Di Gilberto Migliorini
La mattina del 21 di giugno 1630, verso le quattro e mezzo, una donnicciola chiamata Caterina Rosa, trovandosi, per disgrazia, a una finestra d'un cavalcavia che allora c'era sul principio di via della Vetra de' Cittadini (…) vide venire un uomo con una cappa nera, e il cappello sugli occhi, e una carta in mano, sopra la quale, dice costei nella sua deposizione, metteua su le mani, che pareua che scrivesse. (…) All'hora, soggiunge, mi viene in pensiero se a caso fosse un poco uno de quelli che, a' giorni passati, andauano ongendo le muraglie.
Alessandro Manzoni, Storia della Colonna Infame - capitolo I
Un caso giudiziario che vede la condanna di innocenti non trova migliore rappresentazione di quella che ne ha dato il Manzoni nel suo saggio sul processo agli untori del 1630.
Anche il caso Bossetti ha qualcosa di molto particolare, rappresenta emblematicamente tutto quello che il Bel Paese da sempre ha rimosso dalla coscienza collettiva. Si tratta di quei meccanismi che hanno attinenza con le istituzioni, con le loro deformazioni congenite, con quella mancanza nell'utenza mediatica di un vero senso morale, e con una mentalità che ha fatto del compromesso, del qualunquismo, dell’indifferenza e del cinismo (in una parola del menefreghismo) il modello del tirare a campare (fin che la barca va lasciala andare…)
Ascoltando le interviste sul web e leggendo i commenti di tanti lettori sui quotidiani c’è la sensazione che forse da quel lontano 1630 nulla sia cambiato nei meccanismi psico-sociali, nelle attitudini culturali e negli stereotipi di una nazione. Le epidemie che contagiano il mondo non sono solo quelle da addebitare a sostanze biologiche, sono anche quelle relative ai modi di pensare, alle idee, alle credenze e ai pregiudizi che si diffondono in una sorta di influenza e pestilenza collettiva.
Gli untori, nella fantasia popolare, si riteneva propagassero la peste e altre pestilenze mediante artifici. Durante la peste di Milano, nel secolo XVII, chiunque poteva essere sospettato e accusato di diffondere l'epidemia ungendo muri e porte con sostanze infette. Nella Storia della Colonna Infame, Manzoni ricostruisce il processo addebitando il colossale errore giudiziario non tanto all'uso della tortura (come invece Pietro Verri aveva fatto nelle sue Osservazioni quasi un secolo prima). Per il Manzoni quei giudici che condannarono a una morte atroce non avevano attenuanti: né in riferimento al contesto storico e alla mentalità dell’epoca e neppure concedendo loro che l’uso della tortura – allora nella norma - potesse averli indotti in errore. L’azione di andar rasente a un muro (quel giorno pioveva) e di scrivere su un pezzo di carta innescarono una serie di illazioni che portarono rapidamente a immaginare degli scenari criminali.
Qualsiasi azione è suscettibile di una interpretazione sospetta quando il contesto la rende in qualche modo integrabile in una conclusione a cui si è giunti preventivamente. La convinzione di colpevolezza a priori farà alla fine precipitare una serie di fatti irrilevanti come una cascata di elementi di prova alla luce di un qualsiasi teorema accusatorio. Nel famoso processo descritto dal Manzoni la sceneggiatura era nell'ambito della suggestione, dell’interpretazione di gesti banali che trovavano riscontri soltanto nel bisogno dei giudici di assecondare le fantasie popolari (e nell'esigenza di reperire un capro espiatorio).
Da allora nulla è cambiato visto che negli anni duemila troppi arresti si sono eseguiti per soddisfare una sceneggiatura da inquisizione creata ad arte da chi può inquisire.
Massimo Bossetti viene arrestato da una schiera di poliziotti sul piede di guerra come se un incensurato intento al suo duro lavoro, sfiancato dalla fatica sotto il sole, dovesse mettersi a sparare come un Rambo cinematografico. Una scena diventata da film quando qualcuno degli zelanti servitori dell’ordine gridò, con un tempismo da ciak si gira, ‘attenti che scappa per i tetti’. È la prima scena, l’incipit di una sceneggiatura che appare già delineata nell'idea, nel soggetto e nel trattamento. Il copione è impostato e già scritto con tutte le scene numerate. L’esito finale non solo è scontato, ma è anche già stampato a chiare lettere in un esordio che ha tutte le caratteristiche di un provino.
Il figuro con la cappa nera e il cappello sugli occhi che scrive su un pezzo di carta nel processo agli untori del 1630, sembra avere una sua suggestione enigmatica – il povero Guglielmo Piazza per quella inquadratura, una sorta di freudiana scena primaria, verrà condannato come untore alla tortura e alla morte. Ci sono condanne inscritte in una sorta di iconografia, in un’immagine così suggestiva da dare forma e decodifica a qualunque fatto solo colorandone il significato e integrandolo in un teorema. Il campo visivo dell’osservatore è tutto inscritto in un’icona che si riassume in un fermo immagine, l’istantanea di una inquadratura in grado di comporre le scene in sequenza, tutto il montaggio con campi e controcampi con flashback e flashforward… Un po’ come quell'acronimo del DNA che nella fantasia collettiva (e nella pigrizia di un’audience che ripete a pappagallo quello che neppure comprende) è una sorta di formula magica... quella stessa che nel 1630 era la parola untore.
L’immagine del carpentiere con i piedi nella malta intento a spianare una gettata di cemento, appare d’effetto a sorpresa per quello spettatore che al di là delle congratulazioni di un ministro sta vivendo una sceneggiatura che un solerte montaggio trasforma in film. La regia mette in campo l’intervento di una schiera di efficienti e fotogenici tutori dell’ordine, con l’immancabile ‘incaprettamento’ del presunto criminale (incensurato, buon lavoratore e padre di famiglia) per dare al pubblico l’idea di una pericolosità da serial killer. Con quell'incipit il personaggio ha tutte le credenziali del criminale incallito, pronto per la nomination. Le sirene spiegate con le gazzelle che sfrecciano verso la caserma dà alla diegesi narrativa la suggestione di una condanna che non ha bisogno di nient’altro che degli effetti scenici: è il prologo con la folla applaudente che grida insulti verso quello che senza neppure processi oramai è già l’assassino della povera Yara. Per far credere di vivere nella legalità, però, c’è bisogno di un processo e lo si fa... ma solo per dare una spinta allo spettacolo e al pubblico la suggestione di vivere un romanzo a puntate. L’imprinting costituisce prova certa più ancora di un indizio da valutare in tribunale: è il film dove la regia si sviluppa per scene in un piano sequenza.
Tornando al 1630, l’altro elemento sul quale occorre por mente locale è la suggestione di una donna che in perfetta buona fede crede di ravvisare qualcosa di importante: “mi viene in pensiero se a caso fosse un poco uno de quelli che, a' giorni passati, andauano ongendo le muraglie”.
Qui abbiamo un duplice elemento di riflessione.
a) Il carattere soggettivo della testimonianza dove la percezione è già carica di interpretazioni sull'onda della suggestione. Ancora oggi, nonostante gli studi di psicologia della gestalt non a tutti appare chiaro che il testimone non è latore di una verità oggettiva, anche quando è in perfetta buona fede; egli vive le situazioni e interpreta i fatti soprattutto quando esiste un contesto di influenza sociale.
b) L’elemento suggestivo in un contesto di stress (la peste) dove il testimone è anche parte lesa e dove l’influenza collettiva (le voci che corrono) rappresenta la pressione sociale sull'individuo che perviene a conclusioni in forza di un condizionamento. Il teste e i giurati sono variamente influenzati da quelle aspettative che riconoscono (più o meno consapevolmente) negli interlocutori.
La neutralità è un processo di decantazione per il quale si riduce il fatto agli elementi veramente essenziali, spogliandoli da tutte quelle suggestioni e malie che inducono a formulare giudizi di pancia. Non si tratta solo delle eventuali dissonanze cognitive per le quali il testimone (e chi giudica) finisce per integrare i fatti all'interno di una sua visione organica (un contesto conoscitivo ed affettivo dove entrano in gioco valori e credenze), ma anche quelle pulsioni che nell'immediato lo condizionano e indirizzano emotivamente (pressioni sociali e culturali). La posizione manzoniana è radicale: i giudici condannarono degli innocenti non a causa della errata credenza nelle unzioni e neppure nonostante che la legislazione dell’epoca ammettesse la tortura. Lo fecero in perfetta malafede, ricorrendo ad espedienti iniqui e ispirati da passioni perverse[1].
Manzoni solleva la questione del tecnico del diritto. Il magistrato dovrebbe risultare impermeabile alle aspettative generali che vorrebbero venisse fatta giustizia al più presto, che un qualche colpevole venisse punito indipendentemente dalle sue responsabilità oggettive e in forza di quella suggestione che giudica soltanto su base emozionale e in forza di assunti a priori di colpevolezza. Insomma, un giudice non dovrebbe farsi prendere la mano dalle pressioni sociali, non dovrebbe assecondare l’aspettativa generale solo per dar soddisfazione a una moltitudine che verrebbe delusa nello scoprire degli innocenti. L’altro elemento al quale si rivolge l’ironia manzoniana è l’impazienza di quei magistrati di trovare un qualsivoglia oggetto indiziario sul quale appuntare l’indagine e che, per quanto falso, costituiva l’unico a disposizione.
Il riferimento è all'etica di cui ogni ordinamento giuridico dovrebbe essere informato. Si tratta di una disanima lucida quanto impietosa che, pur nel contesto della pestilenza e della natura eccezionale di quegli anni, stigmatizza le menzogne e gli abusi di potere come risultato di arbitrio e perversione individuale di chi era chiamato a giudicare[2].
L’ironia manzoniana non si limita a colpire lo spirito dei tempi e la malafede. In riferimento a certa storiografia giustificazionista o negazionista usa il sarcasmo, rileva come l’analisi storica si caratterizza spesso come un cumulo di luoghi comuni, uno zibaldone dove tutti ripetono pedissequamente lo stesso concetto senza mai controllarlo…
Oggetto di ironia più o meno larvata sono storici del calibro di Giuseppe Ripamonti (1573-1643), Battista Nani 1616-1678), Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), il giureconsulto Pietro Giannone ( 1676-1748) e in modo molto sfumato lo stesso Pietro Verri:
“Nel nostro, c'è parso che potesse essere una cosa curiosa il vedere un seguito di scrittori andar l'uno dietro all'altro come le pecorelle di Dante, senza pensare a informarsi d'un fatto del quale credevano di dover parlare” (Alessandro Manzoni, Storia della Colonna Infame - Introduzione)
Lo abbiamo sotto gli occhi, in modo impressionante. Le pecorelle di Dante, nel caso Bossetti è quel giornalismo che rincorre le voci, intellettuali e professionisti della carta carbone, una schiera di commentatori che vanno l’uno dietro l’altro senza conoscere i fatti se non per sentito dire. Esempi di giornalismo da decalcomania. Si parla di pedofilia, di sferette, di transiti col furgone, di celle telefoniche… come vox populi… Tutto scontato con quegli effetti Pigmalione o profezia che si autoadempie: video confezionati ad hoc a scopo mediatico, fibre del furgone del muratore che sono le stesse di centinaia di migliaia di veicoli, sferette che si riferiscono non a un carpentiere ma a un fabbro, ricerche pedopornografiche mai avvenute… (solo quella innocente pornografia, a confronto dell'altra, di tanti bacchettoni che predicano bene e razzolano male) e dulcis in fundo una paternità asserita (Guerinoni) senza mai una verifica processuale sul padre legale Giovanni (somigliantissimo a Massimo, due gocce d’acqua nelle immagini giovanili). Il confronto auspicato dal Gip sembra un tabù per la procura. Ci hanno raccontato che Massimo Bossetti è figlio di Guerinoni. e i media hanno ripetuto giornalmente il ritornello, al punto che ne siamo tutti persuasi senza che sia mai stata fatta una verifica da parte dell’accusa.
In quel lontano 1630, alla finestra d'una casa della strada c’era un'altra spettatrice, Ottavia Bono. Interrogata anch'essa, depone d'averlo veduto fin dal momento ch'entrò nella strada: “Viddi, dice, che si fermò qui in fine della muraglia del giardino della casa delli Crivelli... et viddi che costui haueua una carta in mano, sopra la quale misse la mano dritta, che mi pareua che volesse scrivere; et poi viddi che, leuata la mano dalla carta, la fregò sopra la muraglia del detto giardino, dove era un poco di bianco. (Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap I)
Si può istruire un processo sulla base del niente? Sì, se alle azioni e ai fatti aggiungiamo delle interpretazioni non sulla base di un contesto oggettivo, ma semplicemente su delle assunzioni, delle illazioni e dei teoremi. L’esame obiettivo avrebbe offerto un contesto interpretativo del tutto normale: il Piazza si stava pulendo probabilmente le mani sporche di inchiostro e andava rasente al muro perché pioveva. Ma un teorema non si scoraggia certo per un fatto che dovrebbe screditarlo, è già pronta un’interpretazione ad hoc che faccia quadrare il cerchio: “E in quanto all'andar rasente al muro, se a una cosa simile ci fosse bisogno d'un perché, era perché pioveva, come accennò quella Caterina medesima, ma per cavarne una induzione di questa sorte: è ben una gran cosa: hieri, mentre costui faceva questi atti di ongere, pioueua, et bisogna mo che hauesse pigliato quel tempo piovoso, perché più persone potessero imbrattarsi li panni nell'andar in volta, per andar al coperto.” Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap I
Il fatto di piovere da giustificazione dell'andar rasente ai muri cambia forma e diventa la dimostrazione della perversa volontà di contaminare il maggior numero di persone. Naturalmente se ci fosse stato il sole si sarebbe detto che il Piazza non avrebbe avuto motivo di andar rasente il muro. E’ il tipico procedimento verificazionista, un asserto che non contempla nessun falsificatore potenziale. In tutte le condizioni l’assunto che si tratti di un untore risulta sempre confermato da qualche stratagemma interpretativo che dà ragione a priori a chi accusa. Il procedimento è tipico di un sistema inquisitorio, ma anche di un sistema accusatorio ubiquo nel quale si tengono aperte più strade... o meglio, si chiude qualsiasi via di fuga in quanto viene introdotta in ogni caso una giustificazione di colpevolezza, sia che piova sia che ci sia il sole.
Il caso di Alberto Stasi è emblematico: si era ripulito le scarpe, altrimenti, ci dicono, se le sarebbe imbrattate sul pavimento. Se le avesse avute sporche? Sarebbe stato comunque l’assassino, bastava cambiar di segno il ragionamento dicendo che il sangue sul pavimento era già coagulato (dal momento che era una calda giornata d’estate) e dunque le scarpe se le era sporcate nel momento dell’omicidio.
Quando la psicosi e la suggestione prende piede tra la gente si può perfino vedere quello che non c’è ed è possibile interpretare la sporcizia e il sudiciume presente da sempre come qualcosa che d’improvviso fa la sua inquietante apparizione[3].
Queste considerazioni ci riportano a quanto i testimoni (ma non solo) siano influenzabili nelle loro ricostruzioni per una sorta non solo di suggestione, ma anche di una attitudine a focalizzare quello che prima non veniva neppure notato. L’inversione figura-sfondo determina che il dettaglio venga notato e ingigantito fino ad apparire qualcosa di nuovo e rivelatore di una realtà oscura e nascosta. Quello che prima era solo qualcosa di trascurabile e inessenziale diviene sotto la lente di ingrandimento del sospetto una untuosità inquietante. Allora si nota nell'imputato uno sguardo torbido, comportamenti inquietanti, atteggiamenti equivoci…
Nel caso Bossetti c’è la solita fotografia col cagnolino e il gatto nero, qualche istantanea che coglie uno sguardo di sbieco, il dettaglio dell’inquadratura ad hoc, una sua frase o un comportamento decontestualizzato che fanno dire al commentatore di turno che trattasi di personaggio inquietante. Il montaggio delle inquadrature e dei piani sequenza, con stacchi o dissolvenze può fare miracoli e trasformare perfino le quisquiglie e le pinzillacchere, le banalità e le curiosità di cui è costellata la vita di qualsiasi persona, in straordinarie e emblematiche rivelazioni, in profili caratteriali dove lo psichiatra e il grafologo fanno esercizio di inventio…
Allo stesso modo un testimone in cui agisca una autosuggestione e pulsioni inconsce di natura aggressiva può interpretare retrospettivamente nel contesto di un delitto dei fatti banali e innocenti come rivelatori dell’azione criminosa di un imputato. A posteriori, alla luce di un semplice sospetto, qualunque cosa può acquistare dignità di indizio o addirittura assurgere a prova nel momento in cui la memoria sotto la spinta della suggestione riesce perfino a ricordare che lì su quei muri prima non c’erano mai state quelle ‘onte’ come nelle parole sarcastiche del Manzoni: I vicini, a cui lo spavento fece scoprire chi sa quante sudicerie che avevan probabilmente davanti agli occhi da sempre e a cui non avevano mai badato, si misero in fretta e in furia ad abbruciacchiarle con della paglia accesa. (Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap I)
Uno dei caratteri della suggestione collettiva è che si nutre come il fuoco di nuovo combustibile. Le voci che corrono determinano un proliferare di altre voci e ricordi che improvvisamente tornano alla memoria rivelando qualche terribile verità nascosta.[4]
L’andamento che sembra alludere a un mero fenomeno di psicologia delle masse non deve ingannare. Il magistrato che dovrebbe discernere tra i fatti acclarati e la suggestione popolare si lascia imbeccare dalla diceria popolare. Gli indizi più vaghi diventano certezze senza neppure conoscere il corpo del reato. Ma anche in questo caso il Manzoni diffida di considerazioni storiografiche basate sulla cultura o sulla mentalità riportando l’interpretazione non già all’elemento sociologico ma alla responsabilità individuale, spostando l’attenzione dalla psicologia delle masse (e dagli automatismi psico-sociali) alla coscienza individuale di chi a vario titolo deve investigare e giudicare.
Un conto è il rumore nel quale siamo avvolti che spesso ci inclina a giudizi avventati e senza averne i mezzi (sollecitati dalla pressione al conformismo sociale), un conto è quando indossiamo la veste ufficiale dei giurati, quando ci viene richiesto di sgombrare la mente dal frastuono, dalle suggestioni, dai pregiudizi e dunque di giudicare sugli elementi obiettivi e non già su quel rimbombo là fuori, consapevoli dell’onere di giudicare altri uomini. Nella società attuale i media possono davvero costituire una sorta di ‘liquido amniotico’ dove tutti sono immersi, persone comuni, opinionisti, giurati, magistrati…
Dunque sulla semplice base della testimonianza confusa di due donne, una semplice suggestione ricavata dalla fantasia, Guglielmo Piazza commissario di sanità viene condotto in carcere. L’uomo non cerca di fuggire, non oppone resistenza. Viene frugata la sua casa “in omnibus arcis, capsis, scriniis, cancellis, sublectis” e non vien trovato nulla: “nihil penitus compertum fuit”
Nel caso Bossetti viene trovato un DNA che stranamente sopravvive per mesi alle intemperie e, singolarità su singolarità, ha in sé la sola parte nucleare che notoriamente ha una sopravvivenza di molto inferiore alla parte mitocondriale. Come se l’acido desossiribonucleico dei muratori abbia per qualche sortilegio o delle caratteristiche sui generis. Da qui si può iniziare ad enumerare una grande quantità di incongruenze, proprio dalla traccia biologica diventata "prova regina". Traccia che per chi accusa e chi giudica sopravvive, oltre ogni riscontro scientifico, su degli slip intrisi di liquidi cadaverici... traccia che per mesi conserva un DNA leggibile...
E a guardar bene, da un altro punto di vista, proprio l’esame del Dna in quanto tale, nella moderna biologia conserva proprio quella che è stata definita la diceria dell’untore. L’immagine della scienza che opera attraverso i rigorosi metodi quantitativi e che mediante osservazioni e confronti rappresenta, nel caso dell’individuazione dell’assassino tramite il Dna, una illusione carica di potenziali errori madornali (come dimostrato da tanti casi). Il metodo è quello induttivo messo alla berlina dall'epistemologia contemporanea (Popper). Non si mette in discussione l’uso del Dna come metodo investigativo, ma l’induzione che fa parte di quei procedimenti logici che possono indirizzare un’indagine (scientifica e/o criminologica). Poco ci vuole a capire che mediante l'induzione si può arrivare indiscutibilmente a una qualsivoglia verità.
Anche i profani ormai sanno che se non si tratta di un litro di sangue e di umori sparsi sul luogo del delitto, i picogrammi di Dna sono trasportabili per errore, per contaminazione, con i vettori più impensabili, per mala volumptas, per incastrare qualcuno… ecc. ecc. Si tratta proprio della diceria dell’untore, in contrasto, solo apparente, col testo manzoniano. Perché anche se il povero Piazza era del tutto innocente, la contaminazione oltre che involontaria (come in qualsiasi epidemia) poteva seguire altri protocolli… alcuni untori esistevano veramente: pazzi, psicotici, criminali prezzolati. Il problema come al solito è quello di capire se fosse stata la suggestione popolare (o la malafede dei giudici) a dare nel caso di quel processo del 1630 una attribuzione fondata soltanto sulla suggestione collettiva. Allo stesso modo ci si può chiedere se al di là dell’attribuzione del Dna, con tutte le aporie e le contraddizioni che lo caratterizzano, esista altro... se si sia in presenza dei soli presunti indizi che fanno da corollario a un teorema costruito sulla suggestione di un DNA improbabile, bizzarro, dimidiato, contraddittorio e impossibile di una verifica con un’analisi di controllo.
Piazza venne interrogato sulla sua professione, sulle sue operazioni abituali, sul giro che fece il giorno prima, sul vestito che indossava. Gli si domanda “se sa che siano stati trouati alcuni imbrattamenti nelle muraglie delle case di questa città, particolarmente in Porta Ticinese”. E lui risponde: “mi non lo so, perché non mi fermo niente in Porta Ticinese”. La replica dell'inquisitore è lapidaria: “non è verisimile”.
Il concetto di verosimiglianza è uno dei più usati nelle formulazioni del diritto ed è un passe-partout universale, una forma pseudologica dove all'occorrenza si può dire tutto e il suo contrario. Verosimile o simile al vero è probabilmente di derivazione sofistica e intrattiene rapporti molto stretti con quel principio di induzione che è alla base di molti paralogismi. La base del principio di verosimiglianza è una sorta di luogo comune o di valore implicito, si riferisce alla concezione media di un sentire della quale chi giudica si fa interprete. Sul piano logico (ad eccezione di una logica fuzzy con valori intermedi tra 0 e 1) una cosa o è vera o è falsa, il verosimile (o simile al vero) è semplicemente un escamotage con il quale un asserto non viene messo in discussione in quanto indecidibile, ma viene bollato con una sorta di marchio di garanzia (verosimile) o con un marchio di infamia (inverosimile). L’inverosimiglianza è un termine carico di ambiguità, un valore indefinito che senza esporsi alla falsificazione logica può invalidare l’asserto di un testimone o di un imputato mediante una formula che suscita il sospetto e adombra la menzogna senza però l’onere di dimostrarlo.
L’uso linguistico del concetto di verosimiglianza rimanda semplicemente a quell’universo di comportamenti o di azioni che colui che parla mostra di ritenere nella norma. Nella realtà il più delle volte ci troviamo di fronte a fatti che riteniamo inverosimili che però accadono. Il concetto di verosimile è un passe-partout che può aprire o chiudere qualsiasi porta e persino dimostrare che un testimone (o un imputato) sta mentendo. La domanda reiterata ha la funzione di sottolineare quella presunta inverosimiglianza che costituisce la premessa per dimostrare che colui al quale viene rivolto il quesito continua a mentire. Nel concetto di verosimiglianza è contenuto in nuce quello di induzione. Da alcuni casi particolari si passa a una generalizzazione fondandola semplicemente su una sorta di probabilità statistica o di rilievo empirico.
