lunedì 4 novembre 2013

Roberta Ragusa. Il valzer infinito delle illazioni, dei testimoni e delle veggenti, non aiuta le indagini ma le complica...


Dov'è Roberta Ragusa? E' viva? E' morta? Se fosse viva nessuno si accorgerebbe di lei né la riconoscerebbe. E tutto questo grazie ad indagini monocorde, a parenti e ad associazioni nate con la sua scomparsa che dopo i primi filmati televisivi hanno escluso a priori la sua sopravvivenza. Per cui: come riconoscere il volto vivo di chi da oltre venti mesi tutti credono morto? Chi mai fa più caso alla persona che le somiglia e che magari se ne sta seduta su un sedile di un autobus, nel bar di un centro commerciale o nella sala d'attesa di una stazione? I morti non si trovano dove c'è vita: ed infatti nessuno cerca più Roberta viva. Si preferisce cercare quello che resta del suo corpo. Quindi è morta e c'è un assassino da scoprire? Ma pure in questo caso, se anche fosse, grazie ad indagini monocorde, a parenti e ad associazioni amicali che dopo i primi filmati televisivi hanno escluso a priori che esistesse un assassino diverso dal marito, nessuno quei resti li troverà mai. Chi si impunta su una unica pista difficilmente cambia idea. Come pensare, quindi, che per chi indaga possa esistere una proprietà privata, diversa da quella dei Logli, trasformata in prigione o in un cimitero idoneo a custodire un terribile segreto?

Per cui, visto il punto investigativo in cui si è finiti, è facile capire che a causa della confusione mediatica la scomparsa di Roberta Ragusa sarà destinata a restare uno dei tanti misteri insoluti del nostro paese. E questo grazie, appunto, a chi preferisce credere che in una notte di freddo intenso Antonio Logli abbia prima scorrazzato in auto per le vie di Gello e poi scavato buche, naturalmente in terreni duri e impraticabili, o aperto loculi e cisterne segrete pur di nascondere alla gente e alle forze dell'ordine le sue colpe assassine. Ed ecco che grazie alle convinzioni di tanta gente, i figli di Roberta saranno destinati a una vita psicologicamente difficile, una vita di dubbi in cui dalla mattina alla sera si chiederanno: "Non è che il babbo ha ucciso davvero la mamma?". Una vita da non invidiare la loro, una vita che i parenti di Roberta, appoggiati da una procura foriera di verità indimostrabili, da troppe pseudo amiche, dai media e da un'opinione pubblica inquisitrice, gli hanno voluto regalare, pur se ancora adolescenti, eliminando da subito il beneficio del dubbio e additando Antonio Logli, il marito fedifrago ma anche il padre che mai ha picchiato la loro madre, a sicuro assassino. E questa tesi maggioritaria, grazie a testimoni postumi che hanno dichiarato di aver visto e sentito, di aver fatto sesso e ricevuto confidenze, grazie a pseudo sensitivi che con lo spirito di Roberta comunicano pur non avendola mai conosciuta in vita, ai più è parsa giusta.

Tutti sono credibili e ascoltabili quando non si sa da che parte sbattere la testa e si spera in un miracolo, anche i testimoni e i nuovi veggenti entrati sulla scena... e a venti mesi dalla scomparsa di forze nuove se ne sentiva davvero il bisogno. Parlando di testimoni, però, c'è da dire che questa volta non si tratta di persone che nel buio di una strada stretta hanno visto auto parcheggiate di lato con all'interno il volto di chi non si nasconde restandosene in bella vista. C'è da dire che stavolta non ci sono litigi o botti e neppure personaggi che alle tre di notte vagano in una pineta e si imbattono in un fuoco e in un uomo che trasporta sottobraccio una donna impacchettata. No, stavolta si tratta di un temerario che al freddo di una notte di gennaio cade dalla bicicletta perché una donna in pigiama quasi lo travolge, stavolta si tratta di un vigile del fuoco in servizio all'aeroporto di Pisa, nel 2008 premiato durante la festa che ogni anno viene organizzata nella ricorrenza di Santa Barbara, e della ex donna delle pulizie che un tempo lavorava per Antonio Logli e che dai Logli non lavora più.

Ma, ciclista, pompiere o colf che essi siano, anche per loro vale ciò che vale per tutti: occorre capire quanto siano credibili i ricordi e, soprattutto per il ciclista, il motivo per cui non si sia presentato subito dai carabinieri. Questo perché la donna delle pulizie già aveva reso dichiarazioni sui guanti e sul carrello trovati fuori posto, nonché sull'auto del marito parcheggiata all'esterno, e che anche il pompiere, pur se in forma anonima, si era già fatto leggere dai carabinieri con una lettera in cui aveva scritto di una donna in vestaglia uscita dalla proprietà del Logli ed entrata in una jeep color crema. Quindi siamo in presenza di testimonianze importanti? Siamo in presenza di avvistamenti che si intonano con quello del testimone per eccellenza, il Loris Gozi che su facebook non perde occasione per ribadire che quanto ha visto è realtà e che il potente Logli è un bastardo e la deve pagare? Siamo in presenza di una svolta che permetterà di incastrare il marito di Roberta Ragusa e portarlo alla sbarra perché sicuro assassino di sua moglie?

No, non pare proprio visto che nelle testimonianze ora balla una Jeep di troppo. Di chi è quell'auto color crema in cui sarebbe salita una donna? E cosa significa vedere una donna in vestaglia? Che a causa del freddo, chiunque fosse, prima di uscire dalla proprietà dei Logli aveva indossato sopra al pigiama un indumento tipo vestaglia? E perché il ciclista, che continua a giurare di essere passato un attimo prima del pompiere, parla solo di un pigiama? E perché dice di averla vista salire sull'auto del marito e non su una Jeep? E la vettura del Logli, che Loris Gozi posiziona nello stesso momento in via Gigli e non in via Dini, come si incastra con queste nuove scene? Ma più di ogni altra cosa: come si incastrano la Citroen, notata verso l'una sempre nella stessa via Gigli, e il litigio completo di botto e sportello sbattuto? Che significato assumono queste scene se raffrontate alle parole del pompiere e del ciclista? In quale scenario si può collocare davvero la scomparsa di Roberta Ragusa? 

So che è difficile parlare di Roberta in maniera alternativa, so che si corre il grande rischio di passare per esseri senza cuore nonostante sia più senza cuore chi la vuole morta e ai figli parla in certezza di un padre assassino. So anche quanto sia difficile non ragionare in maniera pregiudizievole dopo quasi due anni di indagini e discorsi unilaterali. Come so che per accontentare la massa e farla felice dovrei adeguarmi alle convinzioni altrui, dovrei sparlare del marito e additarlo a certo assassino anche se le soluzioni investigative sono molteplici e pensare a un Logli colpevole a prescindere, pensiero che costringe le indagini su un'unica pista (perché una madre non avrebbe mai abbandonato i suoi figli), non aiuta le indagini ma le complica. E' vero, lui potrebbe aver ucciso sua moglie. Perché no? Però Roberta potrebbe averla uccisa anche qualcun altro, un uomo o una donna che la conoscevano e di cui si fidava. Perché no? Oppure potrebbe persino aver deciso di troncare e andarsene in maniera silenziosa. Perché no? In fondo noi di Roberta sappiamo quanto ci hanno detto le persone che le vogliono bene. Quindi, e non per dire, in realtà non sappiamo nulla di lei, visto che si è scavato solo sulla famiglia del marito e ascoltato solo, in chiave investigativa, chi il Logli già lo considerava un assassino.

Non sappiamo neppure se una sua amica la "coprisse" (è una pratica molto diffusa) aiutandola, faccio una mera illazione, ad esempio "prestandole" il proprio cellulare per parlare con qualcuno che non fosse Antonio Logli. Non sappiamo nemmeno se Roberta avesse un'altra scheda telefonica o un altro cellulare, come lo aveva il marito e come lo hanno tantissime altre persone italiane. E non lo sappiamo perché nessuno ha mai verificato i tabulati di chi la frequentava in amicizia, magari in palestra, cosa assolutamente da fare in una indagine a 360°, per vedere se un numero telefonico non rapportabile a nessun conoscente figurasse, in entrata e in uscita, solo fino a quel 13 gennaio 2012. Eppure sappiamo per certo che la coppia era da tempo scoppiata. Sappiamo che lei e lui non riuscivano a stare insieme neppure durante le vacanze. Sappiamo che Roberta sospettava che suo marito avesse un'amante. Sappiamo che, pur cercandole, non aveva le prove di una tresca extraconiugale. Ciò che non sappiamo è il motivo per cui da mesi cercasse di scoprire quanto in tanti già sapevano da anni. A cosa le serviva realmente, in termini pratici, il sapere il nome dell'amante del marito? Cosa avrebbe fatto una volta scoperto che era Sara Calzolaio a farsela col suo uomo? Non è che conoscere il volto della rivale l'avrebbe agevolata e riavvicinata ad Antonio. Anzi. Per cui c'è da chiedersi se quel nome, e magari una foto esplicita, non le servisse per altri scopi.

Non è che cercava le prove di un tradimento che al momento del divorzio (inevitabile) l'avrebbero messa in una posizione di grande vantaggio nei confronti del marito e di tutta la famiglia Logli? Chi può garantirci che il suo cercare di scoprire quale donna frequentasse il suo uomo non fosse dovuto a questo? Una donna di quarantacinque anni può anche pensare che se non sistema le cose in fretta poi si dovrà adeguare, si dovrà rassegnare a vivere accanto a chi non l'ama chiudendo ogni possibile porta e rinunciando a un qualsiasi altro futuro. In fondo a quell'età è facile credere che ci siano rimasti pochi treni su cui salire. Roberta voleva divorziare e a novembre 2011 cercava su internet notizie utili su come comportarsi. Lo stabilirono i tecnici informatici che analizzarono il suo computer. A questa informazione la procura associò un movente a carico del marito che, si disse e in tanti dicono ancora, dalla separazione aveva tutto da perdere. Ma davvero era lui ad aver tutto da perdere? E se le cose stessero in maniera diversa? In fondo cosa aveva davvero il Logli da perdere da una separazione, visto che in caso di un divorzio normale nessun giudice l'avrebbe potuto allontanare? Forse lo avrebbero mandato a mangiare e a dormire dai suoi genitori, nella casa accanto quindi, costringendo in questo caso la moglie, che sarebbe rimasta coi figli nell'abitazione coniugale, a vivergli comunque accanto. Inoltre c'era il grande rischio che una volta chiesto il divorzio, il suo ex marito si ricostruisse una nuova vita con l'amante e che la portasse a vivere in quella proprietà. Una sorta di "famiglia aperta" scongiurabile solo, anche se la legge non da certezze ed è un giudice a decidere, in presenza di un "addebito" grave qual è un tradimento perpetrato da anni.

Quindi cosa ci impedisce di pensare che Roberta avesse suoi segreti? Se già da novembre cercava informazioni sui divorzi qualche idea in testa doveva averla. Ma noi tutte non le conosciamo. Forse perché le amiche non erano così amiche o forse perché chi sa quel qualcosa in più preferisce non dirlo. Magari perché non crede sia possibile associare una telefonata o un incontro clandestino a un evento criminale. In realtà, dunque, di cosa avesse Roberta in mente non sappiamo nulla, come non sappiamo cosa sia passato per la testa a Maria Dorotea di Peri, anche lei quarantacinquenne, che pochi giorni fa per andarsene dalla famiglia si è fatta sequestrare da due uomini davanti agli occhi terrorizzati del figlio. La Polizia grazie ai filmati delle videocamere ha rintracciato il mezzo su cui era salita e a lei non è rimasto altro da fare se non raccontare la verità. Ma se nessun video avesse ripreso il pulmino usato dall'amante, se invece di organizzare un eclatante rapimento diurno avesse tenuto un basso profilo e se la fosse svignata di notte, la sua storia sarebbe risultata simile a quella di tante donne ormai troppo stanche che arrivate agli "anta" pensano che non salendo su quell'ultimo treno saranno obbligate a vivere una vita che non sopportano.

Ma queste realtà non toccano i pensieri del dottor Adinolfi, chi comanda la procura di Pisa, che da oltre un anno parla di un imminente interrogatorio del Logli (chissà se mai lo interrogherà), che da oltre un anno a chi lo intervista parla di una morte sicura e di un assassino sicuro (senza motivo visto che non si è trovato nulla), che da oltre un anno fa cercare un corpo morto in ogni luogo e in ogni dove impegnando uomini e soldi dello Stato (e sempre puntando i riflettori solo su un'unica pista e mai mandando i georadar nelle proprietà private altrui), che pochi giorni fa ha chiesto l'ultima proroga delle indagini (anche se inizialmente aveva detto che non ne avrebbe chieste), e dopo questa ha dovuto ammettere che nel 2014 dovrà archiviare il caso se non spunterà un cadavere. Però la speranza è l'ultima a morire (anche se chi vive sperando passa la vecchiaia al cesso), e forse fra poco lui e i suoi procuratori avranno il cadavere che si aspettano di trovare. Dove lo troveranno? In un cimitero ovviamente, dove se no? Questo grazie agli assi nelle maniche fornitigli, come tante altre volte, dalle aggregazioni facebook. E grazie alle ultime sensitive che hanno messo il loro "dono" a disposizione della giustizia, ora vedrete che la volta ambita arriverà presto e presto si apriranno gli armadi della famiglia Logli. In fondo... perché non credere a tutti quelli che dicono di possedere il "dono"? Può essere forse un buon motivo l'aver constatato le tante bufale sensitive di questi anni? Vediamone alcune riprendendo le notizie pubblicizzate dai media:

Marzo 2012: Ha ‘visto’ un luogo dove potrebbe trovarsi il corpo di Roberta Ragusa: un posto dove poi è stato e ha «sentito un freddo glaciale e un fortissimo mal di testa», che scompaiono non appena lui si allontana. Il luogo individuato dal ventisettenne fiorentino Paolo Addona — che già aveva previsto la tragica fine di Sarah Scazzi — si trova a sei-sette chilometri dal «piccolo mondo di Roberta», ovvero dall’abitazione e dall’autoscuola della donna: è ovviamente in una zona di campagna dove c’è un fosso nelle vicinanze di un noto ristorante a Molina di Quosa

Aprile 2012. Cercate Roberta nell'acqua: Mi sono fermata fuori, lungo la strada, una prima volta e poi una seconda. Ho avvertito una sensazione di freddo, di distacco, ma niente di più» segno - dice - che Roberta non va cercata in quei paraggi. Poi ha voluto vedere alcuni terreni, le strade percorse dalla donna, dove faceva colazione, i luoghi più conosciuti dalla donna. Ma è in fondo alla via Dini, dove scorre il fosso del Mulino, che Rosemary ha avuto un sussulto: «E’ come un malessere, un senso di oppressione allo stomaco». Succede quando avverte una traccia. Così ha insistito: ha voluto vedere altri punti, dove il fosso è più fondo, e poi ancora altri canali e il Fiume Morto. E ancora ha sentito lo stomaco chiudersi e il cuore arrivarle in gola: «Cercate Roberta nell’acqua» è il messaggio che affida al termine di una giornata sofferta: "Io spero che un giorno torni e riabbracci i suoi figli. Ma intanto cercate nei fiumi e nei canali".

Agosto 2012: E' sepolta nel giardino di una villetta dove c’è un alto cancello di ferro e un muro di pietra grezza. Forse vicino al mare. La sensitiva arriva fino a ipotizzare il luogo: "Forse è all’Elba?".

Gennaio 2013: La sensitiva prende parte alle ricerche insieme ai Carabinieri ma poi chiede di sospendere. Lei prova dolore se lo fa in questo modo, deve essere guidata da Roberta e non fare le cose su ordine di qualcuno. La sensitiva dice che i Carabinieri stanno cercando nella direzione sbagliata e chiede di andare altrove. Jane e la troupe di "Mistero" seguono le sue indicazioni e seguendo anche alcune tracce fornite dalle amiche di Roberta si recano presso una villa. Una delle amiche della Ragusa dice che potrebbe esserci un legame con la villa e Antonio Logli: lui infatti conosce il luogo perché ha fatto dei lavori. Nella villa, in stato di abbandono, ci sarebbero cunicoli, come ha detto la sensitiva.

Febbraio 2013: “Roberta Ragusa si trova in una cavità dalle pareti sottili ed è immersa nell’acqua. Sul volto della giovane mamma il sensitivo giura di vedere la proiezione dell’ombra di un ponte di mattoni”

Marzo 2013: “Mi chiamo Mara, abito ad Alessandria e ho 61 anni. Scrivo perché posso aiutare a trovare Roberta. Sono giorni che la sogno e mi porta nel luogo dove è stata messa. Lei vuole essere ritrovata per poter andare in pace e avere giustizia per i suoi figli. Ho molte cose da dire, ma bisogna fare in fretta perché se cresce l’erba non la potranno più trovare. Sono una persona semplice senza grilli in testa, ma il suo pianto mi ha dato molto dolore. Così ho deciso di parlarne”

Maggio 2013: Ogni centimetro viene esaminato con cura - spiega Lorenzo Flosi capo della sezione Capannori Nord della Protezione Civile - dalle 6 del mattino alle 20 di sera, quando è presente la luce naturale. In accordo con le autorità stiamo setacciando tutta l’area, sulla base di quanto dichiarato dalla sensitiva che è in contatto costante con noi e che ci ha detto che siamo passati accanto al corpo. Questa donna ha individuato il cadavere di una ragazza che era stata gettata nel Lario. Quindi è attendibile. 

Settembre 2013: La sensitiva avrebbe indicato la zona di Palaia e di Forcoli, più nello specifico: l'ipotesi è che nella frazione di Forcoli o nelle vicinanze il corpo della donna sia stato gettato in un pozzo.

Dov'è Roberta Ragusa? E' davvero morta? Se il metodo usato per cercare di scoprire quanto le è accaduto nella notte del 13 gennaio è quello indicato dalle associazioni "dedicate" e dai sensitivi, non quello induttivo ed intuitivo basato sulla ricerca di dati certi logici e non sull'emotività, state pur sicuri che ad Aprile il caso verrà archiviato. E non si dica poi che lo si è archiviato per mancanza di prove contro Antonio Logli. Si parli, piuttosto, di una mancanza di indagini a 360° e dell'uso di un metodo alquanto bizzarro.

1.069 commenti:

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Vanna ha detto...

Buona domenica!

Ho letto Mimosa le tue interessanti riflessioni di ieri e di questa notte che condivido, eccetto una che dirò dopo.

Il Gozi ha affermato con sicurezza che altri avevano visto, non ha parlato di un motorino, almeno in tv, però certamente ha "stimolato" chi ha visto a farsi avanti.

E' probabile che abbia dato agli inquirenti qualche coordinata sui passaggi sia del Campisi che della moto e forse, anche della colf.

Si può spiegare così (per noi) il ritardo di certe testimonianze, potrebbero essere stati stimolati a parlare e ad uscire fuori adesso, ma avevano deposto prima.
In questa chiave vedo la visita del Gozi al Campisi.
Ipotizzo: il Campisi ha visto altro, difatti l'urlo da lui sentito è uscito dopo, e ricorda bene il giorno, per ora non si scopre di più, è un pompiere della zona.

L'uscita della colf a quell'ora deve avere un significato o anche lei andava in farmacia o tornava dal lavoro?
Per me, l'ho già detto, la colf è uscita a quell'ora perché sapeva cosa stava accadendo e da tempo sapeva.
Non credo per nulla che la colf non abbia detto a R. che la donzella era l'amante, deve aver raccolto le confidenze di R. che era una donna sola e quindi fragile e bisognosa di comunicare i suoi disagi.
La chiave di volta per conoscere R.e il suo ménage è la colf.

La procura fin da quasi subito ha avuto il quadro della situazione, ogni tanto,sono state mosse pedine:
-si facevano le esplorazioni private e pubbliche (nel tempo), con il tam-tam mediatico;
-si sono fatti uscire i testimoni "ritardatari" (del luogo), mantenendo i riflettori accesi sul caso.

Adinolfi si è esposto con chiarezza e ha mosso alcune pedine per far venire allo scoperto la realtà e vedere le reazioni dei L.
che sa essere persone accorte, non certo sprovvedute.

I L. a loro volta hanno continuato nel loro comportamento di sempre, come se niente fosse.

All' apparente lentezza ripetitiva della procura pian piano sulla scacchiera le pedine si sono mosse.
Al contrario dall'altra parte, la realtà è stata ingessata:
-tutto come prima, le figure sono sempre là, eccetto una che tanto non contava nulla neanche prima, --ma, c'è una spina al fianco:i sospetti che la procura indirizza.
E loro lo sanno, non credo sia tranquillo il loro vivere.

Mimosa, per me c'è stata premeditazione comunque, anche se fosse preterintenzionale, perché se il corpo non si trova è stata studiata molto bene la faccenda ed è per questo che si va avanti come se niente fosse, sanno che non si troverà.
Quindi il dopo è premeditato.

Ho insegnato per tanti di quegli anni che ho avuto modo di verificare che i figli sono la carta d'identità dei genitori, il loro sviluppo, la loro realizzazione dipende in gran parte da quello che hanno vissuto e assorbito e solo col tempo viene elaborato.

Quindi la cartina di tornasole saranno i figli quando saranno maggiorenni, lavoreranno ed avranno la loro vita sentimentale.
Ed è col tempo che si potrà capire cosa è successo.

Di sicuro il macigno del sospetto li segnerà a vita e procurerà grandi ferite interiori.

Se anche R. fosse viva e tornasse, il loro dolore non potrebbe essere sanato del tutto.

La prole mi dà tanta sofferenza, spero che siano supportati da rapporti di vera amicizia, solidarietà, principi di carità.


Se per davvero AL avesse causato la morte della moglie (seppur preterintenzionalmente), a questo punto ritengo che i complici nell’occultamento del corpo mai emergeranno … almeno fino al processo, ammesso la Procura avrà le palle per avviarlo. Elementi ne hanno a sufficienza, ormai.

Veramente strana questa vicenda!

Mimosa

Vanna ha detto...

Perdonatemi, mi dimentico sempre di cancellare l'incollato!

Chiara ha detto...

Se si potesse dimostrare - o contare di dimostrare - che L. mentì sui suoi movimenti di quella notte, questo sarebbe l'elemento che consentirebbe un rinvio a giudizio e sarebbe già molto per poi procedere al vaglio processuale degli altri indizi.
La Cassazione è chiara sulla differenza tra mancanza di "alibi" e "alibi" falso: mentre il primo è un elemento del tutto neutro il quale, mancando un quadro indiziario indipendente, nulla può nell'ottica di una incriminazione, il secondo - ossia la menzogna non chiarita sul perchè si mentì - è considerato come pesante indizio a carico, almeno finchè - come ho detto - non si fornisca spiegazione convincente che il motivo del mentire non abbia nulla a che fare coi fatti indagati.

Chiara ha detto...

Ciao Vanna,
non concordo con un paio di cose che hai detto: non credo possa essere Gozi ad avere segnalato - o fatto "scoprire" - Campisi e la colf, perchè gli avvistamenti di questi due avvengono su via Dini e lui, a due chilometri di distanza, non poteva vederne il transito (per lo stesso motivo è da escludere che Campisi abbia udito il medesimo urlo; che poi, dall'auto in movimento e con la ventola del riscaldamento, è verosimile non abbia proprio udito alcunchè), tantomeno fornire indicazioni; diverso il discorso del motorino, del quale concordo avrebbe potuto quantomeno udire il passaggio ed averlo riferito.
Inoltre non dimentichiamo una cosa: che, allo stato, l'avvistamento del Campisi mal si concilia con quello di Gozi; per i motivi rimando alla discussione già svoltasi sul punto nei giorni scorsi: il "terzo uomo" sul fuoristrada non ha al momento alcuna collocazione, logica e fattuale, nella ipotesi-ragusa-uccisa.

Stefania ha detto...

La deposizione della donna in motorino è facilissimamente riscontrabile. Come? Fosse anche avesse acquistato "farmaci da banco" quindi quelli per i quali non serve prescrizione medica e che non sono detraibili ai fini Irpef, se quindi anche lo scontrino fosse stato gettato dalla donna, la matrice della ricevuta, ovvero appunto dello scontrino, rimane nel registratore di cassa della farmacia. Questo nastro, diventa una bobina ed una volta esaurito, va conservato dal commerciante per un periodo di 5 anni. Quindi, ad oggi, è possibile sbobinare le matrici di quel periodo (vengono munite di fascetta e numerate proprio per essere eventualmente controllate da GdF o Equitalia) e controllare se davvero quella notte, sono stati venduti dei medicinali in quell'orario specifico.

La chiamerei "prova del 9" e non è affatto cosa difficoltosa oppure onerosa per gli inquirenti.

Stefania

Anonimo ha detto...

@Stefania
Sulla matrice della ricevuta viene indicato il gg e l'ora
Non il nome di chi ha comprato il medicinale n'è' il nome
Del medicinale. Inoltre essendo la sola farmacia di Pisa che effettua servizio notturno e' abbastanza "trafficata"
In quel periodo della notte.

Stefania ha detto...

Anonimo: la donna puo' dire cosa aveva acquistato. I medicinali hanno tutti il codice a barre. Certo, puo' essere che in quel medesimo orario puo' aver acquistato Buscopan, Aulin ed Aspirina un'altro cliente. Ma la signora dovrebbe essere una veggente per sapere di questa coincidenza. Sostengo sia una cosa da verificare e possa darci qualche garanzia circa la buona fede della teste.

Stefania

Chiara ha detto...

secondo voi una farmacia che fa servizio h24 non ha telecamere di sicurezza?

Vanna ha detto...

Chiara, hai ragione rispetto agli spostamenti, quello che il Gozi poteva vedere o meno, però lui ha detto e ripetuto che altri sapevano, che non solo lui aveva visto, come faceva ad affermare ciò con tale sicurezza se da dove stava lui aveva un panorama ridotto?
Siamo sicuri che la passeggiata del Gozi è andata come è andata?
Siamo sicuri che quello che riferisce il Campisi sia completo?
Personalmente non sono sicura che abbiano detto tutto.
Per quanto riguarda le telecamere, la farmacia le doveva avere in funzione, ma possono ancora essere utili?

Vanna ha detto...

Stefania carissima,interessante la notizia delle bobine dalle quali ricavare informazioni sui ticket.
Ti scriverò in privato più tardi.

Anonimo ha detto...

Chiara
Come fai ad essere certa che il il V d F avesse la ventola del riscaldamento accesa, e che la stessa fosse rumorosa?
Il riscaldamento in auto funziona, di solito, senza l'ausilio della ventola.
Non abbiamo il diritto di aggiustare le cose, per avvalorare quelle che sono solo ipotesi proprie.
Volare controvento andrebbe bene, ma volare contro la logica NO!

Manlio Tummolo ha detto...

Veramente, Ilustre Anonimo che mi dà del "tu" (siamo parenti ? abbiamo pranzato insieme?), non ho mai detto che il ritrovamento del corpo, specialmente a circa due anni di distanza varrebbe zero, per il semplicissimo motivo che ne dimostrerebbe almeno la morte. Ho detto solo che non sarebbe prova di uxoricidio da parte del marito, ma eventualmente da parte d'altri. Molto dipenderebbe dal luogo del ritrovamento. Se in Francia, difficilmente si potrebbe incolpare il Logli. Se sulla COncordia, difficilmente si potrebbe incolpare il Logli. Se si trovasse tra Gello, S. Giuliano, Pisa, Livorno, forse allora se ne potrebbe incolpare il marito. Dipende dalle condizioni fisiche del corpo, dal periodo di possibile occultamento, da eventuali specifiche tracce sul luogo, ecc. ecc.

