Quanto è emerso al tribunale di Taranto non si può inquadrare in maniera diversa da ciò che significa in quanto testimoniato da persone al di sopra delle parti e ad di fuori dal caso in questione. Nessuno può dubitare dello psichiatra e della psicologa e nessuno può pensare ad un gioco perverso del contadino, nessuno può dire che è stato manovrato dalla famiglia ed ha fatto quanto gli è stato detto di fare. Quindi che lui abbia mentito nell'incidente probatorio a questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti. E dovrebbe essere chiaro proprio perché mentre in Aula testimoniava la colpevolezza assoluta della figlia in carcere ne testimoniava l'assoluta innocenza. A che pro? Qual'era il tornaconto se innocente? Adesso il gioco si fa duro per la procura, spiazzata su tutta la linea, che ha tre sole alternative. La prima è il ripensare al capo di imputazione per il Misseri e liberare figlia e moglie, indagare il suo ex legale e la sua consulente per scoprire se davvero qualcosa sia accaduto durante gli incontri in carcere, indagare il Petarra e tutti i testimoni che hanno dichiarato il falso in seconda o terza battuta, per capire cosa li ha spinti a mentire, ed iscriverli nel registro per aver intralciato la procura e la giustizia. La seconda alternativa è il modificare leggermente la rotta, ridare al contadino la sua cella ma non liberare nessuno e cercare di dimostrare che la figlia e la moglie sono state complici dell'omicidio e dell'occultamento. La terza alternativa prevede il perseverare con la posizione assunta, il fingere di non aver ascoltato lo psichiatra e la psicologa e sperare che il Gup faccia altrettanto.
Ma questa è una speranza che, credo, resterà disattesa. Pertanto si dovrebbero rifare i conti e ragionare di conseguenza. Conti che potrebbero riassumersi in questa maniera. Se i Pm con la prima alternativa possono cercare di azzerare il caos dimostrandosi uomini capaci di accettare le critiche, di capire da dove è nato l'errore e correggerlo, se con la seconda potrebbero rischiare di subire una debacle già al momento della decisione del Gup, perché non è detto rinvii a giudizio le due donne in base ad indagini che non sono convincenti perché adattate ad un omicidio e non ad una complicità, con la terza andrebbero addirittura incontro al rischio di una disfatta tipo "Caporetto", una disfatta che lascerebbe il segno sia sui muri della procura che su quelli del tribunale, questo perché il Gip Rosati ha avvallato ogni loro scelta acriticamente, non ha considerato la Difesa della figlia liberando il Misseri per non aver commesso il fatto (chissà che risate in carcere) ed è andato in televisione per far sapere a tutti quanto sono stati bravi lui ed i procuratori che lo sapevano innocente. Quindi, per ricapitolare, accettando di far marcia indietro potrebbero ritrovarsi comunque vincitori in quanto uomini capaci di capire i loro sbagli, così riuscendo anche a nascondere le magagne dell'inchiesta e dei giudizi, accettando di andare avanti, al contrario, sia in un caso che nell'altro rischierebbero di naufragare assieme a chi presto verrà chiamato a rispondere del proprio operato (a proposito, son partite le querele o stanno ancora valutando il memoriale?). Ed a questo punto c'è da chiedersi qual'è il male minore per la procura. Conviene perseverare o conviene far marcia indietro anche a costo di abbandonare la maggioranza degli italiani che si sono in loro immedesimati diventando i primi accusatori delle due considerate "arpie"?
E' chiaro che troppo tempo è passato dall'inizio della "campagna di Avetrana", è chiaro che i segni ormai son cicatrici e difficilmente si cancelleranno, è chiaro che il pregiudizio ormai è radicato e ci saranno persone che non riusciranno ad uscirne. Non è colpa loro, che altro non han chiesto se non di sapere la verità e dare giustizia a Sarah, è colpa di chi ha messo in circolo il pregiudizio convogliandoli in un imbuto che non aveva altri sbocchi se non quello voluto. Perché il pregiudizio ha lo stesso "gene" delle metastasi tumorali e si propaga in ogni organo grazie al sangue mediatico che scorre nei canali dello scoop. Canali, siano digitali o cartacei, che se ne fregano dell'uomo in quanto tale perché il marketing aziendale non conosce uomini ma numeri. Canali a cui, per tacitare la coscienza, basta vendere uno spot o una pagina di pubblicità in più. Canali che, catalogando gli italiani sotto la scritta "stupidi e dementi", ha dato da bere a tutti la sostanza chimica che ci ha inquinati. Ed è per questo che ancora ci sarà chi, grazie ad escamotage linguistici, continuerà ad additare ad assassina la ragazza che da oltre un anno vive in carcere, non tenendo conto di una testimonianza basilare che ha rivoltato come fosse un calzino la frittata servita al giudice dalla procura. E' chiaro che per chi crede di giocare al "gioco della personale giustizia" non sarà facile accettare ciò che, anziché essere considerato un aiuto alla verità, parrà una quasi personale sconfitta. E questo spiace perché la verità non è fatta di fans o tifosi.
