sabato 17 agosto 2013

Caso Scazzi - Un nuovo format: dissoluzione dello spazio scenico. Mnemotecnica e allestimento...




Articolo di Gilberto M.

In genere un format richiede un apparato di regole per sviluppare un programma televisivo. Le idee possono partire dall’attualità, dalla storia e da qualunque input la realtà e l’esperienza possono offrire fino a tradursi in un prodotto finito,  strutturato in trasmissioni come ad esempio i talk show, varietà, giochi e quant’altro. Il format rimane fondamentalmente un fiction, per quanto possa attingere alla realtà e alla cronaca. Il contenitore strutturato secondo un copione resta pur sempre ancorato a una distinzione irriducibile tra ‘realtà’ e ‘finzione’, anche quando vengono presentati casi umani dal vero, vicende più o meno credibili, più o meno imbellettate e alterate per dare il massimo di drammaticità alla storia, o per renderla esteticamente più attraente per un pubblico assetato di eventi eclatanti. L’audience è sempre più desiderosa che venga alzata la posta per non cadere preda della noia, un pubblico che vorrebbe entrare a far parte della narrazione e lo può fare solo per interposta persona, attraverso meccanismi di identificazione e di proiezione con i personaggi.

La linea di demarcazione rimane lo studio televisivo nel quale si fa accadere l’evento (la descrizione con le informazioni generali sul programma e i concetti che lo esplicitano attraverso gli apparati scenografici). Le immagini di repertorio rimangono soltanto documenti che, per quanto montati ad arte, conservano quella separazione tra rievocazione di un fatto attraverso i suoi protagonisti (i loro vissuti) e i documenti che in qualche modo ne attestano il carattere drammatico, edificante, emblematico, educativo… Perfino i collegamenti in diretta rimangono distinti dalla realtà che viene evocata, con il crisma dell’intervista o lo stratagemma asettico del ‘secondo indiscrezioni’, delle ‘notizie non confermate’, del ‘corre voce’. Il dibattito intorno a un caso rimane separato dal suo oggetto anche quando tra gli ospiti ci sono gli stessi protagonisti della vicenda, perfino quando le deformazioni appaiono grossolanamente evidenti.

Due fatti di cronaca hanno però introdotto un nuovo paradigma nell’ambito del prodotto televisivo e più in generale massmediatico: il caso Cogne e soprattutto il caso Scazzi. Nei due eventi il format ha spezzato l’involucro del contenitore dei media per trasferire la fiction direttamente nel contesto di cui vuole essere interprete. La linea di separazione tra ‘realtà’ e ‘documento interpretativo’ si è come frantumata e dissolta: il cronista-commentatore è entrato a far parte attiva di quanto va descrivendo, non più solo mero testimone che racconta una realtà ricostruita oggettivamente in forza di una documentazione più o meno esaustiva ed approfondita. Anche il cronista fa parte della fiction. Non si tratta di una mero resoconto obiettivo e disincantato per il quale la ‘realtà’ emerge, sia pure enfaticamente e retoricamente, nei suoi tratti oggettivi, per quanto sempre incompleti e parziali, sempre rettificabili ed emendabili, perfino arbitrariamente interpretabili. L’osservatore si trova ormai sulla ‘scena del delitto’ come vero e proprio sceneggiatore della storia. Una fisica applicata ad un quantum sociale. L’accaduto è soltanto un pretesto per inventare una trama, una delle infinite storie che si possono raccontare partendo da alcuni elementi ‘reali’: un cadavere, un’inchiesta, alcuni fatti (forse) incontrovertibili. L’accaduto è soltanto un’occasione per costruire la fiction, qualcosa che giace in un limbo oscuro e incomprensibile fino a quando l’immaginazione produttiva di un interprete non crei la storia ex-novo, una ricostruzione che diventa ‘vera’ e ‘acclarata’ quando un occhio la osserva. Non si tratta per inciso della legittima interpretazione, di ipotesi con lo scopo di mettere alla prova scenari e finzioni, per sperimentare nuovi strumenti di indagine.

La transizione - preceduta in modo episodico da altre performance cine-televisive – rappresenta quella trasformazione che con l’avvento degli effetti speciali e delle simulazioni viene chiamata realtà virtuale o con termine più immediato semplicemente un’invenzione. Il paradigma in verità è molto più antico degli elaboratori elettronici, affonda le sue radici nell’utopia, da Tommaso Moro fino alla fantascienza passando attraverso le distopie e il finzionalismo. La stessa scienza moderna si è avventurata spesso in teorie esotiche oltre l’osservazione e la possibilità di verificare l’attendibilità dei dati mediante la riproducibilità e la ripetizione dell’esperimento (violando così un suo assunto metodologico). In campo biologico si stanno facendo strada virtualità ( e virtuosismi) che richiamano in auge il protagonista del celebre romanzo di Mary Shelley, il moderno Prometeo, Frankenstein o ancora l’attore biomeccanico come Terminator.

Nell’ambito sociologico e più propriamente della psicologia sociale bisogna riconoscere che l’impatto del virtuale è più sfumato e meno riconoscibile per via di una lenta assimilazione da parte dell’utenza (il target o audience come dir si voglia) di alcuni meccanismi di interazione sociale dove i mass-media non rappresentano più un mero processo di influenza (termine equivoco per una sorta di illusoria neutralità scientifica) ma costituiscono un procedimento creativo, una sceneggiatura in fieri nella quale il pubblico non è più solo spettatore ma comparsa, personaggio e protagonista, e dove il cronista stesso diviene parte organica della storia. Il fatto potrebbe scandalizzare i benpensanti e gli aficionados del realismo scientifico, se non fosse che il paradigma riceve conferma in quella profezia che si autoadempie soprattutto nell’ambito della psicologia sociale...

C’è un’immagine emblematica nel caso Scazzi che più di mille dissertazioni esemplifica la trasformazione del virtuale in reale. Quei fiori amorevolmente deposti accanto al garage-cantina della casa di via Deledda. Quel mazzo di fiori non rappresenta tanto un atto di pietas quanto un elemento del copione con il quale si dà alla storia un suo orientamento, si provvede a incanalarla in un alveo, un allestimento che costituisce non solo un’interpretazione, ma proprio un’indicazione sulla trama, che prefigura e suggerisce con elementi scenografici di immediato impatto emozionale. Non importa dove sia morta Sarah veramente, importa costruire uno script, approntare una scenografia, dare alla realtà inconoscibile, una ricostruzione che solleciti l’emozione, la collera, la commozione... Una ricostruzione che per quanto arbitraria trascelga tra mille altre fiction quella che appare più spettacolarmente interessante, più verosimile se rapportata al senso comune, più appetibile se riferita agli indici di ascolto.

Quei fiori valgono più di centomila prove che lì sia avvenuto un delitto. Nella memoria dell’audience costituiscono un teorema di certezze, rappresentano un imprinting, sono il frame assoluto nel quale incorniciare qualsiasi altro elemento della storia. Non si tratta di una ipotesi finzionale, di un guscio vuoto come mera ipotesi da approfondire. L’iconografia del nuovo format ha la pretesa di un dato reale e incontrovertibile. L’impressione, la suggestione, l’allestimento... sono conferma di una scena che commuove e promuove una costruzione immaginifica. L’emozione che provocano quei fiori nel telespettatore costituisce un’icona, una sintesi, un’immagine emblematica. Quel bouquet virtualmente vale più di un atto di compassione, costituisce una prova, rappresenta e allude a una scenario proprio come una quinta teatrale. L’elemento scenografico è però soltanto un fatto accidentale, sia pure emblematico, di come sia stato costruito lo script: un po’ per caso e un po’ seguendo le regole ormai interiorizzate della narrazione mediatica. Un copione senza regista se non quel dispiegarsi di automatismi e inferenze emotive, una sceneggiatura costruita mediante processi retroattivi (spesso di natura inconscia) tra protagonisti, comprimari, comparse e… quel pubblico che ormai è sul proscenio insieme agli attori, un audience niente affatto passiva che si muove virtualmente con loro, se ne fa interprete e suggeritore. La regola è lo spettacolo, l’immagine che muove a compassione, la trovata ad effetto, quello che fa piangere o che suscita sdegno. Lo script si dipana seguendo l’estro dell’improvvisazione, una regia collettiva prodotta mediante un processo interattivo nel circo mediatico. Note di regia al margine di un copione dove gli attori recitano a soggetto (pirandellianamente), quell’alterco dietro il sipario tra una regia teutonica e un profluvio di attori e comparse che rivendicano la loro totale autonomia per quel Leonora addio!. Il quadro delle scene risulta alterato in forza di una anarchia creativa, di una libertà dal canovaccio: un copione che appare solo in filigrana.

Come nei Sei personaggi in cerca di autore non c’è più la separazione, il teatro con i posti a sedere e il palcoscenico. Il vecchio spazio scenico è un rudere del passato. Nel nuovo format, c’è qualcosa di ancor più radicale… non è più l’attore in mezzo al pubblico in platea (il teatro nel teatro), qui è il pubblico sul proscenio, recita con gli attori, ne influenza le battute, ne dirige i dialoghi, è perfino in grado di modificare gli esiti della storia. I fiori sulla porta del garage-cantina sono l’intrusione dell’inconscio e anche un elemento ermeneutico della vicenda. La loro neutralità è solo apparente, prefigurano già una interpretazione: che proprio lì sia stato compiuto un delitto, non più un’ipotesi investigativa, un’inferenza criminologica del tutto arbitraria e/o convenzionale su cui riflettere, ma un dato fondante, una certezza.
Il mondo ipogeo della casa di via Deledda (il garage-cantina) solleva fantasie, immagini, ricordi. Si tratta di un luogo onirico, il locus proverbiale senza tempo dove ciascuno può proiettare i fantasmi della sua vicenda esistenziale, proprio come Michele. Il garage cantina è come uno spazio teatrale dove tutti possono liberamente rappresentare le proprie paure, le angosce, perfino i desideri inconfessabili. Si tratta di quel luogo sotterraneo dell’infanzia, quel teatro oscuro e inquietante dei nostri desideri proibiti.
Nel teatro moderno già si assiste alla eliminazione dello spazio artistico. Lo spazio teatrale viene disintegrato attraverso l’uso di scenografie ‘immateriali’ o trasformando il teatro in un locus mobilis che ne dissolve la cornice, oltre l’happening e la performance in un metateatro che ne scompone le strutture drammatiche. Il superamento tra luogo teatrale e luogo reale è però soprattutto in quella realtà virtuale dove l’immagine la fa da padrone. La parola e la scrittura possono davvero poco di fronte a quei fiori posati accanto alla porta del garage, un allestimento che suggerisce più di quanto si possa inferire logicamente. L’erosione dei confini del teatro non è tanto in uno spazio reale quanto in uno spazio e in un tempo immaginari. Ad ulteriore conferma di una metapsicologia del subconscio si è immaginato perfino che i due spazi, quello dell’io cosciente e quello dell’es, fossero in realtà intercomunicanti attraverso quella porta di transito un po’ impolverata. E’ la rappresentazione freudiana con tutti gli stratagemmi di una rimozione a far da barriera, tanto effimera quanto tenace, al ritorno del rimosso. La casa, con i suoi spazi occulti e misteriosi - quegli accumuli di oggetti alla rinfusa, di cose senza tempo – è diventata il teatro delle fantasie di Michele (fantasie un po’ oniriche e un po’ ad occhi aperti, ma solo e sempre fantasie, null’altro di quella materia impalpabile di cui son fatti i sogni). Quella casa è diventata anche il teatro di tutti coloro che si sono addentrati fisicamente (o con l’occhio elettronico di una telecamera) in quel mondo ipogeo che il contadino di Avetrana ha così arditamente descritto attraverso le immagini fantasmatiche che lo hanno elevato prima al rango di assassino e poi solo a quello di necroforo (senza avere le physique du rôle ne dell’uno né dell’altro). 
Le suggestioni della casa che il protagonista ha saputo così efficacemente risvegliare nei suoi interlocutori (tutto quel vasto pubblico con o senza nome) rappresentano topologicamente la struttura es, io, super-ego, quella metafora per la quale esiste uno schema dell’interiorità che può essere rappresentata topologicamente, in uno spazio scenico dove visualizzare la natura degli istinti e la loro derivazione. Michele non ha fatto altro che rappresentare nel garage-cantina le sue fantasie che proprio per la loro natura inconscia sono allegoriche. Una metafora delle fantasie infantili con quell’albero del fico che si perde nella notte dei tempi, in quel giardino onirico nel quale tutti abbiamo abitato. L’albero del fico è la rappresentazione e l’emblema di una mera fantasia, null’altro, insieme a quelle immagini incestuose dell’inconscio collettivo, quel luogo dell’anima e del rimorso di tante colpe infantili immaginarie (quei mostri dell’id che talvolta si riaffacciano minacciosi alla coscienza). Si sa che l’inconscio è per sua natura atemporale, il tempo non ha una scansione oggettiva come quello di un orologio, quella scansione che Michele rappresenta con quel viaggio verso contrada Mosca dove dice di aver occultato il cadavere. Fantasie che si perdono nel ricordo di quel mondo sepolto da sempre nell’anima: il pozzo che è dentro di noi prima ancora di trovarsi realmente accanto a un vigneto.
Il tempo è l’altro elemento che insieme alla memoria loci (la posizione del corpo in uno spazio scenico) costituisce la base per costruire una storia. Lo spazio nel suo allestimento ha creato una suggestione per l’osservatore che si aggira (metaforicamente) tra gli oggetti di scena (il trattore, la zappa, il cartone…). Nella teatralità gli oggetti sono altrettanto importanti dei personaggi, evocano suggestioni e stimolano la memoria: conoscere è ricordare, platonicamente. L’osservatore ha aggiunto dei fiori, e tutte quelle fantasie che il racconto di Michele ha saputo risvegliare nei suoi interlocutori. Il suo mondo ipogeo (quello concreto della cantina e quello illusorio della caverna della sua interiorità) ha improvvisamente risvegliato la memoria nei suoi osservatori: un gioco speculare ha creato una storia: proiezioni fantasmatiche, immaginarie, senza riferimenti e senza parvenza di realtà, senza il ben che minimo riscontro, eppure così vivide e così evocative da disegnare un mondo e una storia nella mente dell’osservatore, di quel pubblico così avvezzo sia ai cinegiornali e sia alle fiction. Una regia invisibile che ha dato consistenza di realtà ai sogni, come nella migliore letteratura e ha risvegliato il fantasma dell’anamnesi nel pubblico del format.
Il cinema, a partire dalla sua nascita coi fratelli Lumière, ha conosciuto via via nella rappresentazione delle scene (scene numerate) dal Fade in al Fade out quella trasformazione dei fotogrammi atemporali nella finzione del fluire del tempo, un tempo inizialmente accelerato, alla ridolini, e poi via via cadenzato secondo quello che crediamo essere il tempo reale (quel tempo inconoscibile che non sappiamo mai bene cosa sia e che fa riferimento alla nostra esperienza di durata, il tempo vero, il tempo vissuto, non quello dell’orologio). Le storie che il cinema ha saputo raccontare, da quel treno che sembrava davvero investire i poveri spettatori terrorizzati, sono andate via via dipanando sceneggiature complesse, talvolta lunghe una vita con protagonisti che invecchiavano in meno di un’ora. E’ quella magia del cinema che ci fa credere che nella durata di un film - immedesimandoci, soffrendo e gioendo con i protagonisti - sono trascorse ore, giorni, mesi, anni... un’intera esistenza. E’ la bellezza del cinema che sa raccontare storie ed emozionarci, che sa creare l’illusione del trascorrere del tempo. In poco più di un’ora facciamo esperienza di una vita...

Lo stratagemma è in quelle pause che nella sceneggiatura vengono indicate con le cosiddette ellissi temporali, stacchi e dissolvenze, che lo spettatore ha imparato a riconoscere e a decodificare come il trascorrere del tempo (un tempo non sempre ben quantificabile e che talvolta può accadere che crei un certo disorientamento se non sono stati aggiunti alcuni indicatori: il protagonista adesso ha i capelli bianchi, la figlia è incinta, il vecchio padre è morto…). In alcuni casi il film è talmente veloce - virtualmente accelerato e parossistico - che uno spettatore degli anni ‘50 che vedesse certi film d’azione attuali forse non riuscirebbe a capirli non avendo ancora quelle competenze di decodifica costruite attraverso l’evoluzione del linguaggio del cinema. Di certo quello spettatore non riuscirebbe a capire come sia possibile che alla 14,30 Sarah sia viva e vegeta, cammini verso la casa degli zii, serenamente in uno splendido giorno di fine agosto pregustando il bagno al mare, il sole, la brezza marina sulla pelle... e un’ora dopo si trovi in fondo a un pozzo ben ricoperto e distante diversi chilometri in aperta campagna... Oppure che la signora Franzoni in sei-otto minuti abbia potuto scatenare la sua ira, ‘martellare’ la testa del figlio, ucciderlo, ripulirsi, ricomporsi, cancellare gli elementi compromettenti, le tracce del sangue sul suo corpo e… andare ad accompagnare l’altro figlio a scuola come se niente fosse. L’assuefazione al cinema con i suoi tempi velocissimi per far stare tutta una vita in novanta minuti ci ha abituato a rendere plausibili delle scansioni temporali troppo contratte, come se di fatto, allo stesso modo di un film, esistessero delle ellissi, degli stacchi e delle dissolvenze per indicare che intanto il tempo è trascorso e che dunque, come nella pellicola cinematografica, il protagonista in realtà ha avuto un supplemento di tempo a disposizione in quelle pause senza durata... Il cinema e la fiction televisiva ci hanno abituato a considerare credibili fatti nei quali il tempo risulta troppo ristretto per dare all’azione lo spazio necessario...

Forse nemmeno un’ora può bastare (se non in un cinema alla ridolini) per rendere credibile il tempo reale, neppure per un attore biomeccanico per il quale non esistono processi motivazionali, non esiste sconforto o afflizione, non esiste paura e conflitto, non esiste emozione e rimorso, dove dopo un delitto può perfino sorridere sereno ai suoi interlocutori: un cyborg appunto o un professionista del crimine o uno psicopatico. Il contesto di un delitto è appunto quell’alone al contorno che non riguarda soltanto gli attori, ma anche gli spettatori. La realtà virtuale ha fatto il suo ingresso perfino nelle aule di giustizia. Ma a ben vedere quello dei tempi è perfino un aspetto marginale, ben più sostanziale è la suggestione narrativa che rappresenta, al di là delle ellissi temporali, quell’immaginario che in un film costituisce la parte immersa dell’iceberg, quel contenuto latente che indossa panni metaforici, quel mondo invisibile senza tempo. Si tratta della capacità dello spettatore di completare, integrare e riempire quelle ellissi temporali (le parti mancanti) che rappresentano il vero immaginario della storia, quel teatro invisibile dentro la mente, quelle fantasie, quei ricordi e quelle rappresentazioni che si proiettano su uno schermo virtuale: l’anima dello spettatore con le sue emozioni, i suoi vissuti, le sue fantasie e le sue proiezioni fantasmatiche. Senza questa attività dell’occhio interiore il film rimarrebbe solo una collezione di scene, un canovaccio senza lievito e senza direzione. 

Nel nuovo format c’è però qualcosa di sostanzialmente innovativo. Nel vecchio paradigma la separazione tra osservatore e realtà osservata comporta una attività del primo per rendere il suo oggetto conoscibile e assimilabile attraverso l’esperienza del mezzo narrativo e delle sue convenzioni: l’uso delle luci, del suono e di tutti quegli effetti sensoriali e percettivi che creano l’illusione del film e danno al montaggio delle scene una coloritura emotiva e una direzione alla storia. Nel nuovo format la sceneggiatura è in fiori: quei fiori non fanno parte di un copione, rappresentano non solo la dissoluzione dello spazio scenico, rappresentano l’irruzione del pubblico nella storia. I cronisti non sono più soltanto reporter di una registrazione cronologica e di una descrizione dettagliata di un fatto, sono sceneggiatori di una storia che si rinnova giornalmente, di un film che trae ispirazione e si alimenta proprio attraverso gli input narrativi che il pubblico (tutto il mondo al contorno) riesce ad imprimere al montaggio che pian piano acquista un suo profilo, una sua immagine, una sua cadenza e una sua ‘verità’.

Nella fenomenologia del caso Scazzi gli elementi obiettivi (mancanza di qualsiasi evidenza che nella casa di via Deledda sia avvenuto un delitto, mancanza di qualsiasi evidenza che un’auto della famiglia Misseri abbia trasportato un cadavere, mancanza di qualsiasi evidenza che Sarah abbia raggiunto la casa degli zii) vengono via via sostituiti da semiofori, indicatori posticci aggiunti alla scena: i fiori accanto all’ingresso del garage, il cane che aspetta Sarah (immagine evocativa e suggestiva), le impressioni dei testimoni nelle suggestioni dei sogni e delle voci che corrono: i vissuti emozionali, esistenziali, immaginifici... divengono elementi della storia, la innervano e, in una reazione a catena, innescano illazioni, requisitorie, fantasie, sospetti... La suggestione la fa da padrone, una storia si crea dal nulla, quasi per magia, la magia del cinema, la magia dell’osservatore.

E’ la narrazione di Michele a dare improvvisamente lievito al copione, senza quella la storia sarebbe rimasta nell’alveo sonnolento di un delitto insolubile, senza un cadavere e senza nemmeno il volto (virtuale) dell’assassino.

Le sue narrazioni hanno quella strana caratteristica di risultare confuse, contraddittorie, pluridirezionali, senza mai un riscontro se non il possesso del telefonino che (dice) ha tolto dal fuoco e l’indicazione del luogo di sepoltura della vittima (il mistero dei misteri). Narrazioni che ai più paiono confessioni nonostante quell’atmosfera onirica e surreale... C’è di più nella sua narrazione, un supplemento che non riguarda i fatti che lui ricostruisce in modo sempre un po’ diverso e cambiando il copione, sempre approssimativi e come in attesa di un suggerimento dal suo interlocutore. In un racconto non ci sono solo i fatti, c’è anche il modo di raccontare, lo stile di una sceneggiatura, gli elementi estetici, sensoriali, quella forma che crea un’atmosfera al racconto e che suggerisce al lettore molto di più del suo mero contenuto informativo, quel contenuto narrativo sul quale il pubblico e gli inquirenti si sono pedissequamente uniformati come se non esistesse anche l’aspetto formale.

In primo luogo quella incapacità di provare emozioni che va sotto il nome di anaffettività. I sentimenti per definizione si sottraggono al controllo della volontà, per loro natura anche quando si tenta di dominarli riemergono con mille modalità, ‘tradiscono’ chi li prova per il fatto che non siamo automi, che siamo macchine desideranti. Nella persona anaffettiva invece sembra che le emozioni siano come ridotte a surrogati, pietrificate e cristallizzate sotto forma di lontananza emotiva e impassibilità emozionale, salvo un pianto artificiale e risposte stereotipate. Al fondo c’è quasi sempre un meccanismo di difesa, la paura di essere feriti, di rievocare esperienze dolorose e traumatiche, un ripiegamento emotivo. Il distacco emozionale nell’anaffettività è dunque una barriera di protezione, una raggelante e anestetizzante apatia per sopportare il dolore e l’angoscia, un ripiegarsi dentro di sé per non soffrire o per non ricordare.

La sindrome postraumatica da stress ha cominciato ad essere studiata dopo il primo conflitto mondiale, anche se già nell’800 erano stati catalogati alcuni casi nella guerra di secessione americana. Lo studio si è poi sviluppato nella seconda guerra mondiale, nella guerra del Vietnam fino agli attuali conflitti su scala planetaria. Salvo estenderlo non solo ai casi di guerra ma a tutti quegli eventi catastrofici e/o drammatici e di grande impatto emotivo vissuti sia come vittime, sia come testimoni (e in alcuni casi come soccorritori). E’ da notare che molto spesso la sindrome compare in modo differito, a poche settimane dall’evento. Tra i sintomi spiccano uno stato di coscienza in cui regna la confusione unitamente a uno stordimento associato ad insonnia, aggressività, ansia, irritabilità, pianto. Da segnalare inoltre la caratteristica del soggetto in PTSD a non parlare solo in prima persona (Io) ma anche in prima persona plurale (Noi).

Va da sé che Michele potrebbe non soffrire di nessun disturbo comportamentale e come qualcuno asserisce stia solo cercando di proteggere la sua famiglia con delle autoaccuse. Anche in questo caso il suo comportamento sarebbe piuttosto strano e controproducente visto la continua modifica delle versioni, constatato il cambio di avvocati, considerato uno stato di confusione e di sofferenza che difficilmente può essere simulato senza tradirsi. Quello che emerge a più riprese è che Michele non sappia come Sarah sia morta, non sappia chi sia responsabile della sua morte e che probabilmente abbia conosciuto solo il luogo dell’occultamento e (forse) la o le persone che hanno infilato il corpo della nipote nel pozzo. L’obiezione che nessuno accuserebbe falsamente se stesso e/o la famiglia non tiene conto degli innumerevoli casi di false confessioni  e falsi ricordi di cui è piena la letteratura giudiziaria di tutti i paesi del mondo.

Il nuovo format recepisce e trasforma una storia recuperando una vecchia e inossidabile modalità di abreazione: la caccia alle streghe. Proprio nel momento in cui si parla molto astrattamente di femminicidio e si propone una legge ai limiti della costituzionalità sparando dei numeri a casaccio (statistiche che non si sa bene con quali strumenti siano state cucinate) due donne stanno in carcere senza riscontri, con indizi vaghi per non dire inconsistenti e con motivazioni pretestuose per il carcere preventivo prima di aver esperito i tre gradi di giudizio (quel mondo politico che si dice così sensibile ai diritti delle donne non fa una piega, non si levano voci di protesta). Ma si sa... le due donne dispongono di ampi mezzi per inquinare le prove, di appoggi e protezioni per fuggire alle isole Cayman, di una rete di connivenze che possano sottrarle alla giustizia…

Nel nuovo format viene recuperato anche l’occhio giustiziere dell’opinione prevalente. Un tempo era quel pubblico assiepato attorno al patibolo, lo spettacolo delle teste rotolanti nella cesta, dei cristiani spellati vivi, degli indios impalati, di povere donne bruciate sul rogo, degli untori fatti a pezzi sulla ruota, di quella umanità che spia la sofferenza e ne gode, che fa ressa attorno alla forca per poter recuperare un souvenir, che lecca il sangue e gli umori che colano giù dalla louisette come fossero aromi e fragranze...

Oggi, in un clima di disagio sociale è il web che rappresenta il surrogato del sangue e dei tormenti. Si deride il presunto colpevole prima ancora che la giustizia abbia compiuto per intero il suo corso, si gode per una giudizio sommario da parte di spettatori eccitati dal sangue (sia pure virtuale), dal momento che è assai poco importante comprendere, valutare, riflettere… E’ più importante la gogna, quel capro espiatorio che rappresenta lo sfogo di tante delusioni e il sollazzo di un pubblico sempre più annoiato e sfiduciato, sempre più demotivato e avvilito nel contesto di una protratta crisi economica. Lo sberleffo che un tempo gli spettatori riservavano al condannato che incespicava mentre saliva il patibolo, ora è riservato alla sua icona. Distruggere l’immagine di qualcuno, soprattutto se innocente, significa fare a pezzi tutto quello in cui crede, annientarlo, trasformarlo in un io diviso, smembrato e umiliato. Alla tortura fisica si sostituisce quella mediatica. Alla Vedova di Norimberga, alla garrota, alla ghigliottina, alla ruota, alla sega, al ceppo, alla mordacchia, al letto di stiramento, al cilicio, alla pera rettale orale e vaginale... si sono sostituiti metodi di tortura che infliggono la sofferenza direttamente nell’anima. 

Si tratta di distruggere la credibilità e la reputazione di una persona. Si tratta di frantumarne l’immagine, di togliere ogni speranza anche a chi è in attesa di giudizio e si proclama innocente. Un pubblico che non vuole tanto la giustizia quanto un capro espiatorio sul quale sfogare le sue frustrazioni e la sua rabbia.        Gilberto M.

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865 commenti:

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Chiara ha detto...

