giovedì 7 aprile 2011

Attacco alla Libia e clandestini a Lampedusa. I giornali ed i politici francesi hanno perso la memoria

Posso dire che certa gente mi fa venire rigurgiti violenti? Sia che possa o meno lo dico e lo ripeto, certa gente mi blocca lo stomaco. In Francia, ad esempio, c'è un signore che decide in nome del suo popolo, e non credo che la maggioranza dei francesi sia davvero d'accordo con lui, di fare guerre ed invasioni a random. Si alza la mattina e, se non riesce a sfogare la sua voglia sessuale perché Carlà ha mal di testa, ha dormito male o non s'è ancora lavata i denti, tira una freccetta sul mappamondo e decide chi e dove bombardare. C'è da sperare che tale freccetta non finisca mai sui dintorni di Parigi altrimenti i francesi rischierebbero l'auto-bombardamento. Ha iniziato con la Libia, benedetto dalla santa Alleanza che poi gli ha tolto il comando, ed ora nel mirino ha la Costa d'Avorio. E' un uomo che vuole cacciare a tutti i costi i dittatori di turno. Ed infatti ogni bombardamento gli viene a costare cifre da capogiro. Ma il governo che dirige non ha problemi ad approvare le azioni militari ed a stanziare le spese occorrenti. Questo nonostante l'economia francese a febbraio abbia subito un nuovo innalzamento del debito pubblico, ormai è da tanto che lo subisce, e ci siano proteste e manifestazioni quasi quotidiane nelle piazze di Parigi.

Ma non è solo "le président" ha crearmi gli imbarazzi di stomaco, anche i giornali della sua nazione mi obbligano a prendere pasticche effervescenti e digestive. Su Le Figarò, ad esempio, non si riesce a trovare un articolo che commenti un attacco degli aerei militari francesi, non ce ne sono proprio, e quando parlano di Libia scrivono della rivolta interna e non dell'attacco esterno. Che strano vero? Chi ha deciso di iniziare i bombardamenti per creare quella Fly Zone libica che avrebbe, ed ha, aiutato gli insorti, altrimenti il dittatore a quest'ora avrebbe il completo controllo della sua nazione, pare voglia far dimenticare al suo popolo quanto avvenuto e quanto sta avvenendo. Sul giornale in questione si parla degli sporchi mercenari che aiutano, previo pagamenti in contanti, il generale suddetto, si parla degli oltre otto miliardi di dollari libici custoditi nelle banche francesi e ci si chiede quanti di quelli siano riferibili all'uomo che vorrebbero uccidere.

Uccidere, non cacciare dalla sua terra ma uccidere. Se avessero voluto altre soluzioni le avrebbero prese in considerazione prima di attaccare, se avessero voluto la democrazia avrebbero parlato e non bombardato. Perciò l'attacco, avvenuto due ore dopo la Risoluzione ONU e quindi già programmato nei minimi particolari, non è stato portato avanti con l'idea di liberare un popolo dal dittatore in maniera pacifica ma, ovviamente, di liberarsi di un interlocutore scomodo per cercare, una volta al governo una coalizione popolare debole ed inesperta, di appropriarsi di ciò che la Libia ha di economicamente valido. Poco importa se in futuro assisteremo, come capita ora in Iraq ed in Afghanistan, ad attentati e stragi popolari, ad agguati in cui moriranno i soldati della coalizione, i nostri soldati, questo è un male preventivabile ma minore se messo a confronto ai vantaggi economici che ne deriveranno.

Ma la guerra in Libia non ha portato guai solo al dittatore tiranno e despota, li ha portati anche all'Italia. Se prima i clandestini venivano fermati grazie all'aiuto libico ora le frontiere africane sono aperte a tutti ed anche i prezzi, che sono stati dimezzati, stanno contribuendo ad incentivare le partenze. Più di un mese fa non si arrivava a Lampedusa senza pagare dai due ai tremila euro, ora ne bastano anche solo mille per imbarcarsi in una tinozza insicura che arriverà solo se il mare avrà pietà di lei. Ma a "le président" poco importa dei venticinquemila (molti altri ne arriveranno), tra tunisini etiopi somali e libici, arrivati in un'isola che un tempo veniva frequentata solo dai turisti. In fondo qual'è il problema che lo riguarda? Mica è in territorio francese? Ed in effetti si chiama Lampedusa e non Lampedusà, è vero, ed in effetti la guardia costiera italiana li aiuta quei poveri naufraghi in balia del mare grosso, è vero anche questo, mica fa come Malta che li allontana e quando c'è un problema telefona alle istituzioni italiane perché lo risolvano.

I clandestini, non i profughi libici, parlano quasi esclusivamente francese perché un tempo i governati d'oltralpe avevano colonizzato le loro terre per sfruttarle ed averne vantaggi a livello economico. Però, dopo anni ed anni di resistenza civile da parte di chi non voleva essere colonizzato, la seconda guerra mondiale sancì la fine delle colonie francesi in Africa e chi, al pari di Gheddafi negli ultimi decenni in Libia, aveva instaurato negli Stati mediterranei del sud un regime improntato alla dittatura, in Tunisia ad esempio, dovette andarsene. Ma al popolo tunisino il colonialismo ha lasciato la conoscenza del francese, inteso come lingua, e proprio per questo motivo la maggioranza vorrebbe andare in Francia dove già vivono e lavorano tanti loro parenti. 