Le testimonianze non testimoniano affatto la morte di una persona, ma di aver visto qualcosa in modo confuso, in una notte fredda e nebbiosa. Lo scontrino poi, dov'è ? E che dimostra? Che a una certa ora di sera qualcuno è andato a prendere qualcosa in farmacia . E' una prova di altrui omicidio ?

Voi vedete troppi spettacolazzi televisivi, cercate di disintossicarvene .

Vanna ha detto...

Manlio, le testimonianze non dimostrano certo la morte di R.ma indicano un percorso disseminato di indizi che saranno pure confusi dalle gelide nebbie notturne, e potranno essere eterei come ombre danzanti, eppure narrano qualcosa,
indicano qualcuno e fanno riflettere non poco.
Oltre gli "spettacolazzi" televisivi, c'è chi può almeno provare a ragionare sulle nebbie e sulle ombre.

Chiara ha detto...

Vanna in replica a me: sì, effettivamente hai ragione su tutto.

Anonimo: va bene l'osservazione, meno la pezza, quindi regolati di conseguenza se vuoi interloquire. ciò detto, TUTTI i riscaldamenti che ho avuto, anche i clima, in modalità antiappannamento (indispensabile quando fuori è sotto zero) un rumore di fondo lo fanno. e comunque è solo un dettaglio: se tu in marcia (col riscaldamento o meno, ma comunque col motore acceso) ai 50-70/h riesci ad udire un urlo che si presume provenire da 2 km di distanza (quante caspita di donne urlavano quella notte?) e che data la velocità dura una frazione di secondo, allora mi complimento con i tuoi sensi sovrumani. io non lo trovo verosimile e resto di questa idea, oppure le cose stanno diversamente da quanto il teste riferisce (per tempo, luogo, circostanza). La tua logica, di cui sei evidentemente maestro, cosa ti dice invece?

Anonimo ha detto...

Sì sì abbiamo capito che secondo qualcuno se non c'è la prova filmata di un delitto tutto il resto è inutile, non serve ripeterlo all'infinito o accusare gli spettacolazzi: secondo lui non s'ha da indagare, secondo gli altri sì. Divergenze d'opinione.

Anonimo ha detto...

Tummolo
Le testimonianze non confermerebbero l'uxoricidio, ma certamente le macroscopiche bugie di Logli, che unite a tutti gli altri indizi a suo carico, ne indicherebbero la colpevolezza.
Inutile arrampicarsi sugli specchi della notte buia, fredda ecc, ecc..
(mi scusi per il "tu") è sfuggito dalla tastiera.

Chiara ha detto...

Anonimo
che ne indichino la colpevolezza è un salto non consentito; certamente ne consentirebbero il rinvio a giudizio per vagliarne la gravità, precisione e concordanza che consentirebbero di ritenere raggiunta la prova da un punto di vista processuale.
ho già ricordato come sia principio pacifico che la menzogna circa i propri movimenti sia un elemento indiziario di un certo peso e per questo è gioco-forza consentire all'indagato di spiegare il perchè di quella menzogna in un contraddittorio pieno.
se lo spiega ragionevolmente finisce tutto a tarallucci e vino perchè il resto è insufficiente; viceversa il quadro può diventare decisamente grave.

mi pare di capire che "la notte buia, fredda ecc" sia per me, ma evito di replicare dato che mi pare che a te non interessi vagliare la verosimiglianza di una affermazione purchè faccia gioco all'idea che hai in testa, o meglio che TU CREDI faccia gioco alla tua idea chè in realtà Campisi poco si concilia con Gozi e se rileggi indietro ne trovi i motivi.

Manlio Tummolo ha detto...

Egregio Anoinimo delle ore 19.31,
dire bugie, che poi sarebbero infantili, non è prova di uxoricidio. Indizi ? Quali ? Quello che non capisco è cosa aspetti l'avvocato di Logli, se lo ha, o lui stesso se non lo ha, a querelare tutti quei telegiornalisti che continuano a battere una grancassa diffamatoria senza alcun elemento di prova. Il corpo non c'è, il testimone oculare di un delitto non c'è, il movente è dubbio (visto che si possono avere tante amanti senza diventare per forza assassini), c'è solo una sparizione, che può essere dovuta ad unn'infinità di ragioni tutte da verificare. Ho detto: perché non chiedono alle amministrazioni francesi i nomi di donne italiane andate a stabilirsi lì nel 2012 ? Non saranno certo miliardi. Da queste, secondo età ed alcune caratteristiche fisiche, dovrebbero senza troppe difficoltà verificare pure la testimonianza del cuoco. Ma l'impressione di base e ineliminabile resta quella che non abbiano alcuna voglia di lavorare come loro solito, così si gioca sul giallo, che attira clientela e pubblicità.

Manlio Tummolo ha detto...

PS) A proposito, si sa in quale giorno del mese testè iniziato, sarà interrogato formalmente l'indagato ? Allora ogni discorso potrà diventare più concreto e meno attaccato ai pettegolezzi di viandanti notturni e surgelati nella nebbia.

Anonimo ha detto...

Perchè, solo perchè sarebbe stata vista dal cuoco a Cannes (testimonianza su cui mi pare si possa orami stendere un velo pietoso) dovrebbe essersi stabilita in Francia??? Non ho capito il sillogismo...

Stefania ha detto...

Forse non è chiaro al Signor Tummolo che non solo nell'Europa aderente alla UE ma addirittura in Svizzera, che non fa parte dell'Unione Europea ma aderisce al trattato di Schengen, è possibile viaggiare per turismo senza visto. E se si trova per caso (senza per questo averlo cercato, eh ...) un impiego, come cuoco, come millantatore, come spazzino, come manager, nessun registro obbliga il cittadino europeo a registrarsi come AIRE. L'obbligo scatta solo ed unicamente nel momento in cui si chiede di spostare la residenza nel Paese dove si lavora. E neppure sempre, perchè se si ha un contratto di 3 o 4 o 5 mesi non è dovuto, anzi ... non si puo'.

La residenza la PUOI trasferire e la DEVI trasferire solo se lavori per 6 mesi ed un giorno (quello che fa la differenza) in un anno solare in altra Nazione e se ci abiti "stabilmente".

Non è che se uno va a fare l'Erasmus a Parigi per tre mesi e trova lavoro come lavapiatti deve registrarsi come "trasferito all'estero".

Stefania

Stefania ha detto...

Poi, un paio di parole merita il fatto ci sia chi é convinto che non essendoci cadavere, né prove di omicidio, non si debba indagare come se questo fosse accaduto.

Allora, passiandoci come buona il Logli possa aver chiesto alla giovine morosa di sopprimere due cellulari, essendo scomparsa la coniuge, nel caso i teste Gozi e donna in motorino alla ricerca di medicinali siano entrambi attendibili, ci sarebbe da spiegare perchè andare a raccontare altre balle circa l'orario di coricamento in branda.

Questi si chiamano indizi. E non sono il nulla. Si chiamano indizi e vanno valutati. Solo chi vuole cercare sulla Concordia quando la donna è stata vista anche ad orario di cena quando la nave aveva lasciato da parecchio il porto di Civitavecchia, puo' ancora proporre una simile ipotesi. Ipotesi che non voglio commentare perchè se dovessi farlo finirei con l'avere un linguaggio piuttosto colorito che riservo solo a persone amiche ed io e questa persona, ci mancherebbe, mica ci si da del "tu". Giammai!

Stefania





Chiara ha detto...

Perchè non è affatto indifferente - processualmente - verificare la credibilità degli avvistamenti notturni di Logli, in base ai principi giurisprudenziali consolidati:

"In tema di valutazione della prova, l'alibi falso, in quanto sintomatico, a differenza di quello non provato, del tentativo dell'imputato di sottrarsi all'accertamento della verità, deve essere considerato come un indizio a carico il quale, pur di per sé inidoneo, in applicazione della regola dell'art. 192 c.p.p., a fondare il giudizio di colpevolezza, costituisce tuttavia un riscontro munito di elevata valenza dimostrativa dell'attendibilità delle dichiarazioni del chiamante in correità, ai sensi del comma 3 dell'art. 192 c.p.p.";

"L'assenza di un alibi o la sua incertezza probatoria non costituiscono elemento pregiudizievole per l'imputato. Un alibi falso o mendace è invece sintomatico del tentativo di sfuggire all'accertamento della verità. Il giudice deve quindi tener conto di quest'ultimo, quale estremo indiziante ed unitamente a tutti gli altri acquisiti valutarlo nel prudente apprezzamento per la formazione del giudizio finale".

Quanto al (presuntamente) necessario rinvenimento di un cadavere, ecco un altro paio di principi:

"In tema di omicidio volontario, anche l'evento morte può essere provato mediante indizi, gravi, precisi e concordanti (art. 192 c.p.p.), nessuna limitazione in tal senso ponendo la legge, nè rileva la mancata scoperta del cadavere, come anche si desume dalla punibilità, quale titolo autonomo di reato dell'occultamento di esso (art. 412 c.p.), punibilità non condizionata alla successiva sua scoperta. A tal fine il giudice può tenere conto anche del comportamento "post factum" dell'imputato, non risultando fondata la tesi che esso rilevi soltanto per la determinazione della pena, ex art. 133 c.p."

"Una volta provata la realizzazione del reato di omicidio senza che il cadavere della vittima sia stato rinvenuto, la prova del concorrente reato di soppressione di cadavere è in re ipsa. (Nella circostanza, la Corte ha ribadito il principio che l'assenza del cadavere dell'ucciso non impedisce la formazione della prova del reato di omicidio né condiziona l'affermazione di responsabilità dell'imputato)"

Si può non concordare e ritenere che gli assassini sufficientemente abili a sopprimere il corpo vadano premiati con l'impunità, ma vivaddio qui le cose funzionano diversamente.
A prescindere dal caso specifico ovviamente, è un discorso generale; ognuno, se vuole, adatti i suddetti principi al caso di specie.

Per parte mia, dico che fretta non ce n'è ed è meglio tentennare che sbagliare: quindi si assumano ad incidente probatorio anche gli altri testi concordanti con Gozi (peraltro in tal modo anche l'indagato può partecipare al contraddittorio) e si attenda ancora un ragionevole periodo di tempo continuando a cercare r. non solo morta ma anche viva, in modo che anche il mancato esito delle ricerche in vita possano assurgere ad indizio della sua morte. Diversamente - ossia mancando la dimostrazione di una seria ricerca di persona viva - l'indizio di morte dato dal suo mancato rinvenimento sarà sempre opinabile.

p.s. quarto grado ci ha informati delle attuali ricerche nei pozzi: sono 30.000 nella provincia e circa 3.000 nel solo comune di S.Giuliano. Buona fortuna.

Antonello ha detto...

Secondo me ha ragione Tummolo, nel senso che non hisogna in ogni caso confondere, L. colpevole od innocente di un reato che esiste o meno, i sospetti fin fondati con i veri e propri indizi.
Si puo' sospettare che un reato ed un omicidio vi sia stato ed allora e' onesto indagare e darne atto permettendo diritto di difesa.
Altra cosa e' un indizio, un fatto cioe' che dimostra un altro fatto legato alla responsabilita' e neanche ad un fatto terzo, ma a cio' che syrettamente attiene all'accusa.
Direi che eventuali bugie del L. dimostrerebbero ben poco in merito ad eventuale responsabilita' in omicidio.
Quello che dice Chiara citando le fonti e' sacrosanto, c'e' differenza fra alibi assente ed alibi falso, ma un alibi esiste solo se esiste un omicidio, diversamente non c'e' di gia' motivo di parlare di alibi.
Secondo me, nessuno ha visto scene cruente, non vi sono prove di nessun omicidio, non esiste un corpo = non vi e' certezza esista proprio il reato.
Che poi, dopo le novelle giudiziarie degli ultimi anni, si possa processare un sospetto non sarebbe una novita' nuova, dopo il processo indiziario quello sospettario e' il minimo che si studiera' in forza di una strana gara generazionale giustizialista.
Altra cosa sarebbe se vi fossero vere e proprie prove, testimonianze di un omicidio perpetrato, un corpo rinvenuto con elementi significativi e tristemente privo, allora esisterebbe un reato, per ora il reato e' presunto cautelativamente in base a determinati sospetti, daltronde si parla giudiziariamente di scomparsa, non vi e' nemmeno dipartita presunta.
Certo, le eventuali bugie che potrebbero trasparire e rivelarsi in un interrogatorio serio su ben tre testimonianze precise, anche se per certi versi enigmatiche, potrebbero convincere un rinvio a giudizio, ma per omicidio o false dichiarazioni in atti???
Qual'e' il limite discrezionale del rinvio a giudizio??? Esiste o no un non sconfinabile limite all'arbitrio nell'archiviare come nel rinviare a giudizio???

Chiara ha detto...

Antonello

quei principi, compreso quello secondo il quale anche il reato in sè può essere ritenuto su mera base indiziaria e quindi senza materiale rinvenimento del corpo, non sono una novità, vengono ribaditi costantemente almeno fin dagli anni'70 ma di quelli precedenti non possiedo banca dati.

se ciò fosse imposssibile, ripeto, significherebbe premiare chi, non ripreso nell'atto omicidiario, fosse anche abbastanza abile o fortunato da rendere irreperibile il cadavere. Vogliamo davvero inaugurare questo nuovo corso? O non è meglio, come affermo, procedere con i piedi di piombo e assicurandosi di avere ben vagliato ogni alternativa, anzichè disinteressarsene del tutto? Perchè, stringi stringi, questa sarebbe la conseguenza logica dei discorsi intorno alla mancanza del corpo (che non andrebbe nemmeno cercato per coerenza) e della "pistola fumante".

Non so se vi siete accorti che il discorso si arrotola su se stesso: non ha senso cercare il corpo perchè non vi è prova di omicidio e non vi è prova di omicidio perchè non c'è il corpo; ma siccome non può venire cercato perchè manca il presupposto allora è impossibile che mai esso sia dato. Quindi, belli i discorsi e tutto quanto, ma occorre imporsi un senso pratico e soprattutto uno scopo e questo lo si fa con la prudenza necessaria a non rovinare esistenze e con la massima diligenza non trascurando alcuna alternativa, ma non certo con la rinuncia ad agire in base a sofismi che si autoalimentano a vicenda.
cosa non ti garba di questo che ho detto: "fretta non ce n'è ed è meglio tentennare che sbagliare: quindi si assumano ad incidente probatorio anche gli altri testi concordanti con Gozi (peraltro in tal modo anche l'indagato può partecipare al contraddittorio) e si attenda ancora un ragionevole periodo di tempo continuando a cercare r. non solo morta ma anche viva, in modo che anche il mancato esito delle ricerche in vita possano assurgere ad indizio della sua morte. Diversamente - ossia mancando la dimostrazione di una seria ricerca di persona viva - l'indizio di morte dato dal suo mancato rinvenimento sarà sempre opinabile"?

Manlio Tummolo ha detto...

Signora Stefania,
come si può discutere con persona che dà per scontato che Tizio sia un assassino solo perché ha un pomo d'adamo evidente e che, per se stessa, si dichiara "EMOTIVONA" (cfr. commento del 12/02/ 2013 delle ore 21.15, articolo Adinolfi). Uno deve per forza essere un assassino perché Lei odia le persone col pomo d'adamo in evidenza. Questa è la vostra logica e metodologia. Avendo sostenuto un esame di Diritto dell'Unione Europea e studiata la situazione per conto mio, credo di saperne qualcosa. Il diritto di stabilimento, da me citato sulla base di norme dell'Unione Europea, è appunto diritto di assumere la residenza, e quindi di farsi registrare, altrimenti diverrebbe un semi-clendestino, se non clandestino del tutto. Ovviamente nei Paesi dell'Unione Europea questo si può fare, in Svizzera no. Schengen riguarda la situazione confinaria dall'esterno, non lo stabilimento come cittadino europeo nel proprio Stato.

Cortese Anonimo, per uno che voglia andarsene dall'Italia, stando in Toscana, il percorso più rapido è in direzione della Francia (Corsica o Nizza): almeno così ci insegna la geografia fisica e politica. Tutto il resto è evidentemente aleatorio. Ma ovviamente per chi ha il proprio assassinetto in tasca, anche la geografia è difficile da capire.

Mimosa ha detto...

Hai ragione Chiara,
altrimenti pochi processi di mafia sarebbero stati processati, con tutti quei corpi distrutti dall’acido o cementificati nei pilasti di palazzoni!

Mah, signore e signori,
tutte belle parole quando si citano i princìpi e i dettami della Legge che dovrebbero essere la Bibbia per tutte le figure appartenenti al ramo “Giustizia”. Poi, si sa, c’è la sfilza delle “eccezioni”, dei “casi particolari”.
Per non parlare delle Sentenze e i Pronunciamenti (della Corte Costituzionale in primis ma anche del primo Tribunale che si trova a trattare un caso a cui per analogia un altro, anni dopo, può essere associato) i quali fanno testo giurisprudenziale.
Chiara tutto questo lo sa bene.
E infine c’è lo stramaledetto “libero convincimento” non solo prerogativa del giudice in camera di consiglio ma anche del PM prima di costruire il castello accusatorio! È così che a Parolisi è stato attribuito il “falso alibi”, con tanta leggerezza di coscienza, semplicemente perché non gli hanno voluto credere, chi avrebbero altrimenti incolpato?

Quante volte nei casi di omicidio viene mandato a processo qualcuno solo perché “era l’ultima persona ad aver visto viva la vittima”? Per AL non vale?

Il fatto che “asseriva di dormire” mentre la moglie scompariva, non dovrebbe essere preso per “prova” di innocenza. Dovrebbe valere zero. La parola di un indagato di solito non vale niente.
Parolisi e Sabrina Misseri (come migliaia di altri, ad esempio Chico Forti) sono all’ergastolo e si proclamano innocenti.
Chi ha visto AL dormire nel suo letto tutta la notte? Che razza di “alibi” è??

Manlio Tummolo ha detto...

Ho mandato poco fa commento, ora misteriosamente persosi nell'aria. Giochi di Google. Allora, signore carissime, facili a dare per uxoricida solo chi vi è antipatico, attenzione: vi sono persone risorte dopo vent'anni, quando il fratello loro si è fatto un po' di carcere, proprio grazie alla sparizione. Non tutti i fratelli sono Caìni, e non tutti i mariti con amanti uccidono le mogli. Per mandare in carcere qualcuno occorre un qualche riscontro. Esempio: testimonianze dirette ed oculari del fatto, minacce di morte indirizzate alla presunta vittima, tracce di sangue evidenti e attribuibili al presunto morto, gente che parla, testimoniando non pulizie notturne di strade, bensì omicidi od occultamenti, ecc. Altrimenti qua ciascuno di noi potrebbe essere condannato per omicidio solo perché diciamo di essere a letto, mentre puliamo invece il marciapiedi dagli escrementi del nostro cane.

Mimosa ha detto...

Manlio, a proposito di “diritto di stabilimento” sapevi che in Italia vige la norma di Pubblica Sicurezza che se tu trascorri qualche giorno presso il domicilio altrui, i tuoi ospitanti sono tenuti ad andare a presentare la denuncia di “dimora temporanea” e altrettanto vale per te se ospiti qualcuno, anche una notte ossia per 48 ore o addirittura se un tuo amico ti chiede di lasciare a casa tua una sua valigia con indumenti? Quale italiano ha mai presentato alla Questura tale formulario? Eppure esiste, è lo stesso che va compilato quando si affitta un appartamento.

Questo per dire che una RR potrebbe risiedere in qualunque paese del mondo in qualità di “ospite”, senza obbligo di essere registrata ad alcuna anagrafe!
Pensa alla facilità negli USA di cambiare nome e cognome e farsi i documenti ad hoc: là, per prncipio, ti credono sulla parola.

Manlio Tummolo ha detto...

Mimosa, dolcissima Mimosa, c'è un'insignificante differenza tra il caso Ragusa e i casi Parolisi e Misseri: c'era un cadavere, c'era il morto, e ci sono stati due gradi di processo per Parolisi, uno per i Misseri, nessuno finora per Logli. Abbiate pazienza, non correte prima del tempo. Sono situazioni per ora del tutto imparagonabili. Troppa televisione, troppa televisione !

Mimosa ha detto...

Ma come, carissimo Manlio, qui sopra scrivi:
"Per mandare in carcere qualcuno occorre un qualche riscontro. Esempio: testimonianze dirette ed oculari del fatto, minacce di morte indirizzate alla presunta vittima, tracce di sangue evidenti e attribuibili al presunto morto, gente che parla, testimoniando non pulizie notturne di strade, bensì omicidi od occultamenti, ecc. "
e sotto avvali la colpevolezza dei citati personaggi SOLO perché ci sono stati dei gradi di giudizio?
Perdonami, non mi pare coerente il discorso.

Manlio Tummolo ha detto...

Degli USA nulla so e poco m'interessa. Qui si parlava di come funzionano le cose in Unione Europea. A maggior ragion si potrebbe sparire, se le cose fossero così semplici. Ma so che per immigrare in USA ti facevano stare in quarantena in un edificio del porto per vedere se avevi i pidocchi, la lebbra o altre malattie infettive, e non era semplice scappare prima del tempo.

Oggi al confine messicano si passa anche abusivamente, malgrado vere e proprie fortificazioni. Ma dubito che riguardi una Roberta Ragusa.

Mimosa ha detto...

Dove sono i testimoni diretti del fatto nei casi Scazzi e Rea?

Manlio Tummolo ha detto...

Stammi a sentire, cara Mimosa, io non avvalgo proprio nulla: sei tu che hai citato i due casi, io ti ho solo risposto, che sono casi non paragonabili. Finiamola con questi miserabili giochetti di bassa sofistica femminile di rovesciare il significato delle cose. Non sono io a contraddirmi, ma chi, di fronte a due condanne, proclama innocente il condannato; di fronte ad una semplice indagine, ben lontana da una qualche precisa determinazione, proclama colpevole l'indagato !

Chiara ha detto...

Riprendendo l'Anonimo, ancora non mi pare spiegato cosa consenta di dire che se in Francia è passata allora in Francia si è stabilita.
Potrebbe essersi stabilita in un qualunque Paese europeo o anche extraeuropeo, dopo essere espatriata per il valico francese.

Potremmo anche ipotecare gli anni venturi a farci dare i nominativi di tutte le persone che a partire dal 14 gennaio 2012 hanno stabilito all'estero, in un qualunque Paese del mondo e proveniendo (sulla carta) da un qualsiasi altro, la propria residenza; potremmo quindi restringere il campo alle donne caucasiche tra i 40 e i 50; poi andare di persona a guardarle in faccia tutte quante per vedere se siano lei. Ma ancora, non trovandola, non avremmo una risposta definitiva: perchè indurre che una persona che rischia in patria l'incriminazione per procurato allarme o simulazione di reato, si lasci intimorire da un eventuale ordine di espulsione nel Paese straniero in quanto soggiornante clandestina e perciò si registri all'anagrafe appena possibile rendendosi potenzialmente rintracciabile (e quindi agevolando l'incriminazione in patria) specie se a un tiro di schioppo da casa, è tutto da discutere.

Come da discutere è il fatto che, procuratasi una nuova identità così da bypassare tutta una serie di ostacoli che la lunga "latitanza" implica (cure sanitarie, accertamenti di polizia ecc) non possa essere in costante movimento sotto falso nome con visti turistici di qualche mese. Abbiamo a livello internazionale la possibilità di farci dare anche tutti i nominativi di tutte le donne che nell'arco di due anni si siano mosse in Europa e fuori con brevi visti?

E ancora, possiamo contare sulla stringente morsa burocratico-amministrativa di ogni Paese del mondo quando in molti nemmeno le nascite vengono registrate?
Sarei scettica, ma magari mi sbaglio...

Quindi ribadisco che per me sarebbe follia abbandonare la ricerca del corpo altrettanto quanto lo è il rinunciare a vagliare la sua eventuale "latitanza".
O si mettono due squadre a lavorare a tempo pieno sulle due ipotesi o ci si gioca il 50% di possibilità: perchè se è morta sprecheremo anni in costose e sterili ricerche in mezzo mondo; mentre se è viva li sprecheremmo a cercare un corpo inesistente nei dintorni di Pisa.

NESSUNA delle due strade può essere abbandonata e, considerato l'assai più limitato contesto spaziale di un eventuale occultamento (e quindi la maggiore possibilità di successo dell'indagine se corpo materiale ancora vi sia) andare per mari e monti rinviando questa ricerca a quando le eventuali ossa saranno polvere non so a chi porti vantaggio.

Manlio Tummolo ha detto...

Continui ? Ho forse condannato io i Misseri e Parolisi ? Dei primi sai bene che credo nell'innocenza di tutti e tre, più l'intero parentado: nel caso Parolisi, vi ho sempre dato ragione riguardo ai tempi e ai modi del delitto senza più di tanto approfondire il caso. Non dedico la mia vita ai delitti, ma cerco solo di esprimere opinioni su procedure. Tuttavia, come altri noti casi in discussione processuale, che è inutile ricordare, una cosa è quando si trova un corpo straziato, un'altra quando non si trova (per ora, per ora, per ora, ecc. ... !!!) nemmeno l'osso sacro ! Se vi pare situazione da poco, prendetevela col Codice Civile e con i 10 anni di attesa per una morte presunta .

Anonimo ha detto...

e' chiaro, al signore piace solo la propria campana din don din don

Mimosa ha detto...

Va bene, Manlio, hai sempre ragione!

Chiara ha detto...

mentre processualmente ripeto:
1) se si potesse dimostrare che ogni ricerca in vita è stata compiuta con la dovuta diligenza questo, unitamente all'anomalia delle circostanze della scomparsa e ad un ragionevole lasso di tempo trascorso (che non possono essere soli due anni), potrebbe fare indurre processualmente la morte della persona (d'altra parte avvengono quotidianamente dichiarazioni di morte presunta, quindi questa possibilità anche in assenza di cadavere non può essere revocata in dubbio).

2) se fosse appurato che Logli mentì sui suoi spostamenti nella notte della scomparsa ed egli non potesse fornire spiegazione ragionevole della menzogna (se la fornisse, amici come prima) questo, unitamente ad altre circostanze indiziarie che possano convergere tutte in una direzione, potrebbe consentire anche l'affermazione di coinvolgimento del marito in quella morte.

Quindi mettiamo un punto fermo su questo: se le indagini sono ben fatte e multidirezionali, nulla osta, secondo canoni di ragionevolezza, alla processabilità - e condannabilità - del marito.
Solo mancando il presupposto di una buona indagine ciò sarebbe impossibile e, se fatto, costituirebbe un abuso.
E francamente non mi pare questo il caso: la Procura di Pisa forse non starà indagando al meglio per scoprire l'eventuale allontanamento (?) ma le indagini sulla possibile soppressione della Ragusa le sta facendo rispettando tutte le garanzie degli indagati, dei quali nessuno è sottoposto neanche alla più blanda misura cautelare.

Resta da chiedersi se il preteso avvistamento di Campisi potrebbe portare ad un diverso indagato, nella fattispecie l'autista del fuoristrada e se la Procura ci stia lavorando.

Solo la mancanza di queste due indagini alternative (la scomparsa e l'omicidio per mano terza) potrebbe costituire, a mio avviso, motivo di censura per l'operato della Procura ma ciò non toglie che vi siano elementi sufficienti per proseguire ed approfondire quella attuale e in ciò non trovo motivo di reprimenda.

Anonimo ha detto...

Ineffabili Stefania e Mimosa

Sapete colpire di fioretto con una tale dolcezza, da abbattere pure un bisonte!!!
libera me domini...

Chiara ha detto...

