Di Gilberto Migliorini (musica e video scelti da Massimo Prati)
Video di protesta dello Zoo di 105
Nell'Italia attuale è davvero difficile catalogare perfino formaggi e mozzarelle, figuriamoci le forze politiche che oramai al di là degli slogan più o meno incisivi fanno parte di un amalgama fila e fondi come certe sottilette. I protagonisti si smarcano, provvisoriamente, solo in vista delle elezioni o per intrattenere un rapporto privilegiato vuoi con questo e con quello, compagni di merende, interlocutori nella contingenza del momento: un trasformismo da prestigiatori o contorsionisti e un virtuosismo da veri giocolieri. In certi casi spaccando in quattro il famoso capello si possono perfino rilevare discrepanze e immaginare distinguo che non siano il classico slogan del detersivo: il mio partito lava più bianco. Tra ammorbidente, scaglie, bicarbonato e quant'altro si può alla fine trovare un ingrediente misterioso che fa la differenza. Il quid, plus o benefit che dir si voglia, è l’elemento suggestivo per antonomasia.
Vendere un partito, o l'uomo di un partito, non è poi così diverso che vendere un frigorifero o un capo di biancheria intima. È questione di visibilità e orecchiabilità, lusinghe e vezzeggiamenti sull'onda delle promesse. Per gli odori e i sentori, al momento e in attesa di qualche nuova diavoleria mediatica o un nuovo chip, fa all'uopo l’immaginazione olfattiva dell’elettore. Il classico fiuto però fa cilecca quando tutti i protagonisti del teatro politico sono in grado d’emblée di indossare i panni di Arlecchino e Pulcinella, di Pantalone e Balanzone... e se occorre perfino del conte Dracula. I vampiri in fondo hanno il fascino misterioso e allusivo dei procacciatori di sangue e di voti.
Renzi nel 2012 diceva di voler essere eletto dal popolo...
La retorica ha quella souplesse che la rende idonea alle bisogna con bruschi capovolgimenti e colpi di scena... sul filo di uno spericolato equilibrismo.
Quando serve, l’attore politico indossa gli abiti castigati di una donzella timorata di Dio e, quando conviene, di una sciantosa di costumi lascivi e anticonvenzionali. Una double face da dottor Jekyll e mister Hyde, senza tralasciare la possibilità di trasformarsi da ragazza pudica in cortigiana… e, per converso, da donna di malaffare in una linda ed efficiente manager in carriera. Il ritorno al partito consorteria di giolittiana memoria manda in pensione quel modello ideologico di forze politiche costruite sui discorsi altisonanti ad uso dei militanti passionali, con quel classico comizio di sublimi idealità. I principi supremi, allietati al leopardiano di festa e alla stagion lieta è cotesta, lasciano il posto al pragmatismo scarno ed essenziale rivolto a un sostenitore di provata fede, un pascoliano: e mi dicono dormi, sussurrano dormi.
Lo stile asciutto e manageriale mantiene qualche fronzolo decorativo giusto per i nostalgici, come galateo di convenienza o come ricordo oleografico del bel tempo che fu. Oramai tra destra e sinistra, come da ancestrale memoria, c’è solo uno iato, una virgola mobile, talvolta un accento o un punto esclamativo, e quei distinguo dove la retorica imperversa con tutte le belle figure che piacciono tanto agli aficionados. La demagogia poi è davvero il sale e il lievito dell’immaginario politico.
Quando serve, l’attore politico indossa gli abiti castigati di una donzella timorata di Dio e, quando conviene, di una sciantosa di costumi lascivi e anticonvenzionali. Una double face da dottor Jekyll e mister Hyde, senza tralasciare la possibilità di trasformarsi da ragazza pudica in cortigiana… e, per converso, da donna di malaffare in una linda ed efficiente manager in carriera. Il ritorno al partito consorteria di giolittiana memoria manda in pensione quel modello ideologico di forze politiche costruite sui discorsi altisonanti ad uso dei militanti passionali, con quel classico comizio di sublimi idealità. I principi supremi, allietati al leopardiano di festa e alla stagion lieta è cotesta, lasciano il posto al pragmatismo scarno ed essenziale rivolto a un sostenitore di provata fede, un pascoliano: e mi dicono dormi, sussurrano dormi.
