nel video originale) l'operatore inclinato a fotografare una macchia scura. Si tratta del corpo di Yara. E' evidente che i vegetali non sono ravvicinati e intricati come ci sono stati descritti e come appaiono dalle foto catturate con focali lunghe.

Il video mandato in onda dalla trasmissione si interrompe proprio su questa immagine perché chi stava riprendendo, che continuava ad avanzare, avrebbe dopo pochi istanti reso ancor più visibile il corpo straziato.

Quindi (dato che l'operatore inquadrato in questa foto non può essere alto 10 o 15 centimetri!) tutte le foto in cui si vedono operatori immersi in una selva fitta e intricata non sono che il risultato dell'uso di obiettivi fotografici necessari ad inquadrare il punto di interesse da una notevole distanza, cosa dovuta al fatto che le forze dell'ordine, ovviamente, non consentivano ai fotografi di avvicinarsi al cadavere.

Perciò ci sono le prove che il campo non era affatto intricato di vegetali come ci hanno raccontato. Al processo d'appello la difesa voleva mostrare dei filmati in proposito, il Giudice ha sostenuto che si trattava di un tentativo di influenzare la Corte e ne ha negato la proiezione. Forse era il caso che si lasciassero influenzare da certi filmati, visto che rappresentavano realisticamente una situazione che le carte e le testimonianze descrivevano in modo errato...

Gilberto ha detto...

Vanna
Si vuole salvare capra e cavoli. Ormai si è capito che per una molteplicità di motivi il Dna ha un valore molto relativo, è solo un indizio utile all'investigatore per predisporre altre verifiche. Se la cosiddetta 'prova regina' verrebbe ridimensionata e riportata alla sua reale portata tutto un sistema investigativo resterebbe orfano di prestigio e di emolumenti. Sul Dna si giocano molteplici interessi. Gli stessi magistrati non avrebbero più l'alibi di poter condannare senza scrupoli di coscienza venendo a mancare la 'prova regina' derubricata a vago indizio. I risultati del convegno di Todi dicono proprio questo sia pure mascherato da politically correct.

antrag ha detto...

@Ivana
ho letto l'articolo del professore.
Puoi dirmi dove trovare la sua mail ?
Non ho nessuno dei suoi libri e non penso di comprarne mai.
Ma mi piacerebbe fargli notare qualcuno dei suoi punti di vista completamente sbagliati.

Bruno ha detto...

@Biologo, confermo quanto scrivi sulla prospettiva, è evidente l'uso del tele obiettivo da parte dei fotografi, è ovvio l'utilizzo vista la distanza alla quale non ci si può avvicinare in casi del genere, e se non sbaglio, nella foto del campo dove giace il povero corpicino sembra ci sia l'erbaccia denominata "Coda di volpe" ma un esperto in botanica sarebbe più preciso, questa tipo di erbaccia normalmente è alta 15 cm. Alopecurus pratensis L. Sp. Pl.: 60 (1753) - Poaceae.
Coda di volpe dei prati, Coda di volpe, Meadow foxtail, Vulpin des Prés, Wiesen-fuchsschwanz.

Forma Biologica: H caesp - Emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.
Descrizione: Pianta perenne, erbacea, cespitosa, con rizoma stolonifero strisciante, culmi eretti o ginocchiato-ascendenti, glabri robusti.
Foglie con pagina superiore piatta e scabra, ligula ottusa di circa 4 mm.
L'infiorescenza è una pannocchia spiciforme densa, cilindrica lunga 8- ÷- 15 cm, formata da spighette con breve peduncolo.
Le glume sono concrescenti fino a metà altezza villose e con apici diritti , carena cigliata, verde, talora rossastra, le glumette inferiori lungamente aristate, lunghe come le glume, resta del lemma inserita a 1/3 della base e lungamente sporgente oltre le glume.Tipo corologico: Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Antesi: aprile÷giugno.
Habitat: Prati freschi e umidi 0÷2.300 m s.l.m.

Gilberto ha detto...

Avevo usato il taglia e incolla (mi correggo)

Se la cosiddetta 'prova regina' venisse ridimensionata e riportata alla sua reale portata tutto un sistema investigativo resterebbe orfano di prestigio e di emolumenti. Sul Dna si giocano molteplici interessi.

Per il consulente scientifico lo scenario è di quelli evanescenti, l’alone di scientificità delle sue conclusioni sembrano metterlo al riparo da qualsivoglia accadimento, anche quelli che eventualmente possono successivamente dimostrare che la sua ‘diagnosi’ non fosse stata corretta?

In cambio di una parcella il consulente scientifico offre delle competenze e dichiara di poter dare una interpretazione certa di una serie di rilievi e analisi tecnico-scientifiche?

Se una legge delineasse in modo chiaro le responsabilità penali del consulente scientifico mettendo bene in chiaro le conseguenze in caso d’errore? Cosa accadrebbe? Di punto in bianco assisteremmo a consulenze problematiche con un colpo al cerchio e quell’altro alla botte, poco propense ad assecondare i desiderata di chi vuole seguire scorciatoie?

Bruno ha detto...

La chiamerei "metà regina".

Vanna ha detto...

Biologo, complimenti!
Il lavoro che stai facendo, smontando pezzo per pezzo le tappe che hanno portato all'accusa, è straordinario!
Ma le foto sui barattoli dimostrano come la verità possa essere alterata e usata a comodo, e potrebbe essere la metafora di questo caso disgraziato.

Il dibattito in letteratura nel Settecento sul vero e sul verisimile è proprio così. Già Lucrezio nel De Rerum Natura parla di una torre che da lontano sembra tonda mentre da vicino è quadrata.

Da lontano Y. non si vedeva, il campo era erboso, da vicino sempre erboso era il campo, eppure gli sterpi nascondevano il corpicino.
A fine novembre gli sterpi non nascondono un bel nulla, mica sono siepi di bosso!
E la scienza OGGI, in tutti i campi, dovrebbe essere usata in modo adeguato e invece anche la scienza,la tecnica,la botanica,i cani da tartufo, i telefoni,i messaggi,i furgoni, gli orari dei treni, i reggiseni di colore diverso, le amnesie e le coscienze perdute...tutto diventa "verisimile" e lo si fa passare per vero.

Non so se gli addetti ai lavori conoscono il loro mestiere, un fatto è certo
O lo conoscono-O non lo conoscono-O fanno finta di conoscerlo- O non hanno voglia di affrontare la verità-O sono stati costretti ad agire come hanno agito-O ha fatto comodo così.
(Quanti O, sembrano ciambelle, son tutti buoni per nascondere la verità).
C'è un proverbio che recita: "Chi sbaglia, paga!"
E chi sta pagando? MGB! Sempre lui e la sorella, è gemella!
Come si muovono...fanno danno! La madre poi...l'hanno distrutta, infatti!

Spero Biologo che la difesa ti stia leggendo, che il TEAM della Cassazione pure, che ti leggano altri e che si faccia un po' di tam-tam per aiutare 'sta famiglia disgraziata che è stata il parafulmine dell'ingiustizia e dell'"efficienza" fuori pista.
Continua mi raccomando!
(Forse ho capito chi sei, ti ho sempre condiviso e anche difeso anni fa).