Il codice civile, però, prevede anche la situazione intermedia: dopo due anni dalla scomparsa si può ottenere la "dichiarazione di assenza" che produce conseguenze molto simili a quelle della dichiarazione di morte presunta (salvo per la facoltà di nuovo matrimonio che è preclusa) con piccole differenze connaturate alla differenza "prognostica" tra una scomparsa di due piuttosto che di dieci anni (nel primo caso, le misure sono definite provvisorie e servono da "ponte" tra la scomparsa e la dichiarazione di morte presunta).

Dico questo per significare che la scomparsa di una persona per un periodo ragionevole determinato in due anni non è affatto indifferente all'ordinamento, i quale anzi ha approntato lo strumento che consente di "simulare provvisoriamente" la morte del soggetto in attesa di poterla dichiarare presunta.

Anonimo ha detto...

Chiara
Mi sai dire, stando a quanto hai scritto, perchè il Logli ha regolato le sue cose, compresa l'ufficialità dell'amante in casa e il disfacimento di tutto quanto apparteneva a R, con una sicumera sconcertante di NON RITORNO della moglie???
Ma...forse non conosceva le Leggi... (sic)

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Chiara ha detto...

Anonimo
chiedo io a te: perchè fai A ME questa domanda? non ho forse detto che nei confronti di Logli ci siano indizi più che sufficienti a giustificare il suo stato di indagato?
se ho spiegato male rispiego: ciò che affermo è che è ancora presto per puntare TUTTE le fiches su roberta morta, specialmente se non ci danno conto che sia stata scupolosamente cercata in vita; ma ciò detto, quando e se sarà possibile intendere con ragionevole certezza roberta morta pure senza averne rinvenuto il cadavere, allora Logli che si porta al seguito cotanti indizi (tra cui quello che indichi tu) avrebbe un bel da fare a convincere di non centrar nulla con quella morte.
più chiaro adesso o ancora non mi spiego?

specifico ulteriormente che TRANNE l'indizio dell'avvistamento di Gozi e donne che, se confermato, solo Logli avrebbe il potere di indebolire o annullare fornendo convincente spiegazione per la menzogna, tutti gli altri non sono DI PER SE' gravi nè precisi (questi due sostantivi significano che non sono ammesse spiegazioni alternative ragionevoli); e allora, siccome la "concordanza" è una fase successiva nella valutazione degli indizi - che segue la loro affermazione di gravità e precisione - è quello potenzialmente grave e preciso (la rivelazione di una menzogna circa i propri movimenti nel momento della scomparsa) a dover essere tenuto in primario conto. Perchè senza di esso, piaccia o no, gli altri sono troppo non-inequivoci da passare un vaglio processuale.

Anonimo ha detto...

Chi ha visto AL dormire nel suo letto tutta la notte? Che razza di “alibi” è??

Chiara ha detto...

un "alibi" non verificato/non verificabile non è un indizio.
pour parler, c'è chi potrebbe replicare che proprio la mancanza di un alibi decente sia la miglior dimostrazione d'innocenza dato che i colpevoli tendono sempre a cercarsene uno.
o, al contrario, c'è chi - come me tempo addietro - potrebbe affermare che quel "alibi-nonalibi" non verificabile fosse la mossa migliore per chi avesse la coscienza sporca e fosse abbastanza furbo da non inventare cose facilmente sbugiardabili; in questo caso, il nostro avrebbe sottovalutato quelle due persone transitate in via Gigli che costituiscono l'unico rischio di smentita; ma col buio e la nebbia difficilmente avrebbero potuto essere certissime, quindi ancora una volta - parlo fingendo una sua certa colpevolezza - quella dichiarazione è la migliore che potesse fare; e tutto sommato lo stato delle cose mi dà ragione: fossero dichiarazioni "blindate" avrebbe già subito una misura cautelare.

Antonello ha detto...

@Chiara 23,24 dell'1/12/13
Niente, non son d'accordo, ma non con i tuoi assunti, con il concetto che "in assenza di reato accertato" si possa parlare di alibi, dentro l'accertato c'e' il vulnus, perche' un vulnus "opportuno" va sempre cercato a seconda dell'indagato/a, se e' anafettivo/a, se ha o meno un/una amante, se ha o meno tentato di nasconderla od a seconda di voluttuari sospetti piu' o meno discrezionalmente fondanti.
Un reato non si puo' accertare senza rilievi univoci ed oggettivi, non si puo' accertare qualcosa con criteri indiziari, non si potrebbe parlare di "accertare", accertare non e' "rendersi certi", ma e' prendere atto di certezze, "essersi accertati" significa descrivere i criteri dell'accertato fotografandone i rilievi da cui risulta la cosa "accertata".
Ora, rientrando nel tuo discorso con queste premesse, e non prendendo oro colato solo perche' potrebbe cadere dal cielo come manna, non vedo il problema, vi sono tre testimonianze per certi versi, per altri meno, convergenti sul fatto che il L. sarebbe uscito quella notte, benissimo, questo prova l'esistenza di un reato mai accettato???
No, prova se i testi sono accreditati che avrebbe mentito dicendo che sarebbe andato a dormire invece di uscire.
Benissimo, il fatto ipotetico che avesse mentito sino ad ora ed in atti prova forse l'esistenza del reato eventualmente a suo carico di omicidio??? Non mi sembra, torniamo ad Ascoli, anche se le storie mi sembrano ben diverse, anche avesse mentito il reato di omicidio rimarrebbe comunque "non accertato", ossia forse mai esistito, e di fatto e giudiziariamente (in quanto non vedo rilievi, testimonianze o prove che ne accertino l'esistenza).
Quindi, bene si fa a cercare la verita' in presenza di una scomparsa e di piu' o meno fondati sospetti, ci mancherebbe, e sempre con la visione come dici tu a 360 gradi, cioe' con la volonta' di ricerca della verita'.
Giudiziariamente potrei tradurre il mio pensiero con l'apertura di un fascicolo a monte di presunto reato grave acceso a titolo attivamente cautelativo, da cui eventualmente poteva, in presenza di fondati sospetti, emettersi fascicolo parallelo di indagine nei confronti di interessati (con la differenza che a questo punto non mi fiderei piu' e consegnerei il primo fascicolo alla procura che controlla la seconda).
Es. Roma verifica la procura di Cagliari, benissimo, il fascicolo di scomparsa va a Roma ed eventuali indagati li indaga Cagliari, chiaramente in assenza di novelle istituzionali (che so pool creati apposta sulle persone scomparse ad esempio).
Io la ragiono cosi', non puo' indagare sulla ricostruzione di una verita' chi ha gia' una preclusione su di essa.
Ritornando al nostro caso indi e' li l'anomalia, fatto salva la ricerca attiva cautelativa, se il reato non e' accertato a quale titolo arrivare gia' a parlare di alibi???

Antonello ha detto...

@Stefania 23,55 del 1/12/13
Non sono d'accordo sull'assunto che assenza di alibi sia colpevolezza "certa", non ha senso nemmeno ricordando i vari casi gia' accaduto, ancor meno a dire il vero pure se di "organizzata".
Non ha proprio senso a prescindere, significa che siccome sarebbero gia' accadute delle bestemmie giuridiche (vedi Tortora: e si che anche lui alibi probabilmente non ha nemmeno mai pensato di crearsene) sarebbe perfettamente razionale e dovrebbe essere condivisibilmente legittimo accettare il rischio pieno di mandare bello bello in carcere un perfetto innocente.
E questo vale per tutti i reati e non solo per quello di omicidio, voglio sperare ad esempio che un domani non venga arrestata e condannata gente "priva di alibi" in ascensore se all'apertura delle porte una donna urlasse, nei confronti dello chaffer, una violenta violenza essendosi strappata la camicetta.
A proposito, una piccola curiosita', in America sembra che la maggioranza degli uomini rifiuti di salire sugli ascensori con le donne da soli per paura che denuncino poi eventuali violenze.
Va beh, come al solito ho sconfinato nel "patatina e pisellino", ed a parte casi lampanti di finte violenze vedo anche io rattristato che la violenza sulle donne aumenta, bisognerebbe forse intavolare un serio dibattito sociologico e non giudiziario, perche' forse se se ne parla solo in quelle sedi il problema e' intrinseco nel sistema.
Tornando, giusto indagare ricostruendo la verita' su una scomparsa ma farsi condizionare la giustizia dal malfattore ipotetico perche' si ha il timore personalissimo che rida sotto i baffi lo trovo privo di "identita' personale e giuridica".
Senza alcuna ntenzione di entrare nel personale chiaramente.

Anonimo ha detto...

Chiara
Ho capito anche quello che sei convinta non fosse chiaro.
Sono basita, ciononostante, che i numerosi indizi accumulati a carico di Logli, nonchè le chiare testimoniane (che non sarà poi tanto facile smontare) non fosse stato ancora interrogato e trattenuto in custodia cautelare.
Sono altresì disgustata dai continui e persistenti contrappunti avanzati da azzeccagarbugli del diavolo, mirati a demolire sistematicamente il logico costrutto dell'opinione pubblica (quella RAGIONATA), e le "convinzioni" degli organi inquirenti, che pur conteranno qualcosa, secondo la nostra giurisprudenza, (vedi "convinzione" del giudice nel caso Parolisi).
Non vorrei essere confusa con quelli definiti "forcaioli", ma vorrei che fosse dato a Cesare quello che è suo.

Manlio Tummolo ha detto...

Signor Anonimo,
a me piace la lealtà in chi scrive. Chi non ha neppure il coraggio di mettersi un segno distintivo farebbe meglio a tacere e a non fare lo spiritoso, altro che campane !

Credete che dare dell'assassino "ipotetico" a qualcuno sia uno sport da prediligere ?

Chiara ha detto...

Antonello
temo ti sia sfuggito il particolare fondamentale che il termine "alibi" lo uso appunto sempre tra virgolette...avrà un significato questa cosa o no? avessi inteso riferirmi ad un alibi vero e proprio, che presuppone un delitto, perchè avrei virgolettato la parola secondo te?
ciò detto continui a filare sulla domanda "ma la menzogna è dimostrativa di un delitto?" quando io ho fatto un discorso ben più articolato e per GRADI SUCCESSIVI E NECESSARI che richiamo:
a- potere ragionevolmente, anche per indizi, indurre la morte della persona (presupposto primo ineluttabile per poter proseguire; per questo step è indispensabile che non ci siano dubbi sulla diligenza delle ricerche in vita),
b- in grado successivo la sua eteroproduzione (e non invece la sua autoproduzione o accidentalità le quali, quando ne parlammo, mi pare fossimo tutti concordi di poterle ragionevolmente escludere a questa distanza di tempo senza rinvenimento del corpo),
c- in grado ulteriormente successivo la sua eteroproduzione da parte del marito (e non invece da parte di terzi estranei; per questo passaggio sarà giocoforza vagliare la posizione del marito che non è del tutto neutra ma che invece porta con sè tutta la serie di circostanze anomale che tutti sappiamo).
Quindi come vedi, la menzogna del marito viene in considerazione, nei miei discorsi, come fase finale del vaglio investigativo e non certo come presupposto come tu vorresti far intendere con la tua replica a me!

In definitiva, poichè la divergenza d'opinioni può sempre sussistere ma deve vertere sulle reali opinioni e non su quelle immaginate e dato che entrambe le circostanze che ho segnalato (l'avere trascurato le virgolette che denunciano ed avvisano di un uso CONSAPEVOLMENTE IMPROPRIO del termine e l'avere INVERTITO I FATTORI del mio discorso sulla presunta menzogna da ultima fase un percorso a presupposto dello stesso) rendono la tua replica incoerente coi commenti che ne sono l'oggetto e questo mi fa pensare che a dispetto dell'attenzione che solitamente poni ai commenti altrui, in questo caso tu non abbia inteso comprendere i miei discorsi, ma è come se li avessi letti mentre la maggior parte del tuo cervello continuava a filare sulla tua idea circa le mie idee, anzichè concentrandoti a cogliere la reale connotazione di queste ultime, quindi mi scuserai se considero la tua replica come un pensiero a se stante o rivolto a chi eventualmente la pensi nel senso che tu contrasti; ma non certo non rivolta a me.

Manlio Tummolo ha detto...

Come dico a tutte le care signore scatenatesi contro un ipotetico uxoricida sulla base di scontrini e di visioni notturne, tutte da chiarire, il Logli dovrebbe essere interrogato nei prossimi giorni (il che , fatto a due anni dalla scomparsa della moglie, dimostra con quale serietà si lavora nelle Procure e come gli avvocati - a loro volta - lavorino bene nel tutelare l'onorabilità dei loro patrocinati). Nella fretta cieca di condannare preventivamente uno, non si ha neppure la pazienza di attendere i risultati di questo primo interrogatorio, dove lo stato di indagato dovrebbe essere formalizzato in pieno, se Dio vuole: almeno la situazione sarà limpida su tutto il fronte. Questo tanto per far capire il grado di cecità prodotta da abuso di trasmissioni televisive, in assoluto spreuio di norme costituzionali e procedurali italiane, europee e planetarie. Complimenti a tutte !

Di passaggio, ricordo che i nazisti chiamarono "Nacht und Nebel" (Notte e Nebbia) l'operazione di genocidio degli Ebrei, degli zingari e di tutti gli oppositori, appunto perché nella notte e nella nebbia la visibilità è praticamente nulla. Far sparire la gente nella notte e nella nebbia è la cosa più semplice, perché se non nulla, assai poco si vede, e sulla base di queste immagini confuse si vorrebbe sostenere la colpevolezza di qualcuno. Dove poi sarebbe stato compiuto l'omicidio, con quali modalità ecc., con quali modalità l'occultamento, ovviamente nessuno lo sa, ma sono già pronti con la condanna preventiva.

E poi si viene a dire a me che "voglio aver sempre ragione" ! Sapete come si dice, in tali casi, nel dialetto veneto ?

Chiara ha detto...

Anonimo 09:39

sì, sono consapevole che il concetto di garantismo (quello che ha correttamente guidato, a mio avviso in giusta ed equilibrata misura, gli inquirenti ad indagare a piede libero) sta sui calcagni all'opinione pubblica ed è fonte di tante contumelie alle categorie forensi; ma per chi sia formato al rispetto dei diritti fondamentali e sia consapevole delle infinite possibilità di errore laddove non vi sia "pistola fumante" (e, a volte, anche laddove vi sia), il "garantismo" è d'obbligo: venirne meno sarebbe come per un ingegnere trascurare i calcoli basilari del progetto prima di cominciare a gettare il cemento.

Quindi, da questo punto di vista, non sono come te basita bensì rallegrata dalla circostanza: in troppi casi (buona parte di quelli comuni e praticamente la totalità di quelli mediatici) si abusa delle misure cautelari, snaturandone la funzione per farne un indebito strumento di pressione sugli indagati.

Prendo spunto invece per soffermarmi sulla questione interrogatorio: ha poco da dire la difesa che attende la convocazione per chiarire la posizinoe dell'indagato e/o smontare i pretesi indizi a carico e che quindi le sarebbe al momento impossibile farlo, chè viceversa potrebbe presentare autonomamente memorie ed esiti di indagini difensive.
Se non lo fa è perchè (correttamente, da un punto di vista professionale) non intende - cadendo nella trappola dell'inversione dell'onere probatorio - esporre l'indagato al rischio di contraddizione evidente riversata in atti prima di conoscere tutto il compendio investigativo a suo carico (cosa che potrà conoscere solo con la convocazione ad interrogatorio - ma con pochissimi giorni per studiare le carte e questo mi fa credere che anche lo interrogassero si asterrà dal rispondere - oppure con l'avviso di conclusione indagini).

Quindi, da parte mia, un grande sì per la Procura per come sta gestendo l'indagine a carico dei congiunti della Ragusa (e un grande no se sta trascurando del tutto le ricerche in vita che, come detto, sono funzionali alla ragionevole esclusione dell'ipotesi) e un grande sì anche alla difesa per come sta gestendo l'altra parte della barricata assicurando la massima tutela agli indagati; perchè, come ho detto, se la presunzione di non colpevolezza è un concetto che dà l'orticaria all'opinione pubblica (che la chiama "cavillosità") e ai media, deve invece essere sempre la bibbia per gli operatori forensi.

Stefania ha detto...

Antonello, non ho detto che assenza di alibi sia sinonimo di colpevolezza certa. Non ho neppure detto che un alibi FALSO DA SOLO, sia sinonimo di colpevolezza certa.

Ho invece detto che un alibi FALSO è un indizio.

Mi pare cosa ben differente.

In ogni caso insisto col dire che spero la testimonianza della signora in motorino, possa essere controllata (fosse vera o mendace) attraverso lo sbobinamento della matrice dello scontrino rilasciato dalla farmacia quella notte.

Stefania

Stefania ha detto...

Piccola chiosa al mio intervento precedente: se l'alibi dimostratosi falso non fosse giustificato dall'indagato in modo convincente diventerebbe indizio.

Stefania

Vanna ha detto...

Carissimi, ognuno ha la propria maniera di leggere e raccontare i fatti, quello che secondo me è assolutamente scorretto è criticare il modo in cui si legge e si racconta.

Se per condannare e mettere dentro chi commette qualche reato avesse bisogno di prove provate, le carceri sarebbero mica tanto affollate.

I giudici, avvocati e tutta l'impalcatura servono per questo e può succedere che chi può, riesca pure a svicolare.

Non credo che stiano dentro solo i colpevoli e che i colpevoli tutti abbiano dimostrato in pieno la loro eventuale innocenza.

Ci sono persone che finiscono dentro per indizi e basta, altri con un bel carrellino pieno di indizi se ne vanno a spasso con la scusa che non c'è un corpo.

Non è che qui si predilige il colore giallo, a me non piace questo colore, ma sembra che sia luminoso come il sole e forse serve per far luce.

Gli indizi non sono prove?
ok,
ma provano che qualcosa non quadra,
qualcosa?
Non quadra nulla!

Ci sono quattro testimoni che dicono che lui e la macchina erano fuori del cancello nell'ora che stava a nanna.
E' un indizio o è una prova.
Prova di che ?
Che qualcuno è mendace!
Chi è mendace?
Lui o i testimoni?
Ma è chiaro: i testimoni!
-Uno è un sinti che va in TV,
-un altro è un pompiere affetto da amnesia,
-la donna dice di essere andata in farmacia e dove si trova la prova dell'acquisto?
-La colf, ma dai una colf licenziata perché chiacchierona. Che vuoi che contino tutti quanti!

Contano e come perché il mendace potrebbe essere lui che non stava a dormire, stava per strada!
E allora perché ha detto che stava a fare le ninne?
Aveva da nascondere qualcosa?
Cosa ha nascosto?
Chi non si trova?

Se qualcuno riflette sugli indizi che non sono pochi e piccoli,è perché ci stanno e non possono essere cancellati dalle nebbie,
né coperti dal gelo, né giustificati da un cuoco millantatore che la vede a Cannes, né giustificati perché il corpo non c'é e potrebbe essere vivo e vegeto intorno al mondo.

Quali indizi ci dicono che R. è sparita di sua spontanea volontà?
Ci sono prove?
No, neanche indizi!

Gli indizi che si hanno purtroppo vanno solo verso una direzione, quella ben tracciata dal procuratore.



PINO ha detto...

@ CHIARA
Avevo deciso di non anticipare interventi, prima che vi fossero rilevanti novità sul caso in discussione, ma, i tuoi accorti e veraci suggerimenti giurisprudenziali, privi, come alcuni altri, di verrucosità su quanto scritto dall'anonima ( che non mi pare una sprovveduta), mi hanno sollecitato a riflettere sulla "convinzione" dei giudici e delle Autorità inquirenti, derivata dall'analisi degli indizi e di alcune testimonianze, senza, necessariamente, la presenza della "pistola fumante", come tu stessa hai affermato.
Se l'azione di Procure come quella di Taranto o Teramo che hanno, in virtù delle loro "convinzioni", adottando una custodia cautelare, in attesa di giudizio, sarebbero state ritenute quanto meno eccessivamente zelanti, non si avrebbe ragione di considerare, quella di Pisa, garantista oltre misura, ed parecchio indulgente?
Questo, forse, si chiedeva l'anonima, alla quale mi associo nella perplessità per tale procedura.
Pino
l

Antonello ha detto...

@Chiara
forse c'era pero' anche nel mio commento un incipit iniziale significativo.
In tutta la mia elaborazione sul minitema di alibi si alibi no parlavo di citazioni che commenti prima avevi fatto, quindi di assunti non tuoi e l'ho anche premesso che non erano i tuoi assunti oggetto del mio non essere daccordo.
In seguito poi sono entrato nell'argomento con altre considerazioni, comunque io, personalmente io, penso che cio' che hai postato dimostra l'inutilita' di considerare un alibi ove proprio ancora o proprio non esista reato.
Di che alibi staremmo parlando???
E faccio l'esempio per spiegare, ammettiamo che durante l'interrogatorio emergano elementi a supposta colpevolezza di un delitto mai accertato ma evidentemente presunto visto che da scomparsa, senza valide motivazioni (non credo vi siano indizi generici che tengano), si e' passati ad indagine per omicidio a carico di persona ben definita saltando una eventuale ricerca generica di viva o priva, ammettiamo che l'alibi venga considerato per falso e quindi INDIZIO, come le tue fonti giuridiche recitano.
E' chiaro che avremmo un paradosso giudiziario mica da ridere, e non sto parlando di tuoi assunti (ogni tanto parlo di altro), cioe' un delitto mai accertato come tale potrebbe domani, pur non esistendo, essere portato a carico di chiunque magari menta per tuttaltri motivi.
Insomma un'invenzione per colpire nel mucchio chi non si vuole rida fra i baffi, non sono assolutamente daccordo, non sacrifico certi concetti di sana giustizia con il giustizialismo di chi non trovando i giusti colpevoli appioppa concetti preventivi a mo di spavento del mucchio, non va bene questo, poi aldila' di questo caso, dei tuoi assunti e di cosa posso pensare io di questo caso.

Chiara ha detto...

Mah Pino, che dire...la mia convinzione è che negli anni - e in virtù di cattivi precedenti - si sia alzata l'asticella della tolleranza ai metodi "forti" dell'azione giudiziaria e che solo perciò questa specifica appaia "debole".

Non so se ho capito bene che anche tu ti riferisca sostanzialmente (anche se magari non esclusivamente) alla mancanza di misura cautelare, ma a questo proposito insisto che occorre tenerne a mente lo scopo e i presupposti e mi scuso se dirò cose che già tutti conoscono ma non è mai abbastanza il tempo di riflessione che vi si dedica: la sola eventuale presenza di gravi indizi (dell'esistenza di una morte prima di tutto, di una morte delittuosa in seconda analisi e di colpevolezza di un dato soggetto in chiusura) non giustifica di per sè l'applicazione della misura ma occorre il quid pluris dell'esigenza cautelare (pericolo di fuga, di inquinamento o di reiterazione): essa deve appartenere tutta alla potestà d'azione del soggetto indagato, non può essere esterna allo stesso.
Spiego cosa intendo: togliamo il pericolo di fuga e di reiterazione che non credo proprio vengano in considerazione e concentriamoci sul pericolo d'inquinamento.

Esso deve consistere in azioni positive del soggetto, atte a sottrarre all'investigazione determinati elementi oppure ad alterarli. Così, se di una alterazione materiale si tratta (ad esempio, distruzione, pulizia o occultamento di oggetti), essa - poichè oggi i soggetti sono certamente sorvegliati e intercettati - è stata senz'altro tutta compiuta già in tempo precedente all'iscrizione nel registro oppure nel primo periodo dall'iscrizione stessa quando ancora la mole indiziaria non era di consistenza tale da consentire di prevenire l'inquinamento tramite la misura (per dire, mancava la testimonianza di Gozi che credo tutti concordiamo essere stato il primo e vero potenziale elemento di svolta); quindi l'inquinamento che potrebbe darsi ora (e dalla dichiarazione di Gozi in poi, che stabilisco come limite temporale di base della potenziale gravità indiziaria) potrebbe unicamente essere l'indebita pressione su eventuali testimoni scomodi affinchè non si facciano avanti; è questo infatti ciò che si vocifera, che i Logli facciano paura.
Ma attenzione: incutere timore - fondato o meno - per chi si E' e non per ciò che si FA, non può rientrare nel concetto di inquinamento probatorio previsto dalla legge: se Logli (e padre) venisse(ro) incarcerato o sottoposto ad altre misure contando che la sua posizione di "debolezza/neutralizzazione" indurrebbe potenziali testimoni a farsi avanti, la misura sarebbe stata disposta NON perchè l'indagato (o gli indagati) stia attivamente esercitando una pressione, ma per il solo fatto che la loro stessa esistenza in libertà costituirebbe una pressione; ossia, questa pressione sarebbe autoindotta (a ragione o meno) in se stessi dagli stessi possibili testimoni a prescindere da, e senza necessità di, specifiche ed inequivoche azioni degli indagati; in questo senso, quindi, comprimere la libertà degli indagati - che nessuna azione materiale compiono per indurre il silenzio tranne esistere ed essere liberi - NON sarebbe finalizzata ad una loro impotenza inquinatoria BENSI' al raggiungimento di una sensazione di liberazione dei potenziali testimoni da un giogo autoindotto; credo sia di tutta evidenza come le due cose siano affatto distinte e come la seconda non sia ammessa: se qualcuno ha paura di me senza che io la minacci - o semplicemente voglia "farsi i fatti suoi" - sarebbe un abuso dello strumento cautelare "togliermi dai piedi" per indurlo a parlare. Potrebbe essere efficace, certo - come potrebbe esserlo in tutti quei casi, e sono tanti, in cui si capisce che a mezzo della reclusione s'intenda ottenere una confessione - ma non sarebbe legale.

continua

Chiara ha detto...

segue

E allora, per tutti i discorsi che facciamo sempre e che non ritengo debbano cambiare a seconda della convinzione personale (d'innocenza o colpevolezza) nel caso specifico, occorre riconoscere che QUESTA azione sia quella legittima e giusta, mentre siano le altre (Misseri, Parolisi ecc) quelle illegittime ed abusanti.

A costo di subire gli strali di Colui che sempre teme che gli rubi le parole, invito anch'io a riflettere su ciò: che se la misura cautelare non è disposta a tutela della società o della indagine ma a mera finalizzazione dell'indagine stessa (per indurre l'accusato a "crollare" o altri a farsi avanti di fronte all'acusato "debole") allora quella misura è uno strumento - rispettivamente - di tortura (chè la privazione arbitraria della libertà personale è la massima compressione dei diritti umani concepibile in un ordinamento che ripudia la violenza fisica istituzionalizzata) e di umiliazione (l'eqivalente della gogna con facoltà ed anzi invito al popolo a bersagliare il malcapitato impotente).

Scusa la prolissità ma volevo spiegarlo bene, sperando che ne venga colto lo spirito che è nè più nè meno di quello che ci ha animati in altri casi e al quale, intimamente, sento di dovere coerenza.

Chiara ha detto...

Antonello

ok, ho capito la precisazione; secondo me non era chiara la questione della citazione dei commenti altrui quindi grazie di averlo chiarito; permettimi di precisare che quando "scendo sul terreno di gioco" scelto da un altro utente per discutere ciò che afferma, non perciò significa che lo condivida: semplicemente, se voglio interloquire con lui su un certo punto per fare certe riflessioni, è inevitabile che accetti il suo "invito"; diversamente lo salto a piè pari perchè non avrebbe senso uno "scambio" che avrebbe la connotazione del dialogo tra sordi che comunicano da poli opposti del globo terracqueo (qualcuno lo fa e che ciò sia sterile è dimostrato dal fatto che la discussione non avanza di un et e si ingenerano unicamente conflitti).

Sul resto del tuo commento, direi che quelli che ho rivolto a Pino denunciano una piena consonanza di pensiero e intenti fra te e me. Almeno mi pare.

Antonello ha detto...