Lo stile asciutto e manageriale mantiene qualche fronzolo decorativo giusto per i nostalgici, come galateo di convenienza o come ricordo oleografico del bel tempo che fu. Oramai tra destra e sinistra, come da ancestrale memoria, c’è solo uno iato, una virgola mobile, talvolta un accento o un punto esclamativo, e quei distinguo dove la retorica imperversa con tutte le belle figure che piacciono tanto agli aficionados. La demagogia poi è davvero il sale e il lievito dell’immaginario politico.
I supporter si sono però fatti più scaltri e sospettosi, le vecchie litanie e gli slogan consunti non fanno più tanta presa come un tempo. Si diffida perfino del candidato sotto casa e della vecchia cariatide. Sarà per quel nuovo stile spavaldo e arrogante, per quel pelo sullo stomaco… solo qualche smanceria quando il tema lo consente e quando l’etichetta lo richiede. Gli ideali si sono come annacquati in una sorta di realismo machiavellico dove la fortuna fa rima con affari nella sottile distinzione tra il bene del paese e il bene comune. Differenze irrilevanti ad ascoltare i sermoni un po’ di tutte le forze politiche votate al proverbiale buon senso, tacciando di qualunquismo tutti quelli che - facendo tutto di ogni erba un fascio - non colgono la rilevanza di quel sano realismo al quale occorre appellarsi per superare la crisi, quell'eterna emergenza. Il Bel Paese è entità che trasuda affarismo da tutti i pori. Il suo bene è tirare l’acqua al mulino di interessi corporativi... e a quelli degli amici degli amici.
Renzi nel 2013 entrava a piedi uniti grazie a qualche aiutino...
Il bene comune è invece una sibillina astrazione, l’oscuro oggetto del desiderio, una macchia di Rorschach dove ciascuno può vederci quel che vuole. E' lì che la politica si sbizzarrisce con le le immagini da libellus vere aureus. La parola utopia è di quelle che mettono tutti d’amore e d’accordo anche quando nei programmi politici, nonostante i supposti antagonismi e gli sfracelli dei punti di vista antagonisti, c’è la stessa differenza che passa tra un topo e un sorcio. Però le differenze ci sono per davvero. Che le stesse cose le faccia Caio piuttosto che Sempronio non è poi così indifferente per la camarilla di riferimento. Per quanto si tratti di mangiare tutti dalla stessa greppia c’è poi una questione di dosi, di priorità e di precedenze: le regole del manuale Cencelli vanno sempre rispettate.
Qualcuno aveva già fatto scuola con l’immagine del manager imprestato alla politica, non già per fare i propri interessi naturalmente… ma per il bene del Paese. Il bene, in senso politico, ritorna come un mantra e lo slogan è di quelli che lasciano il segno: gutta cavat lapidem direbbe l’intellettuale organico. Peccato che il riferimento sia a un bene astratto con referenti ignoti. Ma non si smette mai di imparare e talvolta l’allievo supera il maestro, soprattutto quando quello è in via di pensionamento e appare meno gagliardo, perfino un po’ suonato quando sbaglia comizio e sostiene il candidato avversario. L’inghippo è proprio lì. L’antagonista è più che altro quell'avversario virtuale che esiste solo come icona, quel finto oppositore del 1984 orwelliano. Questione di ruoli intercambiabili, lo spettacolo è avvincente anche se la fine è nota. Per carità, niente di truffaldino, tutto alla luce del sole, proprio come nella commedia dell’arte. I ruoli sono ben definiti e la suspense c’è davvero: si tratta solo di sapere chi farà la parte del leone…
È vero, non bisogna vendere la pelle dell’orso prima di averlo liquidato. Gira e rigira gli attori sono più o meno sempre gli stessi. Se mai emergesse l’uomo nuovo potrebbe sì essere motivo di speranza e di auspicio, ma stante le esperienze della nostra storia recente si potrebbe perfino cadere dalla padella nella brace. Magari non un cavaliere, non proprio un principe, anche se machiavellico, magari un Papa Re. Ci si può perfino accontentare di un Masaniello dispotico e stravagante, di un Fra Diavolo e magari di un Calandrino alla ricerca dell’elitropia. Il Bel Paese possiede un ricambio di tutto rispetto. Ogni onorevole anziano ha i suoi giovani delfini. Sono tutti lì, vagano dentro e fuori il teatrino chiamato parlamento e c’è solo l’imbarazzo della scelta... tanto tutti dicono le stesse cazzate...
