Non c'è più religione. Questo detto popolare è usato per rafforzare, a volte scherzosamente ma non si sa quanto, il fatto ormai certo che l'uomo ha perso il rispetto dei valori umani e spirituali. Ed in effetti stiamo assistendo alla decadenza dell'uomo che sempre più somiglia all'animale. Se l'unica vera differenza fra gli esseri presenti sulla Terra sta nel cervello, nel ragionamento, dobbiamo in effetti constatare che ultimamente diversi italiani sono rimasti a secco di alimenti neurologici ed invece che far ragionare le cellule fan ragionare l'istinto. Animali nel senso più puro del termine. Tutto è iniziato con la sovraesposizione mediatica del caso di Cogne, tutto è continuato e si è adattato ai vari delitti succedutisi nel tempo. La strage di Erba, l'omicidio di Garlasco, quello di Perugia, quello di Avetrana, di Brembate Sopra ed ora del bosco delle casermette, a Teramo. E notate bene che da quando si usano questi metodi mediatici ed intellettivi nessun caso si può dire veramente risolto, neppure quelli in cui vi sono state condanne definitive.
Ora i riflettori sono puntati sull'omicidio di Melania Rea, di cui oggi sarebbe stato il compleanno, e, come volevasi dimostrare, la prova del nove ci fa capire che ancora una volta si fanno ragionamenti basati sull'istinto, sul quorum e sui rumors popolari. Il pensiero della maggioranza, nato proprio da frasi gettate in faccia al pubblico da personaggi televisivi che del ragionamento hanno perso traccia da tempo, è portato alla colpevolezza di chi in realtà nessuno può sapere se sia o meno colpevole. Però quasi tutti continuano a proclamare pubblicamente le loro certezze confidando che presto qualche San Miracolo dia loro ragione. Ma le probabilità che questo accada sono davvero minime in quanto non si può trovar traccia di ciò che il ragionamento ritiene non vi sia traccia. Perché il ragionamento, se fatto in assenza di pregiudizi ed a spazio aperto, porta in tutt'altre direzioni. Eppure quasi nessuno riesce a spaziare ed a vagliare le varie ipotesi disponibili in maniera corretta.
Non è difficile vagliare un'ipotesi in modo critico. Ognuno di noi può trovare, dopo averne formulata una, il punto debole che la rende nulla ed impercorribile. Mille ipotesi si possono fare per cercare di capire chi ha ucciso Melania Rea, ma ognuna ha in sé mille altre spiegazioni alternative, mille criticità che una volta riscontrate la rendono impercorribile in maniera inconfutabile. Eppure chi scrive o parla in tivù sbatte continuamente il mostro in prima pagina non riuscendo a capire, a causa dei problemi neurologici di cui sopra, che ogni propria ricostruzione personale cozza contro gli scogli dell'impossibilità. Se fosse vero ciò che un noto disinformato televisivo ha dichiarato in più occasioni, cioè che i carabinieri avrebbero voluto il Parolisi in galera già da tempo e se ancora non è stato arrestato è solo a causa del garantismo dei Pm, ci sarebbe da preoccuparsi per il grado intellettivo degli uomini dell'Arma che dovrebbero essere mandati a fare infiniti corsi di recupero.
Se il marito di Melania non è in carcere significa che ogni ipotesi ricostruita ed adattata alla sua persona non ha trovato riscontri in quanto le criticità di cui sopra l'hanno demolita e resa impossibile da dimostrare. E chi indaga lo sa come si costruiscono e si verificano le ipotesi investigative, loro non fanno i giornalisti o gli opinionisti, per cui arresterebbero il Parolisi solo se dovessero trovare elementi nuovi, quelli che si potrebbero incastrate nei quadri già vagliati. Ma chiediamoci perché questi elementi non si riescono a trovare, ci deve essere una spiegazione logica. L'unica che il ragionamento consente è data dalla possibilità, in percentuale i livelli sono molto alti, che le piste imboccate siano senza uscita, siano sbagliate. E qui occorre un minimo di autocritica da parte della procura che ha coinvolto in queste direzioni anche l'unico magistrato che aveva destinato alle piste alternative.