Vanna

"Non credo che l'ergastolo sia stato dato per i tabulati telefonici"

appunto, è tutto il contrario: se l'ergastolo è stato dato in linea con la tesi accusatoria (e lo sapremo con le motivazioni) ciò prevedere che i tabulati vengano liquidati come artificio; ma per farlo occorerebbero prove, non mere ipotesi com'è stato. Già il solo fatto che per coinvolgere Sabrina non possano venire "scavalcati" ma che occorra ritenerli parte del piano di depistaggio e anticipare l'omicidio in un tempo in cui Sabrina non messaggiava (14), ti significa quanto essi siano importanti nell'affermare l'alibi di Sabrina in relazione all'orario originario della vicenda di Avetrana (14.30).


"Se le motivazioni tardano forse è perché potrebbero avere qualcosa di nuovo e, visti i controlli fatti, devono essere verificati e riscontrati".
No Vanna, la sentenza deve vertere soltanto su elementi formatisi in dibattimento nel contraddittorio tra le parti (che sia per via testimoniale o per acquisizione documentale), nessuna novità è ammessa: gli atti sono quelli nel fascicolo del dibattimento e nessun altro.
Eventualmente la presentazione di nuove prove potrà essere richiesta nel giudizio di appello.

Chiara ha detto...

p.s. Vanna: riesci a mettermi un link per la notizia del testimone secretato? non trovo nulla

Vanna ha detto...

Chiara, l'ho letto in rete, era un articolo di giornale firmato da un giornalista e riportato da più testate giornalistiche.
Non so darti altri riferimenti perché non ho salvato le mie ricerche in rete in quanto non so farlo.
Se tale notizia è immondizia, non lo so, ho riferito ciò che ho trovato come altri hanno fatto.
Mi è sembrata una novità per questo l'ho postata.
Tu riporti che ho detto:
"Se le motivazioni tardano forse è perché potrebbero avere qualcosa di nuovo e, visti i controlli fatti, devono essere verificati e riscontrati".
Ho ripetuto numerose volte che il linguaggio giuridico e i suoi meccanismi mi sono oscuri, quindi ho espresso un mio elementare e ignorante parere, pertanto ti ringrazio della tua autorevole risposta che mi ricorda che tu il settore giuridico lo conosci bene:
"No Vanna, la sentenza deve vertere soltanto su elementi formatisi in dibattimento nel contraddittorio tra le parti (che sia per via testimoniale o per acquisizione documentale), nessuna novità è ammessa: gli atti sono quelli nel fascicolo del dibattimento e nessun altro.
Eventualmente la presentazione di nuove prove potrà essere richiesta nel giudizio di appello."
E dunque quello che è emerso e emergerà, se si vorrà far emergere, lo conosceremo.
Saluti.

Chiara ha detto...

Ciao Vanna, sì secondo me le indagini non sono rimaste ferme, non per nulla anche i più entusiasti della sentenza di Taranto hanno una marea di dubbi tanto sul movente quanto sulla dinamica....sì, quasi certamente qualcosa di nuovo si vedrà (che poi sia vero o artefatto, pregnante o inconsistente sarà un altro paio di maniche).
Buon pomeriggio!

ENRICO ha detto...

Non so quando fu rilasciata la seguente dichiarazione

Sarah Scazzi potrebbe essere stata uccisa nei pressi del pozzo in cui è stato ritrovato il cadavere, «vicino a contrada Mosca». Lo ha detto uno dei difensori di Sabrina Misseri, l’avv.Vito Russo, intervenendo stasera alla Vita in diretta su Rai 1. Il legale ha comunque aggiunto di avere un’“idea molto vaga» sulla circostanza, ma di non poterla escludere, maturata sulla base dell’interpretazione degli atti processuali. Sarah - ha ipotizzato – potrebbe essere stata «colpita e trasportata in luogo differente dove poi si è consumato il delitto».

ma , nel corso del processo non mi sembra sia stata avanzata questa ipotesi alternativa . La Difesa ha imboccato la strada della tesi “ Sabrina è innocente PERCHE ‘l’autore del delitto, avvenuto alle 14,28 e le 14,35 nel garage, è il padre (come confessato dal Misseri stesso) MENTRE la figlia e a moglie erano nei pressi”

Se i tabulati non sono stati ritenuti sufficienti a dimostrare l’estraneità delle due donne al crimine e se il Misseri attualmente è estromesso da QUESTO processo relativamente all’accusa di omicidio, chiedo a chi se ne intende quale potrebbe essere la linea difensiva futura visto che quella finora adottata è risultata catastroficamente perdente

magica ha detto...

buingiorno ,
le opinioni si possono assolutamente cambiare .
comunque trovo che le motivazioni di tale cambiamento dovrebbero portare nuovi indizi , ma ormai come dice la chiara che sa di questioni giuridiche(((( tuttavia anche chi non le aveva ora ne sa di piu' frequentando il blog)((
il dado è tratto e bisogna adeguarsi: solo se dovessero emergere fatti nuovi ..potrebbero raprire le indagini
mi sovviene che vanna credeva molto ai sozzoni di avetrana o dintorni . inoltre aveva messo in voga altre teorie che aevano consensi nel blog.

inoltre ... nel post di vanna .
..
si tappa la bocca a quelli della zona ed è per questo che chi ha visto qualcosa e lo dice, ha solo sognato, mentre invece chi ha visto, ha scritto numeri di targa, lo ha detto agli inquirenti è sconosciuto e protetto?.
non capisco: allora vanna credi pure al sequestro? nessuno te lo vieta.. padronissima ,,
questa è mia .. il petarra . si è segnato la targa delle macchine che passavano di la?. e perchè lo fece? se prese il numero della macchiana di cosima dovrebbe anche dire di quali altre macchine prese la targa .

magica ha detto...

basta volere .
si possono non ritenere validi i tabulati .
mentre che difende li trova validi .
chi dovrebbe avela vinta? quello che lo afferma con prove (i tabulati)o quelli che suppongono ma non hanno nessuna prova infatti :lo suppongono .
troppo facile . vincere facile . ..

Chiara ha detto...

Enrico

quella che riporti è esattammente una delle ipotesi che non potranno mai più venire vagliate a causa della incongrua fretta di recuperare il cadavere la notte stessa del ritrovamento, concentrandosi a smembrare il pozzo ed a spianare i dintorni senza che fossero nemmeno repertati fotograficamente alla ricerca di tracce di trascinamento o di calpestio o di pneumatici ecc. nè tanto meno battuti a tappeto nella ricerca di eventuali reperti riconducibili alla vittima e/o ai suoi assassini/occultatori.
Analogamente dopo il rifiuto alla riesumazione del corpo per nuove indagini, ora sarebbe del tutto sterile provvedervi per mettere eventuali toppe ad un lavoro frettoloso e negligente.
Tutto questo non può che condizionare l'azione giudiziaria, quantomeno finchè chi giudica è collega di chi offre gli elementi del giudizio e certo non si metterà mai a stracciarsi pubblicamente le vesti per questi scempi investigativi, non semplici "granchi": SCEMPI. Quindi, pur non condividendo la linea difensiva adottata - o meglio ritenendo che le circostanze contro M. andassero messe in secondo piano e solo poste in strumentale correlazione con tutte le altre "assenze probatorie" a carico delle imputate - la mia personale opinione è che NESSUNA linea difensiva avrebbe portato a casa l'assoluzione.

magica ha detto...

infatti gli inquirenti avevano la sicurezza che misseri avesse detto la verita' .. per questo ritenedo il caso chiuso non badarono a reperti importanti ,
se misseri aveva dichiarato che ssi era recato piu' volte alla mosca ,percio' si sarebbero potuti vedere i segni delle ruote della marbella, e nessun altra macchina.
la stessa vavolaggine la fece l'enamopatologo gettando i reperti dell'autopsia.
poi cominciarono a ricamare . su altri colpevoli anche dal fatto che l'amica delle ragazze ando' in procura a riferire della lite della sera prima fra le cugine .
una lite fra giovani avrebbe portato sabrina ad uccidere ., ma non basta ,, pure la madre complice .. si vede che a casa loro funziona cosi' .









8erano convinti che misseri lì

Chiara ha detto...

magica

perchè in virtù degli scempi sunnominati non è più possibile portare elementi ulteriori alla colpevolezza di Misseri, già esclusa dagli inquirenti, nè tanto meno ricercarne a carico di terzi. Ergo, poichè tale impossibilità è determinata dalla primitiva caproneria investigativa della procura e della p.g., la tesi portata a processo andava sostenuta dalla Corte anche oltre ogni evidenza, per non suscitare scandali. Questo è il mio pensiero, con cui ho motivato quanti chiedi e che ora ho meglio specificato.

Marco ha detto...

Ma per quanto riguarda le presunte tracce ritrovate nel bagagliaio dell'auto, fu poi confermata l'indiscrezione? Le notizie reperibili sono tutte risalenti al novembre 2010 e sono tutt'altro che certe. Qualcuno sa se nel dibattimento l'argomento è stato toccato?

ENRICO ha detto...

@ Chiara

"la mia personale opinione è che NESSUNA linea difensiva avrebbe portato a casa l'assoluzione.

Può darsi ma, se la Difesa non avesse insistito a prestare fede alla confessione del Misseri ( che necessariamente collocava le due donne nelle immediate vicinanze del luogo del delitto ) forse il dubbio che l'omicidio fosse avvenuto in tempi e con dinamiche diverse avrebbe potuto condurre ad una sentenza meno dura e decisa

magica ha detto...

bene ho capito.
allora che vuol dire? che per colpa dei p.g. le imputate devono farsi l'argastolo?
pero' . una bella prospettiva ci da' questa legge . quindi campana!.
io non ci sto' ,
io votero' sicuramente per quelll'emendamento sui giudici.
perchè siamo tutti in pericolo se funziona cosi' .. per indagini errate o poco limpide
a costo di votare per l'innominato o la sua equipe .

Vanna ha detto...

Magica, non riesci proprio a comunicare diversamente.
Dici:
"mi sovviene che vanna credeva molto ai sozzoni di avetrana o dintorni . inoltre aveva messo in voga altre teorie che avevano consensi nel blog."

Rispondo e fai attenzione!

La parola " sozzoni " non l'ho mai usata!
Ho usato altri termini.
Altri hanno usato " sozzoni ".
Il mio concetto era ancora più grave di semplici "sozzoni".
Orbene e se fosse?
Ti disturba?
Perché?
Cosa c'è di pulito in questa storia?
Vuoi metterlo in lavatrice per stendere le tue idee?

Dici:

" non capisco: allora vanna credi pure al sequestro? nessuno te lo vieta.. padronissima ,,
questa è mia .. il petarra . si è segnato la targa delle macchine che passavano di la?. e perchè lo fece? se prese il numero della macchiana di cosima dovrebbe anche dire di quali altre macchine prese la targa."

Rispondo:

Non ho fatto nomi perché non li ho letti, tu fai nomi.
Non ho detto della macchina di Cosima, tu lo dici.
Forse ho letto un articolo che non conosci, non ti è venuto questo dubbio?
Cercalo in rete.
Non ho parlato di sequestri, ne parli tu.
Quindi sei più aggiornata di me e conosci altre campane che non sono le tue.
Qui ognuno suona le sue campane e se le mie non ti aggradano, salta quando leggi il nome oppure rispettale e riportale come sono senza aggiungere i tuoi svolazzi.

magica ha detto...

infatti me l'aspettavo la risposta di vanna .
non mi ricordo se hai scritto di sozzoni, comunque di gente che bazzicava per avetrana che avrebbero potuto far del male a srah infatti eri in linea con tummolo e gilberto e altri . ora non li nomini piu'
io ti ho fatto una domanda dopo aver letto il tuo post , i blog sono fatti per discutere . ti ho chiesto risposte dal momento che so che la pensavi diversamente da come hai scritto .
non mi piace per nulla riffianarmi . te l'ho chiesto nudo e crudo. infatti come detto immaginavo le tue risposte . mi pare che nel blog uno scrive e l'altro conferma o ribatte .
anche se non hai fatto nomi si capisce il tui pensiero .
volevo sapere cosa era venuto fuori per cambiare opinione .
ma tientela pure , io se trovo discordanze le scrivo ,ok? .

magica ha detto...

basta rileggere il post delle 10,38.
si capisce . e la scrivo e la ridico il blog . funziona cosi' .
puoi riprendere il post e spiegare punto per punto . in caso qualcuno le sia sfuggito qualcosa che dovrebbe sapere . puo' sempre esserci qualcosa di nuovo

Chiara ha detto...

Magica

ci sono altri due gradi di giudizio e l'uso del verbo al passato nonchè il riferimento alla colleganza (laddove intendevo che la Trunfio è stata per anni in Procura con Buccoliero) intendeva confinare la mia opinione a questo primo grado. Non ho prospettato scenari apocalittici e non vale la pena stracciarla così.
Certo, per vederle assolte, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di dichiarare irrisolto e irrisolubile il delitto, a meno di clamorose riaperture indagini nei confronti di Misseri, che però a questo punto con tanto che s'è detto e fatto per smontarne la colpevolezza, dovrebbero prevedere nuovi approfondimenti istruttori (e si torna alla difficoltà data dalla distruzione di possibili fonti di prova come il terreno e il corpo e la improbabilità che una perizia psichiatrica possa avere un qualche esito a così tanta distanza dai fatti come sarà all'esito del terzo grado).

Sul resto, come correttamente commentato nel link postato dall'anonimo, questo è un problema di separazione di carriere, per non trovarsi giudice e p.m. che abbiano condiviso scopi, mentalità e metodi di lavoro e per consentire ad ognuno la corretta specializzazione nel ruolo da ricoprire. E' evidente però che la separazione delle carriere è solo un primo passetto, del tutto sterile se non si individui ed imponga un percorso di formazione che non sia delegato al magistrato titolare a cui vieni affidato nel corso del tirocinio, dato che un incompetente formerà sempre degli incompetenti. Quando si tratta di indagini e di processi la sola conoscenza del diritto non basta, anzi è una parte quasi "marginale" (nel senso che devi averla come uno che arrampica deve prima saper camminare ma certo non gli basta se non vuole ammazzarsi) mentre ora come ora è l'unica competenza richiesta.

Il voto è libero magica e la capacità di discernimento è lasciata all'intelligenza e cultura di ognuno, ma permettimo di dire che le soluzioni proposte da chi dici tu hanno tutte le intenzioni fuorchè quella di rendere un buon servizio al Paese e migliorare l'azione giudiziaria. Ad ogni modo se un plurinquisito, pluriprescritto e condannato in via definitiva che afferma che per fare il magistrato bisogna essere malati di mente e che ritiene che il voto renda legibus soluti, debba riformare la giustizia sta al buon senso e alla decenza degli elettori deciderlo.

Non che dica cose sbagliate: la separazione delle carriere è cosa buona e giusta; mettere fuori legge la creazione di correnti, correntine e correntacce all'interno della Magistratura a cui nulla deve fregare di fatti che non siano la corretta ed uniforme applicazione della legge, è cosa doverosa; che non vi siano limiti al risarcimento cui un giudice che sbaglia è tenuto a versare, è anch'essa cosa giusta. Ma credimi se ti dico che qualunque provvedimento esca dalle mani di quelli che abbiamo attualmente nel panorama politico non avrebbe NULLA di buono e giusto; ciò che è stato fatto finora (o non fatto o fatto al peggio) è la migliore dimostrazione di quanto dico.

ENRICO ha detto...

xMagica

"basta rileggere il post delle 10,38."

nel post delle 10,38 VANNA parla del reato di diffamazione

Forse hai confuso il post con un altro perchè quello che tu segnali non ha alcuna attinenza con i c.d. "sozzoni" e compagnia cantando.

Giacomo ha detto...

Ritornando al mio post del 27 agosto 16:57

Innanzitutto prima del punto 12 c'è un errore da correggere.
ERRATO
Sabrina, mentre sale in macchina manda l'sms:
12) 14,42 da Sabrina a Sarah: squilli senza risposta

CORRETTO
Sabrina, mentre sale in macchina telefona a Sarah:
12) 14,42 da Sabrina a Sarah: squilli senza risposta

In secondo luogo, avevo specificato che la ricostruzione da me descritta è ricavata in base alle dichiarazioni, mai variate, dei protagonisti.

Sarò ancora più chiaro:
1) Gli sms e gli squilli risultano dai tabulati, quindi la sequenza cronologica degli sms e delle telefonate non può essere revocata in dubbio.
2) I movimenti dei protagonisti sono scritti in corsivo. Questi risultano da quanto dichiarato in UDIENZA dai protagonisti e sono CONGRUENTI con le testimonianze della prima ora (fidanzati e La Stella, nonché con la denuncia firmata dalla madre della vittima). In base a tali testimonianza si ricava che Sarah è uscita di casa poco prima delle 14,30 e quindi alle 14,28 ERA ANCORA VIVA e padrona dei suoi movimenti. Quindi è lecito ritenere che lo squillo delle 14,28 fu fatto proprio da Sarah, mentre era per strada e probabilmente si era appena avviata.

Il senso del mio post era di invitare chi non crede alla genuinità delle dichiarazioni di Sabrina, e pensa che la sequenza degli sms sia ARTEFATTA, a indicare, PER OGNI SINGOLO SMS, la posizione di Sabrina, diversa da quella da lei dichiarata.
In particolare è invitato a spiegare, in un'ottica di presunto depistaggio, il significato dell'sms di SOLLECITO delle 14,28 di cui al punto 5) del mio post, cioè la perdita gratuita di ben tre minuti, laddove l'incombente arrivo di Mariangela avrebbe imposto un riscontro immediato al primo sms inviato a Sarah, cioè quello delle 14,25.

Ringrazio quanti hanno letto e riscontrato il mio post, in particolare Gilberto, Magica, Vito, Vanna e Chiara, ma anche tutti gli altri.
Con la presente replica ho cercato di rispondere alle obiezioni di Vanna.

Chiara ha già risposto a Vanna e sono TOTALMENTE d'accordo con quanto lei scrive.
Chiara comunque precisa che il fatto che Sabrina dormisse nel letto con la madre, quando ha ricevuto l'sms di Mariangela, lo sappiamo unicamente dalle dichiarazioni MAI CAMBIATE della stessa Sabrina. Ma questo l'avevo già premesso. Mi limito ad osservare che la dichiarazione di Sabrina è plausibile. Sabrina non ha dichiarato una cosa strana. Quindi la presunta falsità della dichiarazione di Sabrina non è INTRINSECA alla stessa dichiarazione, ma è appunto PRESUNTA dai p.m. che si sono attivamenti adoperati a far cambiare tutte le testimonianze della prima ora, ottenendone delle diverse, dai medesimi testimoni, A MESI DI DISTANZA.

In conclusione, è troppo facile ed anche incongruo, ai fini del raggiungimento della prova per una condanna all'ergastolo, asserire sic et simpliciter che i tabulati sono falsi. Bisogna invece dimostrare la falsità di ogni singolo sms. E questo, soprattutto per il motivo che se invece si parte dal presupposto che Sabrina è innocente, la sequenza degli sms fila liscia come l'olio, senza alcuna sbavatura, né logica né cronologica.
Spero di non avere annoiato e di essere riuscito a dimostrare perché i tabulati reletivi a quegli sms sono di un'importanza CRUCIALE; per cui è facile prevedere che intorno ad essi ruoterà sia il giudizio di Appello che l'eventuale giudizio di Cassazione.

Un saluto a tutti gli amici del blog, che apprezzo per l'impegno comune a sviscerare ogni particolare di questa triste vicenda, per arrivare a chiarire quei punti che possano apparire ancora oscuri ed irrisolti.

Giacomo

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Vanna,

la cosa è molto semplice: l'avv. De Jaco si occupa della sua patrocinata signora Cosima Serrano, mentre di Sabrina Misseri si occupano Marseglia e Coppi. De Jaco ha fatto una pubblica dichiarazione alla fine del processo; degli altri due non so, ma immagino che implicitamente agiscano nel medesimo modo. Di sicuro comunque non posso entrare nella mente altrui, ben sapendo che l'avvocato, in quanto giurista, ha i medesimi limiti del suo presunto avversario pubblico ministero.

Quanto all'ergastolo, è in discussione la proposta di eliminarlo del tutto, ma lo riterrei un errore di fronte ad incorreggibilmente pericolosi delinquenti (pluriomicidi, stragisti, genocidi, e simili). Quanto alle aggravanti, l'articolo correlativo ne parla, ma resta nel puro arbitrio della Corte l'interpretazione/applicazione della norma, che risulterebbe vergognosamente iniqua quando si applicasse secondo i piaceri e i sadismi dei vari magistrati.
Non è possibile mettere sul medesimo piano, anche di fronte ad un medesimo delitto, un pregiudicato e un imputato senza precedenti. Né si può, in nome della rieducabilità della pena, non tener conto che vi sono pure persone ormai non più rieducabili perché vissute nel crimine, di cui fanno la ragione di vita. Se si pensa ai mostri del Circeo e al loro trattamento, confrontandolo con quello compiuto contro le donne Misseri, si torcono le budella e pure qualcosa d'altro.

Nel caso specifico, l'ergastolo è stato irrogato solo per vendetta o nella residua speranza che, terrorizzate, le donne finalmente confessino. Un modo schifoso e ributtante di applicare le leggi.

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Magica,

di "sozzoni" o di viziosi (nel senso di gente che cerca di soddisfare in modo violento o comunque anormale e pericoloso i propri impulsi sessuali) ho parlato io, come del resto ho accenato a possibili vendette trasversali, compiute con l'aggravante della violenza sessuale (provata dalla nudità, perché è semplicemente ridicolo pensare di evitare che i vestiti galleggino, in una cisterna ermeticamente chiusa e per giunta considerata "introvabile"). Come Rosaria Lopez (già morta) e Donatella Colasanti erano completamente nude, e anche sanguinanti, nel bagagliaio della macchina dei mostri del Circeo, non certo per non far galleggiare i loro indumenti.

magica ha detto...

x enrico.
il post è quello giusto .
im alcune parti del post si possono leggere opinioni diverse da quelle che solitamente leggevo..
poi non so l'intenzione di vanna .. se era una ipotesi o una certezza sua .
i sozzoni era l'aggett. che di solito veniva usato per certe persone melavitose che adescano le fanciulle . comunque è quella la considerzione che gli davano .
anche senza l'apellativo di sozzoni .
ma altre in parti del post ho letto nuovi indizi ed ho chiesto quali erano . ho letto di targhe e cose varie che rileggero' per capire meglio ..

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Giacomo hai fatto bene a precisare alcune cose,sia per sms(che avevo notato),e sia per il resto del commento. Ciao,poi quando ritorni ci mettiamo d'accordo per i verbali ok,buona serata.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Prof Tummolo mi trova assolutamente d'accordo sul commento delle 19.21,poi sulle ultime due righe:Nel caso specifico, l'ergastolo è stato irrogato solo per vendetta o nella residua speranza che, terrorizzate, le donne finalmente confessino. Un modo schifoso e ributtante di applicare le leggi.A Taranto queste cose le hanno applicate in modo vergognoso e schifoso,e di cui tante volte ne abbiamo discusso.Un cordiale saluto caro Prof.E un caro saluto agli amici del blog.

Sira Fonzi ha detto...


Cara Vanna, altre cose che so riguardo le investigazioni sono che
sono stati chiesti i tabulati telefonici anche della badante rumena, Maria Ecaterina Pantir.
Alla Microsoft vengono richieste le Subsciption Forms e gli indirizzi IP concernenti gli accessi di alcune caselle di posta elettronica riconducibili a Sarah, nonché gli eventuali account di MSN creati attraverso tali caselle. Stesso discorso riguarda anche la piattaforma
Skype.

Su Ivano Russo copio e incollo:
Le incongruenze a carico delle dichiarazioni rese. così come le diverse versioni fornite in tempi diversi. da parte di Ivano Russo e di sua
madre Elena insospettiscono gli inquirenti. Vogliono vederci chiaro
sulla posizione del ragazzo nella vicenda ragion per cui dispongono la
perquisizione della Ford Fiesta in uso a Ivano Russo. Ma l’accertamento
dà esito negativo. Anche lì del passaggio di Sarah non c’è nessuna
traccia.
In un’intercettazione ambientale madre e figlio, commentando le
rispettive dichiarazioni rese agli inquirenti, si rendono conto delle contraddizioni
in cui erano caduti. In quel frangente Ivano evidenziava
alla madre che quanto da lei dichiarato era completamente diverso
da quello che aveva raccontato lui. La signora Baldari correggerà la
sua prima versione giustificando l’evidente contraddizione rispetto a quanto dichiarato in
precedenza, riconducendo il tutto al fatto non aveva gli occhiali con
sé quando aveva firmato il verbale e perciò aveva fatto confusione.

Ti posto invece una dichiarazioni di un ragazzo di S. Pancrazio
che potrebbe essere interessante:

Ricordo benissimo Sarah l’ultima volta che è venuta a San Pancrazio. Non
passava di certo inosservata con il suo look in stile “emo”. Indossava pantacollant,
maglietta e scarpe di colore nero, e aveva il rossetto e i contorni
degli occhi truccati con lo stesso colore. Si muoveva gesticolando nervosamente
mentre parlava al telefonino camminando spedita lungo i vialetti del
parco adiacente ai caseggiati. Poi, avvicinatasi alla cugina, le continuava a
ripetere: « Dove sta? Dov’è andato? Infine si è seduta per un po’ di tempo su
un muretto dove di solito si ritrovano i ragazzi del nostro quartiere. Ero a
pochi metri da lei e ho incrociato il suo sguardo per qualche istante: aveva
l’aria di essere piuttosto tesa e preoccupata


Mi ha colpito poi una frase di Claudio Scazzi:

Claudio viene convocato ancora in Procura a Taranto nel mese di
dicembre 2010. Occorre chiarire chi abbia mandato i numerosi sms
intercorsi tra l’utenza della sorella a quella di Ivano Russo. L’uomo,
dopo aver visionato i vari messaggi, ne riconosce solo un paio come
suoi e afferma: « [. . . ] Non posso escludere a questo punto che tra mia
sorella e Ivano ci fosse qualcosa di più di un’amicizia. . . ».


Vado a cena e se quando torno ci sei ne riparliami, volevo anche dirti cosa penso della replica a Giacomo sugli orari, ma non riesco ota.

E' veramente un piacere dialogare con te, anche per me, credo di avertelo già detto, ma per sicurezzaa lo riposto.

Una buona serata

Sira

carla ha detto...

buonasera a tutti,
quando penso a Sarh, penso oltre a essere stata una vittima ne viene beffeggiata , proprio da chi le dovrebbe dare giustizia....
perché non ci sono ancora le motivazioni?....
è ovvio fino a quando non escono questi motivazioni non si fa nemmeno l'appello ....senza considerando che in galera ci stanno 2 innocenti!.....e violenza psicologica che le si usa.....
e mi domando ancora il ruolo dell'avv. Coppi e Marseglia quali sono , com'è possibile non ci abbiano pensato all'infermiere misterioso, per cui non si sa che fine abbia fatto.....

Manlio Tummolo ha detto...



" Messaggero Veneto


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Trovata morta la 17enne scomparsa FOTO
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Trovata morta la 17enne scomparsa FOTO

Živa Srebrnic, di Lucinico, era uscita in bicicletta domenica pomeriggio: «Torno per cena» Battute anche le campagne di Cormòns, Mossa e la zona di Plessiva.

scomparsi
diciassettenni
lucinico


.
Spiegamento di forze per trovarla


GORIZIA.Ziva Srebrnic, la 17enne scomparsa da casa domenica pomeriggio, è stata trovata morta sul Calvario dopo giorni di febbrile attesa e ricerche coordinate da vigili del fuoco, protezione civile e carabinieri non soltanto a Gorizia, ma anche nelle campagne di Mossa, Capriva e nella zona di Plessiva.

Sul corpo non sono stati trovati segni di violenze: gli inquirenti escludono che possano esserci responsabilità di terzi. Il ritrovamento è stato effettuato da unità cinofile della Protezione civile.

28 agosto 2013"



Vedremo che cosa risulterà dall'autopsia. Intanto, da parte nostra sentitissime condoglianze ai familiari ed amici.



Anonimo ha detto...