PS
Faccio errori diffusi, chiedo perdono,scrivo di getto e solo dopo me ne accorgo, praticamente coltivo refusi!

Gilberto ha detto...

Manlio
Leggo solo adesso il tuo commento. Sono completamente d'accordo. Il mio che lo precedeva aveva un tono ironico, era per celia.

Vanna ha detto...

antrag,
puoi provare andando sul sito della casa editrice che ha pubblicato i libri di questo signore, puoi chiedere la sua mail oppure scrivi direttamente alla casa editrice.

Sturm und Drang!!!
Addirittura!
Pane e pomodoro, col basilico, è meglio, te ne mando una fetta col pensiero!

Biologo ha detto...

Chi ricorda questo cartello?

https://preview.ibb.co/na2hPy/cartello_palestra_evidenziato.jpg

"le forze dell'ordine chiedono [...] visto Yara anche solo percorrere pochi passi all'interno del centro sportivo."

Evidentemente qualcuno nelle forze dell'ordine aveva avuto un'intuizione. Qualcuno si rendeva conto che quei "pochi passi" fanno un mondo di differenza. Quei "pochi passi" che nessuno le ha mai visto fare...

Wolf ha detto...

A parte quelle foto volute cosi come sono per sostenere la teoria accusatoria che il corpo era li da tre mesi nascosto dalle sterpaglie.
I piloti di elicottero, se il corpo era li da tre mesi lo avrebbero visto.

Ma poi in questa foto qui sotto, sono passati con il decespugliatore ?.
http://www.bergamopost.it/che-succede/quando-trovai-il-corpo-di-yara-cera-un-uomo-che-mi-fissava/

Che dire degli avvocati di parte civile che hanno influenzato buona parte delle indagini per dare tutto contro al Bossetti?.
Che dire del silenzio dei genitori e del fatto che sono soddisfatti delle sentenze di ergastolo?.
Che dire della sorella?.
Oltre i verbali secretati, il non concedere ad oltranza il riesame del dna che già di per sè destano sospetti, pure questi fatti sono parecchio sospetti.

Ma è ovvio e lampante che non si è voluto cercare la verità e si è voluto incolpare un estraneo.

antrag ha detto...

Oltre all'effetto di distanza focale si dovrebbe considerare per le foto dell'erba anche la posizione dell'obiettivo rispetto al terreno. I fotografi, non credo, stessero in piedi a fotografare ma quanto meno accovacciati.

Ma una riflessione è doverosa.
Se sull'erba del campo, che è materiale biologico, in gran quantità, osservabile ad occhio nudo da parte di tutti, si aprono tutti questi interrogativi, dubbi, prospettive diverse, interpretazioni disparate, proviamo a figurarci come l'incertezza si accresca, a dismisura, esponenzialmente su quei pochi nanogrammi di altro materiale biologico, ignoto a partire dalla sua origine.

Vanna ha detto...

" Biologo ha detto...
Chi ricorda questo cartello?
https://preview.ibb.co/na2hPy/cartello_palestra_evidenziato.jpg

"le forze dell'ordine chiedono [...] visto Yara anche solo percorrere pochi passi all'interno del centro sportivo."

Grazie Biologo,
non lo ricordavo o non lo conoscevo, decisamente sei un biologo archivista, complimenti!
Sai cosa mi comunica questo prezioso cartello?
Mi comunica che le forze dell'ordine SANNO lavorare:"quei pochi passi" parlano.
1- Perché "pochi passi"? Per lo spazio limitato rispetto al mondo esterno?
2- Perché si doveva attenzionare il centro sportivo?
3- Perché avevano già intuito che quello era il luogo ultimo dove era stata?
4- Perché temevano già il silenzio discreto di quel luogo sportivo?
5- Perché già sapevano cosa girava lì intorno?

Sta di fatto che poi le forze dell'ordine hanno dimenticato come si lavora nei primi momenti, ma il cartello dimostra che tecniche e metodo di lavoro ce l'avevano e come!

antrag ha detto...

Secondo me la parte civile pur potendo "assistere, essere informata" su indagini, andamenti processuali dovrebbe intervenire con le sue richieste solo a terzo grado di giudizio ultimato, che oltre che il colpevole stabilisce il grado di questa colpevolezza.

C'è qualche controindicazione alla ricetta che sto suggerendo?

antrag ha detto...

sarebbe interessante sapere in che giorno il cartello sia stato tolto e da chi.
Il caso si risolverebbe subito, probabilmente!

Vanna ha detto...

Wolf,
condivido tutti "quei dire", ne posso aggiungere uno?
Che dire del padre della ragazza?

Il muratore MGB adombra tutta la categoria "costruttiva".
Adombra anche il significato di "muratore" massonico.
Ancora, adombra interessi economici dietro il sistema delle costruzioni, degli scavi, dei materiali usati.

Non è stata scelta a caso Y.
Non è stato scelto a caso MGB, se avesse fatto il calzolaio, ad esempio, nessuno si sarebbe interessato a lui.
C'è un piano nella storia per coprire chissà che!

Vanna ha detto...

Sì antrag, condivido.
Speriamo che la difesa abbia eseguito in toto il suo mandato, puntualizzando quello che tu scrivi.

Wolf ha detto...

Che dire anche di questo comportamento?

http://cronacacriminale.tgcom24.it/2016/03/20/bossetti-in-croce-per-le-frasi-sul-padre-di-yara-ma-chi-indagava-aveva-pensato-la-stessa-cosa/

Il comportamento del padre lo si puo interpretare in diversi modi.
Tra i quali:
Una molto personale reazione al dolore, anche se a poche ore della scomparsa, immaginare la brutta fine che ha fatto, non era possibile.

Ma se letta in chiave massonica, di vendetta o di ritorsione, ma anche di iniziazione; il non partecipare alle ricerche, il continuare a lavorare come nulla fosse. Vien da pensare che lui è stato avvertito che sua figlia ancora in vita era inutile cercarla.

Anche il pianto della Brena la stessa sera della scomparsa era molto strano.
Ma se ci si sofferma alle sue impronte con un Dna sulla manica del giubbotto cosi perfetto. Trova una spiegazione, come pure quei messaggi cancellati dai cellulari.

Gli indizi inventati contro Bossetti sono nulla in confronto.

Wolf ha detto...

Mi permetto di aggiungere che la Brena non necessariamente la si potrebbe sospettare come protagonista di un delitto.
Potrebbe anche essere che lei sia sopraggiunta in atrio proprio nel momento che degli energumeni stavano rapendo la ragazzina e lei l'abbia tenuta con forza per un braccio nel tentativo di liberarla.
Poi se guardiamo gli unanimi non ricordo di tutte le ginnaste, compresi i non ricordo della sorella keba.
Sembrano direttive di una unica minacciosa e pericolosa regia.

antrag ha detto...

Bravo Wolf!

Quest'ultima ipotesi suggestiona e suggerisce (senza accusare).

Bravissimo!

Wolf ha detto...

Meglio ancora:

Sembrano direttive impartite da una unica minacciosa e pericolosa regia.

magica ha detto...