L’induttivismo si appoggia sui dati probatori empirici, ma per quanto possano essere numerose le asserzioni singolari le teorie universali non sono mai deducibili da esse[5].
Il termine verosimiglianza è anche sinonimo di probabilità. L’esempio classico è: “se lancio una moneta e esce cento volte testa, qual è la verosimiglianza che quella moneta sia truccata?”. Direi nessuna, altrimenti la distribuzione statistica seguirebbe delle mere regolarità. La prova che quella moneta sia truccata (non una moneta ipotetica ed astratta) è data soltanto da una analisi non statistica ma reale sulla moneta in oggetto (se è calibrata e non presenti convessità sospette…). In altri termini una cosa è la statistica e una cosa sono i fatti reali. Se dovessimo basare i processi sulla statistica potremmo tranquillamente fare a meno delle prove, basterebbe fidarsi del calcolo delle probabilità con un margine di errore statisticamente nella norma... salvo per chi ci è andato di mezzo. Condanne e assoluzioni sarebbero davvero determinate dal lancio di una moneta [6].
La tortura come espediente per cavare la verità è prima ancora che una procedura una minaccia. La minaccia è qualcosa che fa capo alle fantasie del reo o del presunto reo. Ciascuno di noi ha un’immagine diversa di ciò che suscita orrore e paura, di ciò che ci terrorizza fino alla disperazione. Nel 1984 di Orwell ad esempio è la misteriosa stanza 101 dove il protagonista Winston Smith può liberamente immaginare quali orrende torture e supplizi si nascondano dietro quella porta. Nel caso Bossetti è la separazione dai suoi figli e dalla sua famiglia, guarda caso evento che viene suggerito alla stampa con un falso trasferimento. In un certo senso la semplice minaccia, la mera allusione a un trasferimento che lo porti lontano dalla sua famiglia, ha un potenziale distruttivo e di terrore molto più ampio. In pratica, è il deterrente più profondo e totalizzante perché lascia supporre alla fantasia del malcapitato tutto ciò che soggettivamente ha nella sua storia personale, nei suoi vissuti biografici, tutto ciò ha fatto parte delle sue ancestrali paure. Molte procedure sono di fatto metodi di tortura. Basta che adombrino qualcosa di misterioso, che lascino semplicemente intendere una punizione, anche alludendo a qualcosa di equivoco e indiscernibile.
In realtà la tortura può intendersi non solo con l’uso di strumenti fisici. Tortura è anche un insieme di procedimenti atti a portare qualcuno in uno stato di profonda prostrazione e sconforto. All’uopo può bastare la deprivazione del sonno, il freddo, l’isolamento e ogni sorta di umiliazione che forse più ancora del dolore fisico predispone una persona a lasciarsi andare, a confessare anche quello che non ha mai commesso[7].
Chi entra in carcere viene rasato, rivestito e purgato. Tre atti simbolici che comportano non solo una umiliazione, ma anche il primo tentativo di spersonalizzazione. L’imputato diventa un oggetto da manipolare, viene reificato con una prima operazione sul suo corpo. Il taglio dei capelli simboleggia la prima spogliazione della forza (che è soprattutto quella interiore), la sostituzione dei vestiti costituisce l’annullamento della propria immagine, della propria identità. La purga infine è il primo intervento interno sul corpo attraverso il controllo delle funzioni intestinali, dei movimenti peristaltici che anticipano quegli spasmi muscolari al quale l’imputato verrà sottoposto. La tortura vera e propria è dunque preceduta da un cerimoniale che ha un duplice scopo:
a) elevarla a una sorta di sacralità del diritto dandole formale dignità e legittimità.
b) vestirla di un’aura di giustizia come una sorta di purificazione del reo.
L’arbitraria modalità della tortura ha poi l’evidenza che chi diventa imputato non è più latore di alcun diritto né possessore di alcuna garanzia di salvaguardia.
Non potendo piegare il Piazza con le torture lo blandirono con la falsa promessa di impunità se avesse fatto il nome dei complici. Il pentitismo, non come termine corrente ma come luogo ricorrente nella pratica inquisitoria, ha due risvolti. L’uno rimanda all'opportunismo di coinvolgere qualcun altro per alleviare la propria posizione (indipendentemente dal fatto che il coinvolgimento possa essere reale o inventato), l’altro possiamo dire sia l’onesta e fattuale testimonianza che coinvolge anche altri ma senza conseguirne vantaggi se non quello di liberarsi la coscienza. Il pentimento riferito al reo è un termine assolutamente fuori luogo che rimanda a un fatto interiore di cui né il giudice e neppure il confessore possono avere contezza. Il termine è fuorviante eppure abusato. Nel caso specifico del processo agli untori è la promessa di impunità (per giunta falsa) a fare da detonatore e a corrompere la coscienza di un innocente [8].
L’essere andato rasente a un muro in un giorno piovoso, diventa quindi indizio lampante di colpevolezza che fa al paio con quello di Massimo Bossetti che nel ritornare a casa transitava quasi giornalmente in quel di Brembate col suo camioncino (sempre che quello immortalato dalla videocamera del fabbricato sia davvero suo il torpedone).
Per il Piazza si creò un indizio a colpa quando si scoprì che nella sua bottega di barbiere vi era un unguento contro le irritazioni del rasoio, fatto inquietante e oltremodo sospetto... e questo fa il paio con quello contestato al muratore che acquistò sabbia e la trasportò sul suo camioncino.
Alle volte, mutatis mutandis, la storia si ripete.
E’ da dire che Piazza e Mora non furono piegati tanto con la tortura quanto con la menzogna. In tutta la ricostruzione del Manzoni c’è un continuo rimando a una assoluta mancanza dei capi di imputazione, di prove, di elementi probatori. Le ricostruzioni degli inquirenti non sono solo approssimative, ma prive di qualsiasi logica a supporto (proprio come nel caso del muratore di Mapello). Le storie dei due protagonisti, Piazza e Mora, è uno zibaldone di invenzioni per sottrarsi all'infamia e al dolore, sono, nella accurata ricostruzione del Manzoni, un coacervo di invenzioni al limite del grottesco, una progressiva apposizione di fatti e di invenzioni create per accontentare i giudici che si accanivano con la tortura.
La sentenza, già scritta, comporta una morte atroce, qualcosa che riporta non solo alla tortura ma al supplizio come teatro sociale, alla gogna e al palcoscenico in cui la massa trova finalmente il capro espiatorio sul quale dirigere frustrazioni e paure... e godere come spettatore:
Quell'infernale sentenza portava che, messi su un carro, fossero condotti al luogo del supplizio; tanagliati con ferro rovente, per la strada; tagliata loro la mano destra, davanti alla bottega del Mora; spezzate l'ossa con la rota, e in quella intrecciati vivi, e alzati da terra; dopo sei ore, scannati; bruciati i cadaveri, e le ceneri buttate nel fiume; demolita la casa del Mora; sullo spazio di quella, eretta una colonna che si chiamasse infame; proibito in perpetuo di rifabbricare in quel luogo. […] Così, con la loro impunità, e con la loro tortura, riuscivan que' giudici, non solo a fare atrocemente morir degl'innocenti, ma, per quanto dipendeva da loro, a farli morir colpevoli. (Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap V
La colonna infame che fu eretta a ricordo dell’infamia dei presunti untori fu atterrata nel 1778;
“nel 1803, fu sullo spazio rifabbricata una casa; e in quell'occasione, fu anche demolito il cavalcavia, di dove Caterina Rosa, L'infernal dea che alla eletta stava, intonò il grido della carnificina: sicché non c'è più nulla che rammenti, né lo spaventoso effetto, né la miserabile causa. Allo sbocco di via della Vetra sul corso di porta Ticinese, la casa che fa cantonata, a sinistra di chi guarda dal corso medesimo, occupa lo spazio dov'era quella del povero Mora.” (Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap VI
La colonna infame però non riguarda solo le scelte di chi ha giudicato colpevoli degli innocenti, riguarda un sistema di potere integrato, costruito sulla collusione, sul consenso e sull’indottrinamento di una platea mediatica abituata all’opportunismo e al compromesso, su un’audience da tanto tempo priva di ideali e di moralità.
[1] Dio solo ha potuto distinguere qual più, qual meno tra queste abbia dominato nel cuor di que' giudici, e soggiogate le loro volontà: se la rabbia contro pericoli oscuri, che, impaziente di trovare un oggetto, afferrava quello che le veniva messo davanti; (…) o il timor di mancare a un'aspettativa generale, altrettanto sicura quanto avventata, di parer meno abili se scoprivano degl'innocenti, di voltar contro di sé le grida della moltitudine, col non ascoltarle; il timore fors'anche di gravi pubblici mali che ne potessero avvenire: timore di men turpe apparenza, ma ugualmente perverso, e non men miserabile, quando sottentra al timore, veramente nobile e veramente sapiente, di commetter l'ingiustizia. Alessandro Manzoni, Storia della Colonna Infame - Introduzione
[2] “Ma quando, nel guardar più attentamente a que' fatti, ci si scopre un'ingiustizia che poteva esser veduta da quelli stessi che la commettevano, un trasgredir le regole ammesse anche da loro, dell'azioni opposte ai lumi che non solo c'erano al loro tempo, ma che essi medesimi, in circostanze simili, mostraron d'avere, è un sollievo il pensare che, se non seppero quello che facevano, fu per non volerlo sapere, fu per quell'ignoranza che l'uomo assume e perde a suo piacere..”. Alessandro Manzoni, Storia della Colonna Infame – Introduzione
[3] Subito puoi si diuulgò questo negotio, cioè fu essa, almeno principalmente, che lo divolgò, et uscirno dalle porte, et si vidde imbrattate le muraglie d'un certo ontume che pare grasso et che tira al giallo; et in particolare quelli del Tradate dissero che haueuano trovato tutto imbrattato li muri dell'andito della loro porta. L'altra donna depone il medesimo. Interrogata, se sa a che effetto questo tale fregasse di quella mano sopra il muro, risponde: dopo fu trouato onte le muraglie, particolarmente nella porta del Tradate. Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap I
[4] La notizia si sparse via via negli altri quartieri (...). Uno di questi discorsi fu riferito al senato, che ordinò al capitano di giustizia, d'andar subito a prendere informazioni, e di procedere secondo il caso. È stato significato al Senato che hieri mattina furno onte con ontioni mortifere le mura et porte delle case della Vedra de' Cittadini, disse il capitano di giustizia al notaio criminale che prese con sé in quella spedizione. E con queste parole, già piene d'una deplorabile certezza, e passate senza correzione dalla bocca del popolo in quella de' magistrati, s'apre il processo. Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap I
[5] Tra i fatti della giornata antecedente, de' quali aveva parlato il Piazza, c'era d'essersi trovato coi deputati d'una parrocchia. (Eran gentiluomini eletti in ciascheduna di queste dal tribunale della Sanità, per invigilare, girando per la città, sull'esecuzion de' suoi ordini.) Gli fu domandato chi eran quelli con cui s'era trovato; rispose: che li conosceva solamente di vista e non di nome. E anche qui gli fu detto: non è verisimile. Terribile parola… Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap I
[6] Occorre però dire che la moneta o il dado ideali non esistono e il modo di lanciarli dipende dalle caratteristiche individuali. Il calcolo delle probabilità è insomma valido solo nell’universo degli enti ideali…
[7] Riferito l'esame in senato, il giorno 23, dal presidente della Sanità, che n'era membro, e dal capitano di giustizia, che ci sedeva quando fosse chiamato, quel tribunale supremo decretò che: "il Piazza, dopo essere stato raso, rivestito con gli abiti della curia, e purgato, fosse sottoposto alla tortura grave, con la legatura del canapo", atrocissima aggiunta, per la quale, oltre le braccia, si slogavano anche le mani; "a riprese, e ad arbitrio de' due magistrati suddetti; e ciò sopra alcune delle menzogne e inverisimiglianze risultanti dal processo". Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame - cap III
[8] Il barbiere Giangiacomo Mora componeva e spacciava un unguento contro la peste (…) Pochi giorni prima d'essere arrestato, il Piazza aveva chiesto di quell'unguento al barbiere; questo aveva promesso di preparargliene […] la mattina stessa del giorno che seguì l'arresto, gli aveva detto che il vasetto era pronto, e venisse a prenderlo. Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame -cap III
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1.100 commenti:
1 – 200 di 1100 Nuovi› Più recenti»Manlio! Ottimo!
E' il migliore articolo che hai scritto, secondo me.
Il raffronto letterario, storico, giuridico è perfetto.
Condivido tutto!
La tua frase seguente racchiude l'iniquo giudizio, superficiale e senza verità:
"L’andamento che sembra alludere a un mero fenomeno di psicologia delle masse non deve ingannare. Il magistrato che dovrebbe discernere tra i fatti acclarati e la suggestione popolare si lascia imbeccare dalla diceria popolare. Gli indizi più vaghi diventano certezze senza neppure conoscere il corpo del reato. Ma anche in questo caso il Manzoni diffida di considerazioni storiografiche basate sulla cultura o sulla mentalità riportando l’interpretazione non già all’elemento sociologico ma alla responsabilità individuale, spostando l’attenzione dalla psicologia delle masse (e dagli automatismi psico-sociali) alla coscienza individuale di chi a vario titolo deve investigare e giudicare."
Non c'è altro da aggiungere, tutto hai detto.
Vanna
non trovo il commento di MANLIO TUMMOLO .
A me sembra che l’articolo e lo stile siano proprio di Gilberto, non di Manlio … (Sono d'accordo con Magica)
Purtroppo gli “untori” sono, talvolta, in determinate situazioni, una tristissima realtà:
http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/aids_scoperte_altre_vittime_dell_untore-1937630.html
Riguardo alla questione “paternità”, non condivido quanto scritto da Gilberto:
“[…]dulcis in fundo una paternità asserita (Guerinoni) senza mai una verifica processuale sul padre legale Giovanni (somigliantissimo a Massimo, due gocce d’acqua nelle immagini giovanili). Il confronto auspicato dal Gip sembra un tabù per la procura. Ci hanno raccontato che Massimo Bossetti è figlio di Guerinoni. e i media hanno ripetuto giornalmente il ritornello, al punto che ne siamo tutti persuasi senza che sia mai stata fatta una verifica da parte dell’accusa.[…]”
Tutti ne siamo persuasi?! Io sì, ma tu, Gilberto, e altri, ne siete persuasi, o no?
Io ne ho la convinzione perché, se Guerinoni non fosse il padre biologico di Massimo Bossetti, il team della Difesa avrebbe già pubblicato il documento attestante di chi è figlio il loro assistito, la signora Arzuffi non si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere e Bossetti sarebbe stato assolto già nel primo grado di giudizio.
Nutro dubbi, invece, sul DNA nucleare di Ignoto 1; su tale punto sono sempre stata d’accordo con Luca Cheli …
Secondo una determinata “corrente di pensiero” (come ha scritto lo stesso Luca Cheli), “corrente di pensiero che ha tratto origine da un articolo (non recente, perché di alcuni anni fa) di Dan Frumkin, il DNA nucleare di Ignoto 1 potrebbe essere di origine sintetica: va, però, dimostrato e, forse, durante il processo di secondo grado, la Difesa potrebbe richiedere il test della metilazione per le variazioni epigenetiche; forse qualche altra traccia potrebbe ancora contenere il nDNA (di Ignoto 1) necessario e sufficiente per un simile test.
Dimenticanza (avevo aperto le virgolette, ma non le avevo chiuse)
Leggasi: "corrente di pensiero"
@Ivana
La frase era retorica. Ovvio che non ne sono persuaso e rimango della mia opinione. Sì l'articolo è mio. Vanna probabilmente si è solo sbagliata a digitare. Ciao a tutti. Gilberto
ct."...e dulcis in fundo una paternità asserita (Guerinoni) senza mai una verifica processuale sul padre legale Giovanni (somigliantissimo a Massimo, due gocce d’acqua nelle immagini giovanili)."
Vedi, caro e stimato Gilberto, che citare il Manzoni, la "Colonna infame", e tanti altri esimi Autori, mentre rivela la tua ottima preparazione nel settore letterario, che ho sempe avuto modo di apprezzare, non è di alcun conforto alla tua convinzione che G. Bossetti sia il padre naturale di Massimo G., dopo la dichiarazione, rilasciata in sede di dibattito giudiziario, dalla genetista GINO, consulente scientifica proprio della difesa, che precisava: non essere Massimo G. Bossetti, figlio naturale di Giovanni Bossetti.
A questo punto, se la dichiarazione fosse stata falsa oppure solo tendenziosa, gli avvocati difensori del presunto colpevole, avrebbe fatto salti acrobatici dal banco dietro il quale assistevano alle precisazioni della loro consulente.
Non mi pare, quindi, il caso che tu insista ancora su una delle poche verità che si evidenzia spiccatamente, in un processo zeppo di pressapochismi e di presunti indizi.
Cordialmente, Pino
Caro Pino
Le conclusioni si tirano solo alla fine. So aspettare. Ti ringrazio comunque per la stima che ricambio, consapevole che le differenze di opinione sono il sale di un rapporto di reciproco apprezzamento.
Ciao Gilberto
Chiedo perdono Gilberto!
Come sia potuto accadere che ho sbagliato nome non lo so, probabilmente mi sto rincitrullendo.
E allora copio e incollo cambiando il nome:
GILBERTO! Ottimo!
E' il migliore articolo che hai scritto, secondo me.
Il raffronto letterario, storico, giuridico è perfetto.
Condivido tutto!
La tua frase seguente racchiude l'iniquo giudizio, superficiale e senza verità:
"L’andamento che sembra alludere a un mero fenomeno di psicologia delle masse non deve ingannare. Il magistrato che dovrebbe discernere tra i fatti acclarati e la suggestione popolare si lascia imbeccare dalla diceria popolare. Gli indizi più vaghi diventano certezze senza neppure conoscere il corpo del reato. Ma anche in questo caso il Manzoni diffida di considerazioni storiografiche basate sulla cultura o sulla mentalità riportando l’interpretazione non già all’elemento sociologico ma alla responsabilità individuale, spostando l’attenzione dalla psicologia delle masse (e dagli automatismi psico-sociali) alla coscienza individuale di chi a vario titolo deve investigare e giudicare."
Non c'è altro da aggiungere, tutto hai detto.
Vanna
Che figura!
Carissimi, Gilberto ed io siamo, in certo senso, due alter ego, talmente siamo vicini nel modo di pensare su queste questioni. Io non ho seguito molto il caso Bossetti, e comunque indirettamente. Concordo su tutto quanto espone l'amico e collega Gilberto. Così, ma anche peggio, lavorano i SS. Inquisitori dei nostri tempi, anche se, quando devono soddisfare le ansie di "giustizia" (nel senso del "giustiziare") della follaccia sanguinaria, non occorrono né DNA, né testimonianze, né altra mercanzia parascientifica con cui si vuol condannare chi è già stato condannato: Avetrana docet, salvo eventualmente riabilitare il defunto, fisicamente o moralmente defunto, che era stato condannato. Come sto scrivendo per il mio prossimo mattone, solo un Fouquier-Tinville e il giudice Amar, con colleghi, magistrati del Tribunale Rivoluzionario del 1793/ 95, pagarono di persona per quanto fatto. Per il resto credo che neppure i magistrati del Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato o i corrispondenti tedesco e sovietico, pagarono mai di persona, pur sconfitti militarmente o dalla storia...
Questo perché c'è una solidarietà complice tra magistrati di qualunque epoca o settore: essi si sentono intangibili, ispirati e protetti dalla Divinità (non ha importanza quale). Al massimo è il cittadino-contribuente che deve sborsare per i loro errori, quando questi vengono rivelati successivamente. Ringraziamo il cielo che, non certo per loro bontà, la pena di morte e i supplizi dei secoli andati non esistono più, almeno quello abbiamo raggiunto, speriamo in via definitiva (ISIS permettendo)...
Carissimo Manlio
Credimi, l’ho pensato che l’articolo poteva benissimo essere il tuo. Vanna che è una intuitiva ha colto nel segno. Come non darti ragione sui santissimi inquisitori, mi hai tolto le parole di bocca. Forse però, perfino il Manzoni redivivo avrebbe qualche difficoltà a riscrivere la 'colonna infame' e lo stesso Pietro Verri dovrebbe rivedere le sue ‘Osservazioni sulla tortura’ tenendo conto che i metodi sono cambiati e che alla Vedova di Norimberga sono state sostituite altre modalità non meno dolorose... Gli illustri milanesi dovrebbero sudare le proverbiali sette camice per riuscire a fotografare una realtà attuale forse meno cruenta (senza la pena di morte) ma non meno desolante.
Carissimo MASSIMO,
dopo i roboanti annunci sull'imminente trasmissione di "QG", ricco (ci hanno somministrato) di novità romanzesche tinte di giallo, attendevo, speranzoso, anche qualche tuo accenno su tali annunciate "novità", su queste pagine.
Una speranza...non vana, conoscendo le tue qualità di ricettore acuto di ogni eco vagante nell'etere:-)
Non potresti anticiparci qualcosa, sia pure come segnale della tua futura presenza tra noi?
Un abbraccio affettuoso. Pino
Mi associo senz’altro agli auspici e alle richieste di Pino. Massimo ha in serbo qualche sorpresa? Il lungo silenzio del padrone del Blog prelude a qualcosa di importante? Di certo il caso Bossetti potrebbe riservare dei colpi di scena. Comunque l’impressione è che la difesa non abbia ancora calato le sue carte migliori…
GILBERTO
ct "Comunque l’impressione è che la difesa non abbia ancora calato le sue carte migliori…"
Ecco Gib, a questo proposito sono con te, senza se e senza ma!
Anche se la difesa non avrebbe tra le sue competenze la indicazione di altri "colpevoli", ha tra le mani la carta equivalente che le da il diritto di chiedere l'identificazione degli altri possessori dei numerosi dna rilevati sui resti della povera Yara, oltre che la verifica dell'alibi della Brena, non ritenuto chiaro dall'opinione pubblica e da vari mass-media.
Ciao, Pino
Pino caro, condivido!
Saluti cari.
Vanna
Ciao VANNA, ben ritrovata!!
Un abbraccio.
Ma.... per chi sa vedere, qualche risposta si potrebbe indovinare tra le pieghe delle indagini su dove siano mai finiti i fondi stanziati a fronte di un paio di un paio di tragici eventi naturali, ma forse sarebbe lungo spiegarlo. Piuttosto questa notte vi vorrei parlare di altro: il mio cane é morto. O meglio, la mia amica "in pelliccia" é morta. Venerdì notte, o meglio sabato mattina, mentre ero a 1.700 metri a fotografare le stelle. Me l'hanno riferito sabato pomeriggio. Domenica ho fatto lavoro di pala e piccone, calce e disinfettante. La mia amica pelosa pesava circa 45 kg.
Ho spalato per una oretta, là, in fondo al giardino, faceva caldo ed ho sudato un bel pò.
Chi non l'ha mai fatto, non sa cosa significhi----fatto sta che il terreno era zeppo di mattoni rotti e calcinacci, a causa di questo ci ho messo poco meno di un'ora, altrimenti in 15 minuti avrei fatto tutto: 130 cm per 70 di larghezza e 80 di profondità, una bella croce, anche se qualcuno ha storto il naso. Una croce per un cane? Ebbene sì, il mio cane era vetero cattolico. Tipo fondamentalista, la mia amica pelosa. Purtroppo, e mi duole dirlo, si é trattato di un lavoro schifoso. Perché faceva caldo, ed ho dovuto comprarmi una maschera a doppio filtro, quelle che usi quando hai a che fare con acidi, diluenti e cadaveri. Essì, perché a cinque metri dal cadavere, ho avuto i conati di vomito. Già a venti metri l'odore era folle,e dopo sole 36 ore era coperta di mosche, e un poco di verrmi dall'aria ributtante. A me, non piacciono molto i vermi. La sua cuccia era ricavata in un vano nelle mura della casa, e l'odore era filtrato nella camera retrostante. La mia casa é un ex convento, ha le mura molto spesse, in quella zona un metro e mezzo circa, eppure quell'odore folle era filtrato. Così lunedì pomeriggio, armato sempre di mascherina , mi sono dato alla disinfezione, con uno di quegli aggeggi che servono per spargere insetticida. Chi ha un frutteto sa cosa voglio dire. E menomale che il cadavere della cagnolona era in un vano, entrata 60 cm di altezza per un 40 cm circa di larghezza...Eppure l'odore in giardino era terribile. Mia moglie é riuscita a scendere in giardino solo oggi, e non la biasimo.Sto in collina, per fortuna c'é sempre un poco di brezza. Tipo zefiro primaverile. Oggi, non tutti hanno un giardino, o cani che ci muoiono vicini, quindi pochi sanno come si fa a lavorare con un cadavere. Davvero, un odore folle.