E' da più di una settimana infatti che la dottoressa Cinzia Piccioni, dieci giorni fa ufficialmente inserita nel pool di inquirenti per verificare nuove ipotesi investigative, interroga i militari del 235° Reggimento. Per cui ci può anche stare che chi veramente ha ucciso se ne stia beato a pascolare e, forse, ad adocchiare le soldatesse che sparano al poligono. Ma questo è un discorso ampio che al momento attuale non si può affrontare. Ciò che si può affrontare è cosa accadrà la prossima settimana. Tutti i destinatari dell'informazione e della finta verità danno per certa una nuova audizione di Salvatore Parolisi. Una audizione che lo vedrà entrare da persona informata sui fatti ed uscire in manette. Queste le indicazioni giornalistiche attuali date anche dal disinformato di cui sopra. Ma se non fosse così? Se gli uomini del Ris, come è altamente probabile, consegnassero agli inquirenti due reperti biologici, due dna, diversi da quello del marito? Cosa si dovrebbe dire o fare ai tanti giornalisti dello scoop che da tempo lasciano intendere di non essere padroni del proprio ragionamento? Che da tempo preferiscono far guadagnare alla loro testata un euro in più scrivendo, o blaterando in televisione per vendere più giornali o più spazi pubblicitari, in favore della morbosità adattata alla tesi generale?
Beh a questo punto ci dovrebbero essere file di autoarticolati agli ingressi degli studi televisivi e dei quotidiani pronti a scaricare sul capo dei zeroneuroni quintalate di cenere ancora fumante. Ma c'è da scommettere che se dovesse davvero accadere che dna diversi scagionino il marito di Melania questi invaderanno lo schermo sorridenti e ci diranno che loro non avevano mai puntato il dito, che erano stati i primi a dire di aspettare le risposte del Ris e che in fondo i soli due tradimenti del Parolisi non potevano essere inseriti in una azione omicida così complessa.
Insomma ritornerebbero ad essere protagonisti grazie ad un voltafaccia degno delle migliori frittate perché è così che fanno, così che hanno già fatto e così che ancora faranno. Il dire "mi sono sbagliato, scusatemi" è roba da uomini di spessore che non ragionano né con l'istinto né con il quorum popolare.
Leggi gli ultimi articoli sugli omicidi di:
Melania Rea Melania è morta nella terra degli omicidi irrisolti
Melania Rea Melania è morta nella terra degli omicidi irrisolti
8 commenti:
X Massimo
C'è molto pregiudizio, nella conduzione delle indagini, ed è chiaramente evidente che si preferisce la pista più comoda, anche se non produttiva.
Perche, mi chiedo, non è stata presa in seria considerazione le tracce seguite dai cani specializzati che, partendo dalle altalene, hanno seguito, senza indugio, un itinerario perfetto, fino ad un punto preciso, dove si sono fermati?
Intanto i cani hanno fiutato la presenza in loco di Melaina, negata da molti di quelli che tu definisci senza neuroni. Per poi partire, con ipotesi diverse, proprio da quel punto, cercando riferimenti utili.
Le piste sono tante, e tutte valide.
Cercassero con impegno l'assassino di Melania, che non va necessariamente individuato in un uomo, anche se è stato infedele in amore.
Ciao
Beh se ai cani è stata fatta fiutare la bambina, in quanto Melania la teneva in braccio e quindi era pregna del suo profumo o comunque del suo odore, non pensi che i cani fiutavano gli odori della bambina stessa, tracciando quindi il percorso fatto dalla figlia e dal Parolisi, anzichè quello di Melania?
