sabato 17 agosto 2013

Caso Scazzi - Un nuovo format: dissoluzione dello spazio scenico. Mnemotecnica e allestimento...




Articolo di Gilberto M.

In genere un format richiede un apparato di regole per sviluppare un programma televisivo. Le idee possono partire dall’attualità, dalla storia e da qualunque input la realtà e l’esperienza possono offrire fino a tradursi in un prodotto finito,  strutturato in trasmissioni come ad esempio i talk show, varietà, giochi e quant’altro. Il format rimane fondamentalmente un fiction, per quanto possa attingere alla realtà e alla cronaca. Il contenitore strutturato secondo un copione resta pur sempre ancorato a una distinzione irriducibile tra ‘realtà’ e ‘finzione’, anche quando vengono presentati casi umani dal vero, vicende più o meno credibili, più o meno imbellettate e alterate per dare il massimo di drammaticità alla storia, o per renderla esteticamente più attraente per un pubblico assetato di eventi eclatanti. L’audience è sempre più desiderosa che venga alzata la posta per non cadere preda della noia, un pubblico che vorrebbe entrare a far parte della narrazione e lo può fare solo per interposta persona, attraverso meccanismi di identificazione e di proiezione con i personaggi.

La linea di demarcazione rimane lo studio televisivo nel quale si fa accadere l’evento (la descrizione con le informazioni generali sul programma e i concetti che lo esplicitano attraverso gli apparati scenografici). Le immagini di repertorio rimangono soltanto documenti che, per quanto montati ad arte, conservano quella separazione tra rievocazione di un fatto attraverso i suoi protagonisti (i loro vissuti) e i documenti che in qualche modo ne attestano il carattere drammatico, edificante, emblematico, educativo… Perfino i collegamenti in diretta rimangono distinti dalla realtà che viene evocata, con il crisma dell’intervista o lo stratagemma asettico del ‘secondo indiscrezioni’, delle ‘notizie non confermate’, del ‘corre voce’. Il dibattito intorno a un caso rimane separato dal suo oggetto anche quando tra gli ospiti ci sono gli stessi protagonisti della vicenda, perfino quando le deformazioni appaiono grossolanamente evidenti.

Due fatti di cronaca hanno però introdotto un nuovo paradigma nell’ambito del prodotto televisivo e più in generale massmediatico: il caso Cogne e soprattutto il caso Scazzi. Nei due eventi il format ha spezzato l’involucro del contenitore dei media per trasferire la fiction direttamente nel contesto di cui vuole essere interprete. La linea di separazione tra ‘realtà’ e ‘documento interpretativo’ si è come frantumata e dissolta: il cronista-commentatore è entrato a far parte attiva di quanto va descrivendo, non più solo mero testimone che racconta una realtà ricostruita oggettivamente in forza di una documentazione più o meno esaustiva ed approfondita. Anche il cronista fa parte della fiction. Non si tratta di una mero resoconto obiettivo e disincantato per il quale la ‘realtà’ emerge, sia pure enfaticamente e retoricamente, nei suoi tratti oggettivi, per quanto sempre incompleti e parziali, sempre rettificabili ed emendabili, perfino arbitrariamente interpretabili. L’osservatore si trova ormai sulla ‘scena del delitto’ come vero e proprio sceneggiatore della storia. Una fisica applicata ad un quantum sociale. L’accaduto è soltanto un pretesto per inventare una trama, una delle infinite storie che si possono raccontare partendo da alcuni elementi ‘reali’: un cadavere, un’inchiesta, alcuni fatti (forse) incontrovertibili. L’accaduto è soltanto un’occasione per costruire la fiction, qualcosa che giace in un limbo oscuro e incomprensibile fino a quando l’immaginazione produttiva di un interprete non crei la storia ex-novo, una ricostruzione che diventa ‘vera’ e ‘acclarata’ quando un occhio la osserva. Non si tratta per inciso della legittima interpretazione, di ipotesi con lo scopo di mettere alla prova scenari e finzioni, per sperimentare nuovi strumenti di indagine.

La transizione - preceduta in modo episodico da altre performance cine-televisive – rappresenta quella trasformazione che con l’avvento degli effetti speciali e delle simulazioni viene chiamata realtà virtuale o con termine più immediato semplicemente un’invenzione. Il paradigma in verità è molto più antico degli elaboratori elettronici, affonda le sue radici nell’utopia, da Tommaso Moro fino alla fantascienza passando attraverso le distopie e il finzionalismo. La stessa scienza moderna si è avventurata spesso in teorie esotiche oltre l’osservazione e la possibilità di verificare l’attendibilità dei dati mediante la riproducibilità e la ripetizione dell’esperimento (violando così un suo assunto metodologico). In campo biologico si stanno facendo strada virtualità ( e virtuosismi) che richiamano in auge il protagonista del celebre romanzo di Mary Shelley, il moderno Prometeo, Frankenstein o ancora l’attore biomeccanico come Terminator.

Nell’ambito sociologico e più propriamente della psicologia sociale bisogna riconoscere che l’impatto del virtuale è più sfumato e meno riconoscibile per via di una lenta assimilazione da parte dell’utenza (il target o audience come dir si voglia) di alcuni meccanismi di interazione sociale dove i mass-media non rappresentano più un mero processo di influenza (termine equivoco per una sorta di illusoria neutralità scientifica) ma costituiscono un procedimento creativo, una sceneggiatura in fieri nella quale il pubblico non è più solo spettatore ma comparsa, personaggio e protagonista, e dove il cronista stesso diviene parte organica della storia. Il fatto potrebbe scandalizzare i benpensanti e gli aficionados del realismo scientifico, se non fosse che il paradigma riceve conferma in quella profezia che si autoadempie soprattutto nell’ambito della psicologia sociale...

C’è un’immagine emblematica nel caso Scazzi che più di mille dissertazioni esemplifica la trasformazione del virtuale in reale. Quei fiori amorevolmente deposti accanto al garage-cantina della casa di via Deledda. Quel mazzo di fiori non rappresenta tanto un atto di pietas quanto un elemento del copione con il quale si dà alla storia un suo orientamento, si provvede a incanalarla in un alveo, un allestimento che costituisce non solo un’interpretazione, ma proprio un’indicazione sulla trama, che prefigura e suggerisce con elementi scenografici di immediato impatto emozionale. Non importa dove sia morta Sarah veramente, importa costruire uno script, approntare una scenografia, dare alla realtà inconoscibile, una ricostruzione che solleciti l’emozione, la collera, la commozione... Una ricostruzione che per quanto arbitraria trascelga tra mille altre fiction quella che appare più spettacolarmente interessante, più verosimile se rapportata al senso comune, più appetibile se riferita agli indici di ascolto.

Quei fiori valgono più di centomila prove che lì sia avvenuto un delitto. Nella memoria dell’audience costituiscono un teorema di certezze, rappresentano un imprinting, sono il frame assoluto nel quale incorniciare qualsiasi altro elemento della storia. Non si tratta di una ipotesi finzionale, di un guscio vuoto come mera ipotesi da approfondire. L’iconografia del nuovo format ha la pretesa di un dato reale e incontrovertibile. L’impressione, la suggestione, l’allestimento... sono conferma di una scena che commuove e promuove una costruzione immaginifica. L’emozione che provocano quei fiori nel telespettatore costituisce un’icona, una sintesi, un’immagine emblematica. Quel bouquet virtualmente vale più di un atto di compassione, costituisce una prova, rappresenta e allude a una scenario proprio come una quinta teatrale. L’elemento scenografico è però soltanto un fatto accidentale, sia pure emblematico, di come sia stato costruito lo script: un po’ per caso e un po’ seguendo le regole ormai interiorizzate della narrazione mediatica. Un copione senza regista se non quel dispiegarsi di automatismi e inferenze emotive, una sceneggiatura costruita mediante processi retroattivi (spesso di natura inconscia) tra protagonisti, comprimari, comparse e… quel pubblico che ormai è sul proscenio insieme agli attori, un audience niente affatto passiva che si muove virtualmente con loro, se ne fa interprete e suggeritore. La regola è lo spettacolo, l’immagine che muove a compassione, la trovata ad effetto, quello che fa piangere o che suscita sdegno. Lo script si dipana seguendo l’estro dell’improvvisazione, una regia collettiva prodotta mediante un processo interattivo nel circo mediatico. Note di regia al margine di un copione dove gli attori recitano a soggetto (pirandellianamente), quell’alterco dietro il sipario tra una regia teutonica e un profluvio di attori e comparse che rivendicano la loro totale autonomia per quel Leonora addio!. Il quadro delle scene risulta alterato in forza di una anarchia creativa, di una libertà dal canovaccio: un copione che appare solo in filigrana.