IL COMMENTO di WOLF delle 13:04 è piuttosto illogico . CON discorsi CHE LA buttataRONO la' , nel modo piu' semplice . come se fossero al bar, dove uno prova a trovare indizi nelle situazioni piu' incoerenti .come il carico di sabbia ,o le abbronzature , per finire all'edicola , dove il muratore avrebbe visto la ragazzina e se ne fosse invaghito .. lo pensano e lo dicono . le fanno passare per situazioni possibili ,intanto chi guarda la tv , ragiona possibilmente in modo colpevolista ,appunto con i lavaggi del cervello .. IMBECILLI!!
----------------------------------------------------
CONDIVIDO IL PENSIERO IRONICO DI WOLF

Anonimo ha detto...

1 :(
9 :(
86 :(
3 :(
__________
3 capita


533 :)
___________
multa capita

Biologo ha detto...

@Anonimo 17:17:00

-scrive:
1 :(
9 :(
86 :(
3 :(
__________
3 capita


533 :)
___________
multa capita



Traduzione per favore. Qui c'è chi si impegna il più possibile per spiegare le cose in modo che possano essere comprese.

antrag ha detto...

@Biologo
non riguarda il caso giudiziario discusso in questo blog.
Ma qualche caso avvenuto in questo blog.
Per la buona pace di tutti, e data la produttività degli interventi sul tema dibattuto, dovresti tenere in sospeso la tua curiosità,
perché chi ha orecchie per intendere, intenderà.

Vanna ha detto...

Non comprendo: spiegare la sequenza numerale per favore.
Grazie.
Wolf, condivido :
"Sembrano direttive impartite da una unica minacciosa e pericolosa regia."

Tutto è stato programmato.
Ma non si aspettavano vagoni pieni di appoggi verso l'innocenza di Bossetti!

Gilberto ha detto...

Da notizie Ansa
"Uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana" con protagonisti uomini dello istituzioni. La corte d'assise di Caltanissetta che 14 mesi fa concluse l'ultimo processo sulla strage di via d'Amelio non fa sconti. E in una motivazione lunga 1865 pagine, depositata nel tardo pomeriggio di sabato, punta il dito contro i servitori infedeli dello Stato che imbeccarono piccoli criminali, assurti a gole profonde di Cosa nostra, costruendo una falsa verità sugli autori dell'attentato al giudice Borsellino.”

antrag ha detto...

DNA & PENTITI,
ritenuti punti di arrivo anziché di partenza,
hanno atrofizzato le funzioni investigative
quindi hanno reso pilatesco lo spirito di molti sentenze.

Bruno ha detto...

Andiamo bene, ci mancava solo questo, che anche alcuni servitori dello stato si inventino false verità. Incredibile. Per fortuna è solo una piccola parte. Meno male che li hanno scoperti.

Ivana ha detto...

Per Biologo e per Vanna

In base alla mia interpretazione, il messaggio del 30 giugno 2018 17:17:00 sarebbe rivolto alla persona che ha realizzato un determinato blog.
I numeri: 1; 9, 86 e 3 si riferirebbero alla quantità dei messaggi presenti rispettivamente sotto il post che, entrando nel blog, compare per primo, sotto il post che compare per secondo, sotto il post che compare per terzo e sotto il post che compare per quarto.

Riguardo a “3 capita” ci sarebbe un errore; infatti le persone intervenute finora sono quattro, non tre.

Il numero "533" si riferirebbe esattamente al numero dei messaggi, presenti sotto questo articolo (dove stiamo commentando) prima che venisse inserito il messaggio del 30 giugno 2018 17:17:00 (e, qui, i partecipanti alla discussione sono almeno 13 senza contare gli anonimi sotto cui, forse, si celano alcuni dei 13 partecipanti)

Ivana ha detto...

LEGGASI:
I numeri: 1; 9; 86 e 3 si riferirebbero alla quantità dei messaggi presenti rispettivamente:
1: sotto il post che, entrando in quel determinato blog, compare per primo;
9: sotto il post che compare per secondo;
86 : sotto il post che compare per terzo;
3: sotto il post che compare per quarto.

Ivana ha detto...

Per chi volesse ascoltare l’avvocato Salvagni che insiste sulla richiesta della perizia affermando che agli atti processuali emerge che il prof. Casari ha detto che presso i laboratori del San Raffaele sono custodite le provette “[…]e di quelle provette ne è stata utilizzata una piccola aliquota[…]” segnalo:
https://www.raiplay.it/video/2018/06/La-vita-in-diretta-Estate-f8991ef6-a51b-4dda-8568-8bb41de8e983.html
A partire dal cinquantacinquesimo minuto (circa) viene trattato il caso di Yara

Biologo ha detto...

Del prof. Casari gira da tempo in rete un estratto dagli atti della trascrizione della sua deposizione:

https://image.ibb.co/nJpthJ/deposizione_casari_dna_campioni.jpg

In sole 6 righe ripete 5 volte che i campioni li hanno ancora:

- "abbiamo ancora in San Raffaele"
- "sono a disposizione"
- "li abbiamo ancora tutti"
- "non abbiamo finito nessuna aliquota"
- "c'è ancora materiale per ulteriori indagini volendo"

Allora il motivo per cui c'è tanta resistenza nella ripetizione degli esami forse può essere trovato nella trascrizione della deposizione della dott.ssa Asili della Polizia Scientifica, che pure gira da tempo ma che i giornalisti fanno finta che non sia mai esistita:

https://preview.ibb.co/c59jNJ/asili_campione_incredibile.jpg

che riferendosi agli elettroferogrammi di Ignoto 1 che le sono stati consegnati dice:

- "quando lo abbiamo visto abbiamo esclamato, non pensavamo ci fosse una qualità di risultato in questa maniera"
- "abbiamo addirittura commentato che sembrava un tampone salivare"
- "nel forense, non è facile da ritrovare a meno che non sia un tampone salivare"

Poi spiega anche perché quei risultati sembrano un tampone salivare, e cioè che gli elettroferogrammi non mostravano le tipiche caratteristiche della degradazione che ci sono sempre sulle tracce forensi anche quando la concentrazione di DNA è elevata.

La difesa ha presentato pubblicazioni scientifiche sulla resistenza del DNA all'aperto e sul fatto che nelle condizioni di quel cadavere dopo 3 mesi quel profilo non poteva essere rilevato. La Polizia Scientifica ha affermato, ed è nero su bianco, che quel tipo di risultati li trovano nei tamponi, non nei reperti forensi. La Polizia Scientifica ha affermato che i risultati che sono stati loro inviati sono privi di qualsiasi segno di degradazione.

Allora, da cosa sono stati ricavati quei risultati inviati alla Polizia Scientifica anni prima che Bossetti venisse ufficialmente individuato?

I giudici avevano tutto il necessario per farsi questa domanda e per rendersi conto che qualcosa di molto serio non torna affatto: campioni degradati in cui quello che dicono essere Ignoto 1 compare solo a pezzi, incompleto, insieme al profilo di Yara, e misto ad alleli estranei, ma poi dei risultati in cui Ignoto 1 compare come unico profilo, di una qualità che non si riscontra nei campioni forensi ma solo nei prelievi tipo tamponi buccali da laboratorio.

Insomma, ma cosa ci vuole a rendersi conto della gravità della situazione?

antrag ha detto...

