giovedì 7 aprile 2011

Sarah Scazzi. Anche ad Avetrana sarà il dna a smascherare l'omicida?


Forse ci siamo, forse qualcosa in quel di Taranto si sta muovendo. Non è detto che si arrivi alla soluzione del caso ma l'inizio sembra incoraggiante perché finalmente c'è una novità che potrebbe indirizzare verso la pista giusta. Ancora una volta è il Ris a rivestire un ruolo determinante nelle indagini. Come per il delitto dell'Olgiata, come per altri casi degli ultimi anni, dai laboratori scientifici di Roma, grazie alla serietà ed all'esperienza accumulata nel tempo dagli analisti che vi operano, è uscita quella traccia che da tanto ci si aspettava uscisse. Un profilo di dna completo e qualche frammento biologico parziale. Ora si attendono solo i riscontri ufficiali, riscontri che la procura ha già iniziato a cercare.

Non è un fatto irrilevante per il semplice motivo che il silenzio degli inquirenti, unito alla continuata carcerazione di Sabrina Misseri, stavano facendo presumere, a me ma anche a tanti altri, che le tracce biologiche portassero in direzione della ragazza ancora in cella. Ed invece Martedì gli inquirenti hanno invitato diversi parenti di Michele Misseri a presentarsi, per motivi di giustizia, presso la caserma dei carabinieri di Avetrana. Di questi inviti uno è arrivato al nipote, Cosimo Cosma, ed uno al fratello Carmine, i due coinvolti dalla procura e che a tutt'oggi sono indagati per l'occultamento della piccola Scazzi. Uno è stato inviato anche a Cosima Serrano, moglie del contadino carcerato, ed altri a familiari mai apparsi al centro della vicenda. L'unico che non appartiene a quel nucleo familiare, ma come loro invitato a comparire ed a lasciare il proprio dna, è Ivano Russo, il ragazzo che i magistrati ritengono il fulcro del movente omicida.

Ma evidentemente non lo ritengono essere solo chi ha innescato l'azione assassina, solo il ragazzo conteso che avrebbe scatenato la gelosia di Sabrina Misseri, perché già da tempo hanno mostrato di avere altri dubbi su di lui, dubbi che derivano, come ho già scritto in diverse occasioni, dal suo alibi che non li ha mai convinti del tutto. E questo nonostante ci siano testimoni, c'è da ammettere che sono familiari, che affermano di averlo visto dormire  nel pomeriggio della scomparsa. Ma a chi indaga, e non parlo dei soli investigatori di Taranto, tali alibi appaiono da sempre poco convincenti, per questo tengono sospesi a mezz'aria, in attesa di eventi futuri, chi li porta a discolpa. Il loro è chiaramente un convincimento personale, ma il dubbio è sempre lo strumento migliore da usare quando si cercano certezze e, pertanto, fanno sicuramente bene a non scartare alcuna ipotesi. 

Comunque una volta in caserma a tutti è stato chiesto un tampone di saliva. Ma mentre Cosima Serrano, Carmine Misseri ed Ivano Russo, non hanno avuto problemi nel consegnarlo, Cosimo Cosma si è rifiutato in quanto nel foglio di comparizione non si faceva menzione alcuna di tale tampone ed il suo avvocato non era a conoscenza dell'invito a presentarsi. Dato che è tutt'ora un indagato ha esercitato un suo legittimo diritto e non ha consegnato il proprio dna, e viste le mancanze della notifica poteva farlo, ma col suo comportamento ha innescato un giro di sospetti e maleparole che spariranno, se mai spariranno, solo quando verrà eventualmente scagionato del tutto. Ed a parer mio non è affatto strano siano nati perché per uno che si dichiara estraneo a quanto accaduto, e che quindi di logica non ha nulla da temere, non dovrebbe essere difficile strisciare un cotton fiocc sotto la lingua e metterlo in un piccolo contenitore sterile con su scritto il proprio nome. Vedremo prossimamente se il suo gesto è stato dettato esclusivamente da un eccesso di prudenza. 

Per tornare al presente bisogna ammettere, e c'è da esserne certi, che qualcuno in questo momento in quella zona pugliese è in tensione e forse ha paura. E questo perché il fatto che al Ris servano nuovi campioni di dna sta chiaramente a significare che quelli rinvenuti non portano a Sabrina Misseri, della quale già posseggono il profilo biologico. A voler essere imparziali si dovrebbe scrivere che potrebbe darsi abbiano trovato anche il suo, pur se nessun giornalista l'ha scritto e si presume non sia così, ma è sicuro che assieme a quello, eventualmente vi fosse, ve ne sono altri che al momento non si sa a chi appartengano. Ma ad essere onesti non è proprio così neppure stavolta perché se è vero che non sanno a chi appartengano è anche vero che hanno convocato i familiari del Misseri. Ciò potrebbe significare, ma io credo stia a significare, che i profili trovati indirizzano nella direzione di un parente. 

Il motivo è semplice, dal dna si risale facilmente alle parentele. Per cui, visto che gli inviti a comparire (tranne quello mandato ad Ivano Russo, ma potremmo inserire anche Cosima che non è geneticamente compatibile col profilo biologico del marito) sono stati inviati a suoi familiari, si può desumere che a Roma abbiano isolato almeno una traccia che potrebbe appartenere ad un nipote o ad un altro di grado contiguo. E' vero anche che i carabinieri non si sono sbottonati e non hanno assolutamente detto ai giornalisti di aver chiesto il dna anche agli altri familiari presenti in caserma, quindi al momento si può desumere che solo dai quattro chiamati in causa negli ultimi mesi si sia voluto il profilo genetico, ma dato che da diverse settimane in quella procura si lavora in maniera professionale, non lasciando trapelare nulla, niente si può pure escludere a priori.