Come nei Sei personaggi in cerca di autore non c’è più la separazione, il teatro con i posti a sedere e il palcoscenico. Il vecchio spazio scenico è un rudere del passato. Nel nuovo format, c’è qualcosa di ancor più radicale… non è più l’attore in mezzo al pubblico in platea (il teatro nel teatro), qui è il pubblico sul proscenio, recita con gli attori, ne influenza le battute, ne dirige i dialoghi, è perfino in grado di modificare gli esiti della storia. I fiori sulla porta del garage-cantina sono l’intrusione dell’inconscio e anche un elemento ermeneutico della vicenda. La loro neutralità è solo apparente, prefigurano già una interpretazione: che proprio lì sia stato compiuto un delitto, non più un’ipotesi investigativa, un’inferenza criminologica del tutto arbitraria e/o convenzionale su cui riflettere, ma un dato fondante, una certezza.
Il mondo ipogeo della casa di via Deledda (il garage-cantina) solleva fantasie, immagini, ricordi. Si tratta di un luogo onirico, il locus proverbiale senza tempo dove ciascuno può proiettare i fantasmi della sua vicenda esistenziale, proprio come Michele. Il garage cantina è come uno spazio teatrale dove tutti possono liberamente rappresentare le proprie paure, le angosce, perfino i desideri inconfessabili. Si tratta di quel luogo sotterraneo dell’infanzia, quel teatro oscuro e inquietante dei nostri desideri proibiti.
Nel teatro moderno già si assiste alla eliminazione dello spazio artistico. Lo spazio teatrale viene disintegrato attraverso l’uso di scenografie ‘immateriali’ o trasformando il teatro in un locus mobilis che ne dissolve la cornice, oltre l’happening e la performance in un metateatro che ne scompone le strutture drammatiche. Il superamento tra luogo teatrale e luogo reale è però soprattutto in quella realtà virtuale dove l’immagine la fa da padrone. La parola e la scrittura possono davvero poco di fronte a quei fiori posati accanto alla porta del garage, un allestimento che suggerisce più di quanto si possa inferire logicamente. L’erosione dei confini del teatro non è tanto in uno spazio reale quanto in uno spazio e in un tempo immaginari. Ad ulteriore conferma di una metapsicologia del subconscio si è immaginato perfino che i due spazi, quello dell’io cosciente e quello dell’es, fossero in realtà intercomunicanti attraverso quella porta di transito un po’ impolverata. E’ la rappresentazione freudiana con tutti gli stratagemmi di una rimozione a far da barriera, tanto effimera quanto tenace, al ritorno del rimosso. La casa, con i suoi spazi occulti e misteriosi - quegli accumuli di oggetti alla rinfusa, di cose senza tempo – è diventata il teatro delle fantasie di Michele (fantasie un po’ oniriche e un po’ ad occhi aperti, ma solo e sempre fantasie, null’altro di quella materia impalpabile di cui son fatti i sogni). Quella casa è diventata anche il teatro di tutti coloro che si sono addentrati fisicamente (o con l’occhio elettronico di una telecamera) in quel mondo ipogeo che il contadino di Avetrana ha così arditamente descritto attraverso le immagini fantasmatiche che lo hanno elevato prima al rango di assassino e poi solo a quello di necroforo (senza avere le physique du rôle ne dell’uno né dell’altro). 
Le suggestioni della casa che il protagonista ha saputo così efficacemente risvegliare nei suoi interlocutori (tutto quel vasto pubblico con o senza nome) rappresentano topologicamente la struttura es, io, super-ego, quella metafora per la quale esiste uno schema dell’interiorità che può essere rappresentata topologicamente, in uno spazio scenico dove visualizzare la natura degli istinti e la loro derivazione. Michele non ha fatto altro che rappresentare nel garage-cantina le sue fantasie che proprio per la loro natura inconscia sono allegoriche. Una metafora delle fantasie infantili con quell’albero del fico che si perde nella notte dei tempi, in quel giardino onirico nel quale tutti abbiamo abitato. L’albero del fico è la rappresentazione e l’emblema di una mera fantasia, null’altro, insieme a quelle immagini incestuose dell’inconscio collettivo, quel luogo dell’anima e del rimorso di tante colpe infantili immaginarie (quei mostri dell’id che talvolta si riaffacciano minacciosi alla coscienza). Si sa che l’inconscio è per sua natura atemporale, il tempo non ha una scansione oggettiva come quello di un orologio, quella scansione che Michele rappresenta con quel viaggio verso contrada Mosca dove dice di aver occultato il cadavere. Fantasie che si perdono nel ricordo di quel mondo sepolto da sempre nell’anima: il pozzo che è dentro di noi prima ancora di trovarsi realmente accanto a un vigneto.
Il tempo è l’altro elemento che insieme alla memoria loci (la posizione del corpo in uno spazio scenico) costituisce la base per costruire una storia. Lo spazio nel suo allestimento ha creato una suggestione per l’osservatore che si aggira (metaforicamente) tra gli oggetti di scena (il trattore, la zappa, il cartone…). Nella teatralità gli oggetti sono altrettanto importanti dei personaggi, evocano suggestioni e stimolano la memoria: conoscere è ricordare, platonicamente. L’osservatore ha aggiunto dei fiori, e tutte quelle fantasie che il racconto di Michele ha saputo risvegliare nei suoi interlocutori. Il suo mondo ipogeo (quello concreto della cantina e quello illusorio della caverna della sua interiorità) ha improvvisamente risvegliato la memoria nei suoi osservatori: un gioco speculare ha creato una storia: proiezioni fantasmatiche, immaginarie, senza riferimenti e senza parvenza di realtà, senza il ben che minimo riscontro, eppure così vivide e così evocative da disegnare un mondo e una storia nella mente dell’osservatore, di quel pubblico così avvezzo sia ai cinegiornali e sia alle fiction. Una regia invisibile che ha dato consistenza di realtà ai sogni, come nella migliore letteratura e ha risvegliato il fantasma dell’anamnesi nel pubblico del format.
Il cinema, a partire dalla sua nascita coi fratelli Lumière, ha conosciuto via via nella rappresentazione delle scene (scene numerate) dal Fade in al Fade out quella trasformazione dei fotogrammi atemporali nella finzione del fluire del tempo, un tempo inizialmente accelerato, alla ridolini, e poi via via cadenzato secondo quello che crediamo essere il tempo reale (quel tempo inconoscibile che non sappiamo mai bene cosa sia e che fa riferimento alla nostra esperienza di durata, il tempo vero, il tempo vissuto, non quello dell’orologio). Le storie che il cinema ha saputo raccontare, da quel treno che sembrava davvero investire i poveri spettatori terrorizzati, sono andate via via dipanando sceneggiature complesse, talvolta lunghe una vita con protagonisti che invecchiavano in meno di un’ora. E’ quella magia del cinema che ci fa credere che nella durata di un film - immedesimandoci, soffrendo e gioendo con i protagonisti - sono trascorse ore, giorni, mesi, anni... un’intera esistenza. E’ la bellezza del cinema che sa raccontare storie ed emozionarci, che sa creare l’illusione del trascorrere del tempo. In poco più di un’ora facciamo esperienza di una vita...