@Carla
"Taranto sera" riporta la notizia che le motivazioni usciranno in ottobre. Personalmente non vedo, in questa proroga, una beffa nei confronti di Sarah. Ciao
R.

magica ha detto...

io non me ne intendo .
na le motivazioni dopo quanto tempo finito il primo grado di giudizio ... dovrebbero uscire..
sarebbe logico pensare che queste motivazioni ormai le abbiano gia'''scritte . se hanno condannato .,oppure prima cpndannano e poi pensano a quale motivazione .
mi chiedo quale impedimento ci possa essere .per tenerle in un cassetto.
qua gatta ci cova .. chi se ne intende cosa dice?

Manlio Tummolo ha detto...

"Giovanni lavora domani"

Chi sa questa storiella ? Giovanni era una persona pigra che, per convincersi di andare a lavorare il giorno dopo, si mise un cartello ai piedi del letto con su scritto "Giovanni lavora domani". Il giorno dopo, svegliandosi, vide il cartello e si disse: "Ah, bene, domani andrò a lavorare". E così di seguito ogni mattina. I bravi giudici fanno la medesima cosa: da giugno a settembre, da settembre a ottobre. Intanto passeranno gli anni, cone quel famoso magistrato che stette diversi anni senza motivare a sua sentenza e intanto i mafiosi uscirono per scadenza dei termini. Qui probabilmente si vuole arrivare ai sei anni di custodia cautelare in carcere e poi chi s'è visto s'è visto. Gente molto impegnata, spiriti rigorosi. Evidentemente ancora non sanno perché vi siano stati due ergastoli ed altre condanne minori.

"Sabrina, Cosima, Michele ed altri, io vi condanno in nome del popolo italiano, ma perché vi condanno ? Non lo so, devo pensarci su ancora qualche mese, o forse qualche decennio".

Anonimo ha detto...

La quadratura del cerchio (come quello della duplicazione del cubo) costituisce un problema intrattabile (insolubile). Trovare un valore algebrico al Pi greco, numero notoriamente trascendente, è come postulare un delitto senza prove e dunque senza dimostrazione.
Gilberto

Chiara ha detto...

Magica

senza nulla giustificare ed anzi precisando che penso anch'io che, nel dubbio che possano venire assolte nei gradi successivi "Qui probabilmente si vuole arrivare ai sei anni di custodia cautelare in carcere" e l'eventuale di più è grasso che cola, sulla stesura delle motivazioni ti invito a non farti prendere da facilonerie: tra maturare una motivazione udienza dopo udienza fino alle requisitorie e scriverla, passa una bella differenza.
Non devi dimenticare che prima del termine delle requisitorie c'è sì una idea già formata, ma quelle e la camera di consiglio che segue servono a ricapitolare il punto e dare una risposta definitiva: sì o no. E questa viene data. Poi occorre ripercorrere per iscritto TUTTO quanto successo nel processo, prove d'accusa e prove di difesa e dire per ognuna perchè la si ritiene così o colà, come si mettono in successione le cose ecc...insomma ripercorrere per filo e per segno il procedimento mentale che conduce alla convinzione, con rigorosissima attenzione alla forma e alla precisione linguistica giacchè la minima leggerezza sintattica o di espressione logica (anche solo saltare un passaggio tra una proposizione e l'altra come si fa in matematica) può portare all'annullamento della sentenza. Prova a fare l'esempio su di te: tu hai chiara in testa la tua idea no? te la sei costruita nel tempo sentendo, leggendo, confrontandoti, accogliendo o scartando obiezioni ecc. Ecco: tu ora potresti tranquillamente dare la tua "sentenza" no? Ora però io ti chiedo di mettere per iscritto tutto il percorso mentale che hai fatto in questi anni, andando a ripescare tutti gli interventi dei forumisti, tutte le obiezioni che ti sono state formulate e come tu le abbia superate, non devi dimenticarne nemmeno una, non importa che per nella tua mente tutto sia chiaro, devi consentire ad uno che non sappia nulla di seguire il tuo ragionamento a partire dalla prima volta che hai udito qualcosa su questo caso fino alle ultime battute di questa sera dandogli conto del perchè la tua soluzione sia quella nonostante le obiezioni a-b-c-d-ecc. E, ripeto, lo devi fare con rigore e precisione maniacale, se dimentichi uno dei punti contestati e che hai ribattuto seguendo un certo ragionamento, la tua "sentenza" non vale più, come non averla emessa.
Ora dimmi, stimi o non stimi di metterci MESI per riprendere in mano centinaia e migliaia di commenti, interventi, articoli e riflessioni pur avendo nella tua testa una conclusione chiarissima? E questo lo devi fare non con tutto il giorno a disposizione ma contemporaneamente facendo il tuo solito lavoro, casa, famiglia ecc.. E questo lavoro lo devi fare per OGNI imputato, uno per uno. Capisci perchè è più che normale ed INEVITABILE che se questo è il tenore delle motivazioni richieste dal nostro ordinamento, un giudice ci metta mesi?

Anonimo ha detto...

chiara, per parolisi non si e' fatto cosi', come mai?

Chiara ha detto...

p.s. ci sono ordinamenti che non richiedono questo lavorone: arrivati all'ultima udienza il giudice decide e zitti tutti. se non vi sta bene chiedete un nuovo processo, ma per i fatti vostri, a prescindere dal perchè e percome il giudice abbia deciso così: la regola è che lui dice e voi prendete e portate a casa il pacchetto così com'è con due laconiche righe d'accompagnamento.

Da noi questo non è accettato, siamo "viziati" (uso questo termine in senso provocatorio): da imputati pretendiamo o no di conoscere ogni minimo segnale elettrico passato per i neuroni del giudice e che egli risponda punto per punto alle nostre obiezioni? non ci basta che ci liquidi con un sì o con un no, vogliamo che ci dia conto puntigliosamente di tutto.

Ogni scelta ha un suo contrappasso: quello del nostro ordinamento così garantista nella sua costruzione (non sempre nell'applicazione) è la lungaggine.
Di cose per restringere i tempi se ne possono senz'altro fare, ma più che altro attengono all'organizzazione materiale del lavoro più che ai principi giuridici: se vai a toccare quelli devi essere consapevole di rinunciare a qualcosa in cambio (tieniti la sentenza con due pagine di motivazione sintetica se vuoi che te la scriva seduta stante, non puoi pretendere che ti scriva la bibbia in un'ora no?!).

Paradossalmente i risultati che tutti vorrebbero "poche chiacchiere e giustizia lesta" sarebbe facilissimo sfrondando garanzie di qua e diritti di là: quando a giudicare è un re o un dittatore che non deve rendere conto a nessuno stai pur tranquilla che la giusitizia è RAPIDISSIMA e senza "fronzoli". Solo che anche questo non piace no? Diversi ordinamenti adottano la via di mezzo: ti condanno all'ergastolo con quattro parole di spiegazione e tanti saluti. Mi pare però che anche questo non ci piacerebbe o sbaglio?

Chiara ha detto...

Anonimo:

come no? sentenza ad ottobre e motivazioni a gennaio.
se ti chiedi perchè siano bastati due mesi non posso che farti notare che parliamo di un solo imputato e di un rito abbreviato: non c'è stato dibattimento in quel processo (e difatti la giudice ha partorito motivazioni discordi dall'accusa, agevolata dal fatto che ha vagliato sua sponte atti già formati e non è stata "guidata" dalle parti nella loro formazione come accade col dibattimento).

la abnormità della sentenza parolisi è fondamentalmente una: se di ergastoli in processi indiziari se n'erano già visti e se ne vedranno ancora, di ergastoli in processi indiziari a seguito di giudizio abbreviato ad un incensurato non se n'erano mai visti! Prodigi dell'interferenza mediatica.

Sira Fonzi ha detto...




X Giacomo e Vanna

Ciao, riguardo il post degli orari vorrei intanto trattare quello più importante e dirvi quali sono le mie impressioni.

Non credo sia possibile affermare con certezza che Sarah uscì alle 14,28 per i seguenti motivi:
la prima dichiarazione di Concetta, riguardo l'orario d'uscita, viene fatta al momento della denuncia di scomparsa, il 26 Agosto, dove indica testualmente: "verso le 14,30".

Successivamente le chiederanno come aveva dedotto quell'orario e lei risponderà che aveva preso come riferimento ciò che le aveva detto Sabrina, e cioè che Sarah le inviò un sms alle 14,28 con il quale intendeva dirle che stava arrivando.

Nella successiva dichiarazione spontanea del 29 Settembre, ossia prima del ritrovamento del corpo, dichiara che dopo circa 10 minuti dal rientro dalla spesa con il papà, Sarah le comunica di aver ricevuto il famoso sms, e poi afferma che mangiò velocemente un cordon blue, prese l'asciugamano ed uscì.

Successivamente, nel mese di Ottobre, ricostruì quei momenti anche con l'aiuto dei ricordi della badante e questo è il racconto:
"…..aveva mangiato velocemente senza neppure sedersi; era entrata nella sua stanza; era uscita (cambiata d’abiti e con lo zainetto in spalla); aveva domandato dove fossero gli asciugamani e, avendo appreso che si trovavano giù in cantina, era scesa, vi era rimasta circa 5 minuti, era risalita in casa (dallo zainetto, non perfettamente chiuso, si intravedeva proprio un asciugamano: cfr. s.i.t. del 17.9.2010 rese da Pantir Maria Ecaterina, collaboratrice domestica della famiglia Scazzi); ed era quindi andata via dicendo che si sarebbe recata da Sabrina."

Ora, volendo considerare il tempo necessario, il più stretto possibile, per compiere ogni gesto elencato, si deduce che Sarah non può aver avvisato la mamma del sms delle 14.25 ed aver fatto una serie di cose prima di uscire, senza evitare così di arrivare a casa dei Misseri contemporaneamente con Mariangela

14,25
sms Sabrina
2 minuti per cambiarsi d'abito
2 minuti per scendere in cantina e prendere l'asciugamano
5 minuti per cucinarsi il cordon blue
2 minuti per mangiarlo
3 minuti per raggiungere casa Misseri
Sarebbe arrivata a casa Misseri alle 14,39 praticamente
quando sabrina sostiene di trovarsi sulla veranda.

Qualcosa non mi quadra, e considera che il cordon blue fa la sua comparsa ancora prima delle probabili influenze della Procura sulla Scazzi.

Una buona notte

Sira

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buona notte cari amici.Dal verbale di dichiarazioni di Concetta del 29 settembre 2010.Quando Sarah è uscita con mio marito,non sapeva ancora di dover andare al mare.Quando è rientrata dopo circa(10 minuti)mi riferiva che Sabrina le aveva inviato un sms dicendole che sarebbero andate al mare.Erano presenti mio marito e la badante rumena.Sarah non pranzò,si limitò a mangiare velocemente un gordon bleu,e dopo aver preso l'asciugamano ed averlo messo nello zainetto con le cuffie all'orecchio è andata via,ciò mi e stato riferito dalla badante.Io mio marito e la badante abbiamo pranzato,e dopo circa 15 , 20 minuti dall'uscita di Sarah,mi sono recata nella mia camera da letto e ho visto sul mio cellulare che era posto sul comodino,più chiamate da parte di mia nipote Sabrina,non ho controllato l'ora.Mentre stavo per richiamare Sabrina, la stessa è giunta in casa e mi diceva:SARAH SI E SBRIGATA PERCHE DOBBIAMO ANDARE AL MARE.A tale domanda io risposi:Se è venuta a casa tua!,Sabrina rispose: no a casa mia non è venuta,non è arrivata.Ho fatto un piccolo calcolo,certo potrei sbagliare,ma,se sono passati circa 15,20 minuti dall'uscita di Sarah ed avevano pranzato, si ritira in camera e vede le chiamate di Sabrina,e quando lei sta per chiamarla Sabrina arriva a casa sua ore 14.45 più o meno,quando è uscita da casa Sarah? Salvo errori di valutazione intorno alle 14.25,minuto più minuto meno. Buona notte a tutti cari amici.

Anonimo ha detto...

Cara Chiara
Proprio non ci siamo. Una sentenza logicamente è frutto di un percorso razionale e consequenziale per il quale la stesura è in itinere, in quei processi di elaborazione mentale e cognitiva che indirizzano e promuovono tutto il procedimento giudiziario. Non ci sono due momenti separati, quello del dibattimento e quello del giudizio se non come astrazione e riepilogazione di un percorso. La visione non astratta di un tale procedimento (se scientificamente prodotta) non può che essere lo sviluppo dibattimentale (con tutti quegli appunti mentali e quelle glosse al margine) per i quali non si perde mai di vista analiticamente il percorso e sinteticamente il suo sviluppo complessivo (questo vale in qualsiasi procedimento che voglia chiamarsi scientifico, in biologia come in fisica, in filosofia come in psicologia). Perfino una camera di consiglio non dovrebbe essere altro che una puntualizzazione e ricapitolazione di quanto già annotato e memorizzato con scrupolo documentario e facendo costante riferimento al processo (inteso come sviluppo in itinere). Il fatto di emettere una sentenza (o di giungere a conclusioni scientifiche apodittiche) implica che il percorso cognitivo sia già stato compiuto e che tutt’al più la stesura di un documento conclusivo sia solo il mero riordino e la correttezza sintattica e grammaticale della forma espressiva. Per non dire poi che la legge prevede un tempo definito per la presentazione delle motivazioni, tempo peraltro infinitamente abnorme rispetto a quanto sopra. No, proprio non sono d’accordo. Gilberto

Vanna ha detto...

Magica, e ddaje!
" Anonimo magica ha detto...
infatti me l'aspettavo la risposta di vanna."

Che fai provochi?
Sei un'indovina?
Sei magica!

"non mi ricordo se hai scritto di sozzoni, comunque di gente che bazzicava per avetrana che avrebbero potuto far del male a srah infatti eri in linea con tummolo e gilberto e altri . ora non li nomini piu'"

Chi devo nominare i " sozzoni?"
Non ce n'è bisogno altri li hanno ricordati, anche tu.
Ti piace questa parola?

"io ti ho fatto una domanda dopo aver letto il tuo post , i blog sono fatti per discutere . ti ho chiesto risposte dal momento che so che la pensavi diversamente da come hai scritto ."

Tu sai che la penso " diversamente da come hai scritto
" ???

Sei magica! Leggi nel pensiero!!!
Ma ti rendi conto l'assurdità di ciò che scrivi?

Affermi che io scrivo cose diverse da come penso?
Cioè mi stai dicendo che sto mentendo?
Guarda è grave quello che scrivi, non pe me, ma per te perché può solo dire due cose:
o ci fai
o ci sei.

Se ci fai, cioè mescoli, travisi, mistifichi le parole altrui a tuo piacimento, devi stare mooolto attenta perché: " verba volant, scripta manent". Ovvero, le tracce, le prove sono altre e dunque a me non metti in bocca pensieri falsi.
Ancora se ci fai e dici "ti ho chiesto risposte dal momento che so che la pensavi diversamente da come hai scritto"
Vuoi sapere bene cosa volevo dire, cioè vuoi che chiaramente ti dica " nudo e crudo " che può esserci dietro il mondo occulto, non c'è bisogno che lo dica, viene fuori da solo e sottintende un mondo sommerso che è perverso.
L'ho detto, ma tu che prevedi, lo avevi capito.

Se invece ci sei, sono affari tuoi, ma non avere velleità di dialogare con altrui pensieri, dialoga con i tuoi.
E qui chiudo.
Ma capisci quello che scrivi?

.

non mi piace per nulla riffianarmi . te l'ho chiesto nudo e crudo. infatti come detto immaginavo le tue risposte . mi pare che nel blog uno scrive e l'altro conferma o ribatte .
anche se non hai fatto nomi si capisce il tui pensiero .
volevo sapere cosa era venuto fuori per cambiare opinione .
ma tientela pure , io se trovo discordanze le scrivo ,ok? .


28 agosto 2013 16:53:00 CEST

Anonimo magica ha detto...
basta rileggere il post delle 10,38.
si capisce . e la scrivo e la ridico il blog . funziona cosi' .
puoi riprendere il post e spiegare punto per punto . in caso qualcuno le sia sfuggito qualcosa che dovrebbe sapere . puo' sempre esserci qualcosa di nuovo

28 agosto 2013 17:03:00 CEST

Vanna ha detto...

Vito buongiorno!
Scusa se ho tardato a rispondere riguardo le tracce di Sarah ritrovate sul cofano della macchina di Michele.
Sono andata in rete a leggere, perché era una cosa che non ricordavo bene.
Sì le tracce sono state trovate e stanno agli atti e dimostrano che quel corpo lì c'è stato, ma non ci dicono che lo ha ucciso Michele.
Michele lo ha portato quel corpo dove è stato ritrovato.
Da dove provenisse il corpo, dove è stato ucciso, chi lo ha ucciso quella traccia non lo dice.
Si può fare un'addizione:
Sarah stava andando da loro
+
tracce sulla macchina
=
delitto familiare.
Chi ha materialmente ucciso?
Non si sa.
Chi ha moralmente ucciso?
Tutti, perché c'è stata reciproca complicità.
Questa è la prima impressione che mi suscita il fatto, poi addizionando tutti i dati emersi, si possono scrivere altre sceneggiature.
Saluti cari anche a tua moglie.

Anonimo ha detto...

@ Chiara
A maggior riscontro ti indico un lunghissimo documento del consiglio superiore della magistratura che esprime il medesimo concetto in termini giuridici.
http://w3.uniroma1.it/iissrcm/news/CSM%20La%20motivazione%20nella%20Sentenza%20penale.%20Decidere,%20scrivere,%20argomentare%20e%20CNV.pdf
e dove tra l’altro è detto
“Iacoviello (2001) partendo dalla premessa che qualifica la sentenza come una decisione presa a seguito di un giudizio motivato, così osserva puntualmente6: “vista come attività, la sentenza si articola in un’attività di argomentazione e in un’attività di decisione. Vista come documento, essa è un atto a struttura complessa (dispositivo e motivazione) e a formazione contestuale (art. 544 comma 1) o successiva (art. 544, commi 2 e 3). Dunque, la motivazione non è un atto processuale, ma un frammento di un atto processuale. Mentre il dispositivo ha un’autonomia funzionale e produce effetti autonomi, seppure interinali, la motivazione è puramente accessoria al dispositivo.”
Insomma Chiara la motivazione è soltanto una stesura per dirla brutalmente di quanto è già stato processato (tutti i dati già precedentemente analizzati). E quanti mesi occorrono per stendere qualcosa che oggi con l’ausilio dell’elaboratore (taglia e incolla) richiede solo pochi secondi? E come può un giudice sentenziare se non esiste già lo scartafaccio (il dispositivo) semplicemente da stendere in una prosa concisa e possibilmente piacevole alla lettura?
Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Se le sentenze fossero fatte con una qualche serietà (compresa la Cassazione: vedi jeans per le signore), non vi sarebbe bisogno o motivo di ricorsi. La verità è che le sentenze sono motivate con la suola delle scarpe, neppure con i piedi, e reggono solo perché sono all'ultimo grado di giudizio, non certo per logicità. Qui si è sentita nostalgia di medioevo, di quando il giudice aveva solo il re assoluto come ultimo grado di giudizio, ed agiva a suo totale arbitrio. Gran parte dei giuristi sbavano per il ritorno a questi sistemi osceni che la Rivoluzione Francese aveva spazzato via, ma che sussistono ancora nei Paesi di cultura (?) anglosassone.

Non vi sarà speranza nell'Ordinamento giudiziario finché mentalità e metodologie risalenti al feudalesimo e all'assolutismo non verranno spazzate via, superando la "sentenza" come qualcosa di divino e di inappellabile, ma come qualcosa che sia il migliore risultato possibile, scientificamente fondato, di menti umane, non infallibili ma oneste e razionali.

PINO ha detto...

@ Riportato da Enrico con post del 28/8, alle ore 14,20

“Sarah Scazzi potrebbe essere stata uccisa nei pressi del pozzo in cui è stato ritrovato il cadavere, «vicino a contrada Mosca». Lo ha detto uno dei difensori di Sabrina Misseri, l’avv.Vito Russo, intervenendo stasera alla Vita in diretta su Rai 1. Il legale ha comunque aggiunto di avere un’“idea molto vaga» sulla circostanza, ma di non poterla escludere, maturata sulla base dell’interpretazione degli atti processuali. Sarah - ha ipotizzato – potrebbe essere stata «colpita e trasportata in luogo differente dove poi si è consumato il delitto».

Il sospetto che la morte di Sarah non sia quella ufficialmente sostenuta, era già nell’aria subito dopo i risultati autoptici eseguiti dal prof Strada, dai quali risultava che i residui gastrici contenuti nello stomaco della vittima, erano rappresentati da poco liquame leggermente colorato: nulla, quindi, che potesse testimoniare che la ragazza avesse mangiato sostanze solide (come un gordon blu) poco meno di un ora, prima di essere morta.
Dato per ACCERTATO che la colazione fu consumata, poco prima che ella uscisse di casa, non può assolutamente spiegarsi come, il completo processo digestivo possa essersi esaurito, in meno di un paio di ore, senza spostare a molto più tardi, l’ora della morte di Sarah Scazzi.
Per cui, come già accennai nel mio post inteso a ricostruire, in via teorica, la dinamica omicidiaria, l’ipotesi più verosimile potrebbe essere quella che la ragazza ERA ANCORA VIVA, senza darne segni apparenti, quando fu caricata in macchina e portata via per la sua definitiva soppressione.
Grazie Enrico, per avere rintracciato la notizia.

Mi pare molto valido ed estremamente circostanziato, il computo cronologico degli avvenimenti, susseguitesi per circa un ora, prima che Sarah uscisse di casa, compilato da Sira, che condivido pienamente.
Ciao, Pino

Vanna ha detto...

Giacomo, grazie per la tua chiarezza e precisione.

In risposta al tuo post del 28 agosto 2013 19:14:
" è troppo facile ed anche incongruo, ai fini del raggiungimento della prova per una condanna all'ergastolo, asserire sic et simpliciter che i tabulati sono falsi. Bisogna invece dimostrare la falsità di ogni singolo sms...."
E' assolutamente corretto quello che affermi.
Però personalmente non credo di aver detto che i tabulati sono falsi, non potevo dirlo, ci sono!
Semmai ricordo che ho detto e mi sembra anche Manlio, che una telefonata, uno squillo, un messaggio anche firmato non possono, da soli, costituire prova di innocenza o di colpevolezza.
Chiunque ha un telefonino di un altro in mano può usarlo e può scrivere con il nome del proprietario.
E' vero come tu dici che sarà necessario dimostrare l'eventuale non "falsità", ma ambiguità di ogni singolo sms. perché da questi potrebbe dipendere l'innocenza di Sabrina.
Molte parole, fatti, persone e oggetti dovranno essere sottoposti a verifiche di "falsità" e di ambiguità.
Il telefonino di Sarah è stato ritrovato bruciacchiato da Misseri, o sbaglio?
Quindi quel telefonino è stato in famiglia, visto che lo hanno cercato in cantina ecc. ecc.
Anche in questo caso, come la traccia nella macchina, possono dirci solo una cosa:
-Sarah stava andando da loro,
-per andarci occorreva una manciata di minuti,
-Sarah è sparita.
L'impronta sul cofano, le telefonate fatte e il telefonino ritrovato "incastrano" in parte solo Michele, in realtà incastrano tutta la famiglia perché da tutto quello che poi è uscito e che deve essere verificato o smontato, si possono narrare altre sceneggiature secondo me.
Anche i computer e i differenti profili di Sarah dovrebbero a mio parere essere portati come "prove" perché Sarah non aveva computer eppure chattava con più computer.
Ho letto in rete una intervista di un ragazzo, il nome non lo ricordo, che chattava con Sarah egli dice che a volte gli sembrava di parlare con due persone diverse.
Anche al computer su fb uno può firmarsi col nome di un altro se è amico o sbaglio?
Anche in questo blog mi sembra che a volte la stessa persona si firmi con altro nome e con altra tipologia di pensiero, benché permangano tracce di chi è nella struttura dello scritto.
Tutto è possibile, fino a prova contraria.
Saluti e stima.

Manlio Tummolo ha detto...

Sui meccanismi procedurali da adottare come decisione finale in un processo (sentenza e sua motivazione) vi sono infinite dottrine, ovviamente tutte espresse in quel gergo caricaturale che esula dalla lingua italiana, per essere un groviglio di latino medioevale maccheronico mal tradotto, in un italiano penosamente strascicato, oggi rimescolato a terminologie britanniche (tipico dei servitori adeguarsi sempre alla cultura del Trionfatore).

Ma questo non vale solo in Italia: in un testo di Diritto conparato ho letto una sentenza di Diritto privato inglese dove si dà ragione nella sostanza alle attrici (termine dal latino, per dire coloro che agiscono legalmente contro qualcuno), poi però si decide come non possano avere ciò che chiedono (si trattava di un'eredità prima negata dal padre per ragioni punitive, poi riammessa oralmente, ma non confermata, a causa di pigrizia del notaio, in forma scritta come testamento legale). Tipica logica giuridica.

L'ambizione del magistrato giudicante è quella di essere "creatore" di Diritto, una sorta di Profeta, ispirato dalla Dea Dike (la Giustizia) che gli scende sulla testa in forma di angelo armato di spada e di bilancia. Egli riceve su ispirazione la sentenza e poi ne studia le motivazioni interpretative. Una tale dottrina ha chiare origini religiose (pontefici romani, profeti ebraici, druidi gallici, sacerdoti in generale), di qui l'uniforme, gli atteggiamenti, l'aureola sacrale, e quanto di vecchiume, di marciume e di putridume si sente attorno a tutto questo. Altro che scienza, altro che "falsificazioni" (confutazioni) peirciane o popperiane, altro che razionalità! Molta pompa formale nel mezzo di miseria sostanziale. Eppure, a tutto questo noi siamo costretti a delegare il procedimento giudiziario, per cui o si parte da basi completamente nuove, o non dobbiamo meravigliarci affatto dei risultati eternamente discutibili e discussi nei vari processi, che non sono solo penali, ma anche civili ed amministrativi. Occorre quindi partire dalla formazione nelle arcaiche Facoltà di Giurisprudenza, azzerare gran parte, ricostruire il tutto sulla base di una Filosofia del Diritto e di una Storia del Diritto che selezionino e purifichino il cumulo di cialtronerie, in un procedimento che uomini come Leibniz e Vico avevano indicato ancora nel XVII secolo, e che non è di fatto neppure in vista della lontana conclusione.

Siamo ancora al punto in cui non si vuol capire che o il Diritto si fonda sulla Ragione e sulla Scienza in quanto ricerca, selezione e conclusione positiva su fenomeni umani (non su fedi religiose, non su tradizioni arcaiche, non sulla Forza bruta), oppure non avremo mai motivo alcuno di soddisfazione nelle conclusioni processuali, non solo per l'imputato eventualmente condannato (il che potrebbe sembrare "comprensibile"), ma neppure per le parti civili eventualmente vittoriose.

Marco ha detto...

@Vanna
Hai per caso un link a portata di mano che accerti la presenza di tracce nel bagagliaio dell'auto? Le notizie che ho trovato io sono tutte risalenti alla prima fase della indagini preliminari e usavano il condizionale. Insomma, non ho ancora ben chiaro se questo fatto è stato poi accertato definitivamente e usato come prova nel dibattimento.

Giacomo ha detto...

Sira 29 agosto 2013 1:02
Sarah alle 13,00 non ha ricevuto nessun sms da Sabrina. Questo è sicuro al cento per cento. L'sms di Sabrina è arrivato alle 14,25 seguito da un sollecito alle 14,28.
Ma poi, trovi logico che Sarah che ha avuto un'ora e mezza di tempo per mangiare il cordon bleu, cioè dalle 13, ora di ritorno dalla spesa con il padre, alle 14,25 invece di uscire subito dopo aver ricevuto il PERENTORIO ED ATTESO sms da parte di Sabrina, , si metta a mangiare?
In realtà Sarah, SEPPURE mangiò il cordon bleu, lo mangiò appena tornata dalla spesa, verso le 13,00. Poi si ritirò in camera sua dove si preparò con calma, mettendosi il costume, da cui uscì solo per recuperare il telo da mare nello scantinato, dopo la ricezione del primo sms di Sabrina alle 14,25. Poi risalì, salutò tutti ed uscì. La madre era impegnata ai fornelli e non notò com'era vestita. Erano le 14,28.
E' bene ricordare che Sabrina fu arrestata il 15 ottobre 2010, sull'ipotesi che Sarah fosse uscita di casa DOPO le 14,25.
Solo TRE mesi dopo che Sabrina era stata ingabbiata e che ormai per tutti, grazie al linciaggio mediatico, era diventata una sicura e spietata assassina, gl'inquirenti, accortisi che l'orario di uscita di Sarah intorno alle 14,30 come da loro accertato conduceva all'innocenza incontrovertibile di Sabrina, si diedero da fare per indurre genitori e badante a forzare "ricordi" (o suggestioni?) diverse. E così fecero coi fidanzati. E così con il Petarra.
Insomma l'arretramento dell'orario di uscita di Sarah fu un'operazione decisa a tavolino per incastrare Sabrina, e dare così un calcio ai tabulati che l'assolvevano e tuttora l'assolvono al di là di ogni ragionevole dubbio.