Matteo Renzi dopo sedici mesi di promesse...
Anni fa c'era il pentapartito, ieri il cavaliere e il professore ed oggi lo scout. E l'Italia va sempre più giù... chissà chi ci sarà domani?
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Homepage volandocontrovento
5 commenti:
Video, immagini e parole splendide. grazie a Massimo ed a Gilberto per questa riflessione audio visiva.
la situazuione è sotto gli occhi i tutti .
una situazione insostenibile , comunque preferisco scrivere cosi' ... altrimenti va a finire come successe nell'altro forum . che da un commento lampante di verita' uscirono offese pesanti .
che dire? chi governa lo fa benissimo, è un governo caricatevole che ama l'italia ,merita applausi a non finire .
gli italiani sono stati cattivissimi e razzisti a non votare.. tutti :ilpartito democratico . hanno avuto il coraggio di votare un delinquente che va contro gli italiani . pensate che hanno avuto il coraggio ci rifiutare persone che hanno diritti sacrosanti di invaderci perchè siamo dei coglionazzi e fanno BENE
cosi' hanno pensato di fottere chi non voleva clandestini . cosi' li hanno sbolognati in piazza , e fregatevi cosi' imparate .
pure quei mentecatti dei governanti europei , razzisti e cattivi . chiudono le frontiere , ma io dico ! ma come si fa^? l'europa è grande ,, stiamo bene vicini vicini . sono personcine affabili che si accontentano di poco . dobbiamo chiedere perdono in ginocchio a questi signori..
sono perfida e e non dimentico . sono buona . mi piace la legalita' . e quando non la vedo spaccherei il mondo .
se il produttore del post lo desidera . elimini il commento
Complimenti a chi ha costruito il filmato e a chi l'ha recuperato! Bella lezione, Mario
un video significativo
pero' . i personaggi che ho visto in video sono quelli che hanno portato l'italia ai livelli di oggi?
è stato brunetta ? non capisco perchè paragonarlo al famoso scrittore : poeta PIRANDELLO , CI SONO dISTANZE ABISSALI FRA I DUE PERSONAGGI , TUTTAVIA LE STESSE DISTANZE LE VEDO PER LA MAGGIOR PARTE DEI POILITICI . INOLTRE CHE CENTRA SALVINI? è stato il fautore dello sfacelo italiano?lo so che è un personaggo controverso, ma per altri motivi . vediamo quello che sta succedendo in queste ore : non vi rompete la balle per la situazione ?
non vedo altri personaggi di sinistra , eppure ultimamante ce sono stati molti giunti alla ribalta del malcostume italiano : vedi mafia capitale
basta sapere come funziona dove vige l'ideologia controversa : funziona discretamente infatti . mentre dove stanno governando altri famosi personaggi vige il malaffare : uno al giorno
non lo so se ho inteso male .tuttavia mi scuso se fossi colpevole di avere travisato . si sa ormai come sono , pane al pane . mi piace la chiarezza e allo stesso tempo gradisco questi post . dove si puo' dire la propria senza adulare .
inoltre BRUNETTA è figlio di un ambulante che vendeva biancheria per i paesi ..( mi sovviane d'averlo letto, o sentito da egli stesso)
menomato nell'altezza . infatti è sempre stato offeso per quella sua bassa statura , dai media, e dall'oppsiizione. anche berlusca chiamato nano . invece guai a dire una parola in piu' dalle destre . ( abbronzato per obama ) è uscito un pandemonio . e la congolese per averla offesa, con uno scimmia , si rischia l'ergastolo mediatico , salvini che non vuole farsi perdonare dal papa . le improperie che sono uscite nel web sono micidiali . l'altro papa RATZINGER : offeso dalla sinistra chiamandolo xenofobo . ma non successe nulla , penso che si sia dovuto dimettere per questa parola .
infine brunetta il bruttino si è laureato con massimi voti all'universita' ma è offeso continuamente per la statura .
dura è la vita .. basterebbe fare finta di niente ...
dentro da un orecchio e fuori per l'altro .... caro MASSIMO , IN CASO MANDAMI UNA MAIL
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