Lo stratagemma è in quelle pause che nella sceneggiatura vengono indicate con le cosiddette ellissi temporali, stacchi e dissolvenze, che lo spettatore ha imparato a riconoscere e a decodificare come il trascorrere del tempo (un tempo non sempre ben quantificabile e che talvolta può accadere che crei un certo disorientamento se non sono stati aggiunti alcuni indicatori: il protagonista adesso ha i capelli bianchi, la figlia è incinta, il vecchio padre è morto…). In alcuni casi il film è talmente veloce - virtualmente accelerato e parossistico - che uno spettatore degli anni ‘50 che vedesse certi film d’azione attuali forse non riuscirebbe a capirli non avendo ancora quelle competenze di decodifica costruite attraverso l’evoluzione del linguaggio del cinema. Di certo quello spettatore non riuscirebbe a capire come sia possibile che alla 14,30 Sarah sia viva e vegeta, cammini verso la casa degli zii, serenamente in uno splendido giorno di fine agosto pregustando il bagno al mare, il sole, la brezza marina sulla pelle... e un’ora dopo si trovi in fondo a un pozzo ben ricoperto e distante diversi chilometri in aperta campagna... Oppure che la signora Franzoni in sei-otto minuti abbia potuto scatenare la sua ira, ‘martellare’ la testa del figlio, ucciderlo, ripulirsi, ricomporsi, cancellare gli elementi compromettenti, le tracce del sangue sul suo corpo e… andare ad accompagnare l’altro figlio a scuola come se niente fosse. L’assuefazione al cinema con i suoi tempi velocissimi per far stare tutta una vita in novanta minuti ci ha abituato a rendere plausibili delle scansioni temporali troppo contratte, come se di fatto, allo stesso modo di un film, esistessero delle ellissi, degli stacchi e delle dissolvenze per indicare che intanto il tempo è trascorso e che dunque, come nella pellicola cinematografica, il protagonista in realtà ha avuto un supplemento di tempo a disposizione in quelle pause senza durata... Il cinema e la fiction televisiva ci hanno abituato a considerare credibili fatti nei quali il tempo risulta troppo ristretto per dare all’azione lo spazio necessario...

Forse nemmeno un’ora può bastare (se non in un cinema alla ridolini) per rendere credibile il tempo reale, neppure per un attore biomeccanico per il quale non esistono processi motivazionali, non esiste sconforto o afflizione, non esiste paura e conflitto, non esiste emozione e rimorso, dove dopo un delitto può perfino sorridere sereno ai suoi interlocutori: un cyborg appunto o un professionista del crimine o uno psicopatico. Il contesto di un delitto è appunto quell’alone al contorno che non riguarda soltanto gli attori, ma anche gli spettatori. La realtà virtuale ha fatto il suo ingresso perfino nelle aule di giustizia. Ma a ben vedere quello dei tempi è perfino un aspetto marginale, ben più sostanziale è la suggestione narrativa che rappresenta, al di là delle ellissi temporali, quell’immaginario che in un film costituisce la parte immersa dell’iceberg, quel contenuto latente che indossa panni metaforici, quel mondo invisibile senza tempo. Si tratta della capacità dello spettatore di completare, integrare e riempire quelle ellissi temporali (le parti mancanti) che rappresentano il vero immaginario della storia, quel teatro invisibile dentro la mente, quelle fantasie, quei ricordi e quelle rappresentazioni che si proiettano su uno schermo virtuale: l’anima dello spettatore con le sue emozioni, i suoi vissuti, le sue fantasie e le sue proiezioni fantasmatiche. Senza questa attività dell’occhio interiore il film rimarrebbe solo una collezione di scene, un canovaccio senza lievito e senza direzione. 

Nel nuovo format c’è però qualcosa di sostanzialmente innovativo. Nel vecchio paradigma la separazione tra osservatore e realtà osservata comporta una attività del primo per rendere il suo oggetto conoscibile e assimilabile attraverso l’esperienza del mezzo narrativo e delle sue convenzioni: l’uso delle luci, del suono e di tutti quegli effetti sensoriali e percettivi che creano l’illusione del film e danno al montaggio delle scene una coloritura emotiva e una direzione alla storia. Nel nuovo format la sceneggiatura è in fiori: quei fiori non fanno parte di un copione, rappresentano non solo la dissoluzione dello spazio scenico, rappresentano l’irruzione del pubblico nella storia. I cronisti non sono più soltanto reporter di una registrazione cronologica e di una descrizione dettagliata di un fatto, sono sceneggiatori di una storia che si rinnova giornalmente, di un film che trae ispirazione e si alimenta proprio attraverso gli input narrativi che il pubblico (tutto il mondo al contorno) riesce ad imprimere al montaggio che pian piano acquista un suo profilo, una sua immagine, una sua cadenza e una sua ‘verità’.

Nella fenomenologia del caso Scazzi gli elementi obiettivi (mancanza di qualsiasi evidenza che nella casa di via Deledda sia avvenuto un delitto, mancanza di qualsiasi evidenza che un’auto della famiglia Misseri abbia trasportato un cadavere, mancanza di qualsiasi evidenza che Sarah abbia raggiunto la casa degli zii) vengono via via sostituiti da semiofori, indicatori posticci aggiunti alla scena: i fiori accanto all’ingresso del garage, il cane che aspetta Sarah (immagine evocativa e suggestiva), le impressioni dei testimoni nelle suggestioni dei sogni e delle voci che corrono: i vissuti emozionali, esistenziali, immaginifici... divengono elementi della storia, la innervano e, in una reazione a catena, innescano illazioni, requisitorie, fantasie, sospetti... La suggestione la fa da padrone, una storia si crea dal nulla, quasi per magia, la magia del cinema, la magia dell’osservatore.

E’ la narrazione di Michele a dare improvvisamente lievito al copione, senza quella la storia sarebbe rimasta nell’alveo sonnolento di un delitto insolubile, senza un cadavere e senza nemmeno il volto (virtuale) dell’assassino.

Le sue narrazioni hanno quella strana caratteristica di risultare confuse, contraddittorie, pluridirezionali, senza mai un riscontro se non il possesso del telefonino che (dice) ha tolto dal fuoco e l’indicazione del luogo di sepoltura della vittima (il mistero dei misteri). Narrazioni che ai più paiono confessioni nonostante quell’atmosfera onirica e surreale... C’è di più nella sua narrazione, un supplemento che non riguarda i fatti che lui ricostruisce in modo sempre un po’ diverso e cambiando il copione, sempre approssimativi e come in attesa di un suggerimento dal suo interlocutore. In un racconto non ci sono solo i fatti, c’è anche il modo di raccontare, lo stile di una sceneggiatura, gli elementi estetici, sensoriali, quella forma che crea un’atmosfera al racconto e che suggerisce al lettore molto di più del suo mero contenuto informativo, quel contenuto narrativo sul quale il pubblico e gli inquirenti si sono pedissequamente uniformati come se non esistesse anche l’aspetto formale.

In primo luogo quella incapacità di provare emozioni che va sotto il nome di anaffettività. I sentimenti per definizione si sottraggono al controllo della volontà, per loro natura anche quando si tenta di dominarli riemergono con mille modalità, ‘tradiscono’ chi li prova per il fatto che non siamo automi, che siamo macchine desideranti. Nella persona anaffettiva invece sembra che le emozioni siano come ridotte a surrogati, pietrificate e cristallizzate sotto forma di lontananza emotiva e impassibilità emozionale, salvo un pianto artificiale e risposte stereotipate. Al fondo c’è quasi sempre un meccanismo di difesa, la paura di essere feriti, di rievocare esperienze dolorose e traumatiche, un ripiegamento emotivo. Il distacco emozionale nell’anaffettività è dunque una barriera di protezione, una raggelante e anestetizzante apatia per sopportare il dolore e l’angoscia, un ripiegarsi dentro di sé per non soffrire o per non ricordare.

La sindrome postraumatica da stress ha cominciato ad essere studiata dopo il primo conflitto mondiale, anche se già nell’800 erano stati catalogati alcuni casi nella guerra di secessione americana. Lo studio si è poi sviluppato nella seconda guerra mondiale, nella guerra del Vietnam fino agli attuali conflitti su scala planetaria. Salvo estenderlo non solo ai casi di guerra ma a tutti quegli eventi catastrofici e/o drammatici e di grande impatto emotivo vissuti sia come vittime, sia come testimoni (e in alcuni casi come soccorritori). E’ da notare che molto spesso la sindrome compare in modo differito, a poche settimane dall’evento. Tra i sintomi spiccano uno stato di coscienza in cui regna la confusione unitamente a uno stordimento associato ad insonnia, aggressività, ansia, irritabilità, pianto. Da segnalare inoltre la caratteristica del soggetto in PTSD a non parlare solo in prima persona (Io) ma anche in prima persona plurale (Noi).