Ma si dà il caso che QUESTI TABULATI SONO INCISI NELLA ROCCIA e che dare loro un calcio, più che invalidare i tabulati, può provocare fratture agli arti di chi li prende a calci.

Saluti a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Vanna ha detto...

Ciao Sira!
In risposta al tuo post del
29 agosto 2013 01:02:00

Grazie, anche io penso lo stesso di te.

La ricostruzione temporale che fai è interessante, apre agli spiragli Infatti c'è qualcosa che non quadra.
Per me era uscita prima e sono due le possibilità:
1a- è arrivata a casa Misseri prima delle telefonate e squilli con Sabrina e si apre lo scenario che ha portato alla condanna;
2a ha incontrato qualcuno ed è salita in macchina non arrivando a casa Misseri.
Riporti la ricostruzione fatta da Concetta, aiutata dalla badante, degli ultimi momenti di Sarah prima di uscire.

"…..aveva mangiato velocemente senza neppure sedersi; era entrata nella sua stanza; era uscita (cambiata d’abiti e con lo zainetto in spalla); aveva domandato dove fossero gli asciugamani e, avendo appreso che si trovavano giù in cantina, era scesa, vi era rimasta circa 5 minuti, era risalita in casa (dallo zainetto, non perfettamente chiuso, si intravedeva proprio un asciugamano: cfr. s.i.t. del 17.9.2010 rese da Pantir Maria Ecaterina, collaboratrice domestica della famiglia Scazzi); ed era quindi andata via dicendo che si sarebbe recata da Sabrina."

Quei 5 minuti del ricordo di Concetta,nel tuo elenco,diventano 2minuti e può starci.
Mi chiedo: nella cantina c'è anche la lavanderia?
Perché in genere la biancheria sta negli armadi.
Ipotizzo: potrebbe Sarah aver tel a qualcuno in cantina?
Aveva ben 3 telefonini, sono stati controllati tutti e tre ?
Quante schede aveva?
Concludi
" ...Qualcosa non mi quadra, e considera che il cordon blue fa la sua comparsa ancora prima delle probabili influenze della Procura sulla Scazzi."
Condivido in pieno, non si è poi
trovata traccia di nulla nello
stomaco, forse è morta dopo o vomitò, l'ho letto in rete.
Riguardo gli altri dati su S. Pancrazio e Ivano Russo, li avevo letti. Secondo me devono rivedere molte cose gli inquirenti.
Saluti cari




Tu metti 5 minuti in cantina

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buon giorno a tutti cari amici.X Marco,si,il fatto è stato accertato dai RIS,Sarah è stata trasportata con la macchina di Michele Misseri e messa nel bagagliaio della seat marbella. Tutto e stato dibattuto in aula,altrimenti come poteva affermare il P.M. Buccoliero che Sarah è stata uccisa in casa da moglie e figlia e che poi a Michele consegnano il corpo per andare ad occultarlo? I signori della corte rappresentati da qui due genii,Trunfio e Misserini hanno abboccato alla versione esposta in aula riguardo al sogno del fioraio,il seguito credo che tu lo sappia. Ciao caro Marco.

Vanna ha detto...

A Pino ed Enrico, buongiorno carissimi!

In riferimento ai post del 28/8, delle 14,20 e del
29 agosto 2013 09:50 che parlano
delle ultime novità sulla morte di Sarah che potrebbe essere avvenuta
vicino dove è stata ritrovata.
Tale ipotesi fu sussurrata anche nelle diverse trasmissioni televisive e mai veramente presa in considerazione.
Se l'avvocato della maggiore indiziata cominci sottovoce timidamente a dirlo fa pensare.
Pino è vero come dici che:
"...Il sospetto che la morte di Sarah non sia quella ufficialmente sostenuta, era già nell’aria subito dopo i risultati autoptici eseguiti dal prof Strada, dai quali risultava che i residui gastrici contenuti nello stomaco della vittima,ecc. ecc."
Non c'era traccia di un gordon blu. "...l’ipotesi più verosimile potrebbe essere quella che la ragazza ERA ANCORA VIVA, senza darne segni apparenti, quando fu caricata in macchina e portata via per la sua definitiva soppressione...."
Pino, penso anche io che la ragazzina fosse ancora viva e chissà cosa altro avrà subito per metterla poi al macero..
C'è un'altra cosa che mi inquieta e mi fa supporre che fosse ancora viva è quella che ho trovato, sempre in rete nei primi giorni dopo il ritrovamento.
Sarah nell'acqua era in posizione fetale e quella posizione a meno che non fosse legata, non si assume dopo morta ma da viva.
E non era legata era nuda ranicchiata.
Come ho letto così riporto, non ho competenze in merito.




Vanna ha detto...

Ciao Marco, quella notizia sulle tracce nel cofano risale al novembre del 2010, non ne ho trovate più recenti.

ENRICO ha detto...

@ Pino

che Sarah potesse essere ANCORA VIVA e che la morte sopraggiunse più tardi , forse nelle vicinanze del pozzo, è una ipotesi proposta più volte in questo forum ( in parte anche suffragata da un accenno colto durante un’intercettazione fra MM e la nipote “«Sai dov’è che abbiamo sbagliato? Quando è successo il fatto avremmo chiamato i carabinieri … il pronto soccorso… e allora era successo un incidente, una roba del genere. Invece noi abbiamo fatto i furbacchioni… i furbacchioni e mo vedi come ti trovi. Perché la condanna come la prendo io… la prende pure lei») ma che SEMBREREBBE nessuno abbia mai preso in considerazione soprattutto gli inquirenti e ii collegio difensivo, fatta eccezione la solitaria dichiarazione dell’avv. Russo mai più riconfermata .
Almeno da quello che se ne sa

Anonimo ha detto...

GIACOMO
Quegli msm e tel. riportate dai tabulati che ritieni scalfiti sulla roccia non fanno male a nessuno, perchè inesistenti giuridicamente, sul piano testimoniale, e Tummolo te lo ha spiegato chiaramente.
Ma tu continui a proporli ancora.
Non vedi che, come non sono stati considerati dai giudici ed i difensori, non sono considerati da quelli a cui li offri come pezzi di torta?

ENRICO ha detto...

@ Giacomo

Ho notato che ti preoccupi moltissimo di dimostrare l’innocenza di Sabrina , mentre quello che dovrebbe preoccuparti di più è la colpevolezza di Michele perche, se e quando un domani dovesse essere attribuita unicamente a lui la responsabilità del delitto, DIFFICILMENTE le due donne, figlia e moglie, ne uscirebbero innocenti : come minimo sarebbero accusate - se non di complicità - di aver ostacolato il corso delle indagini

E questo non potrebbe considerarsi un “lieto fine”

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Vanna buon giorno.Non c'è nulla di cui scusarti stai tranquilla,mica me la prendo se non rispondi ci mancherebbe.Io cerco di mettere all'attenzione di tutti quello che leggo dai verbali e dalle tante dichiarazioni rese sia nell'immediatezza dell'accaduto e anche dopo diverso tempo.Lascio a tutti decidere liberamente su come interpretare determinati fatti o dichiarazioni varie,liberi di esporre le proprie teorie,che se poi uno ne trova una migliore non è detto che debba scartare la prima.Se un dato della teoria risulta falso io non butto via tutta la teoria; mi trovo magari di fronte ad un problema a cui forse posso dare una soluzione e non necessariamente di fronte ad una teoria tutta sballata. Kuhn dirà esattamente questo: non esiste che butto via un’intera teoria solo perché un dato non funziona perché falsificato. Solitamente si sviluppa una ipotesi ad hoc. In certi casi addirittura non si riesce nemmeno a trovare una ipotesi ad hoc per risolvere una parte della teoria e certo non si butta via l’intera teoria, si lavora perché si trovi. Meglio avere una teoria barcollante che non averne. "Le teorie sono certamente utilissime, perché sono stimolanti e servono per impostare una ricerca. Ma senza verifiche sperimentali restano quello che sono: cioè solo delle ipotesi. Io non ho la certezza che ad uccidere Sarah sia stato Michele,posso supporlo,anche avendo analizzato certi suoi spostamenti subito dopo la sparizione della nipote,e dalla sua assenza dalla scena del crimine per oltre un'ora.Leggo e rileggo con attenzione verbali e quant'altro ho a disposizione,comprese le interviste.Tutto ha un suo significato,anche il più piccolo dettaglio può essere utile.Di certo non mi faccio prendere per i fondelli dalla Pisanò per il sogno del fioraio è trasformato in realtà,dal Petarra,o da chi abbia indotto Michele a mentire e dare le tante versioni con storielle del cavalluccio, o conventi e orticelli da coltivare.In tanti son voluti salire sul palco per recitare la propria parte,beh, credo che in pochi alla fine riceveranno i giusti applausi.Buona giornata e grazie per gli auguri a mia moglie,ne ha tanto bisogno visto l'aggravarsi della situazione,speriamo in Dio.Complimenti sia a te che a Chiara per i commenti sull'articolo di Gilberto,che avendomi deriso sulla storiella del cofano o bagagliaio,per punizione non mangerà "guanciale" per almeno un anno,cosi impara,ok voglio scherzare un po altrimenti mi rattristo pensando a mia moglie che sta tanto male,grazie di cuore a tutti per ricordarla,vi abbraccio.

Chiara ha detto...

Gilberto
come sempre, tra il dire e il fare ecc.
mi parli di "copia e incolla" ma trascuri il fatto che in genere NESSUN documento processuale è presentato al Giudice su supporto informatico bensì cartaceo.
Al termine del dibattimento il Giudice ha tra le mani un fascicolo processuale, spesso composto di vari faldoni, contenente
- gli atti preprocessuali acquisiti su accordo della parti: verbali di sit, annotazioni di pg, perizie; tutti in cartaceo, con note a margine da lui redatte a penna nel corso della lettura così da fermare subito su carta le riflessioni che un dato contenuto gli ha suscitato e l'eventuale collegamento con altri atti di cui dovrà tenere conto e che magari si formerà solo in seguito (ad esempio, sit della Cerra già pronte, da confrontare con le deposizioni che verranno rese in aula dagli altri testi sulle medesime circostanze; altro esempio, con riguardo alle perizie egli si sarà annotato alcune cose a margine dell'elaborato e andrà a riprendere la trascrizione della deposizione in aula del perito e con quella integrerà il testo della perizia scritta già agli atti)
- gli atti formatisi in aula: esami testimoniali ed eccezioni delle parti; essi vengono trasposti in testo scritto in seguito allo sbobinamento e trascrizione delle registrazioni d'udienza e generalmente non sono disponibili un'udienza per l'altra a meno che non passino diverse settimane; durante le udienze egli ha preso appunti (lo avrete notato) e lo ha fatto a penna su fogli che poi inserirà nel fascicoletto contenente la trascrizione dell'udienza così da avere la traccia dei ragionamenti che fece e delle conclusioni che ricavò.
Man mano egli si scrive un brogliaccio delle informazioni che man mano incamera, mettendosi vari riferimenti ("vedi atto X", "cfr testimonianza Y" ecc).
In Camera di Consiglio egli ripercorre questo brogliaccio e man mano controlla i vari riferimenti che si è appuntato; conferma le proprie conclusioni e se queste sono di condanna, codice alla mano calcola la sanzione tenuto conto di circostanze attenuanti ed aggravanti e compila il dispositivo come prescrive il codice. Se la compilazione delle motivazioni può essere agevolmente eseguita senza ritardare l'emissione del dispositivo, egli le scrive subite e le legge contestualmente; se invece la motivazione è particolarmente articolata perchè egli dovrà trascrivere al computer parti del contenuto degli atti cartacei che ha, integrati con gli appunti di cui sopra e di eventuali massime giurisprudenziali, dando conto del perchè e percome le prove portate dall'una parte non valgano a contrastare quelle portate dall'altra (ricordate ad esempio la seconda sentenza di Cassazione che proprio questo rilevò, che il GIP non diede conto del percorso motivazionale del perchè e percome non accolse le obiezioni della difesa limitandosi a dire perché accogliesse quelle dell’accusa?), e se questa operazione non può venire esaurita nel tempo minimo indispensabile a fornire all'imputato il suo verdetto, il codice prescrive che egli intanto pubblichi il primo e si riservi un termine per pubblicare il secondo.

continua

Chiara ha detto...

segue

Tutti vi scandalizzate che un imputato prima riceva la sentenza e poi la motivazione, interpretando questa come una circostanza negativa per l'imputato, per il quale invece nulla cambia perchè in attesa della sentenza ed anche in seguito alla condanna, se egli è libero tale resta e se in misura cautelare vi rimane. Ciò che trascurate è il caso opposto: se l'imputato, magari in custodia cautelare, andasse assolto, trovereste giusto che attendesse anche solo un solo giorno, una sola ora, di più per consentire al giudice di redigere la motivazione così da emetterla contestualmente al dispositivo? Ovviamente no: la pronuncia immediata del dispositivo è misura dettata nell'interesse dell'imputato, poichè la stesura delle motivazioni è APPUNTO una operazione accessoria (il che significa che quella principale è il dispositivo!) precisazione che sta a significare come la sentenza sia un corpus unico sia pure ad eventuale formazione progressiva ma in NESSUNA MANIERA questo significa che l’estensione delle motivazioni sia una operazione banale e/o rapida e/o che si crea da sola per un automatismo magico che trasponga in scritto ciò che sta nella mente del Giudice! NELLA PRATICA funziona come ho spiegato sopra e solo parlando in termini del tutto astratti e per gratuito spirito polemico si può non comprenderlo.
Come solo parlando da un empireo di belle teorie si può non comprendere che il Giudice di un certo processo non si occupa solo di quello ma che invece, terminata una udienza e tra quella e la successiva, deve svolgere udienze, estendere provvedimenti e motivazioni e svolgere camere di consiglio di decine di altri processi! E, che ci si creda o no, anche le giornate del magistrato durano 24 ore, nelle quali vanno incastrate anche attività da comuni mortali come cucinare, mangiare, dormire, fare spese, curare la famiglia, aiutare i figli a fare i compiti, farsi un bagno o un taglio di capelli, gestire una diarrea!
Quindi concludo come ho principiato: Tra il dire e il fare ecc..
All’intelligenza e senso critico di ognuno le debite conclusioni.

ENRICO ha detto...

" per il sogno del fioraio è trasformato in realtà,

...o per la realtà trasformata in "sogno"

Anche questa potrebbe essere un' ipotesi , come lo è l'altra

Mentre mi interesserebbe conoscere la tua interpretazione dell' intercettazione di questo dialogo con la nipote avvenuto quando Michele era in carcere e dove non mi sembra vi siano oscuri suggeritori
----

"Greco: A me mi avevano detto i giornalisti che ti stavi impiccando.

Misseri: No, mi stavo avvelenando, non mi stavo impiccando.

Greco: E per che cosa, per niente?

Misseri: La Sarah chi l'ha messa nel pozzo eh...chi l'ha messa...chi tiene la colpa? Io.

Greco: Zì, ma tu che colpa ti dai fammi capire?

Misseri: La colpa, chi l'ha portato la ragazza là? Mica l'ha portata la Sabrina...

Greco: Sì, lo so però non... [...]

Misseri: Quello è occultamento di cadavere è [...] io stesso la portai mica l'ha portata la Sabrina.

Greco: Sì però la cosa più brutta secondo me è quando l'ha uccisa.

Misseri: La stessa cosa è.

Greco: Non è vero perché secondo me è più brutto quando uccidi no?

Misseri: E' la stessa cosa è [...]...sai dove abbiamo sbagliato? Quando è successo il fatto avremmo chiamato i carabinieri [...] o puramente il pronto soccorso...allora era successo un incidente o una roba del genere...

Greco:...avevate detto che magari stavano giocando... [...]

Misseri: Invece noi abbiamo fatto i furbacchioni...e i furbacchioni vanno sempre fiacchi [...] perché la condanna che prende quella la prendo pure io.

Greco: No, senti adesso che lo hai detto alla zia che è stata la Sabrina immagino che ha detto no? Non ti crede no? [...]

Misseri: Non ci crede nessuno.

Greco: Non è niente vero, perché io sono stata la prima a credere quando hai detto che non eri stato tu.

Misseri: No, nessuno di...la Valentina è crollata dopo...la Valentina ha detto:<> la Sabrina però non è che...io ci ha mucciatu (il verbo mucciare in dialetto salentino, spiegano i giudici, significa coprire/nascondere e tacere,ndr) la Sabrina, che sono andato a portare il cadavere.

ENRICO ha detto...

il mio post precedente è indirizzato a VITO

Anonimo ha detto...

Enrico

Se il file e' lo stesso, rileggi bene la pag41 della trascrizione del colloquio e vedi se non ti fa venire qualche dubbio...

Chiara ha detto...

Vanna

Il corpo non era in posizione fetale ma nella posa classica dei cadaveri che galleggiano in acqua.

Avevo già postato il link alla foto, rieccolo:
http://www.blogtaormina.it/2012/01/04/sarah-scazzi-nel-pozzo-foto-choc/82716

MAGICA ha detto...

SAREBBE INTERESSANTE VEDERE QUEL VIDEO CON L'INTERCETTAZIONE FRA MISSERI E LA NIPOTE .
PERO' SAREBBE IMPORTANTE SENTIRLO O LEGGERLO PER INTERO .
Perché UN UTENTE EBBE A DIRE CHE NELLO STYESSO VIDEO MISSERI SCAGIONA LA FIGLIA ,

Chiara ha detto...

Enrico:

Magica mi nomina con cognizione di causa: in replica al commento di Vanna ebbi a scrivere: "la tua risposta a Giacomo mi lascia francamente perplessa" ed ero perplessa non tanto per il contenuto (che ricalcava le osservazioni di coloro che ritengono sabrina colpevole e quindi l'avevo già sentito) quanto per il fatto che fosse lei a riproporlo; anche io fino a quel momento avevo capito (evidentemente male) che Vanna non revocasse in dubbio la genuinità dei movimenti telefonici di Sabrina, ritenendola estranea al delitto, da ricondurre a tutt'altre persone ed ambienti.
Comprendo quindi perchè Magica abbia tratto la conclusione che quello di Vanna fosse un cambio di direzione che, non essendo annunciato o inquadrato in una premessa di qualche tipo, risultava stridente coi precedenti.
In definitiva, ci siamo sbagliate in due. E senza pretesa che questo abbia un significato univoco, comunque dà atto del fatto che un commento siffatto fosse inaspettato da parte di Vanna.

Vanna ha detto...

Chiara, ho visto l'immagine, l'ho ingrandita ma la testa non la vedo.
E' terribile!

Anonimo ha detto...

@ Chiara
Dal tuo resoconto circa la complessità nel motivare una sentenza penso che se tutti gli operatori del settore dimostrassero quella responsabilità e quello scrupolo nella sequenza operativa dei loro elaborati (come tu dimostri di possedere puntualizzando con passione tutti i rischi e le difficoltà connesse con il giudizio e la sua rappresentazione documentale) allora
la giustizia potrebbe davvero fare molti passi in avanti.
Gilberto

magica ha detto...

beh ,
deo dire che ci sono persone che non ci stanno ai compromessi .
se la devono dire la dicono .
invece a volte ( enon faccio nomi) mentono sapendo di mentire .

ENRICO ha detto...

@ anonimo 15:05

Leggendo tutti i colloqui intercettati compresi quelli con Valentina e con Cosima , di dubbi su chi abbia provocato la morte di Sarah ne possono sorgere moltissimi ed in ogni direzione Tuttavia dai dialoghi e dai video emerge piuttosto chiaramente come Sabrina e Cosima NON FOSSERO ALL'OSCURO della tragedia ma al contrario, nonostante SAPESSERO fin da subito quello che era successo , per ben 42 giorni hanno sostenuto la versione della "scomparsa" della ragazza ipotizzando un rapimento da parte di malintenzionati

Per questo penso che la loro totale estraneità ai fatti - SE SI DOVESSE GIUNGERE ALL'INCRIMINAZIONE DI MICHELE QUALE AUTORE MATERIALE DEL DELITTO - sarà assai difficile da dimostrare da parte della difesa. Anche se questa si chiama Coppi

Anonimo ha detto...

Enrico

Libero di pensarlo ma non capisco da dove venga questa tua certezza. I colloqui con Valentina e con Cosima a me non danno proprio questo convincimento. E' il colloquio con la Greco che trovo molto interessante per quello che dice Misseri, sapendo di essere intercettato, e quello che dice la nipote. Chissa' quali e quante altre visite ha ricevuto Misseri in carcere delle quali non siamo stati messi a conoscenza perche' non utili alla Procura.

Chiara ha detto...

Vanna

gli operatori hanno spiegato che la testa non si vede perchè è reclinata sul petto (con l'apice craniale spinto contro la parete) in quanto il corpo è più lungo del diametro del pozzo.

Questa posizione è proprio quella in virtù della quale è insorto il contrasto tra Strada e il perito di parte, il quale sostiene che il solco biancastro sul collo di Sarah (compatibile anche con un segno da impiccagione ecc. come ricordi) può anche essere semplicemente il frutto del differente processo di macerazione subito dall'epidermide in virtù della "plica cutanea" che viene a formarsi sul collo, all'attaccatura del cranio, in quella posizione reclinata: detta in parole povere, quella parte di pelle tra il mento e l'apice del collo non è rimasta in contatto diretto con l'acqua del pozzo ma ivi l'acqua si è infiltrata ed ha ristagnato, producendo un risultato macerativo differente dalle parti direttamente esposte al liquido; da qui la particolare fascia biancastra.

Anonimo ha detto...

@ Enrico
Se analizzi bene il dialogo che hai postato tra Greco e Michele
e in particolare le frasi indirette:
"Quello è occultamento di cadavere è..."
"Quando è successo il fatto avremmo chiamato i carabinieri [...] o puramente il pronto soccorso...allora era successo un incidente o una roba del genere... "

Le formule appaiono sempre connotate da una specie di autoconvincimento, da una sottolineatura per persuadere se stesso più che gli altri che quella è la corretta ricostruzione. Quel dialogo dimostra proprio come Michele non ricordi un bel niente.
Gilberto

Chiara ha detto...

Enrico 16:16

concordo, ma da un punto di vista strettamente giuridico (non certo etico o morale) il risultato è comunque favorevole alle imputate, in quanto non imputabili del reato di "favoreggiamento personale" in virtù del rapporto di parentela con il colpevole.

la causa di non punibilità non opererebbe invece per i reati di "intralcio alla giustizia" o di "induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci", ma essi richiedono che il reato sia compiuto con violenza o minaccia oppure con promessa o dazione di denaro o altra utilità; non mi risulta che ciò sia accaduto. Tentare d'indurre a non testimoniare o testimoniare il falso senza questi elementi non è penalmente perseguibile.

Vanna ha detto...

Chiara:
un conto è avere le proprie idee sulla estraneità o meno di certe persone ai fatti e considerare la possibilità dell' intervento di terzi nei fatti in questione.
E un conto è rispondere e dare un parere ad un elenco di dati telefonici sui quali si può ragionare al di là delle proprie idee di colpevolezza o di innocenza.
Giacomo, se non ricordo male, chiedeva un parere sulle telefonate, Vito lo chiedeva sulle tracce del cofano.
Ho risposto in riferimento a questi dati e non mi sono contraddetta, anzi ho ribadito quello che ho detto tempo fa:

e cioè che dire chi è colpevole perché si è autoaccusato, perché c'è l'impronta,
e dire chi è innocente sui tabulati è tutto da dimostrare.
Perché partendo da questi dati e basta non si va lontano!
Anzi, aggrava la posizione in blocco della famiglia tutta,
Dice solo che la famiglia può essere implicata in qualcosa che non dice, ma non essere materialmente assassina.
E dunque si affermava che tutto il nostro chiacchierare per trovare una causa terza all'omicidio era un evidente aiuto a scagionare chi sta dentro: le nostre ipotesi, i nostri tracciati partivano da questo.
Avevano un percorso, avevano una logica, avevano un metodo, soprattutto avevamo l'onestà di chiederci dei perché e di non accusare o scagionare a priori chi era esposto.
I nomi che si pretendeva invece che noi dovessimo dare, li deve dare chi di dovere, non noi.
Noi, abbiamo dato i nostri dubbi, le nostre attenzioni, le nostre competenze come potevamo.
Mi sto leggendo molto su questo fatto e, di nomi, di tracce, di indagati, di sozzure ce ne sono e tante, sono state dibattute pubblicamente, io non le ho nominate, ma certo non sono leggere e vanno proprio a colpire chi difendete alla grande!
Al contrario,Pino, Manlio, Enrico, Gilberto ed io, abbiamo sempre sostenuto che tabulati telefonici possono aiutare, ma non possono essere oggetto di innocenza o colpevolezza.
In questo c'è stata sempre molta coerenza, molta correttezza,
e onestà intellettuale.
Ogni volta che si risponde smontando dei dati deboli e visibili da tutti (Sira ha evidenziato gli ultimi minuti di Sarah, secondo una certa riflessione che non quadra con l'elenco delle telefonate).
E' la stessa cosa che ho detto io a Giacomo.

Tu riporti:

"...ed ero perplessa non tanto per il contenuto (che ricalcava le osservazioni di coloro che ritengono Sabrina colpevole e quindi l'avevo già sentito) quanto per il fatto che fosse lei a riproporlo;..."

Ma io non ricalcavo le posizioni
dei colpevolisti verso le donne o Misseri, io ho detto in tutte le salse che i colpevoli sono terzi "ignoti".
Ultimamente si è virato il timone verso dati più " sicuri " i nomi della storia.
Non ho dato giudizi di sorta,

Continui:

"anche io fino a quel momento avevo capito (evidentemente male) che Vanna non revocasse in dubbio la genuinità dei movimenti telefonici di Sabrina, ritenendola estranea al delitto, da ricondurre a tutt'altre persone ed ambienti". Ed è così.
Comunque questo che sto chiarendo l'ho già detto più volte insieme con gli altri e non capisco perché un modo così chiaro e limpido di dirlo e di scriverlo non si voglia capire, ma s'appiccia il fòco ogni volta che si smontano con criterio certe fragili prove!
Ma soprattutto quello che è deprimente è che si fa finta di non capire per mescolare le carte.
Io so giocare solo a tombola!
Comunque se c'è da fare un bell'elenco delle sporcizie di alcune persone, di messaggini pepati e di monete sonanti...nella vetrina della rete è offerto il processo che ricalca altri processi. Tutto il mondo è paese
E io e gli altri siamo stati molto corretti a non cadere così in basso, ma volendo si potrebbe provare.
Manlio, cosa dice la Buon Costume, che tu sappia è attiva ancora, oppure dopo i festini di Berlusca si è modernizzata pure lei?

ENRICO ha detto...

@anonimo 16:29:

(non si potrebbe sapere con chi sto interloquendo, vero ? Comunque non importa : è irrilevante)

Non ho espresso "certezze" Ho scritto che "emerge PIUTTOSTO chiaramente" che le donne Misseri fossero a conoscenza del tragico evento

Questa almeno è la sensazione da me ricavata leggendo le trascrizioni agli atti e vedendo gli spezzoni di video

Se poi hanno occultato prove, cancellato intercettazioni, manipolato testimoni , questo nè tu nè io abbiamo modo di saperlo nè di provarlo.

Solo la Difesa ha i mezzi per farlo, ma con la linea difensiva adottata sinora non mi sembra abbia ottenuto un gran risultato.