Brava Ivana per la possibile interpretazione dei numeri.
Ma le persone (umane) intervenute erano tre
perché la quarta di cui tu parli era stata considerata una "dea".

antrag ha detto...
"Una dea è stata con noi".
E si è capito tutto.
IPSE DIXIT, pardon IPSA DIXIT!
27 giugno 2018 17:37:00 CEST

Ma ritorniamo al tema del blog.

antrag ha detto...

Biologo conclude poco fa:
...
Insomma, ma cosa ci vuole a rendersi conto della gravità della situazione?
1 luglio 2018 19:36:00 CEST

'... presi insieme risultano convergenti e assumono un'assoluta rilevanza probatoria...'.
Questo si dice per gli indizi di colpevolezza di un individuo.

... appunto tutti gli indizi di errore e i germi di contraddizione emersi da indagini e processi, in base ai quali è stato condannato l'imputato, convergono presi insieme e assumono un'assoluta rilevanza probatoria di un processo avvenuto ma da cancellare subito.

Vanna ha detto...

Grazie Ivana per la spiegazione, ma non ci ho capito nulla lo stesso.
Sono allergica ai numeri, comunque riporto:
"In base alla mia interpretazione, il messaggio del 30 giugno 2018 17:17:00 sarebbe rivolto alla persona che ha realizzato un determinato blog.
I numeri: 1; 9, 86 e 3 si riferirebbero alla quantità dei messaggi presenti rispettivamente sotto il post che, entrando nel blog, compare per primo, sotto il post che compare per secondo, sotto il post che compare per terzo e sotto il post che compare per quarto."

Chi avrebbe realizzato il "determinato blog"?
A che pro evidenziare la sequenza dei numeri relativi alla quantità dei messaggi?

antrag ha detto...

@Vanna

Si era dato per spacciato questo blog
per tre volte:
18 giugno 2018 19:43:00 CEST
18 giugno 2018 20:00:00 CEST
18 giugno 2018 21:22:00 CEST

... e invece, in questo passaggio processuale appello-cassazione,
sono state dette cose importantissime
e date informazioni fino a stasera
alle quali i giudizi e la difesa
dovrebbero rivolgere la loro attenzione,
piuttosto che consumarsi il dito indice
ed essiccarsi la lingua per sfogliare le famose 60000 pagine ...

I numeri di cui vuoi sapere il significato
sono statistiche da altri blog che,
se si escludono gl'interventi acuti e mirati di una nostra beniamina,
mostrano sterilità di argomenti e superficialità nell'osservare la realtà delle cose.

Di più so ma non posso dirti per il momento.

antrag ha detto...

LEGGASI:
alle quali i giudici e la difesa

Guglielma Vaccaro ha detto...

Biologo ha detto...

Del prof. Casari gira da tempo in rete un estratto dagli atti della trascrizione della sua deposizione:

https://image.ibb.co/nJpthJ/deposizione_casari_dna_campioni.jpg


Non gira da solo, è partito dalla bacheca di uno legali, alla faccia dei verbali secretati...

Guglielma Vaccaro ha detto...

Su questo blog ci sono spunti importantissimi? E' stato avvisato chi di dovere? Guardate che ottobre arriva in un attimo.

Bruno ha detto...

Chi avrebbe realizzato il "determinato blog"?
A che pro evidenziare la sequenza dei numeri relativi alla quantità dei messaggi? - Mi domando se questi numeri sono importanti per il processo.

Ivana ha detto...

Per me tutto ciò che rientra nella “mitologia” è soltanto frutto della fantasia degli esseri umani, per cui le persone intervenute attivamente, finora, in quel determinato blog, sono quattro.

Vanna e Bruno, posso dirvi soltanto che non sono io ad aver realizzato quel determinato blog; sarà l’autrice stessa, se vorrà, a citarlo.


Come ripeto, nella piena consapevolezza che i miei dubbi restano completamente ininfluenti a livello processuale, sul DNA attribuito a un determinato individuo, DNA che viene ritrovato sul corpo di una vittima che non aveva avuto alcun rapporto precedente con tale individuo, a me sorge comunque un dubbio, dovuto sia alla mia esigenza di rigore scientifico sia, soprattutto, alla mia scarsissima conoscenza in ambito genetico; infatti mi sorgono domande a cui non so rispondere e che continuano a lasciarmi, appunto, nel dubbio:
Esistono tecniche specifiche per verificare che nessuno abbia potuto “falsificare” quella traccia genetica, prima di procedere alle analisi per determinare le parti componenti della traccia stessa?
Perché, a quanto pare, il test di metilazione (o altro test specifico) non è previsto (nei protocolli da seguire in laboratorio) per le tracce miste ritrovate dopo tre mesi dalla scomparsa della vittima?
Se, dopo aver separato le componenti della traccia, i genetisti si accorgono che la componente nucleare maschile è sorprendentemente di ottima qualità, perché non viene effettuato alcun controllo in merito a una eventuale falsificazione, considerati i tre mesi trascorsi prima del ritrovamento del corpo della vittima?
Esistono le falsificazioni dei documenti, del denaro, dei dipinti, delle statue ecc., potrebbe esistere, o no, la reale possibilità di falsificare il DNA? E se esiste la possibilità di falsificare il DNA, quali strumenti sono attualmente in uso, in laboratorio, per poter escludere che ci sia stata un’eventuale falsificazione del dato genetico?

Vanna ha detto...

Grazie antrag,
ricapitolando (sono dura di comprendonio, ma ci provo).
Sono andata a rileggere il postato del 18 giugno: ok!
Non so quale altro blog e quale beniamina.
Ma ho riletto il seguito e le tre grazie poi hanno abbassato i toni del sarcasmo e del sentirsi martiri.
A Guglielmina la pettegolina.

L'ingresso di Biologo con tutto quel che ha scritto ha rimesso in pista la tecnica dispettosa da asilo nido, tipo la seguente:

"Su questo blog ci sono spunti importantissimi? E' stato avvisato chi di dovere? Guardate che ottobre arriva in un attimo."

Non spiega perché gli spunti sono importantissimi,suggerisce di avvisare chi? La difesa, la Cassazione, l'accusa, la coscienza... ma di chi?
Non lo dice, è nella botte di ferro della sicurezza della iniqua condanna.
Avvisa il nostro blog che ottobre arriverà tra poco.
Embè?
Tre frasi sconclusionate che, a montare e smontare ogni parola, non esce una briciola di buon senso, di logica, di concretezza, solo saltare e travisare.

Se c'è una cosa che non sopporto è avere a che fare con persone che si fanno credere stupide quando non lo sono e vogliono essere solo loro a giudicare sui tomi i colpevoli immaginati e si sentono "deprivate" del ruolo da chi il ruolo non ce l'ha ma ha il cuore collegato col cervello, no il cervello collegato con i commi.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Niente, è proprio amore il vostro, vi ringrazio per l'attenzione!

Nel frattempo pensate anche al povero Bossetti, ma in concreto, andate a fare un po' di esposti sulla base delle teorie presenti in questo blog.
Dai, vogliamo leggere le mirabolanti novità sui media!

antrag ha detto...

" Tre frasi sconclusionate che, a montare e smontare ogni parola, non esce una briciola di buon senso, di logica, di concretezza, solo saltare e travisare."

Vanna mai definizione più adeguata per quegli scritti è stata data in questo blog.