Spiace anche che i media trattino una simile notizia in maniera minima perché minima non è, spiace che venga posizionata in un piccolo trafiletto o nascosta da titoli che invogliano ancora una volta al pregiudizio, titoli che nulla c'entrano con quanto dichiarato da chi, credibile che più credibile non si può, ha potuto incontrare il Misseri più volte al mese. Pare quasi ci si aspetti la contromossa della procura per poter ribattere a queste verità coi titoloni e le mille pagine urlate nell'etere nei momenti topici dell'inchiesta. Quasi che le dichiarazioni portate in Aula dallo psichiatra e dalla psicologa non siano un terremoto destinato a scuotere i palazzi e gli studi legali tarantini. Certo, ormai il Misseri è destinato a confrontarsi con la nomea affibbiatagli nel tempo, ma se si scoprisse che davvero, come ha raccontato alla psicologa, qualcuno lo ha consigliato di mentire e tirare in ballo la figlia? Da quale parte cadrebbe la torre costruita in questo lungo anno? Chi seppellirebbe sotto cumuli di pietre? Meglio una ritirata decorosa o una pesante sconfitta? Perché se c'è una cosa che nessuno in quella terra ha ancora capito, è che i media non guardano in faccia a nessuno e vanno di convenienza, non c'è gratitudine e non c'è amicizia che tenga. Ora aspettano gli eventi perché non si sa mai cosa potrebbe uscire di nuovo, ma fra pochi giorni, dovesse il giudice decidere quanto pare non possa fare a meno di decidere, gli ultimi rigurgiti della "prima campagna" saranno un ricordo e la "serpe mediatica" si rivolterà contro i suoi stessi figli, quelli adottati e mandati in schermo nell'ultimo periodo, che non avranno scampo, proprio come Sabrina Misseri, dato che i giornalisti e gli opinionisti ancora una volta seguiranno la corrente e spareranno senza curarsi di lasciare vittime al suolo.
E la domanda è: "Ci sarà una decorosa ritirata o si manterranno le posizioni ormai accerchiate e già pronte a crollare?"
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«Meno recenti ‹Vecchi 201 – 201 di 201Quando Valentina è andata dai carabinieri per raccontare ciò che il padre le aveva rivelato durante i colloqui,poteva già disporre,se avesse voluto,del consulto di due difensori,ossia gli avv. Russo e Velletri.E' ragionevole pensare che lo abbia fatto,ma è altrettanto ragionevole pensare che gli avvocati in questione le abbiano detto che quella strada non l'avrebbe portata da nessuna parte,sia perchè le accuse a Galoppa erano difficilmente provabili,dato che il diretto accusatore si trovava in carcere e non gli veniva data la possibilità di parlare tutte le volte in cui lo richiedeva,sia perchè i pm difficilmente avrebbero preso in considerazione l'oggetto di quelle denunce,anzi le avrebbero usate per far si che divenissero loro gli indagati,cosa che infatti fanno quando Valentina,che non poteva essere perseguita perchè si avvaleva del diritto di scegliere il difensore di un suo congiunto,tenta di sostituire Galoppa.Per quanto riguarda l'argomento di oggi,nulla di nuovo sotto il sole,il gup Carriere è l'ennesimo Ponzio Pilato,fa finta di non accorgersi dell'alibi di ferro di Sabrina,ignora le intercettazioni a favore,anzi le interpreta come fossero contro,crede a Misseri solo quando accusa sua figlia,non considera le testimonianze dei due medici del carcere,però proscioglie tutti gli avvocati che avevano scelto il rito ordinario,non si sa mai,potrebbe infatti partire un'altra denuncia da parte dell'Unione delle Camere Penali e allora gli amici vanno difesi si,ma sempre con riguardo verso se stessi.Sabrina e Cosima non fanno invece parte di nessuna categoria importante,mai nessuno potrà battersi per loro,anzi sono state già condannate dalla gogna mediatica e dall'opinione pubblica,certo ci sono le sentenze della Cassazione,ma Carriere a Taranto ci è arrivato da poco e vale la pena trascorrere questi anni in tranquillità,tanto per la Cassazione occorrerà altro tempo,infondo cosa valgono due vite in galera,piuttosto poco se paragonate alle conseguenze che avrebbe avuto una sua decisione coraggiosa.
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