Va da sé che Michele potrebbe non soffrire di nessun disturbo comportamentale e come qualcuno asserisce stia solo cercando di proteggere la sua famiglia con delle autoaccuse. Anche in questo caso il suo comportamento sarebbe piuttosto strano e controproducente visto la continua modifica delle versioni, constatato il cambio di avvocati, considerato uno stato di confusione e di sofferenza che difficilmente può essere simulato senza tradirsi. Quello che emerge a più riprese è che Michele non sappia come Sarah sia morta, non sappia chi sia responsabile della sua morte e che probabilmente abbia conosciuto solo il luogo dell’occultamento e (forse) la o le persone che hanno infilato il corpo della nipote nel pozzo. L’obiezione che nessuno accuserebbe falsamente se stesso e/o la famiglia non tiene conto degli innumerevoli casi di false confessioni  e falsi ricordi di cui è piena la letteratura giudiziaria di tutti i paesi del mondo.

Il nuovo format recepisce e trasforma una storia recuperando una vecchia e inossidabile modalità di abreazione: la caccia alle streghe. Proprio nel momento in cui si parla molto astrattamente di femminicidio e si propone una legge ai limiti della costituzionalità sparando dei numeri a casaccio (statistiche che non si sa bene con quali strumenti siano state cucinate) due donne stanno in carcere senza riscontri, con indizi vaghi per non dire inconsistenti e con motivazioni pretestuose per il carcere preventivo prima di aver esperito i tre gradi di giudizio (quel mondo politico che si dice così sensibile ai diritti delle donne non fa una piega, non si levano voci di protesta). Ma si sa... le due donne dispongono di ampi mezzi per inquinare le prove, di appoggi e protezioni per fuggire alle isole Cayman, di una rete di connivenze che possano sottrarle alla giustizia…

Nel nuovo format viene recuperato anche l’occhio giustiziere dell’opinione prevalente. Un tempo era quel pubblico assiepato attorno al patibolo, lo spettacolo delle teste rotolanti nella cesta, dei cristiani spellati vivi, degli indios impalati, di povere donne bruciate sul rogo, degli untori fatti a pezzi sulla ruota, di quella umanità che spia la sofferenza e ne gode, che fa ressa attorno alla forca per poter recuperare un souvenir, che lecca il sangue e gli umori che colano giù dalla louisette come fossero aromi e fragranze...

Oggi, in un clima di disagio sociale è il web che rappresenta il surrogato del sangue e dei tormenti. Si deride il presunto colpevole prima ancora che la giustizia abbia compiuto per intero il suo corso, si gode per una giudizio sommario da parte di spettatori eccitati dal sangue (sia pure virtuale), dal momento che è assai poco importante comprendere, valutare, riflettere… E’ più importante la gogna, quel capro espiatorio che rappresenta lo sfogo di tante delusioni e il sollazzo di un pubblico sempre più annoiato e sfiduciato, sempre più demotivato e avvilito nel contesto di una protratta crisi economica. Lo sberleffo che un tempo gli spettatori riservavano al condannato che incespicava mentre saliva il patibolo, ora è riservato alla sua icona. Distruggere l’immagine di qualcuno, soprattutto se innocente, significa fare a pezzi tutto quello in cui crede, annientarlo, trasformarlo in un io diviso, smembrato e umiliato. Alla tortura fisica si sostituisce quella mediatica. Alla Vedova di Norimberga, alla garrota, alla ghigliottina, alla ruota, alla sega, al ceppo, alla mordacchia, al letto di stiramento, al cilicio, alla pera rettale orale e vaginale... si sono sostituiti metodi di tortura che infliggono la sofferenza direttamente nell’anima. 

Si tratta di distruggere la credibilità e la reputazione di una persona. Si tratta di frantumarne l’immagine, di togliere ogni speranza anche a chi è in attesa di giudizio e si proclama innocente. Un pubblico che non vuole tanto la giustizia quanto un capro espiatorio sul quale sfogare le sue frustrazioni e la sua rabbia.        Gilberto M.

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865 commenti:

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carla ha detto...

e già Vito , è più facile puntare il dito che riflettere.....
che dici sarà caso di prendere un antidoto!.....buonanotte caro Vito e a tutti amici del blog spero a un ritorno del dialogo civile....

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Carla mi ricordo del caso Tortora in cui c'era un Italia divisa tra colpevolisti e innocentisti,tra cui alcuni personaggi famosi e direttori di giornale.Tra questi c'erano Maurizio Costanzo,e il direttore Gambescia,hanno chiesto scusa e quasi in lacrime il loro dolore per aver infierito contro Tortora,si sono vergognati di come avevano creduto alle accuse fatte dalla Procura.Vedremo in seguito cosa accadrà,e ti assicuro che qualcuno ne avrà di che chiedere scusa stai tranquilla.Buona notte.

Manlio Tummolo ha detto...

Il punto è, caro Vito Vignera, che tutti dànno qualcosa per certo come se fossero stati presenti, ognuno ovviamente per la propria versione dei fatti. Come Lei osserva, e qui concordo, un processo è una cosa seria e drammatica, anche se non c'è nessun morto, qualcosa di ben più pesante di un esame universitario. E allora rendiamoci conto che la realtà finale non è quella delle nostre più o meno assodabili supposizioni, ma quella che decideranno gli altri due gradi di giudizio. E che, se la difesa continua a suonare la stessa campana, poco creduta e poco credibile, portando avanti fogli di carta che significano giudiziariamente poco se non nulla (se non corredate da registrazioni contemporanee), nessun giudice e nessuna giuria riterrà credibile la versione di un assassinio di parente stretto avvenuto in casa senza che nessuno se ne accorga (anche ammesso che tale sia il fatto). Giudici e giuria potranno convenire sul dubbio verso chi dei tre abbia stretto il collo alla vittima, su chi abbia occultato la vittima, ma non che possano ritenere uno colpevole e gli altri due innocenti, oppure due colpevoli e il terzo innocente. Diranno - per tagliare la testa al toro - che sono complici tutti e tre, senza tanti problemi. Altro sarebbe se si spostasse almeno l'orario dell'omicidio ad un momento in cui ci fosse stato solo Michele Misseri, ma questo poi andrebbe confermato da vari elementi e circostanze.

E per ben che vada, c'è il rischio fortissimo che le donne vengano assolte non nel merito (perché non spetta alla Cassazione), ma per la pura irregolarità delle indagini e del processo .

Di questa realtà giudiziaria occorre tenere il conto dovuto, per la difesa e tutto il resto (opinione pubblica), se si vogliono evitare delusioni pesanti, e del fatto che la realtà giudiziaria è l'unica obiettivamente conosciuta e conoscibile, piaccia oppure non piaccia.

Facendo propaganda ai sistemi TELECOM, non si risolvono i problemi giudiziari.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buona notte cari amici.La sera del 6 ottobre con tanto di diretta televisiva a casa Misseri,veniva interrogata l'intera famiglia in caserma.Chissà per quale motivo per ultimo hanno interrogato Michele Misseri,strano,non avevano puntato i loro fari antinebbia i signori della procura contro Sabrina per la gelosia verso la cugina? come mai questo cambio di direzione verso il padre che nulla aveva fatto di male sia ad Avetrana che nei paesi limitrofi?evidentemente avevano sbagliato direzione,e il padre non la raccontava giusta con il telefonino ritrovato per caso,almeno che,uno non creda al classico colpo di "fortuna".Ma,i signori P.M. non credono a questi colpi fortunati,ci doveva essere qualcosa che non avevano calcolato,ed ecco che a via di spremerlo per bene alla fine tutto tornava.Una bella confessione e il caso era quasi chiuso,ancora da capire alcuni dettagli e si metteva la parola fine.E invece no,era troppo facile,non poteva finire cosi questa storia,bisognava arricchirla di qualcosa,di nuovi particolari,bisognava rimettere in gara la cugina Sabrina,la sua gelosia,le sue interviste,il suo litigio della sera precedente,il rapporto sessuale mai consumato,insomma il caso non poteva finire cosi,tanto avrà pensato l'avvocato di Michele,cosa ho da perdere? nulla,convinco il mio assistito che tra padre è figlia non succede niente come accuse,in 2 anni tutto finisce e chi si è visto si è visto,il classico tarallucci e vino,un bel convento,un bel orticello e amen.E la bella criminologa! A lei gli introiti con la vendita di un bel libro,e le tante apparizioni televisive da 3000 euro a puntata ,vedete cari amici come ci tiene la gente ai soldi,tutto farebbe,anche quella di vendersi l'anima al diavolo.Ho detto qualcosa di sbagliato? non credo.Buona notte a tutti.

Anonimo ha detto...

