Il Papa ed il Cardinal Bagnasco bacchettarono gli italiani mesi fa, quando si disse che ad Arcore si facevano festini hard. Ci volevano insegnare la "morale", anzi ci dissero che l'avevamo perduta e la dovevamo ritrovare. Ma davvero siamo noi ad aver perduto la morale? Probabile, ma averla persa significa averla almeno avuta. Gli appartenenti alla Chiesa di Cristo, e generalizzo di proposito visto che anche i loro alti esponenti generalizzarono mesi fa, hanno mai saputo trovarla la morale? Nei millenni hanno ucciso grazie alle Crociate, hanno conquistato terre grazie ad un proprio esercito e ad alleanze, si sono arricchiti sfruttando il popolo ignorante e si sono inseriti a capo del "Potere" emarginando il debole ed aiutando i "Signorotti", veri padroni della Chiesa dell'epoca. Quando c'era chi protestava partivano scomuniche che si portavano appresso una enormità di problemi e se qualche donna si mostrava diversa la uccidevano sul rogo chiamandola "Strega". Insomma, una Chiesa cattolica che per secoli e secoli si è alimentata dalla mammella della marcia società.
Nell'ultimo secolo le sacre alleanze l'hanno avvicinata al fascio, alle esse esse, tanto che migliaia e migliaia di nazisti e fascisti si sono rifugiati in sudamerica grazie alla intercessione di cardinali e prelati d'alto rango. Lavoravano in silenzio ed in silenzio costruivano armi per alimentare le guerre. Il loro silenzio s'è rotto solo quando Monsignor Luciani è diventato Papa e, nei soli trentatré giorni di pontificato, ha provato a cambiare le carte del gioco ed i protagonisti che spudoratamente le maneggiavano. Purtroppo questo gli è costato la vita ma, fortunatamente, un altro Papa era destinato, pur con il suo strascico polacco che lo ha portato a destinare miliardi di miliardi al sindacato che nel suo paese stava cercando di prendere il posto del comunismo, a trovare una intesa vincente con le persone. Karol Wojtyla ha cercato di modificare il significato fino ad allora assunto dalla Chiesa partendo dall'alto, per questo la base ha continuato il proprio ambiguo comportamento. Solo dopo decenni sono esplosi gli scandali americani in cui era chiaro che troppi monsignori, troppi preti, erano entrati a far parte della Chiesa per poter esercitare, più che il loro mandato apostolico, il loro mandato pedofilo.
Ed ora noi ci meravigliamo che un prete di Genova, don Riccardo Seppia, sia un pervertito a cui serviva un ragazzino al giorno per soddisfare le sue esigenze sessuali? Ma perché meravigliarsene? Perché il Cardinal Bagnasco c'è rimasto così male? Che non fosse sano lo sapeva già da tanti anni, era stato il padre spirituale di don Seppia, colui che lo aveva formato come prete, ad informare le autorità ecclesiastiche della stranezza di quell'uomo che stava per entrare nelle chiese genovesi. Lui ha informato chi di dovere ma chi lo ha ascoltato? Chi ha deciso di ordinarlo e mandarlo in una comunità di fedeli in cui, normalmente, ci sono tanti bambini e ragazzini? Anche oggi il Cardinale suddetto si cospargeva il capo di cenere parlando di vergogna. L'unica parola che non ha usato è moralità, un aggettivo che in questo caso sta ad indicare un insieme di valori. Lui, il moralista che tempo fa ci bacchettava chiedendoci meno divorzi e più rigore etico, ora si rivolge al suo gregge in umiltà e non ai suoi adepti in cattiveria.