Eccerto.
Il cadavere di quella ragazzina é rimasto lì tre mesi. Come no. Non so mica cosa ha fatto Bossetti, non sono un PM, né un giudice. Sono una persona semplice, e so che odore spalmano i cadaveri,ed a che distanza. Signori, l'odore di un cadavere lo senti ad un chilometro.
Poi, mi sono lavato, un paio di docce, ho preso la motocicletta e mi sono lasciato pulire dal vento.
Sono andato al ristorante, la sera. Il cane dei padroni del ristorante, mi fa sempre le feste. Mi salta addosso e mi lecca tutto: domenica sera non l'ha fatto, e mi ha guardato con un'aria stranita. Del tipo "Perché il mio amico sa di morte e letame?".
Ma non basta questo? Eppure ci vuol poco: chiedi a qualcuno che ha fatto parte delle forze nato di "Pissifichescion" in Bosnia e Croazia. T lo dice lui, a che distanza senti un cadavere, sempre che nelle narici tu non ci tenga una pista da sci-
M.
...non so se il fetore avvertito da...M sia simile a quello emanato dalle vittime dei bombardamenti del tragico 1943, estratte dopo due mesi, dalle macerie che coprivano quasi tutta l'area della mia città, ma lo paragonai, mentre aiutavo altri volontari al macabro rito, a quello di formaggio infracidito.
...comunque, non è nemmeno molto chiaro perchè ...M abbia inserito un O.T. che nulla ha a che vedere con l'argomento in discussione.
...solo forzando la mia immaginazione, non molto fertile per certi indovinelli, arriverei a connettere, il lungo e laborioso racconto, con la infruttuosa ricerca del corpo della povera Yara: cioè della stranezza che lo stesso non fosse stato subito individuato, proprio a causa del tremendo fetore da esso emanato, per cui si sarebbe dovuto, da subito dopo il ritrovamento, dedurre che quel corpo non >era in quel luogo durante i mesi della ricerca.
E' questo, sig. M, che volevi segnalare?
Se non è così, quale significato avrebbe il suo necrologio per l'amica a quattro zampe che tanto amava?
Esatto Pino.
Pino caro Mik ha raccontato un mondo!
Ha raccontato l'amore verso il suo cane intanto, che indirettamente mi fa pensare alla mancanza di amore di chi ha ucciso Yara che contava molto meno di un cane.
Ha raccontato del cane del padrone del ristorante che ha sentito su di lui un odore sgradevole, e non era un cane addestrato, e indirettamente mi fa pensare ai primi cani che presero la via di Mapello, erano addestrati quelli, ma no, li allontanarono, fu proprio la Ruggente che li allontanò, quando ce li doveva tenere e doveva chiamare i rinforzi.
Ma è l'incipit che racchiude il dilemma:
"Blogger Mik ha detto...
Ma.... per chi sa vedere, qualche risposta si potrebbe indovinare tra le pieghe delle indagini su dove siano mai finiti i fondi stanziati a fronte di un paio di un paio di tragici eventi naturali, ma forse sarebbe lungo spiegarlo."
Infatti, parla di ricostruzioni, di fondi, di eventi tragici...indirettamente parla di denaro sporco, usato male quando è usato, di sicuro è stato intascato e puzza pure quello, però è una puzza ben risciacquata se non ha portato a condanne.
Bravo Mik!
Ciao Pino, ben ritrovato anche a te, sempre qui a vigilare sulla coltivazione delle nostre parole!
Vanna
Grazie Vanna, Pino ti chiedo scusa se ti sono sembrato criptico.
Ho smesso di scrivere qui da un poco di tempo, da quando mi sono accorto che qualcuno postava usando un nick identico al mio....unica differenza, io ho un Avatar, sempre lo stesso, l'altro "Mik" no. Se accadrà nuovamente, farò presente la cosa a Massimo Prati, per evitare fraintendimenti.
Mik
Se sul corpo di quella povera ragazzina sono stati trovati più DNA, era dovere giudiziario assoluto vederli uno per uno. Se pretendono di farlo per i resti dei cadaveri degli immigrati e fuggitivi affogati nel mare di Libia, tanto più dovevano nel caso di una giovanissima cittadina italiana. Ripeto: non seguo, e non ho seguito, nei dettagli questa vicenda, ma so per pluridecennale esperienza che la voglia di lavorare non è proprio massima nei palazzi della cosiddetta "giustizia" (contrariamente all'etimologia, qui "giustizia" deriva da "giustiziare", e non l'inverso, come dovrebbe essere). E' più comodo, per la stragrande maggioranza d'essi, se non spinta da altre motivazioni, indossare la toga del collega morto da eroe, e poi passeggiare trionfalmente per i corridoi o girare per la cancelleria ammirando le impiegate, forse non più giovani (dati i limiti nelle assunzioni...)
Carissimo Gilberto, tra noi vi saranno anche differenze di idee e di princìpi, ma non certo in questo settore. Con tutta la stima, vivissimi saluti a te, Pino, Vanna ecc. ecc.
Vanna, uno dei tanti link
http://www.primadanoi.it/news/terremoto/3287/----Appalti-post-terremoto--il-caso-della-Lopav-tra-Yara--narcotraffico-e-riciclaggio.html
@ Mik
ct) "Il cadavere di quella ragazzina é rimasto lì tre mesi. Come no. Non so mica cosa ha fatto Bossetti, non sono un PM, né un giudice. Sono una persona semplice, e so che odore spalmano i cadaveri,ed a che distanza. Signori, l'odore di un cadavere lo senti ad un chilometro."
Leggendo la frase che ho sopra riportato, mi era già chiaro il tuo umanissimo panegirico: ho solo voluto, scrivendo con guanti gialli, significarti che la tua osservazione, sulla permanenza o meno del cadavere della giovane Yara nel luogo del ritrovamento, fu per lunghi anni analizzato, sezionato, assimilato e digerito in modo definitivo, proprio su queste pagine.
La ripresa, quindi, assai fuori tempo, di tale argomento, non mi è apparsa per nulla "criptica", stanne certo, ma solo superfluamente anacronistica.
Non volermene per questa sincera, ma necessaria precisazione.
Cordiali saluti.
@ VANNA
Grazie per i tuoi apprezzamenti!
@ MANLIO
Hai centrato, come sempre l'obbiettivo: i Vari DNA da analizzare ed attribuire.
Stretta di mano.
Il cane muore di Venerdì, ma lo viene a sapere il Sabato, e la Domenica con calma gli scava la fossa, si, si.
Ma roba da matti, e poi Yara è stata ritrovata in pieno inverno in un campo lontano da edifici.
Il problema non è solo l'odore: troppa gente c'è passata vicino o anche sopra in volo a bassa quota e per troppo tempo per non vederla.
Quella dei novanta giorni nel campo è solo una delle "semplificazioni della realtà" presenti nell'impianto accusatorio.
Mica sono i primi a farlo, per carità: lo fanno da tempo immemore le pubbliche accuse di tutto il mondo!
Chi è passato con l'elicottero ?
Gli amici di Denti, che volavano a 10 nodi cioè 18,52 Chilometri l'ora ?: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pilota-cadavere-yara-sul-campo-non-cera-1054264.html
Denti a forza di "frequentare" la Marita si è bevuto il cervello.
Va bene, ho controllato e gli elicotteri possono procedere così lentamente ma qualcosa non mi quadra lo stesso.
Anonimo nottambulo
Che la cosa non ti quadri, è un problema tuo!
I FATTI, sono ormai stati sviscerati così come in realtà si rivelarono.
E non rompere ulteriormente...i timpani, con i tuoi dubbi ritardatari, simili ai vecchi accelerati ferroviari circolanti fra stazioncine rurali.
fr.
I fatti sono stati sviscerati...forse qui, di certo non a processo dove la difesa ha promesso meraviglie e partorito un topolino.
Alla difesa non è stato permesso di difendere. Gli atti sono secretati, come se uno avesse voluto leggerli e non poteva voltare le pagine.
Anche la difesa è stata ammanettata, ma non ammutolita.
Sono strasicura che la difesa sappia molto di più ma il caso era protetto e le è stato impedito di andare oltre.
Troppi interessi in gioco hanno eretto muri invalicabili.
Per questo il sistema giornalistico è stato imbavagliato e ha solo ripetuto il solito mantra di quel solo dna.
Gli altri no e solo questo fa supporre un intero sistema solare inesplorato.
Guardate solo cosa sta accadendo a Roma per dare non credibilità a chi governa. Per 20 anni hanno sguazzato tra rifiuti e palazzoni, ora dopo tre mesi si solleva il polverone...in contemporanea con le briciole di Amatrice. Il sistema ha raggiunto una soglia di non ritorno, il Vesuvio dà segni di vita ogni giorno, i Flegrei, Ischia e gli altri pure e rendono oscuri i monitoraggi ( quando ci stanno) e non c'è un piano di evacuazione.
E' tutto collegato al Sistema di controllo nel quale il nostro bel paese è sottoposto.
L'Italia è crollata metaforicamente anche. Chiedo scusa OT.
Non diciamo sciocchezze! Se gli atti sono stati secretati come faceva la difesa a parlare a processo???
Gli atti non sono secretati, sono nella disponibilità delle parti del processo altrimenti c'è una lesione del diritto di difesa da denunciare...è come dire che la difesa ha fatto il processo senza sapere niente! Va bene tutto ma mi sembra un po' troppo.
buonasera a tutti
mi rivolgo sopratutto al signor TUMMOLO .
perchè ci vede dentro(un modo di dire VENETO )
in ITALIA sono molto zelanti . quando si tratta di fare servigi a chi non ci compete . forse era doveroso? ma non obbligatorio , portare le salme del naufragio in ITALIA per VERIFICARE il D.N.A.. PERO' FARE UN SOLO D.N.A ad un cittadino italiano : che con umilta' chiede questa ultima verifica . prima di un ergastolo .sono irremovibili . ci sara' un perchè. mi chiedo se BOSSETTI sia cosi' ingenuo per fare una richiesta simile .. se lo chiede significa che sa d'aesser innocente , viceversa essendo colpevole non lo avrebbe chiesto .ma questi predicatori della legge non si vergognano ? credono d'esser furbi ? possibile che nella loro testa quasi vuota non si sia innescato un dubbio?. non si capisce come mai persone adulte siano cosi' sprovvedute . non hanno trovato incongruenze , hanno fatto un su e su . mentre con chi ci odia e ci deride SONO BUONI ! SECONDO ME SUCCEDERA' QUALCOSA . non è possibile sopportare tutto questo.
Purtroppo, non so se mal consigliato o altro, la richiesta Bossetti l'ha fatta alla fine del processo mentre doveva farla all'inizio; purtroppo nel processo ci sono dei tempi che vanno rispettati, non si possono fare richieste quando capita altrimenti il rischio di un rifiuto è molto alto.
ah sii? troppo facile metterla cosi' .
bravi ! e come mai nel processo di AVETRANA DOPO UN ANNO NON HANNO DEPOSITATO LE MOTIVAZIONI? i tempi li devono rispettare solo gli altri? non si capisxe chi da' a loro queste licenze. chi governa non lo fa bene !
Le motivazioni del processo Scazzi sono state depositate qualche giorno fa, un ritardo scandaloso denunciato dal difensore delle Misseri avv. Coppi che ha avuto come conseguenza un'indagine da parte del Ministero di Giustizia che non si è ancora conclusa (pare).
questa è bella ! l'avv COPPI sta subendo una indagine dal ministero della giustizia ? per chè si imposto nel chiedere perchè le motivazioni non hanno rospettato i tempi? beh allora ditelo ! siamo nel mezzo di una situazione molto allarmante..
Non è Coppi che sta subendo le indagini.
Ma non succederà nulla e le due megere pagheranno giustamente le loro malefatte.
Coppi ha denunciato lo scandaloso ritardo e il Ministero ha disposto un'indagine sui magistrati coinvolti.
A Pino:
"La ripresa, quindi, assai fuori tempo, di tale argomento, non mi è apparsa per nulla "criptica", stanne certo, ma solo superfluamente anacronistica".
Ti stai seppellendo di parole: cercherò di essere meno criptico.
1) Se di appello si parla, dall'inizio bisogna partire, non da dove tu preferisci. Quindi, nulla di superfluo, od anacronistico: un cadavere feta dovunque tu lo metta, a meno che tu non lo "chiuda". E se dal cantiere di Mapello é passato, come sembra dalle reazioni dei cani, nulla vieta pensare che lì sia appunto esclusivamente transitato, e che l'esclusione del cantiere come luogo di occultamento sia corretta. Che poi il cantiere sia stato velocemente escluso, in un momento in cui altre indagini erano in corso, e le motivazioni di tale esclusione ti siano difficili da comprendere, non é mia preoccupazione. Se sono in corso indagini sulla ricostruzione di beni, case, interi paesi distrutti, se vi sono dubbi fondati sull'uso di fondi andati a mare in consulenze, forse sarebbe meglio chiedersi che e chi, cosa e come e quando, non darmi dell'anacronistico o del ritardato, visto che proprio in questi giorni i giornalisti si riempiono la bocca di quanto all'epoca era stato denunciato sottovoce. Magia dei cambi di governo.
2) Certo che la mia cagnetta é una scusa, una scusa per ribadire che un cadavere a 250 metri da una discoteca lo sente pure uno privato dell'olfatto, figurarsi dei ragazzi. E lo sente pure Pino.
3) E perché la difesa non ha affondato la spada? Era facile. Non difficile. Perché non é stata subito chiesta una perizia su Fikri, dna e intercettazioni, o perché non é stato ricusato il giudice, o richiesto altro foro per incompatibilità? E invece si é parlato di uova, maionese e galline? Non vi é nulla di anacronistico nel ricordare che una revisione di un processo debba partire dall'inizio. Come minimo dal cadavere, o a qualcuno piacerebbe partire da una richiesta di perizia posta in modo "anacronistico", questa sì? Mah! Pino, ma che stai a scrivere'''''?
Ieri sera è in una trasmissione è stata ospitata una "supersensitiva" che si scrive con Bossetti e sostiene che Yara le ha detto che Bossetti è innocente, sono stati altri due uomini e che bisogna ripartire dal cantiere...ma stiamo ancora alla sensitiva che annuncia che si scrive con Bossetti dal carcere? Poi ci si chiede cosa fa la difesa.....
Anonimo Anonimo ha detto...
"Non diciamo sciocchezze! Se gli atti sono stati secretati come faceva la difesa a parlare a processo???
Gli atti non sono secretati, sono nella disponibilità delle parti del processo altrimenti c'è una lesione del diritto di difesa da denunciare...è come dire che la difesa ha fatto il processo senza sapere niente! Va bene tutto ma mi sembra un po' troppo.
8 settembre 2016 15:19:00 CEST"
Anonimo, ti rispondo
Ho letto più volte che tutto rimane segretato anche oltre la Cassazione.
Forse ho letto male, se qualcuno spiega cosa è secretato, ringrazio.
Continui e ho pure capito chi sei.
" Anonimo ha detto...
Purtroppo, non so se mal consigliato o altro, la richiesta Bossetti l'ha fatta alla fine del processo mentre doveva farla all'inizio; purtroppo nel processo ci sono dei tempi che vanno rispettati, non si possono fare richieste quando capita altrimenti il rischio di un rifiuto è molto alto.
8 settembre 2016 17:10:00 CEST"
Rispondo a modo mio, e mi firmo.
Mentre gli inquirenti andavano a guardare il dna di mezza Italia ( sono andati in Puglia a monitorare i Guerinoni?) e poi quello incriminato (il solo!) entrando nella camera da letto della unica sola famiglia che doveva, per la sua storia araldica essere incriminata, si è completamente tralasciato di guardare in altri buchi di serrature di altri luoghi, di altre camere...
Procedura SUBLIME per accusare in toto gli UNI e per mettere l'aureola in toto agli ALTRI.
Intanto i controlli nei laboratori si sono fatti SENZA un avvocato perché il colpevole non era stato trovato.
Da quel dì che avevano estrapolato i dna, dai mesi dopo il ritrovamento che in mano avevano qualcosa, perché allora aspettare tutto il tempo per arrestarlo?
Rispondimi un po' caro anonimo.
Te lo dico io.
Hanno aspettato perché dovevano mappare il caso Dna in tutta Italia, dovevano "costruire" l'assassino, dovevano ultimare il cantiere e inaugurare il centro commerciale, dovevano ammorbidire la famiglia, la laboriosa società del luogo era da rassicurare, e lucidare le coppe del centro sportivo.
E' chiaro il progetto?
La mappatura dna serviva per far uscire una bella pubblicazione che è uscita, guarda caso, dopo che Bossetti era stato imprigionato ( se non erro).
I poveri avvocati hanno atteso del tempo prima di avere 60000 pagine. Ricordo bene? E leggersi una biblioteca di inutilità. Era sufficiente avere un Bignami di cose autentiche e vere.
Cosa gli avvocati dovevano chiedere prima di grazia?
Ancora affermi che non hanno saputo lavorare?
Ancora?
Non solo hanno lavorato bene in quella situazione, ma non hanno perduto la faccia e neanche sono andati fuori dai gangheri e potevano farlo sai!
ogni loro movimento è stato vagliato con prudenza, anche nei rapporti coi media.
Qualcuno avrebbe voluto diversamente ma così non è stato perché questo pool difensivo esegue il suo mandato col cuore non certo per il portafoglio.
Mi sono sentito con Massimo alcuni minuti fa; sta benissimo, ma troppo occupato a preparare articoli per il blog, tra cui la pubblicazione (frazionata) delle molte pagine sulle MOTIVAZIONI per la condanna di 1° grado a Bosseti, già in suo possesso da 4 giorni.
Teniamoci pronti per la lettura di oltre 1.500 pagine pesanti più del grasso di maiale.
Ciao a tutti.
Pino
VANNA, perchè ti sprechi per futili "dicerie", che restano futili come chi li posta: gli anonimi!
Serba le tue ottime osservazioni per confronti più degni e di natura logica e scevra da apriorismi!
Ciao cara,
Sentenza Bossetti o Scazzi?
io da qualche parte ho letto le motivazioni sul caso scazzi. ma non ho dato importanza : me lo sento di considerare che sono motivazioni da casalinghe imbevute di giallo ,, non ho nulla contro le casalinghe perchè bene o male ogni donna deve occuparsi anche della casa e famiglia ,, era solo per specificare che certi sono incollati alla tv , dove girano opinionisti che non si informano sui fatti , perchè hanno la loro vita , e i propri interessi ,percio' chi se ne fotte? dicono e raccontano quello che leggono sui giornali o in tv .. . quello che si doveva sapere, lo abbiamo saputo nell'arco di pochi giorni, bastava ragionare logicamente . percio' mi sono fatta le mie ipotesi e non leggo ne' i gialli e giro canale se parlano dei casi .( allora le motivazioni sono ridicole ).
Carissimi,
come più volte ho detto il problema vero e radicale è la mentalità dei magistrati e la loro arcaica (da XII Tavole) preparazione professionale, tutta basata su brocardi giustinianei, riveduti e corretti dai giuristi medioevali, e lì rimasti,, come i loro bei mantelli farisaici e le pelli di ermellino...
Ci chiediamo tanto sugli assassini, constatiamo quanto siano bravi a giudicare le altre Magistrature per qualche omicidio avvenuto a Timbuctù o a Brazzaville, ecc. Veri eroi che corrono su e giù per i corridoi con aria di grande sapienza. Ma, che cosa fanno per casi meno importanti e, forse, più facili ? Cito il mio caso, con più di trent'anni di esperienza, gli ultimi due episodi: come a voi narrato, nel luglio 2015 mi furono rubati due bancomat a Trieste, per un totale di 2.200 euro. Denunciata la cosa tramite Carabinieri, ho saputo ieri che il tutto è stato archiviato in meno di due mesi, perché... i ladri erano ignoti e io non ho saputo fornire il loro indirizzo, n. di cellulare, nome e cognome, ecc. che, come a voi è ben noto, i ladri dànno al derubato subito dopo il furto. All'inizio della settimana, da Udine mi è venuta notizia di archiviazione per la querela fatta ad una potente società elettrica nazionale, per bollette gonfiate e per truffa ed estorsione: anche lì, pur dando nome della società, indirizzo ed altro, i truffatori erano "ignoti". Non solo: con uan spericolata motivazione, mi scrivono che il fatto era avvenuto in dicembre 2015, mentre si tratta di bollette del 2016, così a loro avviso ormai c'era stata decadenza per la querela.
Avrebbero, se fossero intelligenti, potuto risolvere la cosa, dicendo che riguardava una causa civile di Diritto commerciale. Di questo nulla; si arriva perfino a falsificare le date di un fatto, per non fare indagine alcuna.
E questi dovrebbero risolvere i casì di tortura e morte a Timbuctù o a Luxor ?
E dovremmo averne stima, ben sapendo poi quali sono i loro stipendietti ?
Nella fotografia a corredo dell'articolo di Gilberto dietro quelle persone in posizione inquisitoria, c'è scritto qualcosa ma non si riesce a vedere bene, solo alcune lettere, sopra la testa di uno si può leggere PER, altro niente, bo cosa mai ci sarà scritto?
Pino caro, grazie!
Hai ragione!
Però:
siccome si ripete il nulla, se non si risponde a quel nulla ripetendo ciò che non è nulla, quello crede che ha zittito l'altro e ha ragione, pure chi legge potrebbe crederlo.
Questo caso farà storia, perché è un caso anomalo sotto tutti i punti di vista, ancor più di quello di Avetrana.
Lì i personaggi erano tutti in scena, loro hanno fatto spettacolo e si sono dati la zappa sui piedi rendendo facile il verdetto, qui lo spettacolo l'hanno fatto gli addetti ai lavori con la loro laboriosità pure ad alterare le prove del camion, immagina quel dna "strisciato"come può essere una prova...irripetibile poi, per condannare un padre di famiglia senza storie di perversità, già ma è un bugiardo con le corna...figlio-marito... eccetera l'abbiamo detto in tutte le salse.
Che scriva pure l'anonimo le sue certezze e dubbi sulla capacità di difendere chi ha difeso e bene in quella situazione, io non sono nessuno ma non credo a quello che hanno fatto credere.
Per terminare, questo caso mi fa pensare ai giochi della Lego: tanti mattoncini incastrati insieme per costruire l'assassino, per me quegli stessi mattoncini messi in altro modo raccontano il contrario su Bossetti e invece raccontano i perché che stanno dietro quella "tecnica" costruttiva.
Serena serata a te!
( ti ho chiesto amicizia su fb, sto aspettando!)
Vanna
E la sentenza Bossetti?
Bruno chiede: (9 settembre 2016 h 18:31)
Nella fotografia a corredo dell'articolo di Gilberto dietro quelle persone in posizione inquisitoria, c'è scritto qualcosa ma non si riesce a vedere bene, solo alcune lettere, sopra la testa di uno si può leggere PER, altro niente, bo cosa mai ci sarà scritto?
Penso si tratti della frase rituale presente in tutti i tribunali: LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.
Ma di tutta la scritta sono inquadrate, semicoperte, solo le parole ...UGUALE PER...
Saluti a tutti gli amici del blog.
Giacomo
Ciao Manlio!