Chiediamoci ora dove gli analisti del Ris possono aver localizzato le tracce? Di sicuro, s'era supposto, si trovavano nel telefonino bruciacchiato. Da quanto è trapelato invece non erano sulla mascherina esterna o nel vano batteria ma sui ciondoli che Sarah teneva attaccati al cellulare tramite una cordicella, sono stati rinvenuti fra la cenere. Per il resto c'è da tradurre in deduzioni logiche le parole degli inquirenti. Per cui forse ve n'erano anche in qualche reperto sequestrato accanto alla cisterna, possibile ne abbiano individuati in uno o più mozziconi di sigaretta o anche nella pietra servita a chiudere il buco. Ma potrebbero averli trovati anche nell'auto che, a detta del Misseri, è servita a trasportare il corpo, oppure nel cartone servito, sempre a detta del Misseri, ad occultarlo alla vista. Però s'è parlato anche del garage, per cui le tracce potevano essere in qualche vanga o badile (vanga e badile serviti con molta probabilità ad asportare ed a riposizionare la terra che nascondeva il pozzo.

Quindi, dato che almeno uno dei reperti, lo si desume dall'invito mandato a Cosima Serrano, porta a un profilo femminile, e dato che anche il dna maschile potrebbe non essere di una delle persone a cui è stato chiesto ieri, si rischia di allargare il raggio d'azione delle indagini complicandole notevolmente. Fare deduzioni o ipotesi al momento sarebbe assurdo perché si finirebbe per parlar male di chi forse nulla centra, per cui è meglio sedersi e restare in attesa degli sviluppi che, in ogni caso, non tarderanno ad arrivare. A questo punto una o due settimane in più, se servissero per stabilire la verità, non faranno la differenza.



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41 commenti:

Manlio Tummolo ha detto...

Oggi si tende a parlare di DNA, come strumento di riconoscimento, come se questo fosse qualcosa di simile o di comparabile alle impronte digitali (queste sono visibili ad occhio nudo o con una leggera lente d'ingrandimento; il DNA si determina con complesse procedure scientifiche), impronte ,che tra l'altro i criminali incalliti si cancellano, mentre assolutamente non lo si può fare con questa "impronta genetica", che ha viceversa complicatissimi risvolti, innanzitutto per le sue dimensioni (lunghezza 1 metro, ma larghezza pari a milionesimi di mm); poi un fatterello di non poco conto: secondo i microbiologi il nostro DNA è per il 98% e passa in comune con le scimmie antropomorfe. Lascio le varie deduzioni su quanto minimi siano i caratteri individuali in esso rappresentati, ancorché importantissimi.
Detto questo, rilevo: su oggetti di casa (rastrelli, piccozze o che altro), nulla di strano che vi siano tracce biologiche (come sudore, saliva, muco, sangue) dei familiari come Sabrina e Cosima, oppure anche del fratello e nipote di Michele, visto che lavoravano in casa. La cosa sarebbe assai più problematica se su quegli attrezzi vi fossero tracce di Ivano Russo, che non mi risulta lavorasse insieme a Michele. Infine, i compressori sono stati sequestrati per verificare l'ultima versione di Misseri, ovvero tracce biologiche di Sarah (sangue o muco). Di queste ora si sa nulla ? Mi rimane la perplessità della santa calma della Procura nel fornirsi di dati essenziali (DNA, impronte, ecc.) o di fare atti essenziali (sequestri), che viceversa si dovevano fare in contemporaneità almeno almeno con l'arresto di Sabrina Misseri. Evidentemente, mentre da un lato si lasciava briglia sciolta alla stampa nel dare informazioni d'ogni genere, così si procedeva con santa cautela nel fornirsi di elementi di prova, basilari oggi in ogni indagine.

Unknown ha detto...

I compressori, sebbene qualcuno li abbia nominati, non c'entrano nulla con questo dna. Ci vorranno ancora diversi giorni prima che i procedimenti scientifici isolino le tracce su quelli. Qui l'impronta genetica più importante, a quanto hanno detto, si trova su un ciondolo del cellulare. Chiaramente, Manlio, non è vero che nessuno oltre al Misseri ha mai preso in mano il telefonino in quei quaranta giorni. C'è chi lo ha preso per il ciondolo, e probabilmente lo ha preso da lì per non toccarlo e non lasciare impronte digitali. Perché un dna diverso dal suo e da sua figlia è stato isolato, questo è sicuro.

E non essendo di quelli già in mano al Ris diventa importantissimo sapere di chi sia. Ivano avrebbe potuto prenderlo in mano la sera precedente l'omicidio, visto che erano insieme, ma Carmine Cosima e Cosimo non avrebbero alcuna giustificazione se uscisse che il profilo sul ciondolino è il loro.

Di certo la procura non ha lavorato, almeno fino a metà febbraio, nel migliore dei modi, ed è indiscutibile anche che ancora oggi operino e si comportino in maniera rude con la Misseri; ma da un mese a questa parte, forse più, sono inattaccabili sotto l'aspetto professionale, e se venissero in possesso del profilo biologico giusto, a parere mio, potrebbero aggiustare quel puzzle che hanno iniziato dalla parte sbagliata e che stanno cercando di aggiustare. Ciao, Massimo

nico ha detto...