Ma di fronte a casi del genere per salvare le persone, io m'impongo di pensare che quelle frasi che tu hai definito eccellentemente non appartengano a questo blog ma a "scazzi" (mi scuso per il termine) di origine esogena rispetto al blog che, in modo bambinesco, si vogliono regolare qui dentro.

Se non fosse così, questo invitare a contattare, a riferire, a informare ... assurgerebbe a livello di un comportamento maniacale oppure si originerebbe da una visione distorta della funzione di un blog in cui liberamente si dibattono delle opinioni, che avranno il loro effetto eventuale chissà se e in che modo.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Chissa e se...ma si, chi se ne importa, tanto non ci siamo mica noi in carcere da oltre quattro anni! E' proprio un bel gioco complottare su un blog tra i tanti nel Web...

Wolf ha detto...

Mi piacerebbe sentire dalla signora Guglielma come lo spiega guesto dna.

https://preview.ibb.co/c59jNJ/asili_campione_incredibile.jpg

Biologo ha detto...

@Wolf

Inutile continuare a chiedere a gugly cosa pensa di questo o di quel dettaglio delle questioni genetiche.
Lo facciamo da anni ma o evita di rispondere oppure, quelle poche volte che lo fa, rende palese il fatto che ha una comprensione estremamente superficiale, quando non del tutto errata, dell'argomento.

Sai perché ora scrive col suo nome? Perché è l'ultimo espediente dialettico che le rimane. "Metteteci la faccia, metteteci la faccia!". E così evita di entrare nel merito di ciò che è stato riportato. Come se una cosa diventasse vera o falsa a seconda di chi la riporta. E un falso argomento, un trucchetto...

Cosa mai ti può rispondere una persona di questo tipo? Non entrerà mai direttamente su un argomento tecnico perché sa bene che alla fine non è realmente preparata per discuterne. Vie traverse, espedienti dialettici. Discute di un omicidio come se stesse parlando dei demenziali programmi pomeridiani della Mediaset. Sorrisini, battutine, espressioni tipo "ciaone". Si può prendere sul serio una persona così solo perché, come dice lei, ci "mette la faccia"? Pure in quei programmi demenziali ci mettono la faccia, quindi dovrebbe essere chiara la portata di questo suo argomento...

Vanna ha detto...

Biologo affermi che "...non è realmente preparata per discuterne..."
Penso che lo sia invece, il suo stare qui è per vigilare ed irridere il parere altrui.
Non oso pensare che nella sua giornata sia così, no lo è qui per smontare la nostra qualità.
In realtà non sono neanche io preparata, però proprio perché non lo sono, faccio tesoro di ciò che leggo e soprattutto, poiché si parla di ergastolo e di disastro familiare con tre figli che 6 anni fa erano minorenni, mi attivo per trovare percorsi che possano mettere in discussione tutto l'iter investigativo e la relativa condanna.
Ce ne sono in gran quantità di "nei", a cominciare dal condannare in base ad un dna di origine "aliena" non supportato da altre prove e quelle che hanno narrato sono voli di fantasia terra-terra.
Eh no, così non funziona!
Non si dà un ergastolo senza prove, costruendo romanzi d'appendice di una madame Bovary della porta accanto, senza farsi domande!
Da tutti i "nei" non affrontati mi sono fatta l'idea che MGB è innocente e che i veri colpevoli sono stati protetti.
Sono complottista?
E tutta la rete di copertura per scoprire solo un assassino cosa è?
Non è un complotto pure quello?

Chiara ha detto...

uuuuuhhhhh che bello, hanno tolto la "secretazione" ai verbali! qualcuno ha avvisato sturlese tosi o ancora lo lasciate col suo povero taccuinetto? :D

Anonimo ha detto...

Riecco la Volpe!

Biologo ha detto...

Eccone un'altra:

- Chiara scrive: uuuuuhhhhh che bello

Stile e tono da lite alla scuola elementare e, pur di evitare di affrontare la sostanza dei fatti, concentrazione sul superfluo. Il solito insomma: cosa ha detto il giornalista, che tono ha usato il giudice, cosa ha risposto l'avvocato, quale reazione ha avuto un consulente...

Un'altra che discute di un omicidio con la superficialità e la strafottenza consoni alle becerate pomeridiane della tv spazzatura.

Chiara ha detto...

Ciao Omino di Burro! :D

Chiara ha detto...

Ahahahaha Biologo, quello che si prende tanto sul serio che tra un po' manda la parcella a Bossetti :D Però in compenso ammannisce buone maniere come piovesse, perfettamente calato nel personaggio Bossettifan, livello adeguato :D

Chiara ha detto...

Poi mi piace perchè settimana scorsa mi avevano chiesto LORO di spiegare la balla dei verbali....ops era superficiale? ma guarda un po', a capirlo prima evitavate migliaia di commenti INDINNIATI sulla secretazione :D
...mi sa che, anzichè la volpe, finisce che sono l'uva ;)

Biologo ha detto...

@Vanna

Fidati, quando ha provato a discutere di genetica ha finito per fare errori che di solito fanno gli studenti che devono prendere la licenza media inferiore (titolo, guarda caso, richiesto ai giudici popolari del primo grado).

Quanto al complottismo, una rete di coperture o cose simili non mi trovi d'accordo.

La spiegazione più plausibile sul perchè in generale capitano cose del genere l'ha fornita recentemente il dott. Tony. In sostanza, e concordo con lui su questo punto, i magistrati si innamorano di una tesi e finiscono per fare, in buonafede, una lettura a senso unico di tutti gli elementi che vengono forniti dai consulenti.

Nel caso di Bossetti, una volta che i consulenti hanno detto al magistrato che c'è il DNA di un uomo sulle mutande della vittima, il magistrato si è convinto che dovesse trattarsi del colpevole. Quando, anni dopo, i consulenti hanno detto che era il DNA di Bossetti, il magistrato ha riletto tutti gli elementi disponibili e gli sono parsi confermare la colpevolezza di Bossetti. Così a quel punto, innamorata della soluzione, nella sua lettura degli elementi non hanno trovato spazio le criticità, le assurdità pure che risultavano dai dati, e tutte quelle contraddizioni che fanno di questo caso qualcosa che proprio non torna.

Vanna ha detto...

Biologo, scrivi.
"...La spiegazione più plausibile sul perchè in generale capitano cose del genere l'ha fornita recentemente il dott. Tony. In sostanza, e concordo con lui su questo punto, i magistrati si innamorano di una tesi e finiscono per fare, in buonafede, una lettura a senso unico di tutti gli elementi che vengono forniti dai consulenti..."

Il magistrato non deve "innamorarsi" o seguire una tesi, così.
Il suo ruolo è molto delicato ci deve pensare bene prima di condannare, deve scendere dal piedistallo del suo libero convincimento e verificare.
Ma non fanno i corsi di aggiornamento? Li fanno tutti?
Non partecipano a convegni del settore?
Non leggono pubblicazioni?
Non sono inseriti in un circuito dialettico internazionale?
NOO?
Allora, prima di condannare all'ignominia famiglie che sono "normali", coi tempi che corrono è "normale" praticare le corna e sempre lo è stato, si facciano molte domande interiori, senza aprire i codici poiché l'esperienza l'hanno ormai acquisita, diano attenzione al dubbio. E poi emettano il giudizio.
Va da sé che, prima di condannare all'ergastolo, lo hanno condannato all'ignominia familiare e su quella si è spalmato quella specie di dna che ha portato alla condanna.
Processo a porte chiuse, giudizi morali a porte aperte e col megafono.
Ma che discrezione!