@Stefania
Ammesso che spero la colpevolezza "non certa" non esista vorrei capire di cosa l'alibi falso sarebbe indizio.
Di omicidio in questo caso forse???
Ma se si sta dicendo che non c'e' nemmeno la certezza di una dipartita, non c'e' che esista addirittura il reato.
Senza la certezza di nulla si potrebbe, secondo cio' che scrivi tu e le fonti che citava Chiara, instaurare un processo indiziario "preventivo" , ci rendiamo conto di quale sarebbe la domensione del possibile errore e di quanto risarcimento potrebbe nel caso chiedere il L., ma anche chiunque in un caso del genere, se domani R.R. ad esempio ma.dasse un filmato come Bin Laden dimostrando di essere viva e vegeta???

Chiara ha detto...

Antonello

mi fa piacere il riferimento che fai, verso Stefania, ad una azione per la riparazione che Logli potrebbe intentare in caso l'azione giudiziaria si spingesse oltre, in assenza di sviluppi più significativi, perchè mi dà modo di integrare la carrellata di principi giurisprudenziali con una ulteriore notazione, che ieri sarebbe stato incongrua, sul peso indiziario che assume l'allegazione di un falso alibi.

Sempre premesso che alibi implica certezza di previo delitto e che quindi la mia è una notazione di carattere generale e non specifico, l'incidenza indiziaria di un alibi fasullo è tale da condizionare anche la spettanza di una riparazione per ingiusta detenzione; il principio è il seguente:

"In tema di riparazione per ingiusta detenzione, posto che il diritto di difesa, pur riconosciuto e garantito dall'ordinamento, è anch'esso soggetto a limiti, per cui non può esercitarsi in violazione di regole di diritto e di correttezza senza che da ciò derivino conseguenze negative quanto meno in termini di giudizio valutativo di siffatte condotte, deve escludersi la riconducibilità al summenzionato diritto della prospettazione, da parte dell'imputato, di un alibi scientemente falso. Detta prospettazione, quindi, legittimamente è valutabile, posto che ne risulti dimostrata l'incidenza causale sull'adozione o sul mantenimento, da parte del giudice, del provvedimento limitativo della libertà personale, poi rivelatosi oggettivamente ingiusto, come elemento di colpa grave suscettibile di escludere il diritto alla riparazione."

Stefania ha detto...

Antonello: il fatto eventuale (non acclarato) AL abbia dato notizie false circa i suoi spostamenti di quella notte, puo' entrare a far parte degli indizi di colpevolezza in merito ad una falsa testimonianza atta ad inquinare le indagini sulla SCOMPARSA (non sul decesso) della moglie. Se uniamo un falso alibi alle dichiarazioni rilasciate da Logli nei giorni immediatamente successivi al fatto, quando sosteneva di non sapersi spiegare un allontanamento volontario se non a causa di vuoti di memoria dovuti all'incidente domestico, ecco che ci si ritrova sicuramente davanti ad una persona da attenzionare. Come ho scritto sino allo sfinimento, sono convinta ad oggi, per quello che ci è dato di sapere ben inteso, non sia possibile portare a giudizio il marito di RR per omicidio.

Ma vorrei ancora tornare sulla teste che in motorino quella notte si sarebbe recata in farmacia.

Ho fatto una veloce verifica scoprendo che nel territorio di Gello, esistono diverse farmacie che a turno devono OBBLIGATORIAMENTE tenere aperta l'attività di notte, con queste caratteristiche: apertura dalle ore 13:00 di sabato, sino alle ore 13:00 del sabato seguente, notte, giorni festivi e festività infrasettimanali comprese. Questo sino a quando, alle 13 del sabato successivo, un'altra farmacia prende l'onere a suo carico.

Per meglio verificare, ho fatto una simulazione. Ovvero, ho fatto finta di essere una persona che ha bisogno immediato di trovare una farmacia di notte. Ecco che se andiamo sul sito del Comune di San Giuliano Terme (Gello ne è frazione), si trovano queste informazioni. I turni sono i seguenti:

- Turno 1: Farmacia Botta di Vecchiano;

- Turno 2: Farmacia Macchi di Pontasserchio;

- Turno 3: Farmacia Franceschi di Migliarino e Farmacia Bragoni di Asciano;

- Turno 4: Farmacia Piegari di Marina di Quosa e Farmacia Mugnaini di Colignola;

- Turno 5: Farmacia Comunale di Arena Metato;

- Turno 6: Farmacia Dinucci di San Giuliano Terme e Farmacia Lanzi di Madonna dell'Acqua.

Sembra semplice ma non lo è. Perchè se io volessi sapere questa notte, quale farmacia tra queste sia quella di turno, non mi è dato di saperlo.

Che fo? Vado a Pisa, dove esiste una Farmacia Comunale (la n. 5, di Via Niccolini n. 6) che lavora ventiquattro ore su ventiquattro per trecentosessantacinque giorni all'anno. Quella è sicuramente aperta. E non rischio il giro delle sette parrocchie.

Da Via Gigli, per andare a Pisa, la strada piu' breve è sicuramente quella che ti fa incrociare la via Dini.

Inoltre, trattandosi di Farmacia Comunale sicuramente ha emesso uno scontrino della quale è rimasta la matrice. Non escludo invece che se fosse come probabile provvisto di telecamere, l'esercizio abbia, a due anni di distanza, distrutto una registrazione immagini che all'epoca non aveva nessuna ragione di essere conservata.

Stefania

Anonimo ha detto...

@Chiara
Non ho ben capito in quale polo saresti tu ma io non ho posto riserve, limiti, prepensieri e ragionamenti, pregiudizi di sorta, ognuno ha piena liberta' e non so da dove si possa capire qualcosa di diverso.
Mi ripetero', giusto indagare sui sospetti fondati, ma e' un grave errore sperare che chi indaghi su una data direzione possa pensare di indagare a 360 gradi su una scomparsa.
Per ora direi che il L. dovra' essere pure di fronte a possibili punti deboli del suo racconto denuncia, forse dovra' spiegare, ma perche' dovrebbe essere influente da indagato, status che gli permette pure di mentire???
A che pro??? Se ad esempio fosse daccordo con R.R. potrebbe fare la qualunque ed aspettare di aver raggiunto la cifra desiderata prima di sbugiardare in pubblico, e con ludibrio, la giustizia italiana, non credo che la candela valga il rischio per ora.

Stefania ha detto...

Logli ha dichiarato di essere andato a nanna a mezzanotte quando non era ancora indagato e quindi non aveva "il diritto" di mentire.

Stefania

Chiara ha detto...

Stefania

a quanto ho capito, la donna ha proprio indicato espressamente la farmacia di Pisa.

Anonimo

rispondo per punti:

- se non l'hai capito è perchè la metafora sui "poli" non riguardava nè te nè la nostra interazione, quindi non crucciartene;

- concordo che è improbabile attendersi dagli inquirenti un tale atteggiamento ma mi piace ricordare quale dovrebbe essere e non solo per giustizia in sè ma anche perchè finalizzata alla possibile affermazione di morte presunta (uso la locuzione in senso atecnico, non nel senso del c.c.) che è indispensabile per poter toccare i punti successivi del sillogismo inquirente;

- non ho capito la frase sulla supposta "influenza" di Logli datagli dalla qualità di indagato e correlativa facoltà di mentire quindi spiegamela meglio per favore, ho idea che tu abbia frainteso qualcosa che ho detto e vorrei chiarire; nel frattempo mi limito a sottolineare l'inciso contenuto nell'ultimo principio che ho postato: mentire è sì un diritto riconosciuto che non ha sanzione codificata, ma questo non significa che non abbia conseguenze, soprattutto quella di fondare un legittimo convincimento del giudice giustificandone anche l'eventuale errore, quindi in generale non è un diritto di cui abusare se ci si tiene alla propria salvaguardia;

- sul tuo ragionamento circa un eventuale piano per mungere danari, posso solo puntualizzare - senza escludere alcunchè - che la mera condizione di indagato o di imputato non dà diritto a riparazione; è solo l'ingiusta detenzione (quindi cautelare pre-processuale o intra-processuale) ad esserne oggetto; quindi se quello economico fosse il piano di Logli, egli dovrebbe fare qualcosa per farsi gabbiare preventivamente e - in base al principio che ho postato con riguardo all'alibi falso ma vale per qualunque elemento che abbia giustificato l'applicazione della misura - farlo riuscendo a non farsi poi attribuire una corresponsabilità sulla disposta custodia tramite azioni dolosamente o colposamente fonti di un fondato sospetto giudiziario.

Antonello ha detto...

@Chiara
nella fretta ho fatto i bimbi ciechi (senza ironia sulla storia), e non ho messo il nome, comunque cambia poco perche' per Voghera il L. sarebbe carcerato da quel di e se si presuppone una versione con sue colpe non si capisce invece in base a cosa escludere eventuali piani in presenza di una R.R. invece mai esclusa come in vita ed accordi che potevano trasparire come ipotesi solo un po' di commenti fa.
Dal momento che e' indagato, che io sappia, ma tu mi confermi, non vi sono sue dichiarazioni che per procedure andrebbero prese sul serio, tranne che se, come Misseri, fa rinvenire il corpo, cosa credo nel caso ardua anche solo lui sapesse dove possa essere.
Puo' quindi in teoria mentire quando e come vuole anche in un interrogatorio, e tantopiu', del resto come ga gia' fatto da informato denunciante tentando, si dice, di nascondere i cellulari.
Non ha doveri di sorta esattamente da quando e' indagato e non puo quindi nemmeno rispondere di eventuali sue corresponsabilita' in decisioni che spettano ad altri.
Il diritto credo che non sis estensibile all'infinito ed applicabile, rimanendo presuntuosamente tale, in totale arbitrio conveniente a chi lo applica, dal punto di vista anche personale questo non lo condivido, mi indaghi, va bene mento, mi arresti per un omicidio, si scopre che non esiste omicidio ed allora per ripicca infantile non ti pago ne i danni morali e ne i risarcimenti indagandoti per aver contribuito al tuo arresto??? Dai su, un Giudice puo' fare qualsiasi vosa, forse tranne esporsi al ridicolo pubblico in un caso con una pressione del genere.
Che poi non credo che il L. potrebbe o lo fermerebbe, che gli frega nel caso di innocenza, scatenerebbe gli avvocati in ogni sede, con lauti rimborsi, alla fine avrebbe ragione se innocente, se R.R. ancora in vita, pure provatamente, con tilt grave delle procedure che in tutta evidenza non possono stravolgere le verita' neppure se geniali.
Direi che quindi dal punto di vista personale non sarei assolutamente daccordo con procedure simili, dal punto di vista procedurale invece forse non sarebbe daccordo la verita' a farsi piegare ai voleri dei Re Soli, anche fosse.

Antonello ha detto...

Se se se se, evidentemente, se vi accalorate sul tema, state perdendo di vista la realta' a parer mio.
Non esiste al momento nessuna certezza, non c'e' un corpo, non c'e' nemmeno un indizio che un corpo possa con certezza esservi, parlare di alibi falsi come indizi ora e' quantomeno fuori dalla storia, poi la procedura potrebbe anche prevedere l'impiccagione ma allora non parleremmo di diritto, non puo' pagare la corretta giustizia ipotetiche colpe non certe per reati mai accertati, non esiste, i principi fondanti devono rimanere incolumi e semmai, se da modificare, vi sono sedi e modi opportuni, qui stiamo parlando per ora di un reato che non c'e'.
E non c'e' manco la certezza il L. possa aver mentito, fatto salvo per i cellulari, ci sono e' vero tre testimoni da valutare, che mica ho detto io che non formerebbero prova ma le procedure a cui tanto saremmo affezionati se non erro.
Anche pero' la logica impone una seria valutazione dei testimoni, a parte le procedure, e la logica per ora mi sembra non trovi il filo logico.
Potevano per ipotesi fantascientifica essere comprate determinate testimonianze ma anche altre, cosa lo impedirebbe??? Quindi direi, piedi ben piantati sulla realta', e dei fatti e dello scenario giudiziario reale.
In sostanza credo, non volendo affidargli gravose responsabilita' , per me ha ragione piena l'egr. Tummolo nonostante lo pungiate ogni volta quasi per diletto.
Senza prove o corpo non vedo di cosa si parli, trovatolo poi, se esiste, vi sara' da dimostrare la causa di morte ed infine eventuali provate responsabilita' (escludendo sin d'ora ultimi baci ty).

PINO ha detto...

@ CHIARA
Netta e ben delineata la tua esposizione, che condivido decisamente, pur nutrendo dei dubbi sull'applicazione di tali disposizioni "tecniche" da parte di alcuni gestori del Diritto, che abbiamo sgradevolmente esperito di recente.
Pino

Chiara ha detto...

Antonello

secondo me è a te che sfugge il punto di vista di alcuni; certamente il mio, gli altri diranno per sè.

Tu dici, in sostanza: prima troviamo l'eventuale corpo; poi stabiliamo di che è morta; solo a quel punto ragioniamo su pretesi indizi e presunte bugie.

Io invece dico che rinviare l'esame di una possibile prova testimoniale ad indefinita data da destinarsi equivale a metterci una croce sopra, perchè quella testimoniale è sempre la prova più a rischio (perchè colui che rese la dichiarazione potrebbe non essere più in grado di confermarla, correggerla, integrarla al tempo in cui occorresse; potrebbe ritrattarla per mille motivi personali, potrebbe alterarsi la sua memoria col trascorrere del tempo, potrebbe venire influenzata ecc ecc) e questo costituisce un danno per chi ne potrebbe beneficiare una volta fatto tutto il percorso che dici, che sia l'accusa o la difesa: in entrambi i casi una possibile prova e magari decisiva sarebbe andata perduta o, viceversa, una fonte di prova sostanzialmente fragile o dubbia potrebbe nel tempo sovrastrutturarsi e allontanarsi dalla genuinità.

In questo senso ed a tale scopo io suggerivo l'acquisizione ORA in incidente probatorio delle deposizioni "potenzialmente critiche": così, da un lato si avrebbero maggiori garanzie di preservare la spontaneità e genuinità che eventualmente le caratterizzassero, dall'altro il contraddittorio pieno consentirebbe di valutarne "a caldo" la consistenza e credibilità.

Ho detto poi che, "congelata" questa situazione nel contraddittorio che dovrebbe garantirne la massima obiettività possibile, essa dovrebbe venire accantonata serenamente in attesa di vedere se si verifichino le circostanze che la richiamerebbero in gioco (corpo-causa morte- responsabilità).

Viceversa, ignorare che tali fonti dichiarative esistono e, nel caso si verificassero le condizioni dette, sarebbero pure determinanti, significa ipotecare la futura eventuale non punibilità di un colpevole e questo, francamente, non mi pare essere un risultato di Giustizia, nella stessa esatta misura in cui non lo è quello che paventi tu (e dal quale mi protesto estranea e vorrei che si potesse mettere un punto alla cosa).

Esiste il modo per salvaguardare le opposte sacrosante esigenze? A mio modesto avviso sì ed è quello che ho detto: si dia ORA la giusta dimensione alle fonti dichiarative a mezzo del contraddittorio e si consegni al "cassetto delle future utilità" un elemento cristallizzato nella sua espressione originaria (e quindi in teoria maggiormente genuina).

Quindi si chiuda il cassetto con la diligenza della saggezza popolare "chi ha tempo non aspetti tempo" e "non si pianga poi sul latte versato" e si proceda sereni alla ricerca, se esistono e se sia possibile reperirli, degli elementi che renderanno utile tirare fuori dal cassetto quel materiale prezioso alla pronuncia di una verità processuale; non dovessero rinvenirsi tali elementi, il contenuto di quel cassetto si avrà come semplicemente inutile e potrà venire cestinato.

continua

Chiara ha detto...

segue

Quindi, Antonello, io sono dell'idea:
1- che esistano sempre DUE opposti principi di pari importanza: la garanzia verso i sospettati/indagati e la garanzia sociale del raggiungimento di una verità processuale che renda giustizia alle vittime e punisca i colpevoli;
2- che a priori costituisce abuso della funzione e/o denegata giustizia, tanto ignorare il primo quanto il secondo;
3- che tutti i principi vadano calati nella realtà materiale e finalizzati allo scopo per il quale esistono, perchè ricordo che già i latini conoscevano l'espressione "summum ius summa iniuria" e dobbiamo cercare di evitare che l'iniuria sia compiuta non solo a scapito delle persone "alla sbarra" ma anche di quelle che attendono tra il pubblico una parola di Giustizia, figuriamoci poi di quelle che dalla propria bara probabilmente se ne fregano assai poco di quanto avviene tra noi viventi ma dei quali è comunque doveroso onorare la memoria con la verità.

Ecco i motivi per cui ritengo che la tua proposizione ("Senza prove o corpo non vedo di cosa si parli, trovatolo poi, se esiste, vi sara' da dimostrare la causa di morte ed infine eventuali provate responsabilita'") che rinvia ad un forse, quando, semmai ed è rivolta ad onorare UNA soltanto delle garanzie che l'Autorità Giudiziaria è chiamata ad assicurare, così che nel caso in cui le premesse si concretizzassero, questo atteggiamento di formale giustizia si risolverebbe in una sostanziale INgiustizia, in un colpevole atto di denegata giustizia mascherato da lavoro diligente: esistono ORA delle fonti dichiarative potenzialmente determinanti nel caso in cui ecc ecc ed esporle al logorio del tempo e delle vicende umane per la sterile invocazione di un principio - la cui salvaguardia può pacificamente convivere con l'altro senza che alcuno sia sacrificato - sarebbe fare gli onori al verbo ignorando l'incarnazione.

Spero il concetto sia chiaro. Riflettici perchè non mi pare proprio una conseguenza da poco.

Chiara ha detto...

Pino

Grazie e purtroppo hai ragione.

Antonello ha detto...

Personalmente ritengo che gli ultimi che possano aver ragione siano coloro che non si azzardano a metrersi in discussione ma questo e' un altro discorso.
In particolare non e' molto decoroso riuscire a discutere di temi complicati generali importanti e specifici con il sottofondo saltuario di mascotte con tamburini e bandierine che ogni duecento commenti si notano sventolare sugli spalti piu' coerenti con colossei e sbrani di leoni piuttosto che con discorsi costruttivi tecnici ed umani su storie tristi.

Antonello ha detto...

@Chiara
ti ho risposto ma devo aver sforato il numero di caratteri, riprovo tagliando.

Antonello ha detto...

@Chiara
Nessuno si e' mai sognato di dire che solo il rinvenimento del corpo potrebbe essere significativo, ho parlato del corpo ma anche di "prove" certe.
Ho anche detto piu' volte che e' corretto indagare sospetti e quindi certamente anche cristallizzare eventuali testjmojianze, ci mancherebbe, anche se il mio parere e' ininfluente.
Ho pero' molte volte dovuto segnalare la totale assenza di una qualche umana verita' su una scomparsa a 360 gradi, nemmeno questo un particolare di poco conto.
La successione dei fatti poi che intendevo io e' completamente stravolta, non c'e' un fascicolo originario generico, si apre unicamente un fascicolo a carico del L. e dopo due anni si ritiene giusto cristallizzare, meglio tardi che mai direi, ma meglio certi che cautelativi all'infinito, due testimonianze giunte con filippico ritardo ed una che parla solo delk'auto del L. fuori casa posteggiata dove non doveva essere sono la prova di un omicidio o di un alibi falso tramutato da un alibi assente???
Altre ed eventuali che non so se ci stanno.

Vanna ha detto...

Chiara, estrapolo dal tuo di ieri:

"...Io invece dico che rinviare l'esame di una possibile prova testimoniale ad indefinita data da destinarsi equivale a metterci una croce sopra, perchè quella testimoniale è sempre la prova più a rischio (perchè colui che rese la dichiarazione potrebbe non essere più in grado di confermarla, correggerla, integrarla al tempo in cui occorresse; potrebbe ritrattarla per mille motivi personali, potrebbe alterarsi la sua memoria col trascorrere del tempo, potrebbe venire influenzata ecc ecc) e questo costituisce un danno per chi ne potrebbe beneficiare una volta fatto tutto il percorso che dici, che sia l'accusa o la difesa: in entrambi i casi una possibile prova e magari decisiva sarebbe andata perduta o, viceversa, una fonte di prova sostanzialmente fragile o dubbia potrebbe nel tempo sovrastrutturarsi e allontanarsi dalla genuinità....

...Viceversa, ignorare che tali fonti dichiarative esistono e, nel caso si verificassero le condizioni dette, sarebbero pure determinanti, significa ipotecare la futura eventuale non punibilità di un colpevole e questo, francamente, non mi pare essere un risultato di Giustizia...

...Esiste il modo per salvaguardare le opposte sacrosante esigenze? A mio modesto avviso sì ed è quello che ho detto: si dia ORA la giusta dimensione alle fonti dichiarative a mezzo del contraddittorio e si consegni al "cassetto delle future utilità" un elemento cristallizzato nella sua espressione originaria (e quindi in teoria maggiormente genuina)..."

Ti do ragione in tutto.
E' vero che non c'è il corpo, è anche vero che la colf ha detto che non si troverà.

Già questa frase è un macigno per i significati che può racchiudere in tutti i sensi.
Non sappiamo cosa effettivamente ha comunicato la colf agli inquirenti, ma è quella frase sibillina, uscita da poco nei giornali, che nasconde forse altro.

Chiara, quella frase potrebbe essere un indizio?

Potrebbe indicare che è sparita per lidi lontani?
Ma potrebbe essere trovata, qualcuno la potrebbe incontrare.

Oppure potrebbe indicare invece che è morta?
Solo in questo caso non sarebbe più trovata se eliminata completamente.

Quindi questa testimonianza, unita agli avvistamenti notturni, potrebbe trasformare un indizio in "prova" anche senza un corpo?

Anonimo ha detto...

Vanna
La risposta a quanto chiedi, Chiara l'ha già data.
Leggi bene quello che ha scritto, e la troverai.

Vanna ha detto...

Grazie anonimo!
Rileggerò con più attenzione.

Antonello ha detto...

Fatte salve le riserve giuridiche e di fatto, tanto indigeste al pubblico che sventola bandierine, in merito a "presunti" ma gravissimi reati vorrei sgombrare il campo ancora una volta, ribadendo e fortificando se possibile, l'evoluzione delle testimonianze che ha portato il caso fin qui.
Dunque, nell'immediatezza dei fatti la colf smentisce il L., a meno che non dimostri che l'auto era a disposizione di altri, dichiarando che l'auto dell'indagato alle 00,15 era posteggiata fuori della proprieta', nello spazio ad essa contiguo, mentre il L. in denuncia ha dichiarato di essersi addormentato in casa alle 00,00.
Circa 10/12 mesi dopo viene invece fuori, dai CC che lo vanno a reperire, la testimonianza del Gozi che aggiunge una sua versione ai fatti, avrebbe visto con "certezza" il L. fermo nella sua auto in Via Gigli alle 00,30, a margine riferisce di aver assistito ad una lite sempre in via Gigli di cui non sa con "certezza riferire i due partecipanti.
Su questa testimonianza furono portate in rilievo alcuni dubbi tutti da chiarire ancor oggi, ma sostanzialmente mi sembra si giunse al dover attendere elementi ulteriori di conforto "non provenienti dalla famiglia del Gozi" fatto salvo che non furono dalla procura trovati elementi che smentissero la testimonianza del Gozi stesso.
Ebbene, dopo due anni, vivaDio, si fa viva una vicina di casa Silvana P. che dichiara di essere uscita quella notte per quattro volte, dovendosi recare a Pisa in motorino per acquistare delle medicine avendo potuto notare una donna in Via Gigli in pigiama rosa la prima passata ed il L. stesso, verso le 1,30, che ripuliva il punto in cui prima aveva visto la donna.
Attendendo l'accredito o la conferma di verifiche della procura su questa ennesima tardiva testimonianza direi che cominciano ad affiorare "forti" dubbi, non sull'omicidio presunto, ma sulla versione dei fatti data dal L. di quella notte.
Credo che, ove confermata la verifica sull'ultima testimonianza, e fatte salve le premesse in calce, a questo punto spetti al L. confermare e/o smentire la ricostruzione da lui data in denuncia ribadendo nuovamente nel caso che quella notte sarebbe andato a dormire alle 00,00 o dando valide motivazioni con una diversa versione.
Questo in interrogatorio od in processo, se mai venga deciso un improbabile, al momento, rinvio a giudizio per "omicidio preterintenzionale/volontario" di un corpo che ad oggi, nonostante infinite risorse profuse, non si e' mai trovato.
Nel campo esterno alle testimonianze abbiamo due elementi del tutto incerti che potrebbero confermare una presenza di R.R., quella notte in via Gigli, la pista funanbolica fiutata dai cani ed il famoso orologio " del tutto fermo" per circa un anno in una zona laterale alla via Gigli.
In mezzo alcune testimonianze piu' o meno neutre e/o poco credibili.
Chiedo a tutti se questo sintetico riepilogo contenga cose non condivisibili e dal punto di vista di fatto e dal punto di vista giudiziario, o se vi sono pure aggiunte che si ritengono opportune.

Pamela ha detto...

La colf ha dichiarato al programma di LINEA GIALLA, che vide l'auto di Logli marito fra mezzanotte e mezza un quarto all'una. Passava in automobile con il marito, e vide la Ford di Logli pronta a partire, posteggiata davanti l'ingresso della scuola guida.

Stefania ha detto...

Non davanti all'ingresso della scuola guida che è non ha accesso diretto su strada ma attraverso il cortile della complesso, ma davanti a casa Logli dove in modo inusuale (sempre a suo dire) ogni luce era spenta.

Stefania

Antonello ha detto...

http://www.affaritaliani.it/coffee/videomedia/video-roberta-ragusa-violenze-subite-testimonianze-contraddittorie.html

Replica e controreplica, uomini, ominicchi e quaquaraqua.
Francamente stucchevoli, mi chiedo a che puo' servire litigare su un argomento del genere, ed ora siamo alle querele, chi vivra' vedra'.
Mah, e chi ci capisce.

Mimosa ha detto...

Di fronte a questa ridda di testimonianze, a mio parere sarebbe proprio calda l’ora di interrogare formalmente l’indagato.

@ Chiara,
tecnicamente lo si può sentire subito in Incidente Probatorio? … così da evitare il passaggio del “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”?

Mimosa ha detto...

Da quello che ho capito oggi, da un Tg, lo chef sarebbe stato convocato a Ventimiglia poche settimane or sono, mentre tra la presunta telefonata del 17 maggio 2012 (o 2013???) e la convocazione a Ventimiglia, Davi avrebbe cercato A.L. prima di chiamare i CC di Pisa. E di conseguenza AL e il suo avvocato si sono recati a Cannes di persona.
La Procura di Pisa era informata di quel viaggio?

Perché solo in novembre 2013, saltano fuori queste notizie???

Certo che c’è un bel miscuglio di informazioni da parte del servizio pubblico, eh? A che pro complottano anche i giornalisti?
Rispondo mettendomi nei panni di chi so io: complottano a beneficio della dabbenaggine dell’uditorio bue, che ha un alto “grado di cecità prodotta da abuso di trasmissioni televisive”, o meglio – direi io – a danno dell’intelligenza di pochi eletti, guastafeste.
Manlio in un suo post, lui che ha rinunciato al televisore, ha esclamato “Troppa televisione, troppa televisione!”, guai invece, dico io, a fidarsi della carta stampata, dove due sono gli estremi: o copiano dalla trasmissioni televisive (e a volte male, seguendo veline ansa mal scritte) o sono esperti solo di gossip.

Riassumo le mie perplessità con questi interrogativi:

A che Anno risale la famosa telefonata del cuoco ai CC di Pisa?
In che data è stato convocato a Ventimiglia?
In che data AL e l’avvocato sono andati a Cannes?
Perché la redazione di CLV, dopo la registrazione in segreteria del messaggio di Davi del 1° ottobre 2012, non ha fatto segnalazione alla Procura?
Viceversa, perché nessuno si è mosso dopo la telefonata di Davi del 17 maggio per visionare le telecamere”?