Ben tornato!
Condivido tutto!
Vanna
Buongiorno a tutti|
C'è nulla da "ruspare"?
fr.
Non vedo la strategia di tenersi gli assi nella manica con Bossetti che sta in galera.
Non è mica una partita a poker questa!
E' solo un bluff.
Mio cognato mi ha detto che sarebbe uscita, dopo lunghissime meditazioni, la motivazione per la sentenza di ergastolo alle signore Misseri. Ne sapete qualcosa ?
La legge è uguale per tutti, ma ... orwellianamente... per qualcuno è "più uguale" che per altri, a partire dagli stessi Organi inquirenti e giudicanti. Infatti, essi ben esigono motivazioni scritte e "ben fatte" (a loro insindacabile parere), ma per sé buttano giù argomentazioni senza capo, nè coda, e tantomeno corpo. Due sono le questioni fondamentali per le Magistrature di tutto il mondo:
1) separazione netta tra le Facoltà per il Diritto pubblico (magistrati, costituzionalisti, docenti universitari)e quelle del cosiddetto "Diritto privato" (avvocati, notai) .
2) Creazione di un Organo di controllo e giudizio dei magistrati del tutto indipendente dalla Magistratura, e possibilmente eletto dal popolo almeno ogni 5 - 10 anni.
Altrimenti, giochi, giochini, abusi e sopraffazioni, noncuranza professionale continueranno in eterno .
Grazie Vanna. Ricambio la stima, Manlio
http://www.lastampa.it/2016/08/29/italia/cronache/caso-scazzi-dopo-mesi-arrivate-le-motivazioni-delle-sentenza-di-appello-txwGsGkisjFYDbmxIVbZLK/pagina.html
tratto dal blog chisigma: "... ad un certo punto, durante la deposizione, si finisce a parlare, perché nei processi capita anche questo, della biancheria intima di Yara: '... ricorda quale reggiseno indossasse?...', chiede l’avvocato Camporini. E la presidente: '... ma avvocato, come pretende che si ricordi?... anche io ho una figlia, so di cosa parlo!...'
... e la madre di Yara, impassibile: '... mi permetta, presidente, ma ricordo benissimo che era un reggiseno rosa, sportivo, reagalatole dalla zia... a questo punto l’avvocato è incuriosito: '... e come fa ad esserne sicura?...' risposta: '... ho comprato io tutta la biancheria di Yara. Erano pochi capi. E quando quella mattina ho visto quel rosa, ho capito che aveva scelto quello...'
Per la cronaca: l'indumento intimo (il reggiseno) che è stato trovato addosso ai resti della povera bambina Yara, non è rosa come ritiene la mamma, ma come avete visto nella fotografia ha un colore violetto, e nonostante sia stato sotto le intemperie per tre mesi, sembra appena comprato. La prima risposta che mi sono dato è stata che quando è stata rivestita la povera bambina hanno sbagliato reggiseno.
Ma la sentenza Bossetti è da studiare ancora per molto?
Mi meraviglio della presidente bertoja che non voleva che alla Mamma di Yara la difesa gli facesse una domanda sull'indumento intimo di Yara, poi abbiamo visto che gli indumenti erano due diversi. Uno rosa e l'altro violetto. Chissà se la presidente sapeva di questo particolare.
Secondo te Tiziano perché non voleva? La risposta sta nel non voleva è chiaro.
A quanto pare questi genitori sono stati piegati, sono stati proni a bersi tutto quello che passava il convento, tutto.
Hanno indossato una maschera di gesso tanto sono stati rigidi per il dolore...cosa ci sarà dietro che deve essere coperto da tutti, a parte le famiglie Arzuffi-Comi-Bossetti che sono state messe a nudo in tutte le maniere...
VANNA .
la tua deduzione è sacrosanta -
non si capisce come mai questi genitori si siano lasciati portare in questa tragica situazione di troppe troppe incongruenze . eppure mi paiono persone sveglie . molti ci cascano in pieno . non si capisce come mai succede. ciao .
Amici cari, tutte le osservazioni che proponete, pur essendo "sacrosante", come le definisce Magica, rappresentano solo il contorno di un piatto principale: L'ANALISI ED ATTRIBUZIONE DEGLI ALTRI DNA rilevati sugli abiti della Yara.
Cli assassini, che sono più di uno e,forse, anche il Bossetti presente (non lo sappiamo ancora con certezza, fino alla spiegazione del suo strano dna) hanno lasciato la loro firma!!!
Questo dovrà essere il tasto che dovrà pestare con forza la difesa di MB.
Altrimenti non si uscirà dal baratro in cui il processo sembra giacere.
fr.
Un bel baratro silenzioso, dopo la sentenza pensavo che la difesa avrebbe fatto un bel battage mediatico, invece silenzio assoluto...aspettano le motivazioni? Mah, prevenire è meglio che curare.
Secondo me la difesa (anche se non è di sua competenza) sta cercando il vero colpevole per poterlo servire in un piatto d'argento.
Caro Fr. buongiorno
Non dare molto peso ai nanogrammi di dna di Bossetti nella parte interna con contatti di fluidi... ecc. ecc. non conta nulla.Credo parola per parola a quella che ha detto Annika.
Sono gli altri dna, come giustamente osservi, da mettere sotto osservazione.
Siccome hanno indagato urbi et orbi solo 1 dna e gli altri no, la cosa è indicativa.
In questo caso la realtà o quello che ci hanno fatto credere, non dice nulla, al contrario tutto ciò che non è stato indagato racconta un mondo.
Loro presentano prove "dirette", chiamiamole così,per condannare mentre il resto che non ha avuto un equivalente metodo urbi et orbi diviene "prova indiretta" che a sua volta si moltiplica in numerosi rami a dir poco inquietanti che ci stanno tutti.
Hanno raccontato la favola di un assassino pedofilo, e tutti vissero felici e contenti con le spalle ben parate. Il resto è amara storia.
Ciao Magica,
si è già ipotizzato che anche loro sono stati costretti a seguire la corrente.
VANNA, condivido quello che teorizzi, ma, nonostante le inoppugnabili affermazioni di Annika ed alcuni altri competenti, non si può dare per scontata la completa estraneità del Bossetti ai fatti, almeno fino a quanto non sarà fatta LUCE COMPLETA sul suo anomalo dna, e la presenza dello stesso sul soggetto del delitto.
Siamo imparziali per tutto suvvia.
Questo, nonostante la mia certezza e quella dell'amico Pino, che gli autori dell'assassinio, siano da ricercare altrove, ed il chiaro sentiero da seguire sia quello di analizzare TUTTI i dna rilevati, e rivedere certi alibi malfermi, così come suggerisce ragionevolmente Amaro nei suoi numerosi video pubblicati da You Tube.
fr.
Ipotizziamo che il Bossetti fosse coinvolto e che abbia partecipato all'omicidio, mi domando come è possibile che il suo DNA sia solo sugli slippini, negli altri indumenti del Bossetti non è stata trovata la più minima traccia di DNA e neppure un cappello. Niente. Possibile?, ma Bossetti cosa è un mago ?.
...condivido, e in quel punto Bruno, c'erano tutti i fluidi, è una traccia infinitivamente piccola e monca di una parte.
...sempre in attesa di commentare la sentenza che qui dentro si dice che qualcuno abbia già.
@Anonimo, capisco la frenesia ma per leggere notizie giuste e l'articolo di Massimo Prati che sicuramente sta preparando, occorre il suo tempo.
Quarto Grado: motivazioni disponibili il 28 settembre.
tratto da Chisigma- "... allora!... non e' azzardato affermare che gia' all'inizio di dicembre il pensiero prioritario di qualcuno, il quale poteva giovarsi di 'preziosi informatori' all'interno di carabinieri e polizia, sia stato il seguente: distogliere gli inquirenti in ogni modo possibile dal seguire la 'pista cantiere di Mapello' indirizzandoli invece su di un'altra pista... gia'!... ma cosa fare?... una cosa intanto e' sicura: se il cadavere di Yara non e' ritrovato dagli inquirenti non c'e' possibilita' di 'depistare'... quindi si dovra' far trovare il cadavere di Yara... solo che non lo si puo' spostare fino a quando la battuta a tappeto in corso per la sua ricerca non finira'... ovvio!... ma poi in concreto come si puo' creare una 'falsa pista'?... pensa pensa e alla fine viene la 'idea geniale' : creare un falso colpevole... ci si procura il Dna di un tizio che possa andare bene e lo si fa' trovare nelle mutandine di Yara... e chi puo' mai essere questo 'fortunato individuo' che dovra' sostutuire i veri colpevoli?... beh!... magari un muratore che possiede un cassonato di colore chiaro tipo Iveco Daily Pick Up... del resto ce ne sono tanti... poi magari che si facesse vedere spesso a Brembate di Sopra... la rosa cosi' si restringe... poi magari che non abbia un alibi per la sera del 26 novembre... e cosi' alla fine salta fuori il designato: Massimo Giuseppe Bossetti... in un certo senso e' vera dunque l'affermazione fatta da quasi tutti i 'colpevolisti della prima ora' : Bossetti e' l'uomo piu' sfortunato al mondo!... eh si'!... la sua 'sfortuna' e' quella di essere stato il 'copevole prescelto' dell'assassinio di una ragazzina... "
Buongiorno Bruno!
E' l'idea che vado affermando da quel dì.
Il ruolo di quel capannone è legato all'economia della zona, a traffici illeciti... di ogni tipo..., a pruriti illeciti... di ogni tipo.
Questi ultimi si potevano soddisfare anche attraverso il centro sportivo, affollato di giovanili presenze esposte al pubblico guardare, succulente, determinate a raggiungere successo, ingenue e pure.
Un mix potentissimo di molteplici energie da carpire, usare, nutrire.
E per pararsi il bottom inventarono il favola Bossetti e lo rinnovelleranno con le prossime condanne mentre tutto continua...?
E chi parla?
Nessuno suppone che non c'era motivo di far accusare UNO QUALSIASI per sviare le indagini da quelle direzioni prese all'inizio?
Sarebbe stato più facile e meno costoso per i presunti assassini.
Se tracce del "favola" ci sono, potrebbe anche essere una prova della sua presenza su luogo del delitto...che ne dite?
@anonimo 10:25, 18 settembre
Se tracce del "favola" ci sono, e sono tracce monche di un qualche cosa che certamente "basta alle indagini" - DNA nucleare e stop, e solo "lì", in un angolino, ma neppure un capello, neppure un'impronta, o una traccia sulla zip, sulla maglietta, su qualche parte del giaccone - ma non alla realtà biologica di un essere vivente, basta un po' di testa, un po' di capacità di ragionare (difficile trovarla in un contesto italiano in cui mediamente si rileva ignoranza crassa, anche nelle classi più colte, del metodo scientifico e, peggio, asservimento dei consulenti dei pm alle procure, fuori e dentro le televisioni, sempre pronti all'incarico succulento e promotore di nuovi incarichi con entrata economica certa) questo non implica da nessuna parte che ci sia stata presenza del Bossetti sulla scena del crimine. E neppure, basta vedere qui, di quel povero corpo su quel campo per tre mesi, che sarebbe spiccato nel suo colore nero in mezzo a tutta quella sterpaglia bassa e di uniforme colore ocraceo. Qui, d'epoca, numerose fotogallery, agghiaccianti nella loro esemplare nitida testimonianza, dall'elicottero.
http://www.bergamonews.it/2011/03/07/yara-bergamonews-in-elicottero-con-la-raiil-corpo-non-si-poteva-non-vedere-guarda-le-foto/143089/
eli
Eli:
"...basta un po' di testa, un po' di capacità di ragionare (difficile trovarla in un contesto italiano in cui mediamente si rileva ignoranza crassa, anche nelle classi più colte, del metodo scientifico e, peggio, asservimento dei consulenti dei pm alle procure, fuori e dentro le televisioni, sempre pronti all'incarico succulento e promotore di nuovi incarichi con entrata economica certa) questo non implica da nessuna parte che ci sia stata presenza del Bossetti sulla scena del crimine...
Condivido!
"Depistiamo dal cantiere edile incastrando un...ragioniere? commerciante? commesso viaggiatore? naaaa: muratore!". Geniale.
"Genitori costretti a seguire la corrente" ma non al punto da parlare di reggiseno violetto o non parlarne affatto, come da preteso assist della presidente. Accidenti ai manipolati inaffidabili.
A che pro indagare gli altri dna (è stato fatto, ma facciamo finta-che) se anche quelli sono presenti soltanto come singola traccia? mica ci sono anche peli, cap(p)elli, altre tracce organiche ecc...cosa sono, maghi? (cit.)
Scusate eh questi due messaggi che ho scritto, per quanto mi riguarda il signor Bossetti può benissimo essere innocente se gli atti dicono che non è colpevole, ma un minimo di coerenza nelle argomentazioni non sarebbe male.
Anonimo delle 09,30-35
Non mi è chiaro quanto hai scritto, per mia deficienza...Non potresti ripetere, con più semplicità, quello che vuoi dire?
Grazie, fr.
Tratto da Chisigma: " .. dodicesima udienza per l’omicidio di Yara Gambirasio ed ennesimo colpo di scena. La traccia genetica scoperta sul polsino del giaccone di Yara con il Dna di Silvia Brena, una delle insegnanti di ginnatisca della ragazza, non è di saliva o di altro materiale biologico.'... e' positiva al sangue, abbiamo escluso che sia saliva o altro materiale biologico...', ha rivelato, incalzato dalle domande dei difensori di Bossetti, il capitano Nicola Staiti, uno degli ufficiali del Ris di Parma che ha firmato la relazione su tutte le attività di indagine scientifica.... e non può che essere una traccia lasciata nelle ultime ore di vita di Yara perché ha resistito molto bene a tre mesi di intemperie, pioggia e neve... '... non era stata dilavata...', ha aggiunto il capitano. '... aveva un profilo complesso. L’abbiamo trovata perché sul polsino del giaccone abbiamo notato alcuni aloni scuri. Così abbiamo scoperto che si trattava di una traccia genetica...era il Dna della Brena...'... ma può essere una traccia lasciata per contatto?... , ha chiesto l’avvocato Claudio Salvagni... '... lo escluderei...', ha risposto l’ufficiale, '... e' qualcosa di più corposo...'... "
anonimo oggi alle 9,30, hai detto:...
"Depistiamo dal cantiere edile incastrando un...ragioniere? commerciante? commesso viaggiatore? naaaa: muratore!". Geniale.
Bravo! geniale!
Conosci quello che cercava il cavallo e ci stava sopra?
Sai quale è la cosa più semplice da nascondere, quella che sta a portata di mano.
Cercare il muratore è una firma per nascondere altri Muratori e comunque metaforicamente parlando, il muratore è stato costruito come colpevole.
In questa storia ci sono dei misteri che, come scatole s'incastrano l'una nell'altra
Dici:
"Genitori costretti a seguire la corrente" ma non al punto da parlare di reggiseno violetto o non parlarne affatto, come da preteso assist della presidente. Accidenti ai manipolati inaffidabili.
Non so se tu sei genitore, non so come avresti reagito, non so come ti saresti sentito condizionato, non so e non capisco quello che scrivi, ma una cosa posso dirti che sono stati troppo fermi anche di fronte ai dubbi che Y potesse essere salita sul furgone.
Troppo zitti sono stati a difendere l'immagine, le convenienze di un mondo fatto d'immagine.
Non si è capito perché lei sia andata a portare quello stereo, perchè nella stessa ora tornava il padre e poteva prenderla, ma soprattutto il perché abbiano sposato la tesi dell'accusa.
La paura è stata palpabile, che vuoi che sia il colore del reggiseno, un lapsus, solo quello può essere stato? O in quel momento la madre ha detto qualcosa di vero che non doveva dire.
Ma per come è andata è come non l'avesse detto perché non è servito a niente.
@Vanna
puoi esplicitare ulteriormente il tuo giudizio sulla famiglia di Yara, che non l'ho afferrato bene? Impauriti da qualcosa/qualcuno, interessati a difendere un'immagine a discapito della verità, complici un po' goffi di una congiura istituzionale, gente che nasconde segreti inconfessabili, genitori irresponsabili, o cosa?...o niente di ciò?
Anonimo Anonimo hai detto alle 9,35
"A che pro indagare gli altri dna (è stato fatto, ma facciamo finta-che) se anche quelli sono presenti soltanto come singola traccia? mica ci sono anche peli, cap(p)elli, altre tracce organiche ecc...cosa sono, maghi? (cit.)"
Famose a capì, si dice a Roma, ma tu ci sei o ci fai?
Per me ci fai, ci provi e te risponno.
Hanno fatto finta sì di indagare quei dna, corposi, significanti eccome, e interi.
E non sono serviti a nulla
Al contrario la nano traccia tra fluidi fognari, monca, l'hanno fatta contare e non c'erano manco lì peli e capelli.
Mentre l'indagine intorno al progetto dell'assassino perfetto, si andava
costruendo, per rafforzare l'omicidio visto che non c'erano prove vere, sono andati a fare la ricerca araldica del macho e a pubblicizzare in tutta Italia la bravura e l'efficacia del dna, prova irripetibile bada bene.
Continui:
"Scusate eh questi due messaggi che ho scritto, per quanto mi riguarda il signor Bossetti può benissimo essere innocente se gli atti dicono che non è colpevole, ma un minimo di coerenza nelle argomentazioni non sarebbe male."
Cerca di argomentare tu perché mi sembra che quello che scrivi è privo di argomenti e non si capisce nulla, ovvero si capisce bene che a te fa comodo tenere gli altri dna senza peli lontani dalla vicenda e invece l'altro dna nano traccia non umana, forse aliena, e senza peli da tenere presente, sull'attenti, con le manette.
In questo tu dimostri la massima coerenza ma non sai argomentare un fico secco.
Anonimo il tuo:
"@Vanna
puoi esplicitare ulteriormente il tuo giudizio sulla famiglia di Yara, che non l'ho afferrato bene? Impauriti da qualcosa/qualcuno, interessati a difendere un'immagine a discapito della verità, complici un po' goffi di una congiura istituzionale, gente che nasconde segreti inconfessabili, genitori irresponsabili, o cosa?...o niente di ciò?"
Non permetterti di rivolgerti nei miei confronti con punti interrogativi che vogliono inquisire e accusare. Se vuoi risposte vatti a leggere tutto quello che qui si è scritto, le troverai tutte snocciolate col buon senso e argomentate con logica.
Cara Vanna, chi deve leggere ciò che c'è scritto tanto nel mio commento ("cit.") quanto nella manciata di commenti (altro che le migliaia che vorresti mi sorbissi per poter rispondermi da sola alla domanda a te rivolta) che mi precedono sei tu, se non hai notato appunto che non ho fatto altro che riprendere un commento altrui (di Bruno forse?) che stigmatizzava come MGB, se fosse colpevole, avrebbe dovuto essere un mago per avere lasciato solo una traccia di dna e non altre, nè peli, nè capPelli (così nel testo).
Quella invece che ti ho rivolto è una semplicissima domanda, basta dire che non vuoi rispondere (chè magari ti vergogni un po' di dire chiaramente quello che pensi di quei poveri genitori? ;) ) ed è sufficiente. A suon di sentir parlare di inquisitori, li vedi ovunque :D e credimi non è il mio caso.
Come ho detto non ho pregiudizi in ordine alla colpevolezza/innocenza dell'imputato MGB, solo ho notato incoerenza nelle argomentazioni di alcuni ed una decisa autoreferenzialità in altri. Posso osar dire che noto un pelo di pregiudizio a monte di tali fallacie? Immagino di no. Ma oramai l'ho fatto ;)
Ogni tanti ricicci come la cicoria, so sempre chi sei.
Cito:
"...Quella invece che ti ho rivolto è una semplicissima domanda, basta dire che non vuoi rispondere (chè magari ti vergogni un po' di dire chiaramente quello che pensi di quei poveri genitori? ;) ) ed è sufficiente. A suon di sentir parlare di inquisitori, li vedi ovunque :D e credimi non è il mio caso."
I tuoi giudizi sulle mie vergogne lasciano il tempo che trova, pensa alle tue che faresti opera meritoria verso di te.
Alle domande inquisitorie e condite di giudizi non sono tenuta a rispondere.
Anonimo ha detto...
"Come ho detto non ho pregiudizi in ordine alla colpevolezza/innocenza dell'imputato MGB, solo ho notato incoerenza nelle argomentazioni di alcuni ed una decisa autoreferenzialità in altri. Posso osar dire che noto un pelo di pregiudizio a monte di tali fallacie? Immagino di no. Ma oramai l'ho fatto ;)
19 settembre 2016 14:01:00 CEST"
" Incoerenza nelle argomentazioni di alcuni"
" Decisa autorefenzialità in altri"
" posso osar di dire che noto un pelo di pregiudizio a monte di tali fallacie? Immagino di no..."
Te la canti e te la suoni da sola dando giudizi e prevedendone altri.
Qui non siamo giudici popolari che dobbiamo emettere un giudizio, qui siamo in un dialogo in cui in base al nostro vedere possiamo esprimere il nostro pensiero.
Infatti i giudici popolari hanno deciso diversamente....
Aspettiamo sempre le motivazioni.
Vanna, hai evitato una domanda semplice, scarna ed educata, elargendo gratuitamente un giudizio molto antipatico. Poi certo che ti arrivano giudizi di rimando, d'altronde una spiegazione alla tua strana ritrosia ad esplicitare un pensiero che ho trovato - mio limite - poco chiaro, va pur data.
Credo non si sappia ancora se la "prova del DNA" sia irripetibile; infatti durante l'ultima puntata di "Quarto grado"
l'avvocato Salvagni ha precisato che "[...]nessuno durante il processo ha detto che non si possono più fare queste ripetizioni. Ci sono ancora i reperti, lo hanno confermato i RIS che i reperti sono disponibili, quindi si possono fare ancora delle indagini[...]"
Per Salvagni occorre analizzare a monte tutte le analisi effettuate per poter giungere a un risultato condiviso.
Vedremo se, durante il processo di secondo grado, verranno concesse determinate "ripetizioni".
Il tono di Salvagni mi è apparso pacato e rispettoso delle altrui opinioni divergenti, pur ribadendo con fermezza il proprio punto di vista.
Mi è parso che la difesa insista, e continuerà a insistere, sulla linea di instillare il ragionevole dubbio.
Auspico che le motivazioni della sentenza di primo grado escano entro la fine di settembre; sarebbe davvero "patologico", e rimarrei molto perplessa, se occorresse un anno (circa) per redigerle (come, purtroppo è avvenuto riguardo alle motivazioni della sentenza di primo e a anche della sentenza di secondo grado sul caso Scazzi.
Saluti a tutti/e
Ivana
Sulla piena libertà di dir cose a ruota libera, senz'altro. Solo credevo ci teneste ad un minimo di capisaldi (coerenza ed eteroreferenzialità; di esempi della mancanza dell'una e dell'altra ne ho fatti tre in quei due commenti, apparentemente elementari ma evidentemente non troppo dato che ancora non se n'è afferrato il senso). Amen, liberi tutti, ci mancherebbe! Buon proseguimento. :)
"Il tono di Salvagni mi è apparso pacato e rispettoso delle altrui opinioni divergenti"
Ahahahha! sei simpatica, Ivana, e molto (involontariamente, immagino) sarcastica! :D
@ AnonimA delle 15,42,
indipendentemente dalle tue convinzioni, che restano solo tali, perchè non circostanziate, è evidente il fatto che non hai dato risposta alla mia domanda, inoltrata con gentilezza.
Siccome ho notato due tuoi modi diversi di scrivere, (per mascherare, vanamente,la tua identità?), ti pregherei di farlo, nel caso ritenga rispondermi, con la buona prosa che hai adoperato scrivendo i tuoi interventi firmati.
Ti saluto, fr.
Per Anonimo del 19 settembre 2016 16:42:00
Non era mia intenzione essere sarcastica, perché ho notato veramente in Salvagni un tono rispettoso soprattutto nei riguardi del giornalista Abbate. Sono un' ingenua? Forse
Per fr.