Perché certi comportamenti non nascono dalla sera alla mattina. Perché un prete che fa entrare nella sua casa un numero notevole di ragazzi, specialmente dalla pelle nera, si nota. Perché il comportamento di un prete, io che di preti veri ne ho conosciuti lo so, è profondamente diverso. Perché se ci sono madri che tolgono i loro bimbi dalle lezioni di catechismo un motivo c'è. Perché anche se nessuno ha vigilato un motivo c'è. E chi doveva vigilare? Chi doveva rendersi conto che un altro pedofilo era entrato a far parte della schiera di Cristo? Ormai è assodato che la pedofilia è una parte integrata all'interno di questa schiera, troppi scandali sono accaduti nei decenni (e per uno che è uscito alla luce cento sono stati insabbiati). La morale del moralista che chiede moralità ai peccatori italiani suscita in me una sorta di ribrezzo. Ribrezzo nato dal pensiero che il moralista in questione ha lasciato libero di agire chi sapeva essere senza morale.
Ed adesso la paura dei genitori s'innalza altissima. Ed adesso molte madri sfogliano la margherita nell'incertezza e quando i figli sono a catechismo o in parrocchia restano di lato, invisibili. Ma dovrebbero essere loro a controllare o altri? E il Vescovado? E' presente e vigile nelle sue chiese? E il Vaticano? Cosa fa chi ha il potere cattolico? Insegna ai suoi preti la giusta morale o a sua volta si comporta senza morale? Basteranno le scuse della Santa Sede a far star meglio chi è stato vittima di abusi? Ed inoltre mi chiedo... davvero le scuse arrivano ovunque?
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1 commento:
Se esiste Dio, e io credo o forse spero molto che esista, sara' durissimo con i Suoi ministri che hanno fatto scempio dell'innocenza. Non saranno perdonati, così come non possono chiedere il perdono qui sulla terra. E sara' Giudice inflessibile dei grandi della Sua Chiesa che hanno nascosto, che non si sono schierati come leoni contro i maledetti pedofili, che non hanno dato voce alle creature piu' piccole. Che sono i bambini, soprattutto i bambini emarginati, quelli che voce non hanno mai. E' crudele la storia della nostra chiesa, e sono crudeli ancora. Mettono in croce un padre che dopo 17 anni vuole liberare sua figlia Eluana da un inferno insensato, mettono in croce le madri che decidono di non far nascere figli che non sopravviverebbero se non per provare dolore e desolazione, giudicano con superbia nella certezza di essere i supremi difensori della vita. Quale vita allora vorrei chiedere loro. Non é vita quella dei bimbi sacrificati come agnelli alle pulsioni malate di tanti sacerdoti? Non merita anche quella una crociata? Sono così impegnati a tenere lontano da loro lo scandalo da non rendersi conto che lo scandalo vero é il loro silenzio, e l'inadeguatezza delle loro posizione. Vedi Massimo, anni fa un catechista della mia citta' uccise il figlio di un mio amico e collega. Dopo averlo violentato. Era un matto che aveva studiato in seminario e al quale non era stato permesso di prendere i voti. Qualcosa non andava in lui, chiaro. Pero' viveva in parrocchia e si occupava dell'educazione dei ragazzini. Piu' volte erano stati segnalati comportamenti inadeguati, pero' insomma che esagerate queste mamme. Non ha fatto e non fara' mai un giorno di prigione, dopo un anno in una comunita' religiosa della zona l'ho visto ad un incrocio. E il padre del ragazzino, che assieme a me era uscito dall'ufficio, l'ha visto anche lui. E' sceso dall'auto e l'ha picchiato, per miracolo ha evitato di finire sotto processo. Che rabbia, che dolore. Dalla parrocchia silenzio, nella mia citta' é nato uno delle massime eminenza vaticane, e in quei giorni terribili mi hanno detto fosse qui. Sono certa pero' che se non c'era di persona c'era in spirito. E ha fatto bene il suo lavoro. Tutto presto é stato silenzio, neanche gli articoli su internet si trovavano. Colpo di spugna, lo scandalo evitato. Invece no Eminenza, noi ricordiamo tutto perfettamente e non lo dimenticheremo mai, stia certo.
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