Mi spiace dovermi ripetere perchè non intendo annoiarvi, ma l'estraneità delle donne PASSA solo ammettendo l'estraneità del crimine da parte di Michele

ENRICO ha detto...

@ Chiara

infatti io non ho mai parlato di "favoreggiamento personale" ma sempre di "intralcio alle indagini"

Vanna ha detto...

Enrico e tu credi che verrà compreso quello che dici?
Certo che sì, ma darà così fastidio che si farà finta di non capirlo e si dirà qualcosa che tu non hai detto.
Comunque, se i tre dovessero essere rimessi in libertà, come penso visto il calibro di avvocati, saranno problemi per Michele. Potrà vivere in quella casa? Penso a Dioniso: la forza del femminile è terribile!
Scherzi a parte, buon pomeriggio.

Chiara ha detto...

Enrico:

"intralcio alle indagini" non esiste. ma avendo capito a cosa ti riferivi ho appunto parlato dei reati di "intralcio alla giustizia" o di "induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci", dicendo che "essi richiedono che il reato sia compiuto con violenza o minaccia oppure con promessa o dazione di denaro o altra utilità; non mi risulta che ciò sia accaduto". A te risulta che abbiano corrotto, minacciato o usato violenza?

ENRICO ha detto...

@ Vanna

se Dioniso scatena le Baccanti , povero Penteo !

Chiara ha detto...

Vanna 16:49

il tuo intervento conteneva frasi come "perché avvisare Sarah? C'è qualcosa che non torna" e "Questa teoria di dati che riporti la vedo costruita, non è sincera" che è duretta da conciliare con la estraneità di Sabrina al delitto (che fino a quel momento PAREVA essere nelle tue corde) no?

Allora, più propriamente, parrebbe che la tua ipotesi di "altro tempo altro luogo altre persone altro movente" NON ESCLUDA di comprendere COMUNQUE un coinvolgimento di Sabrina (che sarebbe una delle persone coinvolte nel sequestro e uccisione); mi pare evidente altrimenti perchè avrebbe dovuto artefare quello scambio di sms?

Questa è una ipotesi proponibile, non dico di no. Dico solo che, se ho visto giusto che questo intendevi dire, è stato necessario un passaggio ulteriore da parte mia per combinare lo scetticismo verso Sabrina con la teoria dei terzi e che quindi, di primo acchito, è ragionevole che esse siano apparse in contrasto tra loro.

Anonimo ha detto...

@ Chiara
E' appena stata depositata la motivazione della sentenza relativa a Berlusconi, ampiamente nei tempi prescritti. Un caso tutt'altro che semplice credo. A dimostrazione che la stesura, una volta svolto il lavoro in itinere, non richiede tempi biblici.
Gilberto

Anonimo ha detto...

Vanna scrive “Semmai ricordo che ho detto e mi sembra anche Manlio, che una telefonata, uno squillo, un messaggio anche firmato non possono, da soli, costituire prova di innocenza o di colpevolezza.”.

Sono d’accordo, cosi come credo che non si possa fare affidamento completamente ai ricordi delle persone circa gli orari o i tempi trascorsi per una determinata azione. La percezione dello scorrere del tempo è soggettiva e dipende da diversi fattori, quindi quei 5 minuti in cantina ad esempio, a meno che la mamma non avesse guardato l’orologio di proposito, potrebbero essere 2 come 8, come 12 ecc.
Però proprio per questo volevo capire un passaggio che non mi è chiaro: la madre sostiene o no di essere stata avvertita dalla figlia del messaggio di Sabrina? Se cosi fosse è logico pensare che alle 14:25 Sarah è in casa, come è logico credere che dopo soli due minuti nessuno possa avere in mano il suo cellulare per fare lo squillo a Sabrina, ma che sia lei stessa a farlo. Da quella affermazione si può continuare a ragionare sugli spostamenti ed orari, ma serve almeno un punto certo da cui partire.
All’anonimo che risponde ad Enrico: gentilmente puoi dirmi di quale file si tratta? Sarei interessata anche io a capire meglio quel passaggio.Grazie
Kiba

Anonimo ha detto...

http://www.lavocedimanduria.it/wp/download/54516/

Chiara ha detto...

Gilberto

su adesso non cominciamo una cosa infinita con 'sta cosa delle motivazioni: quella è una sentenza di Cassazione e non deve ripercorrere il processo e fare tutto quel lavoro che ho detto prima.
Deve dire se le censure di legittimità sollevate dall'imputato sono o meno fondate.

Solitamente il ricorso si articola in una manciata di censure, di cui molte interdipendenti così che risoltane una le altre "ne restano assorbite".

Nel caso specifico le censure principali riguardavano l'una la parte motivazionale sull'inquadramento della fattispecie ("il fatto cosi' come prospettato in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva non e' reato") e l'altra quella sulla determinazione della misura della pena e della sanzione accessoria.

Quindi il giudizio di Cassazione - non entrando nel merito per dire come quel fatto sia emerso nel processo, quali questioni richiede siano trattate, quali siano le rispettive posizioni ecc. - si limita a dichiarare se le relative motivazioni (che hanno statuito il perchè e percome quello sia reato e perchè e percome le sanzioni siano congrue) siano "esenti da vizi logici o giuridici".

E' tutta un'altra parrocchia.

Chiara ha detto...

p.s. a margine aggiungo, poichè anche di questo ho parlato, che i giudizi di Cassazione si risolvono sugli scritti delle parti e prevedono in genere una sola udienza in cui li si espone oralmente. Quindi i magistrati di Cassazione non passano le mattinate e i pomeriggi a condurre istruttorie dibattimentali; è tutto un altro lavoro.

PINO ha detto...

@ VANNA
Che alcuni capiscano o no quello che si dice, e se "quel che si dice" possa provocare scottature o convulsioni, io ne ne stropiccio (per non usare un termine diverso).
Dico apertamente quello che penso, ricavato dagli stessi riscontri che si vorrebbero inutilmente travisare.
Il colloquio intercettato in carcere tra MM e la nipote, riportato da Enrico, NON SI PRESTA a forzate e proditorie interpretazioni.
Il significato delle frasi dette è perentorio.
Per non ripeterlo, ne riporto solo l'ultimo periodo:

""Misseri: E' la stessa cosa è [...]...sai dove abbiamo sbagliato? Quando è successo il fatto avremmo chiamato i carabinieri [...] o puramente il pronto soccorso...allora era successo un incidente o una roba del genere...

Greco:...avevate detto che magari stavano giocando... [...]

Misseri: Invece noi abbiamo fatto i furbacchioni...e i furbacchioni vanno sempre fiacchi [...] perché la condanna che prende quella la prendo pure io.""

Cosa avrebbero potuto dire più chiaramente, per stabilire che si parlava della morte "colposa" di Sarah, di chi l'aveva provocata e della pena alla quale andavano incontro gli autori, paventata dallo stesso MM?
Negare, o tergiversare sul significato delle frasi scambiate fra zio e nipote, sarebbe solo una enorme assurdità
Pino








Manlio Tummolo ha detto...

Chiariamo una cosa fondamentale: nessuno può negare che, per stilare le motivazioni di un caso complesso, occorra molto tempo, ad esempio un anno. In tal caso, il giudice può dire: "Mi occorre un anno per stilare le motivazioni, in quanto ho anche altri processi, altre sentenze, altre motivazioni. Non ho un solo processo su cui lavorare". Fin qui non ci piove: ciò su cui piove, e a dirotto, è il fatto di dare una scadenza, poi un'altra, poi un'altra ancora. Allora vuol dire che l'estensore materiale di tali motivazioni non sa nulla di ciò che deve fare. Si può sgarrare di uno, due, tre giorni, non di mesi.

Quanto al lavoro materiale, nessuno scrive più a penna o con le vecchie macchine dattilografiche. Si scrive su computers e si stampa con stampanti elettroniche, penso anche nella più sgangherata sede di giudice di pace, che si possa trovare in Italia.

Il problema è semmai che qualche volta i sistemi informatici dei Tribunali vanno in "tilt", vuoi per ragioni tecniche, vuoi per qualche virus o per eventuali, possibili, azioni di hackers, ma vengono sistemati nel giro di pochi giorni.
Dai tempi di "tangentopoli", inizio anni '90, nessun magistrato lavora più senza computer. Ricordo con quanta ammiurazione popolare si apprezzava Di Pietro che lo usava in aula.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Enrico dare una giusta interpretazione del dialogo tra la nipote e lo zio non è cosa facile,tu ne hai riportato una parte,ed allora sono andato a rileggermi il tutto.Dialogo avvenuto subito dopo le sue dichiarazioni agli inquirenti per l'incidente probatorio(non davanti al giudice ).La nipote chiede spiegazioni,e lui gli risponde cercando di dire e non dire,e sempre con risposte un po confuse e approssimative,perché già aveva dato la sua versione,e con domande suggestive il 5 novembre.La nipote è convinta della sua non colpevolezza riguardo al delitto ma,solo per l'occultamento.Lui non voleva ricevere la sua visita,per i non buoni rapporti tra famiglie,infatti non va a fare visita alla zia per avere dei chiarimenti su come erano andate le cose ma,a suo zio,per il semplice fatto che suo zio era buono e che non aveva fatto del male mai a nessuno.Nel dialogo si parla già di "incidente" e di conventi con relativo coinvolgimento della figlia,cercando sempre di mantenersi sul vago e mai dare risposte affermative. Tradendosi qualcosa la dice,poi si trattiene non sapendo se dirle certe cose o non dirle,anche perché sapeva che, dopo qualche settimana quello che aveva dichiarato agli inquirenti doveva confermarlo davanti al giudice per il vero incidente probatorio e rispondere agli avvocati della figlia.Come vedi si rimane sempre nel dubbio e delle ipotesi se è lui o non è lui l'assassino della nipote,ai giudici l'ardua sentenza.Ciao e buona serata,come vedi tutto può servire,ecco perché tante volte vado a rileggerli i verbali,hai visto mai qualcosa la trovo di interessante,cercala anche tu qualcosa e può essere che la trovi,a volte certe cose sembrano superflue e invece possono essere utili.

Anonimo ha detto...

Le parti più interessanti sono incomprensibili...comunque...
Sapeva che lo stavano ascoltando, quindi non la prenderei come una confessione sincera e rubata di nascosto. Vale quanto tutte le altre dichiarazioni di Michele.
Inoltre in alcuni punti non è chiaro:
"Non stavo nascondendo la figlia"
Più avanti:
M: Colpe a Sabrina non ne posso dare
G:Perchè?Fammi capire
M:tu la storia non la sai,quello...quello che ti ha raccontato l'avvocato sai tu
G:si
M:e basta

Kiba

Anonimo ha detto...

@ Pino
Se in una comunicazione tra parlanti tutto fosse semplice e chiaro come dici tu mi chiedo a cosa servirebbe una disciplina come la semeiotica che studia il senso dei segni (ciò che rimanda a qualcos'altro - aliquid stat pro aliquo) un significato che spesso è assente, recondito, nascosto e perfino inconsapevole (una sorta di anatomia del senso, una ricerca oltre l'apparenza. Naturalmente ognuno può interpretare tutto come crede, ma sempre contestualizzando. E il contesto dell'uomo di Avetrana è il continuo cambiamento delle narrazioni. Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Vanna,

una "buon costume" in Italia, che io sappia, non è mai esistita. Come l'"esercito della salvezza" è roba da paese anglosassone, protestante. Di casi di prostituzione, tratta delle bianche o delle nere, si occupa la normale Polizia Giudiziaria, che non ha - a quello che mi risulta - una sezione speciale.

Piccola nota: la ragazza di madrelingua slovena di Lucinicco (Gorizia) risulta essere stata trovata impiccata, per ora si parla di suicidio, ancorché nulla risultasse di una sua possibile depressione, delusione o altro. Ho la vaga impressione che questo caso goriziano si aggreghi ad altri similari già in esame.

Manlio Tummolo ha detto...

Molto spesso qui persone volonterose dànno dei link su questo o su quest'altro. Vado a vedere e non trovo nulla di quanto detto o, addirittura, la cosa è introvabile. Nell'ultimo caso dal "blogtaormina" si vede solo l'imboccatura del pozzo, il resto è rinviato alla fantasia, perché si dice che si tratta di immagini molto crude (occorreva che ce lo dicessero, non pensavamo di trovarvi Sarah Scazzi tale e quale da viva).

O a me hanno venduto un computer molto puritano per bambini, oppure vi sono riferimenti a dati incontrollabili.

Lo stesso mi era capitato con l'impronta "biologica", che certo non si riferiva ad impronta del corpo, ma a traccia lasciata in un qualunque momento, visto che Sarah Scazzi "era di casa" in quella casa e con quei parenti. Una di quelle "prove" che non provani assolutamente nulla.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Gilberto hai centrato in pieno il dilemma,è lui o non è lui con le sue tante versioni raccontate.E come dici serve una ricerca oltre l'apparenza che,a volte inganna, e ci fa immaginare o credere.Si può supporre o presumere chi sia l'assassino,poi occorrono le prove o gravissimi indizi di colpevolezza,i giudici ci sono per questo,l'importante è che non sbaglino,meglio un colpevole fuori che un innocente dentro.Ciao. PS hai letto il mio commento fatto a Vanna?

Anonimo ha detto...

Manlio, se si riferisce all'ultimo link postato da Chiara, temo che non si veda solo l'imboccatura del pozzo.
Kiba

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Prof Tummolo l'impronta non era a casa degli zii ma,nel bagagliaio della macchina di Michele,e se ha lasciato quella traccia è quasi evidente che nel bagagliaio ci è entrata,e non certamente da viva,almeno questo hanno stabilito i RIS.Qualcuno lo avrà pur trasportato il corpo in contrada mosca e messo nel pozzo.Buona serata Prof.

Chiara ha detto...

Tummolo

ahimè! l'uso del computer è un miraggio nel 99% dei casi, basta farsi un giro nei tribunali.
Tutti i verbali di udienza civile sono redatti a mano (dagli avvocati o più raramente dal giudice stesso, mai da un cancelliere); quelli penali sono redatti a mano dal cancelliere tutte le volte che non sia disposta la registrazione (che viene disposta praticamente solo per le udienze di escussione testi: lo sbobinamento e la trascrizione costano e lo Stato "sparagna".....ma non sulle intercettazioni! quelle piovono).

Quanto al processo in parola, si vede nelle riprese la Trunfio che annota a penna su fogli.

Ma oltre a queste cose il problema sono anche tutti gli altri atti: le sit, le querele, le annotazioni, le intercettazioni, le trascrizioni delle udienze fonoregistrate sono tutte redatte al pc ma nei fascicoli confluiscono le stampe, non i files (ancora non esiste un "fascicolo informatico"). Quando si chiede copia dei files essi sono nella maggior parte dei casi in formato di "sola lettura" e il copia-incolla è raramente possibile. Quando possibile c'è da rifare l'impaginazione.

Queste problematiche sono quelle che hanno ispirato la riforma convertita in legge pochi giorni fa, in base alla quale verranno reclutati tra gli avvocati che si renderanno disponibili (e mi pare anche tra i laureati in giurisprudenza che ne faranno domanda se non erro), degli ausiliari del giudice che avranno proprio il compito di eseguire queste operazioni di raccolta e stesura informatica per sveltire la redazione delle sentenze.

Sull'abuso che non pochi giudici fanno dell'assenza di sanzioni per il ritardo nel deposito delle motivazioni non ci piove, anzi in materia di delitti mafiosi è la strategia più usata per consentire la liberazione e quindi la latitanza dei condannati (lo ha infatti ricordato), ma anche qui non posso che rilevare la finta ingenuità con cui spesso i commentatori politici accolgono le pseudo-riformine della giustizia: viene fissato un termine massimo che il Giudice può riservarsi (90 giorni) così da far finta di avere "contingentato" i tempi della giustizia, poi però si sa che non sempre sarà possibile rispettarli e quindi non se ne sanziona la violazione, così consentendo clamorosi abusi.
La soluzione corretta sarebbe proprio quella prospettata: ti prendi il tempo che ritieni necessario anche superiore a 90 giorni (e magari questa valutazione la mettiamo oggetto di sindacato perchè tu non possa optare sistematicamente per termini lunghissimi) ma se non li rispetti vai in sanzione disciplinare.

PINO ha detto...

@ GILBERTO
Il discorso tra MM e la nipote, non ha bisogno, per essere capito, di ricorrere alla semiologia: la fonica di ogni parola era chiara, quindi, senza bisogno di essere veicolata da segni di qualsiasi natura. Per cui è inutile riferirsi all'ausilio di altre discipline: esse complicherebbero soltanto, un risultato semplice quanto chiaro.
Pino

Anonimo ha detto...

@ Vito
Mi dici dove hai trovato la notizia dell'impronta biologica sul cofano... ops... nel bagagliaio. Io ho cercato nel web ma non la trovo. E' notizia affidabile o si tratta soltanto di voci? Furbacchione...
Gilberto
@ Pino
La fonica non c'entra con la semiologia. Non si tratta di decifrare un tracciato audio ma di 'decrittare' il vero significato di un messaggio al di là del suo contenuto manifesto. Per te il significato è chiaro, per me non lo è, un'analisi dei segni alla quale ho solo fanno cenno può rivelare altro. Tutto qui. Con questo non intendo certo farti cambiare idea.
Gilberto

ENRICO ha detto...

Raramente sono entrato nel merito di un'ipotetica ricostruzione dell'accaduto mentre mi sono quasi esclusivamente interessato a quello che avrebbe potuto essere il risultato del processo cosi come attualmente è strutturato

Questo in sintesi il mio pensiero :

a) la morte di Sarah è avvenuta nella proprietà dei Misseri : tutti e tre padre, madre e figlia chi più chi meno a seconda delle responsabilità che verranno loro attribuite, saranno condannati ( se non altro per omissione di soccorso nel caso si appurasse che si sia trattato di un incidente)

b) il delitto è stato commesso altrove e da terze persone : madre e figlia potranno essere assolte a meno di non venir sospettate di aver anch'esse partecipato all'occultamento del cadavere assieme a Michele o comunque di essere al corrente dell’avvenuta la macabra ’operazione” già in tempi non sospetti

Le intercettazioni ( più o meno falsificate dagli stessi intercettati perché – si dice - consapevoli di essere ascoltati ) non mi dicono più di tanto ai fini di un’eventuale possibile ricostruzione dei fatti . Mi dicono molto invece riguardo la personalità dei vari protagonisti di questa orribile vicenda. Personaggi miserabili e ambigui poiché sono convinto che tutti loro ( colpevoli o no) sapessero , già da quel maledetto pomeriggio del 26 agosto , quale fosse stata la VERA terribile tragica sorte di Sarah

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Gilberto certo che è affidabile,lo letta cercando nei vecchi giornali del:LA VOCE DI MANDURIA,e te l'ho riportata per come l'ho letta,ne più e ne meno.Cercando qualcosa si trova e io mi do da fare per trovarle certe notizie,altrimenti come potrei dire certe cose sul delitto.Ciao carissimo Gilberto.

Anonimo ha detto...

Bravo Vito,
Tu riporta sempre, poi penso io a scremare. Per questa volta non credo ce ne sia bisogno.
Gilberto

magica ha detto...

signor tummolo .
lei che aveva fatto l'insegnante che ne pensa di insegnanti pedofili? purtroppo questi esseri si annidano anche nella rete . per ingannare i giovani inesperti .
quando insegnava lei ne era a conoscenza che qualcuno sia stato denunciato o perlomeno scoperto.
ha sentito il tg ? purtroppo c e ne sono in giro , sembrano brave persone ma commettono peccati mortali .
che ne pensa ? beh nel peggiore dei modi penso .. buona serata .

Vanna ha detto...

Infatti la voce di Manduria non si
apre.
Enrico anche secondo me molte persone sapevano quello che era successo a Sarah, altrimenti perché postare un pozzo, un manichino imbragato, una ragazza in acqua?
Forse fu la forza potente degli Archetipi che si condensò in immagini vere che mandò in rete.
Pure gli Archetipi si sono modernizzati e usano il computer.

Vanna

Vanna

ENRICO ha detto...

@ Gilberto,

scusa ma non ho capito se parli di semiotica, nel qual caso dovremmo scomodare un tipo come Umberto Eco per decriptare Michele Misseri ! oppure più semplicemente ti riferisci ad una decodificazione meno complessa per la quale sarebbe sufficiente un avetranese doc esperto conoscitore dei più profondi segreti ed espressioni dialettali del suo paese e provvisto di elementari competenze nel linguaggio del corpo ?

( sto scherzando, eh ?)

Anonimo ha detto...

@ Enrico
Bisogna scherzare, alle volte è proprio con le battute che arrivano delle intuizioni folgoranti. Freud ha scritto un libro che di certo conosci "I motti di spirito e il loro rapporto con l'inconscio". In ogni caso le comunicazioni di Michele (narrazioni) potrebbero anche interessare il famoso semiologo. Nel Nome della Rosa c'è tutta una lunga dissertazione sul tema del riso (il secondo libro della Poetica di Aristotele), che tratta appunto della commedia e del riso.
Il venerabile Jorge rappresenta in certo senso l'inganno (e anche lì occorre scomodare non tanto la criminologia quanto la cultura di Guglielmo da Baskerville, un frate francescano contro il fanatismo di Bernardo Gui cacciatore di streghe).
Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Ma non so di che tribunali si parla: a Trieste o dove sono capitato recentemente, funzionano dovunque sistemi informatici. L'informatica è usata da quando Di Pietro teneva le sue requisitorie nel Tribunale di Milano. Poi, un po' alla volta, tutti si sono adeguati. Se a Taranto funziona ancora il sistema a segnali di fumo o col telegrafo a manovella, non so, può anche darsi. Una ragione in più per constatare come funzioni quel baraccone.

Caro Vito Vignera,

"impronta biologica" non vuol dire nulla. Un'impronta è quella digitale, oppure quella di un corpo, che però non lascia impronte durevoli (oltretutto,non era un "corpicino" ? ora lascia addirittura impronte nei bagagliai?). La traccia biologica è, invece, un residuo biochimico che può essere reperito anche dopo pulizie normali (saliva, escrezioni, pellicine, capelli, peli, sangue).

I mezzi di informazione usano linguaggi sommari, inesatti. Ho capito che si tratta della macchina e non della casa, ma essere "di casa" vuol dire anche utilizzare per qualche passaggio la macchina degli zii, o Lei pensa che le fosse vietato ? Gli zii non l'hanno mai, in anni di vita, accompagnata in macchina da qualche parte, a fare spese, al mare, in gita, a scuola, o dove diavolo andassero ? La macchina dello zio servì per lei unicamente da auto-funebre?

Chiara ha detto...

Temo lei si confonda con i computer delle cancellerie (come di qualunque ufficio dell'era moderna) in cui sono custoditi i dati dei fascicoli come il ruolo, il giudice, le date d'udienza, i rinvii, i biglietti di cancelleria. Anche le iscrizioni a ruolo avvengono mediante generazione di codici a barre con un programma informatico e decrittati dalla cancelleria con gli appositi lettori ottici. E' il cosiddetto sitema SICID, che consente anche ai giudici ed agli avvocati di visionare tali dati direttamente sui propri pc.

Ma nulla di tutto ciò ha a che fare con le cose di cui parlavo, ossia dei verbali e dei documenti processuali/di causa. Per quelli si va ancora con le proprie gambine a prendere il fascicolo e sfogliarselo.

PINO ha detto...

@ GILBERTO
La semiologia ricerca, fra l'altro, anche particolari segni "linguisti, quindi c'entra.
Ma direi di non ancorarci su diatribe di sapore accademico.
Non ho mai pensato che tu cercassi di farmi cambiare idea, cosa alla quale sarei apertissimo, qualora mi si mostrassero gli estremi di una teoria più verosimile da quella da me formulata che, bene o male, qualche riscontro la conforta.
Già scrissi che, in alternativa, avrei optato per quella proposta da Tummolo e da te.
Come vedi, non è la diversa interpretazione di un particolare dell'intero caso, ad impedire un ottimo dialogo, ed il rispetto delle proprie deduzioni.
Pino

Pino ha detto...

p.s.1° rigo, leggasi "linguistici"
P.

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Magica,
che terribili domande mi fa. Da vecchio docente pensionato, non ho sentito casi diretti di pedofilia dove io ho lavorato ("pedofilia" è termine inesatto a mio avviso, dovendosi dire piuttosto "pedomania o pederastia (nel suo significato originario)", in quanto tutti noi dovremmo "amare" i bambini, nel senso del puro affetto e della simpatia, non in senso sessuale beninteso. Nell'antica Grecia, la "pedofilìa" era piuttosto diffusa, ma non è ben chiaro se in senso esplicitamente sessuale, oppure di rapporti affettivi molto stretti. Esiste però il ritratto, su un'anfora, di un maestro che accarezza l'organo genitale di un bambino.

A Trieste c'è stato un caso sospetto, riguardante tra l'altro un mio compagno di scuola, un tipo un po' particolare, un po' strano, era anche nudista. La cosa è stata chiusa con le sue dimissioni, anche se subì indagini di natura disciplinare e penale.

E' evidente che ne penso negativamente, non sarebbe neppure il caso di dirlo. Ma se si riferisce a Misseri, con cui si usò questa denominazione, essa è errata, in quanto rapporti con ragazzine adolescenti mestruate non sono atti "pedofili" (semmai di corruzione di minore), che avvengono con bambini non ancora sessualmente maturi. Non dimentichiamo che Maria ebbe Gesù a 15 anni (sia pure, secondo la fede, per opera dello Spirito Santo). E che la legge civile italiana, fino al 1974, consentiva il matrimonio a ragazzine sotto i sedici anni, qualora fossero incinte.

Manlio Tummolo ha detto...

Ps) Quanto ai fascicoli sappiamo come sono fatti. A me, ad esempio, avevano aggiunto i documenti del furto di non ricordo che cosa (attorno al 2000). Un'inchiesta della RAI ha fatto vedere che ognuno può prendersi fascicoli seminati nei corridoi o in armadi e scaffali aperti. Il punto è, senza che ci giriamo intorno, oggi ciascun atto è battuto al computer e, pertanto registrato su computer, riproducibile con computer, allegabile via computer. Se poi uno preferisce le sue gambine (parlo di giudici, non di avvocati o di singole parti, beninteso, per i quali appunto il discorso è diverso), è affare suo. Ma noi stavamo parlando di giudici e delle motivazioni per le sentenze, non di avvocati che devono faticare a ottenere un fascicolo, senza che si perdano carte varie o se ne aggiungano altre di competenza altrui.

ENRICO ha detto...

OT x Gilberto

veramente il secondo libro della Poetica di Aristotele tratta della tragedia e dell'epica
La parte che ,si dice, trattasse della commedia e del riso non è mai stata ritrovata o perchè irrimediabilmente perduta o perchè mai scritta.

Eco nel suo libro crea un pseudobiblion formidabile in cui "il riso" elevato ad arte dalla filosofia aristotelica rappresenterebbe un pericolo enorme per la religione.
Infatti insegnerebbe agli eretici ignoranti a liberarsi dalla paura con cui e leggi venivano imposte attraverso il timor d Dio ed a esorcizzarla grazie alla conoscenza e alla sapienza filsofica.

Per questo Jorge preferisce bruciare il secondo libro della “Poetica” piuttosto che consegnarlo al mondo

Chiara ha detto...