Come ho sempre ribadito, mai ho inviato messaggi anonimi (e, all'occorrenza, Massimo Prati potrebbe confermarlo) e non so chi sia o chi siano l'anonimo o gli anonimi.
Cordialmente
Ivana
mah Ivana, io ho visto e udito un modo di porsi molto poco pacato e mi riferisco allo scambio con Garofano. Con Abbate ci credo, dato che nella bacheca dell'avvocato c'è stata gente che l'ha ingiuriato e minacciato pesantemente, dal che era derivata una potenziale querela anche verso di lui...la pacatezza ora s'impone!
@ Ivana
il mio post era indirizzato all'anonimo dell'ora indicata, e non a te.
Come mai ti sei sentita menzionata?
Eri, forse, tu?
Ciao, fr.
p.s. comunque apprezzata eh, ci mancherebbe.
@fr
scusa, non credevo che davvero non avessi capito, perdonami. allora esplicito.
prima frase: parrebbe sciocco tentare di depistare da un cantiere edile, indicando proprio un operaio edile. (ma Vanna dice: è il principio del "nascondere in vista").
seconda frase: dato che si insinuava una complicità o almeno una succubanza dei Gambirasio rispetto alla congiura in atto verso MGB, parte della quale sarebbe espressa da quell'intervento della presidente teso a non far rispondere la signora sul colore del reggiseno, avendo invece ella insistito per rispondere, commentavo che come correi/succubi sono davvero scarsi questi Gambirasio.
terza frase: l'ho già ri-spiegata: qualche commentatore diceva inverosimile che un omicida lasci una sola traccia di dna, sicchè non può essere MGB, però stesso criterio non applicava parlando degli altri dna, insinuati come appartenenti ai veri assassini: anche quelli avrebbero lasciato ciascuno una sola traccia, quindi va applicato anche a loro lo stesso assioma?
Ecco spiegato il tutto....peccato, perchè come le barzellette, che quando devi spiegarle perdono il proprio senso d'esistere, così le battute che ho fatto: non è importante stare adesso a sviscerarle e parlarne per i prossimi secoli eh; sono intervenuta con un commento che mi è balzato in testa leggendo quei commenti e amen, potete serenamente passare oltre e continuare la festa privata ;)
p.s. @fr. ci sono più anonimi, non sono sempre io.
Anonima 17,14
Grazie! Perfetta prosa e chiara spiegazione che condivido.
Mi ha fatto piacere "leggerti".
Ai prossimi dibattiti. Ciao, fr.
Per Anonimo del 19 settembre 2016 17:03:00
Riguardo al confronto tra Salvagni e Garofano a me è parso di notare divergenza, sì, di idee, ma espresse, comunque, nei limiti del rispetto, pur nella decisa fermezza di entrambi nelle proprie convinzioni.
fr.,
ho preferito che non ci fossero dubbi sulla mia identità, dal momento che tu avevi scritto: "Siccome ho notato due tuoi modi diversi di scrivere, (per mascherare, vanamente,la tua identità?), ti pregherei di farlo, nel caso ritenga rispondermi, con la buona prosa che hai adoperato scrivendo i tuoi interventi firmati."
Dal momento che sono intervenuta dopo l'anonino (o gli anonimi) e non mi è parso che abbiano usato modi differenti nella loro argomentazione, per evitare eventuali equivoci ho deciso di ripetere che mai sono intervenuta (e mai interverrò) sotto anonimato (e, come continuo a dire, Massimo Prati potrebbe confermarlo all'occorrenza).
Saluti a tutti/e
Ivana
Dove avrei scritto "nascondersi in vista" please? Modo di dire non mio, mai pronunciato.
Non credo proprio che l'anonimo al quale ho risposto sia Ivana.
Lo stile è inconfondibile ma non è Ivana.
E' una persona che si affaccia ogni tanto attaccando e giudicando con il pennino intinto all'inchiostro del giudizio velenoso, non spiega mai nulla ma giudica e mette in bocca agli altri concetti alterati.
E' bastato che qualcuno aspettasse l'articolo di Massimo... che subito è partita con la cerbottana a sputar veleno.
Tra l'altro manco è chiara quando scrive, attacca, arzigogola e basta, mi piacerebbe conoscere il motivo per cui non sopporta che altri contestino la colpevolezza del Bossetti.
La Legge ha sempre ragione ma la Legge è uguale per tutti o no?
Già ma esiste anche la Legge ad personam, gli aggiornamenti sulla Legge sono work in progress, tempi modernamente aggiornati.
Serena serata a tutti.
Ciao fr!
@Vanna, sei migliore di così, andiamo....
1) "nascondere in vista" (concetto classico, che ha un suo pregio e storia, perciò non capisco perchè tu ti schermisca ad ogni costo, anche quando ti si attribuisce un argomento insindacabile in quanto opinione! SIC) è l'esatto equivalente di quel che hai detto: "Sai quale è la cosa più semplice da nascondere, quella che sta a portata di mano. Cercare il muratore è una firma per nascondere altri Muratori". Se poi vuoi offenderti anche se dico che ti chiami Vanna, non so, vedi tu se ti pare normale...
2) l'articolo porta la firma di Gilberto Migliorini, non di Massimo, spero tu non revochi in dubbio pure questo;
3) ho spiegato e spiegato due volte; ma non l'avessi fatto e fossero state battute "pro" le avresti "capite" al volo, miracoli della semantica gradita ;)
Sputare veleno dove, Vanna? perchè ho fatto notare che a mio avviso ci sono alcune pecche argomentative? per carità di Dio, non oserò più commettere questo reato di lesa maestà! Corri va, Vanna, che stavolta ti ci mando davvero: sei diventata di un'antipatia e una suscettibilità, che manco la gente a corto di ragioni...
Come ho detto, cantatevela e suonatevela come volete, siete rimasti quattro gatti a monopolizzare un blog una volta glorioso, buon pro vi faccia.
Poi mi raccomando dai dei chiusi mentali agli altri sai!
Ciao.
Non è da voi due (di cui conosco il valore intellettuale ed umano), trasformare un confronto di idee in una sterile polemica.
Bevete meno caffè, gentili amiche, e cercate di scusarvi vicendevolmente.
Un fraintendimento va sempre chiarito. Dopo, vedrete che era solo una bolla di sapone.
Un sentito ciao!
fr.
@fr.
C'è troppa suscettibilità verso chiunque sia sospettato di non aderire al 100% a quanto qui propugnato, al punto che anche osservazioni di mero metodo argomentativo, vengono tacciate per insulti di gente ottusa che non arriva a cogliere l'empireo esoterico delle verità rivelate a pochi savi col terzo occhio che nessuno inganna.
Non mi ci trovo a mio agio, perciò ne sto alla larga, pur rammaricandomene.
Solo, ogni tanto mi capita sotto gli occhi qualcosa che mi "punge" la mente e non mi riesce di tacere; concordo che potrei essere quel tot meno acida e sarcastica nell'esprimermi, ma mi viene su dal petto, proprio in virtù della superbia che spesso ammanta quei commenti che poi franano su un osso di formica.
Comunque chiusa polemica dai, ognuno a casa propria che tanto oramai non si ragiona più su nulla.
ANONIMA 21,02
ct) "C'è troppa suscettibilità verso chiunque sia sospettato di non aderire al 100% a quanto qui propugnato."
Rispondendo a "fr", hai scritto quanto sopra ho riportato in corsivo. Non ti do torto perchè, talvolta, si ha la sensazione da te avvertita, nel corso di alcuni degli accorati confronti che sono ospitati in questa sede.
Avendone fatta personale esperienza, ho analizzato attentamente la causa di tale fenomeno che, a mio modesto parere, ho attribuito ad una particolareveemenza che permea gli interlocutori, entrambi sinceramente convinti dei propri assunti, al di sopra di ogni apriorismo.
Non vorrei sembrare il moralista di turno, ne un retore improvvisato: attributi alieni al mio carattere, ma...ho voluto solo dire la mia.
Spero solo di non essere frainteso anch'io, dato l'argomento.
Saluti cari alle due parti...in causa:-)
Pino
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2016/9/19/MASSIMO-BOSSETTI-Delitto-Yara-Gambirasio-news-alla-nuova-amica-di-penna-sono-un-guerriero-Oggi-19-settembre-2016-/724025/
Per l'Anonima del 19 settembre 2016 21:02:00
Anche se tu non fossi colei che mi sembra tu possa essere, DI CERTO ritengo che un tuo eventuale allontanamento da questo blog lo impoverirebbe molto.
I tuoi contributi, al di là di un eventuale, ma spero passeggero, flame tra alcuni interlocutori, denotano sempre che a scriverli è una persona sia colta sia competente nell’ambito del diritto sia dotata di un’eccezionale capacità critica.
Come ho sempre sostenuto, reputo importanti gli interventi di tutti/e, nessuno escluso, ma i tuoi, in particolare, rappresentano un grosso arricchimento per tutta questa comunità virtuale.
Grazie per l'attenzione
Ivana
@Ivana
mi lusinghi e non so se lo merito, ma te ne ringrazio molto e ricambio il piacere verso molti di voi; credo non mancheremo di reincontrarci tutti in occasione del commento delle motivazioni della sentenza, che (pur coi limiti più o meno ampi; speriamo "meno") credo potranno fugare almeno alcuni dei dubbi sul contenuto degli atti riguardanti i punti salienti che hanno occupato tutti noi commentatori finora.
O.T.
scusate se intervengo qui, ma è l'articolo di cronaca giudiziaria più recente e frequentato, mentre quelli relativi al processo Misseri sono quiescenti (cosa che mi dispiace non poco) e questo messaggio non verrebbe letto.
se non avete ancora letto le motivazioni della sentenza Scazzi, fatelo. Ma assicuratevi di avere un calmante a portata di mano perchè i nervi saltano ogni due per tre. Non vorrei essere il difensore incaricato del ricorso in Cassazione, perchè 45 giorni bastano forse per motivare un decimo delle censure sui singoli passaggi motivazionali. Parlo chiaramente dei meri percorsi argomentativi, non del merito (chè altrimenti ciao; ma voglio essere il più "vergine" possibile nell'approcciare la sentenza, la quale confesso che in alcuni punti mi ha convinta...solo che sono un paio, nel mare oceano di petizioni di principio, inversioni logiche, contraddizioni interne, pregiudizio argomentativo ecc. che costituisce il resto).
Attendo con ansia l'articolo di Massimo, anche se non credo si addentrerà troppo nei dettagli, ma io personalmente non so neanche da che parte iniziare con le critiche. Un OBBROBRIO fatto e finito. Mi auguro davvero una sonora tuonata in Cassazione e spero che Coppi primeggi lì come il suo solito; perchè se devo essere sincera (e probabilmente presuntuosa, del che mi vergogno) la sua prestazione in questi due gradi non mi ha convinta sempre e del tutto, almeno per come filtrata da media e sentenze.
Già il fatto che per depositare la sentenza ci sia voluto un anno è un obbrobbrio a sè stante, qualunque cosa si pensi in merito a colpevolezza o innocenza.
diciamo che con elementi chiari e trancianti, come si vorrebbero affermati questi, non ci voleva un anno per motivare la sentenza....e neppure paginate a manciate per far stare in piedi dettagli di deposizioni.
Ciao CHIARA! ben tornata.
Così, senza preamboli e scusami per questo, gradirei che gentilmente riassumessi i due punti che hai trovato più logici(?) o altrimenti definibili.
Grande è la curiosità di conoscerne almeno gli estremi più significativi, dato la tua indiscussa competenza in materia.
Ti ringrazio in anticipo, e ti porgo cordialissimi saluti.
Ciao Pino! Sempre troppo buono tu! Non riesco ad essere molto precisa, perchè ho letto tanto in poco tempo, quindi diverse cose ora mi si affastellano in testa. Chiarisco comunque che si tratta di percorsi motivazionali rispetto ai quali non trovo censure da muovere, più che circostanze di fatto sulle quali io abbia cambiato idea. Comunque così d'acchito ti porto un paio d'esempi: l'episodio del palazzetto dello sport, rispetto al quale la condotta di Sabrina è oggettivamente singolare, ad essere generosi; la tempistica del delitto secondo la prospettazione della difesa, ossia ad opera di Michele Misseri, effettivamente non convince (Sarah si sarebbe trattenuta circa 10 minuti nel garage e mi paiono francamente troppi), così come l'uscita di casa di Sarah dopo il messaggio delle 14.25, che a me ha sempre lasciata perplessa per quelle che sono le attività che avrebbe compiuto successivamente e prima d'uscire, rispetto alle quali non mi pare vi siano stati mutamenti rispetto alle prime sit dei presenti; ma anche per il fatto che a dire che quel messaggio arrivò (quantomeno nelle parole di Sarah) è la sola Concetta, mentre ho potuto appurare dai verbali che la Pantir afferma che la ragazza disse di "stare aspettandolo" e questo mi risolverebbe il problema appena visto dei tempi per le attività compiute; infine, innegabile il turbinio di "casino dichiarativo" (scusa ma non riesco a definirlo diversamente senza parlare di menzogne) di Sabrina...che ok posso tranquillamente attribuirlo a reazioni del tutto umane da parte della ragazza, ma comunque un casino restano e nelle vesti d'imputata hai un bel faticare a dire "ma no, non pensate male".
Ovviamente quello sopra è mio.
Giusto. SE ci fossero, sarebbero un elemento a sostegno della sua presenza. Non della sua colpevolezza. Sempre SE ci fossero, perché io non ne sono proprio certissimo e la procura non mi ha tranquillizzato su euesto punto.
Grazie CHIARA!
Non ti nascondo, pur non avendo la tua preparazione professionale, che i dettagli che hai citato come esempi, mi procurarono disagio nella loro valutazione.
Disagio che non ancora riesco a dissipare, nonostante il tempo e le lunghe diatribe avute su queste pagine.
Speriamo che Coppi riesca meglio nel futuro approccio con la Cassazione.
Ciao ed ancora grazie.
Durante questi mesi ho capito che il test dna di Bossetti non era ripetibile. Qualche giorno fà invece a quarto grado l'avvocato Salvagni dice che ci sono ancora elementi per essere ripetibile ma analizzati fin dall'inizio non dopo vari passaggi. A questo punto spero che un altro giudice, possa concedere a bossetti una nuova analisi, è più che giusto, è un suo diritto e se vogliamo anche nostro anche se non siamo in galera come quel poveraccio di Bossetti.
Che paura avrebbe la pm e la giudice a concedere una nuova analisi.
Sul casino dichiarativo di Sabrina Misseri, però, vorrei capire a quale parti ci si riferisce.
Ce ne saranno sicuramente, come con la maggior parte dei testimoni, però domande del tipo "ma lei il messaggio SMS lo ha mandato mentre era in bagno o si avviava al bagno" oppure l'altro messaggio "mentre era sulla veranda o si avviava alla veranda" e cose del genere non possono che che generare risposte approssimate.
Quando ti sentono in SIT mica sai che finirai imputata e anche se, ed è un bel se, ti ricordi tutti questi dettagli al microsecondo non stai a dirli ("ho premuto il tasto invio mentre il piede destro varcava la soglia del bagno"...ma figurati), anche perché francamente li ritieni irrilevanti e dopotutto SIT sta per SOMMARIE Informazioni Testimoniali.
Quando anni dopo ti ritrovi al processo le cose semplicemente non te le ricordi più e più ti sforzi di ricordarle più ingarbugli il tutto con nuovi ricordi, molto più facilmente indotti che veri e la pubblica accusa (o la sentenza di condanna) ha buon gioco a dire che stai adattando il tuo racconto alle prove emerse.
La Corte d'Appello di Taranto dice che questi adattamenti della Misseri vanno oltre il "normale affinamento dei ricordi" ... interessante affermazione, probabilmente ispirata dai numerosi testimoni che hanno affinato i propri in questo caso, e molto rivelatrice di una visione errata: nel tempo e insistendo a ritornarci sopra si creano quasi sempre solo falsi ricordi, altro che affinamento.
No no Luca, si tratta di svarioni enormi sui momenti immediatamente successivi alla "scomparsa", raccolti a poche settimane dai fatti; rammenta ad esempio la questione del suo andare e venire dalla veranda, chiacchierando col padre, eventi in realtà mai avvenuti; io capisco che ci si possa sbagliare di giorno eventualmente, anche se quello non è esattamente un giorno ordinario, ma ha tirato avanti la storia cambiandola qui e lì, per vario tempo, prima di approdare a versione definitiva nel confronto con la Spagnoletti; ma non è l'unico esempio; allora, ripeto, si può commettere un errore, ma avere insistito a tirarlo avanti a tutti i costi, peggiorando con le pezze il buco, se può trovare varie spiegazioni nella personalità della persona e del rapporto con l'interrogante - giacchè tutto può argomentarsi volendolo fare, bisogna però vedere se riesci a mettere basi oggettive alla personalizzazione delle valutazioni - comunque resta un vulnus enorme nel momento in cui sei imputato e questo è indiscutibile. Insomma, obiettività. Almeno per me, chè sinceramente non ho alcun interesse a difendere a priori la persona, nel momento in cui condanno il processo e il suo esito. Altro enorme punto critico è l'avere negato recisamente la reale natura del proprio coinvolgimento sentimentale verso Ivano, che diciamocelo è stata una cosa insostenibile e non comprendo come Coppi l'abbia consentito, dal momento che come attendibile si è rivoltato contro amplificando l'idea di un movente sorto a partire (anche) da quella vicenda sentimentale: chè se "dare conferma" di un presunto movente, con la propria voce, può sembrare compromettente, molto più lo è il cercare di nasconderlo con bugie, quando se ne viene facilmente smentiti com'era attendibile. Poi, oh, questo è quello che penso, non pretendo di essere tutti d'accordo, ma insisto che di spunti ed appigli per venire bersagliata in continuazione da smentite e conseguenti accuse di mendacio, ne ha dati a profusione, così rendendo molto più difficile il lavoro difensivo.
Il tuo discorso sullo "affinamento dei ricordi" dei testimoni (orrore concettuale) lo sappiamo, lo diciamo sempre e spesse volte la sentenza lo passa sotto silenzio o lo giustifica in maniera invereconda. Ma è un altro discorso.
cosa doveva dire SABRINA? che era innamorata di IVANO? dal momento che lui le aveva fatto capire che per lui lei era solamente una amica. la' butta la' dicendo che provava attrazione ma senza amore .la dignita' l'abbiamo tutti .. non si puo? se lei dice che è cosi' , doveve dire diversamente ? solo per avvalorare l loro tesi di gelosia per IVANO e giungere all'omicidio della cugina, troppo facile andare nei pensieri delle persone e farla andare come si vuole . inoltre sappiamo che SABRINA è in carcere con la madre . allora . che centrano i discorsi di SARINA con IL PADRE che va avanti e indietro per la terrazza chiaccheraNDO con il padre ? . se i fatti sono da tutt'altra parte .. SABRINA RINCORRE SARAH assieme alla madre :ma questo è un sogno fatto realta ' da chi indaga , prima SABRINA è NEL garage che cavalca .. poi non essendo un quadro convincente si vuol fare diventare un sogno la realta' . se il fioraio nega che fu un sogno?
abbiamo letto da qualche parte che SABRINA FOSS INNAMORATA DI ivano? avevano migliaia di messaggi nel cell fra IVANO E sabrina .. mai sentito fare da SABRINA messaggi d'amore verso il ragazzo , erano battibecchi fra adulti .o allusioni fra adulti , si potrebbe supporre che la ragazza fosse innamorata , ma le prove che lo fosse non ci sono , percio' possono dire quello che vogliono .
p.s. parlando di movente (non fraintendermi Luca, a proposito, sopra non stavo dicendo che la questione-Ivano sia un movente, bensì che per disinnescare la tesi accusatoria che lo sia, molto più può fare un'ammissione pacifica condita da un bel "embè?", piuttosto che un artato sminuire, che non fa altro che rinforzare l'impressione vi sia qualcosa da nascondere...non so se riesco a spiegarmi); dicevo, il punto "movente" è un altro di quelli ben motivgati in sentenza, la quale non attribuisce sensi smisurati a singoli eventi, non parla di gelosia assassina ecc. come da stupidaggini del p.m., bensì a partire da osservazioni oggettive, rammostra tutto un coacervo di tensioni e nervosismo della Misseri, dovuto sia alla situazione col ragazzo, ma anche ai rapporti con la madre ed a quelli tra questa e il padre, talchè la giovane stava vivendo un momento comunque difficile; a ciò aggiunge i mutamenti di atteggiamento maturati negli ultimissimi mesi in Sarah , che si era fatta più sicura e spavalda, come d'altronde è attendibile a quell'età; mette insieme il tutto e costruisce con ragionamento francamente esente da critiche, un background emotivo che può effettivamente sorreggere il resto.
ATTENZIONE: di nuovo, non sto sostenendo che ah allora Sabrina è colpevole ecc ecc, quindi non "attaccarmi" su questo profilo, è inutile discutere tra noi che già a lungo abbiamo parlato e concordato sostanzialmente su tutto.
Semplicemente rendo atto alla Corte di avere messo insieme una serie di dati oggettivi in maniera sapiente, razionale e comunque esente - questa volta - da censure di metodo, per quel poco che vale una mia valutazione in merito.
Magica
non è quello il punto, infatti. Non è questione di amore o non-amore. E' solo questione di quanta parte del mondo emotivo e psichico della ragazza, occupasse la relazione con quell'uomo (cosa da lei sminuita fino alla negazione, ma effettivamente ancora dopo la scomparsa di Sarah, nonostante in teoria "avessero chiuso", il pensiero va costantemente ad Ivano..per informarlo, per invocarlo, per interessarlo, per salvaguardarlo ecc) e in quale maniera, ossia in una maniera assolutamente non serena; quella relazione non la faceva stare bene, le procurava turbamenti, ansie, tensioni, delusioni, rabbia...e non riusciva a distaccarsene; questo è ciò che valorizza questa Corte, secondo il percorso argomentativo che ho accennato nel commento precedente. Perciò io, che su quanto abbiamo sempre detto la penso come te, questa volta devo riconoscere che è tutto un altro paio di maniche ciò che viene sostenuto ed effettivamente considerata così c'è poco da discutere.
temo però che stiamo portando troppo O.T. la discussione essendo sotto un articolo su Bossetti; magari trasferiamo questi scambi sotto un vecchio articolo sulla vicenda, in attesa del nuovo.
Buongiorno a tutti!
CHIARA,
mentre sono certo che Gilberto per "colpa" della sua gentilezza scuserà l'invasione "OT/istica", proporrei di attendere il promesso articolo di Massimo, che sarà pubblicato da un momento all'altro, senza spostarci sotto vecchie rimesse.
Ciao.
Vorrei sapere: ma quale mai indagine, quale mai processo, nella storia giudiziaria dell'intero pianeta, sono stati condotti con rispetto sostanziale (e non solo formale, ma questo già sarebbe stato molto) delle leggi procedurali, con razionalità, con metodo e con coscienza critica ? Chi me lo sa dire ?
Il magistrato lavora sempre con criteri "economici": lavorare al minimo per ottenere il massimo risultato possibile, mentre la Natura lavora col massimo sforzo per ottenere un risultato sufficiente. Tradotto in pratica, trovato il Primo Fesso, si è risolto il caso; se coincide col Colpevole Reale, è per pura combinazione di casi.
E' solo il calcolo della probabilità che ha fatto condannare il Bossetti.
Manlio e Bruno, condivido!
Riguardo al caso di Avetrana, MISSERI E' UN ASSASSINO REO CONFESSO
E, checché ne dicano le sentenze o i giornalisti partigiani o gli opinionisti interessati, la sua CONFESSIONE è stata resa IN UN AULA DI CORTE D'ASSISE. Voglio proprio vedere come la Cassazione valuterà questa circostanza, alla luce del principio che LA PROVA SI FORMA IN DIBATTIMENTO. Se non è una PROVA una confessione, che cosa può esserlo mai? La prova costituita dalla CONFESSIONE AUTOACCUSATORIA DI MISSERI potrebbe essere demolita, solo se si dimostrasse che MISSERI era lontano dal garage nell'ora in cui, secondo la sua confessione, avvenne il delitto. Ma la Spagnoletti ha dichiarato al processo che lo vide armeggiare intorno alla marbeilla vicino alla soglia del garage proprio in quei momenti.