Fin che non avrò una risposta a queste semplicissime domande, non riuscirò a capire …

PINO ha detto...

MOLTO non torna nelle dichiarazioni del cuoco:
1) Secondo quanto afferma, dopo aver visto e parlato con la presunta RR, il giorno 17 maggio 2012, nel primo pomeriggio, avrebbe deciso di telefonare, 4 giorni dopo, e cioè il 21 maggio, al centralino della trasmissione tv "C L V?", per denunciare l'accaduto.
2) La conduttrice di "CLV?", Federica Sciarelli, chiamata in causa da tali affermazioni del cuoco emigrato, autorizza la ricerca, nel proprio archivio telefonico, della registrazione della telefonata in parola.
La comunicazione viene, infatti, rintracciata, ma con la data del 1 ottobre 2012, e non già in quella riferita dal cuoco, non solo: nella comunicazione, il presunto testimone afferma di aver incontrato RR il 27 settembre, quindi, in netto contrasto, quindi, con quanto dichiarato prima.
E' EVIDENTE che la colossale contraddizione, per le sue stesse caratteristiche, rende inaffidabile la presunta testimonianza.
Discorso a parte, si potrebbe impostare sul perchè il presunto teste abbia contattato, nel frattempo, Logli ed il suo legale (?)
Ora si è giunti alle querele, fra i presunti testimoni. Non sarà male, se ciò porterà chiarezza, su questa faccenda.
Pino

Chiara ha detto...

L'interrogatorio dell'indagato non è di per sè possibile oggetto di incidente probatorio.

L'unica ipotesi in cui l'indagato può essere assunto in inc.prob. è in veste di testimone nei riguardi di un indagato di reato connesso (392 lett d) o nel caso in cui l'indagine riguardi fatti concernenti la responsabilità altrui(392 lett c).

In ogni caso l'indagato (e successivamente anche come imputato) conserva SEMPRE la facoltà di non rispondere, MA SE rende dichiarazioni queste possono venire usate nei suoi confronti (64 c.2 lett b); in questo caso, nel futuro processo, "se l'imputato è contumace o assente o rifiuta di sottoporsi all'esame il giudice disponde che sia data lettura delle sue dichiarazioni" (513) e il verbale viene acquisito al fascicolo del dibattimento.

Ecco che allora - per altra via rispettosa del diritto dell'indagato e poi imputato, di non contribuire alla propria accusa - è conseguito lo scopo che ha anche l'inc.prob. ossia rendere direttamente utilizzabili in giudizio degli atti acquisiti nel corso dell'indagine; ma come si nota questa possiblità nasce dalla duplice (libera e consapevole) rinuncia di non rendere dichiarazioni prima (indagini) e di non correggerle poi (dibattimento).

In definitiva è proprio la peculiare natura dell'interrogatorio, del tutto differente da quella delle testimonianze, a sottrarlo allo strumento dell'inc.prob..

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Vanna ha detto...

Buona giornata!

Raccogliendo quanto ultimamente qui è stato seminato, mi soffermo per definire i confini del fatto:

Chiara:

"un "alibi" non verificato/non verificabile non è un indizio.
...perché i colpevoli tendono sempre a cercarsene uno...
... al contrario...potrebbe affermare che quel "alibi-nonalibi" non verificabile fosse la mossa migliore per chi avesse la coscienza sporca e fosse abbastanza furbo da non inventare cose facilmente sbugiardabili...
...il nostro avrebbe sottovalutato
quelle due persone transitate in via Gigli che costituiscono l'unico rischio di smentita; ma col buio e la nebbia difficilmente
avrebbero potuto essere certissime, quindi ancora una volta - parlo fingendo una sua certa colpevolezza - quella dichiarazione è la migliore che potesse fare; e tutto sommato lo stato delle cose mi dà ragione: fossero dichiarazioni "blindate" avrebbe già subito una misura cautelare..."

Condivido in pieno, ribadisco quello che ho già espresso con il termine di "ineffabilità".
Il L. pur avendo una vita organizzata tecnicamente, professionalmente, affettivamente in modo molto ordinato, quasi programmato, sembrerebbe invece opera di un ingenuo boy scout quanto viene fuori da certi suoi comportamenti e spostamenti.
E questo mi fa pensare a qualcosa di calcolato.

In questa ottica Stefania anche un alibi falso è indizio a mio parere.

Antonello, nel momento in cui, a parte la distruzione dei cellulari,si mettono in dubbio i tre testimoni da valutare che, dici, "... la logica impone una seria valutazione dei testimoni..."... una logica che a te "per ora" non "sembra non trovi il filo logico."
Non so perché non trovi un filo logico nei tre testimoni.

Credi che i testimoni non siano stati già valutati ed interrogati?

Penso di sì invece e sono stati tenuti a bagno Maria e tirati fuori un po' per volta.

Le perplessità di Mimosa sul cuoco di Cannes contribuiscono a rendere più chiaro sia l'intervento dei media che l' evidente silenzio della procura.

La procura ha continuato ad accogliere materiale e a tenerlo segregato, quello che è venuto fuori è stato utilizzato dai media per l'uso che sappiamo e la procura potrebbe tenerne conto per un insieme di motivi, visto che i diretti interessati sono nell' " ineffabilità" dell'illogico e ingenuo indeterminato.

Noi non sappiamo se CLV ha effettivamente comunicato alla procura la tel. del Davi, ma lo ha detto pubblicamente, non era compito della procura indagare sul fatto?

La procura ha bisogno di segnalazione diretta o per agire?
Oppure è sufficiente la comunicazione pubblica per farlo?
Questo francamente non lo so.

Se poi, come riporti, il cuoco ha comunicato prima col L., fa riflettere non poco.

Anonimo ha detto...

Il Davi, in una intervista della D'Urso, continua a sostenere di aver effettuato la telefonata a CLV il 21 maggio e di essersi sbagliato nel dire 27 settembre. In proposito ha detto di aver chiesto al suo gestore telefonico il tabulato delle telefonate effettuate nel mese di maggio per dimostrare che non mente. Ha anche detto che va fuori Europa per un paio di settimane e che quando tornera' produrra' questo documento. Vediamo se dice il vero.
Alex

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
PINO ha detto...

@CHIARA
La telefonata a "CLV?", mi pare (se ricordo bene) che fu fatta, pervenire a chi di competenza, ma fu ritenuta "non attendibile" dalla Procura di Pisa.
Mi soffermerei, invece, (solo a titolo teoretico, sia chiaro)a proposito di eventuale, ipotetico dolo, sull'incontro di Davi, Logli e relativo legale, avvenuto, secondo il pseudo testimone, DOPO la telefonata a "CLV?" che sarebbe avvenuta tre giorni dopo l'avvistamento, e cioè, il 21 maggio, sempre secondo le sue dichiarazioni.
Questa inspiegabile(?) anticipazione di data dell'avvistamento, da settembre ( come REGISTRATO su nastro, con voce riconoscibilissima del Davi) al maggio precedente, darebbe lo spunto a diverse interpretazioni, perchè rivelerebbe che l'incontro dei tre sopracitati, sarebbe avvenuto prima della telefonata del 1 ottobre, come confermato dalla inoppugnabile registrazione strumentale.
Perchè il cuoco avrebbe anticipato di 4 mesi il suo presunto avvistamento, nella sua recente e prima dichiarazione ufficiale?
Non pensava, forse, che le telefonate effettuate ai centralini dei vari programmi tv venissero regolarmente registrate?
Molti tasselli non entrerebbero negli incastri.

Chiara ha detto...

Mah, i contatti Logli-testimone non mi preoccuperebbero in sè: che uno, il quale ritiene di poter giovare come testimone a un indagato, possa scelga di contattare, anzichè le autorità, lui o il suo avvocato, secondo me ci può stare (specie se il contatto precedente con la trasmissione è andato buco); risponde, a quel punto a impeccabile deontologia per il legale, assumere le dichiarazioni come atto d'indagine difensiva, come difatti è stato fatto.
Quindi in sè non c'è nulla di aberrante in ciò e d'altra parte è provato che questo informatore esisteva già un anno fa e si era rivolto, all'epoca, ad una trasmissione pubblica per fare la propria dichiarazione, quindi io propendo per ritenere che Logli&difesa possano pure averlo un po' "pompato" (ma forse anche indirizzato loro stessi a telefonare in Procura a Pisa), ma fondamentalmente credo che il nucleo dichiarativo sia spontaneo, vero o falso che sia. Insomma, per me hanno colto un'occasione favorevole e stop.
Purtroppo dal loro punto di vista, il personaggio è quello che è, dice quello che dice, ed è finito per venire bollato come non credibile e non attendibile.

Chiara ha detto...

Pino
ma noi sappiamo quando è avvenuto l'incontro di Cannes tra l'informatore e logli con avvocato?

Mimosa ha detto...

Allora entrambe le telefonate del Davi sono del 2012?

Ricostruisco:
la prima ai CC (o alla Procura?) di Pisa in maggio 4 giorni dopo il 17 data dell’avvistamento.
La seconda a CLV il 1° di ottobre.
Entrambe le segnalazioni sono cadute nel silenzio e allora ha cercato sull’elenco telefonico il numero dei Logli, e Antonio con il legale si sono precipitati a Cannes. È così la sequenza cronologica?

ATTENZIONE: Io ricordo benissimo che lo chef disse di aver chiamato i Carabinieri intorno alle ore 17 dello stesso giorno, 17 maggio, un paio d’ore dopo l’avvistamento (ore 3 meno un quarto)!!

I “4 giorni dopo” sono una artefatta sottile rete di CLV per dargli la patente di non credibile, in sintonia con le cugine, perché dal 27 settembre al 1° ottobre sono 4 giorni.

Che lui alla segreteria telefonica abbia detto “27 settembre” invece che “17 maggio” potrebbe essere anche una “svista” della memoria o della lingua, forse voleva rendersi più credibile nel dare una notizia fresca e non stantia di mesi, forse sperava lo chiamassero subito e avrebbe precisato meglio … bisognerebbe sapere che data ha fornito al Logli.

Non vi domandate piuttosto, se Davi ha effettivamente telefonato il 17 maggio o ai CC o alla Procura, come mai la sua telefonata non è stata registrata?
Nella mia città anche se telefono alla Società elettrica per segnalare un guasto alla illuminazione stradale una vocina mi avvisa che la mia chiamata è registrata!!! Anche i VVFF registrano, le forze dell’ordine nooo?? Che cerchino anche loro nei tabulati la chiamata!!

Questa fa il pari con la lettera anonima spedita dal pompiere e che non si trova più!

Roba da matti!
Mimosa

PINO ha detto...

@ CHIARA
Davi avrebbe detto (sempre se la memoria non mi inganna), che, dopo aver atteso invano un qualsiasi esito alla telefonata del 21 maggio (registrata, invece il 1° ottobre) si mise in contatto con Logli.
Il giorno preciso non lo saprei indicare, forse perchè mai reso noto.
Ad ogni modo, chi avesse notizie più precise, potrebbe eventualmente correggere i dati che ho riportato, ricavati da quanto divulgato dai mass-media.

Antonello ha detto...

http://m.pisatoday.it/cronaca/roberta-ragusa-testimone-chi-lha-visto-4-dicembre-2013.html

Incredibile, dopo due anni viene a dire che ha visto piu' che una lite un'aggressione bella e buona.
"Una donna scappava e fu colpita alle spalle", mi chiedo se vedendo una scena del genere non sia il caso di fare una telefonata alle FF.OO. nell'immediatezza, ma dopo ben sapendo che era sparita una persona sarebbe auspicabile trovare il coraggio almeno di andare a rilasciare testimonianza apposito con quanto visto.
La testimone avrebbe anche visto il Gozi quella notte, e nella prima tornata una donna in pigiama rosa, in una tornata diversa sembra abbia visto il L. ripulire appunto dove lei aveva visto la lite.
Riguardo alla lite l'articolo dice che vi sarebbero altri particolari, che pero' CLV non ha riferito per questioni di riservatezza.
A questo punto, aspettando i tabulati dello chef e l'interpretazione della testimonianza del V.F., direi che non possono essere tutte coincidenze.
Il L. sarebbe stato visto da due persone successivamente alle 00,00, ls sua auto da tre persone, una coincidente ed improbabile lite sarebbe stata vista da due persone, l'aggressione alle spalle, non riferita dal Gozi, sarebbe stata vista da una testimone che conforta anche la presenza dell'altro teste sulla strada.
In tutto i testimoni sono tre, una nelle immediatezze, un'altro costretto circa dieci mesi dopo i fatti, e la terza dopo circa 23 mesi, a questo punto uno si aspetterebbe delle spiegazioni a conferma o smentita da parte dell'indagato, a cui presumo che il collegio difensivo abbia ordinato religioso silenzio, anche perche' non si riesce piu' ad immaginare le conferme o smentite quali potrebbero essere.
Non resta che aspettare altri testimoni e conferme o smentite di altri, registrando che a nessuno vedendo una lite in strada con urla e sapendo di una donna scomparsa sarebbe venuto in mente di comporre, anche solo che da anonimo, una telefonata alle FF.OO. per riportare quanto di grave visto.

magica ha detto...

ahahah"!
quel logli . era stao visto in diverse circostanze ,,
in quella strada a gennaio . a quell'ora (notte fonda) alcune persone erano chi in bici chi in moto chi con il cane . una guardava dalla finestra
lui che traffica in mezzo alla strada .. ma non vede nessuno ,era acceccato dal buio .
lui dice che a quell'ora stava a letto .
tanto non lo ha visto nessuno. ...

Antonello ha detto...

http://mentiinformatiche.com/2013/12/roberta-ragusa-la-donna-scomparsa-ha-due-sosia.html

consoliamoci intanto, sarebbero state "risolte" due testimonianze di vecchia data, quella di Pontedera che aveva "donato" un avviso di garanzia a Fusi, e quella della paninoteca e di una presunta R.R. che avrebbe chiesto un bagno nel locale "Il dolce ed il salato" di Pisa.
Era una sosia vestita engrambe le volte con l'identico cappotto.
Domanda: potrebbe esistere una remota premeditazione ipotetica che avesse potuto utilizzare nel caso una delle mille sosia di R.R.???
Insomma oltre i luoghi potrebbero essere inquinati i tempi con l'utilizzo di una sosia??? Non credo, ma ad onor d'archivio teniamola li.

Pamela ha detto...

Ma come può essere che due persone assistino a una scena violenta, culminante con l'aggressione e urla di una donna, e nessuna delle due che pensi di chiamare le Forze dell'Ordine?

Pamela ha detto...

Ma come può essere che due persone assistino a una scena violenta, culminante con l'aggressione e urla di una donna, e nessuna delle due che pensi di chiamare le Forze dell'Ordine?

Pamela ha detto...

Ma come può essere che due persone assistino a una scena violenta, culminante con l'aggressione e urla di una donna, e nessuna delle due che pensi di chiamare le Forze dell'Ordine?

Anonimo ha detto...

Su internet si trova non solo informazioni su come divorziare mas anche informazioni su come sparire per sempre:

http://www.ditadifulmine.net/2010/02/come-sparire-per-sempre.html#.UqHZtuKQNnN

http://www.ilgazzettinodelviaggiatore.it/magazine/in-breve/34-come-sparire-e-vivere-felici.html

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2002/12_Dicembre/05/fuggitivi.shtml

http://blog.libero.it/mp3messaggi/7235154.html

Alex


Anonimo ha detto...

LA NUOVA TESTE E'SORDA.
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2013/12/06/news/la-mamma-della-nuova-teste-non-ci-sente-ma-ha-visto-tutto-1.8250186

Anonimo ha detto...

E che vuol dire? i sordi mica sono ciechi!

Antonello ha detto...

Beh pero' questo spiega perche' la teste non riferisce i notori urli che potrebbe apparire strano non ha riferito.
O che non avrebbe potuto udire ad esempio i cani del Gozi abbaiare alle urla, oltre al fatto che doveva stare attenta in motorino perche' ad esempio non sentiva i clacson eventuali.
piuttosto, il L. sarebbe andato a casa del Gozi ma non di Silvana P., pur essendo lei passata piu' volte proprio davanti al suo naso, se non vi e' andato perche' sembra che alcuni dati non sarebbero stati resi noti, il L. se ne sarebbe strafregato benche' visto con illuminante cettezza e forte del suo essere immune avrebbe architettato "la migliore delle disastrose dichiarazioni", come dice Chiara, si, avrebbe scelto di dire che lui era a dormire.
Se le testimonianze venissero, come e' auspicabile, cristallizzate non mi sembra che quella del L. fosse la migliore delle dichiarazioni, ma nel caso sia colpevole di falsita' a me pare un vero suicidio giudiziario.

Anonimo ha detto...

Logli ha detto bugie dal primo giorno delle indagini.
Mentre Parolisi è in carcere per averne dette di banali, lui gode ancora di tanta libertà, forse perchè le sue sono più raffinate?

Stefania ha detto...

E' evidente che, a prescindere la teste in motorino possa o meno essere credibile (saranno gli inquirenti con le loro valutazioni a deciderlo, noi non si hanno ancora sufficienti elementi) trattandosi di una notte fredda ed essendo la signora obbligata a raggiungere una farmacia, si sia "bardata" ben bene, per potersi proteggere dal freddo. Questo l'avrebbe potuta rendere irriconoscibile agli occhi di AL?

Stefania

Antonello ha detto...

@Stefania
fondatissimo l'appunto, e questo potrebbe spiegare perche' il L. non avrebbe potuto andare a casa anche di Silvana, non avendola riconosciuta (ma il motorino???).
Non spiega invece in base a quale certezza di non essere stato visto va poi a dichiarare che lui "stava dormendo" pur essendogli passato sotto il naso e piu' di una volta un motorino effettivamente guidato da qualcuno comunque imbacciccato.
Non sto ponendo riserve sul teste, a parte valutarne la credibilita', sto cercando di capire come un boss genio del crimine, anafettivo, razionale, lucido, spietato fa un errore nel caso di questa enormita'.

Vanna ha detto...

Lui è inattaccabile per chiarezza, sincerità, razionalità, precisione!
Se ha sbagliato qualcosa è perché è un ingenuo semplicione.

La colpa è tutta dei testimoni che se ne vanno di notte in farmacia col motorino, a far "bisognare" il cane col gelo.
Potevano pure starsene a letto, invece di uscire a quell'ora!
Forse avranno avuto un colpo di freddo, non c'è mica solo quello di sole.

Stefania ha detto...

Esiste il crimine perfetto?

Sinceramente ricordo piu' facilmente le autovetture dei vicini di casa, meno eventuali biciclette o motorini.

Certo, affidarsi al caso, sperare di non essere visti non è esattamente il massimo dell'organizzazione.

Ma, dovendo scegliere, talvolta si decide per il male minore e sperare di non essere stati riconosciuti puo' essere stata una scelta non accorta ma la piu' accorta da doversi prendere nell'immediatezza degli eventi.

Stefania

Anonimo ha detto...

Gentili Signore, uno che progetta un reato, il più perfettamente possibile, in tutte le sue linee, non può "prevedere" le eventualità del futuro, a meno che, non fosse anche un chiaroveggente, oltre che freddo criminale.

Antonello ha detto...

Mah, se una va in farmacia ha tutta la mia solidarieta, se andandoci testimonia un'aggressione a seguito di una persona scomparsa si permettera' che si analizzi bene la sua, come le testimonianze di altri o se una va in farmacia e' legittimata a dire qualsiasi vosa essendo immune da analisi???
@Strfania @anonimo
Il problema e' che non si e' per nulla sicuri di una premeditazione, ne di un reato, non solo ma gli eventi futuri sono sicuramente difficili da prevedere, concordo, qua pero' non si parla del prima ma del dopo, non di premeditazione e preveggenza, che apparirebbe alquanto aryigianale e peregrina se fosse, ma di postmedotazione, cioe' di fatti che il L. non poteva nel caso NON sapere, essendogli passato sotto il naso piu' volte un motorino, e che deliberatamente, in una notte di postmeditazione, decide di soprassedere e di dire che "lui dormiva".
Non sto intendendo che e' impossibile, si ammettera' che deve aver un motivo ben valido a posteriori per "soprassedere", nel caso.
Quale???

Mimosa ha detto...

Il motivo? Puà essere semplice e banale.
Io più volte ho proposto che il motivo sia da cercare nella giustificazione che ha dato ai figli la mattina al loro risveglio ... forse non gli era venuta una scusa migliore sul momento. E quella doveva mantenere, semplice e banale.

Antonello ha detto...

@Mimosa
con l'incertezza eventuale sul fatto che avrebbero potuto svegliarsi??? La figlia recarsi nel lettone senza trovarlo???
Nel caso sarebbe accaduto tutto in silenzio??? Lei che esce di volata ma sta ben attenta a chiudere piano la porta, lui pure??? Ed ancora credo che non siano usciti tutti i testimoni, ho questa sensazione, chissa' perche'.

Anonimo ha detto...

Già, il rosso è verde ed il verde è giallo, ed il giallo ecc. ecc..
Acuta Mimosa, non sprecherei più tempo a discutere, in presenza di daltonismo tra gli interlocutori.

Stefania ha detto...

Brava, Mimosa. "Sono andato a dormire ... saranno state ... circa ... mezzanotte", questo è stato dichiarato. Nè io nè te abbiamo detto sia stata appunto una buona scusa, ma evidentemente, potrebbe essere la migliore da vendersi. Con i figli e con gli inquirenti in sede di denuncia di scomparsa e quindi a poche ore dal fatto.

Nel caso ipotetico AL sia responsabile della sparizione della coniuge non è che gli sia stato concesso poi tutto questo tempo per decidere cosa dichiarare.

Certo, a tavolino, un omicida "esperto e freddo" puo' valutare tutta una serie di inconvenienti possano capitare. Ma qualcosa puo' ben essere andato storto. Ed ecco che con dei figlioli ai quali dare spiegazioni, una denuncia di scomparsa da presentare, un figlio che da l'allarme su facebook, non ci si vede concesse tutte quelle giornate che ci potrebbero servire per trovare un alibi decente. Ed allora meglio scommettere su un vicino intimorito andandolo a visitare e su un personaggio che ci ha visto tanto che transitava in motorino e che magari non sa neppure chi siamo.


O no?

Stefania

Antonello ha detto...

Probabilmente anonimo aneli di far schierare o di schierare tu le convinzioni degli altri che credi cieche e prive di critiche ed elaborazione come le tue.
Dimentichi pure che, se rifiuti l'analisi, alle volte e' meglio esser presi per daltonici che schierarsi ciechi e che quando si offende se si ritiene di essere in buona fede bisognerebbe pure avere il coraggio e la faccia tosta di firmarsi.
@Stefania
non e' proprio cosi', ha avuto una notte intera, nel caso, nel caso non poteva sapere se i figli si erano accorti della baraonda, come non poteva e non puo' sapere se ci siano testimoni molto piu' vicini alla sua proprieta'.
Nel caso ha fatto una pura scommessa, e visti i per ora tre testimoni che lo hanno presumibilmente smentito sono li a testimoniarlo, potremmo pure immaginare che se cosi' e' stato dev'esserci forse qualcuno a renderlo sicuro, almeno di quella parte, con i figli.
Rimane la mia domanda a cui Mimosa almeno una risposta l'ha data, Quale motivo potrebbe aver costretto il L. a dichiarare che "lui dormiva" nel caso non remoto non dormisse per nulla???
Inoltre la domanda ha ancora piu' peso se ammettiamo pacificamente al discorso che nessuno gli impediva nel poco tempo che aveva, e con la certezza di essere stato nel caso stravisto in giro, di dichiarare che era uscito in cerca della moglie che, ad esempio, andando in bagno non aveva piu' trovato.
Non lo fa nonostante fosse un'alternativa a portata di naso, dichiara che "lui dormiva", nel caso perche'???
(domanda diretta a chi non vuole schierarsi prima di aver compreso qualcosa).

Stefania ha detto...

Antonello wrote: Quale motivo potrebbe aver costretto il L. a dichiarare che "lui dormiva" nel caso non remoto non dormisse per nulla???

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Provo a risponderti, in modo sincero, proprio nella mia volontà di non schierarmi (anche perchè non siamo allo stadio):

1. Logli potrebbe aver detto che era a dormire ed invece essere stato dall'amante. Tornato, in piena notte, non ha trovato la moglie ed ha preferito nascondere la sua scappatella senza rendersi conto che questo, nel caso la moglie non fosse tornata, lo avrebbe messo in guai seri;

2. Logli ha deciso di mentire dopo aver avuto con la moglie una discussione e dopo averla soppressa o dopo aver affidato il compito della soppressione ad altri, e comunque dopo aver verificato (il mattino seguente) che i ragazzi non si erano svegliati;

Queste sono le due ipotesi che di primo acchito mi sembrano probabili.

La prima, a ben pensarci, trova nella mia mente poco credito perchè davanti ad un'incriminazione per omicidio e davanti ad una mia relazione extra-coniugale oramai acclarata, non avrei remore: direi la verità e che quindi non ho la piu' pallida idea dell'orario in cui mia moglie è sparita perchè quella notte ero in tutt'altre faccende affacendato.

La seconda, denota effettivamente una falla: un'improvvisazione che non farebbe il paio con il programma di una persona cinica e decisa ad un omicidio programmato, tanto che gli inquirenti parlano appunto di premeditazione.

Come ho già scritto sopra, non esiste pero' il crimine perfetto (quello che secondo l'accusa fu tentato nei confronti di Marta Russo, per intenderci).

Puo' essere che a tavolino sia stato studiato un percorso. Che gli eventi abbiano portato a rendere impossibile quello che si era programmato. Non stiamo parlando di un killer professionista, sempre se AL fosse davvero responsabile della scomparsa di AR.

Cinico e calcolatore sin che si vuole, ma non una persona avezza a compiere crimini di questo genere.

Vero, c'è stato in passato chi ha ucciso i genitori ed è andato a ballare, chi ha simulato una rapina in casa ad opera di extracomunitari, ma entrambi smascherati.

Logli, come è giusto che sia, è libero come l'aria.

Tu, Antonello, sostieni che qualche ora possa essere sufficiente per inventarsi una buona scusa, un buon alibi. Ma diamine, c'è chi scappa dopo aver preso sotto una persona con l'automobile. Penso sia legittimo pensare ad una agitazione ad una mancanza di lucidità che ti puo' portare a fare scelte che al momento ti sembrano sicuramente se non intelligenti, almeno le piu' cautelanti in base a quanto accaduto.

Tutt'altro paio di maniche, lo siano veramente.

Stefania

Mimosa ha detto...

@ Antonello, ti dico solo questo :
devi capire che una balla elaborata ha molto più rischio di essere smontata!
Alla minima contraddizione (tra una deposizione e l’altra, AL è stato sentito tre volte in 3 giorni), lo avrebbero riempito di domande mille volte e in mille forme.
Ti fanno raccontare la stessa solfa anche al contrario.

Lui dicendo “sono andato a dormire e ho dormito tutta lo notte, perché ho il sonno duro”, di fatto ha blindato ogni possibilità di confondersi …

tanto è vero – te lo ricorderai bene – alla giornalista di CLV la quale, come un’esperta di interrogatori, gli faceva ripetere diverse volte il racconto della serata, alla terza lui la interruppe e disse “No, senta, lasci, è meglio che ripeto io sennò faccio-ciamo confusione
(sennò LUI faceva confusione e infatti nel giro di pochi minuti aveva già dato orari lievemente diversi).