Chiunque ha un portatile, che discorsi.
Il fatto è che quel portatile deve contenere dati per essere utile; e deve esistere un sistema informatico di condivisione dei dati per essere utile anche a chi non sia il proprietario di quel pc. Lapalissiano ma evidentemente necessario specificarlo.
Se nel pc di un qualunque soggetto a qualunque titolo partecipante ad un processo viene formato un atto, questo non significa che ci sia una rete informatica che lo rende condiviso e visibile a tutti gli altri.
Nel civile si stanno facendo piccoli ma significativi passi: la sperimentazione del pct (processo civile telematico) è stata operata nei maggiori tribunali già da tempo e ultimamente il sistema è stato implementato e diffuso più o meno in tutti i tribunali. Ma questa "rivoluzione informatica" riguarda solo alcuni procedimenti, per il momento i ricorsi per decreto ingiuntivo, e solo alcune fasi di essi: vale per il deposito con firma elettronica, il pagamento virtuale del contributo unificato e l'estrazione del decreto emesso dal giudice. Tutto ciò che segue viaggia ancora su binari tradizionali. Come su binari tradizionali viaggia tutto il resto del contenzioso. E questo è il civile.
Il penale non conosce ancora nulla di tutto ciò: non c'è un solo atto del processo che possa passare per via informatica, viaggia ancora tutto per le cancellerie. Presso il Tribunale di Roma è in atto una sperimentazione per la creazione del fascicolo digitale, nel quale i cancellieri riversano le SCANSIONI dei documenti cartacei. Quindi dal pc quei magistrati (e solo quelli, è una sperimentazione unica sul territorio che mi risulti) potranno vedere i documenti indicizzati senza cercarli materialmente nel fascicolo, ma l'utilità si ferma qui per il momento: i documenti scansionati non consentono nemmeno il copia-incolla, figurarsi se si trasmutano magicamente in capi di sentenza.
Quindi per quanto attiene al discorso da cui è partita questa discussione e che riguarda il lavoro sotteso alla redazione delle motivazioni di una sentenza, stiamo largamente gigioneggiando su questioni pur interessanti ma niente affatto attinenti.

Manlio Tummolo ha detto...

In data 18 giugno 2013 verso le ore 12, presso il giudice civile di Trieste dr. Riccardo Merluzzi dovetti presentare testimonianza su una questione di confini di proprietà. Il giudice in questione prese nota delle mie dichiarazioni mediante l'uso del computer. Ovviamente non tutti e non sempre lo fanno nel corso d'udienza, ma possono ben farlo a parte, dopo aver preso appunti con carta e penna. Se non lo fanno ed usano la vecchia Olivetti Lettera 22 o altro attrezzo consimile (papiri, tavolette cerate o pezzi di granito, come nel caso citato dal sig. Giacomo), è perché - come dicevo - sono talmente arcaici ed arretrati da non usare nemmeno il computer, il che è dir tutto.

Manlio Tummolo ha detto...

Qui, tanto per intendersi, non si "gigioneggia" affatto: termine non giuridico che fa il paio con "pippozzo" e con "scendi dal pero". Una cosa è il lavoro del singolo giudice o della Corte di un singolo caso, altro è la creazione di un sistema informatico condiviso pure dagli avvocati o da altri magistrati, al quale non ho mai alluso, e di difficile attuazione per ragioni ovvie di riservatezza (anche se poi violata per altre vie, anche questo è notorio). Ad esempio, nel caso di reiterazione del delitto, un altro magistrato andrà a consultare il fascicolo precedente e non potrà certo utilizzare dati informatici.
Ma qui si parla di un ambito ristretto ad un Tribunale, ad una Corte, ad un medesimo processo, oppure al singolo giudice estensore che utilizza dati ovviamente memorizzati (altrimenti dimostrerebbe di essere quello che è nella realtà, un arretrato leguleio medioevale) solo per se stesso e per chi lo circonda, nemmeno per la giuria esterna che è composta da gente normalmente incompetente e con scarse conoscenze giuridiche penali. Gilberto M. parlava dello stesso giudice per lo stesso processo, a cui ovviamente lo stesso giudice ha assistito fin dalla prima udienza, quando sbattè le due donne in un gabbiotto per tigri. Spero che il discorso sia chiaro a tutti, fuorché naturalmente a coloro che amano cortine fumogene e salti di palo in frasca.

Chiara ha detto...

Ottimo, grande plauso per il dott. Merluzzi. Anche nel mio Tribunale c'è una giovane Giudice (stimabile anche per il fatto che rientrerà a settembre dalla maternità dopo i soli 5 mesi canonici...una rarità) che verbalizza direttamente sul pc e ne siamo entusiasti.

Purtroppo Lei ha ragione. Nel mio Tribunale il pct è stagnante perchè a fronte della diffusione della nuova procedura telematica per le ingiunzioni tra un discreto numero di avvocati, soprattutto giovani, i Giudici fanno ostruzionismo ritardando l'emissione proprio di quei decreti. I cancellieri (che tra sbuffi e strunfi si sono adeguati loro malgrado) dicono che non garba loro per nulla imparare questo nuovo sistema. E non ci vuole niente, davvero: impari a scrivere con la tastiera ed è fatta.
Ma la colpa è anche degli avvocati: i giudici non scrivono i decreti, li trovano già pronti e devono solo mettere (a penna) la cifra delle spese legali liquidate e firmare, il resto glielo ha già compilato pronto l'avvocato. Idem per i verbali d'udienza: finchè hai un pirla che te li scrive l'assenza del cancelliere e del pc non ti preoccupa.

Si imporrebbe un sacrosanto "sciopero bianco" da parte degli avvocati: tutto ciò che non è dovuto per legge non lo si fa. Scommetto che i Giudici, costretti a scriversi i verbali e i decreti farebbero meno i ritrosi verso le nuove tecnologie.

C'è poco da dire: le vere riforme partono dalla buona volontà degli operatori prima di tutto.
Speriamo che il ricambio generazionale (tanto tra gli avvocati quanto tra i giudici) sia una boccata d'aria fresca in questa asfissia giudiziaria.

Troppa comodità è invalsa nei decenni passati. E' ora che qualcuno dia una scaturita a questo sistema.

Chiara ha detto...

Chiaramente il commento qui sopra rispondeva al primo.

Sul secondo alzo le mani. Evidentemente il concetto di quale sia il lavoro sotteso alla redazione di una motivazione e di quanto poco o nulla abbia a che fare con l'informatizzazione non vuole essere afferrato. Quindi chiudo.

Anonimo ha detto...

@ Enrico
Enrico tu vuoi cavillare, mi parlavi di Umberto Eco. Nella finzione letteraria ci parla del manoscritto fatale, l'ultima copia rimasta del secondo libro della Poetica di Aristotele che tratta della commedia e del riso. A quello mi riferivo, o no? Gilberto

Anonimo ha detto...

Comunque per concludere il discorso sul Nome della rosa, il riferimento era all’attualità dei moderni inquisitori: due donne che vengono trattate come streghe (da un fanatismo non necessariamente religioso) e condannate sulla base di indizi inconsistenti. Gilberto

Anonimo ha detto...

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Manlio Tummolo ha detto...

Forse sarebbe, invece, il caso di seguire corsi di assunzione integrale di responsabilità quando si scrive pubblicamente, visto che l'eroismo degli anonimi e degli pseudonimi è sempre molto elevato.

***

Mi compiaccio perché finalmente abbiamo saputo di discutere col padrone, o padrona, di un tribunale, in quanto dice addirittura "mio". Eravamo partiti dalla figura di un povero giudice mal pagato, non in grado di avere neppure una "Lettera 22" o similare, costretto ancora a scrivere su pergamene e papiri con una penna d'oca e boccetta d'inchiostro, con lunghi svolazzi che richiedono, come nei Codici antichi del Medioevo, lunghi anni di stesura. Sono il primo a dire che i giudici e i giuristi in generale sono persone culturalmente e mentalmente arretrate, ma quanto all'uso del computer oggi nelle Facoltà di Giurisprudenza si sostengono corsi di informatica giuridica, ci si iscrive agli esami on-line, vi sono perfino corsi on-line, ecc. ecc. Sarebbe comico che poi tutto questo sforzo preparatorio venisse cancellato, costringendo il povero giudice a lunghe copiature manuali. Nel segreto poi delle Camere di Consiglio, chi mai sa che cosa avviene realmente ? Chi scrive, chi detta, chi copia ? Sono classici segreti di corporazione.

So che i signori giudici si lamentano di doversi comprare carta, cartucce ed altro materiale per stampanti e fotocopiatrici, ma con le loro paghette possono pure permetterselo. Quanto ai loro orari, da liberi professionisti, sappiamo che si vedono più girare nei corridoi che sedere nelle aule, per essere precisi.

Sira Fonzi ha detto...

@Gilberto 29/08 10,58

Ciao Giacomo, tu hai perfettamente ragione, il messaggino è arrivato alle 14.25 e Sarah avrebbe potuto mangiare il cordon blue prima, ma io ti ho riportato esclusivamente la testimonianza della mamma, presa dal verbale, in cui afferma che il pasto lo consuma solo dopo aver detto di aver ricevuto il messaggino di Sabrina.

Chiaro che la ricezione è inventata da Sarah, poichè dai tabulati non risulta nessun sms, ma i motivi per cui Sarah possa aver anticipato quello che sarà l'orario reale e provato, possono essere svariati.

Me ne vengono in mente 2:
poteva aver deciso di andare comunque prima da Sabrina, ed aspettare là la conferma di Mariangela, oppure poteva aver appuntamento con qualcuno con cui vedersi una mezzora all'insaputa anche della cugina stessa.

Quello che volevo far notare è che le dichiarazioni di Concetta riguardo l'assunzione del pasto, esulano dall'ora di uscita di Sarah, che a Settembre Concetta fissava alle 14,30 circa

Sarah le disse di aver ricevuto il messaggino di Sabrina, poi mangiò e si preparò.

Sarah non risponde nemmeno alla telefonata delle 14,23 e al messaggino delle 14,18 dell'amica Francesca la quale afferma che non era cosa usuale per Sarah, che a mio avviso era o impegnata con qualcuno, o impedita da qualcuno o già non era più in vita.

Tutto qui!!!

Riguardo le testimonianze che avvalorerebbero l'uscita anticipata, che sono state oggetto di confronti a volte anche accesi, a mio avviso sono da ben interpretare ma bisogna farlo con la mente libera da pregiudizi verso la Procura, altrimenti tantovale non approfonddire-

Se sarai interessato ad approfondire, quando torno stasera posterò le mie impressioni, e se sarai tra quelli che le vorrà leggere e commentare, ne sarò felice.

Buona giornata
Sira

ENRICO ha detto...

OT x Manlio

se ti riferisci al post delle 08:39, hai ragione : quel post è mio ma è in codice, ha un senso ed è firmato !

Basta decriptarlo, operazione assai meno eroica e molto più semplice della interpretazione di oscuri concetti scritti in lingua italiana ( !?)

Un idiota scherzetto mattutino.

Chiara ha detto...

Sira

anche secondo me non si può escludere che sia uscita prima. però dopo avere letto le interviste che ho postato nel mio del 27 Agosto 22:04 non mi spiego il perchè di una eventuale menzogna sull'sms: quelle persone dicono che vedevano Sarah quotidianamente recarsi dalla cugina nel primissimo pomeriggio e solitamente non si inventano scuse per fare cose che usualmente si fanno senza alcun motivo specifico o invito.
Non dimenticare poi le testimonianze (tre contro una: fidanzati, geometra, ragazzo di Erchie contro Petarra, che tra l'altro in primo momento si sbaglia collocandola in un orario impossibile) che la collocano dopo le due ed a ridosso della mezza, nonchè quella (sempre nelle interviste) che NON la colloca in ora precedente le 14 (sono stati fuori fino alle due meno dieci e non l'hanno vista).

Personalmente tendo a diffidare dei "ricordi consci" di Concetta, hanno fallito troppe volte per essere presi in considerazione [vedi questione delle chiamate perse sul suo telefono, che ella afferma siano di un momento immediatamente precedente al primo arrivo di Sabrina a casa sua, mentre sappiamo che Sabrina era a casa sua verso le 14.45 e le chiamate sono delle 14.56 la prima e delle 14.59 l'ultima; incrociamo questo dato con quello acclarato che ella solo dopo la seconda visita di Sabrina uscì in auto col marito e dopo qualche giro si recò in caserma: erano le 15.10 quando vi arrivò. direi che non vi sono dubbi che Concetta sbagli a collocare quelle telefonate; è del tutto inaffidabile).
Bisogna affidarsi all'inconscio di Concetta e questo inconscio ci dice che quando Sabrina riferisce che Sarah non era arrivata lei dice che non si era preoccupata e che aveva replicato di attenderla perchè magari aveva fatto una strada diversa. E' ragionevole questo pensiero trascorsa un'ora dall'uscita di casa? Io credo si possa non avere la chiara percezione del tempo tra cinque minuti e dieci, quindici...diciamo anche venti o mezz'ora per essere prudentissimi. Ma sessanta minuti mi sembrano veramente troppi per essere confusi con cinque o dieci. Concetta NON era preoccupata in quel primo momento, ce lo ha detto
e ribadito. E credo che questo sia normale solo se il tempo dell'assenza fosse ancora breve. Anche perchè non si spiega altrimenti il fatto che invece dieci minuti dopo sia allarmata: questo ci dice che ella ha previsto un tempo ragionevolmente breve per consentire a sarah di arrivare dalla cugina anche percorrendo una strada più lunga. Se questo tempo fosse già trascorso la prima volta, si sarebbe allarmata subito.
Per questi motivi (testimoni + riscontri familiari) ritengo che sia veramente frutto di ostinazione irragionevole non mettere un punto fermo alla sua uscita certamente dopo le 14 e a ridosso della mezza. Cosa dici?

ENRICO ha detto...

@ Sira

Leggo sempre con grande interesse i tuoi apprezzabili interventi lucidi e privi di idee preconcette

Se non sono mai entrato nel merito, dialogando direttamente con te , è perchè – come ho già ribadito più volte – non mi sono mai avventurato nella ricostruzione dei “fatti” in termini così specifici e dettagliati

Ciò non toglie che le tue riflessioni e le conseguenti discussioni che ne derivano rappresentano un valore aggiunto alle mie conoscenze sul “caso

Vito Vignera da Catania ha detto...

Un altro suicidio nel carcere di Taranto. Si è tolto la vita nel carcere di Taranto. Vittima di questa ennesima tragedia della disperazione è un georgiano detenuto per reati contro il patrimonio e la persona. Ne dà notizia il Coordinamento sindacale penitenziario (Coosp) che spiega che il suicidio è avvenuto mentre gli altri detenuti fruivano dell’ora d’aria.Consiglierei al direttore del carcere di tenere sotto controllo Sabrina e la mamma,non vorrei che prima del suicidio del padre si suicidano mamma e figlia,meglio essere previgenti,per le motivazioni ci vogliono due mesi,per l'appello passerà almeno un'anno,e per la cassazione passeranno non meno di tre anni,totale sei anni da innocenti in galera,che bella prospettiva,ecco perché uno poi decide di suicidarsi,in galera il tempo scorre lentamente,e le giornate sembrano più lunghe della normale vita quotidiana e spensierata.Che bella giustizia abbiamo,non serve una legge svuota carceri,basta aspettare ed ogni giorno c'è qualcuno che decide di farla finita.Buona giornata a tutti.

Anonimo ha detto...

@ Vito
Non essere così pessimista. Con l'appello le due donne potrebbero essere scarcerate perché riconosciute innocenti.
Inoltre nel frattempo potrebbe esserci qualche novità che le scagiona, non si può mai sapere. Pensa positivo.
Gilberto

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Gilberto voglio darti ascolto,speriamo bene e che tutto prima o poi si risolva positivamente per le due imputate,per Michele saranno dei giudici a decidere se è colpevole o no,giudici imparziali e non condizionati da pregiudizi.Ciao caro amico,riguardo al "guanciale" per oggi ti è consentito mangiarlo ok.Ti abbraccio.

Anonimo ha detto...

@ Vito
Guanciale? Per l'amatriciana? Buona!! Terrò presente il suggerimento.
Gil

magica ha detto...

la cosima non si suicida se ha la figlia da sostenere .
piuttosto la figlia .
ultimamente si sentono di suicidi di giovani, motivati a volte da piccoli problemi esistenziali,
sabrina sta' vivendo un grave.momento.
e la consapevolezza di essere in carcere da innocente , penso sia devastante .
percio'un gesto estremo potrebbe succedere , vuoi dalla depressione , dall'ingiustizia ..

.

Anonimo ha detto...

La presunzione di innocenza vale per tutti, fino al terzo grado di giudizio, ma vorrei vedere quanti, tra coloro che hanno l'assoluta "certezza di innocenza" delle Misseri, avrebbero il coraggio di affermarla mettendo la mano sul fuoco. Secondo me, nessuno. R

Vanna ha detto...

Sira ciao, ti ho letto solo ora. Apprezzo i tuoi post sempre più.

In riferimento a quello di questa mattina 30 agosto 2013 delle 10:21,riguardo il messaggino arrivato alle 14.25 riferito da Sarah, mi soffermo e riporto:" Chiaro che la ricezione è inventata da Sarah, poichè dai tabulati non risulta nessun sms, ma i motivi per cui Sarah possa aver anticipato quello che sarà l'orario reale e provato, possono essere svariati.
Me ne vengono in mente 2:
poteva aver deciso di andare comunque prima da Sabrina, ed aspettare là la conferma di Mariangela, oppure poteva aver appuntamento con qualcuno con cui vedersi una mezzora all'insaputa anche della cugina stessa."

Questo lo condivido completamente e ieri mattina l'ho scritto a te col post delle 11,02.
Il fatto che lei andò in cantina a prendere l'asciugamano, non esclude che possa aver avuto altre schede tel. per avvisare qualcuno.
Oppure non esclude che lei abbia in mattinata incontrato qualcuno.
Oppure ancora che fosse un appuntamento preso durante la notte.
Della notte precedente non si sa nulla, il gruppo vagò in zona Torre Colimena.

Continui:" Sarah non risponde nemmeno alla telefonata delle 14,23 e al messaggino delle 14,18 dell'amica Francesca la quale afferma che non era cosa usuale per Sarah, che a mio avviso era o impegnata con qualcuno, o impedita da qualcuno o già non era più in vita.
Tutto qui!!!"

Tutto qui Sira?
E' quello che andavo elaborando da un paio di giorni!
Parli di Francesca, l'amica di scuola? Quella che ricevette pressioni insieme al padre?
Ma vado avanti.
E' singolare che il testimone segregato dagli inquirenti, qualche minuto prima delle 14 racconta di aver visto una macchina nera camminare lentamente e ripassare lì a poco velocemente.
Perché quel testimone prese la targa e la marca della macchina?
Non sentì grida, però andò a riferire.
Cosa lo fece insospettire per prendere la targa? Conosceva chi era? Era un potente?
Uno non sta per fatti suoi e prende targhe di macchine così e riceve un trattamento di totale silenzio sulla sua persona.
Letto da testate giornalistiche, se sono una bufala, si chieda alle stesse.

Inoltre
le dichiarazioni di Concetta
sull'orario le fece all'inizio, partendo dai dati che le fornì Sabrina, lei successivamente ricostruì gli ultimi momenti di Sarah in casa insieme con la badante che fu molto attenta nel ricordo, anche in riguardo l'abbigliamento marino di S.
Saluti, a riscambiarci pareri.




Sarah non risponde nemmeno alla telefonata delle 14,23 e al messaggino delle 14,18 dell'amica Francesca la quale afferma che non era cosa usuale per Sarah, che a mio avviso era o impegnata con qualcuno, o impedita da qualcuno o già non era più in vita.

Tutto qui!!!

Riguardo le testimonianze che avvalorerebbero l'uscita anticipata, che sono state oggetto di confronti a volte anche accesi, a mio avviso sono da ben interpretare ma bisogna farlo con la mente libera da pregiudizi verso la Procura, altrimenti tantovale non approfonddire-

Se sarai interessato ad approfondire, quando torno stasera posterò le mie impressioni, e se sarai tra quelli che le vorrà leggere e commentare, ne sarò felice.

Buona giornata
Sira

CEST

Vanna ha detto...

Di nuovo non ho cancellato il copia e incolla di Sira.
Chiedo scusa, col computer faccio fatica!

carla ha detto...

x R non si condanna le persone per una incertezza, dopo tutto finora non risulta una prova certa nei confronti dei misseri.....di sicuro questo non fa onore alla giustizia, capirei se ci fosse stato un malinteso anche se non giustificherebbe ogni caso , ma qua si è voluto condannarle senza una prova plausibile....ad esempio come caso di Meredit che si nota nel filmato che con mani sporchi si aveva toccato il reggiseno e ciò aveva scagionato Amanda e Raffaele....

a riguardo del suicidio, di quello che fa notare Vito, in effetti quando si dimostrava che Michele era (un mostro )in galera, i giornalisti ne erano occhi puntati su di lui ,si sapeva tutti i suoi passi , da essere visto a vista e si sapeva che era sotto controllo dei farmaci per pericolo di suicidio.....invece per le donne misseri non si sa nulla di come stanno , anzi come se per loro fosse normale che siano assassine spietati .....Certo lo facevano come per professione.....
dopo tutto Michele ha accusato la figlia per un incidente giocando a cavalluccio e l'accusa se ne è venuta fuori con un altro ipotesi, proprio perché si tratti ipotesi senza prove....un caro saluto a Vito ,Magica ,Gilberto ,Manlio , Chiara, Giacomo e company....a più tardi

Chiara ha detto...

Vanna

mi interesserebbe conoscere il tuo parere sul mio commento delle 11.13 riguardo a Concetta e alla possibilità che la percezione dello scorrere del tempo possa essere talmente alterata da non far percepire che sia trascorsa un'ora anzichè pochi minuti e non far impensierire una madre...che però s'impensierisce dieci minuti dopo.

magica ha detto...

sarh poteva andare prima da sa brina e aspettare mariangela .?
per quale motivo sabrina dice a mariamgela "avviso sara?"
se sarah era gia' arrivata dai misseri .. non occorreva avvisarla . -

Manlio Tummolo ha detto...

Signor "R",

intende la "mano sul fuoco" in senso figurato o in senso letterale? perché nel secondo caso, l'unica cosa certa sarebbe quella di bruciarsela. Si tratta di prove adatte ad una cultura medioevale, non scientifica e moderna. La prova dell'innocenza di Sabrina Misseri sta nel fatto di preferire aver fatto quasi tre anni di galera (manca un mese e mezzo) invece che pochi mesi, confessando i cavallucci della SS. Inquisizione. Solo un innocente sceglierebbe anni di carcere ad una detenzione breve di pochi mesi per un fatto colposo. Guardate, viceversa, un grande personaggio maschile, il quale evita in tutti i modi di farsi anche un solo giorno di custodia cautelare in carcere e smuove cielo e terra, sgoverno ed opposizione, pur di evitarlo.

A meno che la ragazza non abbia agito in totale incoscienza (sonnambulismo o simili), per cui sarebbe scagionabile ugualmente.

Riguardo al suicidio, se non si è suicidata finora, non credo lo farà in futuro. Ma se dovesse capitare, penserei ad un suicidio pilotato dall'esterno, ovvero da coloro che hanno pilotato tutto il resto, per liberarsi di un ormai scomodo ostacolo, e far vedere nel suicidio una confessione. Già, se vi ricordate, avevano tentato di forzarle una confessione facendo sapere alla stampa ed informazione pubblica che la ragazza avesse chiesto un colloquio coi SS. Inquisitori per "motivi di giustizia", cosa poi rivelatasi fallace.

magica ha detto...

signor tummolo
anche quello che scrive in modo serioso è molto gradito ,da quelli che credono all'innocenza delle misseri .
sappiamo come la pensa anche su misseri . bene o male lui se la potra' cavare , nonostante che certi non credano alla sua estraneita' .
vorra' dire che se se la cavera' a buon mercato . ormai ha pagato soffrendo abbastanza anche stando fuori .
perchè ha contribuito a afar fare la prigione alla figlia di 20 anni ..
rovinandole la vita
x la moglie misseri non ha avuto colpe . e non capisco come mei tengano x buono l'inc prob e il sogno del fioraio .
. si vede che sono in linea con i tempi hanno preso due piccioni con una fava. - ....

Vito Vignera da Catania ha detto...

Brava Magica,mi piace che segui la mia logica dei fatti, sapendo che,prima di tutto che il cellulare era in garage e si potevano sentire gli squilli con il padre dentro e Sarah morta,seconda cosa,arriva Mariangela poteva tranquillamente dire andiamo a prendere Sarah a casa sua,tanto nessuno aveva visto qualcosa,tanto era tranquilla,mica era agitata,semmai un po preoccupata per il ritardo,visto che Sarah era più precisa di un orologio svizzero.A Concetta la memoria va e viene,al Signor Petarra e capitata la stessa cosa,in compenso ci hanno pensato ad'una i suoi avvocati a rinfrescargliela,all'altro deficiente i signori Procuratori della Repubblica. Quando non c'erano i suoi Avvocati,in caserma si è ricordata che,Sarah circa 10 giorni prima della sua scomparsa il caro zietto le aveva regalato diverse volte 5 euro,raccomandandosi di non dire assolutamente nulla alla zia,Sarah le disse che le sembrava strano che lo zio gli avesse regalato dei soldi,per forza,non gli aveva mai regalato un'euro (forse a Natale).Cosa hai da dire del fatto che quando ritorna con il padre dalla macelleria(ore 13.30 circa) e vedendo che erano impegnati a fare pulizie,per sottrarsi a questa fatica va in camera sua e si mette ad ascoltare la musica con le cuffie?Il tempo passa che neanche ti accorgi di che ora è,poi le viene un po di fame e si cucina un gordon bleu(circa 10 o 15 minuti per cuocerlo e mangiarlo,poi chiede dell'asciugamano,essendo che le era arrivato il messaggio che si andava al mare.Ciao bella Magica,e un abbraccio a Carla che oggi non stava tanto bene.

Giacomo ha detto...

Sira post delle 10:21 30 agosto
Chiara ti ha già risposto esaurientemente col post delle 11:13.
Aggiungo solo che il verbale del 29 settembre 2010 da te postato non è originale. (Se mi citi con precisione la fonte posso controllare)
Sia Concetta che badante (quest'ultima l'ha anche confermato in dibattimento) hanno sempre dichiarato nelle primissime interviste televisive a "chi l'ha visto" ed altre trasmissioni tv che Sarah intorno alle tredici NON annunciò l'arrivo di un sms di Sabrina, bensì PREannunciò che ATTENDEVA un sms da Sabrina, in quanto la gita al mare era condizionata alla disponibilità di Mariangela che l'avrebbe confermata al suo rientro dal lavoro. Mariangela confermò a Sabrina la sua disponibilità alle 14,23. SOLO DOPO questo sms, Sabrina inviò alle 14,25 un sms a Sarah per avvertirla che la gita era confermata e l'invitava a raggiungerla. Dopo questo sms, Sarah che aveva già indossato il costume, uscì dalla sua stanza ANNUNCIANDO l'arrivo dell'sms ATTESO e PREannunciato, scese velocemente in cantina a prendere il telo che mise nello zaino, risalì, salutò tutti ed uscì. Si era appena avviata, quando Sabrina le inviò alle 14,28 un sms di sollecito. A quest'ultimo Sarah rispose dopo pochi secondi col famoso squillo delle 14,28. Dopo due minuti circa alle 14,30 fu avvistata a mezza strada dai fidanzati e da La Stella, mentre si dirigeva verso via Deledda con passo spedito e con lo zainetto sulle spalle. Dopo circa altri due minuti alle 14,31-14,32 era davanti alla villetta. Il 6 ottobre 2010 Misseri HA CONFESSATO che l'attrasse nel garage, la insidiò ed al suo rifiuto la strangolò. Alle 14,39-14,40 era tutto finito. Nel frattempo Cosima era a letto e Sabrina in bagno ad ultimare i preparativi per la gita, in attesa sia di Sarah che di Mariangela.

SABRINA NON PUO' ESSERE STATA. Di questo c'è una prova INCONTROVERTIBILE. Difatti Sabrina alle 14,35 PROVVIDENZIALMENTE risponde ad un sms della Cimino inviatole alle 14,31.
Quindi il tempo di TRE minuti trascorso tra le 14,32, arrivo di Sarah e le 14,35, risposta alla Cimino è del tutto insufficiente a Sabrina per compiere il delitto di cui è imputata.
Perché ho usato il termine "provvidenzialmente"? Perché senza questo sms delle 14,35 da Sabrina a Cimino, sms che Sabrina non poteva assolutamente prevedere o programmare, gl'inquirenti le avrebbero ricavato un intervallo di quasi dieci minuti, dalle 14,31 alle 14,40, per attribuirle qualsiasi infamità, avendo come unico limite la loro fantasia.
D'altronde ci avevano già provato il 15 ottobre, quando arrestarono Sabrina sulla base dell'uscita di Sarah dopo le 14,25, poi hanno DOVUTO cambiare tutti gli orari, per continuare a sostenere la responsabilità della "bugiarda" e "callida" Sabrina, che il 25 agosto sera al pub aveva annunciato urbi et orbi l'imminente omicidio, dicendo che Sarah si vendeva per due coccole: una prova schiacciante, a loro giudizio.
Vagli a spiegare che quell'espressione significava che Sarah era eccessivamente arrendevole e non si faceva valere all'occasione.
Eppure in dibattimento Concetta ha confermato: "Sì, a Sarah ho detto in una circostanza: ti vendi per niente, sei troppo arrendevole, non sai farti valere."