Certo che a volte sembra di trovarsi a un passo dalla soluzione piu' classica, piu' semplice, invece le cose si complicano. Quando Sarah é stata ritrovata in seguito alla confessione di Michele Misseri, pareva di poter mettere la parola fine sulle indagini, invece..... Sicuramente la confessione poi ritrattata ha male indirizzato le indagini, ma gli invesigatori da parte loro hanno dimostrato leggerezza nel non sequestrare imediatamente i luoghi e nel non effettuare uno screening accurato sulle persone piu' vicine a Sarah. E magari, trascorsi i primi preziosissimi giorni, dopo la strada é stata tutta in salita. Non lo so, pare di vedere al lavoro una Procura diversa.. Pero' una domanda: visto che tutte le persone cui é stato chiesto il dna conoscevano e frequentavano Sarah, e visto che le tracce pare si conservino a lungo, cosa succederebbe se sui ciondoli venisse ritrovata un'impronta genetica riconducibile a loro? Non potrebbero averla lasciata nei giorni precedenti, magari giocherellando con il ciondolo, magari afferrandolo perché il cellulare era sfuggito di mano a Sarah. Capisco che sono forzature, ma se fosse così? Si é talmente complicata la storia che non ho piu' ben chiaro se questa traccia si andrebbe eventualente ad aggiungere ad un quadro indiziario già presente. Perché da sola, non é un po' poco? Illuminatemi...

norma ha detto...

Se trovassero il dna di Cosima ed Ivano,non ci sarebbe nulla di strano perchè entrambi conoscevano e frequentavano la povera ragazza.Le cose sarebbero diverse se ci fossero tracce di Mimino o Carmine,che con Sarah non avevano alcun tipo di rapporto.

Anonimo ha detto...

Perché non fare il tampone anche alla signorina Mariangela? anche lei faceva parte del gruppo di persone che poteva aver avuto occasioni di prendere in mano il telefonino di Sarah... così, tanto per avere un altro DNA femminile ...
Ma è vero che, invece (pare, lo ha detto oggi la giornalista Pietracalvina al Pomeriggio sul2), nessuna delle tracce biologiche ricostruite appartengono né a Sarah né a Michele? Ho capito male?
Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Quando ho scritto il precedente commento non risultava chiaro su che cosa cercassero o avessero trovato tracce. Stasera sul "Quotidiano di P." tale Giuseppe, un noto colpevolista con vari addentellati di prima fonte, mi ha sussiegosamente spiegato varie cose: che le tracce erano sul cellulare e che l'avv. Russo, già sospeso dall'Ordine degli Avvocati (quando?), oggi doveva essere giudicato dal Tribunale in appello (ma quando mai è stato condannato ? quando mai ha avuto un processo regolare ?). Certa gente scambia le informazioni giornalistiche per rivelazioni bibliche, mentre ignora qualsiasi norma procedurale. Tuttavia, quantunque io abbia fatto ricerche specifiche, nulla ho trovato di aggiornato sull'avv. Russo. Anche qui non mi è stata data risposta. C'è qualcuno che sappia alcunché di concreto ?
Veniamo al DNA sul telefonino: dal punto di vista probatorio dell'assassinio, non significa nulla. Fin dall'inizio la stessa Sabrina aveva osservato che tutti avevano preso in mano quel telefonino, si suppone per leggere messaggi o per telefonare o altro. Mi sembra anche strano che, con le classiche abitudini dei giovani, non vi siano tracce di metà Avetrana su quel telefonino. Bene, ma questo con l'assassinio non ha pressoché nulla a che vedere, perché certamente non si riesce a distinguere l'ora e il giorno in cui tale traccia si è formata. Ma se anche fosse, sapremmo chi e a che ora ha avuto in mano il cellulare, ma non certo il fatto che corrisponda all'assassino di Sarah. Mi sembra lavoro pressoché inutile, tanto più perché il Michele Misseri ha asserito di averlo lasciato in due luoghi prima di far finta di bruciarlo e poi far finta di trovarlo. In processo, se la prova si ridurrà a quello, ne ricaveranno assai poco. Invece, le attese tracce sui compressori servirebbero, se non altro, a rendere credibile almeno in parte l'ultima versione del Michele Misseri. Insomma, credo che si vaghi ancora parecchio nel buio, e nel frattempo converrebbe raccogliere il DNA di parecchie altre persone che ruotavano attorno alle famiglie Scazzi e Misseri .

nico ha detto...

D'accordo con te, purché le tracce di dna non si limitino a quelle su un telefonino che appunto puo' essere girato tra tante mani

Manlio Tummolo ha detto...

POST SCRIPTUM :
Solo per ricordare quanto possa essere ridiscusso il DNA, basti ricordare il filippino accusato dell'assassinio di Alberica Della Torre, che ora ritratta la confessione, proprio perché c'è dubbio sulla natura del DNA reperito. Non facciamone un mito: il patrimonio genetico, non falsificabile certo, è però, per la stessa ragione, di individuazione e riconoscimento assai difficili, e in processo gli avvocati su questo possono sfoggiare tutte le abilità dialettiche pro o contro i moderni metodi scientifici.

Unknown ha detto...

Il Winston ha ritrattato dopo aver parlato coi suoi nuovi difensori... ma sapete chi sono i nuovi difensori del filippino citato da Nico? Il duo della premiata ditta Biscotti Gentile.

Ad Avetrana vogliono giustizia per Sarah ed a Roma poca giustizia per Alberica.

Così è la vita ipocrita dei difensori... ciao.

norma ha detto...

Ho l'impressione che questo esame del dna è solo un'aggiunta alla lista degli errori e cose inutili fatte dalla procura,è come se fosse un tentativo di dimostrare che stanno lavorando a 360°,forse per farsi perdonare per il fatto di aver negato il confronto padre-figlia,l'unico atto che potrebbe fare chiarezza in questa storia,insieme anche al rifacimento dell'autopsia,il cui referto cambiava a seconda dei racconti di Misseri.

stefy ha detto...