Voglio recuperare ancora un’altra mia osservazione già fatta ma da nessuno raccolta.
Un’amica raccontò che Roberta per leggere, cucire, ecc., aveva sempre bisogno di occhiali, pertanto per compilare la lista della spesa di sicuro li aveva inforcati, ma nessuno di casa Logli li cita, viene solo esibito il fogliettino con una breve lista.
A parte le altre mie relative perplessità, scrivevo: «gli occhialini da lettura dove erano finiti? Perché non stavano a portata di mano? In fondo se una persona interrompe la scrittura per scappar via, molla gli occhiali sulla tavola, non li ripone nell’astuccio con calma», ammesso che l’astuccio ci fosse.
C’è qualcuno ora che vorrebbe cimentarsi a ragionarci sopra?
Antonello, che supposizioni puoi fare?

Mimosa
PS: ah, di conseguenza anche per leggere numeri o messaggi al cellulare, le persone presbiti si mettono gli occhiali.

Antonello ha detto...

@Mimosa
non sapevo che aveva bisogno degli occhiali, dovrei ricedere la lista per capire se vi sono inflessioni nella scrittura.
Dove furono rinvenuti i suoi occhiali lo sappiamo???

Mimosa ha detto...

@ Antonello
gli occhiali NON sono stati rinvenuti, o per lo meno - come ho scritto - nessuno ne ha accennato!
La scrittura della lista è regolarissima e tondeggiante, tranne l'ultimo alimento da acquistare "yogurt" scritto con la penna di colore diverso e un po' frettolosamente.

Mimosa ha detto...

Ciao, Stefania
con la frase “Tornato, in piena notte”, mi hai fatto venire in mente che quella notte dalle 3 e mezza alla 4 e mezza un dirimpettaio cacciatore è rimasto al gelo ad aspettare un amico che lo doveva venir a prendere ed è arrivato con un’ora di ritardo.
Il cacciatore disse che in casa tutte le luci erano spente e le auto dei Logli, per quello che poteva vedere, erano al loro solito posto.

Antonello ha detto...

@Stefania
forse penso di aver compreso l'ipotesi che nel caso si sarebbe potuta verificare.
Premesso che, a parer mio, non puo' aver premeditato un suicidio legale del genere, nel caso fosse un preterintenzionale deve essere stato visto da qualcuno nell'atto ipotetico d'epilogo, questo lo avrebbe, nel remoto caso, costretto dicendo che era uscito a confrontarsi con un ipotetico teste frontale che poteva ricondurlo, nel caso, ad un'ipotetica, poi verificatasi, accusa di omicidio.
Dicendo che "lui dormiva", nel caso ipotetico invece avrebbe preso atto che era costretto a "non essere proprio uscito".
Ma, dall'altra parte in un preterintenzionale chiaramente non pensi che avrai testimoni contro proprio perche' cio' che accade va oltre le intenzioni, accade punto.
Nelle condizioni poi quindi di dover rischiare avrebbe, nel caso, visto di essere stato visto, come minmo due volte da un motorino che passava, deciso di porsi in contrasto senza affrontare, nel caso pero' come la deve aver pensata, nel remoto caso, per quanto riguardava chi era in casa e che aveva potuto benissimo essersi accorto della loro assenza???
Ma non sarebbe stata l'unica sfrontatezza, nel caso avrebbe anche deciso di dar adito a dubbi prendendosi tre mesi di aspettativa, poi accogliendo in casa, poco dopo la scomparsa della moglie, la sua nuova compagna.
Perche' mostrarsi cosi' insensibile, pure essendolo nel caso di colpevolezza???

Stefania ha detto...

Esatto, Mimosa. Ed anche questo, il Logli non poteva ovviamente saperlo. Quindi, nel caso tutto si fosse svolto piu' tardi, nel corso della notte, ci sarebbero stati altri testimoni.

E ben inteso, quell'uomo avrebbe potuto nel caso, vedere anche RR scappare per andare a rifarsi una vita altrove ....

Nessuno si è mosso dopo un certo orario, direi ...

Stefania

Stefania ha detto...

L'aspettativa, quando ti sparisce una moglie, se ti viene concessa (prova a chiederla in piccole aziende ...) è cosa piu' che legittima, a prescindere da cosa le possa essere accaduto. Per poter stare vicino ai ragazzi, per poter riorganizzare la vita di tutti i giorni che prima era scandita dagli orari di una moglie meticolosa e presente.

Legittimo e doveroso in ogni caso. Non considero questa scelta del Logli come qualcosa di degno di attenzione particolare, anzi ....

Riguardo il fatto SC sia entrata a far parte "del cerchio della fiducia" dopo la scomparsa di RR, c'è da considerarsi come dato di fatto che:

- AL deve aver avuto in un modo o nell'altro la certezza di un non ritorno della moglie;

- che i ragazzi, pur nella sofferenza di aver "perso" la mamma, non hanno avuto preclusione di sorta e questo funziona come da cartina tornasole dell'ipotesi (che a questo punto non è solo tale) la baby-sitter-segretaria-amante, godesse di maggior popolarità tra la prole di quella goduta da chi li aveva generati.

Stefania

Stefania ha detto...

Scusate, nella fretta, ho scritto in "turcasso di sotto" e non in italiano, ma spero il mio pensiero sia comunque chiaro. :-)

Stefania

Mimosa ha detto...

Stefania, sei stata più che chiara!

Anonimo ha detto...

AL ebbe paura di cadere in contraddizione con la brava giornalista che lo sottoponeva a domande imbarazzanti.
Domande che esorbitavano dalle risposte stereotipate, imparate a memoria...come una breve poesia.
Furbo, lui, ma l'intelligenza con la quale gli venivano formulate le domande, gli crearono panico; tanto che interruppe il dialogo bruscamente, con evidente nervosismo.

Anonimo ha detto...

Da voci circolanti, si è appreso che AL sarà convocato in procura, nei prossimi giorni, per ricevere il regalo natalizio.

Minnie ha detto...

A proposito dell'interrogatorio di AL, secondo voi potrebbe essere di nuovo interrogato anche il figlio D., ora maggiorenne, questa volta senza particolari tutele ??

Mimosa ha detto...

Eh, sì, Anonimo 23:45.

Ritorno agli occhiali, sperando che la faccenda non sia fantasiosa come gli occhiali da sole di Melania Rea.

Nel caso di RR nessuno in famiglia ha detto con certezza quali indumenti mancavano in casa, “sembra” sia sparito il pigiama rosa che la bimba ha cercato inutilmente anche tra la biancheria sporca, “sembra” non si trovino i sandali-pantofole usati abitualmente in casa, “sembrava” scomparso il caricabatterie, dichiarato ritrovato proprio il giorno prima di un sopralluogo, tre mesi dopo, ora “sembra” non ci sia traccia degli occhiali da vista.

SE fossero stati buttati via perché rottisi in un corpo a corpo?
SE una lite violenta c’è stata io penso che sarebbe avvenuta in conseguenza del fatto che – in un momento di distrazione del marito, ad es. mentre andava a trasferire la bimba nella sua cameretta – Roberta avesse potuto ricomporre l’ultimo numero e poi generata la scenata al marito, ancora con gli occhiali sul naso.

Il fatto che i figli non avessero sentito niente, è semplicemente dovuto, secondo mia opinione:
a) alla posizione delle loro stanze e alle porte chiuse
b) al loro sonno pesante, come tutti i bimbi e tante persone adulte (mia cognata si è svegliata quando sono entrati i pompieri in camera, dopo ore che non rispondeva al campanello e agli squilli del telefono!)
c) all’abituale tono di voce con cui i coniugi litigavano (non è detto che abbiano strepitato a squarciagola)
d) che dopo uno sberlone dato con tutta la forza, RR abbia sbattuta la testa, e non sempre in una caduta si perde sangue.

Sia che il litigio sia avvenuto in casa, sia in strada – magari continuato in una seconda fase – per dare credito agli avvistamenti, sempre per omicidio “preterintenzionale” e “colposo” resterebbe il decesso.

Il trasferimento e l’occultamento del corpo è tutta un’altra faccenda. Lì qualcun altro è intervenuto, non c’è scampo!

A meno che … lei sia riuscita a fuggire con l’aiuto di un vecchio/nuovo amico, sia ancora viva e felice all’estero, sia disgraziatamente caduta nelle mani sbagliate. Troppe le ipotesi successive.

Mi auguro la Procura e i vari procuratori siano “ispirati” e “illuminati” e facciano la cosa migliore, anche in assenza di cadavere.

E ben venga finalmente l’interrogatorio ufficiale, regalo natalizio anche per noi!

Mimosa

Mimosa ha detto...

Minnie
sicuramente dipende da come la imposteranno in Procura.
E anche da come andrà l'interrogatorio del padre.
Da quel momento, credo, tutti i famigliari e l'amante saranno risentiti.

Chiara ha detto...

Sull'alibi concordo con Mimosa e Stefania e l'ho sempre detto che, secondo me, era la cosa migliore da dire; i vari motivi li hanno espressi bene loro e allora mi limito a dire ad Antonello di fare un prova: inventa un alibi possibile che avrebbe potuto dare Logli, io ti mostro tutti i punti deboli e secondo me concorderai che quello del letto è ancora il meno rischioso, SOPRATTUTTO all'epoca: la sua unica incognita sono due possibili testimoni in una notte buia e nebbiosa che difatti, la si veda come preferisce, sono stati tutt'altro che determinanti. Davvero non capisco cosa ci sia da ridire, mi pare che per quanto lo si critichi, intanto quell'"alibi" l'ha tenuto a piede libero; una qualunque diversa bugia l'avrebbe esposto molto di più.

Chiara ha detto...

Secondo me ci illudiamo se crediamo che in un eventuale interrogatorio risponderà; e con lui il padre e la calzolaio. Non perchè abbiano per forza qualcosa da nascondere, ma semplicemente perchè, colpevoli o innocenti, l'obiettivo è l'archiviazione e allora non si vede perchè dare una possibile mano a tenerle ancora aperte.

Mimosa ha detto...

Chiara
io penso che se AL si trincererà dietro al silenzio, la Procura si arrabbia e lo incrimina dritto filato mandandolo al processo ... poi s'arrangi con il Giudice e la giuria ...
tanto, cosa hanno da perdere i PM, nulla, neanche la faccia, chi mai incrimina loro? quando mai pagano per i loro errori? alla più sporca li promuovono e li trasferiscono.

Chiara ha detto...

mah non so, non la vedo una procura "emotiva"; se crede di avere elementi sufficienti lo rinvierà a giudizio con o senza risposta all'interrogatorio; se teme di non farcela non rischierà il ne bis in idem secondo me; continuerà a cercare il corpo e sorveglierà discretamente fino a novità. come dicevo, non escludo che in questo caso, prima dell'archiviazione possa chiedere l'inc.prob. della nuova teste se ritenuta credibile, in modo da riprendere il filo al momento opportuno.

Antonello ha detto...

@Chiara
oh finche' vi era solo il Gozi potrei ancora concordare, ma sono tre i testimoni, e seconfo il mio ragionamento o uno dei tre ha visto qualche scena cruenta o rimango dell'idea che, nel caso di colpevolezza, non si capisce perche il L. non ha dichiarato (l'ho ripetuta mille volte la semplicissima possibilita' che aveva) di essere uscito a "cercare la moglie che non trovava piu', anzi, nel caso ipotetico, avrebbe persino potuto chiamare i CC che so alle due di notte appunto denunciando che la moglie "smemorata" non si trovava piu'.
Avrebbe subito qualche interrogatorio??? Non gli rimaneva che dire precisamente dove era stato senza mentire ulteriormente.
Se non l'ha fatto, sempre nel caso ipotetico, significherebbe invece che potremmo non sapere tutto dell'argomento testimonianze o che dev'esserci qualche altra "tardiva" sorpresa, che potremmo non sapere tutto e che e' invece il L. potrebbe indi sapere di essere stato visto in ipotetiche scene cruente, e che quindi non avrebbe potuto dichiarare semplicemente di essere uscito.
Per ora che si avvicini ad una scena cruenta c'e' solo Silvana P. ed e' acclarato che di quanto avrebbe detto non e' stata resa pubblica una parte, quindi forse un'ipotesi c'e' che ha costretto il L., nel caso remoto fosse colpevole, a dire che "lui dormiva".
In tutti gli altri casi eventualmente al L. sarebbe convenuto dire che era uscito in cerca della moglie e continuo a ripetermi che quella dichiarata, nel caso, non e' la migliore ma anzi e' la piu' disastrosa delle dichiarazioni, sempre non sia vera, solo che potrebbe essere stata la meno peggio.

Chiara ha detto...

Antonello
avrebbe potuto dire "impunemente" di essere uscito a cercarla SOLO SE avesse poi chiamato immediatamente i cc, altrimenti sarebbe stato ben poco normale, non trovandola, tornarsene a letto. E qui sarebbero partiti immediati i sospetti.

Idem se avesse detto, che so, di avere avvisato i suoi e/o di avere perso ancora ore in ricerche fino al mattino.

Avrebbe dovuto spiegare se avesse lasciato un avviso ai ragazzi nel caso si svegliassero o almeno avvisato la madre di dar loro un'occhiata mentre usciva; averli lasciati soli o dar conto che altri nella corte erano svegli in quei momenti, avrebbe provocato tutta una serie di domande che rappresentano ciascuna una potenziale tagliola.

Allo stesso modo avrebbe dovuto dire dove l'avesse cercata e perchè proprio lì; perchè non abbia telefonato a qualcuno e/o avvisato i genitori; se e quante volte fosse tornato a casa per vedere se nel frattempo fosse rientrata; in quel caso, come fecero i ragazzi a non accorgersi di tanti movimenti in entrata e uscita ecc.

Col senno di poi sappiamo che avrebbe dovuto spiegare perchè alle 4:30 fosse tutto calmo e spento a casa sua e dei suoi.

Perchè per cercare la moglie fosse fermo al ciglio della strada a fari spenti; se non vide nè udì la famosa lite e potesse allontanare il - blindato, a quel punto - sospetto che ne fosse stato protagonista; perchè si mise a pulire qualcosa in strada ecc.
Ti rendi conto quante domande?

E quanto facile sarebbe stato incriminarlo proprio in virtù della sua ammissione di essere stato in giro, con i testimoni che dicono quel che dicono? Solo il dubbio generato dal tempo, dal buio, dalla nebbia e dal clamore mediatico lo sta tenendo parola-contro-parola con i due testi; aver detto che effettivamente era fuori sarebbe praticamente come ammettere la bontà della dichiarazione Gozi con tutto ciò che ne consegue. La negazione radicale in questi casi è l'unica possibilità di cavarsela con l'insufficienza probatoria.

La riflessione che una persona intelligente avrebbe fatto, secondo me è proprio questa: posto che COMUNQUE corro un rischio altissimo se le due persone si presentano, tanto vale tentare il muro-contro-muro dato che le circostanze dell'avvistamento comunque consentono un margine di dubbio nelle future POSSIBILI dichiarazioni; "possibili" sì, perchè come sappiamo c'è stato il forte rischio che mai uscissero; t'immagini se avesse detto lui per primo di essere fuori (con tutte le spiegazioni-trappola che dicevo sopra)? credi non l'avrebbero pressato da subito per farlo cadere in contraddizione? e non credi che l'incrocio di quella dichiarazione con le future deposizioni l'avrebbe posto in una condizione assai peggiore di quella attuale? Secondo me assolutamente sì!


oltre è evidente che, se effettivamente quella notte avesse avuto un corpo di cui disfarsi, aveva bisogno - lui o CHI PER LUI - di libertà di movimento e non certo di portarsi in caserma e farsi trovare magari non in perfetto ordine o con lo stato d'animo sbagliato o dicendo a caldo qualcosa di sconveniente; peggio che peggio se si fossero portati i cc a casa loro, magari notando l'assenza di qualcuno, o più auto col cofano caldo, o voluto subito vedere le auto e verificare eventuali tracce utili in casa e trovando abiti suoi che portassero tracce dell'accaduto. Altro rischio aggiuntivo enorme....quanti particolari in più (e relativi rischi aggiunti) avrebbe dovuto curare per fare ciò che dici - anche ammesso ne avesse avuto il tempo.

Prendendo per buono il cacciatore, poi, tutto sarebbe finito prima delle 4:30, ossia appena tre ore dopo la scena del litigio: sono davvero poche e già deve starci l'occultamento del corpo, la distruzione di eventuali prove, probabilmente la consultazione con qualcuno e lo spazio di tempo per fare il punto della situazione e prepararsi alla 'tempesta'.

Stefania ha detto...

Per non parlare di un eventuale graffio fresco, che lui disse (dopo giorni) di essersi procurato con un arbusto del giardino, se non erro.

Stefania

Chiara ha detto...

ops...l'ultima parte del commento era da cancellare (mi ha preso la "mimosite" ;-D!)

Antonello ha detto...

@Chiara
daccordo sino ad un certo punto, data per certa la non premeditazione (valutando dopo alcuni parametri che pero' non tornerebbero), la differenza NEL CASO potrebbe farla solo nella colpevolezza ipotetica di un reato ipotetico quanto poteva in quei momenti essere a conoscenza dell'indagato di oggi.
Mi spiego, essendo nel caso uscito doveva rispondere a piu'rischi su diversi fronti e non di poca rilevanza, uscendo i testimoni che sarebbe uscito, uscendo i figli che si svegliassero, aggredendo eventuali testimoni che avrebbero visto.
A quel punto l'unico motivo per cui avrebbe potuto costringelo a rischiare di doversela giocare, nel caso, con i figli poteva essere che lui sapesse bene di essere stato visto in una scena cruenta, proprio perche' se visto semplicemente fermo in auto di per se avrebbe nel caso potuto significare ben poco in relazione ad un ipotetico omicidio di un corpo che non si ha prova sia privo.
Solo l'eventuale scena cruenta, in quegli ipotetici attimi, avrebbe potuto costituire un motivo piu' che valido per fare "muro contro muro" come giustamente dici tu piuttosto che lanciarsi in contorti confronti.
Ma se ipotizzassimo fosse effettivamente solo convinto di essere stato solo visto fermo in auto, e non di poter essere notato in scene ipotetiche cruente, effettivamente perche' non avrebbe potuto dichiarare pacificamente di essere uscito, confortando proprio ed escludendo eventuali testimoni cge sapeva benissimo, nel caso, esistevano???
Un po' complicato rispondere poi a cosa??? Nel caso gli sarebbe bastato dire dove era stato veramente tagliando eventuali scene cruente e di fatto escludendo eventuali testimoni "pacifici" da qualsivoglia incidente ptobatorio a suo discapito, come invece subisce, sempre NEL CASO.

Un bel casino, fatto sta che i CC poteva anche non chiamarli subito, R.R. e' una persona adulta, maggiorenne, chiamare i CC "subito" non avrebbe avuto molto senso anche in caso di colpevolezza ipotetica come anche di uscita volontaria, magari appunto verso le tre, ed accurate ricerche dichiarate vane di un episodio che poteva anche essere ricondotto a tale ed estemporaneo poteva anche chiamarli, cosa glielo vietava nel caso non lo capisco.
Ecco giusto se invece NEL CASO era certo di essere stato visto in circostanze di aggressione o cruente, allora il "muro contro muro" valeva nei confronti del rischio i bimbi si fossero svegliati, nel caso li concordo nel ragionamento, ma di per se essere stato in Via Gigli non e' che apre le porte ad un cautelare.
Anche proceduralmente ammetterai che senza un corpo ed un marito in giro a cercare una viva testimoniato pure da pluritesti, come nel caso ipotetico giustificare un cautelare od un rinvio a giudizio???

Chiara ha detto...

mah, ti dico, non sono convinta: se hai detto di non essere uscito e ti sbucano sti due puoi insistere che si sbagliano; se invece hai confermato di essere uscito e questi non si limitano a confermarlo (che per te sarebbe un bene) ma ci mettono il carico della scena violenta, sei ca.to perchè dalla dichiarazione di essere stato in quei pressi in quell'ora non te lo rimangi più.

Allora posso concordare su una cosa Antonello:
- o dichiariamo che i testi mentono o si sbagliano e allora Logli si tiene non solo la presunzione d'innocenza "legale" ma anche quella sostanziale e la sua O non è una bugia O è una innocente bugia andata troppo oltre per mille motivi;
- o, se vogliamo ritenerli sinceri e affidabili, a questo punto diventa veramente dura ipotizzare che Logli sia uomo di specchiata purezza in relazione alla scomparsa della moglie e conseguentemente mai avrebbe agito come dici tu.

Insomma: con questa seconda testimone, pur con tutte le riserve, le logiche stringenti (non c'è corpo, non c'è prova di delitto ecc) e i garantismi che vuoi, Logli sta messo malissimo e deve BENEDIRE l'"alibi" del sonno, che è l'unico che ancora lo tiene a galla (non per molto, probabilmente, ma ancora ci sta). Si fosse inchiodato da solo in via Gigli, staremmo raccontando un'altra storia.

Quindi effettivamente qui i nostri punti di vista prendono strade non convergenti: per un Logli in via Gigli a far altro che non abbia a che fare con la scomparsa della moglie, non vedo più spazio francamente; o si eliminano (figurativamente, ovvio) i testimoni o quella notte a Roberta il marito ha fatto del male nel corso della lite in via Gigli. Tertium non datur, per come la vedo.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Chiara sul giornale "Giallo" di questa settimana il caro direttore ha messo in bella mostra le foto di due donne che dovrebbero somigliare a Roberta Ragusa,io non so dove le ha pescate,forse nel golfo di Taranto,che oltre ad esserci l'aria inquinata c'è pure l'acqua,infatti a tutto somigliano le due signore tranne che a Roberta,questo per far capire che il Davi possa essersi sbagliato.il caro Dottor Logli dice di essere andato a dormire prima della moglie e di non essersi accorto di nulla della sparizione,sarà che ha il sonno pesante l'amico traditore,e i vari testimoni che assistono a strani movimenti vicino casa sua a chi vedono? cosa c'era quella notte in via gigli una riunione condominiale? Con il freddo che c'era non credo proprio.Vi siete chiesti se oltre a sparire Roberta Ragusa è sparito qualcun altro? insieme ad un'altro sarà pur andata da qualche parte se è fuggita da quella casa,non penso che in piena notte una programmi una sparizione da sola,per andare dove? C'è qualche amico o parente che manca all'appello? non penso,altrimenti ne avrebbero denunciato la scomparsa.Buona serata a tutti

Antonello ha detto...

@Chiara
quello che citi non e' un fattore dirimente ma e' il "muro contro muro", molto semplicemente di cui parlavi, o la realta' sta dalla parte di L. o dalla parte dei testimoni, occhio pero' ad ambedue le possibilita' con le rispettive possibili ipotesi sempre in relazione alla scomparsa di R.R.
Ne mi sembra che sarei io qua a difendere qualcuno ma a ragionare si, credo che se parliamo appunto di scene cruente, come l'aggressione riferita alle spalle ma anche e sopratutto ipoteticamente nelle parti non rese pubbliche e che se era li il L. dovrebbe sapere piu' che bene, allora staremmo parlando di un L. ipotetico che ha proprio pensato come ho pensato io.
Cioe', avrebbe rifiutato di affrontare i testi perche' certo che avessero potuto vedere qualcosa di piu' grave che un uomo fermo ai limiti della strada in auto o che pulisce un'altra porzione della stessa strada, avrebbe nel caso rischiato di affrontare i figli o qualcuno era con loro ed avrebbe, nel caso, deciso di dichiarare che lui dormiva, molto semplice anche se arduo ed a consumo.
Se avesse, nel caso di colpevolezza, dichiarato di essere uscito per cercare la moglie avrebbe tagliato i testi solo se lui fosse stato piu' che certo di non essere nel caso stato visto in scene cruente, se e' colpevole quindi questa certezza non poteva averla e da li la dichiarazione ipoteticamente deviante del non alibi/o verita' del sonno.
A questo punto stante che la verita' non si ottiene stanando una preda ma facendo funzionare i neuroni direi che la dialettica sta a zero perche' se vogliamo anche semplificare ed ammesso sempre che esista un reato provato, o e' stato lui o e' stato qualcun altro (il che non e' proprio un'ovvieta' scontata).
Se invece nessuno aveva potuto vedere scene cruente il discorso sarebbe stato completamente diverso anche nelle diverse ipotesi, a quel punto al L. conveniva nel caso sempre diiluire il rischio ipotetico dichiarando ad inquirenti e figli di essere proprio uscito in ricerca della moglie ed affrontando, nella stessa ipotetica colpevolezza, posta pero' su un piano diverso, cosi' i testi cancellandone esiti futuri per lui dannosi per come tu stessa ammetti lo siano.
E se lo sono e' solo perche' fanno riferimento ad un collegamento fra lui ipoteticamente fuori orario e casa ed una ipotetica aggressione di una donna scomparsa nel bel mezzo di uno scenario di accusa di omicidio.
Daltronde e' normale negare le vie d'uscita (gioco di paroloni) a chi si deve o si pensa colpevole, non ci rimane nel caso che aspettare e ci leviamo il dubbio amletico.
Invece nell'ipotesi che faccio io, e sottolineo ipotesi, lui non avrebbe avuto scelta, cosa ben diversa dallo scegliere che tu invece presupponi nella tua.

Anonimo ha detto...

Chiara, stai sprecandoti.
Segui la tua logica, che è quella più coerente.
I testimoni, almeno che non si scopri la loro fraudolenza, restano pietre miliari inamovibili.
Inutile girarci intorno!

Antonello ha detto...

Quindi buonanimo anonimo se il L avesse saputo di essere stato visto mentre nel caso avrebbe reso priva R.R. sarebbe stato meglio che dichiava nel caso anche li che dormiva???
Ahahshahahahah ma per favore che non hai manco capito di cosa abbiamo parlato.
Che poi possa avere Chiara ragione non vedo perche' dovrei escluderlo e dove lo avrei escluso, ma che la sua sarebbe una logica piu' coerente perche' lo dici tu che da mo intervieni nascondendoti francamente e' una presunzione che potresti risparmiare all'umanita'.

Chiara ha detto...

Anonimo
discutere con Antonello è quanto di più proficuo possa esserci, per me, perchè riesce sempre a fornire spunti di discussione e punti di vista interessanti; questa è la prima volta che ad un certo punto prendiamo strade diverse...anche se, in fondo, non ne sono poi così convinta, a volte stento a comprendere a pieno quello che vuole dire e, credo, viceversa...di sicuro in questo caso nessuno può dire di detenere la verità perchè effettivamente ci troviamo con una assenza di cadavere, con tre prove testimoniali tardive e in circostanze non ottimali, di cui una non riusciamo a farla "azzeccare" con le altre in mancanza di elementi ulteriori (chi sarebbe la persona con la jeep, chi la donna vista salire e quando sarebbe avvenuto questo fatto); di sicuro il mio garantismo ha subito pesanti scosse dall'ultima testimonianza che collima con quella di Gozi che è quella maggiormente indiziante, questo è innegabile: come ho detto, a questo punto non riesco ad intravvedere dietro la possibile menzogna di Logli nulla di "innocente" e stento a dare ancora respiro all'ipotesi di roberta in vita o finita per mano estranea, ma gli elementi mancanti sono ancora tanti, a mio avviso, per poter mettere una pietra sopra alla vicenda.

Antonello ha detto...

@Chiara
grazie dell'accredito, sono in debito.
Nooooooo!!!!
Di un po', ma perche' non la carriera di diplomatica???

Minnie ha detto...

Cosa ne pensate??
http://mentiinformatiche.com/2013/12/roberta-ragusa-sullasfalto-forse-cerano-macchie-di-sangue.html

Chiara ha detto...