Quindi, visto che la guerra in Libia è la causa scatenante l'esodo di massa, visto che "le président" è stato il primo a volere un intervento militare dopo anni e anni di baci-baci con il Gheddafi, al pari di tutti gli altri attuali invasori e bombaroli presenti in quella nazione ormai martoriata, dovrebbe essere pacifico che un'eventuale migrazione verso la Francia dei tanti fuggiti dall'Africa debba trovare una naturale tolleranza. Dovrebbe essere un fatto gradito a tutti gli Stati coinvolti perché al momento della risoluzione che fece partire i primi aerei militari già si sapeva che le traversate si sarebbero centuplicate. Quindi non dovrebbe risultare un problema lo spalmare fra i vari alleati europei tutti gli esseri umani che, con numeri da capogiro, stanno invadendo l'Italia. Non dovrebbe ma, al contrario, pare lo sia. Infatti il "visto comunitario" che rilascerà il governo italiano a quei clandestini già controllati, quindi riconosciuti onesti, che non volessero rimanere nel Bel Paese ma andare dove hanno parenti, non sarà completamente riconosciuto dalle guardie di frontiera francesi che non faranno entrare nel loro territorio chi fosse in possesso solo di tale documento.

Il ministro degli interni francese, Claude Guént, ha infatti emanato una circolare che all'incirca suona così: "I clandestini che si presenteranno col documento comunitario rilasciato in Italia per entrare in Francia dovranno dimostrare di avere almeno 6000 euro a testa (62 euro al giorno per tre mesi di soggiorno), dovranno avere un documento di viaggio ed un titolo di soggiorno valido, entrambi rilasciati dalle autorità francesi, non dovranno avere pendenze penali pregresse per non creare disordine pubblico. Se saranno presenti questi requisiti potranno entrare ma solo per un periodo non superiore ai tre mesi".

Hai capito le autorità francesi? Vuoi vedere che fra qualche giorno scriveranno un comunicato in cui diranno che è stata l'Italia ha volere attaccare la Libia e che i clandestini sono e resteranno un problema solo suo? D'altronde è notorio che i "le président" abbiano la memoria corta.







1 commento:

nico ha detto...

Sono Presidenti e Primi Ministri, ma restano nani fuori e dentro. Infinitamente piccoli nella loro arroganza, chissa' se si rendono conto che la Storia li giudichera' ominicchi. Parlo al plurale perché malgrado Italia e Francia al momento non siano tanto allineati, la disumanita' dei loro leaders é davvero molto simile. I Francesi dovrebbero accogliere chi fugge da terre che hanno sfruttato a sangue. Terre che li hanno ingrassati, e come sempre ai colonizzatori é convenuto tenersi buono il despota di turno. Eh sì perché se la gente ha paura é piu' facile da controllare. Sarkozy corteggiava quel folle di Gheddafi e intanto continuava a sfruttare la Libia, così come ha continuato a sfruttare Costa d'Avorio, Guinea ecc. ecc. Lasciandosi dietro miseria profonda, e ora? Ora là non si vive piu', chiaro che ci si voglia salvare la vita, chiaro che si cerchi di raggiungere i famigliari che gia' si trovano in terra francese. Invece la Francia dice no, ora sono fatti vostri, la vostra paura la vostra fame non ci riguardano. E noi abbiamo fatto lo stesso, il cavaliere a baciare la mano di quel pazzo intossicato dal botox, anche le frecce tricolori gli abbiamo mandato. E qualche centinaio di ragazze a Roma ad ascoltare la sua lezione farneticante sul corano. L'accordo Italia Libia? Ricordiamoci che i poveri cristi sui barconi li intercettavamo e li rimandavamo indietro, in forza di quell'accordo. I 6200 euro che con crudelta' e malizia si chiedono come condizione per entrare in Francia, vanno di pari passo con la dichiarazione di Frattini (cioe' del suo capo) che noi li respingivamo perché Gheddafi assicurava che sarebbero stati soccorsi e accompagnati al confine con altri Stati africani. Essendo il confine, a scelta, una prigione con annessa tortura oppure 80 km di deserto, questo lo sapevano bene Berlusconi e ghenga. Così come lo sa bene Sarkozy cosa succede a chi é costretto a tornare indietro. Che disgusto, che rabbia ad essere rappresentati da uomini così. Chi fugge affidandosi a una bagnarola che chissa' se arriva o affonda, é chiaro che ha bisogno di aiuto. Punto. Il resto sono chiacchiere che cercano di coprire interessi enormi(anche privati), sempre e solo interessi. Quindi sono d'accordo con te Massimo, e comunque il nano francese qualche cannonta sui suoi l'ha gia' tirata. Il famoso pugno duro con gli abitanti (tutti immigrati) delle periferie parigine, mai state tanto squallide e misere come da quando c'é lui all'Eliseo. Ciao