Sarah aveva un appuntamento con qualcuno? Nei tabulati non c'è traccia di comunicazioni partite o ricevute dalle utenze di Sarah o utenze a lei riconducibili, nelle ore precedenti la sua scomparsa.
Comunque niente è mai emerso a riguardo.

Sarah mentì alla mamma? Il pm accortamente non l'ha asserito nella sua requisitoria, l'ha dato per sottinteso. Evidentemente nemmeno lui ci crede o si rende conto che asserirlo esplicitamente è assai poco politically correct.
In ogni caso resta una congettura indimostrata, che getta ombre sulla povera Sarah, e su cui non si può assolutamente basare una condanna, specie di ergastolo.

Giacomo

magica ha detto...

secondo me la srah durante il oercorso per arrivare dagli zii stava ascoltando musica con le cuffiette . per questo non ha risposto al mess dell'amica . le sara' sfuggito ascoltando musica .
aveva poco credito nel cell.
ho risposto invece a sabrina con l'ok .
ho letto mille ipotesi tutte immagiante ,, di mess a un'ora o altra .. perchè invece L'OK di sarah verso sabrina non è consideto .danno volentieri considerazione quelli inventati .. ciao

Sira Fonzi ha detto...

@Giacomo

Sarah disse alla mamma prima di uscire a fare la spesa che forse sarebbe andata al mare con Sabrina
(deposizione udienza 7 febbraio 2012),certo che lo so, come conosco tutti i restanti sms, squilli, e i loro orari.

Sarah stava conoscendo l'amore e le marachelle con annesse bugie bianche le abbiamo fatte tutti, quindi non puoi dirmi "In ogni caso resta una congettura indimostrata, che getta ombre sulla povera Sarah"
Quali ombre? aprirsi all'amore è un onta?

Come giustamente Vanna fa notare non sappiamo di altre possibili utenze che sarebbero potute appartenere a Sarah, nè di appuntamenti segreti con chi le avrebbe potuto far battere il cuore,magari conosciuto in chat.

Apri il tuo post dicendo "Aggiungo solo che il verbale del 29 settembre 2010 da te postato non è originale".

Io il link, che poi è il documento ufficiale, te lo indico, ma avrei gradito un punto di domanda e non una certezza (che poi come ti posso dimostrare sbagli ad avere)

Inoltre affermi:

SABRINA NON PUO' ESSERE STATA. Di questo c'è una prova INCONTROVERTIBILE. Difatti Sabrina alle 14,35 PROVVIDENZIALMENTE risponde ad un sms della Cimino inviatole alle 14,31.
Quindi il tempo di TRE minuti trascorso tra le 14,32, arrivo di Sarah e le 14,35, risposta alla Cimino è del tutto insufficiente a Sabrina per compiere il delitto di cui è imputata"

Io ti dico Giacomo, conta fino a 180 e vedi tutto ciò che puoi fare nel frattempo. Come fai a dire è impossibile, lo avresti potuto dire solo se fossi stato là.
Con questo non voglio puntare il dito su Sabrina, ho anche parlato di possibili appuntamenti con altre persone, nell'ipotesi di un uscita anticipata.

Comunque il link della deposizione originale di Settembre presso la caserma dei Carabinieri è il seguente:
http://www.lavocedimanduria.it/wp/download/54426/

buona serata

Sira

Sira Fonzi ha detto...

DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Dico a mio marito: "prendiamo
la macchina, andiamo a vedere che è successo".
P.M. M. BUCCOLIERO - Benissimo. Per quale motivo dice a suo
marito: "prendi la macchina"?
DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Perché sentendo Sabrina che
non è arrivata, dico: "dove è potuta andare"? Lui dice:
"facciamo un giro, vediamo casomai sta in giro" e
abbiamo...
P.M. M. BUCCOLIERO - Quindi lei si è preoccupata di Sara.
DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Beh, certo.
P.M. M. BUCCOLIERO - Per questo dice a Giacomo di prendere la
macchina.
DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Certo.
P.M. M. BUCCOLIERO - La domanda allora è questa, perché si è
preoccupata?
DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Allora, per il fatto che era
trascorso del tempo.
Sira

Sira Fonzi ha detto...

@ Vanna ed Enrico

Buonasera carissimi, vi ringrazio e non vi dico altro, poichè parrebbero convenevoli, e invece non lo sono.
Però una cosa la voglio dire: Io sono 3 anni che leggo il blog, a volte scrivo, altre no, dipende da quanto stimolanti siano i commentatori e il commento degli stessi.
Beh... ultimamente mi sono accorta di scrivere molto-

Un caro saluto e buona cena!

A dopo

Sira

Sira Fonzi ha detto...

@Chiara

Il mio post delle 1954 era rivolto a te m era la seconda parte.
La prima era questa:

Nell'udienza del 7 febbraio, dove depone Concetta si comprende bene la sua preoiccupazione all'arrivo di Sabrina tanto che non vedendola tornare decide di prendere la macchina senza aspettarla per uscire a cercare Sarah
Se pensava fosse uscita da 10 minuti non credo avrebbe avuto questa reazione:

P.M. M. BUCCOLIERO - Benissimo. Ma in quel momento lei si è
preoccupata per sua figlia?
DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Eh, sì, perché sapendo che
Sara mi aveva detto che era andata a casa sua, poi
vedendola come si era preparata, con il telo, con il
costume, tutto quanto, cioè dove poteva essere andata? A
quell'ora poi i negozi erano chiusi, non è che potevo
immaginare...
P.M. M. BUCCOLIERO - Certo, certo.
DICH. Cosima SERRANO SPAGNOLO - Che dice: "passando per il
negozio sia entrata nel negozio", erano chiusi, andare a
casa di qualche amica il pomeriggio intorno all'una e
mezza - le due si dorme, per cui dove poteva andare?

Io non userei il termine ostinazione irragionevole con chi cerca solo di interpretare, confrontarsi, le ostinazioni sono altre Chiara e non dirmi che non sai riconoscerle.

sira


Sira

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo amico "fratello e furbacchione" Gilberto, trovo apprezzabile il tuo intervento per far da paciere.Vedi perché ogni tanto cerco di scherzarci su,per non creare certe tensioni,e cercando di commentare sia i fatti, ma, avere anche un dialogo socievole con tutti.Il solo fatto che non ci conosciamo,se non attraverso un blog in cui commentiamo,dovrebbe servire da stimolo a cercare di capire chi sta dall'altra parte del computer.Tu,da persona intelligente l'hai capito che tipo di persona io sono,e infatti apprezzi qualche mio scherzetto nei tuoi confronti,perché so di poterlo fare,altrimenti non mi permetterei mai.Ti abbraccio caro furbacchione.

Chiara ha detto...

Sira

mi sembra corretto risponderti prima di eclissarmi. Se hai il verbale sotto mano vedrai anche la parte in cui dice più o meno "No la prima volta non mi sono preoccupata, che ancora potevano essere tante cose, che magari
pure aveva fatto un'altra strada". Poi dopo che le ragazze hanno controllato i dintorni senza trovare Sarah si allarma.
Dopo appena dieci minuti.
Proprio come dici tu, però l'implicazione la vedo esattamente opposta: evidentemente la prima volta era ragionevole per lei che la figlia non fosse ancora giunta solo per il fatto di avere allungato il tragitto (e questo implica che il tempo intercorso tra la sua uscita e l'arrivo di Sabrina non fosse lungo), ma una volta verificato che non era così si allarma.
Se fosse uscita già un'ora prima non credo proprio che avrebbe pensato ad un semplice allungamento del percorso: in un'ora faceva tempo ad andare e tornare da Taranto!

In conclusione: è più ragionevole che - presupposto un percorso di cinque minuti - non si allarmi dopo un'ora (ossia dopo DODICI volte il tempo necessario) ma dopo un'ora e dieci (che in proporzione sono pochissimi minuti di più) sì;
o è più ragionevole che non si allarmi dopo dieci minuti (ossia dopo DUE volte il tempo necessario: "potevano ancora essere tante cose, pure che magari aveva fatto un'altra strada") ma dopo venti (ossia dopo QUATTRO volte il tempo necessario) sì (perchè quella che era la possibile variabile era stata esclusa)? Non so se mi sono spiegata bene, cerca di capire bene tu cosa intendo...

Vanna ha detto...

Chiara buonasera, sono appena tornata e ti rispondo al post del
30 agosto 2013 15:41, con il quale mi chiedi un parere su Concetta e la: " possibilità che la percezione dello scorrere del tempo possa essere talmente alterata da non far percepire che sia trascorsa un'ora anzichè pochi minuti e non far impensierire una madre...che però s'impensierisce dieci minuti dopo."
Io non sono in grado di dare un parere per un insieme di motivi:
- perché non conosco il quotidiano vissuto da Concetta, non so quali difficoltà potesse vivere o avesse vissuto nella sua storia passata;
- perché il tempo ha una dimensione tutta sua, a volte non passa mai, a volte scorre velocissimo;
- perché il tempo si misura e si registra anche in base alle emozioni, ai bisogni, all'attimo, all'attenzione.
- perché ognuno di noi passa dei momenti di totale confusione, di stanchezza, di paura inconscia che impediscono lucidità;
- perché è una madre con una storia delicata alle spalle come figlia, come donna, come sorella, come moglie, come paesana, come credente;
- perché io come madre, come figlia, come moglie, come nonna, come sorella, come docente, come credente, mai e poi mai potrei dare giudizi su una madre che viveva una realtà che non conosco, tra difficoltà che non conosco.
Ed in ultimo perché bisognerebbe sempre mettersi nei panni di un altro.
A te non è mai capitato di sentirti oppressa, svagata, di non sapere cosa fare e poi è successo qualcosa che ti ha scosso?
A me è successo e come!
Ho letto quello che hai scritto qualche post fa su Concetta,non sei stata tenera con lei, molto francamente ti dico che non l'ho condiviso e difatti non ho commentato, lo faccio ora perché me lo chiedi.
Se anche fosse vero quello che hai scritto, non è giusto pensarlo perché tu non conosci la realtà della sua vita e il perché sembra impietrita.
Il proverbio dice che dalle pietre non si può spremere latte, da quel volto,nella sua apparente fissità,
esce tutta la spremitura dolorosa di una famiglia maledetta da odi arcaici tramandati da madre in figlia e chissà da quante generazioni.
E lei ha reagito con compostezza, con purezza di parole, con dignità, con intelligenza.
Il fatto che ha permesso che il funerale fosse celebrato da un sacerdote, mi fa capire che non è una donna fanatica di quel credo religioso, è una donna che ragiona non è succube.
Un abbraccio.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Chiara riguardo ai tuoi ragionamenti logici su quello che dichiara Concetta,tutto fila liscio come l'olio,e non può sempre attaccarsi a quello che le dice Sabrina e compagnia bella,lei è la madre,lei sa a che ora è uscita da casa sua figlia,perché non si possono usare 2 pesi e due misure come fa il P.M. in certi suoi calcoli affermando che 5 minuti sono tanti,10 minuti sono tanti,se è per questo come dici tu,in un'ora si arriva si arriva a Taranto,quando per arrivare a casa di Sabrina ne occorrono 5,o 6 al massimo.Un lasso di tempo può essere accettabile,dopo uno incomincia a preoccuparsi,cosa del tutto naturale per una madre.Tutto questo per tornare ancora una volta a dire che,l'uscita da casa di Sarah non può essere collocata nell'orario che il P.M. ha ricostruito per il suo tornaconto.Mi spieghi che domanda è"perché si è preoccupata",ma come, non doveva essere preoccupata sapendo che per arrivare da sua nipote Sarah non impiegava più di 5 minuti? e dove poteva andare se era partita per andare al mare con la cugina,io sinceramente sono allibito per certe domande sconclusionate e fuori da una certa logica,si vede che non ha figli il P.M. altrimenti capirebbe certi ritardi dei figli.Ormai ho capito come ragiona questo signore togato,basta sapere le pressioni che ha esercitato su quel deficiente del Prof Strada,facendogli terminare le analisi per non far vedere nulla al consulente della difesa,bel modo di agire ha uno che dovrebbe garantire la giustizia,non è lo stesso P.M. delle lacrime di plastica di Sabrina? Ciao e buona serata.

carla ha detto...

dai ragazzi facciamo pace ....litigare non fa bene a nessuno....amen
a parte questo, penso seriamente per come sta funzionando la giustizia per cui è preoccupante, ci sono 2 donne che stanno in galera che dovrebbe essere difese dalla giustizia e chissà quanti altri....
ha ragione papa Francesco di andare controcorrente si proprio contro l'ingiustizia vittime della giustizia...
non si può stare indifferenti difronte a questo male è bene che se ne parli, anche se può sembrare inutile...è comunque un modo di stare vicini a chi c'è dentro in questa morsa della giustizia ed sperare che non ci cada qualcun altro , per cui per il momento sembri impossibile con questo mondo corrotto......
caro Vito come tu ben sai posso sembrare una (cetina) , ( bigotta), ma mi ritengo di essere con i piedi ben saldi per terra, senza laurea naturalmente, ma essenziale....
sono dell' idea che certe cose non si studia sui libri , o c'è l' hai o non c'è l'hai il ben dell'intelletto....se no per quale motivo il nostro papa Francesco ci manda tutti in periferia? non di sicuro per vedere i morti di fame, come si vuol dire.....
è dalla miseria che si può ricavare la scuola di vita.....bene, buonanotte a tutti

carla ha detto...

correggo: il papa Francesco di dire di andare....

Vito Vignera da Catania ha detto...

Ciao cara Magica ti avevo scritto un commento,l'hai letto? e cosa ne pensi? ciao e buona notte,Carla se ci sei in linea buona notte anche a te.

carla ha detto...

x Vito contraccambio la buonanotte e a tutti amici del blog che la notte porti buoni consigli e soprattutto buon umore.....siamo o non siamo qui per fare valere il bene dell'umanità?...se è così facciamolo allora!....a domani....baci

Sira Fonzi ha detto...

@Chiara

Si, ho capito cosa intendi, e non farebbe una piega se Concetta avesse detto che non si era preoccupata la prima volta, ma non fu così perchè, come ti ho postato, lei ammette di essere preoccupata da subito ed addirittura chiede al marito di prendere la macchina per andare a cercare Sarah di persona, ancora prima che torni Sabrina e che le dia la riconferma che a casa sua non era arrivata.

Il verbale dell'udienza è molto chiaro e Buccoliero glielo chiede espressamente se fosse preoccupata o meno, proprio perchè è un elemento importante, che genera interpretazioni diverse a seonda della risposta data.

Ne è la prova questo scambio di opinioni tra dim noi.

Altra cosa è se tu hai avuto modo di ascoltare dichiarazioni rilasciate da Concetta nell'immediato, diverse da quelle che si leggono sul verbale, anche se, come dice Vanna, la percezione del trascorrere del tempo è legata ad un infinità di fattori.

Ti posto il link dell'udienza semmai non lo avessi sottomano
pag. 79

http://www.lavocedimanduria.it/wp/download/54390/

Ciao Sira

Sira Fonzi ha detto...

Ciao a tutti,
ho sempre sentito parlare del cambio di orari dei testimoni che avevano avvistato Sarah, ma non avevo mai letto in che modo, quale fosse stato il percorso che li aveva portati a rettificare quanto sostenuto precedentemente.

La maggior parte di voi attribuisce questo cambio di orario a delle pressioni degli inquirenti, al fine di anticipare l'uscita di Sarah, per poter attribuire l'omicidio a Sabrina.
Quindi il vostro parere, così come quello di Massimo, lo conosco.

Ho voluto sapere invece quale fosse la spiegazione data da chi non vede malafede nella Procura e mi sono documentata.

Quello che vorrei sapere da chi vorrà rispondermi è se, all'interno di ciò che vi posterò, ci sono delle inesattezze e/o
delle cose non vere, che avete avuto modo di conoscere.

Fedele Giangrande e Giuseppina Nardelli
Fidanzati all’epoca dei fatti,dichiarano che
in quel pomeriggio, mentre erano a bordo della loro autovettura,
avevano visto Sarah Scazzi intorno alle 14:25 circa percorrere con
passo veloce via Kennedy in Avetrana. Giuseppina Nardelli aveva affermato di essere certa di quell’orario dal momento che aveva controllato nell’orologio in dotazione sulla loro autovettura. Poi i due ragazzi avevano aggiunto di aver verificato attraverso alcuni sms intercorsi tra di loro. Ma il successivo controllo dei tabulati telefonici delle due utenze aveva escluso tali invii nella fascia oraria tra le 11:54 e le 19:27 del 26 agosto.
Inoltre i ragazzi non ricordavano di aver pranzato insieme
a casa di Cosimo Giangrande, padre di Fedele. È proprio l’uomo
a riferirlo agli inquirenti. In seguito lo confermerà anche la stessa
Giuseppina Nardelli, la quale precisa di aver effettivamente pranzato
con il fidanzato molto prima delle 13:30. Nell’occasione il pranzo non
durò più di 20 minuti. Dopo aver aiutato a sistemare la cucina, attività
che non durò più di 10 minuti, i due ragazzi (che indossavano già il
costume da bagno) erano usciti da casa in un orario compreso tra le
14:00 e le 14:30.

Segue

Sira Fonzi ha detto...

....segue


Antonio Petarra
Dichiara da subito: "Verso le 12:45, mentre
ancora ero intento all’esecuzione dei lavori , ho
notato Sarah che, a piedi e da sola, uscendo dalla strada di vico II Verdi
e percorrendo via Verdi, prendeva la direzione di Piazza Unicef ma,
giunta all’incrocio con via Umberto I, svoltava a destra. Da allora non
l’ho più vista. . . ».
L’orario indicato dal Petarra in cui vede Sarah
(12:45) non può che essere impreciso dal momento che nello stesso
momento (o quasi) Sarah si trovava in compagnia del padre Giacomo
impegnata nell’acquistare della carne e della frutta per il pranzo,
come è emerso dalla relativa documentazione fiscale . Ne consegue necessariamente che Antonio Petarra a
quell’ora non poteva aver visto passare la ragazzina in direzione della
sua abitazione. Pertanto, una volta acquisiti gli scontrini fiscali degli
esercizi commerciali dove Sarah si era recata con il padre quel giorno,
gli inquirenti convocano per la seconda volta Antonio Petarra per
ulteriori chiarimenti.
Il 9 dicembre Antonio Petarra viene sentito nuovamente. L’uomo
riferisce che la mattina del 26 agosto aveva iniziato a tinteggiare la
facciata esterna della sua abitazione molto presto, intorno alle ore 6:00.
Con lui c’era il suo amico Vincenzo Maresca. Ricorda di avere visto
Sarah passare due volte per strada alle 8:30–9:00. La prima proveniva
da via Verdi e andava verso via Kennedy (quindi proveniva dalla sua
abitazione). La seconda volta l’aveva rivista dopo circa 15–20 minuti,
mentre camminava in direzione di casa sua. Antonio Petarra aggiunge:
« [. . . ] Ricordo che mentre ero a lavoro e quando già il mio compare
Maresca era andato via, sapendo che mia moglie doveva iniziare a
lavorare alle 14:00, ho guardato l’orologio per capire se era tardi o
meno, mi sono reso conto che erano circa le 13:45. Questa operazione
di guardare l’orologio l’ho fatta anche perché mia moglie mi aveva
chiamato dal balcone per dirmi che era tardi e doveva andare a lavoro.
A questo punto ho smesso di lavorare e sono rientrato in casa per
accudire mio figlio Alessandro di 4 anni che stava dormendo proprio
per dare il cambio a mia moglie. Sono quindi salito immediatamente
sopra per controllare mio figlio. Mia moglie, intanto, è andata via
atteso che doveva iniziare come detto il proprio lavoro alle 14:00 in
punto e doveva passare prima a prendere la moglie di Maresca atteso
che, insieme, dovevano andare a lavorare da Olivieri (Olivieri era il
datore di lavoro delle due donne).

Sgue

Sira Fonzi ha detto...

....segue
Precisa inoltre che: « . . . La strada che mia moglie doveva fare per
prendere la moglie di Maresca era una strada opposta a quella ove
è situato il negozio di Olivieri per cui, per essere puntuale a lavoro,
doveva anticipare di diversi minuti la partenza da casa. Appena salito
in casa mia moglie è scesa per andare subito a lavoro. Dopo pochi
minuti che sono salito sopra e mi sono reso conto che mio figlio
dormiva, sono sceso nuovamente in strada per pulire il marciapiede,
raccogliere gli attrezzi e lasciare tutto in ordine. In questo momento
vedevo nuovamente Sarah che passava e che da via Verdi andava
verso via Kennedy. Ricordo che era vestita con una maglietta rosa,
uno zainetto nero e gli infradito. Quando ho visto Sarah in questa
circostanza ero da solo atteso che il mio compare Maresca era già
andato via da tempo.
La procura, a riscontro delle dichiarazioni di Petarra, decide di
ascoltare sia Vincenzo Maresca, amico e compare del Petarra, che le
loro rispettive mogli, Pamela Trono e Giuseppina Di Bari.

Vincenzo Maresca
Amico e compare di Antonio Petarra.
Il giorno 26 agosto 2010 stava aiutando l’amico nei lavori di tinteggiatura
della facciata esterna della sua abitazione. In merito all’episodio
narrato dal Petarra, il 9 dicembre dichiara che lui quel giorno era andato
via alle 13:00–13:30. Quindi se Sarah fosse passata alle ore 12:45
anche lui avrebbe dovuto vedere la bambina. Ma così non era stato.
Conferma di averla vista passare soltanto alle 9:00 del mattino quando
andava verso via Kennedy. Maresca nel corso dell’audizione precisa
di essere certo che i fatti riferiti si siano svolti la mattina del 26 agosto
2010, poiché quello stesso giorno ricorreva la data del compleanno di
suo figlio

segue



Sira Fonzi ha detto...

segue
Pamela Trono (moglie di Antonio Petarra) e Giuseppina Di Bari
(moglie di Vincenzo Maresca)
Pamela Trono conferma quanto dichiarato dal marito. La donna aggiunge
un particolare molto rilevante: quel giorno era andata via da
casa una decina di muniti prima delle 14:00 perché a quell’ora doveva
trovarsi già sul posto di lavoro ma prima doveva passare a prendere la
sua collega Giuseppina Di Bari, moglie di Vincenzo Maresca.
Giuseppina Di Bari conferma quanto dichiarato dalla Trono. La sua
amica era passata effettivamente a prenderla non più tardi delle 13:55 e
precisa che da casa sua per raggiungere il posto di lavoro in macchina
s’impiegano 2–3 minuti.
segue

Sira Fonzi ha detto...

Giuseppe Olivieri
Il racconto delle due donne è confermato in un primo momento anche
dal loro datore di lavoro, Giuseppe Olivieri. L’uomo il 10 dicembre
2010 dichiara che il turno di lavoro delle due donne in quel periodo
si svolgeva effettivamente dalle 14:00 alle 17:00. In dibattimento però
Olivieri cambia versione e dichiara di non essere sicuro che le due
donne avessero preso servizio alle 14:00 il 26 agosto 2010. Riferisce
che le due donne avevano un orario flessibile e che avevano anche
la chiave del negozio dove lavoravano come addette alla pulizia e
che quindi potevano decidere autonomamente l’orario in cui andare
(dopo la chiusura del negozio alle 13:15). Precisa che le due donne
lavoravano per lui un’ora alla settimana (o quantomeno questo era il
monte ore previsto dal contratto). Tuttavia l’orario di effettivo lavoro
poteva essere superiore all’ora concordata. Secondo i PM alla base di
questo cambio di versione da parte di Olivieri vi sarebbe la volontà di
mettersi al riparo sotto il profilo legale dal momento che il contratto di
lavoro delle due donne prevedeva altre caratteristiche quanto a orario
e retribuzione. In altre parole l’uomo, una volta dinnanzi alla Corte
d’assise, sembrava decisamente più preoccupato dalla prospettiva di
ricevere una visita dall’Ispettorato del lavoro che interessato a fornire
piena collaborazione all’inchiesta con la sua deposizione. O almeno
così la pensano i PM che hanno chiesto ed ottenuto dalla Corte d’Assise
la trasmissione degli atti relativi all’esame di Olivieri per valutare la
sussistenza del reato di falsa testimonianza. Anche su questo punto
dunque si attendono sviluppi.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buon giorno a tutti cari amici.E rimasta qualche impronta biologica sul blog oppure debbo andare a cercarla sulla macchina del caro zietto,non so,una qualsiasi forma di vita c'è o non c'è,mica posso andare sul pianeta Marte per trovarla,ok.Si è discusso dei tempi che uno può ricordare nell'immediatezza di un evento,e delle sue percezioni,bene,io vorrei sapere questo.Cosa ha più valore le dichiarazioni firmate subito dopo,o quelle rese in tribunale dopo un anno e mezzo? e ricostruite o aggiustate con l'aiuto degli avvocati e dei signori P.M. . Questa non è ricerca della verità e della quasi certezza di cosa sia successo quel giorno,a ricostruire gli orari siamo tutti bravi,e mentire di certo non porta a capire come,quando, e perchè sia accaduto.Buona giornata.

PINO ha detto...

@ SIRA
La tua precisazione, sulla sequenza degli spostamenti di Sarah, nella prima metà di quel funesto 26 agosto, ed il loro ordine cronologico, tratto dagli atti ufficiali da te consultati, non fa una piega.
Risulta evidente che gli "aggiustamenti" degli orari, da parte degli inquirenti, ritenuti da alcuni solo "di comodo", furono effettuati in base a più approfondite indagini, quali quelle da te riportate.
Penso che, battere e ribattere ancora su presunte flsificazioni dei dati stabiliti, da parte delle autorità inquirenti, sarebbe solo una sterile, quanto incongruente opposizione.
E' appunto tale cronologia, che avrebbe dato agli stessi preposti alle indagini, la possibilità di stabilire che l'omicidio di Sarah sarebbe stato consumato fra le ore 14,18 e le 14,23 di quel pomeriggio.
Sarà compito dei giudici della corte d'appello, stabilire se sia stato esatto o meno quanto hanno stabilito quelli di 1° grado.
Ciao, Pino

Anonimo ha detto...

Io comincerei a chiedermi perchè Sarah era passata per via Umberto I che non era di strada rispetto a dove andava o perchè non percorreva l'ultimo tratto di Via Verdi e preferiva fare la deviazione

magica ha detto...

buogiorno a tutti.
ciao vito . non sono stata in grado di trovare il mess che mi avevi scritto .
se vuoi ripostalo che mi fara' piacere leggerlo ..
vito ... su con il morale, sii forte . tu sei battagliero., nonostante si leggano i tuoi mess scritti pacatamente .
. io ti auguro di avere molta forza bacio tua moglie , ciao

Giacomo ha detto...

Sira
Ho controllato. In realtà quella deposizione del 29 settembre 2010 è una delle numerosissime deposizioni rilasciate da Concetta Serrano a partire dal 26 agosto 2010, quando si recò dai carabinieri per firmare la denuncia di scomparsa di Sarah. Queste deposizioni si caratterizzano per essere sistematicamente difformi l'una dalle altre. D'altronde la stessa Serrano asserisce più di una volta, anche in dibattimento, che lei si può confondere nel riferire dettagli e circostanze e che la sua memoria non è buona, addirittura "fa pena". A ciò si aggiunga lo stato di comprensibile confusione in cui la notizia della scomparsa di Sarah la gettò.

Per quanto riguarda la deposizione, è importante precisare che si tratta di SOMMARIE informazioni testimoniali, da approfondire ulteriormente e da confrontare con dati oggettivi, come ad es tabulati. Ciò specificato, passiamo all'analisi.
In particolare è scritto a pag 2, verso il fondo, che Concetta dice:
PREMETTO CHE CON I TEMPI E LE COLLOCAZIONI CRONOLOGICHE DEGLI EVENTI POTREI FARE CONFUSIONE

Più avanti Concetta dice:
Verso le 13,00 Sarah è uscita con mio marito a fare un po' di spesa, rientrando alle successive 13,20 circa.
In realtà, a dimostrazione di quanto fosse vera la premessa, dal controllo degli scontrini della spesa si è appurato successivamente che Sarah uscì col padre verso le 12,45 ed alle 13,00 era già di ritorno.