Biologo ha detto...

[...] Mi hanno messo un cappuccio nero in testa e mi hanno portato a riva. Non vedevo niente, ero terrorizzato. A terra qualcuno ha sollevato il cappuccio e mi ha fissato. "È lui", ha detto e ha riabbassato il cappuccio. Mi hanno caricato su un'auto e per tutto il viaggio mi hanno trattato da assassino. Andavano a 220 all'ora, anche di più. A mezzanotte eravamo a Bergamo, hanno cominciato a far domande, poi con 6 gradi sotto zero, sulle scale davanti al cortile della caserma mi hanno fatto spogliare. Ho tolto tutto, slip, calzini e sono rimasto nudo. Insistevano "confessa, Benozzo (il datore di lavoro, ndr) ha detto che sei stato tu!". Ho preso un ceffone e un calcio sulla tibia, poi mi hanno portato in carcere [...]"

Dal tono di questa intervista si poteva intuire già anni fa il tipo di contesto da cui provenivano le informazioni che giungevano al magistrato.

Oggi un racconto del genere sarebbe chiaramente da art. 613-bis, ma all'epoca il tizio era soltanto un marocchino solo. D'altra parte dei pubblici ufficiali che decidono di denudare un fermato non me li immagino proprio portare dei testimoni ad assistere alla cosa...

Quindi il meccanismo è questo: Fikri è credibile se parla delle sue intercettazioni in un modo che i magistrati condividono, non è credibile se parla del modus operandi di chi indagava sulla scomparsa di Yara se la descrizione non rientra nei canoni della rappresentazione che si vuole dare al pubblico degli operatori delle forze dell'ordine. Ecco il problema.

Questo discorso non per infilare nuovamente Fikri nella vicenda, ma per dire che se, per esempio, per la Alkamar un innocente è dovuto stare 22 anni in galera prima che un Carabiniere decidesse di togliersi un peso dalla coscienza, quanto affidamento si può fare sulla coscienza altrui (magistrati, forze dell'ordine, ecc.) per tirare fuori Bossetti da una situazione tanto ingarbugliata?

Bruno ha detto...

@Biologo, quando ho iniziato a leggere quanto hai scritto su Fikri mi sembrava di leggere un fatto accaduto 30 anni fà in sud america in Argentina ai tempi dei desaparecidos, invece è un fatto recente e per di più in Italia. penso solo a cosa gli è accaduto a Bossetti isolamento, frustazione disperazione, distruzione della sua famiglia ma nonostante tutto è ancora è vivo a gridare la sua innocenza.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Il povero Biologuccio (che se la crede) cade nello stesso errore della difesa che ha rilevato anche la corte di appello: non sta agli avvocati discettare di dna, spetta ai loro consulenti che devono fornire un parere sottoscritto che gli avvocati allegano ai propri atti; ma ve la ricordate la sentenza di secondo grado? In un punto la Corte lo dice, non ci sono perizie di scienziati ritualmente scritte e sottoscritte, rispondono direttamente i legali...a proposito, grazie Biol, dicendo che non ne so io stai dicendo che anche gli avvocati della difesa non avevano sto gran diritto di discettare, o loro hanno studiato? A te risulta? Invece di prendervela con me riflettete prima di scrivere, che le cantonate sono grosse!!!!
Dimenticavo: quel dna è stato certificato perchè la difesa non lo ha confutato in modo convincente (vedi sopra), poi se Biologo se la crede anche sul diritto...ma lo so già che non accettate questa circostanza...lo hanno detto due Corti, fatevi coraggio e denunciate i magistrati visto che parlate di complotto, mafia, depistaggi, ecc.ecc.ecc.ecc.

antrag ha detto...

Signora Vaccaro,
accusa e corti non possono condurre processi sull'onda dell'inverosimiglianza, in contrasto con le leggi biologiche e fisiche, senza controprove, selezionando senza giustificarle le decisioni sulle piste da seguire, scrivere motivazioni di sentenze zeppe di pressapochismo e contraddizioni (a dire anche di un'attentissima frequentatrice di questo blog) e poi pretendere o rimproverare nelle stesse motivazioni la difesa, che in modo pacato in dibattimento ha sollevato i dubbi essenziali, per non avere scritto relazioni. Le relazioni ci sono e sono i resoconti stenografici del dibattimento (dibattere vuol dire discutere non scrivere).
Chi puntella, come lei, tale facciata dell'amministrazione statale si chiama da sé, per così dire, in correità.
Si rende conto a quale guazzabuglio con i suoi interventi sta tenendo il bordone?
Al di là degli interessi professionali ... non le piacerebbe abitare in uno stato che amministri bene i propri cittadini?

Guglielma Vaccaro ha detto...

Antrag, torna sui banchi a studiare, poi conta sino a dieci e poi magari scrivi qualcosa.

Wolf ha detto...

Guglielma Vaccaro ha detto...

Il povero Biologuccio (che se la crede) cade nello stesso errore della difesa che ha rilevato anche la corte di appello: non sta agli avvocati discettare di dna, spetta ai loro consulenti che devono fornire un parere sottoscritto che gli avvocati allegano ai propri atti


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Ma i consulenti cosa potevano sottoscrivere se a quel dna non è stata permessa una controperizia?.

Guglielma Vaccaro ha detto...

ecco un altro che scrive ignorando la procedura: la consulenza di parte la scrivi PRIMA e la porti al processo, è proprio quella che dovrebbe mettere in testa dubbi alla Corte e farle dire: uno dice una cosa, uno l'altra, facciamo una consulenza terza"; se tu parte non presenti niente si presume tu sia d'accordo con la Procura...

Biologo ha detto...

@Guglielma Vaccaro

-scrive: la consulenza di parte la scrivi PRIMA e la porti al processo

Ennesima dimostrazione che l'avv. Guglielma Vaccaro appena si allontana dal gossip e tenta di entrare nei dettagli finisce per scrivere assurdità.

Qualunque essere raziocinante può rendersi conto che non si può scrivere "PRIMA" del processo (prima udienza il 3 luglio 2015) una consulenza su dei dati che sono stati consegnati soltanto DOPO l'inizio del processo (il deposito del RIS è del 4 dicembre 2015)...

Guglielma Vaccaro ha detto...

Davvero? Quindi mi stai dicendo che la difesa non ha denunciato per aver ricevuto dati che doveva avere OBBLIGATORIAMENTE al momento della chiusura delle indagini preliminari? Quelli di cui parli sono i raw dati,il resto da esaminare c'era; non ti coprire oltre di ridicolo perché questa volta la fesseria l'hai scritta.

Guglielma Vaccaro ha detto...

A parte che sti famosi dati tanto richiesti non sono stati esaminati che in minima parte e nemmeno da entrambi i consulenti...quindi? La perizia? Prima di scrivere sbollite la rabbia e ricordatevi meglio.

Biologo ha detto...

@Guglielma Vaccaro

-scrive: Quelli di cui parli sono i raw dati,il resto da esaminare c'era

Il resto, cosa c'era? Le relazioni dei consulenti dell'accusa con le tabelline di Word? Si fa una consulenza scientifica sulla consulenza?