Il dna è un dato scientifico di grande rilevanza se posto in un contesto favorevole. Quello che voglio dire è che mom costituisce prova regina se non c'e una complementarieta di altre prove o gravi indizi. Il mio dubbio rimane e sono convinta che siamo ancora lontani dalla verità. Fino a prova
contraria

stefy ha detto...

scusate devo rettificare non costituisce

stefy ha detto...

scusate devo rettificare non costituisce

Anonimo ha detto...

X il sig.Tummolo
Io lo so da tanto che l'avv.Russo è stato sospeso dall'Ordine degli Avvocati, se nn erro la notizia è uscita il 31 di marzo.
Vedo che lei commenta puntualmente ma nn è molto informato.
Che cosa c'entra il processo con l'ordine professionale? Boh...
Altra cosa è che dovra' risppondere alla Giustizia dei reati di cui è imputato.
Sono due binari paralleli, e differenti.

Non si sta cercando di chi siano le tracce perche' colui o colei sarebbe l'assassino.
Se una delle persone attenzionate dovesse essere identificata tramite il dna, dovrebbe spiegare come mai su quell'oggetto ci sia la sua traccia.E' semplice!
Non è ancora detto che la verifica dia una indicazione.
Se cio' accadesse bisognarebbe vedere dove sta la traccia.
Se fosse ad esempio nel vano batteria del cellulare, il dna di qualcuno che ha sempre sostenuto di non sapere nulla di quanto accadde il 26/8......Considerando che il cellulare si apri'......non so se mi spiego!
Marina

Anonimo ha detto...

x Marina
Il dna di Sabrina, da ora che ce l'hanno... non so se mi spiego!

Giacomo

Marco ha detto...

Anche fosse nel vano batteria, la differenza sostanziale sarebbe tra persone che frequentavano abitualmente Sarah, e persone che non avevano nulla a che fare. Il cellulare può essere aperto da chiunque, nel caso ad esempio di scaricamento del proprio e uso temporaneo di quello altrui, con sostituzione della sim, o per altri motivi. Quindi, siccome il DNA non è databile, e non credo che il cellulare sia stato acquistato il giorno stesso dell'omicidio, c'è chi potrebbe benissimo continuare a sostenere di non sapere nulla di quanto accadde il 26/8.

Maanlio Tummolo ha detto...

Mi ritrovo sempre qualche persona sapiente. Veramente, come ho scritto in più sedi senza che nessuno abbia mai risposto, i procedimenti, giudiziario e disciplinare, erano avviati ancora una volta senza chiari riferimenti di legge e senza chiare motivazioni. Si è ad esempio, diffusamente ma del tutto erroneamente parlato di "interdizione", quando questa è una pena integrativa di un'altra, alla fine di un processo in tre gradi, non certo perché la decide un qualunque giudice di una qualche provincia. Infatti, più correttamente, si è parlato poi di "sospensione" dall'attività professionale. La differenza tra me ed altri è che io non mi informo dagli spettacoli televisivi (l'ho già detto), ma da quel poco che risulta nei giornali on-line (adesso praticamente solo i pugliesi), e soprattutto dal Codice delle varie leggi di procedura. Ora, tuttavia, malgrado mi si dia del disinformato (cosa di cui non mi offendo, in realtà lo siamo tutti, ma qualcuno in modo critico e consapevole, altri bevendo a garganella tutto quanto viene raccontato), nessuno mi dice che stia avvenendo di questo avv. Russo, perché personalmente sono convinto che l'azione nei suoi confronti abbia semplicemente, e fin dall'inizio, fatto parte di quella strategia intimidatrice per ottenere forzosamente confessioni da parte di Sabrina Misseri ed anche della madre. Credo che il caso dell'avv. Russo, sospeso con pesanti accuse nel corso di un'indagine, sia uno dei pochi casi nella storia giudiziaria italiana. Lo stesso avv. Taormina non ebbe, per quanto ne so, misure analoghe ed è tuttora in attesa di giudizio.

Manlio Tummolo ha detto...

Ancora un'osservazione, questa volta a Massimo Prati. La professione degli avvocati è quella di difendere la persona e gli interessi dei propri patrocinati. Lo stesso avvocato, difendendo contemporaneamente due persone, una vittima, l'altra autore di delitti analoghi, ha il dovere professionale di crearsi argomenti uguali e contrari. E' la sua professione, non un'ipocrisia. Il fatto stesso che, per legge, si impone un avvocato anche agli stessi esperti del Diritto (avvocati e magistrati, giuristi di vari tipo), implica che l'avvocato debba esercitare la propria professione con finalità diverse, essendo stipendiato dal proprio cliente, non dal pubblico, ai soli fini di esigenza e di interesse privato. Ciò che, viceversa, non compete ai pubblici ministeri i quali, essendo pubblici ufficiali pagati dallo Stato a spese della cittadinanza, hanno il dovere assoluto di cercare la verità dei fatti, non muoversi su tesi prestabilite, non scambiare il pettegolezzo sentimental-sessuale per informazione di estrema importanza, non barare sulle prove (cfr. caso Zornitta), trovare anche elementi a discolpa dell'indagato/imputato. Egli deve muoversi con gli stessi criteri di imparzialità del giudice, anche se con fini diversi (di indagine, e non di sentenza finale).

Unknown ha detto...

In realtà, Manlio, la mia era una forzatura rivolta a quelle persone che, come tu dici, bevono a garganella tutto quanto gli viene detto. Ed era intesa a far capire che le parole dette nel tempo dal duo Biscotti Gentile non sono da intendere quale loro reale pensiero ma da incastrare in una strategia da parte civile, che loro di certo hanno perché pagati per averla, che nel caso in questione non è rimasta all'interno del contesto giudiziario, nell'ambito dei normali scontri fra le parti, ma è diventata pubblica aizzando in tal modo le folle pregiudizievoli.