Se gli investigatori fossero certi che i cani seguissero le tracce di Melania, il Parolisi sarebbe tirato fuori da ogni sospetto automaticamente. Invece gli inquirenti si sono accorti solo successivamente e troppo tardi dell'errore commesso e, infatti, sono ancora assillati dal dubbio maggiore: Melania è mai arrivata a Colle San Marco?
tra l'altro i cani rilevano tracce con percentuali altissime di affidabilità, ma tali tracce non sono databili.. quindi se melania si era recata giorni prima sul luogo, potrebbe aver lasciato delle tracce olfattive (era successo qualcosa di simile anche per Yara, l'uscita di sicurezza che dava sul retro.. ma un testimone la vide senza dubbio uscire dall'ingresso principale)
Perché non tengono in considerazione la pista seguita dai cani? A causa di Yara Gambirasio, Mercutio. Prima erano dei fenomeni ed oggi sono inattendibili. Dicono che potrebbero aver seguito le tracce anche grazie all'odore della madre rimasto sulla bambina; E qui rispondo a Luciano e gli dico che il giro fatto da Salvatore e le proprietarie del ristorante alla ricerca della moglie, quello delle 15.30 in cui aveva con sé la bimba, è stato molto più ampio e sono passati sia dalla strada dall'altro lato del parco, sia dalla scorciatoia sterrata.
Eppure i cani quelle strade non le hanno imboccate ed hanno preso da subito quella dove il marito aveva detto che la moglie si era incamminata. Più prova di così?
Fra l'altro c'è il dubbio su dove dovesse andare perché i cani dopo essere arrivati in fondo alla strada che dal parco porta alla provinciale, anziché girare verso il ristorante hanno fatto sette/otto di metri verso il monumento ai caduti. Ma al monumento non ci sono arrivati e lì si sono fermati.
Però un mio amico d'infanzia che ha un cane molecolare, e con quello in zona Forlì Cesena ha già ritrovato diverse persone, per lo più anziani allontanatisi da casa, anche di decine di chilometri, o persone smarritesi nel bosco di Verghereto, e vi garantisco che è facile perdersi, mi ha detto che le auto passando sulla strada trasportano gli odori e possono anche spostarli di decine di metri. Ed è facile sia per questo motivo che abbiano svoltato a destra.
Quindi la probabilità ci dice che Melania al parco c'era ed è arrivata in fondo alla strada.
Per rispondere anche a Sara informo che in quella zona i Parolisi erano stati con tutta la famiglia tre settimane prima, ma non erano andati a piedi al ristorante, dove avevano pranzato, bensì in auto.
Ciao... fate i bravi e non mettetevi in testa quello che vi fanno credere sia vero ma solo quello che appurate sia vero. Quindi dopo aver letto le notizie cercate eventuali smentite. Massimo
non penso che ci sia pregiudizio da parte degli investigatori. forse da parte della stampa si.comunque salvatore ha detto un mucchio di menzogne.doveva dare priorità a trovare l'assassino non a pararsi il ..... lui.non mi spiego come mai ha gli occhiali da sole della moglie, manca una borsa con l'occorrente per la bambina, neanche un biberon con un goccio di acqua. tutto è molto strano. io sono convinta che è stato lui.la procura lo tratta con i guanti bianchi ecco perchè non è venuto ancora fuori nulla.per me a breve sarà arrestato.
grazie come sempre Massimo, restiamo in attesa di notizie positive...
Ciao Lui.
Tu non ti spieghi tante cose, nemmeno io alcune me ne spiego, perché non mi fai capire? Lei
Ma scusate, Luciano e altri anonimi/e, dove vi formate le vostre opinioni? non seguite i programmi giusti, quelli in cui vengono mandate in onda le interviste degli indiretti interessati? Non avete sentito che ai cani sono stati fatti annusare gli occhiali da sole di Melania?
Riguardo alla borsa e ai ricambi non vi convince, come del resto risulta dai riscontri, quanto ho scritto commentando altro articolo di Massimo (ma quanta gente legge tutto e attentamente?) che si trattava di una gitarella breve, della durata massima di un’ora, un’ora e mezza, tanto per far prendere aria fresca alla bimba e poi tornare a casa a prepararsi per andare alla festicciola delle 16? (cosicché anche Salvatore si sarebbe messo in tenuta più consona ...) Mamme, ammettete che per un’oretta (tanto quanto può durare la spesa al supermercato o un giro per negozi) non vi portare dietro tutto l’armamentario … caspita! E “caspita” a tutti quelle commentatrici televisive che non sono mai state mamme e se lo sono state, lo erano vent’anni fa e hanno la memoria corta!!!
Posta un commento