Ancora, Concetta dice:
Quando è uscita con mio marito Sarah non sapeva ancora di dover andare al mare
Ma l'unico dato oggettivo che si può dedurre da queste parole è che Sarah ancora non le aveva ancora parlato della gita.
Continua la Serrano:
Dopo circa 10 minuti che è rientrata (quindi verso le 13,10. ndr) mi riferiva che Sabrina le aveva inviato un sms dicendole che sarebbero andate al mare.
E' evidente che Concetta fa confusione. Questo sms delle 13,00 non esiste. Difatti nelle interviste precedenti, rilasciate da lei e dalla badante, vengono precisate due DISTINTE circostanze.
- In un primo momento Sarah, al ritorno dalla spesa verso le 13,00, l'avverte che è IN ATTESA di un sms di Sabrina, per confermare la gita al mare legata alla disponibilità di Mariangela.
- In un secondo momento Sarah, che nel frattempo ha mangiato in maniera veloce un cordon bleu intorno alle 13,15 e poi si è ritirata in camera a prepararsi e mettersi il costume, esce dalla sua stanza annunciando questa volta l'EFFETTIVO ARRIVO dell'sms di Sabrina, che la invitava ad uscire SUBITO per andare da lei, perché Mariangela era in arrivo. I tabulati ci dicono con estrema certezza che questo sms fu ricevuto da Sarah alle 14,25.
Poi Sarah si reca rapidamente in cantina a prendere il telo da mare che infila nello zaino risale saluta tutti ed esce intorno alle 14,28, riscontrando immediatamente con uno squillo l'sms di sollecito che nel frattempo Sabrina le ha inviato.

(continua)

Giacomo ha detto...

...continua

Perché quindi ipotizzare che Sarah abbia mentito alla madre, invece d'ipotizzare molto più plausibilmente che Concetta nella Sit e a dibattimento si sia confusa, riunendo nel ricordo due distinti momenti: il preannuncio che Sarah ASPETTAVA un sms e l'annuncio dell'effettivo ARRIVO di questo sms?

Per quanto riguarda la pantomima inscenata dal pm in dibattimento per indurre Concetta a dire che si era preoccupata già alla prima visita di Sabrina perché era passato molto tempo dall'uscita di Sarah, pantomima da te diligentemente riportata, osservo che intanto ciò contrasta con le dichiarazioni a verbale del 29 settembre 2010, in cui Concetta dichiara:
- che Sabrina arrivò a casa dopo 15-20 minuti che Sarah era uscita e
- che lei si preoccupò solo dopo la seconda visita di Sabrina che confermava che Sarah non si era vista, e quindi che l'ipotesi tranquillizzante, che Sarah avesse fatto una strada diversa, non aveva purtroppo trovato conferma.
Ma anche in dibattimento sia Concetta sia il marito hanno entrambi asserito che, quando Sabrina arrivò e chiese se Sarah si era sbrigata, risposero meravigliati: "Com'è possibile, se Sarah è uscita ADESSO per venire da te?"

E, come già ti hanno fatto notare, "ADESSO" mal si concilia con "UN'ORA FA".

Tanti saluti a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Anonimo ha detto...

@ Giacomo
Le tue conclusioni circa la tempistica e le dichiarazioni dei protagonisti mi trovano perfettamente d'accordo. Quando ti limiti ad analizzare i dati oggettivi in nostro possesso ne fai una ricostruzione convincente, che naturalmente porta all'estraneità di Sabrina. Quando invece ti avventuri a dire cosa sarebbe successo (la dinamica della morte di Sarah) ne fai una narrazione priva di riscontri, quando ritieni che Sarah sia stata uccisa da Michele non ti avvedi che utilizzi soltanto le sue confessioni-narrazioni senza riscontri. La verità caro Giacomo non è nelle parole di Michele, non perché menta, ma perché non ricorda e non sa realmente cosa è accaduto quel giorno... Le sue contraddizioni che si palesano anche nelle varie intercettazioni con i familiari, se lette nel modo giusto, dimostrano che il suo obiettivo è colmare quel buco di memoria che per lui dev'essere qualcosa di inconsapevole e angosciante.
Gilberto

ENRICO ha detto...

@ Giacomo,

Premetto che sono del tutto impreparato riguardo alla questione orari, tabulati ecc..ecc.. Però, quando tu dici :

"I tabulati ci dicono con estrema certezza che questo sms fu ricevuto da Sarah alle 14,25. "

non hai l’altrettanta certezza di DOVE fosse Sarah in quel preciso momento ( ancora a casa, per strada , già da Sabrina o nelle immediate vicinanze ?)


OT
@ Kiba

E’ vero : ogni tanto anche “nelle migliori famiglie” capita di perdere le staffe . E meno male perché non c’è niente di peggio della “perfezione” a tutti i costi !

Le personalità di coloro che scrivono in questo blog sono molte, differenti e non sempre compatibili. A mio avviso è già un miracolo che episodi del genere, oltre ad essere ASSAI RARI, siano sempre stati superati con buon senso e intelligenza

In ogni caso credo che nessuno di noi abbia bisogno di paternali dato che tutti siamo adulti vaccinati e, immagino, consapevoli delle conseguenze che possono produrre i nostri scritti e pertanto in grado di assumerci la relativa responsabilità degli eventuali fraintendimenti o delle rimostranze di chi, leggendo, ritiene - a torto o a ragione – che sia stata ferita la propria sensibilità

Ps: Il fatto di saper scrivere più o meno correttamente è irrilevante. Quello che conta è il rispetto da osservare verso chi legge per evitare che gli interlocutori incontrino difficoltà nel comprendere ciò che s’intende trasmettere

ENRICO ha detto...

Ps x Kiba

un caro saluto
ENRICO

(mi sono accorto ora che mi era sfuggita l'ultima riga del post !)

Vanna ha detto...

Enrico buon pomeriggio!
Condivido pienamente!

Quando ciò che si scrive viene donato agli altri, con errori o meno di ortografia o di grammatica, non fa nulla, non è quello il problema.
Tra l'altro ciò che oggi è un "errore" di ortografia, cento anni fa forse non lo era.
La lingua è viva e le parole possono subire cambiamenti e comunque un errore morfologico o grammaticale in un discorso non può cambiare il significato del pensiero.
Tra l'altro si può attivare sul computer la correzione automatica.
Ma la struttura del discorso è altra cosa, il senso di quello che si dice deve essere trasmesso con chiarezza, se non è compreso, oltre a scattare l'incapacità di capire, scatta anche il dubbio che si faccia apposta per inquinare acque e pensieri altrui e questo l'ho notato spesso.
Perché accade? Non per ignoranza, è una tattica di scagliare il sasso in acqua il sasso e vedere cosa produce: è un atto provocatorio, denigratorio , da "debunker".
Chi scrive deve far capire agli altri ciò che si sta esprimendo, perché comunica qualcosa che ha dentro, dona le perle della sua interiorità. Quelle perle, da parte chi legge, devono essere raccolte con rispetto.
Quando questo non accade è perché
o da una parte e dall'altra non c'è stato rispetto; o vengono scagliate bischerate per far irritare e tenere basso lo spessore del dialogo o impedire che ci si avvicini troppo alla verità.
E' una specie di tattica che fa pena.

Vanna ha detto...

Sira e Giacomo, i vostri scambi di orari che avete confrontato prendendoli dalle fonti è notevole.
Eppure, quelle manciate di minuti prima o dopo non ci fa capire molto su cosa accadde veramente.
Perché potrebbe essere andato tutto in modo diverso, non sappiamo per esempio, quando il corpicino è stato infilato lì.
Le narrazioni di Michele sono le uniche ma sono diverse e non c'è che io ricordi, il tempo.
Quando lui la mese nel pozzo?
Il 26 o successivamente?
E' sicuro che è morta il 26?
E' sicuro che non sia stata rinchiusa da qualche parte e poi soppressa?
E' sicuro che non fosse sottochiave a casa Misseri, mentre si diceva che l'avevano presa... aveva chattato con qualcuno... Avetrana le andava stretta...?
E' sicuro che non sia salita su l'automobile nera rombante?
Perché allora Michele si mosse subito per chiedere, non ricordo a chi, se avevano vista la nipote su qualche macchina.
Dunque, non avendo dati precisi,
ed essendo potuto accadere di tutto,quella manciata di minuti possono dire tanto relativamente, in realtà dicono poco.
In questa storia ogni fatto e ogni dato è "double face".
Ecco perché il nostro confronto è interessante, perché si può smontare per farne un altro e così via, e durante questo processo via via si vede qualcosa di nuovo.
Secondo me questo è positivo.
Ed è in questa ottica che dobbiamo vedere sia la discutibile sentenza emessa che la lentezza che ne consegue.
Saluti

ENRICO ha detto...

OT

@ Vanna
tanto per drammatizzare e ritornare al discorso dell'"incomprensibilità" che ogni tanto serpeggia nel blog, mi sto scervellando per capire cosa c'entri in tutto questo Papa Francesco ;-)
ciao !

carla ha detto...

buongiorno,
vorrei rispondere sia a Enrico e Gilberto, penso comunque che sia chiaro dalle tempistiche è impossibile commettere l' omicidio dalle donne misseri in quel giorno...il dubbio rimane sul racconto riportate dal Michele , solo per il fatto che lui nelle indagine non esisteva fino al ritrovamento del cellulare....infatti di lui che sappiamo di preciso dei suoi spostamenti orari ecc.?....poca cosa ....stando a quello che dice Gilberto , il delitto dovrebbe essere avvenuto in un altro momento in un altro luogo....
visto che anche l'accusa scagiona i tempi di Michele che non sono fattibili.....non è che ci sia tante altre alternative....
ma non si vorrà di certo credere quell'ipotesi che si ha messo contro le donne!.....dopo tutto si tratta sempre l'ipotesi senza prova dimostrativa.....
comunque riguardo di prova che parlò Vito io ho presente che si parlava del capello biondo senza bulbo per
cui non si poteva risalire alla appartenenza e sembrerebbe che sia stato cancellato come prova....

Vanna ha detto...

Una buona domenica a tutti!

Ciao Sira e Giacomo, ieri ho fatto un'altra passeggiata in rete sul caso in questione, non si finisce mai di scoprire il mondo del caso Scazzi.
Ho trovato, in riferimento ai dati telefonici che, per quanto possano contare, dicono:
- Sabrina tel. a Ivano R. il 26 agosto alle ore 15,19 e agganciò la cella di Nardò che copre la contrada Mosca non Avetrana.
Sentii all'epoca che le celle di una zona quando sono piene utilizzane quelle vicine.
In questo caso era il primo pomeriggio, non un'ora di punta, quindi tale copertura ci può stare.
- Alle ore 14 della stessa giornata, Ada Maria Serrano, tel. a S. per un appuntamento estetico e lei non rispose.
Queste due tel. fanno parte dell'elenco tuo e di Giacomo?
- Ho letto la deposizione di Alessio Pisello, pubblicata su La Voce di Manduria il 6 nov. 2012.
Il giovanotto spiega in modo rattoppato il pomeriggio e per fare volantinaggio, usa il suo Ducato bianco.
C'è una testimonianza che riporta di uno strano movimento proprio nell'ora in cui il Pisello dice di tornare a casa,intorno alle 14-, 14,30, che ha a che fare con la Opel Astra di Cosima e un furgoncino, guarda caso, bianco.
- Una testimone racconta di aver sentito Michele urlare in quel primo pomeriggio.
- Gli inquirenti misero agli atti le confidenze che Michele, fortemente turbato, fece a due anziani dopo un paio di giorni dalla scomparsa di Sarah.
Egli comunicò in modo sconnesso e drammatico che la ragazzina era morta.
I due lo riferirono ad un'anziana di altra zona e anche questa fu chiamata dagli inquirenti.
Quindi già si sapeva che Sarah era morta se Michele lo raccontò.
Perché non fu cercata morta, ma si continuava a cercarla viva?
Oggi è domenica, rispondete quando potrete.
Saluti cari.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Prof Tummolo,lei cosa ha pensato del fatto che ho elencato le mie generalità? non pensi male,era per far capire ai signori anonimi(visto che se ne parlava)che mettere anche il solo nome non comporta nulla,anzi,si evita di rispondere al loro commenti con la scritta,x l'anonimo delle 21.00,x l'anonimo delle 14.45.e via di seguito,oltretutto si evitano gli scontri tra anonimi e che poi uno non ci capisce più nulla,questo era il senso,ne più e ne meno.Buona Domenica Prof.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Cara Vanna Buona Domenica a te e tutti gli amici del blog,sperando che sia serena e tranquilla. Fa piacere che ti dai da fare per cercare qualche spunto interessante,e come ho già detto tante volte tutto può essere utile. Sei sicura che la deposizione di Alessio Pisello è del 2012 ? A più tardi con altri commenti riguardando il caso in questione,ciao e grazie del tuo contributo per le ricerche,Buona giornata.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Signor Vignera,

a chi dice dati precisi sulla propria persona, non vi è nulla su cui obiettare. L'anonimato potrebbe pure essere sopportabile se non fosse usato come arma di aggressione. L'ho scritto qui da quasi tre anni ed altrove anche dal 2008, quando ho cominciato a scrivere su INTERNET. La lealtà nella propria presentazione è una garanzia per sé, come per altri. Se uno scrive delle lettere tradizionali, lo farebbe. Non si capisce perché scrivendo per via telematica, debba avere criteri diversi. Ma si sa, copiare i metodi americani è la regola dominante da che abbiamo perso la Seconda Guerra Mondiale. Prima eravamo servi dei Tedeschi, prima ancora degli Austriaci, dei Francesi e degli Spagnoli. Un vecchio vizio dal quale non sappiamo liberarci compe popolo, ma soprattutto come classe politica, intellettuale, economica.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Perfetto caro Prof Tummolo vedo che ha compreso quello che intendevo dire. Una cosa ho dimenticato di dire che mia moglie e di Bari,con tutti i parenti sparsi in zona,e che a loro ho chiesto qualche informazione sul caso che trattiamo,e tramite degli amici qualche notizia mi è arrivata,per ora non dico nulla poi le farò sapere. Buona giornata.

Vanna ha detto...

Ciao Vito, grazie di avermi fatto l'appunto.
La trascrizione dell'
interrogatorio di A.P. è stata pubblicata dalla Voce di Manduria il 13 novembre 2012.
L'interrogatorio e relativa trascrizione risalivano al 20 ottobre del 2010.
Ho rivisto anche la notizia dell'avvistamento di un furgoncino in contemporanea con la macchina di Cosima,da più fonti si riporta che il furgoncino non era bianco ma blu.
Saluti

magica ha detto...

la voce di manduria .
ha sempre pubblicato notizie che poi sono state smentite dai riscontri .

Anonimo ha detto...

Le successive indagini accertano che Sabrina e Mariangela si separano solo alle 15:50 quindi al tempo dell'sms delle 15:19 erano insieme e agganciavano celle diverse, era proprio un salto di cella dovuto a ragioni tecniche. Per mesi si è parlato di un buco di 40 minuti nel pomeriggio di Sabrina che lei continuava a negare. Aveva ragione lei: non c'era nessun buco che le consentisse di andare al pozzo. E' stato definitivamente chiarito.

Anonimo ha detto...

Sabrina con la sua " immoralità" si è offesa da sola.

Quando il PM ha letto in aula alcuni "messaggi hard" scambiati tra Sabrina ed Ivano, Cosima ha abbassato gli occhi a terra per la vergogna.

La vergogna delle Misseri è pubblica". Non c'è più nulla da poter nascondere.

"TUTTO è venuto alla luce. Impossibile sottrarsi all'"ERGASTOLO".

Vito Vignera da Catania ha detto...

Cari amici buona sera a tutti.
Questa è l'ultima telefonata tra Sabrina e suo padre alle ore 3.47 tra la notte del 6-7 ottobre 2010.
Sabrina Misseri "Papà perché hai ucciso Sarah?"
così Sabrina Misseri cercò di incolpare suo padre Michele.
"SABRINA: Perché non me lo hai detto subito papà?
MICHELE: ...(incomprensibile)...non mi aspettare più
SABRINA: si, va bene papà, io ti voglio parlare però poi..
MICHELE: ma chissà quando..
SABRINA: no "ma chissà quando..." vedi che puoi decidere quando vuoi tu per parlare con noi..
MICHELE: si, però, se il telefono lo lasciano a me!
SABRINA: va bene e tu non ti preoccupare che se tu vuoi parlare con noi alla fine loro ti fanno parlare...
MICHELE: il telefonino no, stasera e l'ultima telefonata... il telefonino me lo tolgono
SABRINA: o capito papà... però gli avvocati alla fine gli danno il coso per farti parlare...
MICHELE: si.
SABRINA: però, papà, perché lo hai fatto ? io non me lo so spiegare proprio...tu non hai mai fatto niente di male...perché in quel momento... che cosa ti è venuto?
MICHELE: non lo so .
SABRINA: poi parliamo...
MICHELE: si
SABRINA: CIAO.
MICHELE: CIAO." Lascio a Voi una attenta riflessione su questa drammatica telefonata,e dopo tutto quello che era successo in diretta televisiva da casa Misseri. Incredulità,sconcerto,lacrime,ore drammatiche e di angoscia se era tutto vero,le notizie non promettevano nulla di buono,si cercava il luogo del possibile ritrovamento del corpo di Sarah con gli amici,di tutto è successo quella notte.Carissima Mimosa grazie per aver capito il senso del mio intervento,cosa di cui non avevo dubbi,ora aggiungi quest'altra "perla" alle tante cose in tuo possesso,e di cui in qualcosa credo di aver contribuito.Un caro saluto all'amico Giacomo e tutti voi cari amici.Cara Vanna, giusto quello che hai scritto, a dopo per altri commenti.Ciao

Anonimo ha detto...

VIGNERAAAA?
e ti pare che non sapevano di essere intercettati papà e figlia???
Dovevano completare e confermare lo sceneggiato reparato in famiglia!!!
Ma quelli che ascoltavano non erano fessi!!!
La telefonata che hai postato, avvalora l'accusa ai Misseri.

Manlio Tummolo ha detto...

Che c'è di male per una ragazza di oltre vent'anni se dimostra desiderio verso un giovane più o meno coetaneo ? Mica si era messa con ragazzini impuberi.

Oggi poi non ci si scandalizza nemmeno per cose che, fino a qualche decennio fa, avrebbero destato riprovazione o derisione da quasi tutti.

Del resto, non la si era rimproverata aspramente (facendone addirittura movente di omicidio) per il fatto che sgridasse Sarah per certi comportamenti, affettuosi, con i ragazzi già maggiorenni ? E allora siamo sempre al medesimo punto: se si fosse comportata da Carmelitana Scalza, le avrebbero detto che era un'ipocrita bacchettona; se si comportava lasciando libera la cugina di fare esperienze troppo avanzate, l'avrebbero accusata di corruzione di minore.

E' sempre la storia del padre, del figlio e dell'asino in giro per Bologna, criticati per ogni atto dai cittadini.

Anonimo ha detto...

Concordo con Anonimo 18:52,00. La telefonata intercorsa tra Sabrina e il padre (fortemente voluta da Sabrina) non fa trasparire lo shock che una figlia ignara avrebbe dovuto provare scoprendo, di punto in bianco, di avere un padre assassino. Dando subito per scontato che lo fosse (come mai?) si è servita, a mio avviso, di una finta meraviglia ripetendogli "Perché non me lo hai detto subito?" per puntare il dito su di lui, mettendo così al riparo se stessa. Tanta urgenza di parlare col padre, in momenti in cui avrebbe dovuto essere inebetita e senza parole, nascondeva, secondo me, uno scopo ben preciso.
Questa è stata la mia impressione. R

ENRICO ha detto...

mi spiace per chi la pensa diversamente ma, purtroppo, quella telefonata intercettata tra Sabrina ed il padre e avvenuta pochi momenti dopo la drammatica confessione, non è un elemento a favore di Sabrina

Concordo con l'interpretazione che ne fa R perchè anche io , leggendola a suo tempo, ho fatto la sua stessa considerazione

carla ha detto...

si certo R, poco prima della trasmissione si parlava di mangiare salsicce.....ma fammi il piacere!....non avete altro da inventare?....

magica ha detto...

buonasera a tutti
la telefonata fra sabrina ed il padre .
anche a me non è piaciuto il modo ., ma ho sempre pensato che sabrina sia stata una ragazza che si è comportata con sfacciataggine , anche durante le ricerche della cugina. non si è risparmaita ., vuoi anche per apparire , si sa come certe ragazze avere una apparizione in tv sarebbe il massimo dei desideri .
non si è accorta del momento tragico .. che la famiglia stava vivendo ,
infatti poco prima (quando stavano interrogando il padre e non si sapeva la fine di sarh . sabrina conversa con la madre di cose futili .. la cena e i funghi indigesti .
non era preoccupata .poi naturalmente si preoccupo' . ma agendo con sfacciatggine . non si rendeva conto che stava telefonado al padre .. reo confesso

magica ha detto...

ciao carla -
abbiamo avuto lo stesso pensiero
abbiamo sempre ricordato gli avvenimenti e ragionato su essi ,
sempre senza pregiudizi , e mettendo in conto tutto . il contorno della faccenda .

Anonimo ha detto...

Salsicce ed euforia a 1000, visto che Concetta, Ivano ed Alessio erano immortalati dalle telecamere, tutti insieme, a casa sua.

Quindi, nessun sospetto da parte della zia, a cui aveva ucciso la figlia!

Sembrava proprio una festa, dirà Concetta chiamando i cameramen a conferma di quanto dice.

Mancavano solo i palloncini!

ENRICO ha detto...

"torniamo a bomba" ( approfittando di un istante di tregua armata)
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Ma l’ipotetica euforia per la preparazione della cena con i funghi si verificava contestualmente al collegamento in diretta con “ chi l’ha visto? “mentre padre madre e sorella in caserma per l’interrogatorio ?

Fin dall’inizio del programma Sabrina non si è mai fatta riprendere dalle telecamere.
Stava preparando i festeggiamenti o stava piangendo disperata come dichiarava la giornalista presente in casa assieme a Concetta Ivano Alessio e Biscotti ?

Io questa storia non l’ho mai capita …

magica ha detto...

sabrina stava messaggiando con la madre mentre la tv si accingeva alla diretta ,
sabrina non aveva altro da fare . bastava che all0occorrenza si fosse presentata .
magri pensava di prepararsi un po'
infine all'apparenza ci tengono tutti naturalmente venuta fuori la verita' le è caduto il mondo addosso .

Anonimo ha detto...

@ENRICO
Ciao, ricordo che quella sera Sabrina non si mostrò alle telecamere durante tutta la diretta. L'inviata di Chi l'ha visto disse che era preoccupata per l'interrogatorio del padre (?).
Dei funghi e salsicce aveva parlato al telefono con la madre precedentemente, quando stava preparando la casa per accogliere la troupe di Chi l'ha visto (togliendo di mezzo anche il pc...).
Può essere che man mano che il tempo passava (e il padre continuava ad essere sotto torchio) avrà iniziato a preoccuparsi prima e a spaventarsi poi, preferendo evitare di apparire per restarsene nel suo brodo ad attendere gli eventi...R

Giacomo ha detto...

Quella telefonata tra Sabrina e il padre è un elemento neutro. Non prova niente, né a favore né contro la responsabilità di Sabrina.

Invece di discutere di cose futili, cercate piuttosto di demolire i tabulati fra le 14,23 e le 14,42 del tragico 26 agosto 2013.

La malafede si vede anche quando si sorvola su argomenti SERISSIMI per tornare alle futilità, tipo le diecimila intercettazioni a doppia tripla e multipla interpetrazione.

Sabrina e Cosima sono estranee al delitto. Non se ne sono accorte non ne sapevano niente.

E' dura da digerire per chi ha l'hobby di conficcare gli acuminati canini nelle vittime di turno della malagiustizia, coprendo alle volte la sua sete di sangue con ipocrite espressioni di circostanza.

Falsi terzisti e colpevolisti, v'invito a cercare altri blog dove c'è gente che esulterà alle vostre espressioni d'odio contro le imputate.
Ma cercate di evitare di ammorbarci con i vostri pregiudizi giustizialisti e colpevolisti.

Qui ci sono due donne condannate all'ergastolo senza uno straccio di prova. E' l'ennesima vergogna della nostra nazione. Questa è la tragica realtà.

Vedremo se la povera Sarah riuscirà ad avere giustizia.

Malgrado tutto ci spero ancora.

Saluto tutti gli amici del blog, soprattutto quelli seriamente interessati a questo caso drammatico che vede una giovane vittima di FEMMINICIDIO e due altre vittime che, guarda caso, sono femmine anche loro.

Bisogna anche saper guardare al di là del proprio naso.

Buona notte a tutti.

Giacomo

Vanna ha detto...

Velocemente vado leggendo e trovo che Sabrina stava preparando funghi e salsicce per cena, poi accogliere la troupe televisiva, mentre il padre ne sparava di grosse?
Non era meglio un risetto in bianco o digiuno a pane e acqua?
Qualcuno ha il cuore di pietra.

carla ha detto...

quello che ho visto quella sera sul programma che all'inizio si era partite come al solito con solite inchieste che si fa con persone scomparsa....dopo tutto in quel giorno ne era stata pure interrogato pure Sabrina e Valentina ...e quanto pare tutto sembrava tranquillo fino all'inizio della trasmissione , fino a quando non arrivavano delle notizie frammentate e smentite , e, non mi sembrava che si vivesse un momento scontato, anzi un momento di incredulità ci si viveva un po' tutti , con speranza che si fossero sbagliati , almeno per me è stato così fino alla notizia definitiva.....

ENRICO ha detto...

@ R

beh, forse può essere andata come tu supponi...per quanto , come giustamente fa notare Vanna in un frangente del genere pensare a preparare la cena con funghi e salsicce per ai cameramen mi sembra un po' fuori luogo !

comunque , per carità, ognuno reagisce a seconda della propria indole oppure Sabrina era certa che l'interrogatorio dei genitori non avrebbe riservato sorprese

Anonimo ha detto...

@ENRICO
Sabrina raccontò alla madre cosa aveva mangiato per cena (cibi, probabilmente, cucinati in precedenza dalla stessa Cosima), e poi continuò dicendo di aver fatto i preparativi per ricevere la troupe televisiva, non certo di aver invitato a cena gli operatori!
Probabilmente ho scritto di fretta creando un misunderstanding :)
Ad ogni modo ha ragione Vanna: certe situazioni dovrebbero togliere l'appetito e bloccare la digestione, non il contrario! R

ENRICO ha detto...

@ R

tutti questi particolari che mi riporti, così dettagliati e precisi mi erano sfuggiti. Immagino siano agli atti e siano stati controllati..

Vito Vignera da Catania ha detto...

Certamente è facile come bere un bicchiere d'acqua per alcuni che commentano,visto che non si sono mai trovati in certe situazioni.Provate ad immaginare cosa avreste fatto al loro posto,perché da casa sembra tutto facile,come rispondere ai quiz,tutti sanno le risposte,poi sul posto magari non sanno nulla.Vi siete mai trovati in un aula di tribunale e dover rispondere a un pubblico ministero? non credo,beh spero che non vi capiti,perché vi assicuro che sono momenti drammatici,sopratutto se si parla di un delitto,quindi ci andrei cauto con certe considerazioni.Buona serata,ciao caro Giacomo

Anonimo ha detto...

GIACOMO le telefonate e gli sms che ti assillano tanti non valgono a niente, perchè Sara, alle 14,23 ERA GIA' MORTA. E sono in tanti ad averlo confermato.
I tabulati a cui ti riferisci, sono opera di Sab che ha saputo ricamarli su misura, come la telefonata al paparino sotto torchio.

Vito Vignera da Catania ha detto...

A te cosa è che ti assilla per poter dire che alle 14.23 era morta? eri presente per caso? hai visto tutto per dare certe conferme? non è meglio che vai a dormire e ci rifletti con calma?

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