Per il resto è chiaro che un avvocato, lavorando indifferentemente sia per chi è di certo colpevole sia per chi si dichiara innocente, deve fare gli interessi del suo cliente, cliente che lo paga (non sempre perché a volte non si è scelti ma lo si sceglie per finalità pubblicitarie offrendosi gratis).
Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

E se questa storia del DNA altro non fosse che il motivo per giustificare la richiesta di prolungamento delle indagini?

Giacomo

norma ha detto...

Infatti Giacomo,potrebbe essere anche questo uno dei motivi,un gesto compiuto per far credere che si sta lavorando indipendentemente delle parole di Misseri,quasi a voler giustificare tutte le volte che gli hanno negato di parlare o di confrontarsi con la figlia.

Manlio Tummolo ha detto...

Prati carissimo,
riguardo alla funzione dell'avvocato siamo d'accordo, tuttavia anche ammesso che accetti un incarico perché ci guadagna in fatto di pubblicità, questo guadagno comunque lo deve al proprio cliente. Il che spiega l'ira funesta del'avv. Galoppa e di chi lo aveva delegato in quella funzione, quando è stato ricusato da Michele Misseri.
Per quanto riguarda le altre vicende, mi chiedo: "CHI L'HA VISTO ?". Il povero avv. Russo, che stando agli informatissimi (quelli che mangiano noccioline e pop corn guardando le varie trasmissioni televisive e che sanno ed insegnano tutto a tutti), fu già sospeso dall'Ordine degli Avvocati (quando ? con quali motivazioni ? un procedimento disciplinare di tale gravità non si fa confermando a scatola chiusa ciò che viene richiesto da un PM qualunque: ne andrebbe del prestigio della professione forense), che fine ha fatto ? L'hanno mandato in Siberia ? In sostanza, si ripete quanto scritto dal solo "Quotidiano di P.", perché altre fonti non ne hanno parlato (a parte, suppongo, le solite pettegolesche trasmissioni TV). Sempre stando agli informatissimi, ier l'altro vi sarebbe stata discussione del ricorso contro le misure del GIP, sempre sull'avv. Russo, ma ora su ciò dovunque silenzio. Non ne ho trovato nulla.
Vediamo: "CHI HA VISTO IL DNA ?": è pur curioso, si dice da un lato che la Procura e i RIS siano ben abbottonati sulle questioni del DNA, nondimeno qualunque forumista dei giornali pugliesi sa che questo DNA sarebbe di Tizio, di Caia e di Sempronia, ma non di Fernando, Cesarina e Mirella, che si trova dentro il cellulare, e non fuori sui ciondoli. Ovviamente di tutto ciò si sproloquia nelle varie trasmissioni TV: una meraviglia, come faccio a vivere senza vederle ?
Qualche abile forumista già dice, confondendo il DNA con le impronte digitali: "Di certo i colpevoli (Michele, Sabrina, Cosima) hanno cancellato il loro DNA e messo qualche altro DNA, magari perché depistano". Ma il DNA non è cosa che si mette e si toglie: non per caso ci mettono molto tempo i ricercatori e tecnici per trovarlo, individuarlo, classificarlo. Il DNA non si "mette", ma viene veicolato da liquidi biologici, come possono essere, nel caso di un telefonino, la saliva (parlando può uscirne), il muco (un colpo di raffreddore), il sangue (se magari si è fatto un taglietto sul dito o sulla mano che perde un po' di sangue). Ora il liquido scola dall'esterno eventualmente verso l'interno: lì anche pulendo restano tracce, ovviamente visibili con tecniche speciali (sicuramente, non le cancella un fazzoletto), ed è difficile che a vista, oppure a mano, si possano togliere tracce microscopiche o aggiungerle. Ma tutti questi dettagli, che sembrano di pubblico dominio, in realtà sono del tutto confusi: anche se saranno individuati, si riuscirà a provare solo chi abbia usato quel cellulare, ma non certo chi sia l'assassino. E' un fatto evidente: ma le TV e i suoi ascoltatori sono lì frementi a vedervi prove che non hanno significato specifico. Se non hanno neppure trovato l'arma vera del delitto (che io sappia, visto che sono un disinformato), l'unica che avrebbe potuto lasciare tracce utili a determinare l'autore (o gli autori) del delitto, che utilità possono avere le tracce DNA sul cellulare ? Forse è stata uccisa col cellulare ?

Unknown ha detto...

Le tracce sul cellulare non sono sul cellulare, lindo e pulito più che mai, ma su uno dei ciondoli (una linguetta di quelle che aprono le lattine per la precisione), e su una cordicella. Pare che i ciondoli attaccati con le cordicelle fossero tre o quattro. In specifico sul ciondolo è quella intera e sulla cordicella quella parziale.

Ora, se è vero che col cellulare non è stata uccisa, è anche vero che se il dna è sul ciondolo e sulla cordicella è molto probabile che da lì sia stato preso con due dita per non lasciare impronte digitali sulla mascherina. E chi potrebbe averlo preso in quel modo dato che il Misseri portandoselo appresso, forse in una tasca, lo avrebbe dovuto impugnare normalmente? Ti ricordo che ha sempre dichiarato, mai creduto dagli inquirenti e neppure da me, di averlo lasciato a destra e a manca per farlo ritrovare.

Per cui si può desumere, è chiaro che il mio è un convincimento personale, che se chi lo ha preso per i ciondoli non volesse lasciare impronte sapesse che quel telefonino era di Sarah e che Sarah era sepolta in una cisterna. In altro caso lo avrebbe impugnato a sua volta. La domanda è: Chi e quando lo ha preso in quel modo?