Se si prescinde da questo, non si avrà mai un quadro chiaro della vicenda.
I tempi. Sarah uscì di casa DOPO le 14,25. SU QUESTO NON CI PIOVE. Se ci vogliamo basare sulla logica, che logica sarebbe quella secondo cui Sarah uscì di casa, IN COSTUME DA BAGNO, più di mezz'ora prima di essere convocata per la gita al mare di cui prima di quell'ora non ci poteva essere nessuna certezza?
L'assassinio di Sarah fu compiuto nel garage ad opera di Misseri in un lasso temporale che va dalle 14,30 CIRCA alle 14,40 CIRCA. Ma questo è un intervallo LORDO, arrotondato per ECCESSO. In realtà Sarah potrebbe essere entrata in garage anche verso le 14,32. Non si può escludere che fu lo stesso Misseri, secondo la sua PRIMA CONFESSIONE, ad attrarla all'interno con un pretesto. Si può presumere che Sarah sia stata uccisa fra le 14,34 e le 14,37. Alle 14,39 Sabrina esce sulla veranda e manda un sms alla Spagnoletti: "sono pronta". Questo è un tempo OGGETTIVO. E Misseri stava già armeggiando fra l'interno e l'esterno del garage. Si presume che quindi era già passato almeno un paio di minuti da quando aveva ucciso Sarah. Le 14,37, appunto.
I tempi della procura, accolti nella sentenza, sono fantascientifici e basati sui sogni.
L'analisi dei sentimenti che Sabrina nutriva verso Ivano, ovvero il romanzo d'appendice partorito dai giudicanti tarantini, non porta da nessuna parte. In tema di presunti sentimenti e basandosi su di essi, si può dimostrare tutto e il contrario di tutto.
E poi che c'entra Cosima con la presunta gelosia di Sabrina verso Ivano?
Secondo il mio parere, la Cassazione, se non si farà condizionare dall'indegna gazzarra che già i media al servizio della procura stanno scatenando, demolirà completamente la sentenza d'appello e le sue cosiddette "motivazioni".
NB. Sabrina NON HA MAI DICHIARATO CHE ENTRAVA ED USCIVA SULLA VERANDA, ma che è uscita e si è seduta ad aspettare la Spagnoletti, dopo averle mandato un sms. E questo sms è delle 14,39. Sabrina ha detto che in quel minuto in cui aspettava la Spagnoletti SENTIVA, senza poterlo vedere, il padre che armeggiava DENTRO E FUORI il garage e gli chiese a distanza se avesse visto Sarah e che il padre rispose negativamente. Questo ha dichiarato Sabrina al processo, dove si forma la prova. E le sue dichiarazioni sono perfettamente plausibili.
Saluti a tutti gli amici del blog.
Giacomo
Sabrina assisteva alle liti fra madre e padre e questo la turbava e DUNQUE che fa? Si allea con la madre e ammazza... Sarah. Logica sopraffina. Bellissime motivazioni.
Ancora: Coacervo di tensioni, ossia una frase vuota. In conclusione motivazioni superlative!
Giacomo
da "LA STAMPA" 22-09
Sabrina Misseri condannata perché l’alibi era falso”
Le motivazioni della sentenza sul delitto di Avetrana depositate a quasi un anno di distanza dalla condanna: Michele non poteva sopportare il peso della verità
"Sarah Scazzi venne strangolata in casa Misseri da Sabrina e sua madre Cosima con una cintura. Sabrina «aveva un movente per commettere il delitto», un movente che «non può essere riduttivamente ascritto alla `gelosia´», pur se il tutto va inserito «nell’ambito di un profilo caratteriale connotato da accenti di irruenza e aggressività». Inoltre la soppressione del cadavere di Sarah avvenne con «l’accordo iniziale di tutti i componenti della famiglia Misseri».
Sono alcuni punti fermi delle motivazioni, depositate ieri in cancelleria, con le quali la Corte di Assise di Taranto, il 20 aprile dello scorso anno, ha condannato all’ergastolo per quel delitto Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, infliggendo otto anni di reclusione a Michele Misseri per soppressione di cadavere, reato quest’ultimo riconosciuto anche alle due donne (in tutto ci furono nove condanne, anche per reati minori). Le 1.631 pagine che custodiscono le motivazioni della sentenza, scritta dal presidente della Corte, Cesarina Trunfio, sono suddivise analiticamente in sezioni, dagli accertamenti degli investigatori quando fu denunciata la scomparsa di Sarah (26 agosto 2010, data anche del delitto) .
Secondo la Corte, agli inquirenti che hanno indagato sull’uccisione di Sarah Scazzi, la cugina Sabrina Misseri ha riferito un «falso alibi», mentre Michele Misseri, papà di Sabrina, non aveva alcun motivo per incolpare ingiustamente del delitto la figlia, così come dal soliloquio dell’uomo intercettato in auto il 5 ottobre 2010 si deduce che l’agricoltore di Avetrana (Taranto) non riusciva a reggere il peso della verità, cioè che la figlia aveva ucciso Sarah. L’alibi di Sabrina, per la Corte di Assise, non convince, anzi la giovane estetista ne ha costruito uno falso: falsi sono, in quel primo pomeriggio del 26 agosto 2010, gli sms inviati al cellulare di Sarah perché la cugina quindicenne era stata già uccisa nella villetta di via Deledda; realizzato ad arte, per lo stesso motivo, è lo squillo che parte dal telefonino di Sarah verso quello di Sabrina. Dal canto suo Michele Misseri non è credibile - secondo la Corte - quando ritratta la chiamata in correita’ della figlia, accuse che formulò in un drammatico interrogatorio del 15 ottobre 2010 nella caserma dei carabinieri a Manduria e che poi confermò in incidente probatorio un mese dopo, il 19 novembre. «Non sussiste alcun ragionevole motivo - scrive la Corte - per il quale Michele Misseri avrebbe dovuto accusare ingiustamente, provocandone la sua carcerazione, proprio la figlia prediletta Sabrina e non altri soggetti».
Lo stesso Michele Misseri che, in un soliloquio intercettato nella sua auto il 5 ottobre 2010, quasi preannuncia con la frase «li scoprirò» quella chiamata in correita’ della figlia nel delitto, che avverrà una decina di giorni dopo. Dal soliloquio si evince che «Michele Misseri non è più in grado di reggere il peso di ciò che egli sa essere accaduto», cioè che la figlia Sabrina ha ucciso la cugina Sarah Scazzi, scrive ancora la Corte di Assise di Taranto. I difensori dei nove imputati condannati in primo grado, a cominciare dai legali di Sabrina e Cosima alle quali è stato inflitto l’ergastolo, avranno 45 giorni di tempo dal momento della notifica delle motivazioni della sentenza per proporre appello. Madre e figlia continuano a rimanere detenute nella stessa cella del carcere di Taranto: Sabrina è lì dal 15 ottobre 2010, quando il padre la tirò in ballo nella ricostruzione del delitto; Cosima è reclusa dal maggio 2011. Ora tocca al collegio difensivo trovare eventuali falle nelle motivazioni della Corte di Assise per convincere i giudici in appello che ad uccidere Sarah, innanzitutto, non furono Sabrina e Cosima."
PA, 22-09
Giacomo buongiorno.
Copio e incollo da te:
"...Riguardo al caso di Avetrana, MISSERI E' UN ASSASSINO REO CONFESSO
E, checché ne dicano le sentenze o i giornalisti partigiani o gli opinionisti interessati, la sua CONFESSIONE è stata resa IN UN AULA DI CORTE D'ASSISE. Voglio proprio vedere come la Cassazione valuterà questa circostanza, alla luce del principio che LA PROVA SI FORMA IN DIBATTIMENTO. Se non è una PROVA una confessione, che cosa può esserlo mai? La prova costituita dalla CONFESSIONE AUTOACCUSATORIA DI MISSERI potrebbe essere demolita, solo se si dimostrasse che MISSERI era lontano dal garage nell'ora in cui, secondo la sua confessione, avvenne il delitto..."
Sì, hai ragione, ha parlato, si è addossata la colpa ed è fuori libero come un fringuello. Misteri della Legge italiana che negli ultimi anni è veramente caduta in basso con le ultime sentenze.
Ma proprio per questo "mistero", per le condanne delle donne e la libertà al reo confesso, la faccenda racconta altro.
Nel momento in cui si è deciso di agire così si è dato fuoco alle micce dei media fondendo la possibilità di farsi domande per cesellare, al contrario, l'assurdo e l'iniquità.
Ciò che sconvolge nei casi Sarah-Yara che vanno a braccetto purtroppo, è che il metro di giudizio di condanna, di concedere libertà, di non approfondire altre piste, è un metro che mette in discussione proprio chi lo emette.
E questa è una prova, diretta o indiretta che sia, che pur di nascondere la verità perché si sa cosa c'è dietro, si preferisce fare una figura barbina mettendo dentro persone senza stracci di prove serie.
Detto tra noi, per me lo zietto non c'entra direttamente nella morte e non c'entrano neanche le due donne, sono stati usati, manipolati anche mentalmente a fare tutta quella confusione nei primi due-tre mesi.
Mentre nel caso Yara, il dna doveva costituire il pretesto sia per portare avanti studi, pubblicazioni pagate da tutti noi, sia per costruire il colpevole perfetto: questo era l'esperimento da fare.
Il caso Sarah venuto prima di poco, doveva controllare le reazioni della piccola comunità, dei media che sono stati lì di casa per tre mesi.
La famiglia messa in scena ha dato spettacolo e, mentre si autocostruivano assassini con la loro ingenua presenza, i veri assassini e il vero movente era dietro la scena, era in regia.
Ogni giorno, dalla struttura delle notizie che ci passano i media, ci rendiamo conto di come si manipola la realtà. Non voglio entrare in particolari ma le ultime che ci hanno propinato li hanno scoperti.
Si accusa, si fa confusione, si mescolano le carte e si alterano.
Un caro saluto a te.
TGCOM24
"La sezione distaccata di Taranto della Corte d'Assise d'appello di Lecce ha depositato le motivazioni della sentenza di secondo grado del processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e buttata in un pozzo il 26 agosto 2010. Il collegio presieduto dal giudice Patrizia Sinisi il 24 luglio 2015 aveva confermato la condanna all'ergastolo per per Cosima Serrano e Sabrina Misseri, zia e cugina della ragazzina, che rispondono di omicidio volontario e sequestro di persona. Le motivazioni della sentenza, depositate 13 mesi dopo il verdetto, sono racchiuse in 1277 pagine.
Il 15 ottobre prossimo scadrà per Sabrina Misseri il periodo massimo di sei anni di custodia cautelare preventiva indicato dal codice di procedura penale, ma "la scarcerazione - ha spiegato l'avv. Nicola Marseglia, che difende l'imputata insieme al collega Franco Coppi - non sarà automatica perché durante i processi di primo e secondo grado sono intervenute ordinanze di sospensione che prorogano i termini a fine 2017".
"L'idea che siano comunque maturati prima della chiusura definitiva del procedimento i termini di 6 anni, come previsto dall'articolo 303 del codice di procedura penale - aggiunge - apre uno scenario controverso". Da un lato, ha fatto rilevare il penalista, "si tende a ritenere, in mancanza di una sentenza definitiva, il termine di sei anni assoluto e non suscettibile di proroghe. Dall'altro la stessa legge abilita il giudice a sospendere i termini di custodia per la complessità del dibattimento. Questo potrebbe aprire la strada a futuri contrasti sull'interpretazione della norma".
Per l'avv. Nicodemo Gentile, uno dei legali della famiglia Scazzi, "in tutta la vicenda giudiziaria il ritardo del deposito delle motivazioni è l'unico punto che condividiamo con la difesa. Siamo avvocati di parte civile adesso ma siamo comunque uomini di legge. Questo ritardo non era più fisiologico ma patologico".
Oltre a Sabrina e Cosima, la Corte d'assise d'appello - nella sentenza del 27 luglio 2015 - ha condannato per la soppressione del cadavere a 8 anni di reclusione Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, e a 5 anni e 11 mesi suo fratello Carmine. "Zio Michele" consentì il ritrovamento del corpo la notte del 6 ottobre 2010 e confessò l'omicidio ma poi ritrattò, chiamando dapprima in correità Sabrina per poi addossare tutte le responsabilità sulla figlia.
Stando alla ricostruzione dei giudici, Sarah Scazzi il pomeriggio del 26 agosto di sei anni fa, si recò nella villetta dei Misseri, in via Deledda, ebbe una prima lite con Sabrina e Cosima, poi cercò di fuggire ma fu raggiunta in strada e riportata in casa, dove fu strangolata e uccisa dalle due donne. Tra i moventi indicati dall'accusa c'è la gelosia che Sabrina nutriva verso Sarah in quanto entrambe si erano invaghite dell'amico comune Ivano Russo. I giudici attribuiscono invece a Cosima Serrano (che fu arrestata il 26 maggio del 2011) un "autonomo risentimento" nei confronti della nipote.
Il collegio difensivo ha ora 45 giorni di tempo per presentare ricorso in Cassazione."
Non si discuteva il CASO BOSSETTI?
Il ritorno dei troll disinformati e confusi.
Anonimo delle 10:15
Hai postato un articolo della Stampa del 12 marzo 2014, in cui si riportavano alcuni passaggi delle "motivazioni" della sentenza di PRIMO grado e ce lo hai propinato come un articolo di oggi 22 settembre 2016 della Stampa che commenta la sentenza di APPELLO. Quindi: o sei confuso o cerchi d'imbrogliare.
Per chi volesse accertarsi, questo è il link:
http://www.lastampa.it/2014/03/12/italia/cronache/sabrina-misseri-condannata-perch-lalibi-era-falso-aHNDR85qZJIi75bzofKEqN/pagina.html
Anonimo delle 10:40
Hai postato un articolo del tgcom24 del 29 agosto 2016, che per quanto riguarda le motivazioni della sentenza di appello, cita un'unica frase: il motivo fu la gelosia che Sabrina nutriva verso Sarah, a causa di Russo. I giudici attribuiscono invece un autonomo risentimento a Cosima Serrano.
Link:
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/caso-scazzi-depositate-le-motivazioni-della-sentenza-%7C-scarcerazione-sabrina-nessun-automatismo-_3028226-201602a.shtml
A te, povera vittima della distorsione mediatica della realtà, forse questo basta per giustificare un doppio ERGASTOLO. A me NO!
E la schiera delle persone, che incominciano a dubitare sempre più seriamente della reale colpevolezza delle due donne, si va ingrossando sempre più.
Saluti a tutti gli amici del blog
Giacomo
Vanna,
Conosco e capisco la tua posizione sui casi di cronaca nera e sulle forze occulte che manovrano l'informazione. Le tue considerazioni sono sempre molto apprezzabili.
Comunque io ho seguito il caso di Avetrana molto approfonditamente, anche nei suoi risvolti giudiziari e dibattimentali, e mi sono formato un'idea abbastanza precisa di come i fatti si sono effettivamente svolti.
Naturalmente rispetto le opinioni di tutti, anche diverse dalle mie.
Ricambio i tuoi apprezzamenti e il tuo saluto.
Giacomo
Giacomo, perdonami, ma per coerenza interna e onestà intellettuale, non puoi fregartene delle "prove formate in dibattimento" con riguardo alle deposizioni dei testimoni - valorizzandone invece le prime s.i.t. e il mutamento di versione - e viceversa farlo con le dichiarazioni di Sabrina, ritenendo tecnicamente superate le s.i.t.; fermo che comunque, sempre tecnicamente, ciò che dice l'imputato una volta rivestita tale veste non è "prova" alla stregua di quanto lo sono le dichiarazioni dei testi, ma al di là di ciò, o tieni fermo un assunto (vale ciò che viene detto in dibattimento e chissefrega di quanto detto prima) o l'altro (ok in dibattimento è stato detto così, ma in precedenza colà, valutiamo tutto insieme). Ripeto: per coerenza interna e onestà intellettuale. Così, se è vero che andiamo a guardare TUTTO il percorso dichiarativo dei testi cercando spiegazioni ai vari cambi di versione, altrettanto dobbiamo fare con Sabrina. O il contrario: vale il dibattimento e buonanotte al secchio.
Analogo discorso ti rivolgo con riguardo a Michele: se ciò che viene detto in dibattimento è oro colato, non soggetto a vaglio critico, allora ciò deve valere per tutti. Ma sappiamo bene che così NON E': anche le cose dette in dibattimento devono venire convalidate a seguito di un vaglio di attendibilità e credibilità; possiamo non concordare con gli argomenti e gli esiti di tale vaglio, compiuto dalla Corte, ma l'ha fatto - sia con riguardo ai testi sia con riguardo all'autoaccusa di Michele - e non è onesto dire il contrario.
Insomma, critichiamo la sentenza e ri-argomentiamo i fatti secondo il nostro personale orientamento, ma facciamolo con distacco e coerenza, chè altrimenti si finisce con lo svilire le proprie stesse ragioni.
buongiorno . di quale dibattimento si sta discutendo?
sono una cittadina italiana ,la quale ha il diritto di commentare e in caso dissentire se qualche situazione non mi piace . tuttavia se si discute del primo dibettimento dove CHIARA SOSTIENE ,CHE dev'essere tenuto in considerazione altrimenti non va bene : IN QUEL FRANGENETE MISSERI incolpa la figlia , si deve tenere conto di questo, e di quell'altro fatto :il sequestro. cioè due versioni , una di misseri che incolpa la figlia rea d'aver fatto giochi con SARAH NEL GARAGE , se vogliono tener conto di questi fatti allora si tratta di omicidio colposo.
allo stesso tempo condannano all'ergastolo 2 persone : per rapimento e strangolamneto sempre della stessa persona ;SARAH SCAZZI .FATTO visto in sogno dal fiorista del paese , il quale insiste D'AVER sognato l'accaduto . MA SE se avesse visto il rapimento e sapendo che la ragazzina era sparita perchè non si reco' in procura dicendo d'aver visto il fatto: molti ne parlavano in paese c'era anche una locandina che invitava la gente a collaborare , la gente ne parlava ,anche la tv con chi l'ha visto , ma lui niente . non aiuta le indagini . disse d'aver sognato, ma dopo IL RITROVAMENTO della ragazzina : un fatto del genere doveva avere scosso un intero paese , sapendo i fatti come erano veramente accaduti . uno si fa pensieri e sogna situazioni..
a quale ora il fioraio colloca il sogno? perchè la signora COSIMA reientro' DAL LAVORO ALLE 14.30.metti che rientra si cambia ' . COMBACIANO GLI ORARI ?oppure combaciano con tutte le segalazioni della prima ora .. uscita di casa si SARAH e tabulati dei cell.?
Magica, hai dimenticato Ivano Russo che non rispose al tel. stava a dormire mentre pare che fosse uscito, da aggiungere il Pisello, la tedesca e tutto il gruppo che vagava di notte... e S. Pancrazio e la macchina nera? Chi già la sera pubblicò la foto del manichino imbracato nel sito Regen (pioggia in tedesco e la pioggia ha a che fare con l'acqua).
In quale giro si muoveva il gruppo con una minorenne.
Una minorenne ben curiosa tra libri inquietanti di rintocchi di campane, e i mestieranti di uccidere per danaro e profezie di finire su chi l'ha visto.
Una strigliata a tutti era da fare, tutti sono corresponsabili e non hanno parlato, la colpa non è solo della famiglia Misseri.
Indagini in merito non ne fecero.
Qualcuno la portò a quel pozzo e ce la infilò. Fu un lavoro di squadra.
Tutti liberi, ma siccome andava da loro loro furono incriminati.
E la verità non verrà a galla.
per il caso Yara è la stessa cosa: 3 mesi dopo 3 mesi.
Cosa dobbiamo aspettarci su Bossetti, niente di nuovo ovviamente, è stato lui da solo perché sì.
Per me dovevano farle uscire, non hanno prove anche lì, a meno che trovarla nel pozzo di proprietà possa costituire una prova, per me non lo è.
Quanti sono quelli che hanno stuprato e ucciso, con prove, e sono usciti?
Michele anche c'entra, se è accaduto in famiglia, tutti e tre dovevano stare dentro e dividersi la pena.
Se Michele è fuori anche le donne devono stare fuori.
Chiaramente io ho parlato di tutt'altro, dicendo tutt'altro. Quindi invito a non considerare il richiamo fatto al mio nome nel commento di Magica.
Sarà.... ma a me questo anonimo mi ricorda qualcuno. Per come si esprime eh.... Una certa R.B., bionda e saccente ;)
GIACOMO
A proposito della tua ferma convinzione che l'autoaccusa del Misseri costituisca la risoluzione del giallo di Avetrana, perchè PROVA INCONTESTABILE, ti riporto, qui sotto, quanto dichiarato, a tal proposito, dal giudice Imposimato, proprio su queste pagine.
(Ciò è indipendente dalle mie personali deduzioni, sul caso in oggetto)
Ciao, Pino
"Un altro caso, legato all’omicidio di Girolamo Tartaglione: una ragazza confessò di essere responsabile dell’assassinio, chiamando in correità altre due persone. Nel leggere il testo della confessione di questa ragazza – molto precisa e dettagliata – mi resi conto che si trattava di un falso, per un paio di particolari rivelatori. Non volli accettare quella “verità” processuale, condivisa invece dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e dal pubblico ministero. Non volli assecondare la tesi della stampa che parlava di brillante soluzione del caso Tartaglione. Ero convinto, sulla base di due dati oggettivi, che la verità processuale emersa fino a quel momento non fosse corretta. Riuscii, col tempo, a convincere la donna a ritrattare e ad affermare che aveva confessato il falso. Per fortuna, perché poco tempo dopo vennero fuori i veri autori dell’omicidio (Valerio Morucci e Adriana Faranda). Ebbene, questo esempio serve a dimostrare ciò che vado da sempre ripetendo: la confessione non è “la madre di tutte le prove”, perché può accadere che anch’essa sia fonte di errore.
Maddalena, se ti riferisci alla R.B. bionda e saccente che penso io, credo di potere assicurare che sta bene alla larga da questo blog! ;)
Pino: certamente, e per fortuna verrebbe da dire, visti quanti "errori giudiziari" sono nati da una falsa confessione (solitamente frutto di interrogatori disdicevoli, per usare un eufemismo)
Pino.
Ma secondo te allora il Prof. Coppi è un qualsiasi azzeccagarbugli che avrebbe convinto Misseri a dichiarare il falso solennemente in un aula di giustizia?
E in ogni caso non ho mai assolutamente asserito che l'innocenza di Sabrina e della madre si dimostra con l'autoaccusa di Misseri. Quella semmai è il SUGGELLO della loro innocenza. E quella che impedisce di ragionare secondo il "Chi, se non loro?"
E' inutile attaccarsi ai singoli aspetti di una questione. La confessione autoaccusatoria di Misseri non si può liquidare semplicemente con considerazioni aprioristiche del tipo: un padre non accuserebbe mai la figlia, sapendola innocente.
A parte che è un falso storico, perché Misseri IN PRIMIS ha confessato di essere l'autore dell'omicidio, poi fu subdolamente convinto, o comunque trovò conveniente, accusare la figlia, ma subito dopo (esattamente 19 giorni dopo) ritornò alla sua primitiva versione e sono sei anni che ininterrottamente, dentro e fuori le aule di giustizia, si proclama UNICO e SOLITARIO AUTORE dell'omicidio.
Per me è incomprensibile che ci possano essere persone che non credano ad un assassino reo confesso, senza smontare pezzo per pezzo la sua PRECISA confessione.