Ciao Minnie,
delle tante cose che mi sono venute, ne metto intanto una.

questa sarebbe la dichiarazione della donna:
«Quando sono uscita di casa la prima volta...ho visto una coppia litigare accanto a una macchina chiara...«Quando sono ripassata, la macchina chiara non c’era più e nemmeno le due persone che litigavano. Mi sono accorta, però, che proprio in quel punto sembravano esserci delle macchie di sangue. Delle gocce (almeno questo è quello che sono riuscita a vedere), che dal ciglio della strada proseguivano fino in mezzo alla carreggiata....ci mostra il tratto di strada in cui ha visto quelle tracce. È lo stesso indicato da Loris Gozi...Poi Silvana è entrata in casa a prendere i soldi e dopo pochi minuti è uscita di nuovo. «A quel punto ... passando per l’ennesima volta ho visto quell’uomo che puliva in terra. Ci è mancato poco che lo investissi, ho dovuto evitarlo. Se dall’altra parte fosse arrivata un’altra macchina, avrei fatto un incidente.

ecco, io mi ero convinta che la donna provenisse da, diciamo, prima della casa di gozi e andasse verso il passaggio a livello e poi all'incrocio con via dini, per poi girare a dx verso pisa. ma allora non mi tornano le carreggiate, nel racconto della donna...me ne sono convinta a torto? cosa sapete dirmi? in base alla risposta proseguo o mi fermo.

In generale, la mia valutazione è sempre - sulle regole d'esperienza della psicologia forense - di prudenza, perchè questa è una testimone "a rischio" per tanti motivi: il tempo trascorso, la relazione con un settimanale nazionale mezzo scandalistico, il ruolo di primo piano assunto nell'indagine giudiziaria in questo caso di vastissima risonanza ecc..: in particolare questi ultimi due fattori mi danno da pensare, in relazione a quella che pare una "proliferazione dichiarativa" della testimone, che occorra un'analisi specialistica per individuare eventuali "sovrastrutturazioni"...

magica ha detto...

forse logli era in confusione?
non sente arrivare il motorino della testimone e non si scansa? era mezzanotte penso, con buio pesto, ma la signora vide delle gocce di sangue provenire dal ciglio della strada (chiaro di luna)??. poi ripassando per l'ennesima volta' vide logli spazzare le le gocce... .insensibile al rumore del motorino.
una trance continuata fino al mattino quando si accorse che la moglie era sparita .
mi sa che questi testimoni sono troppo opportuni .un colpo di fortuna per gli inquirenti .

Anonimo ha detto...

@Mimosa
La teste abita in via Gigli n. 8 quindi all'inizio. A Pisa c'è' solo una farmacia che effettua servizio notturno tutti i giorni e si trova in via Niccolini. Per arrivarci ci sono due strade:
1) proseguire per via Gigli arrivare in fondo a via Gigli girare a sinistra prendere via Le Prata ed arrivare a Pisa in via 24 maggio proseguire in via Piave girare a destra verso il duomo e arrivare alla farmacia.
2) andare da via Gigli 8 verso via Ulisse Dini, girare a destra e arrivare a Pisa da via di Gello dopo di che i percorsi in pratica si uniscono.
La distanza in entrambi i casi e' simile: circa 4,5 km.
Per vedere ciò che dice dovrebbe aver effettuato il tragitto n.1.
Da tenere presene che di sera e' più' sicuro il n. 2 perché' la via Ulisse Dini e' illuminata mentre l'altra no.
Alex

Antonello ha detto...

http://mentiinformatiche.com/2013/12/roberta-ragusa-sullasfalto-forse-cerano-macchie-di-sangue.html

Beh, non capisco il problema, questa volta la teste fa una dichiarazione verificabile, credo.
Spero quindi che chi di dovere abbia approntato gli opportuni controlli, anche perche' un L. che non vede il motorino che quasi lo investe e che, dopo tutte le castronerie che avrebbe fatto, avrebbe ripulito con candeggina l'asfalto stradale da eventuali tracce ematiche er poi aver sfacciatamente dichiarato di essere andato a dormire non mi pare molto credibile, a meno che appunto non si trovino le tracce ematiche di R.R. nel punto in cui ha indicato la teste.
Registro che nonostante abbia potuto assistere ad una aggressione ed alla vista pure di tracce ematiche, nonostante sin da subito la scomparsa della donna avesse avuto rilievo nazionale ed ancor piu' locale (se non sentiva bene di sicuro le locandine dei giornali non poteva non averle viste) e di cui in effetti doveva parlarne tutti spesso in paese lei ha soprasseduto, nel caso, per circa due anni.
Non solo ma non ha nemmeno sentito il dovere di riferire di aver visto una donna vagare in pigiama rosa e nonostante fosse stato messo in discussione il Gozi, che da solo mostrava una testimonianza altamente a rischio, taceva amcora mettendo a rischio anche l'unico che, nel caso, aveva fino a quel momento parlato, e tutto cio' nella certezza di avere elementi dirimenti che potevano far andare da subito le indagini in una direzione corrispondente.
Se ci pensate per un attimo e' una roba incredibile, si dice meglio tardi che mai??? vedremo a cosa avrebbero portato i riscontri eventualmente fatti dagli inquirenti sulle tracce ematiche.
A questo punto, se fosse, spero che si dia pace all'ipotesi di premeditazione, che infatti uno premediti ma pur vedendo un motorino arrivare non si sposti o nasconda ma che per pulire le tracce ematiche rischi persino di essere investito nientepopodimeno che da una vicina prevede un qualcosa di folle, credo un grave disquolibrio di personalita', si continua a non capire come mai poi avrebbe fatto visita al Gozi ma a questa teste no.
Potrebbe essere responsabile come no di qualcosa se si riscontrano le tracce citate, certo che se parlassimo oggi di un colpevole del genere credo dovremmo parlare di tutto meno che di un razionale e lucido assassino, unito ad una personalita' ipoteticamente malata, nel caso, io propendo per un impeto ed un nascondimento completamente in over.
Intendiamoci, non vedrei attenuanti, a meno che veramente si verifichino determinate variabili, perche' anche il comportamento successivo non torna se non con decisioni totalmente impulsive, seppur con tanto tempo a disposizione.
Se fosse, mai vista una cosa simile, mi incuriosisce pero' la lite vicino alla auto chiara, Gozi poi riferisce un colpo della portiera mentre la teste riferisce tracce ematiche in strada.
Galeotto fu il Luminol, ma anche la comparazione se risulta ancora esserci qualcosa, domanda su un reato che non c'e', su una colpevolezza che non c'e', su un corpo visto litigare ma che non si trova: questo benedetto orologio era li "fermo" da un anno???

Anonimo ha detto...

Dopo 2 anni dove le vai a pescare le "tracce ematiche"?
Ipotesi astratta!!!

Antonello ha detto...

@anonimo
Beh, non so se con gli agenti atmosferici nel frattempo intervenuti eventuali tracce possano essersi cancellate, ma so che esistono metodologie di ricerca che rinvengono tracce ematiche anche a distanza di anni, mi risulta anche in presenza di acqua.
Non e' impossibile, ed un tentativo lo meriterebbe la storia, di nuovo mi chiedo se la donna si e' resa conto di quale danno potrebbe aver causato parlando, nel caso, dopo due anni.
Di contraltare al L. fregava ipoteticamente una mazza del fatto non peregrino che qualcuno potesse chiamare veramente i CC.
Nel caso la premeditazione cosa avrebbe previsto??? Di dichiarare che da sonnambulo non lo svegliassero perche' dormiva???

Antonello ha detto...

A QG hanno parlato dei testimoni, dall'ex-moglie di P.D. che dice che lui sarebbe un bugiardo ma che sulla testimonianza direbbe la verita' (che non significa la verita' assoluta) ad un compaesano che da giovane, a Lampedusa, sembra che gli sparo' per dei piccoli furti.
Hanno riferito che la colf e' certa della meticolosita' di R.R. , lasciava i suoi anelli in un mobile che prendeva solo prima di uscire, ebbene gli fece pensare che il lunedi', quando ando' a fare le pulizie, gli anelli fossero rimasti proprio su questo mobile.
L'ennesima genialata, direbbe chi sostiene la migliore delle notti assonnate, lasciare persino fino a lunedi' i gioielli su quel mobile costituirebbe una neutralita' impenetrabile a futuri interrogatori, "Non so", "ip dormivo".
Non solo, ed in questo forse concorderei con Chiara, i gioielli lasciati li avrebbero, nel caso, confortato un'amnesia improvvisa della donna, esattamente la tesi che sostiene il L., che non poteva immaginare nell'innocenza una possibilita' diversa (cioe' che R.R. deliberatamente avesse lasciato i suoi figli, pazienza lui (credo sarebbe stato un tredici per entrambi).
Questo dei gioielli e' pero' un particolare che mi riporta alla domanda fatta sopra, e cioe': l'orologio e' stato o no rinvenuto "fermo" dopo un anno nel luogo della presunta lite??? Nel caso, nemmeno per curiosita', alcun testimone, ne Gozi e ne Silvana P., sarebbero andati a dare un'occhiata nel posto in cui avevano visto la lite che riferiscono di aver gisto, ma questa donna, la sera, si levava i bracciali e gli anelli ma si lasciava l'orologio al polso???

Mimosa ha detto...

Alex
ti ringrazio che il mio nome ti sia impresso ... però il tuo intervento era la risposta per la domanda di Chiara 13:25
fa niente per me, spero che Chiara abbia comunque letto (e non abbia saltato il post .... per paura della "Mimosite")

Mimosa ha detto...

@ Antonello
ci sono state smentite categoriche sul rinvenimento di un orologio nel campo! Ma ti pare che se l'orologio di RR fosse stato rinvenuto (in qualunque posto fuori di casa) a quest'ora il marito non sarebbe stato arrestato e già concluso il processo?

E dove sono gli occhialini da presbite di RR? Perché non accanto al fogliettino, mini mini, della sintetica lista della spesa?
Lista che ritengo ben misera per una spesa settimanale da farsi il sabato!

Mimosa

magica ha detto...

buomgiorno .
infatti è quello che avevo pensato pure io .
con due figli in crescita , quella spesa sarebbe bastata x 2 giorni .
quella lista della spesa potrebbe essere di vecchia data?
gli inquirenti si soffermano a decifrare quella lista scritta con 2 penne ,, succede che le penne si siano consumate , e se ne prende un'altra . cosa sara' poi di tanto strano -- mah.

Antonello ha detto...

@Mimosa @Magica
vivvadio, sappiamo che la notizia dell'orologio sarebbe una bufala, non rimane altro che scovare chi l'aveva messa in giro e prendere atto che alla donna vista in pigiama, presumibilmente, da Silvana P. non gliene fregava na cippa, non solo di vestirsi in maniera coerente con il freddo, ne gliene importava di poter telefonare ad un'amica o comunque di mandare qualche messaggio, tantomeno degli anelli e collanine rimaste sul mobile, ma sopratutto, nel caso, se gli fosse interessata l'ora avrebbe potuto sempre chiederla alla donna in motorino a cui peraltro non ha chiesto nemmeno aiuto.
Una donna direi completamente abbisognevole di solitudine "a qualsiasi costo", nel caso, che non stava percependo alcun pericolo grave per se.
Difficile che sia passato qualche malintenzionato, se pero' fosse passato di sicuro una preda del genere non gli sarebbe sfuggita credo; una possibilita' smentita dai testimoni era questa, una macchina chiara che si ferma, una lite, sangue per terra, una donna che viene rispedita in auto ed una macchina che sgomma veloce verso Pisa, sul luogo della lite sarebbe rimasto il L. a ripulire , preoccupato, l'asfalto dalle tracce ematiche, se hanno ragione i testimoni e se seguissimo questa ipotesi avremmo un marito che magari si accorge della lite, non interviene ed al limite dell'igienismo, non chiamando le FF.OO., avrebbe pensato a ripulire la strada.
Un comportamento non molto normale.
Come non molto normale sarebbe un marito che appena ucciso la moglie evita tranquillamente i notorini, i cani e testimoni a 40/50 metri, anzi no, a 50/60, neppure, a 60/70 metri, pulendo affannosamente il manto stradale di tracce ematiche forse con la candeggina che opportunamente si era portato da casa, che liti, aggressioni e sangue potessero allarmare qualcuno che avrebbe potuto, e dovuto, magari chiamare i CC non gli interessa, eppure si satebbero aperte per lui le porte dell'ergastolo se fosse stato, nel caso.
La terza possibilita' e' che il L. stesse dormendo mentre la moglie presa da una crisi esistenziale usciva di casa, anche qui nel caso in zona si doveva aggirare un sosia o dovremmo ammettere che il L. in stato di sonnambulismo avrebbe acceso e guidato l'auto fino a via Gigli, fermandosi in sogno ad un lato contromano sulla stessa strada e stando li fermo e non ho ben capito se la Silvana P. riconosce nel L. colui che litigava, nel caso avrebbe quindi anche scovato la moglie da sonnanbulo.
Appare quindi chiaro che c'e' qualche variabile che dev'essere incompatibile con le altre, e se persino un' amica di R.R. esprime perplessita' sui testi comparsi ed accapigliatisi uno o due anni dopo la scomparsa della donna c'e' veramente da mettere tutto in discussione. per rivalutare l'intera storia.
Questo ribalta ipotesi sino a ieri quasi cette e alternative da sempre date per impossibili, una cosa e' certa: non possono dire tutti la verita', e' impossibile, la valutazione dei testimoni a questo punto, da dirimente, potrebbe diventare determinante, Chef, ciclista e chissa' quanti ancora.

Chiara ha detto...

Grazie Alex (e grazie Mimosa! spero nessun problema per il neologismo coniato per l'atto del copia-incolla "con coda" ;-)).

sì Alex, certamente non può essere andata per via dini altrimenti non sarebbe passata per le piazzole indicate da gozi, quindi sappiamo che, uscita da casa la prima volta per andare in farmacia, attraversa i binari e va verso casa di gozi, passando davanti ai due spiazzi che dice gozi sulla dx e vedendo quindi il litigio giusto al margine della carreggiata che sta percorrendo (è gozi che lo colloca lì per certo). e ok [anche se mi chiedo se non dovrebbe essere in grado di dare una descrizione almeno sommaria dei litiganti visto che c'è passata a fianco e per almeno un attimo li ha illuminati col faro e non aveva nemmeno l'ostacolo di vetri e carrozzeria].

ma attenzione:

alla donna restano da fare altri tre passaggi:
detto a) il primo da casa verso la farmacia in cui vede il litigio, restano
b) dalla farmacia verso casa (prima volta)
c) da casa verso la farmacia (è la seconda e ultima volta che fa questo tragitto)
d) dalla farmacia verso casa (seconda e ultima volta)

e qui mi sorge un problema:
- per avere rischiato di investire logli vuol dire che stava nella sua stessa carreggiata;
- poichè logli puliva le gocce significa che anche le gocce erano nella sua stessa carreggiata;
- sappiamo quindi che in due passaggi distinti la donna ha visto due episodi che avvengono nello stesso punto, ossia nella sua stessa carreggiata;

MA QUAL E' LA CARREGGIATA CHE LEI PERCORRE DUE VOLTE, TRA LE TRE CHE RESTANO? quella che va dalla farmacia a casa, ossia la corsia OPPOSTA a quella sul ciglio della quale ci sarebbero stati i litiganti con l'auto chiara (!).

Quindi le cose sono due: o le gocce e quindi il logli erano nella carreggiata del litigio [come avrei detto senza pernsarci due volte] e allora la donna NE' avrebbe verosimilmente potuto vedere le gocce NE' si sarebbe trovata logli sulla corsia, essendo che percorreva la carreggiata opposta;

o le gocce e quindi il logli erano nella carreggiata opposta a quella del litigio (magari perchè la donna aveva tentato di fuggire e attraversato la strada) e allora ci sta pure che la donna abbia fatto e visto tutto ciò che ha detto.

E allora questo elemento diventa determinante, perchè io - non so voi - avevo sempre capito che le gocce le avesse viste al secondo viaggio (farm-casa), logli al terzo (casa farm) e nulla al quarto (farm-casa) e se così fosse sarebbe IMPOSSIBILE, perchè le carreggiate percorse in questi due viaggi sono opposte mentre sappiamo che le due scene si svolgono sulla stessa.

Qualcuno sa qualcosa in merito alle dichiarazioni PRECISE della donna sul punto?
ossia nel corso di QUALI dei tre viaggi restanti dopo il primo, ella vede le due scene?

[riassumo, per come ho ragionato sopra: per essere attendibile dovrebbe dire il secondo e il quarto e quindi noi dovremmo ritenere che gocce e logli si trovassero nell'altra corsia e di conseguenza ritenere che la scena fosse spostata rispetto a quella del litigio con l'auto chiara].

Mimosa ha detto...

@ Chiara, mi sembra che la tua disamina sia più che logica, almeno con la mia lucidità all’ora notturna.

Tuttavia non spaccherei il capello in quattro, gli inquirenti l’avranno già fatto, accettiamo – per ora – che la teste sia “credibile”.

La testimonianza di LG è stata altrettanto qui dubitata e passata al setaccio, per poi capire che ci è stata scodellata a pezzetti dai media.

Mimosa

PS : Sulla “mimosite” ho riso un bel po’ e ancora mi fa sorridere …

Vito Vignera da Catania ha detto...

Vedo che con il freddo che fà,oltre a far sparire le belle donne in piena notte e in pigiama mentre il marito dorme,ha fatto scomparire chi commentava questa sparizione misteriosa,e dai testimoni non arriva nulla di nuovo. O verrà arrestato il caro marito dormiente,oppure tra un po il caso sarà archiviato,niente corpo,niente vittima,e chi se visto se visto.Chissà perché nel caso Misseri,il caro zietto il corpo l'ho fa ritrovare,ma in galera ci stanno sua figlia e la moglie,misteri della giustizia Italiana.Come è tutto un mistero che un serial killer abbia potuto usufruire di permessi premio, e nell'ultimo scompare dalla scena,non male,veramente da applaudire i responsabili.Buona notte a tutti.

Antonello ha detto...

OT su M.R.
depositate le motivazioni della condanna d'appello, ora partiranno i 45 giorni dal 28/12/2013 entro i quali la difesa ha facolta' di presentare ricorso in Cassazione, se ho capito bene.
Non si riesce ancora a trovare il testo, in rete solo alcuni stralci:
"Nel caso in esame - spiega la Corte - la regola di giudizio va necessariamente posta in relazione con l’indubbio carattere indiziario del compendio probatorio raccolto nel giudizio di primo grado". Nelle motivazioni, riferendosi ancora agli indizi, si rileva che "precisi sono quelli non generici e non suscettibili di diversa interpretazione altrettanto o più verosimile e, perciò non equivoci; concordanti sono quelli che non contrastano tra loro e più ancora con altri dati o elementi certi".
Frase che e' tutta un programma, che esista un "compendio probatorio" nel caso di Ascoli e' a parer mio una "bestemmia giuridica" che non ha ne capo ne coda, mentre e' vero che vi sono alcuni indizi mai presi in considerazione pero' dai magistrati.
Che un indizio concordi "se non contrasta" e' un altro accomodamento del tutto fuorviante e sbagliato, sempre a parer mio insindacabile parere.
E' vero che se un indizio non contrasta un altro "potrebbe concordare con esso" ma non e' detto che lo faccia, su queste differenze c'e' gente che scrive interi manuali, non sono piccolezze marginali in diritto.
Io credo invece che tutto il quadro aleatoriamente indiziario e che accontenta solo istinti, neppure troppo nobili, vendicativi sia in totale contrasto con gli elementi ritrovati e non ritrovati sulla scena cosidetta del delitto.
Solo die dati:
1) Non c'e' praticamente nulla, di quanto la teoria colpevolista prevederebbe, di Parolisi nella scena del delitto e non vi era nulla della scena del delitto addosso a Parolisi.
2) Perche' gli indizi possano essere tali e funzionalmente identificati non devono invece contrastare con la legge umana del possibile e del tempo e dello spazio, diversamente o si sbaglia indizi, o ricostruzione, od illusione, in ogni caso di sicuro l'accusa giudiziaria.

Anonimo ha detto...

Le "motivazioni" del caso Parolisi, sono pubblicate PER INTERO sul quotidiano "IL CENTRO.It" Teramo.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 17:30 24 dicembre
puoi indicare il link?
Grazie.
Francesco

Antonello ha detto...

Non e' per rinverdire il "io l'avevo detto, ma parecchio tempo fa, in uno dei tanti post di Massimo su R.R. io avevo sentito il bisogno di chiedermi veramente di chi staremmo parlando, di quali veri lavori facessero i due coniugi, di quali titoli di studio disponessero, qualcuno ironizzo' sulla mia "fantasia", benissimo ecco servito il pranzo:
http://news.supermoney.eu/cronaca/2013/12/roberta-ragusa-chi-e-davvero-antonio-logli-0051226.html

Supermoney riporta solo una notizia di Articolotre, di lei non si sa ancora nulla, di lui sembra che gli amici parlino di un fantomatico diploma preso nelle Americhe.
Chi di voi non ha mai preso un diploma negli Stati Uniti alzi la tastiera, e' sicuramente un'opportunita' che capita a tutti gli umani.
Da chi ironizzava mi aspetterei anche un'outing diverso che permetta di elaborare ipotesi coerenti su chi sarebbe la coppia di cui si e' parlato sino ad ora, ma so che sara' arduo.

Mimosa ha detto...

Caro Antonello,
io non mi ricordo tu avessi chiesto quali erano i titoli di studio dei coniugi L. pertanto non ho potuto “ironizzare” sulla tua “fantasia”,
ma permettimi di ironizzare adesso … ma dai, stai facendo gossip, …
“scuola americana riservata a ragazzi difficili” per evitare che lasciasse la scuola?, beh, che c’è di male?
ossia un Collegio di recupero anni come ce ne sono tanti in Italia, semplicemente un collegio-convitto dove la famiglia paga una cifra quasi astronomica e la promozione è assicurata!
Se è vero, l’hanno mandato più lontano possibile per evitare le chiacchiere di paese (il fratello minore era più bravo, si è laureato dentista … o diplomato odontotecnico?), per non perdere di rispettabilità … tanto che alla fin fine il ragazzotto ha trovato impiego come manutentore di impianti elettrici… e poi, nella vita reale, i soldi rimediano anche dove la laurea non c’è. Vero o no?
E detto tra noi, spesso la laurea è quel pezzo di carta ancora arrotolato nel tubo rosso che sta in fondo al cassetto più basso della libreria …

Non parliamo mica dei diplomi di laurea targati Tirana o Sanpietroburgo!

Mimosa

Minnie ha detto...

Oggi a Gello ha avuto luogo la manifestazione in ricordo di RR a due anni dalla scomparsa. A parte le cugine, non c'era nessuno di famiglia, nè marito, nè suoceri, nè cognati ... nemmeno a salvare l'apparenza. Tristezza infinita. Ed è spuntata una nuova sensitiva che ha fatto un sopralluogo e ha riconosciuto il luogo dove sarebbe occultata RR, grazie alle sue "visioni" ...

Vito Vignera da Catania ha detto...

Cara Minnie i parenti sono rimasti a casa perché attendono la telefonata di Roberta,per fargli sapere che è viva e vegeta da qualche parte nel mondo,o in terra o in cielo,paradiso compreso,che vergognoso atteggiamento,altre parole è inutile aggiungerle,sarebbero sprecate,ciao.

Anonimo ha detto...

Stasera (mercoledì 15 gennaio 2014) a CLV hanno detto che la signora in motorino aveva già raccontato, il mattino seguente, ai carabinieri di aver visto e riconosciuto Roberta e Logli sulla strada, ma alla sua testimonianza “non è stato dato peso”.
Solo ultimamente è stata “ripescata”. Pertanto non è la terza testimone ma la prima!

Minnie ha detto...

Giusto Anonimo! E' icredibile che non sia stata presa in considerazione ... di sicuro sarebbe stato molto utile fare un soppralluogo dove la signora ha visto l'indagato "razzolare/ripulire" per terra, subito il giorno seguente. Oramai è tutto inutile ... che rabbia!

Mimosa ha detto...

E poi dicono che le indagini sono state accurate e sono andati dietro a tutte le segnalazioni di avvistamenti?
Quella che poteva essere la testimonianza chiave l'hanno ignorata!
Allora è vero che la famiglia aveva appoggi?
Dunque i mormorii nel paese si erano diffusi da subito, ecco perché Gozi insisteva tanto nel dire che anche altri hanno visto e sanno!
Bel lavoro e bella figura la Procura! Complimenti!
Da quel dì “il signore” sarebbe in carcere e il processo si sarebbe già concluso!
Che rabbia e che porcheria!

Minnie ha detto...

Concordo Mimosa, e aggiungo che ora la testimonianza di Loris acquista più peso e più valore anche se tardiva... Povero, l'hanno massacrato! Speriamo che chi conosce l'dentità dell'accompagnatore misterioso di A.L. si faccia avanti ... è ora di finirla con questa omertà!!!

Mimosa ha detto...

Ebbene? Nulla da commentare dopo le esternazioni di QG?

Bella la notizia che Sara si è ormai stabilmente insediata a casa Logli, accettata da tutta la parentela! Merito di un grande amore (nonostante il sovrappeso fisico raggiunto della ragazza) o di un solido rapporto di complicità?

Inoltre, ci sono le dichiarazioni della signora in motorino (rese ai CC non il giorno dopo, non la settimana dopo, ma è “blindato” dagli inquirenti al corrente di tutto il “quando”, comunque prima del Gozi) che avrebbero incastrato Antonio assieme al padre e la fanciulla, con un’auto bianca nei pressi, a ripulire il selciato sulla strada “al di là della ferrovia” (via Dini), quella notte dopo l’una.
Ben per questo i tre sono stati “indagati” con accuse di omicidio volontario e complicità in occultamento di cadavere.
La Procura lo sapeva bene, ma chi è quel magistrato che ha impedito l’arresto?? E chi da quel tempo ostacola il rinvio a giudizio?

Andremo avanti così, a spizzichi di insidiosi dubbi, da far inebetire l’opinione pubblica, fino al 7 maggio (data di definitiva chiusura delle indagini e quindi archiviazione del fascicolo)? I signorotti la faranno franca?
Ammesso siano loro. Tuttavia la signora in motorino pare più che attendibile.

E poi parlano dell’omertà calabrese e siciliana … mai avrei pensato che la nobile Toscana, madre dell’idioma italico, patria di geni, culla di Santi, fosse così retrograda!

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Mimosa anche se la situazione non è del tutto chiara e mancano alcuni tasselli da poter incastrare,i fatti ci dicono che l'amante ha già preso possesso della vita familiare in quella casa.Certo manca il corpo per chiudere il quadro accusatorio,ma è anche vero che di anni ne sono passati due dalla sparizione,e di Roberta non si vede traccia da nessuna parte.Per il caro traditore la vita continua come se nulla fosse successo,tanto lui dormiva e le cicale stavano a cantare quella notte da cani con un freddo quasi polare.La vita continua e ci sono due figli da crescere e controllare,quindi una figura femminile a casa è indispensabile.Fatta fuori la scomoda moglie, morta o fuggita da quella casa tutto continua a svolgersi nella normalità,la famiglia si è ricomposta,ora manca solo quel tocco in più per rendere tutto più bello,un bel bebè in arrivo e vedrai che di Roberta resteranno solo ricordi,spazzati via in una notte di luna piena e gelida.Ciao cara nottambula.

Mimosa ha detto...