Come ti ho già scritto se trovassero i dna di Ivano e Cosima, che comunque con la ragazza passavano del tempo, non si potrebbero tirare delle somme perché mentre stavano con la ragazzina avrebbero potuto giocherellare con i ciondoli.
Ma se fosse di Cosimo, di Carmine o di altri parenti che non avevano frequentazioni con la piccola Scazzi qualche somma la si potrebbe tirare.
Ancora di più la si potrebbe tirare se non fosse di nessuno di loro! Allora sì che il Misseri dovrebbe dare spiegazioni, logiche e provabili, ma soprattutto dei nomi, quelli che pare non voglia fare.

Ti sembra così improbabile che la bimba sia stata caricata e portata via viva da via Deledda, forse tramortita? O che in garage ci fossero altre persone e l'abbiano portata via in un secondo tempo, quando Sabrina è partita con Mariangela?

Di certo e chiaro in questo caso non c'è nulla. Per cui una impronta biologica intera ed una parziale, se inspiegabili e senza padrone, possono contribuire a fare chiarezza; ed anche se il mio sembra un paradosso ti garantisco che è così. Ciao, Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Ti rivolgi a me, caro Prati ? Non trovo affatto improbabile quello che mi dici su quanto possa essere avvenuto, anzi lo credo assai più probabile di ogni altra cosa. Ma rilevo per il resto: fratello e nipote di Michele Misseri erano nondimeno "affini" non so in che grado, stando al Codice Civile, a Sarah: nulla vieta di pensare che avessero una certa frequenza di contatti (ad es. quante persone vi furono al compleanno di Sarah in casa Misseri ?), nulla quindi vieta di pensare che anch'essi abbiano avuto in mano il telefono. Se non erro, Cosimo è genitore di un compagno di classe o di scuola di Sarah, ed anche questo poteva essere motivo di frequenza (feste familiari), almeno indiretta.
Per quanto elaborate siano le tecniche di individuazione del DNA, non dimostrano per nulla il momento in cui vennero depositate le gocce di saliva, di sudore, di muco o di sangue (le metto in ordine di probabilità), dalle quali i RIS vogliono risalire al loro proprietario. Che poi siano state reperite sui ciondoli, all'interno, sul display o dove diavolo, a mio parere non cambia nulla. Il problema è che, volendo trovare l'assassino ad ogni costo, si finisce per perdersi in cose che con l'assassinio non c'entrano. Le indagini scientifiche, fatte per giunta con mesi di ritardo, dovevano essere indirizzate sul corpo della vittima, sull'arma del delitto (se c'è), sul luogo presunto del delitto, o sulle macchine, oggetti, mobili che si trovavano nel luogo del delitto, sul luogo del ritrovamento: ciò presupponeva un radicale e totale sequestro di questi luoghi. Invece...
Per il resto si parla molto, ma alla fine che resta ? Qualcosa di simile a quella, ormai dimenticata, macchiolina rossastra, vicino alla porta del garage, e che poi era tutt'altro dal sangue. Questa gente lavora a tentoni, cerca pretesti non per prolungare le indagini (che possono continuare anche durante il processo, nulla lo vieta, almeno fino al II grado), ma solo per crearsi pretesti per tenere in carcere la ragazza. E per giungere a questo, non si sono peritati neppure di rovinare la carriera ad un giovane avvocato, sulla cui sorte nulla appare di concreto, dopo tanto tuonare: l'udienza del Consiglio disciplinare degli Avvocati si è concluso (?) senza motivazioni chiare; il ricorso non ha dato esiti che ci siano noti.

lori ha detto...

Certo che è molto strano che non vi siano impronte di Michele Misseri, che ,indiscutibilmente ,il cellulare lo ha toccato
lori

lori ha detto...

ops, volevo dire tracce di DNA
lori

Mimosa ha detto...

Insomma, scusate, per ricapitolare e per fare un po’ di luce:
a) questa questione del DNA sui ciondolini e sulla cordicella è semplicemente una indiscrezione sui risultati dei RIS di Roma incaricati di analizzare il telefonino dopo il suo ritrovamento, e quindi dopo circa 7 mesi di analisi, mentre nulla è ancora ufficiale, ma questo non importa a nessuno... A margine, a questo punto, mi domando tra quanto tempo avremo altre “indiscrezioni” sul risultato delle analisi sul compressore! a processo in corso?
b) che sta a significare che sui reperti non ci sono i DNA di Michele né di Sabrina né, soprattutto, di Sarah? Significa forse che esso appartiene solo all’ULTIMA persona che ha avuto motivo di toccare l’oggetto? e che questo, sovrapponendosi con altri, abbia cancellati i precedenti? Non sono un’esperta, ma mi pare, per un minimo di logica, che – pur non trattandosi di “impronte digitali” – sia alquanto facile cancellare anche queste tracce strofinando l’oggetto con uno straccetto. Se poi, chi intendeva cancellarle non ha usato anche i guanti, tutto è risultato inutile, i residui del suo profilo genetico si sono impressi ugualmente …
c) allora a che mirano gli inquirenti rilevando i DNA delle persone convocate? Semplice, almeno parere loro…, compararli con quelli trovati dai RIS, ma per dimostrare cosa? Per complicare di nuovo tutto «il», anzi, «i» puzzle e tentare di incolpare della morte di Sarah il proprietario del DNA?
d) Ipotizzando che Michele, maneggiando il telefonino, anche quando era bruciacchiato, non l’avesse mai preso per la cordicella, si può forse escludere che, nei giorni in cui esso era esposto alla mercé di tutti sul muretto nei pressi della caserma (o altrove), qualche passante (o più di uno), vedendolo, lo abbia toccato sollevandolo proprio per i ciondolini, nell’intento di non lasciare le proprie impronte? La Procura non ha valutato questa elementare ipotesi? Forza! si rilevino tamponi di saliva a tutti gli ottomila avetranesi, compresi però anche i carabinieri di quella stazione ….!
Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mimosa, la questione del DNA è ben più complessa di quanto possa apparire al pensiero comune. Se dopo decenni (cfr. caso di Via Poma) si può scoprire un DNA, malgrado chissà quante mani, e pulizie (e magari mani di pittura), sono passate sopra, vuol dire che la materia in cui si trova non solo è invisibile ad occhio nudo, ma anche non del tutto distruttibile. Qui, come al solito, si lavora su illazioni televisive e giornalistiche, la realtà delle indagini non la conosciamo, può anche darsi che si tratti di incomprensioni dei giornalisti anche "scientifici" (ieri ascoltavo una parte della trasmissione Radio 3 Scienza, e non dico quante sciocchezze e improprietà ha detto la conduttrice, che pure dovrebbe essere un'"esperta" di scienza e metodo scientifico), i quali, divulgando agli ascoltatori e pensandoli ignoranti e deficienti poco più di loro, dànno spiegazioni senza capo né coda. E' presumibile che i RIS non abbiano cercato i DNA, la cui presenza era considerata scontata, mentre viceversa abbiano cercato ciò che era presumibile cercare, ovvero quelli di altre persone più o meno vicine alla vittima. Giustamente, se invece di "indiscrezioni" o pettegolezzi, avessimo poche, ma chiare notizie, sarebbe per tutti meglio, ma vuol mettere la "suspence" che ci dànno il giallo a puntate e le svolte "choc" di questa storia ?