Funghi e salsicce, nutella, questo forse prova che non era gelosa di Sarah, in tal caso avrebbe cercato di ridurre i trigliceridi.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Prof Tummolo ho letto ora il suo commento,stavo scrivendo. Sono d'accordo con quello che dice,o si cambia strategia o non si va da nessuna parte. Bisogna rivedere tutto,analizzare ogni singolo dettaglio,l'arrivo in casa Misseri,i tempi della sparizione,le analisi incomplete del Prof Strada,di tutto insomma.O esce fuori qualcosa di inaspettato o si cambia tattica,altrimenti saranno dolori. Continuiamo il dialogo su questa linea, con calma caro Prof senza litigare e aspettiamo le motivazioni.Per l'appello vediamo cosa faranno e come agiranno i vari Avvocati. Lo sapevo che dopo la tempesta arriva la quiete. Un cordiale saluto caro Prof e buona notte.

Unknown ha detto...

Ho iniziato a leggere al mio ritorno e non credevo ai miei occhi. Credo che questi nove giorni abbiano mostrato al mondo il motivo per cui nascano le guerre.

Mi dispiace per chi non c'entra nulla e per chi si è sentito o è stato offeso.

I commenti entrati nel blog dopo la mia partenza, parlo di quelli pubblicabili, li inserirò domani.

Massimo

Chiara ha detto...

Questo blog, mutatis mutandis, è lo specchio perfetto di quanto accaduto in quel di Taranto: una persona ritenuta influente ed a cui si attribuiscono capacità superiori a quelle effettive, per garantirsi visibilità e avanzamento punta la vittima sacrificale ideale, quella che ingenuamente si è esposta avendo a mente un'intenzione lodevole ma che agevolmente le può venire ritorta contro con qualche artificio verbale e verboso. Col mezzo mediatico che domina l'opinione con pochi trucchetti, la calunnia e l'ingiuria, la tortura verbalmente fino a toglierle la dignità, le costruisce attorno castelli accusatori inconsistenti. Mentre lei si dibatte e difende, sapendosi lontana da quanto le si attribuisce - e più si dibatte e difende più si dice che sa ben difendersi e ne uscirà o che proprio tale combattività dimostra una qualche colpa da nascondere - il "paladino" trova i soliti facinorosi disposti a giurare che sì egli ha ragione, quella è la peggior persona che si possa incontrare, è stata vista fare cose immonde, senza dubbio è il mostro. I meno facinorosi fanno gli ignavi, altri non si accorgono proprio di quel che accade, e tutti stanno a guardare con distacco, si lasciano avviluppare dalle menzogne senza indignarsene, d'altronde non sono fatti loro.

Le dinamiche che si muovono qua dentro hanno la stessa matrice di quello di cui state discutendo indignati da tre anni. Il cacciatore di inquisitori sa perfettamente riconoscere gli altri inquisitori perchè ne possiede la natura, ne riconosce le tecniche perchè le usa lui stesso, ne conosce i modi e l'efficacia, si vanta fino di essere un raffinato soverchiatore e di avere mietuto molte vittime negli anni. Blandisce chi non ha gli strumenti per comprendere ed opporre resistenza ai suoi giochi, sfrutta la natura più autoconservativa e menefreghista dell'uomo, mostra a chi fosse tentato di porre un freno alla sua follia quale sia la sorte che attende chi osasse mettersi di traverso sulla sua strada.

La cosa non mi riguarda più, io sono solo una donna, una madre, una professionista, che potrà lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza senza ripercussioni sulla propria vita. Ma desidero lasciarvi questo spunto di riflessione, perchè se la storia si ripete sempre uguale a se stessa non è per una inesistente particolare natura di una "casta", come qualcuno sbraita per allontanare il sospetto da sè, ma per la diffusa e immutabile natura degli esseri umani, ovunque vivano, qualunque cosa facciano, comunque la pensino: si pensa sempre che i mali accadano fuori da casa nostra, si pensa di essere diversi perchè si riesce a vedere il sopruso che accade dall'altro lato della strada, ma quando accade accanto a noi, da parte di chi conosciamo e del quale siamo involontari comprimari, allora non lo vediamo. Non lo vogliamo vedere.
Rifletteteci.
Ciao e buona vita a tutti.

Sira Fonzi ha detto...

@Giacomo
31 Agosto 13,45

E' vero, Giacomo, Concetta ha affermato di avere una pessima memoria, ma ha sempre dichiarato in tutti i verbali-del 14/9, del29/9,del 28/10 e del 30/11- che Sarah cominciò a prepararsi solo dopo aver detto di aver ricevuto il messaggio, quindi non capisco da cosa trai la seguente certezza:
"- In un secondo momento Sarah, che nel frattempo ha mangiato in maniera veloce un cordon bleu intorno alle 13,15 e poi si è ritirata in camera a prepararsi e mettersi il costume, esce dalla sua stanza annunciando questa volta l'EFFETTIVO ARRIVO dell'sms di Sabrina, che la invitava ad uscire SUBITO per andare da lei, perché Mariangela era in arrivo."

Così come non risulta nel dibattimento che Cosima abbia detto
le seguenti frasi:
"Ma anche in dibattimento sia Concetta sia il marito hanno entrambi asserito che, quando Sabrina arrivò e chiese se Sarah si era sbrigata, risposero meravigliati: "Com'è possibile, se Sarah è uscita ADESSO per venire da te?"
E, come già ti hanno fatto notare, "ADESSO" mal si concilia con "UN'ORA FA"."

Le esatte frasi pronunciate in dibattimento sono le seguenti(prese dal verbale dell'udienza):
".....è arrivata Sabrina e dice:
"zio, Sara si è preparata? Perché dobbiamo andare al
mare e io attraverso mio marito ho detto: "che se è venuta a
casa tua", ha detto Giacomo: "è venuta a casa tua"

Come giustamente ti fa notare Gilberto, esprimi delle certezze sulla dinamica della morte che non sono riscontrabili.

Anche se Gilberto, che saluto cordialmente, a mio avviso,
fa la stessa cosa che lui fa notare a te: da per certo che Michele non ricordi.

Io posso avere un idea su cosa sia successo, e l'ho anche postata, ma non per questo non considero, e non valuto le interpretazioni degli altri commentatori, blindando orari ed eventi cronologici.

Buona notte
Sira

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buon Giorno Carissimo Massimo e bentornato.Ottimo intervento carissimo amico,non ci si comporta cosi in casa altrui,la maleducazione di alcuni commentatori ha superato i limiti dell'indecenza,mai vista una cosa simile,nessun rispetto per l'ospitalità che ci offri.Ad alcuni qualsiasi cosa porti non interessa cercare di avere un dialogo e discuterne in modo pacifico,no,solo indirizzare insulti e volgarità contro chi sta in galera, e senza sapere se i soggetti in questione siano effettivamente colpevoli.Non importa ad alcuni che ancora si è al primo grado di giudizio,no,per loro sono già colpevoli e basta.Ho pubblicato l'ultima telefonata tra Sabrina e il padre,beh, ti assicuro che a pochi è interessata,niente,nessuna analisi di quella telefonata,solo insulti e volgarità,altro che lacrime di plastica,qualcuno ha aggiunto anche un po di metallo.Ciao e buona giornata

Unknown ha detto...

A Enrico che ha scritto:

"Tanto per darci un taglio e finirla qui, il termine “schieramento” l’ha usato Massimo nel suo post del 23 agosto ore 13 23:37 in risposta a quello di Sira : “…chiaramente l'hai presa da una parte dello schieramento e chiaramente l'hai letta per come ti è stata presentata ... vabbè.” Forse Massimo avrebbe fatto meglio a scrivere “punto di vista” evitando così una “distinzione “ che sa tanto di partigianeria e non invece di onesta e approfondita ricerca intellettuale quale a tutti gli effetti è l‘intenzione degli interventi di Sira con i suoi dubbi e le sue domande...

ed anche:

"se dovessi usare il criterio di demarcazione di Massimo Prati non avrei difficoltà ad indovinare quali siano le tue indubitabili talebane convinzioni di “appartenenza”..."

