lunedì 17 gennaio 2011

Yara Gambirasio. Un silenzio stampa che non aiuta né la famiglia né Yara.

Il comunicato distribuito ai giornalisti
Da due giorni il silenzio regna sovrano su Brembate, ieri (domenica) gli ultimi tecnici televisivi hanno smontato le costose apparecchiature e se ne sono tornati alla base. Ma davvero senza il tam tam mediatico si riuscirà a ritrovare Yara? Ricordiamoci che ad Avetrana è successo esattamente il contrario, e senza la pressione asfissiante e continua dei giornalisti molto probabilmente Sarah sarebbe ancora in una cisterna e lo zio orco nei campi a raccogliere olive.

A Bergamo gli inquirenti hanno ritenuto giusto capovolgere la situazione per un motivo ben preciso, non vogliono che ai rapitori arrivino notizie troppo dettagliate sullo sviluppo investigativo. Non vogliono che queste notizie, se giuste o vicine alla realtà, possano impaurire chi l'ha in custodia e portare alla eliminazione della ragazzina. Ed allora c'è solo una spiegazione a tutto questo, chi indaga sente vicina una svolta ed ha una pista ben precisa da seguire, una strada che non vuole far prendere ai giornalisti dello scoop.

Però non è un ragionamento così logico perché se davvero fossero al capolinea dell'indagine non si sarebbero incontrati con i volontari per programmare altre settimane di ricerca. La logica è il frutto di un calcolo e si raggiunge sommando o sottraendo le parole pronunciate alle azioni svolte. E rapportando queste azioni agli inquirenti, a quanto dicono e a quanto fanno, ci viene un numero pari allo zero. A sentirli parlare sembrano sempre ad un buon punto investigativo, a vederli fare ci si accorge che non sanno dove sbattere la testa e neppure se Yara sia viva o morta.

Il comunicato letto e sottoscritto dal Sindaco risulta a nome della famiglia Gambirasio, in realtà è stato scritto in questura e fatto firmare in un secondo tempo. Si sa che due genitori accettano qualsiasi cosa pur di far tornare a casa chi amano, ed ancora più volentieri se un questore si presenta a loro garantendogli la speranza di un ritrovamento a fronte di una richiesta firmata. Ma hanno ragionato sulle conseguenze o si sono fidati ad occhi chiusi? E soprattutto, hanno fatto bene a fidarsi o l'hanno fatto in base alle parole del questore, in base alla speranza?

La parola speranza ultimamente viene sempre abbinata a Yara, e non è un buon segno perché aggrapparsi alla speranza è quasi come chiedere un miracolo ad una delle tante Madonnine sparse per il mondo. Buttata in pasto all'opinione pubblica, poi, moltiplica la voglia di miracolo e le aspettative sulle indagini. Sarà mica a causa di queste aspettative che è calato il sipario... non è che hanno deciso di isolarsi perché non hanno altro che il nulla in mano? Come s'è detto tante volte, infatti, piste tante riscontri zero.

Ed allora leggiamo il nuovo comunicato per vedere se, come nel precedente, anche in queste poche righe c'è qualcosa da scoprire. Le parole usate dalla famiglia Gambirasio, ma forse sarebbe meglio dire dal questore, ancora una volta paiono illuminanti. L'unico passaggio cita: "Vista la situazione venutasi a creare, i comunicati non corrispondenti a verità e il coinvolgimento di persone che nulla hanno a che vedere con il grave fatto accaduto, la famiglia Gambirasio chiede l'assoluto silenzio stampa per dar modo agli inquirenti ed alle forze dell'ordine di svolgere l'attività investigativa con maggior serenità e tranquillità".

Io non voglio andare a cercare il pelo nell'uovo, per carità, ma dopo averlo letto una domanda mi è sorta spontanea. Chi può dare ad una madre e ad un padre la certezza che un determinato gruppo di persone non abbia davvero nulla a che fare col rapimento della propria figlia? A maggior ragione mi chiedo chi la da agli inquirenti di solito molto più che sospettosi? E per l'ennesima volta torno ad Avetrana e ricordo a tutti che la madre di Sarah disse che era certa che il cognato non centrasse nulla col rapimento di sua figlia. Abbiamo visto in seguito come non fosse affatto vero!

Pertanto anche stavolta hanno usato parole equivoche e di strana interpretazione. Che stiano cercando i rapitori fra quelli che non centrano nulla? Come al solito devo dire che tutto a Brembate Sopra è probabile ed improbabile, e volendo continuare a ragionare con logica anche queste parole non sono un buon segno.

Per finire c'è da chiedersi se il silenzio giova alla famiglia Gambirasio e soprattutto a Yara. Fosse stata figlia mia non avrei in alcun modo allentato la pressione mediatica, proprio come fatto dalla madre di Sarah, ed avrei combattuto in prima linea in ogni minuto della giornata per averne sempre più. Però i modi di comportarsi e di soffrire non sono uguali in tutte le persone, ed in effetti a Bergamo abbiamo assistito all'annullamento del dolore. Diverse volte la televisione ci ha mostrato Fulvio Gambirasio, ad esempio, riuscire a sorridere ai conoscenti che lo rincuoravano. Mi trovassi nella sua situazione, sperando non mi capiti mai, farei fuoco e fiamme e non mi adagerei sulle spalle di chi mi parla di speranza, di chi vuole tranquillità.

Ognuno ha un suo compito da portare avanti. La Polizia ed i Carabinieri indagano, i giornalisti informano e sensibilizzano le persone per ottenerne l'aiuto. Non c'è silenzio che sia giustificabile di fronte ad un dramma del genere. Chi perde un figlio urla per trovarlo, lo chiama ad alta voce, non se ne sta in silenzio in attesa di notizie auto-alimentandosi la speranza. Il silenzio non aiuta la speranza, il silenzio genera solo sconforto ed altro silenzio. Ed il silenzio mediatico è ancora peggio perchè fa dimenticare al mondo chi non è da dimenticare.


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