Se domani viene fuori che un cliente dell'avv. Guglielma Vaccaro è accusato di omicidio sulla base di una traccia di DNA, vediamo quale luminare riesce a trovare che le scriva una "consulenza sulla consulenza" prima di vedere dati...

Prima di accusare qualcuno di scrivere "fesserie" sarebbe il caso di fermarsi almeno qualche minuto a riflettere.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Ribadisco, stai sparando sciocchezze a ritmo continuo, è meglio se taci; qualcuno di voi ha capito con che tesi la difesa è arrivata a processo? DNA non è di Bossetti? Errori procedurali? A seconda della tesi, consulenza di parte...Poi se qualcuno vuole avere per forza l'ultima parola prego, se scrive castronerie da rotolarsi in terra dalle risate non è colpa mia eh.

Biologo ha detto...

@Guglielma Vaccaro

-scrive: Ribadisco

E ribadisci, ribadisci... Poi magari ci passi anche il nome del luminare che può scrivere consulenze scientifiche senza guardare i dati.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Perché ti piace leggere solo quello che ti conviene: con la discovery alla chiusura delle indagini preliminari avevano già i risultati alla base, potevano già scrivere; hanno fatto casino al processo, hanno poi scritto qualcosa? Mi pare di no...ma visto che sei tanto bravo a parte scrivere (fesserie giuridiche) in questo blog dai qualche contenuto ufficiale prima del 12 ottobre? Facci sognare, dai.

Biologo ha detto...

@Guglielma Vaccaro

-scrive: con la discovery alla chiusura delle indagini preliminari avevano già i risultati alla base

Solita solfa... "i risultati alla base"... Cioè le tabelline di Word. Quante volte dovrò ripetere che senza i dati non si può fare una relazione scientifica?

Ad esempio, come si potevano contestare le soluzioni scadute in una relazione prima del processo se le date di scadenza sono emerse soltanto dai dati del 4 dicembre 2015? Stesso discorso per gli alleli estranei, i marker vuoti, i controlli positivi assenti, i controlli negativi falliti, ecc....

Guglielma Vaccaro ha detto...

E perché non hanno denunciato prima del processo di non avere tutto? Perché una volta ottenuto i dati a processo non hanno scritto nulla e manco esaminato tutto? Le fesserie continuano, a furia di volere l'ultima parola...povero Biologuccio, attendiamo sempre il tuo scritto ufficiale che riBbalterà il risultato, per dirla alla Alessandro Borghese :D
Ancora niente?

antrag ha detto...

Alcuni interventi in questo blog suscitano automaticamente spregevolezza.
Altri, come quelli di Biologo, suscitano interesse e corrispondono a vere esperienze professionali.

Signora Vaccaro!
Ma lei non si stava occupando di bambole?
o mi sbaglio?

Guglielma Vaccaro ha detto...

E tu antrag non devi tornare dietro la lavagna? A studiare!

Chiara ha detto...

Ho appena letto il vostro adorato carloantonio dare della scimmia a un utente che molto sommessamente osava mettere in dubbio la questione ologramma o chip, perché lui è laureato ingegnere e l'altro no. Rendetevi conto di quanto meno cafone siamo Gugly ed io che ancora sopportiamo che chi non fa questo mestiere venga a spiegare come funzionano consulenze, processi ecc... non vi indignate col borioso ingegnere che non tollera venire contraddetto da chi non è alla sua altezza, addirittura dandogli della scimmia? Ah ovviamente per osmosi l'aggettivo va a Biologo. .... Biologo mio, rivalutaci che almeno noi non mettiamo in dubbio l'appartenenza di nessuno al genere homo sapiens sapiens

antrag ha detto...

A me piace maggiormente l'idea di carlantonio anche se leggo con avidità e interesse gli scritti di Biologo.

Non difendo con questo la categoria a cui mi onoro di appartenere.

Sulla scimmia ... è solo brachilogia!


Biologo ha detto...

Visto che il tema del presunto adesivo-chip è stato riproposto, aggiungo nuovamente le immagini che possono essere utili a farsi un'idea più chiara della questione:


- La foto della batteria di Yara nei guanti (sudici...) dell'operatore al momento del rinvenimento in cui si nota un riflesso giallo-verde dell'ologramma adesivo:

http://www.bergamosera.com/cms/wp-content/gallery/oggetti-yara/c_2_fotogallery_1002093__imagegallery__imagegalleryitem_3_image.jpg


- L'ingrandimento dell'ologramma estratto dalla foto precedente su cui l'ingegnere ha annotato delle presunte componenti che si nasconderebbero in prossimità dei riflessi:

https://2.bp.blogspot.com/-nlWEqB7lUGc/Wy3Z3swaWMI/AAAAAAAAA2I/sEtU7B34eVoqQi38nNnaXx12lahInlZfQCLcBGAs/s1600/batteria%2Btelefono%2BYara%2B%255B5%255D.jpg


- La foto della batteria di Yara sul tavolo della scientifica in cui i riflessi dell'ologramma sono diversi (non appaiono più giallo-verdi) per via della differente illuminazione:

https://image.ibb.co/dHn1zy/batteria_large.jpg


- Una foto di una batteria dello stesso modello di quella ritrovata nella tasca di Yara in cui l'ologramma assume finalmente un aspetto più chiaro e i riflessi non suggeriscono proprio nulla di particolare:

https://images.ua.prom.st/375650492_w640_h640_33.jpg

Chiara ha detto...

Biologo, alzo le mani e ti posto la risposta dell'ing. Magari vai sul suo blog a parlarne con lui....

3 luglio 2018 07:33
... egregio signor Paolo... mi permetto di evidenziare quanto da lei scritto: '... quella etichetta apposta sulla batteria io la identificherei come quelle etichette cangianti/olografiche utilizzate per ostacolare la contraffazione in quanto difficili da riprodurre...'... col che, se mi consente, devo darle atto che lei mi ha aperto la mente!... nella mia assoluta ignoranza fino a ieri ero convinto che le etichette olografiche [detto per inciso tanti anni fa.. ahimeh!... tanti anni fa ripeto!... mi sono laureato in ingegneria elettronica col massimo dei voti proprio con una tesi di laurea sulla olografia...], leggibili solamente con una fascio laser di una ben determinata lunghezza d'onda, servissero per la protezione dalle contraffazioni di passaporti, carte di credito, carte di identita', banconote, marche da bollo e quant'altro... ora vengo a sapere che si usano per proteggere le batterie dei cellulari dalle contraffazioni dei cinesi!... puo' essere!... ma in questo caso ci sarebbe da chiedersi come mai un simile accorgimento sia stato usato solo su una parte delle batterie LGIP-430 A prodotte dalla LG e su nessuna altra!... allora signor Paolo!... se posso permettermi di darle un consiglio, il consiglio e' questo... perche' non prova a ragionare prima di buttarsi sulla tastiera del Pc e scrivere la prima cosa che le passa per la testa?... cosi' in futuro almeno evitera' di passare per una scimmia!...

... a risentirci per il mio prossimo postato!...

cordiali saluti

Carlo Antonio

Anonimo ha detto...