E' bizzarro che tu mi creda un "talebano" nonostante nel blog vi siano articoli sullo stesso caso, quello della piccola Scazzi, che svariano in ogni direzione possibile (unico in internet). Come è bizzarro che tu non abbia controllato sul web prima di scrivere, perché avresti constatato che la "parte dello schieramento" a cui mi riferivo non era rivolto a Sira ma a chi quella intercettazione la usa e l'ha usata per un unico scopo... e per come la esposta Sira la usa solo la dottoressa Bruzzone che è "indubbiamente" parte di uno schieramento (e Sira, a cui risponderò poi, l'ha capito benissimo).

E' anche bizzarro che questi interventi siano entrati nel blog sapendo della mia assenza e senza aver da te prima ottenuto risposta ad un mio commento in risposta a uno tuo... che hai tralasciato completamente eclissandoti quando sapevi che ero in linea e potevo risponderti.

Ed è bizzarro essere additato a talebano perché, come ti ho già scritto, le mie idee sul caso non sono affatto intransigenti ed hanno un unico punto fermo: l'innocenza delle donne di casa Misseri e le mille menzogne di un uomo che ora si proclama colpevole a modo suo.

La sua colpa mi starebbe anche bene se, come vuole l'avvocato Coppi, ammettesse di aver abusato del corpo nudo di Sarah. Senza questa ammissione quanto dice perde sostanza perché di solito chi finisce nelle cisterne pugliesi ci finisce vestito, non nudo, e di solito si brucia solo ciò che può compromettere (tipo abiti stracciati o impregnati col sangue dell'assassino)...

Questo commento solo per dirti che mi spiace leggere astio fra le righe dei tuoi... e non voglio aggiungere altro.

Massimo

ENRICO ha detto...

Massimo !!!

le " convinzioni talebane di appartenenza" ( ad uno "schieramento" o ad "una linea di pensiero", o ad un "punto di vista" vedi tu quale espressioni preferisci ) erano in riposta al post di un "anonimo", e non erano riferibili a te !

Come hai potuto equivocare le mie parole ?

Unknown ha detto...

Enrico,

scrivere: "se dovessi usare il criterio di demarcazione di Massimo Prati..." presuppone che io abbia un criterio di demarcazione... criterio che non ho, visto che lascio aperte le porte ad ogni soluzione e rispondo ai commenti in base ad una possibile logica e non solo alle mie idee personali.

Se ho inteso male mi scuso.

Massimo

Ps: In ogni caso ho usato il commento anche per far capire a te e a tutti quali siano i dubbi che non mi consentono di avere certezze...

ENRICO ha detto...

Ps x Massimo

adesso rileggendo la mia frase incriminata mi salta agli occhi un’altra precisazione importante che vorrei anche tu rimarcassi
Il termine “talebano” è riferito alle “convinzioni di appartenenza” e NON al “ punto di vista” soggettivo e pertanto aleatorio a cui ciascuno di noi fa riferimento
Comunque, come tu sei dispiaciuto di “leggere astio” nei miei commenti ( cosa che non capisco davvero dove e come tu possa averla intravista) anche io sono piuttosto sconcertato per questa tua polemica nei miei confronti che – dopo tutto quello che è stato scritto in questi giorni – è l’ultima cosa della quale avresti dovuto preoccuparti

Inoltre non mi sembra di aver ignorato i tuoi post a me rivolti
Dimmi dove e quando questo sia successo e nel caso mi scuserò immediatamente

carla ha detto...

ciao Massimo ,
ben tornato , nessuna offesa, sono contenta che esista delle persone come te che hanno ancora dei valori civili, con cui non centra niente con lauree o titoli di studi...
ognuno si esprime come può a secondo le capacità che ha e con questo non si dovrebbe arrivare a sopprimere una persona psicologicamente, perché questo si chiama "presunzione".....ritengo che uno può essere un senatore a vita , ma se non ha rispetto verso i più piccoli con un pizzico di umiltà , per me vale nulla è come un castello costruito sulla sabbia....
la superiorità consiste nel essere umili e rispettosi, come già detto ed essere umili vuol dire anche chiedere quando non si comprende di qualunque setto sociali che si trovi.....come ho già affermato più volte che ognuno ha i suoi pregi e difetti che in questo mondo non esiste nessuno che è superiore dell'altro.....
dopo è anche vero se uno ne viene stuzzicato è inevitabile la risposta e naturalmente più civilmente possibile, come fai tu....
grazie ancora per il tuo intervento ( sano )e intendo di sottolinearlo, che quello che vedo in giro di ciò che succede , mi spaventa ....pare che debba vincere chi è il più cattivo, senza curandosene che dentro nel calderone ci può finire pure lui ....è sempre stato così da che è mondo dal male si ricava solo del male sia per altri e soprattutto per se stessi, del resto è solo illusione quello di sentirsi al sicuro....
scusa Massimo se ho voluto aprire una parentesi non aneddoto a caso Scazzi......era uno sfogo , ma è giusto che se ne parli , perché se non lo dice nessuno!....un cordiale saluto a te e famiglia ....Carla

Unknown ha detto...

Cara Sira...

hai capito perfettamente a cosa mi riferivo quando parlavo di schieramento. Non certo a te...

Per tornare alle intercettazioni in carcere, occorre dire che il Misseri si dimostra davvero essere il re dei bugiardi, visto che cambia versione in base a chi ha di fronte (avvocati, procuratori, nipoti, figli, moglie...). Nell'intercettazione a cui ti riferisci ci sono delle contraddizioni, sempre a parer mio: in primis scagiona la moglie, che pare non sapere nulla di violenze o altro (eppure Cosima è in carcere in base ad un'altra ricostruzione che segue un sogno), e vuol figurare colpevole senza ammettere la violenza nonostante, come ho scritto a Enrico, il cadavere lo si sia trovato nudo.

Per come la vedo un'affermazione esclude l'altra: senza violenza sessuale (lapsus freudiano del Galoppa in garage?) o eventuale vilipendio del cadavere, ci può stare la sua innocenza e la colpevolezza di altri... con la violenza sessuale o il vilipendio (come vuole l'avvocato Coppi e come dichiarato nel primo interrogatorio) ci sta solo la sua colpevolezza.

Con questo ho risposto alla tua ultima domanda. E' chiaro che c'è stata spinta affinché dicesse di non aver "violentato", ma come si può sapere se davvero fosse una spinta verso la verità?

Per cui, rispondendo all'altro tuo quesito, sono propenso a credere che il Misseri nelle intercettazioni mischiasse il vero col falso in ogni occasione. Prima si accertava di chi aveva di fronte (ad esempio alla nipote dice: tu sai quelle che ha detto l'avvocato...), poi parla di conseguenza anche se spesso e volentieri si tradisce. Ad esempio quando la nipote lo esorta a non cambiare più versione lui dice:

"No, io non sto dicendo che sono stato io... io sono stato che sono andato a portarla... cioè... stavamo tutti e due (riferendosi a Sabrina), diciamo che stavamo tutti e due."

E a questo punto la ragazza dice: "Sì, lo so che stavate tutti e due..."

Cosa significa quel "stavamo tutti e due"? A seguire il senso della frase pare si riferisca al momento dell'occultamento. Però per i media il Misseri parlava del momento dell'omicidio.

Ora sappiamo che quel pomeriggio Sabrina non è stata con suo padre, quindi non sono andati insieme ad occultare il corpo. Se parliamo dell'occultamento dobbiamo chiederci come facesse la nipote, che sapeva quanto dettole dall'avvocato, a sapere che invece stavano tutti e due come dettole dallo zio.

Forse perché in quel periodo in procura si era certi ci fosse un vuoto di quaranta minuti in quanto fatto nel pomeriggio del 26 agosto da Sabrina Misseri? Voglio dire: anche la nipote mente nell'intercettazione quando afferma di sapere che "stavano tutti e due"... o è sincera in quanto ciò che sapeva era quanto le avevano riferito altri?

Se invece parliamo, come voleva l'opinione generale, dell'omicidio, dobbiamo chiederci cosa significa quel "diciamo che stavamo tutti e due". Come sarebbe "diciamo"? Stavamo tutti e due o lo diciamo perché si deve dire?

Capisci i miei dubbi? Considera sempre che queste intercettazioni sono ininfluenti ai fini delle condanne inflitte, condanne che come detto si basano, vedremo poi le motivazioni, su altre ricostruzioni...

Massimo

Unknown ha detto...

Caro Enrico, se ho capito male il tono e il senso del tuo intervento salta l'astio e tutto il resto e restano le mie scuse.

Ciao, Massimo

Annamaria Cotrozzi ha detto...