L'esempio citato di Imposimato è inconferente. Il giudice Imposimato in una trasmissione televisiva, esattamente la vita in diretta del 17/10/2011, espresse l'opinione che Misseri era colpevole e meritevole di ergastolo e che Sabrina e la madre fossero innocenti. Disse letteralmente: i giudici di Avetrana hanno sbagliato. Ho il video registrato di quella trasmissione.
Ribadisco comunque che l'innocenza di Sabrina e della madre passa per gli orari fissati dai tabulati telefonici. Che Sabrina, una ragazza semplice del popolo, incensurata, senza nessuna cognizione tecnica, immediatamente dopo un presunto omicidio d'impeto, si sia messa a scambiarsi messaggi fasulli, tenendo il suo telefonino in una mano e quello di Sarah nell'altra è semplicemente inconcepibile. Ma su andiamo. Chi crede questo, può credere TUTTO, anche all'esistenza delle STREGHE.
Saluti a tutti gli amici del blog
Giacomo
Caro Giacomo
L’innocenza di Sabrina e sua madre (anzi la loro completa estraneità alla morte di Sarah) non passa per la colpevolezza di Michele Misseri. Come e dove sia morta la povera Sarah è questione ancora tutta da decifrare.
Pino ha detto un'altra cosa e non si è addentrato oltre,qual è il gusto di girare a testa bassa come dischi rotti ripetendo la solita musica stranota, anziché interloquire tra commentatori? Mah...
Chiara.
Pino ha detto proprio quello che voleva dire: cioè, che malgrado ogni contraria evidenza, non crede che Misseri sia l'assassino di Sarah. E si è arrampicato sugli specchi, citando a suo conforto il pensiero di un giudice che invece nel caso specifico si è chiaramente espresso in favore dell'innocenza di Cosima e Sabrina e si è detto convinto della colpevolezza di Misseri.
Il Giudice di Cassazione Imposimato ha comunque tenuto a precisare che non certo è convinto della colpevolezza di Misseri in base alla sua confessione, ma soprattutto perché non esiste UNA prova, dicesi UNA, della colpevolezza di Sabrina e Cosima, mentre ce ne sono a bizzeffe della colpevolezza di Misseri. Non solo, ma Imposimato ha citato a suo conforto le sentenze della Cassazione che stabilivano che non c'erano prove contro Sabrina, definendo ESILE il movente della gelosia e da approfondire seriamente quello sessuale per Misseri.
E QUESTO È ANCHE IL MIO PENSIERO.
Aggiungerò che, all'epoca in cui si espresse Imposimato, non esisteva ancora la confessione resa da Misseri in Corte d'Assise. Orbene questa circostanza sopravvenuta nel dibattimento, a mio parere sarà seriamente valutata dalla Cassazione.
Tu che per tua stessa ammissione hai seguito questo caso tardivamente, forse non sai come i media trattarono la confessione in aula. Fino a quando essa non ci fu, in maniera nemmeno tanto coperta si dimostrarono molto scettici sul fatto che sarebbe avvenuta. Dopo che ci fu, ecco alcuni titoli, es la repubblica:
MICHELE MISSERI SI ACCUSA DELL'OMICIDIO. UDIENZA NEL CAOS, IL DIFENSORE LASCIA.
Ebbene ai media colpevolisti sembrò normale che il difensore di FIDUCIA, scappasse abbandonando il suo assistito nel momento in cui aveva più bisogno di lui. Ma dove si era mai vista prima una cosa del genere?
Ebbene in ogni paese normale, una situazione simile avrebbe dovuto avere un effetto dirompente sul processo. Invece, in questo CASO ABNORME, tutto fu risolto nominando un difensore d'ufficio e continuando come se nulla fosse avvenuto.
Mi fermo qui, ma ci sarebbero fiumi d'inchiostro da versare.
Comunque ti dirò che sono francamente sbalordito dal fatto che tu possa dare credito a delle motivazioni depositate con tredici mesi di ritardo. E che non hanno aggiunto niente a quello che già aveva detto la corte d'assise di primo grado, la quale a sua volta dopo 11 mesi non aveva aggiunto niente a quello che sosteneva la procura.
Anzi la corte d'appello, pare abbia tirato fuori dal cilindro il SEGRETO INCOFFESSABILE, di cui niente si sa e niente si dovrà mai sapere. Alcuni giornalisti, di ex chiara fede colpevolista, cominciano a sentirsi presi per i fondelli.
Mi dici che io ripeto la solita solfa innocentista. Ma tu che stai facendo, non stai ripetendo la solita solfa colpevolista? Che novità ci hai portato?
Saluti a tutti gli amici del blog.
Giacomo
Caro Gilberto,
Non ho asserito che l'innocenza di Sabrina passa per la confessione di Misseri, ho detto che passa per i tabulati.
Ok, la confessione di Misseri non basta per accertarne la colpevolezza. Ma gli volete ALMENO fare un processo?
Giacomo
GIACOMO
Il tuo commento, più che irriguardoso nei miei confronti, lede la mia personalità, ed il livello intellettuale al quale modestamente appartengo.
Per cui, non ritengo di essere offensivo, a mia volta, se ti taccio di essere un pessimo lettore, oltre che un superficialissimo assimilatore di quello che riesci a leggere.
In calce al mio breve post che precede l'articolo del Dr. Imposimato, ho scritto, tra visibilissime parentisi:"(Ciò è indipendente dalle mie personali deduzioni, sul caso in oggetto)
E' evidente, quindi, che "non mi arrampico su nessuno specchio", non sostenendo nessuna delle versioni che vorrebbero assumersi la paternità sull'unica, sconosciuta VERITA'
Ti prego di moderare la tua foga di paladino medioevale, con la quale ti batti, per uno dei casi più oscuri della storia giudiziaria contemporanea, che vede già impegnati alcuni dei maestri del Diritto in Italia.
Caro Pino,
Non ce l'ho con te che sei riconosciuto da tutti come un'ottima persona, ma ero in polemica con Chiara che sosteneva che io ti avessi frainteso. Comunque mi dispiace di aver involontariamente toccato la tua sensibilità.
Comunque è vero che Imposimato è convinto della colpevolezza di Misseri e dell'innocenza di Sabrina e Cosima.
Infine ribadisco la mia convinzione che della confessione di Misseri, articolata, resa in AULA COME TESTIMONE sotto impegno solenne di dire la verità, la Cassazione terrà il debito conto.
E poi paladino mi sta bene, ma NON medievale. Sono un paladino ipermoderno, che si avvale delle tecnologie contemporanee delle Telecomunicazioni e CONOSCE IL VALORE OGGETTIVO SCIENTIFICO DEI TABULATI TELEFONICI.
Ebbene i tabulati ci dicono che alle 14,28 Sarah era viva e padrona delle sue azioni
L'alternativa, accolta in sentenza, che Sabrina a quell'ora avesse appena ucciso Sarah e ancora sconvolta (delitto d'impeto!) si scambiasse da sola sms, tenendo il proprio cellulare in una mano e il telefonino appena strappato a Sarah nell'altra E' FUORI DAL MONDO!!! NON ESISTE!!!
Come non esiste che il sogno del fioraio fosse realtà, non esiste che una quasi sessantenne, alzatasi la mattina alle tre di notte per fare un viaggio di cento chilometri all'andata in un pulmino stracolmo di braccianti come lei, aver lavorato sette ore alla raccolta di pomodori sotto il solleone d'agosto, aver fatto un viaggio di ritorno nelle stesse condizioni di quelle dell'andata, appena arrivata a casa verso le 14, dopo aver avuto appena il tempo di mangiare un boccone, invece di gettarsi sfinita sul letto, si sia messa a rincorrere la nipote per Avetrana e una volta raggiuntala, l'abbia riportata a casa e strangolata di conserva con la figlia. E' contro LA FISIOLOGIA UMANA!
Ti saluto e saluto tutti gli amici del blog.
Giacomo
Giacomo, devo unirmi a Pino nella critica, già espressa con riguardo ai miei commenti, circa la tua qualità di lettore: pessima. Impossibile leggere nel di lui commento ciò che dici, come d'altronde nel mio che precedeva. È insopportabile vedersi attribuite affermazioni mai fatte e pure con tono sufficiente. Giusto per chiarire anche l'ultima tua errata notazione, preciso che il caso l'ho seguito dal primo giorno, dato che il 25.8.2010 nacque mio figlio e da quando tornai a casa due giorni dopo e per i tre mesi successivi trascorrevo le lunghe giornate casalinghe a seguire la vicenda di Avetrana. Ciò che tardai ad apprendere furono gli atti processuali e precisamente lo feci dal 2013, dunque non proprio l'altro ieri; posso assicurare che in tre anni da allora ho ampiamente recuperato ogni conoscenza esistente e che se ti rivolgo critiche tecniche ed argomentative lo faccio alla luce della mia formazione ed esperienza professionali. Allora se vuoi capire quanto ti si dice in poche righe scritte in buon italiano bene, se invece vuoi continuamente filare secondo percorsi mentali che mi restano ignoti, su quelle che sono mere note metodologiche, sappi che l'inutile batter sui tasti annoia e il frainteso pregiudiziale irrita.
Ciao Pino caro!
Riporto dal tuo rivolto a Giacomo:
"...Ti prego di moderare la tua foga di paladino medioevale, con la quale ti batti, per uno dei casi più oscuri della storia giudiziaria contemporanea, che vede già impegnati alcuni dei maestri del Diritto in Italia."
Pino i maestri di Diritto hanno pazientemente aspettato proprio come noi.
Più di un anno, per che cosa?
Per condannare le donne e scagionare il confessore.
Da quel poco che ho letto sono comprensivi con lo zietto, interpretano i motivi per cui agì, e perché non hanno usato altrettanta comprensione per le due donne? Qualcosa mi sfugge Pino su tale condanna che non condivido per nulla, la vedo una condanna di apparenza e intanto "parano" lo zietto.
Se tutto è stato consumato lì tutti dovevano essere condannati o liberati.
Una facile condanna con motivazioni semplicistiche che si reggono su lettura dei fatti comoda e scontata.
Vanna, tecnicamente tutti hanno avuto la condanna prevista dal codice, ciascuno per il reato ad esso ascritto; nessun tono di comprensione nè blandizia, verso Michele Misseri, ho letto nel migliaio di pagine della motivazione. Ad ogni modo, ripeto ancora e ancora che il punto non è ciò che Pino pensa nel merito - rispetto al quale credo sia libero no? o dobbiamo fracassargli i cosiddetti ripetendo all'infinito le stesse cose che legge da anni? chiedo eh - ma il fatto che non si riesca a fare un appunto su come Giacomo espone le proprie argomentazioni, che bisogna risentire tutto il pippone. Se dice "con la confessione si condanna, perchè è una prova inoppugnabile"; se dice "vale solo quanto detto in dibattimento" ma unicamente con riguardo ad alcuni e non altri; insomma, se si rileva che dice cose insostenibili, vuoi da un punto di vista giuridico vuoi di argomentazione, se si ha piacere si discute di quello, o si lascia cadere; ma infastidisce ritrovarsi con risposte inconferenti, fondate su illazioni circa il non scritto, e dal sapore ossessivo compulsivo condito di condanna intellettual-morale. Altrimenti si torna al silenzio per ciascuno che non abbia tempo e voglia di trastullarsi con girandole espressive sempre uguali e ridondanti, come già è per l'ormai monopolizzante altro processo che qui si discute. Non vedo però dove possa risiedere una crescita in questo. In estrema sintesi: macheppalle!
ciao VANNA . TU SCRIVI( Se tutto è stato consumato lì tutti dovevano essere condannati o liberati.)
abbiamo la certezza che in quella abitazione esiste un garage , fuori da quel contesto abiatativo al quale si accede dopo essere usciti dall'abitazione. per cui chi traffica NEL GARAGE puo' farlo senza essere visto o sentito .
misseri ha sempre detto d'essere in garage, mentre SABRINA IN QUEI MOMENTI è IN BAGNO . percio' se arriva la nipote , vedendo il garage aperto puo' benissimo aver guardato dentro . e succedere quello che sappiamo . senza che le altre persone nella casa non se e ne accorgessero ....( il garage era apertissimo ,perchè visto anche da una signora che voleva un appuntamento estetico da SABRINA , VIDE IL GARAGE aperto e rumori all'interno . un garage situato nella pubblica via non si lascia aperto , per cui all'interno c'era MISSERI ........... anch'io ho seguito il caso fin dai primo giorno . e ho messo nei preferiti del mio computer tutto l'inc probatorio . non occorre essere degli scienziati per ragionare su quel dibattimento indecente . MISSERI HA SEMPRE RACCONTATO FROTTOLE come non essere andato in banca , mettendo in sospetto la moglie che era al lavoro .. anche il bancario avvalorando il sospetto della procura disse d'averla vista .. ma a voi questi testimoni piani di pregiudizi non fanno schifo ? meno male che la firma era sbagliata e i testimoni videro COSIMA AL LAVORO .. anche l'altra la vera vergognosa la quale non vide quel mattino la macchina di COSIMA parcheggiata in strada . mentre si sa che la signora era andate al lavoro in pulmino , SABRINA era in casa , misseri PER I FATTI SUOI .. forse in banca .perchè tutte queste porcate , vergognose non vengono sanzionate a chi racconta falsita? no perchè fanno in modo di avvalorare le loro tesi colpevoliste .
GIACOMO è un grande conoscitore del caso . e ognuno scrive quello che secondo va scritto .SECONDO LE PROPRIE CONSIDERAZIONI senza essere tacciato da nessuno .
fino a che il padrone E MODERATORE DEL BLOG ci da' la facolta di esporLE .
Ripeto: se esistesse un Paese dove l'amministrazione giudiziaria e di polizia funzionasse come Dio comanda, partirei subito con uno dei vari barconi di scafisti per recarmici in seduta stabile. Vorrei sapere dove sia. Sul caso: ne abbiamo discusso per anni, animatamente e talvolta furiosamente. Una confessione per essere tale deve essere corredata da prove, essere coerente e non confutabile. Il dichiararsi colpevole non basta: nella storia i casi dove il padre si accusa per il figlio e viceversa, sempre per relazioni affettive: di qui, il divieto di obbligare qualcuno a testimoniare su stretti congiunti, salvo che ne sia vittima, e il principio del Diritto: Nessuno può essere obbligato a denunciarsi (Nemo tenetur se detegere) spiegano come tutta la storia di Avetrana sia stata inventata, costruita e sfornata, solo per coprire ben altre responsabilità. Se gli stessi giudici rinnegano ciò che i magistrati locali avevano fatto dire al "povero fesso", caduto tra le loro grinfie, mi pare che tanto basti a confutare la colpevolezza dell'uomo. Nulla di obiettivo dimostra che la povera Sarah Scazzi sia entrata in quella casa, vi sia stata uccisa, e sia stata sepolta in quell'orrida cisterna, ad opera della famiglia Misseri in blocco.
E ribadisco: se le due donne finiscono all'ergastolo o a 30 anni di carcere, devono pure ringraziare i loro avvocati difensori che, invece di giocare al Perry Mason, non hanno battuto sull'assenza totale di ogni prova effettiva.
Manlio, condivido ogni parola.
Avrei da aggiungere altro ancora che si incastra a perfezione col caso Yara.
Senza prove lì senza prove qui, molto rumore per condannare poveri sprovveduti. Mi risulta che le testimonianze dei parenti contino zero per difendere, contino 1000 per accusare o contino a bricolage. Non so.
Questo delitto fu commissionato in alte e lontane sfere e monitorato con programmazione accurata, la ragazza fu intercettata da qualcuno che le suggerì strane letture, abbigliamenti noir, strani desideri di esperienze e di sparire mentre il gruppo non sapeva vederla veramente. Erano abbondantemente maggiorenni, più grandi anche di Sabrina.
E' sicuro che Sarah sia entrata in quella casa?
Alla controra poca gente gira, chi gira va di fretta e chi vede va dritto.
Nessuno ha vigilato su Sarah però tutti chiacchieravano tanto.
Caro Manlio
La tua disamina coincide esattamente con quello che penso. La famiglia Misseri non c'entra un fico secco con la morte della povera Sarah.
@ CHIARA,
hai interpretato in modo preciso quello che volevo significare, riportando le dichiarazioni del Dr. Imposimato circa le "confessioni". Grazie.
@ VANNA,
se i "Maestri del Diritto" hanno condannato è affar loro, e, se hanno sbagliato, spetta alla Cassazione determinarlo.
Il mio discorso si riferiva alla CONFESSIONE di un qualunque reo che, il Dr. Imposimato, e l'amico Tummolo, nel suo ultimo intervento, ne hanno chiaramente espresso il valore giudiziario.
Ritengo opportuno RIPETERE un chiarimento.
Si è partiti da Chiara la quale ha asserito esplicitamente:
Sto leggendo le motivazioni della sentenza di appello e a mio parere il punto "movente" è un altro di quelli ben motivati in sentenza, la quale non attribuisce sensi smisurati a singoli eventi, non parla di gelosia assassina ecc. come da stupidaggini del p.m., bensì a partire da osservazioni oggettive (quali, di grazia? NdR), rammostra tutto un coacervo di tensioni e nervosismo della Misseri, dovuto sia alla situazione col ragazzo, ma anche ai rapporti con la madre ed a quelli tra questa e il padre, talché la giovane stava vivendo un momento comunque difficile; a ciò aggiunge i mutamenti di atteggiamento maturati negli ultimissimi mesi in Sarah , che si era fatta più sicura e spavalda, come d'altronde è attendibile a quell'età; mette insieme il tutto e costruisce con ragionamento francamente esente da critiche, un background emotivo che può effettivamente sorreggere il resto.
A questo punto la mia limitata capacità di comprendonio mi porta a concludere che il "resto" è la colpevolezza di Sabrina.
Al che io ho risposto che tutto questo discorrere del presunto movente (addotto come prova!) altro non è che un romanzo d'appendice a fronte del quale c'è, oltre naturalmente ai tabulati, la dichiarazione AUTOACCUSATORIA DEL MISSERI, ascoltato con la solennità e il formalismo di un TESTIMONE, avvenuta durante un'intera udienza del processo di primo grado, anzi mi sembra più di una. Questa è una PROVA da valutare approfonditamente, può piacere oppure non piacere. E la Cassazione sarà deputata a valutare, tra l'altro, se nella sentenza questa PROVA è stata valutata seriamente. Quindi anticipare il giudizio della Cassazione su questo punto e sul punto contrapposto del "presunto movente" attribuito a Sabrina mi sembra IMPROPRIO. E comunque genera uno sterile ed improduttivo "muro contro muro" che non giova a nessuno.
Questo ho sostenuto e continuo a sostenere.
Saluti a tutti gli amici del blog.
Giacomo
Giacomo.
Capisci male infatti, trascurando che quel messaggio segue un precedente, nel quale rimarcavo la schifezza (autoreferenzialità, contraddittorietà) del 90% delle motivazioni di quella sentenza, sul mero piano logico argomentativo e metodologico. SALVO quanto punto qui e lì, oggettivamente "BEN MOTIVATI". Do you know "motivazione"? Essere "percorso logico argomentativo che conduce ad una affermazione". Ebbene, ribadisco, quei punti sono BEN MOTIVATI, ossia mettono insieme i dati dibattimentali in maniera esente da quei vizi che ho menzionato in incipit. Punto, ripunto e strapunto. Il MERITO è un'altra cosa. Merito vs Legittimità. Assise vs Cassazione. Ok? Più chiaro? Spero.
O.T.
condannato per falsa testimonianza il maresciallo dei cc che non sequestrò la bicicletta di Stasi.
p.s. condivido la critica di Tummolo sulla scelta difensiva compiuta per le imputate.
Per me questo processo è una dimostrazione da manuale (e il manuale è bello grosso: 1630+1277 pagine contando le motivazioni dei due gradi di giudizio) sui li limiti strutturali del processo indiziario.
Si pretende di ricostruire una "verità" (fosse anche solo processuale) sulla base di ricordi che variano nel tempo (in maniera più o meno spontanea), sulla base dell'esito di esami di testimoni ed imputati dove si contestano finanche i minimi dettagli, per esempio ai Misseri che se ne stavano più o meno sonnolenti e distratti in un afoso pomeriggio, le donne addirittura in stato di dormiveglia.
Ma che vuoi ricordarti?
La famiglia della vittima in stato di confusione e concitazione per i lavori in caso: di nuovo, ma che ti vuoi ricordare?
Processi del genere non se ne dovrebbero neppure fare: c'è prova diretta di chi ha ucciso chi? No? Nessun processo e basta.
Il resto è solo pretesa di conoscere l'inconoscibile e ricostruire ciò che oramai è definitivamente preda dell'entropia.
Il processo indiziario è la versione giudiziaria di un romanzo giallo, solo che nei romanzi gli investigatori ci azzeccano sempre, qui no.
Peraltro questa sentenza di appello si legge abbastanza bene come fiction thriller, io magari avrei solo "pepato" un po'di più la scena del rapimento: con Cosima che va di freno a mano e intraversa l'Opel Astra quando affianca Sarah e Sabrina che al contempo, in slow motion, con la vettura ancora in movimento in sbandata controllata, spalanca al volo lo sportello posteriore, afferra Sarah al volo e la sbatte di forza sul sedile posteriore. Subito dopo Cosima riprende ad accelerare a ruote anteriori sterzate e completa il testacoda di 180 gradi, ripartendo in direzione della villetta di Via Deledda.
Garantisco che se ci fanno un film, così viene molto meglio.
Scusami Chiara, quale sarebbe il "resto" effettivamente sorretto dal background emotivo ben motivato?
Giacomo
tensioni e nervosismo della Misseri, dovuto sia alla situazione col ragazzo, ma anche ai rapporti con la madre ed a quelli tra questa e il padre, talché la giovane stava vivendo un momento comunque difficile; a ciò aggiunge i mutamenti di atteggiamento maturati negli ultimissimi mesi in Sarah , che si era fatta più sicura e spavalda, come d'altronde è attendibile a quell'età;.
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. PER LE TENSIONI CON IL RAGAZZO ?non erano fidanzati i due . un fatto avvenuto fra due ragazzi , digerito e commentato poi nei discorsi fra i due nei rispettivi cell. c'erano recriminazioni o bisticci per questo avvenimento? inoltre i rapporti fra la madre e il padre. SABRINA di notte l'aveva sentito a piangere E (TI CREDO con quello che aveva fatto..) considerando fra se che quei pianti erano per i rapporti tesi fra genitori ,, ahhh si? in casa MISSERI avevano installato le cimici ,COME MAI FRA I DIABOLICI PERSONAGI non evidenziarono complicita sull'omicidio? ahh ecco perchè . sapevano d'essre spiati: pensate un po' che famiglia furbastra , lo sapevano da subito , percio' zitti e mosca , alla fine per non aver colto nessun indizio dalle intercettazioni pensarono che i discorsi avvenissero attraverso bigliettini o pizzini come si usa nella mafia piu' accorta .sono piu' furbi di OBAMA E DI BERLUSCONI .. abbiamo capito che SABRINA ha un carattere ribelle , o perlomeno combattivo .. lo afFErma anche ilpadre paragonadola ad una tigre. ancora di piu' STRAFFOTENTE la sera che il padre confesso' il delitto . con telefonate al padre , forse non si rendeva conto di quello che stava succedendo? qualche minuto prima era serena e stava preparando la stanza per chi l'ha visto .. ma io dico SE sai che tuo padre è sotto interrogatorio, e come dicono, sei anche sua complice .. come puoi essere cosi' tranquilla ?,
secondo me ha fatto la stessa brutta impressione RIBELLANDOSI anche durante gli interrogatori , rispondendo con stizza , lo sappiamo che è combattiva , daltronde se uno sa d'essere innocente si irrita.
ma una cosa non torna , che centra COSIMA??
ok bisogna considerare i punti :ci sono ma non si evincono ,
chi vuol capiare capisce .. scusate . saluti
Luca Cheli
resterebbero impuniti credo l'80% dei delitti.
p.s. noto che comunque neppure col dna si dovrebbero fare i processi....ehm ehm....non mi rispondete, so già cosa direte; il punto è che se si crede qualcuno innocente si dice COMUNQUE che non andava neanche processato; se lo si crede colpevole, tutte le belle filosofie vanno a farsi benedire e ci si tiene di buon grado i processi indiziari e i dna scarsetti. Foglie di fico. E perdonatemi.