Interessante lo scoop di tre giorni fa: un sensitivo di nome Antony ha “visto” Roberta e le ha “parlato”, è sepolta sotto una pianta di menta a 150 metri da casa e a 150 metri dal campo sportivo. Dice che il delitto era stato premeditato perché la fossa era già scavata.
http://www.lanazione.it/cronaca/2014/01/27/1016504-scomparsa-roberta-ragusa.shtml
e qui un articolo di commento di stamane (ovviamente denigratorio):
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2014/01/30/news/roberta-lacrime-e-show-tv-per-il-sensitivo-1.8563667
Oggi pomeriggio a Canale 5, il sensitivo ha aggiunto che la litigata col marito è avvenuta in due fasi, verso mezzanotte e mezza Roberta è scappata da casa prendendo l’auto, è stata inseguita e fermata, è ritornata a casa dove la discussione è proseguita. Tra l’una e mezza e le due e mezza l’epilogo tragico.

Beh, avremmo potuto anche alcuni di noi farci passare per sensitivi e raccontare questa stessa storia, a cui eravamo giunti da tempo (…se avessimo potuto esprimerci liberamente).
Solo al cespuglio di menta non avevamo pensato, ma se fossimo stati sul posto, forse l’avremmo capito.

Mimosa

Mimosa ha detto...

Voglio fare una prova, tastare il terreno dell’opinione pubblica qui su questo blog, voglio provare a vedere se affiorano schieramenti pro e contro la colpevolezza di AL.
Fino ad ora i commenti sono stati cauti e garantisti, a differenza di tanti interventi sui casi Scazzi e Rea, che sono sfociati, senza remore, in scontri tra fazioni. Come mai su questo caso no?
Ora abbiamo un bel sacco di informazioni che possono far propendere verso un’opinione (approssimativamente) precisa sull’accaduto e sulle responsabilità.

Dalla memoria di tutti gli interventi, assai raramente sono state espresse decise opinioni, e io stessa per prima mi riservavo di prendere posizione, ma ora – alla luce di quanto emerge goccia a goccia – non posso astenermi.
Metto insieme due più due e a casa mia hanno sempre fatto quattro, ma non è tanto la mia opinione che conta, quanto la vostra, di commentatori più o meno assidui, di lettori anonimi, di osservatori silenti.
Non è ora di far affiorare ciò che si pensa? Non è ora di proporre apertamente dure accuse e fervide difese?
Perché questo caso è stato trattato diversamente dagli altri? Che facciamo? Dormiamo in attesa del 7 maggio? Ci annoiamo nel frattempo?

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Mimosa purtroppo questo è uno di quei casi in cui bisogna esser cauti,niente corpo niente vittima,e quindi mantenere una certa prudenza non fa mai male.Di testimoni che hanno fatto le loro belle dichiarazioni ce ne sono,e quindi atteniamoci alle loro dichiarazioni,che essendo notte qualcosa può esser sfuggita.Questa storia per certi versi non mi convince,c'è un tradimento ormai da diversi anni,il marito che dichiara di essere andato a dormire e di non essersi accorto di questa sparizione in piena notte con un clima quasi da polo nord,il Gozi che assiste ad un litigio davanti casa,un'altra testimone che passa la bellezza di quattro volte li vicino e che vede il Logli intento a pulire per terra,poi ci sarebbero certe abitudini di Roberta che chissà per quale motivo quel giorno cambia,il famoso scatolo che cade addosso a Roberta e che il marito teneva in mano quando stava sulla scala,e tanti elementi ancora che sicuramente la procura starà verificando.Purtroppo tutto questo non basta cara Mimosa per poter dire è lui l'assassino della moglie o se qualcuno lo ha aiutato nella sparizione e nel commettere l'omicidio.Che la povera Roberta scompare in piena notte con il pigiama e un giubbotto non è tanto usuale,anzi molto anomala come idea di scomparire con quel freddo da cani.Cara amica se non esce fuori qualche prova mi sa che il caso verrà archiviato,giusto o sbagliato che sia se non c'è corpo non c'è vittima,purtroppo bisogna attenersi ai fatti,dispiace ma è cosi,e il traditore resterà impunito.Ciao carissima nottambula ti abbraccio e ti auguro una serena buona notte.

Mimosa ha detto...

Caro Vito, certo che noi, miseri lettori e commentatori di blog, di questo blog!, non possiamo sparare a zero su una o più persone con accuse dirette, noi non sappiamo un bel niente di come sono andate le cose, noi facciamo congetture, ragionando sugli elementi oggettivi di cui riteniamo d’essere a conoscenza, su quanta più documentazione possibile, ma anche sulle nostre personali impressioni e sensazioni.
Qui non ci sono altro che “Indizi”, un sacco e una sporta di indizi, abbastanza univoci, determinanti e se vogliamo pure gravi. Tre requisiti che vengono sempre spacciati per indispensabili a fare una “prova”.
Quanti arresti cautelari sono stati fatti, quanti processi e quante condanne all’ergastolo solo e unicamente sulla base di Indizi? Immagino che qualcuno ti venga in mente, vero?

Io per prima sono convinta che la Giustizia debba farsi garante del principio “in dubio pro reo” (principio su cui tanti tribunali hanno sputato), però in questo caso si tratterebbe solo di torchiare un po’ certe persone … e non si sa mai che ci si azzecchi.
Tutto qui. Per equità con tanti non-colpevoli giudicati colpevoli, in una “verità processuale” della quale non so che farmene.

Non siamo in altri sistemi giudiziari dove non si può essere arrestati (e processati) due volte con il medesimo capo d’accusa (guarda cosa succede con il caso dell’omicidio di Meredith). Quando vogliono, le Procure sanno giocare con le vite umane … e senza farsi tanti scrupoli. E’ eclatante persino la vicenda giudiziaria di Raniero Brusco!
E se, dopo una ventina di giorni di cella d’isolamento, “precauzionale”, uno viene scagionato, ben venga (e lo Stato non paga indennizzi), ma se dovesse essere uscire solo per merito di destrezze avvocatesche, non è mai detto che dopo pochi giorni, mesi e anche anni non venga mandato a processo.

Mimosa

PS: con tutte le cose “vecchie” di Roberta che il marito ha buttato via, altroché possibile “inquinamento delle prove”!

Vito Vignera da Catania ha detto...

Ottime deduzioni cara Mimosa.Questo Logli credo che abbia qualche bel "Santo" protettore in paradiso e sulla terra,altrimenti non si spiegherebbe che contro di lui nessun mandato di arresto,pochi interrogatori per lui e la bella amante,strano ma vero purtroppo,roba che non mi so spiegare,altri per molto meno sono stati indagati e messi in galera,e sai di chi parlo cara Mimosa.Tanti indizi che potrebbero dire tanto,però se ne escono con il fatto che non trovano il corpo,e quindi sono in attesa di nuovi sviluppi delle indagini,sperando che salti fuori qualche prova per incastrarlo il traditore di mogli fedeli.Su come agiscono le varie procure ci sarebbe tanto da dire,una fa in un modo e un'altra agisce in altro modo,valli a capire questi uomini della giustizia e di legge.Intanto lui e l'amante stanno a casa tranquilli,e la povera Roberta chissà che fine ha fatto,due anni sono passati,ne una lettera ne un messaggio ne una telefonata,certo se è sotto terra difficilmente potrà fare queste cose,anzi,è impossibile non credi? e un azzardo il mio,però a volte ci si indovina.Ciao cara Mimosa buona notte e sogni d'oro.

Anonimo ha detto...

@Mimosa
Alle tue conoscenze aggiungi anche questo articolo pubblicato sulla Nazione di oggi:
http://www.lanazione.it/cronaca/2014/02/02/1019442-ragusa-amante-scomparsa-logli.shtml
Alex

Mimosa ha detto...

Grazie Alex
l'ho sentito l'altro giorno in tv,
ora lo metto nel mio archivio.
Mimosa

magica ha detto...

buonasera a tutti.
io logli lo vedo tranquillo . mi sembra uno che se ne infischia dell gossip . anzi ha agito da sfrontato
si è portato il pomo della discordia in casa fregandosene della gente .
è piuttosto ambiguo come personaggio.. mettiamo che logli non abbia colpe x la sparizione della moglie., lui continua la sua vita con l'amante come dimostrare al mondo che per lui matrimonio e moglie non esisteno piu'. oppure se è colpevole dovra' sudare sette camice per far continuare la commedia della non colpevolezza

Vito Vignera da Catania ha detto...

Cari amici buona notte. Trovo interessante la notizia riportata da Alex,sopratutto su due punti che possono far riflettere.Uno è il fatto che si erano lasciati e poi guarda un po si sono rimessi assieme,l'altro è che in una telefonata gli comunica che la moglie era sparita,(sparita per andare dove?) seconda telefonata per dirgli di far sparire i cellulari,troppo premuroso il caro Logli,a che scopo far sparire i cellulari se sua moglie era da poco che non si trovava? e no,qui gatta ci cova caro il mio bel traditore,uno che pensa queste cose è perché cerca di pararsi il culo che da li a poco sarebbero scattate le ricerche e le dovute indagini,con tanto di ricerca dei tabulati telefonici per capire a chi avesse fatto le ultime telefonate e quale cella telefonica avesse agganciato il suo cellulare,furbo ma sprovveduto il bel traditore,queste cose li fa chi ha la coscienza sporca,e sa che la moglie a preso una strada di non ritorno,infatti sono passati due anni e non è più tornata,difficile che uno ritorni dall'aldilà,certo se dovesse farsi viva Roberta chiederei scusa al traditore di mogli,però non credo che accadrà,sono passati due anni,non due giorni o due settimane,e due anni sono troppi per i miei gusti,giusto cari amici o sbaglio? Auguro a tutti voi una dolcissima e serena buona notte.

Mimosa ha detto...

Mah, ho letto gli interventi di Chiara sul forum del MdF, emigrata là a dare rinforzo ai commenti,
a me non interessa più – a questo punto – la cautela della autorità giudiziaria nel convocare a interrogatorio AL contestandogli le accuse, continuo a pensare che avrebbero dovuto battere il ferro caldo!
Penso, però, potrebbero sempre sentirlo ancora come “persona informata sui fatti”, glissando sul fatto che gli è già mossa la contestazione di “indagato”. Sì o no? Loro sanno come fare con certi trucchetti. Come indagato può avvalersi della facoltà di non rispondere, ma come testimone no, e non c’è obbligo di presenza di un legale.
Gli potrebbero chiedere di raccontare nuovo tutto d’accapo, e hanno tutti i mezzi per tartassarlo anche 12 ore … come a Perugia con Amanda, come con Cosima, con Salvatore, e chissà con quante migliaia di persone di cui non conosciamo il nome.

Peraltro, secondo me, poco importa si trovi il corpo. In qualunque condizione venga reperito, mai esso potrà con certezza indicare l’assassino ma solo il modo in cui è deceduta e, ormai, nemmeno il tempo del decesso.
Se trovassero una frattura sul cranio o segni di pugnalate sul costato, oppure fratture alle gambe o al bacino, i periti anatomopatologi potrebbero solo dire che è stata ammazzata volontariamente (e sarebbe una sfida a cercare sui resti tracce del posto in cui è stata soppressa) o è stata vittima di un incidente stradale (tanto per far contenti coloro che ancora pensano ad una fuga in strada e ad una collisione con un’autovettura di passaggio).

E, dunque, questo sarà un caso da archiviare, con buona pace dei due amanti, che tante sofferenze hanno causato ad una donna, moglie e madre sfortunata, la quale tutto si aspettava dalla vita tranne di essere tradita, proprio sotto i suoi occhi e dentro alla sua casa coniugale.

Chiara ha detto...

Ciao Mimosa e ciao tutti.
Leggete un po' questo caso di cronaca postato su MDF...della serie "quando le apparenze e quando il fato beffardo":

"Nel 2001 a San Stino di Livenza, paese non lontano da Vicenza, viene rinvenuto il cadavere di una ragazza di circa 20 anni in un canale a lato dell'autostrada. La ragazza è seminuda ed è morta per strangolamento. Indossa soltanto felpa su cui è stampato il logo di un noleggio di sci di San Candido. È questo l'elemento dal quale la polizia comincia ad indagare.

Il proprietario del negozio riconosce la felpa e spiega di aver fatto realizzare due felpe promozionali da far indossare ai suoi due commessi. Il primo commesso mostra agli inquirenti la sua felpa, il secondo invece, Florian, si ritrova in un certo imbarazzo e alla fine confessa che quella felpa è certamente sua e riconosce anche la fotografia della ragazza. Il commesso fornisce la sua versione: la ragazza si chiamava Carmen Wieser, era di Innsbruck e aveva 19 anni. Florian l'aveva conosciuta una sera in discoteca, avevano cominciato a bere e alle 3.30 circa erano andati insieme a casa di lui. Lì avevano mangiato qualcosa, poi pare che Florian avesse detto o fatto qualcosa di spiacevole, perchè la ragazza decise di andarsene. Il ragazzo l'aveva rincorsa per darle la felpa visto che fuori c'erano quasi 10 gradi sotto zero.

La polizia non gli crede per due motivi. Il primo di questi è il risultato dell'autopsia. Il contenuto gastrico è compatibile con quello che la vittima aveva mangiato a casa del ragazzo e in base ai tempi della morte, la ragazza doveva essere in compagnia di Florian.

La seconda ragione, più grave indizio, consiste nel fatto che Carmen aveva in tasca un cellulare e quando Florian l'aggredisce parte una chiamata per la sua migliore amica: l'amica non è in casa, ma la segreteria telefonica registra l'aggressione di Florian. Il ragazzo, però, sostiene che quando l'ha lasciata, la ragazza era ancora viva. Gli investigatori, basandosi sulle prime prove, non possono credergli e lo arrestano. Un anno dopo, alla vigilia del processo, la polizia tedesca arresta un uomo, un tale Frank Thäder, sulle cui tracce era da parecchio tempo perchè sospettato di essere un killer seriale. Viene colto sul fatto: in quel momento si sta disfando del cadavere di una prostituta e Thäder confessa di aver ucciso più volte. Racconta anche di aver ucciso una prostituta caricata a Vipiteno, e un'altra ragazza "scaricata" a San Stino di Livenza, il cui nome era Carmen Wieser.

Cos'era successo quindi? Il caso era stato crudele con Carmen. La ragazza era scappata da quel Florian che intendeva molestarla alle tre di notte, aveva percorso a piedi 400 metri per arrivare ad un incrocio e cercare un passaggio. Lì l'aveva raccolta un camionista che passava di lì per caso. Ma era un serial killer."

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Chiara ha detto...

sul resto Mimosa, ti do ragione che avrebbero potuto e dovuto essere più incisivi (con la precisazione, però, che se ormai è iscritto NON PUO' essere sentito come semplice persona informata e, tra l'altro, coerenza vorrebbe che non invocassimo per lui il trattamento che abbiamo deprecato per gli altri, solo perchè ci sembra più probabile la sua colpevolezza).

quindi preciso che la spiegazione che mi sono data sul mancato interrogatorio è solo, appunto, la ricerca di una spiegazione ad una omissione che non condivido.

sulla tua domanda di prendere una posizione: beh dai, è innegabile che quest'uomo abbia a proprio carico una caterva di indizi convergenti e secondo me anche gravi (specie se la prima testimonianza non era poi così tardiva) eppure, anche sulla scorta dell'articolo che ho postato sopra, proprio non mi sento di mettere la parola "fine" alle mie impressioni.

p.s. secondo me non verrà archiviato (a meno che gli inquirenti non abbiano elementi per ritenere di avere buone possibilità di vincere la scommessa "caveremo dall'indagine sugli altri due, elementi nuovi che ci autorizzeranno a riaprire anche il suo fascicolo"....mah).

Mimosa ha detto...

Ciao Chiara,
la vicenda da te portata come esempio calzerebbe pure con la teoria dell’aggressione di Roberta in strada, tuttavia un aggressore occasionale si sarebbe liberato del corpo e l’avrebbe scaricato lungo il tragitto non se lo sarebbe tenuto in auto per celarlo in posti inaccessibili, è la casistica criminologica che lo afferma.

In secondo luogo, la medesima vicenda è una delle tante terrificanti che ognuno di noi può rischiare di vedersi piombare addosso e certo non vorrei nememno lontanamente invocare su colui i medesimi trattamenti che abbiamo deprecato per altri.
Ma non sarebbe la fine del mondo se un pochino di pressioni facessero al marito, mettendogli in fila davanti le contraddizioni di questa storia,
se non altro per riempire le lacune,una ad esempio: dove sono finiti gli occhiali da vista di Roberta (che sicuramente aveva indosso mentre scriveva la listina della spesa)? Un’altra: dove facevano di solito la spesa del sabato, nel negozietto dietro casa o in un megamarket, e di quanta roba si rifornivano? (neanche io che faccio la spesa tre/quattro volte alla settimana, al sabato compilo una lista su un foglio così piccolo)
Anche se temo che le risposte, le reazioni e gli atteggiamenti del soggetto sono ormai ben studiati a memoria.
Sai meglio di me come può essere impostato un “colloquio” e come è distruttivo per i nervi il sistema di far ripetere le stesse cose iniziando dalla fine, di interrompere continuamente, di far apparire nella stanza nuove autorità con altre domande, eccetera, e se questo NON si può fare ora, avevano del giusto tempo a disposizione prima! Mi fa piacere che concordi.
Ormai è andata come è andata.

Per come la vedo io, con tutte le garanzie verso i tre indagati, anche se dovessero finire a processo, non sarà mai certa al 100x100 né la loro colpevolezza né la loro estraneità. I casi giudiziari degli ultimi anni ce lo insegnano, poco conta la “verità processuale”. Salvo profonde e intime riflessioni, con cambi di opinione, chiunque abbia seguito queste vicende resta fermo nella convinzione personale che alla fine si è fatta.

E anticipo la mia, peraltro già altre volte nel passato espressa, onde evitare disguidi: per quanto veda gravi e univoci gli indizi contro AL, confido non sia responsabile del decesso della moglie e gli altri due i complici. Mi potrò fare una più precisa convinzione solo quando leggerò i risultati del futuro auspicabile interrogatorio, da troppi mesi rimandato.
Se lui si avvarrà della facoltà di non rispondere, su prevedibile consiglio del legale, non è scontato che gli altri due non dicano cose interessanti, specie la signorina (leggerò tra le righe, con tutta la lucidità che mi è consona).

Mimosa

Mimosa ha detto...

Tutti stufi, annoiati, senza stimoli?
Sono io sola ad avere questo caso in testa e nel cuore?
O siete emigrati altrove?
Non mi arrendo, scusatemi.

Dal presente articolo di Massimo Prati, come al solito poco a fondo commentato negli spunti che offre alla nostra riflessione, vorrei cogliere una frase: «Come pensare, quindi, che per chi indaga possa esistere una proprietà privata, diversa da quella dei Logli, trasformata in prigione o in un cimitero idoneo a custodire un terribile segreto?»

È un suggerimento ricorso più volte, e lo aggancerei ad un'altra considerazione contenuta nel medesimo articolo e su cui, in secondo luogo, vorrei ragionare: la questione sensitivi, del cui intervento a fine articolo c’è un elenco (parziale, perché sembra ci sono state ondate).

Fino all’anno scorso la Procura ha ascoltati tanti sensitvi e veggenti, ora mi domando perché non dare ascolto agli ultimi due? I quali hanno indicato una precisa area in cui cercare il corpo sepolto.
L’uomo, Antony, accaparrato dai giornalisti di Pomeriggio5 e intervistato nelle trasmissioni dei giorni scorsi, ha indicato una porzione di terreno ben circoscritto, appartenente alla famiglia Logli e distante qualche centinaio di metri dal complesso, verso il campo sportivo e la ferrovia. La donna, firmatasi “Adriana V.” se la memoria non mi inganna, ha scritto all’indirizzo di casa Gozi alcune lettere in cui raccontava le sue visioni e indicava un terreno di proprietà privata, il cui accesso pareva sempre sulla via dell’avvistamento del litigio notturno. Le lettere furono scritte in ottobre-novembre dello scorso anno e Loris Gozi le ha immediatamente consegnate ai CC.
A seguito di entrambe le segnalazioni, NESSUNO ha fatto ricerche in loco. Perché?
Oh, certo, capisco, perché si tratta di proprietà private. Ha ragione Massimo, ci vuole qualcosa di più per poter andare là e mettere sottosopra un po’ di prato (del resto apparentemente abbandonato).
Ma insomma, quanti scrupoli si fa quella Procura?
Per quali ragioni è così “cauta”?

Mimosa ha detto...

Già che sto facendo un soliloquio, rincaro!
Nel servizio di CLV di stasera (ormai tendenzioso verso la colpevolezza del marito, e -direi- schierato a dare una mano all’Accusa), è stata focalizzata l’attenzione sui famosi graffi sulla fronte di AL, mostrandoli in primo piano (era l’intervista del 16 gennaio 2012) e si sono ben visti non 1 ma almeno 5-6 linee verticali sulla fronte e sulla tempia sinistra, e anche le mani su cui la regia ha evidenziato con cerchietti i puntini rossi su diverse dita. In quello spezzone di intervista AL raccontava che i carabinieri lo avevano fatto spogliare (in Caserma, la domenica pomeriggio) per controllare che sul suo corpo non ci fossero segni di colluttazione.
Tutti sapevamo di 1 segnetto sulla fronte, asseritamente causato da un ramo contro cui aveva sbattuto qualche giorno prima, e si era accettata tale versione, nessuno ha indagato “quale ramo di quale albero o arbusto” e in quali circostanze.

Ora che si sono visti gli altri segni, a medesimo tempo di cicatrizzazione, accostando le ipotesi di seppellimento sotto un arbusto, valgono come ulteriore fattore di “indizio”?

A chi lo domando? Mah!
Buona pace a tutti
Mimosa

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima e dolce Mimosa lo sai che io gli amici non li abbandono.Oggi è stata giornata di festa a Catania e si festeggia la patrona della città,ovvero SS Agata,ed era doveroso portare qualche cero alla Santa in segno di devozione.Passiamo al caso in questione,la sparizione di Roberta Ragusa,e come ho già scritto qualche articolo fa purtroppo bisogna esser un po cauti,almeno fin quando non uscirà fuori qualcosa di più di semplici indizi.I testimoni ci sono,bisogna capire quanto ci sia di attendibile per poter agire di conseguenza.lo detto che sia il Logli,l'amante e parenti vari hanno qualche santo che li protegge,perché a parer mio andrebbero interrogati e spremuti come limoni,purtroppo non accade,e il motivo non me lo so spiegare. Sui sensitivi e maghi di turno io sorvolerei,gli uomini e i mezzi per cercarla ci sono,purtroppo non si sa se cercare una persona morta o capire se è sparita andando via,la prima ipotesi credo che sia la più attendibile,ma è solo un ipotesi,niente corpo niente vittima.Mi sembra che i terreni adiacenti siano sta perlustrati,tu dici che ci sarebbero da perlustrare terreni che appartengono al Logli? se non l'hanno fatto allora sono degli incompetenti,nulla deve essere trascurato,terreni,casolari abbandonati,pozzi e quant'altro possa servire alla indagini.Come hai potuto vedere ne parlano tanto,ma fatti concreti non se ne vedono,ci si è come stagnati sulle vecchie testimonianze,quindi bisogna che sia la procura a muoversi,altrimenti il caso sarà archiviato.Che siano indagati ci stà,però dei buoni avvocati ci mettono poco a smontare le accuse basate su semplici indizi,deve venir fuori qualcosa di sostanzioso per metter su un processo,altrimenti su quali basi imposti l'accusa? Mica i testimoni hanno visto uccidere Roberta quella notte? Lui dice che dormiva,i testimoni dicono di aver assistito a un litigio,e poi cosa è successo? Questo è il punto cara Mimosa,oltre c'è il nulla,a parte certe stranezze che possono essere utili per le indagini.Buona notte dolce nottambula.

Chiara ha detto...

lo domandi a me cara Mimosa! ;-) e ti rispondo: eh, capperi, bella osservazione quell'ultima sull'arbusto!

sulla prudenza della Procura, rincaro la dose con una possibile grave negligenza: stasera a c.l.v. ribadiscono che la testimone - che ora sappiamo quasi sordomuta - si recò molto presto dai carabinieri ma che in virtù del suo stato non venne ritenuta credibile e rilevante (secondo me non avevano proprio capito una mazza, ma io penso sempre male ;-)).
la conseguenza è che ora, a distanza di quasi due anni, i suoi ricordi sono confusi e imprecisi, con conseguente sigillo d'inattendibilità.
della serie: come perdere un possibile testimone rilevantissimo.

per amor di correttezza, devo però rilevare che Gozi ha finalmente risposto al quesito principe che posi: ma i due non si videro? stando al tragitto ed alla contestualità dell'avvistamento la donna deve necessariamente essere passata davanti a Gozi; se sulla donna che vede lui si possono aprire tanti spiragli, essendo lui non illuminato, sul contrario non è così...e Gozi nega di averla vista. Questo è un dato importante.

Ma siccome a me piace sempre fare l'avvocato del diavolo, a parte notare che Gozi sembra volersi sbranare ogni possibile testimone ulteriore come a voler essere egli "il re" di un eventuale venturo processo (ma questo argomento lascia il tempo che trova), noto soprattutto che se anche l'avesse vista ora non potrebbe che negare: non averlo riferito nell'incidente probatorio, infatti, costituirebbe un vulnus alla bontà della sua dichiarazione; quindi nulla osta immaginare che la Procura, piuttosto che avere due testi dubitabili (una perchè sordomuta e ormai lontana con la memoria dagli eventi, l'altro perchè non avrebbe riferito questo importante particolare conseguendone un legittimo dubbio anche sul resto), abbia deciso di sacrificarne del tutto uno per mantenere il più valido possibile l'altro e non gettare proprio tutto a carte e quarantotto.

tu come la vedi?

Chiara ha detto...

p.s. ciao Vito, ti vedo ora! buonanotte appena giunta e buongiorno che avanza (oggi sono marzulliana! :-D)

Vito Vignera da Catania ha detto...

Ciao Chiara buona notte anche a te,purtroppo i nottambuli siamo pochi ma buoni,che ne dici? Ottime considerazioni le vostre care e belle donne,e questo caso credo che ci darà del filo da torcere,e ci farà stare nel dubbio per chissà quanto tempo ancora,e il fatto che il caro traditore possa farla franca ci fa innervosire,però se esce fuori qualcosa è spacciato,ho già pronti i chiodi e il martello per inchiodarlo il fedifrago.Ciao cara nottambula.

Chiara ha detto...

semo li mejo, vito! :-D

Minnie ha detto...

Trovo interessante anch'io quanto dice Mimosa riguardo agli arbusti che in un ipotetico seppellimento potrebbero aver graffiato le mani dell'indagato .. resta sempre il dubbio di come si possa scavare con il gelo di quella serata. Perchè se una eventuale buca era già stata scavata in modo premeditato, mi chiedo come sia possibile fare tutto quel trambusto in strada con il rischio di essere visti, nonchè ridursi così all'ultimo a far sparire i cellulari dei due fedifraghi ... Inoltre mi chiedo perchè, sentendo quanto dicono gli ultimi due sensitivi, occultare in un terreno di proprietà o vicinissimo alla proprietà dell'indagato. A meno che non sia fatto volutamente da altra mano assassina per poter incolpare A.L. Mi chiedo anche se qualcuno di voi, in tutto questo viavai di veggenti, maghi e sensitivi, ha letto o sentito di qualcuno di loro che abbia avuto una visione di lei che è in realtà viva e vegeta e in quali luoghi. Molto interessante anche il discorso su Loris che non ha visto l'altra testimone in motorino e le implicazioni sull'incidente probatorio ...

Anonimo ha detto...

@Minnie
I sensitivi non si fanno mancare niente. Fra questi c'e' uno dei piu' conosciuti, non per meriti personali, perche' in genere tirano ad indovinare ed a volte ci azzeccano, quanto per attivita' svolta: Mario Alocchi che con il suo pendolino disse subito e ha ribadito piu' volte che RR e' viva e sta bene. Se ne vuoi sapere di piu' cercalo su FB.
Alex


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