Chiara, su quello che hai scritto io ho riflettuto davvero, come tu chiedevi di fare: in effetti hai messo in luce meccanismi psicologici ricorrenti in situazioni anche diverse, e l'analogia che proponi suona come un rimprovero molto duro, ma giusto. Chi leggeva doveva probabilmente intervenire, chiedere con decisione che si rispettassero le regole di una comunicazione civile, che cessassero i toni aggressivi. Veramente, all'inizio, io ho anche provato a farlo, e altri l'hanno fatto dopo, ma senza risultato: anzi, lo scontro degenerava sempre di più.
Non so che dirti, Chiara: leggevo a volte di fretta, saltando i post, non seguivo bene. Non ci capivo più nulla. Speravo che si tornasse presto al tema dell'articolo (troppe volte ce ne allontaniamo, mi pare). Ugualmente, però, per parte mia ti chiedo scusa.

Anonimo ha detto...

@ Massimo

Tanto per precisare perché non mi piace passare per uno che si sottrae alle domande

Ho ritrovato il tuo post al quale io non avrei risposto “eclissandomi” . E’ questo del 22 agosto 2013 13:53:00

Ma sono solo le prime righe quelle che riguardavano la mia osservazione sui cani molecolari e dove a tal proposito tu dici “” Sul fatto che Sarah potesse o no entrare in garage e che i cani avrebbero potuto verificare, non mi esprimo Enrico” .

Pertanto non mi è sembrato dover replicare alcunchè

Il resto del tuo commento prosegue affrontando altri argomenti nei quali io non sono mai entrato in merito tanto è vero che mi sono meravigliato nel leggere la frase conclusiva dove mi invitavi a proporti una mia controdeduzione. ed ho pensato che tu ti fossi confuso con un altro utente. Quindi per non appesantire la discussione ho evitato di fartelo notare anche perché ho immaginato che senz’altro te ne saresti accorto

ENRICO

Unknown ha detto...

Il commento Enrico è quello che hai rintracciato e rispondeva alle critiche sulla soggettività del mio articolo del 2011 e sul fatto che potevo aver letto le parole del legale in maniera arbitraria, per questo terminava con l'invito a farmi inquadrare gli avvenimenti sotto un'altra prospettiva. Niente di che quindi. Se non ti sei sentito tirato in causa hai fatto bene a non commentare ulteriormente.

Non voglio farti passare per chi non sei e per la terza volta mi scuso per aver capito in modo sbagliato le tue parole.

Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Il punto di conflitto era sul ritardo nel pubblicare le motivazioni, il che era dovuto sia a difficoltà obiettive (complessità di un processo), sia per la pesantezza della condanna non corrispondente al reato ascritto, ma soprattutto ad un modo di lavorare, a sua volta dovuto alla mentalità ed alla formazione professionale arcaica ed antiscientifica dei giudici in particolare, dei giuristi in generale. Ora, quando ci si identifica nella corporazione prendendo per sé ciò che è detto in generale, è evidente che poi ne sorgano discussioni, dibattiti e polemiche personali anche accese. Inutile è farsi passare per martiri, quando il martirio è cercato, voluto e desiderato. Lo dico anche alla gentile signora Cotrozzi, la quale già in altro caso aveva richiamato l'esigenza della "cavalleria", uno spirito superato dal momento in cui si esige l'eguaglianza tra i sessi e fra gli uomini in generale, se non anche qualcosa di più.

Qui nessuno può vantare aureole di santità e martirio, perché, per grazia di Dio, non abbiamo né tigri né leoni, né lupi da affrontare, ma solo parole, concetti, fatti, argomentazioni.

Vito Vignera carissimo, evitare polemiche ? Spesso sono inevitabili. Come scrisse Platone nel "Sofista", l'uomo è "zoon polemikon", ovvero animale bellicoso, combattivo. Non dovremmo averne paura. Se non esistessero valvole di sfogo nell'esercizio della parola, si passerebbe assai più rapidamente alle mani. E' più pericoloso il silenzio dell'urlo, come si dice per il cane che, se abbaia, non morde.

Anonimo ha detto...

@ Massimo

Argomento chiarito e chiuso

Non voglio rubarti ulteriore tempo prezioso sottraendolo ad altri utenti meritevoli più di me della tua attenzione
Un saluto

ENRICO

Unknown ha detto...

Oddio Enrico, non ho mai pensato e mai penserò che ci siano "utenti" più meritevoli di altri. Tu meriti lo stesso rispetto che cerco di avere con tutti, non solo chi commenta nel blog. Una incomprensione non può cambiare un rapporto... piuttosto molto spesso lo migliora.

Ciao, Massimo

VitoVignera da Catania ha detto...

Carissimo Prof Tummolo mi fa piacere che si ritorni ad un dialogo tra persone civili,lo so che ogni tanto qualche polemica è inevitabile,sopratutto se la discussione riguarda certi temi e di cui personalmente non ne capisco nulla,ne di cose giuridiche e ne di giudiziarie.La mia osservazione sulla maleducazione riguardava quei signori anonimi e virus informatici entrati a dialogare solo per inveire contro tizio e caio solo per puro divertimento.Sulla discussione accesa tra Lei e Chiara non ho detto nulla e non dico nulla,dispiace che sia finita cosi,stop.A via che la ripetuto tante volte finalmente qualcosa sono riuscito a capirla,e riguarda la questione degli avvocati per come hanno affrontato questo processo,sia sul metodo che nel merito.Ovvio che, se alla fine del processo ne sono usciti con le ossa rotte allora vuol dire che in qualcosa hanno sbagliato,e se non erro nel metodo mi sembra di ricordare,mi corregga se ricordo male.Purtroppo, come in altri commenti Lei ci ha sempre tenuto a sottolineare che la condanna era già stata stabilita negli anni precedenti,e la conferma si è avuta dal dialogo tra le due giudici e che tutti hanno ascoltato.Purtroppo chi doveva intervenire in maniera decisa a pensato bene(anzi male) che quelle parole erano solo una "semplice" discussione tra colleghe,mai errore è risultato cosi fatale per le imputate.Un cordiale saluto caro Prof,a più tardi.Un commento semplice in cui spero di non aver detto nulla di male.Buona serata a tutti cari amici.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Signor Vignera,

ma crede veramente che sia finita così ? Non ho mai amato i predicozzi di certuni/certune, che non guardano che cosa hanno detto prima, che provoca ovviamente pesanti reazioni.

Non sarà sfuggito a Lei e ad altri che uno dei miei cavalli di battaglia è stato ripreso dalla "Voce di Manduria" di oggi, sui nominativi completi da registrare, sugli pseudonimi e sugli anonimi. La maggioranza dei commenti appare, almeno per ora, favorevole all'adozione di nome e cognome espliciti. Evidentemente ciò che sostengo da anni ormai (dal 2008 per l'esattezza), in vari organi on-line, comincia ad essere sentito da molti, anche sul piano legislativo. Di ciò che uno dice pubblicamente, deve esservi pubblica assunzione di responsabilità, come del resto prevede la legge per ogni altra comunicazione. Non è certo la soluzione totale dei problemi, ma certo un'importante garanzia in più per risolverli.

Così come non si può aspettare risposte private chi scrive in forma anonima, semianonima, pseudonima: anche questo mi pare ovvio. Se io arrivo da Lei e suono alla porta vestito in bourkha, dicendo che mi chiamo Geppetto o Mastro Ciliegia, Lei mi riceve ugualmente?

art. 240 CPP:

" I) I documenti che contengono dichiarazioni anonime non possono essere acquisiti né in alcun modo utilizzati, salvo che costituiscano corpo del reato...".

art. 333 CPP:

"........
3. Delle denunce anonime non può essere fatto alcun uso, salvo quanto disposto dall'art.240 ".

Infine, stante l'art. 5 del Regolamento per l'esecuzione penale (DM, n. 334 del 30 / 9/ 1989), gli atti anonimi devono essere annotati in apposito registro e conservati dalla Procura per 5 anni, quando poi vengono distrutti insieme al registro stesso.

Ciò per spiegare che ogni atto anonimo non vale nulla, se non in quanto eventuale corpo di reato (ingiurie, calunnie, diffamazioni).