Marco ha detto...

Non è detto che chiunque tocchi un certo oggetto lasci sempre e comunque delle tracce dalle quali sia possibile estrarre il DNA... quindi è probabile che diverse persone abbiano toccato il cellulare (non necessariamente dopo l'omicidio), ma solo alcune vi abbiano lasciato tracce biologiche (sudore, cellule epiteliali ecc), oppure che in origine ve ne fossero anche altre ma in seguito si siano cancellate, o siano state rese inutilizzabili, a causa di altri fattori (non dimentichiamo che il telefonino era in parte bruciato).
Per quanto riguarda le impronte digitali, dipende dal tipo di superficie dell'oggetto.

Marco ha detto...

@ Manlio Tummolo
Due precisazioni:
Nel caso di via Poma, le analisi sono state fatte sui reperti conservati dall'epoca del delitto, non sulla scena del crimine, che tra l'altro è totalmente cambiata (l'appartamento è stato ristrutturato).
Per quanto riguarda la ricerca del DNA, i RIS non possono decidere quale cercare e quale no: isolano una traccia biologica, tentano di estrarre il DNA, poi eventualmente lo confrontano con quelli in loro possesso. Più probabile che successivamente sia stata diffusa solo la notizia relativa ai profili estranei, essendo quelli riconducibili alla vittima totalmente irrilevanti.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Marco, d'accordo su quasi tutto quanto da Lei osservato. Però ricordo molto bene il fatto di via Poma, perché fu segnalato l'uso del "luminol" per tracce di sangue, ormai altrimenti invisibili, nell'appartamento. So anche che il DNA determinante per l'accusa e la prima condanna fu quello trovato sul reggiseno della ragazza, e non quello del sangue sulla parete. Il mio esempio voleva solo significare la difficoltà di cancellare residui invisibili con tecniche ormai superate, ma tuttavia percepibili con tecnologie recenti. Quanto ad errori, possibili a tutti, possono essere legati ad imprecisioni della memoria o a versioni non corrette date a suo tempo dai mezzi di informazione. Mai va dimenticato che, qui o altrove, si discute sempre su dati ipotetici, possibili, probabili, raramente su dati accertati in modo incontrovertibile. Nessuno ha verità pronte in tasca, a parte "Giuseppe" e "Giusy D." (e simili forumisti) del ben noto "Quotidiano di Puglia" e della sua omologa "Gazzetta del Mezzogiorno", sempre informatissimi su notizie di prima mano e possibilmente anche prima della prima mano.

Marco ha detto...

Ah ho capito, trovarono presunte tracce di sangue nel lavatoio all'ultimo piano (che poi mi pare non si siano rivelate tali), e all'epoca (se non sbaglio era il 2004) si ipotizzò che l'assassino avesse usato quella via di fuga e lì si fosse lavato.

p.s. ha letto le motivazioni della recente sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna della Conserva? Si trovano nel blog 'detcrime' di Carmelo Lavorino... sono interessanti perché anche in quel caso ci sono delle chiamate in correità.

Buona serata.

Manlio Tummolo ha detto...

No, caro Marco: non ho letto, se non molto sommariamente, il caso segnalato da Carmelo Lavorino. Veda, a me il caso Scazzi non interessa tanto per i suoi risvolti criminologici, quanto per gli aspetti metodologici delle investigazioni giudiziarie. Questo perché ritengo che si possa parlare con una certa cognizione di causa solo dei fatti sui quali vi è un'informazione documentale, non di cose su cui vi sono pure elaborazioni date dalla pubblica opinione. Giustamente Lei mi osserva appunto che si tratta della sentenza della Cassazione, però non avendo in mano la precedente documentazione, quella sulla sostanza delle indagini e non sulla pura forma del processo, è difficile esprimere un'opinione personale adeguata. Ad ogni modo la leggerò con più attenzione. Grazie.

Mimosa ha detto...