Blogger Guglielma Vaccaro ha detto...
Il povero Biologuccio (che se la crede)

la povera avvocatuccia (che se la crede)

Ivana ha detto...

Almeno su una cosa sono d’accordo con l’avvocato Salvagni, perché penso anch’io che la decisione che prenderà la Corte di Cassazione probabilmente condizionerà i futuri processi che, come questo, useranno il modello DNA-centrico. Si capirà se saranno sufficienti, o no, i raw data per la formazione della prova nel contraddittorio tra le parti.
(Sarà previsto, in futuro, un consulente pro ignoto, considerando che sia possibile l’irripetibilità di determinate importanti analisi?)
Sono d’accordo con l'interpretazione del generale Garofano: credo anch’io che ci siano dei residuati degli estratti conservati al San Raffaele dal prof. Casari; non ci sarebbero reperti, ma piccole provette e varrebbe la pena di andare ad analizzare, anche se non significherebbe poter rifare tutto dall’inizio (cioè dall’estrazione).
Comunque, a mio modestissimo avviso di essere razionale, almeno una controprova sarebbe da effettuarsi, e, forse, sarebbero sufficienti tali residuati, per alcune controprove.
Resto, quindi, in piena sintonia con quanto espresso da Matteo Torrioli che ha raccontato quella storia di un falsario di dipinti (considerato un uomo senza alcun talento) che continuava ad affermare che determinati dipinti erano i suoi, ma i giudici non gli credevano; quando lui si fece portare tela e pennelli riuscì a fare un nuovo inedito del pittore olandese (di cui aveva già creato altri “falsi”) e tutti rimasero stupefatti.
Insomma, penso anch’io che certe controprove (dirette o indirette che siano) si potrebbero fare e, a mio avviso da semplice essere razionale (che conosce pochissimo la genetica), sarebbero utili a dimostrare l’inconsistenza di certi dubbi, aut la non affidabilità di un determinato profilo genetico.

Guglielma Vaccaro ha detto...

Anonimo ha detto...

Blogger Guglielma Vaccaro ha detto...
Il povero Biologuccio (che se la crede)

la povera avvocatuccia (che se la crede)

4 luglio 2018 08:10:00 CEST

Consiglio antibile...sinora i fatti hanno dato ragione alla povera avvocatuccia, come mai? Ah già vero, errori, complotti, mafia...ancora qui nel blog a degnarmi della vostra attenzione? Ma non siete ancora corsi a denunciare tutto il marcio che si annida dietro la faccenda? Paura che non si possa fare una denuncia firmandosi "anonimo"?

antrag ha detto...

Ivana!
quando vai in giro hai bisogno di portare appeso al collo un cartello con la scritta:
"IO SONO UN ESSERE RAZIONALE"?
Se no, perché continui a ripeterlo ossessivamente qui nel blog?
Hai così bassa stima di noi tutti?

Anonimo ha detto...

In realtà Ivana non lo sa, ma lei è assai poco razionale, anzi non lo è per niente, lo dimostra ad ogni piè sospinto. Non ha ancora capito...

Ivana ha detto...

antrag,
siccome parlo da inesperta in ambito genetico, sottolineo semplicemente che sono, comunque, un essere razionale e, come tale, esprimo i miei dubbi.
Ho scritto, infatti:
"a mio modestissimo avviso di essere razionale"
"a mio avviso da semplice essere razionale (che conosce pochissimo la genetica)"

"Dubito, ergo sum" ?

Quante volte dovrò ripetere ancora che doverosamente rispetto ogni punto di vista altrui?



Ivana ha detto...

Siamo almeno in tre a condividere un certo punto di vista:
Luca Cheli, Matteo Torrioli e io

Guglielma Vaccaro ha detto...

Altra bufala che si trascina da anni dura a morire: la perizia non si fa perchè "il popolo si deve togliere il dubbio", si fa se è stata richiesta in modi e tempi conformi a quanto previsto dalla legge...
A quanto pare ciò non è avvenuto: mi duole contraddire l'esimio Biologo del quale attendo con impazienza pubblicazioni ufficiali con timbro e firma, ma:

- al momento della chiusura delle indagini il faldone con tutti gli elementi raccolti dalla Procura è diventato disponibile (le famose 60000 pagine che più di uno che dice di essere vicino alla difesa scrive spesso di aver letto, anche su questo ci sarebbe da chiarire),quindi quello che portato a dibattimento è diventato elemento a carico...perizia sui grafici? Esimio, non si sono pronunciati i valenti consulenti e dici tu che non bastava? E come mai i consulenti non hanno fatto un primo scritto in cui denunciavano ciò? Va bene, urla e strepiti, il 4 dicembre 2015 i famosi raw data...li hanno esaminati? Li hanno utilizzati per una perizia? A me pare di no.

Lo sa che fa male e che in pratica tolgo un giochino, ma mi sa che non è alla Procura che dovete imputare se non è stata disposta una perizia...ah, non iniziamo con la fesseria giuridica che stava alla Procura dimostrare tutto eh! Vi bacchetto :D

La Procura ha portato i suoi elementi a dibattimento, giusti o sbagliati. E la difesa? A proposito, rimane sempre l'annoso interrogativo sull'orientamento sostenuto a processo, difesa nel merito o eccezioni procedurali? Ah, saperlo....

Non affannatevi a dedicarmi post, è tutta attenzione....ciaoooooooooooo

Chiara ha detto...

Apro una parentesi con un piccolo off topic che interesserà gli appassionati storici di casi giudiziari (ricordate le criticità Rea e Poggi?) e anche i neofiti eccitati dalla materia della genetica forense, che probabilmente dopo bossetti torneranno a lavarsi le mani di tutta la materia, ma magari no e dunque questo spunto li solleticherà.

https://www.dirittoecronaca.it/lora-esatta-del-decesso-puo-essere-stabilita-con-unanalisi-dellrna/

Vanna ha detto...

Ivana wrothe:
"...Comunque, a mio modestissimo avviso di essere razionale, almeno una controprova sarebbe da effettuarsi, e, forse, sarebbero sufficienti tali residuati, per alcune controprove..."

Le prove stanno alle controprove
COME il dna integro in posizione importante della Brena,
sta alla minuscola traccia non integra, degradata, dimezzata su un capo d' abbigliamento fresco di lavanderia mai indossato prima da Y e non toccato dalla Brena in palestra che ha portato alla totale estraneità della portatrice di quel dna.

COSI' deve condurre all'estraneità quel dna assegnato a MGB.

Il dna, DA SOLO NON può condannare.
Il dna non è un giocattolo da usare a piacimento.

Altri dna non sono stati adeguatamente focalizzati.

Smettiamola di dire che si può rifare l'analisi!
Quell'analisi non ci porta a nulla!
Se quel dna fosse perfetto, da solo, non porta alla condanna!

La sola analisi che si deve fare:
continuare a riproporre tutto quello che non quadra e a considerare che le condanne non si emettono con un solo dato dimezzato.

Non crediamo più alle favole, il popolo va ascoltato.
Chiunque con una traccia rubata può essere condannato pur essendo innocente.
Quindi le modalità di condannare sul solo dna vanno evidenziate come pericolosissime.

Questa fase della storia giudiziaria italiana è delicatissima per tutti.

Questo è il tasto da premere!


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