Sì Chiara, e allo stato attuale quanti dei puniti dovevano essere effettivamente puniti?
Io penso di essere sempre stato molto coerente e di non aver mai sostenuto che qualcuno dovesse essere condannato sulla base di elementi indiziari indipendentemente da personali sensazioni sulla possibile colpevolezza.
So che i processi indiziari sono necessari allo stato attuale per scopi di mantenimento dell'ordine pubblico e di stabilità e consenso nella società, quindi in ultima analisi concepiti e sentiti come politicamente necessari, ma non sono giusti, per me neppure eticamente.
Certo l'alternativa ai fini di controllo sociale è una società dove si sa tutto di tutti in ogni momento, in una prospettiva futuristica una società una società dove tutti sono registrati ovunque 24 ore su 24, e credo che molti preferirebbero l'aleatorietà del processo indiziario alla certezza del controllo totale.
eh esatto Luca, vexata quaestio...
Giacomo, ieri ore 18, 05, riporto:
"A questo punto la mia limitata capacità di comprendonio mi porta a concludere che il "resto" è la colpevolezza di Sabrina.
(Stessa cosa ho capito io)
Al che io ho risposto che tutto questo discorrere del presunto movente (addotto come prova!) altro non è che un romanzo d'appendice a fronte del quale c'è, oltre naturalmente ai tabulati, la dichiarazione AUTOACCUSATORIA DEL MISSERI, ascoltato con la solennità e il formalismo di un TESTIMONE, avvenuta durante un'intera udienza del processo di primo grado, anzi mi sembra più di una. Questa è una PROVA da valutare approfonditamente, può piacere oppure non piacere."
Condivido punto per punto.
Quel "romanzo d'appendice" è condito di analisi psico-sociali talmente comuni, generiche di livello popolar molto basso, che mezzo mondo dovrebbe sequestrare-uccidere-affogare e recitare in diretta una pantomima dissennata. Mi sembra che non accada.
La lettura del fatto, l'accusa con motivi che non si reggono e che sono anche indecorosi viste le prove che non ci sono, raccontano un arrampicarsi pur di dare una sentenza. Capisco che ci sia bisogno di un giudizio, ma non si può giudicare se non ci sono elementi che lo permettono per mantenere in ergastolo una ragazza così giovane.
Se quell'analisi è stata giusta e corretta e si sono evidenziati certi meccanismi comportamentali, certe pulsioni, certe emozioni, proprio per quello non doveva essere riproposto l'ergastolo e si doveva permettere una " redenzione" nella vita di tutti i giorni, anche per verificare altro nuovo che poteva, eventualmente, emergere.
Io di linguaggio " legale, giudiziario" non ci capisco nulla, anzi lo rifiuto come stile letterario perché si incarta e diviene difficile uscirne fuori, ciò che m'interessa è il lato umano del "colpevole" che, se viene analizzato, non ci sono prove vere e si evidenziano debolezze "umane" generalizzate, allora il giudizio non può condannare in toto.
Tutti lì erano da condannare non solo loro.
Luca Cheli:19,11, condivido parola per parola.
Visto che non è stata data risposta alla mia domanda del 23 settembre h 19:11, ritengo apportuno rispondere io stesso, atteso che la domanda era puramente retorica.
Infatti, alla luce di quanto detto da Chiara la risposta non può che essere una sola: "il resto" è la restante parte della sentenza in cui si "motiva" la responsabilità di Sabrina e quella di Cosima e l'estraneità di Misseri al delitto.
In pratica Chiara ci viene a dire: sto leggendo le motivazioni della sentenza. Il 90% di tali motivazioni non sta in piedi da un punto di vista della legittimità, cioè dal punto di vista di un giudice di Cassazione (evviva la modestia! NdR). Ma c'è un ma. il 10% della sentenza comprende alcuni punti BEN MOTIVATI, tra cui quello del "movente" attribuito a Sabrina. In proposito la sentenza "costruisce con ragionamento francamente esente da critiche, un background emotivo che può EFFETTIVAMENTE SORREGGERE IL RESTO" (cioè il 90% delle motivazioni che non stanno in piedi da sole).
Ma subito dopo, con la prontezza di chi butta la pietra e nasconde la mano, continua: "ATTENZIONE: di nuovo, non sto sostenendo che ah allora Sabrina è colpevole ecc ecc"
Orbene non vi è chi non veda una contraddizione insanabile fra l'affermazione precedente, cioè che, sul punto delle motivazioni:
- la sentenza costruisce con ragionamento francamente esente da critiche, un background emotivo che può EFFETTIVAMENTE SORREGGERE IL RESTO, nel quale si asserisce tra l'altro che il fioraio ha effettivamente visto, e non sognato, e che Sabrina lo squillo delle 14,28 se l'è fatto da sola,
e l'affermazione successiva:
- ATTENZIONE: di nuovo, non sto sostenendo che ah allora Sabrina è colpevole ecc ecc.
Mi dispiace, ma l'unica deduzione possibile è appunto che la sentenza, grazie al 10% che regge tutto il resto, dimostra incontestabilmente che Sabrina è colpevole, e lo dimostra proprio dal punto di vista della legittimità, inattaccabile in Cassazione.
Se ne deduce pertanto che Chiara è una FALSA INNOCENTISTA ed invece è una SUBDOLA COLPEVOLISTA, entrata in questo blog con l'unico scopo di mettere zizzania fra i partecipanti alla discussione e purtroppo riuscendoci.
In estrema sintesi, Chiara o chiunque tu sia, "macheppalle!" lo dici ai tuoi frequentatori e non a me, per cui tu sei una perfetta estranea, e per di più screanzata come pochi. Con me ti conviene abbassare la cresta.
Saluti a tutti gli amici del blog.
Giacomo
Giacomo
tu non capisci un cazzo e questa è l'unica deduzione che si trae dal tuo commento: hai lo stesso modo di fare ragionamenti fallaci dei giudici che critichi, vantatene!
sei un ignorante arrogante maleducato e pure schizofrenico date le lodi che mi hai sempre rivolto fin quando potevi appenderti al tram delle mie argomentazioni per sostenere le tue tesi, in mancanza di una tua propria capacità di farlo.
piccineria da piangere.
saluti a tutti, divertitevi.
p.s. Pino, ti rivolgo un saluto personale e amareggiato perchè torno ad abbandonare queste pagine, invero scadute a livello mai visto prima. buon proseguimento a te, che dimostri stomaco e grande pazienza.
C.V.D. (Come Volevasi Dimostrare)
Volevi dimostrare com'è facile far scappare un utente con le menzogne, gli inganni e l'esasperazione? certo che l'hai dimostrato, non ci voleva tanto, basta essere abbastanza ottusi da non vergognarsi di scrivere stronzate e abbastanza disonesti da costruire sul niente castelli accusatori per seppellire la persona invisa sotto le menzogne. Insomma, basta essere come i magistrati tarantini per le misseri. E tu hai dimostrato di essere della stessa pasta. Ottimo risultato.
Io per mia fortuna ho un'alternativa, a differenza loro, al sottostare a tanta malevola manipolazione e stupidità.
@Chiara per favore non lasciare il blog. In ogni caso non c'è solo Giacomo che legge. @Giacomo, anche tu per favore cerca di usare toni più calmi.
Giacomo, e ti condivido ancora!
Prendo da te:
"...Ma c'è un ma. il 10% della sentenza comprende alcuni punti BEN MOTIVATI, tra cui quello del "movente" attribuito a Sabrina. In proposito la sentenza "costruisce con ragionamento francamente esente da critiche, un background emotivo che può EFFETTIVAMENTE SORREGGERE IL RESTO" (cioè il 90% delle motivazioni che non stanno in piedi da sole).
Ma subito dopo, con la prontezza di chi butta la pietra e nasconde la mano, continua: "ATTENZIONE: di nuovo, non sto sostenendo che ah allora Sabrina è colpevole ecc ecc"..."
Sempre dalla mia ignoranza di procedure e linguaggi legali-giudiziari-normativi, rilevo qualcosa che non sta in piedi secondo il mio umile modo di vedere.
Quando una condanna parte senza vere prove, ci si attacca a tutto per motivarla, accade allora che dal poco che si ha si comincia a organizzare un impianto di elementi veri, immaginati, ipotizzati che danno origine ad una struttura che deve sorreggere l'accusa.Entrare nelle psicologie, nelle emotività e nelle consuetudini diventa delicato perché si può facilmente vedere ciò che è più immediato e che fa comodo.
In tale ottica, senza prove vere, si cade in una trappola di giudizio che è iniqua e soggetta ad interpretazione personale.
La difesa non ho ben capito come si è mossa, e quale è il ruolo della difesa, inchinarsi alla corte e contribuire a avanti il processo? Non so.
Pertanto, se le confessioni variegate del Misseri sono state psicologicamente comprese tanto da condannarlo a coltivare i suoi campi, per quale motivo le altre psicologie non sono state adeguatamente considerate.
I tre dovevano essere messi a confronto diretto, magari mettendoli dentro insieme, ciò non è possibile lo so, ma certo nell'accogliere la ragazza erano d'accordo, nello scegliere la cisterna anche, almeno perché era di famiglia, quindi il metro di giudizio doveva essere applicato a tutti e tre, poi decidere le condanne e le libertà, ma equamente ( anni stessi ) a tutti e tre.
E anche il gruppo, ripeto, e altri elementi poco considerati.
Fa comodo giudicare il più esposto e condannarlo.
Nessuno ha tutelato Sarah, nessuno l'ha aiutata nelle sue curiosità e non si può condannare chi l'accoglieva e la portava con sé con tutti i limiti che possedevano tutti.
Giacomo io ho solo capito una cosa da quel poco che viene fuori qui tra colpevolisti e innocentisti, ho capito che il giudizio finale, le arringhe, tutto ciò che ruota intorno ad un processo è tabù.
Non si deve giudicare l'operato dei giudici, ma quello degli avvocati che lavorano male sì, quello è giudicato alla grande.
La sentenza è insindacabile, è frutto di ottimo lavoro anche quando non ci sono prove, le stesse possono costituire un insieme di dati non veri, vedi il caso Bossetti, ma la sentenza è giusta.
Cane non morde cane, l'uomo è fallace, non è Padre Eterno.
Vanna hai citato un passo in cui Giacomo, di nuovo, mi fa dire cose non dette: "il resto" non è "l'altro 90% delle motivazioni". Difatti queste espressioni sono prese da due distinti commenti non collegati tra loro. Una vera MANIPOLAZIONE dei detti altrui e ancora complimenti per la disonestà....e proprio su queste pagine! LA. VERGOGNA. Ma continuate pure a filare su queste manipolazioni e false accuse, che la discussione sarà senz'altro proficua. Prego.
Ah e se ritieni "la sentenza insindacabile" buon per te e chi credi che lo creda.
Per quanto concerne me, il mio intervento che ha aperto la discussione è stato:
"se non avete ancora letto le motivazioni della sentenza Scazzi, fatelo. Ma assicuratevi di avere un calmante a portata di mano perchè i nervi saltano ogni due per tre. Non vorrei essere il difensore incaricato del ricorso in Cassazione, perchè 45 giorni bastano forse per motivare un decimo delle censure sui singoli passaggi motivazionali. Parlo chiaramente dei meri percorsi argomentativi, non del merito (chè altrimenti ciao; ma voglio essere il più "vergine" possibile nell'approcciare la sentenza, la quale confesso che in alcuni punti mi ha convinta...solo che sono un paio, nel mare oceano di petizioni di principio, inversioni logiche, contraddizioni interne, pregiudizio argomentativo ecc. che costituisce il resto).
Attendo con ansia l'articolo di Massimo, anche se non credo si addentrerà troppo nei dettagli, ma io personalmente non so neanche da che parte iniziare con le critiche. Un OBBROBRIO fatto e finito. Mi auguro davvero una sonora tuonata in Cassazione".
Con ciò dimostrata la vergognosa vostra disonestà, a salvaguardia della mia onorabilità (chè vivaddio non esprimo ragionamenti tanto sciocchi quali quelli che credete di comprendere voi, ma d'altronde se i vostri limiti quello vi portano a capire non posso che compatire) posso tornare serenamente ad ignorarvi. Manipolatori sciocchi, vergognosi e disonesti.
Bruno
ti ringrazio ma declino.
@ CHIARA,
prima di altre argomentazioni sul profilo che sta assumendo questo strumento che è stato, sino a poco fa, palestra di pacati confronti, ti esorto vivamente a non privare lo stesso dei tuoi interventi, sempre ricchi di idee e suggerimenti tecnici intelligenti e chiari: il tuo eventuale allontanamento, ed il silenzio di altri, darebbe solo agio al dilagare di una sorta di presunzione violenta che rasenta il fanatismo, tendente a svisare la rara e piacevole peculiarità di questo blog.
Già perdemmo la collaborazione, per motivi simili, del simpatico Enrico ed altri.
Continuando di questo passo, si rischia lo spopolamento, del forum, con l'allontanamento dei migliori.
A questo proposito, ho chiesto l'intervento del blogger, perchè provveda a far sentire la sua voce.
Nell'attesa ti saluto caramente, Pino
Ho l’impressione che si stia drammatizzando. Mi sembra normale che in un blog sorgano tensioni ed incomprensioni, talora vere e proprie disfide. Il confronto talora procede sul binario prevedibile del galateo alla Monsignor della Casa, talora c’è qualche punta polemica che si smorza rapidamente in diplomazia… Ma sono proprio gli scontri eclatanti che di solito introducono nuovi elementi di riflessione e costringono tutti a riconsiderare più attentamente i problemi. Credo che non sia successo nulla di così catastrofico, solo un confronto un po’ sopra le righe che ha vivacizzato un trend sonnolento. Basta davvero così poco per dichiararsi fuori? Anche se non siamo in un’aula parlamentare qualche piccola intemperanza ci è concessa o no?
Chiara,
spero che i fraintendimenti e gli equivoci (che talvolta hanno condotto a distorcere il contenuto di determinati messaggi) non lascino spazio a indignazione e a decisioni che possono solo lasciare tutti/e amareggiati/e.
Ritengo tu sia una persona così ottimamente attrezzata a livello intellettuale e morale da non poter diventare preda del rancore e della suscettibilità che conducono ad alzare muri nella comunicazione.
Altri, quali, appunto, per esempio, Enrico,Massimo M. e temo anche Dan F, da troppo tempo non stanno intervenendo e io confido nella loro capacità di superare il disappunto per poter tornare a fornire gli interessanti contributi a questa comunità virtuale.
Con stima
Ivana
Chiara, 24 settembre 2016 14,36
scrive:
"Vanna hai citato un passo in cui Giacomo, di nuovo, mi fa dire cose non dette: "il resto" non è "l'altro 90% delle motivazioni". Difatti queste espressioni sono prese da due distinti commenti non collegati tra loro. Una vera MANIPOLAZIONE dei detti altrui e ancora complimenti per la disonestà....e proprio su queste pagine! LA. VERGOGNA. Ma continuate pure a filare su queste manipolazioni e false accuse, che la discussione sarà senz'altro proficua. Prego."
Io mi sono rivolta a Giacomo non a te.
Non ho manipolato un bel nulla.
Non sono una disonesta
Nessuno fa false accuse, stai un po' più calma e sì che la discussione sarà più proficua.
Accetta una buona volta per tutte che chi non condivide il tuo dire è semplicemente altro da te col quale ti devi confrontare se stai qui senza dare giudizi inutili e soprattutto senza troppe incandescenze.
Tu intendi così difendere chi?
Mescolando le cose come ti fa comodo?
Accusando gli altri di... che...please? Di avere autonomia di lettura, di parere, di pensiero.
Questa volta sono io che dico a te che non hai letto bene.
La "sentenza è insindagabile" non per me che invece mi sono permessa di sindacarla eccome dicendo che dovevano dare lo stesso tipo di pena a tutti e tre ed aggiungervi anche gli altri che " custodivano" la minorenne nelle vaghe notti estive tra un bar e una pizzeria.
Questo ho detto criticando vivaddio una condanna iniqua senza vere prove.
Ho scritto altro Chiara.
Continui:
"...Ah e se ritieni "la sentenza insindacabile" buon per te e chi credi che lo creda..."
Con "sentenza insindacabile" intendevo dire ben altro.
Tra medici e tra giudici, c'è una forma tacita di essere sempre d'accordo e tra avvocati c'è anche, molto spesso, qualcosa di simile o no?
La società si regge sulle Leggi, chi lavora con le Leggi deve farle rispettare. Mai dire nulla su chi le fa rispettare, bene o male che sia.
Continui ancora:
"se non avete ancora letto le motivazioni della sentenza Scazzi, fatelo. Ma assicuratevi di avere un calmante a portata di mano perchè i nervi saltano ogni due per tre. Non vorrei essere il difensore incaricato del ricorso in Cassazione, perchè 45 giorni bastano forse per motivare un decimo delle censure sui singoli passaggi motivazionali. Parlo chiaramente dei meri percorsi argomentativi, non del merito (chè altrimenti ciao; ma voglio essere il più "vergine" possibile nell'approcciare la sentenza, la quale confesso che in alcuni punti mi ha convinta...solo che sono un paio, nel mare oceano di petizioni di principio, inversioni logiche, contraddizioni interne, pregiudizio argomentativo ecc. che costituisce il resto).
Attendo con ansia l'articolo di Massimo, anche se non credo si addentrerà troppo nei dettagli, ma io personalmente non so neanche da che parte iniziare con le critiche. Un OBBROBRIO fatto e finito. Mi auguro davvero una sonora tuonata in Cassazione".
In questa frase non entro in merito, pertanto non l'ho considerata perché veramente non l'ho capita quindi perché la ripeti rivolgendoti a me?
Ciò che ho scritto è un mio personale pensiero che non considerava il tuo.
Sono stata autorefenziale, si dice così?
Ho parlato tra me e me, si dice così?
Posso farlo?
Ma la tua conclusione è magistrale:
"Con ciò dimostrata la vergognosa vostra disonestà, a salvaguardia della mia onorabilità (chè vivaddio non esprimo ragionamenti tanto sciocchi quali quelli che credete di comprendere voi, ma d'altronde se i vostri limiti quello vi portano a capire non posso che compatire) posso tornare serenamente ad ignorarvi. Manipolatori sciocchi, vergognosi e disonesti."
Ma stai fuori di melone?
Ti stai rivolgendo a sciocchi, manipolatori, vergognosi, disonesti che sono da compatire?
E perché, di grazia, scendi a colloquiare con tali tangheri, perdi tempo a dire che sono zucconi e provi compatimento per loro?
Se questa modesta platea non ti piace tornatene alle alte sfere presso le quali i tuoi forbiti complimenti li rimanderanno al mittente.
Io mi limito a constatare un dato fuori discussione che esula da tutte le polemiche: se non fosse stata Chiara a parlare della sentenza Scazzi di sicuro sotto questo post ci sarebbe ancora la bellissima comparazione delle foto tra il defunto sig. Giovanni Bossetti e l'attuale condannato in primo grado, oppure ipotesi di traiettorie di mosche....molto strano per un blog che del caso Scazzi IN PASSATO ha parlato tanto! Le motivazioni sono disponibili da quasi un mese e qui i post fioccano solo su Bossetti! E la preoccupazione per quanto avvenuto a Taranto non c'è più? Viste le attuali discussioni mi pare proprio così.
Saluti a tutti.
P.s. poi la gente non interviene più...sarà perchè il blog è diventato monotematico? Ri-saluti.
Anche io mi permetto di limitarmi a costatare che qui si sta postando sul caso Bossetti e non sul caso Sarah, intanto.
Certamente ho ben notato che, quando qualcuno chiedeva a Massimo di pubblicare qualcosa di nuovo su Bossetti riguardo la sentenza o qualcosa di nuovo che lui aveva e stava preparando in merito, ecco subito è uscito il diversivo "Sarah" a distogliere dal nostro dialogo modesto intorno le somiglianze, le mosche....
Abbiamo evidenziato mooolto altro oltre il panorama dei motivi di colpevolezza, altro che foto e mosche.
Non si interviene non perché è monotematico, ma forse perché ci siamo stancati di ricevere zuccherini ineducati conditi di mancanza di comprendonio, disonestà e, ciliegina, di manipolazione.
E' meglio stare zitti, per disagio diffuso.
Auguro una serena domenica a tutti.
Sì, va bene...adesso addirittura chiedere di parlare del processo Scazzi è un pretesto per deviare l'argomento Bossetti!
Ma qualcuno si rende conto dell'assurdità????
Chiara ha scritto sotto un post relativo al caso Bossetti altrimenti NON SE LA SAREBBE FILATA NESSUNO.
Adesso è più chiaro il concetto?
Fatemi capire, il ritardo di un oltre un anno nel deposito delle motivazioni a carico di due persone che sono da SEI ANNI IN CUSTODIA CAUTELARE non è materia sufficiente di discussione, tanto più che qui in maggioranza si propende per l'innocenza? Così, per capire.
GUGLI
Scusami, ma ti devo pregare di non creare ulteriore confusione. Non è stato l'OT di Chiara riguardante il caso Scassi a "FARE FILALE" alcuni utenti dalla partecipazione ai dialoghi sull'odissea Bossetti, MA LA MANCANZA ASSOLUTA DI NUOVI SPUNTI!!
Ci si intratteneva, in pochi, speculando qua e là, in attesa che Prati pubblicasse alcune novità, sulle quali rinnovare le argomentazioni. L'intervento dell'OT di chiara è stato, invece, PROVVIDENZIALE per rimuovere la STAGNANTE situazione, deviando l'attenzione su un altro caso, non meno importante, difficile accodare altrove.
Cerchiamo di non aggiungere legna verde, ad un falò già fumoso (e non credo che sia stata tua intenzione farlo) che non arrecherebbe alcun beneficio al blog ed ai suoi collaboratori.
Pino, io non voglio aggiungere legna di nessun tipo, mi limito a constatare quello che hai notato anche tu visto che in parte stai contestando l'intervento di Vanna che ipotizza che Chiara abbia voluto deviare appositamente il discorso da Bossetti...
Il problema sollevato non mi pare di poco conto: tu stesso sottolinei la mancanza di nuovi spunti nel caso Bossetti (ho capito bene?), ma allora perchè è dovuto intervenire un utente sotto un post che parla di altro per ricordare che c'è anche un altro caso su cui mi pare che a suo tempo qui si sia discusso parecchio?
Domanda provocatoria: adesso vale solo Bossetti? E perchè?
GUGLI
Non ho mai contestato Vanna, di cui apprezzo molto la serietà e la correttezza di quello che scrive, anche se non condivido, sempre, tutto; ed è normale.
HO fatto notare, e suppongo TU L'AVRAI LETTO, che l'OT di chiara è giunto come un sasso, a muovere una pozzanghera d'acqua stagnante: non altro.
I due casi (Scassi-Yara) hanno in comune, oltre che la stessa importanza, per motivi umani ed etici, quello di due processi particolarmente complicati, che hanno attirato una eccezionale attenzione pubblica.
Bene, ma ad oggi qui dentro non c'è un post specifico dedicato al caso Scazzi, la cui sentenza è nota da quasi un mese...e se non fosse arrivata Chiara?
Se non fosse arrivata Chiara, ad anticipare la discussione, si sarebbe dovuto attendere l'articolo di Prati, che non mancherà di apparire da un momento all'altro.
E questo te lo posso assicurare.
Dobbiamo pazientare solo per poco, a causa di difficoltà tecniche.
Ciao e buon appetito.
Pino perdonami, il tuo post in cui si parlava di imminente pubblicazione di un articolo è del 9 settembre....peraltro nel tuo post parli della sentenza BOSSETTI, quindi dobbiamo capire che c'è stato un errore, giusto?
Buon pranzo anche a te.
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