Oggi a “Domenica sul 5” (mi dispiace gentile Manlio che tu abbia rinunciato alla tv, proprio in questi frangenti … ma ti capisco con i problemi che il digitale ha dato e dà in questa regione), una Ilaria Cavo, stizzita per l’ottusità dei presenti e in particolar modo del direttore Paolo Liguori (a cui mando il mio plauso!) nonché a beneficio degli assetati telespettatori, si è presa l’ultima parola per quasi urlare: “alla fine la verità sarà lo stravolgimento della confessione di Misseri e cambierà la scena del crimine”.
Attenzione a noi, dunque, poveretti che abbiamo perso ore e anche l’appetito per stare dietro a questa storia … abbiamo sprecato energie per nulla … lei conosce la Vera Verità, evidentemente gliela stanno bisbigliando nell’orecchio da tempo dai meandri della Procura tarantina … Quindi da oggi io mi metterò in poltrona a guardare vecchi film d’amore finché un campanello mi avviserà del cambio di scena! Buona settimana a tutti.
Mimosa

Unknown ha detto...

Che io e Liguori viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda s'è capito, ma anche Ilaria Cavo è nella stessa onda. Non prendertela con lei Mimosa quando dice qualcosa che non ti convince perché è una delle pochissime giornaliste ad avere l'essenza dell'imparzialità, credimi è così.

E logico che essere imparziali, per un giornalista che lavora a contatto dei procuratori e dei carabinieri, significa comunicare tutto quanto si dice o si pensa all'interno della procura. Anche le notizie che non si vorrebbero sentire... ma questa è l'imparzialità, non stare né su una sponda né sull'altra e parlare di quanto capita, sia da una che dall'altra parte. E la Cavo non da suoi giudizi ma riporta quanto dettole da chi indaga. E che alla fine Misseri stravolgerà tutto è chiaro anche a me perché nulla di quanto ha detto, se non in pochissimi e saltuari spezzoni, ha un riferimento provato, neppure il cellulare trovato pulito.

Se c'è qualcuno da criticare aspramente quella è la Boralevi che col suo sorriso ironico ed ebete non riferisce notizie ma da opinioni personali e pretende di essere nel giusto quando parla in modo pregiudizievole di Cosima Serrano perché tanto, a suo modo di vedere, la madre non poteva non sapere di quanto stava avvenendo in casa sua. Questo è il vero dramma televisivo. Ciao ancora Mimosa, Massimo

Mimosa ha detto...

Scusa Massimo, con tutto il rispetto che ho per le tue competenze (e per la professionalità della giornalista in questione) … come fai a creditare la Cavo quando si è sempre mostrata “colpevolista” di tutte le donne della famiglia Misseri, non mi è sembrata mai imparziale, forse solo all’inizio del caso… mi spieghi come mai si sono accapigliati lei e Liguori, se – secondo te – sono sulla medesima lunghezza d’onda?
Forse ci sono sotto dei messaggi subliminali che non ho afferrato, e allora lei cerca solamente di prepararci ad uno tzunami … può essere.
Io sono troppo veemente, lo riconosco, questo caso mi sta facendo uscire dai gangheri … davvero dovrei guardare altre trasmissioni, del resto sto trascurando anche certe mie attività … In ogni caso, chiunque altro possa c’entrare con l’omicidio e l’occultamente, non si tratta di Sabrina, e questo a me basta! Il resto è un’altra storia (su cui in verità a poco a poco mi si sta formando un’idea) …
Ciaooo!

Mimosa ha detto...

Ancora una cosa, scusami Massimo, la Borallevi e altri personaggi simili, compresi criminologi e company, non li tengo neanche in considerazione! vorrei cambiar canale quando cominciano a interloquire...li ascolto solo per dovere di cronaca ... e con il mal di stomaco ... sai quante volte mio marito se la ride sentendomi insultare lo schermo?

Unknown ha detto...

L'accapigliamento, Mimosa, è partito da quanto è avvenuto all'inizio della puntata per quanto detto da Liguori sui giornalisti non pugliesi che, a detta dello stesso, erano capibili in quanto lavorano in quella città e devono tenersi buoni i magistrati (quindi le loro fonti di informazione) mentre gli altri, che seguono e perseguono quanto affermano i giornalisti di cui sopra diventandone conniventi, dovrebbero togliersi i paraocchi e denunciare ciò che avviene sotto gli occhi di tutti.

Ma che la Cavo sia imparziale, e proprio il fatto che a volte assecondi e segua (questa è imparzialità) anche la linea accusatoria dimostra che non pende da nessuna parte, è dimostrato dal fatto che l'avvocato De Jaco l'ha scelta, assieme alla Corbi, per la prima intervista di Cosima Serrano.

Inoltre in tante altre occasioni, una è stata proprio la puntata di Matrix in cui era la suddetta intervista, ha chiaramente confutato la tesi accusatoria facendo emergere quanto la Difesa voleva emergesse (che in fondo è ciò che non fa nessuno).

Ti ripeto che davvero è imparziale al 100%.
Per capirlo, però, la prossima volta che ti capiterà di ascoltarla dovrai fare in modo di essere meno adrenalinica, meno partecipe. Dovrai guardare il programma in questione stando all'esterno del fatto ed in maniera equidistante, come fosse la prima volta che ti interessi al caso. Ce la farai?
Ciao, Massimo

Mimosa ha detto...

Grazie Massimo ... non so se ce la farò, mi sale il sangue alla testa quando comincio a vedere smorfie e smorfiette e a sentire frasi che cominciano con "ma, scusate ..." e voci stridule.
Riguardo alla Cavo, alla luce di quanto mi dici, e di quanto ricordo di aver visto in precedenza, credo che anche lei stia patendo ... Mi scuso con lei. Mah, va bene, mi prenderò dei tranquillanti prima ... perdonami se ti infesto il blog con le mie adrenaline ... sono effettivamente una che parte in quarta, nonostante l'età ... eheh. Un caro abbraccio. Mimosa

Unknown ha detto...

Però Mimosa devo ammettere che il tuo modo di porti, comprese le adrenaline che ti crescono e ti portano a guerreggiare, è adorabile. ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

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