Qualunque affermazione, pertanto, richiede un'assunzione personale di responsabilità. Ecco perché Wikypedia vale quel che vale, non perché tutto o parte siano falsi in assoluto, ma perché gli autori sono anonimi e non si assumono alcuna responsabità di ciò che scrivono, mentre un'enciclopedia normale specifica i propri autori per ciascuna singola voce o parte. Nel nostro caso specifico, poi, ogni atto di critica negativa verso altri esige l'assunzione di responsabilità di tale critica, soprattutto se non o mal motivata, altrimenti si riduce a puro insulto.

Non mi sembra discorso di difficile o impossibile comprensione, né di pretendere cose impossibili.

Anonimo ha detto...

Da La Voce di Manduria:

"Si avvisano i lettori che dal 10 settembre cambieranno le procedure per poter commentare gli articoli de La Voce di Manduria. Da quella data potranno interagire con il portale solo gli utenti registrati i cui dati saranno custoditi e protetti secondo quanto previsto dalle norme sulla privacy (D.Lgs 196/2003 e Testo Unico vigente gennaio 2004) e non saranno utilizzati per altri fini o scopi. I commentatori registrati potranno esprimere il proprio parere – che sarà comunque valutato prima della sua pubblicazione – firmandolo con il proprio nome e cognome o con uno pseudonimo. L’anonimato, quindi, per chi lo vorrà, sarà comunque garantito.


Tradotto: gli utenti non hanno alcun diritto di conoscere nome e cognome di chi commenta. L'anonimato è tutelato dalla Legge come diritto inviolabile della persona.

E' scritto chiaro, difficile fraintenderlo.

Anonimo ha detto...

OT:

Caro Manlio
Non sono d’accordo su quanto sostieni riguardo l’anonimato in rete
Ti segnalo questo articolo

http://avvertenze.aduc.it/dirittodigitale/anonimato+internet+tutela+individuo+non+spauracchio_17312.php

di cui ti copio/incollo un passaggio

Anonimato: mezzo di tutela dell’identita’ personale in rete
L’accesso a Internet prevede forme che esulano dall’utilizzo della vera identità. Pensiamo a un account di posta elettronica ottenuto dando generalità non veritiere, pensiamo allo username (nome utente) per accedere a forum o a social network sotto falso nome, pensiamo all’indirizzo Ip (1) sottoposto ai cambiamenti di numerazione attribuiti dal provider durante la navigazione che, conseguentemente non può condurre mai con certezza matematica alla macchina da cui è partito l’accesso al web. Tutte le ipotesi menzionate si riferiscono a condizioni in cui l’utente, se vuole, può facilmente circolare in modo anonimo.
Nella società off line spesso all’anonimato viene attribuito un alone negativo. Nella società on line invece l’anonimato costituisce un profilo sostanziale del diritto al trattamento dei dati personali e in definitiva del diritto alla propria identità.
Internet propone una realtà dell’io de-contestualizzante a causa delle potenzialità di travisamento delle notizie personali dei mass media digitali e delle tecniche di profilazione dell’utente attive in rete.
Le procedure di raccolta informazioni rese possibili dalla tecnologia informatica a fini di marketing, di reclutamento professionale, di pubblicità, determinano il rischio che l’identità venga frammentata, all’insaputa dell’interessato, in una molteplicità di banche dati offrendo così una raffigurazione parziale e potenzialmente pregiudizievole della persona.


La Privacy o il “ diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata, prevede che " Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo riguardano."

Non solo di quelli sensibili , semisensibili e giudiziari ma anche di quelli comuni “come nome, cognome, partita I.V.A., codice fiscale, indirizzo (compreso quello di posta elettronica), numeri di telefono, numero patente, che consentono di individuare una persona fisica o giuridica, sia essa anche un ente od associazione”

Ovviamente a meno che il soggetto, per proprie attività pubbliche o private o per suo puro desiderio , abbia interesse a rendere noti alcuni dati che lo riguardano

Fonte : http://brunosaetta.it/privacy/privacy-o-diritto-alla-riservatezza-e-protezione-dei-dati-personali.html

Un caro saluto

ENRICO

Anonimo ha detto...

Ps : non mi ero accorto che un altro utente aveva già inserito lo stesso concetto

ENRICO

Chiara ha detto...

Ulteriore profilo sottolineato da un utente de La Voce

"Spett. Redazione,
Al di la’ della faccenda dell’anonimato “vigliacco”, esiste un problema non da poco: ogni volta che si posta un commento firmandolo per intero, questo viene automaticamente rilevato da google, per cui dopo un po’ facendo una ricerca associata al proprio nome e cognome vengono fuori decine e decine di pagine della Voce ( peraltro, davanti a tutte le altre eventuali pagine).

Spesso firmarsi per intero significa associare x sempre al proprio nome pagine e pagine di commenti, spesso di scarsa importanza specialmente a distanza di mesi, ma che restano x sempre associati al proprio nome. Per chi usa internet nella professione, ad esempio, questo e’ un vero e proprio smamming!!

Redazione scrive:
31 agosto 2013 alle 12:17

Anche per questo (ma non solo), ogni lettore, iscritto e certificato, avrà la possibilità di usare un nickname. Purchè la redazione conosca le sue reali generalità che, lo ripetiamo, saranno nel tempo verificate."


Chi è presente professionalmente nel web con un proprio sito, con l'appartenenza ad una rete professionale telematica, con l'inserimento in elenchi di "reperibilità" equivalenti a quelli telefonici, non vedrebbe più apparire quelle pagine che costituiscono un ausilio alla professione e che hanno un costo ed un ritorno economico, ma nemmeno sarebbe più libero di esprimere critiche anche veementi sul proprio ambiente lavorativo o riferire aneddoti nei quali altri potrebbero riconoscersi; tutto ciò altererebbe fortemente la genuinità della partecipazione e in extremis costituirebbe una indebita compressione del diritto di espressione e di partecipazione garantiti dalla Costituzione. Difatti anche per la carta stampata sono lecite le pubblicazioni anonime e sono lecite le firme con pseudonimo: non è un'invenzione dell'era del web!

Quando si riflette su un tema bisognerebbe guardare anche agli interessi altrui e non solo ai propri e capire che esistono delle priorità e che queste non sono un dispetto fatto a qualcuno ma semplici scelte ponderate che rispondono ad interessi superiori; la società funziona così.

Per le ingiurie commesse a mezzo del web ci sono tutti gli strumenti per l'identificazione del reo, anche senza registrazione; mentre d'altro lato di fronte ad un "palese" chiunque lo conosca e non abbia remore potrebbe intervenire con gravi violazioni della privacy a rivelare agli utenti di un forum dettagli della vita privata, delle inclinazioni sessuali, della salute, della famiglia, che il partecipante non desidera diffondere a casaccio in una platea indistinta che comprende chiunque; pazzi, razzisti, vendicatori, ecc ecc compresi.

Manlio Tummolo ha detto...

Ha visto, caro signor Vignera, che la storia non era affatto finita? Quante volte ha detto addio per riapparire candida come prima ?


Enrico Carissimo,

so bene che il mio cavallo di battaglia non piace a tutti, e qui lo si è visto chiaramente. Ho notato che, almeno nel momento in cui leggevo, i commenti con nome e cognome integrali (almeno in apparenza) erano la maggioranza su "La Voce di Manduria". Comunque sostengo pure che questa sarà l'inevitabile futura strada, perché vigliacchi (termine eccessivo, pusillanimi sicuramente) o no, quando la persona è pienamente individuabile evita di attaccare se non è attaccata. Su questa strada, vari Stati e sistemi legislativi si sono avviati. Per ora l'anonimato è garantito verso il pubblico, ma su "La Voce di Manduria", come su molti altri quotidiani la registrazione con tutti i dati è obbligatoria. Questo può soddisfare il gestore del blog, o il direttore di un giornale, non gli altri partecipanti, per i quali la differenza tra anonimo e pseudonimo è assai sottile per non dire nulla, con gli effetti che si vedono e si rivedono. E' questione di tempo: preparatevi. In caso di querele, ci andrebbe di mezzo il solo gestore o direttore che sia, se non si potesse far risultare il nome di chi scrive commenti ingiuriosi o diffamatori, e non credo che nessuno di essi accetti di dover pagare da solo per altri salate sanzioni civili e penali.

Quindi, mentre è inevitabile per la libertà di stampa eliminare ogni forma di responsabilità oggettiva del direttore/gestore (per causa di terzi), è altrettanto essenziale che chi scrive si assuma l'integrale responsabilità davanti al pubblico e davanti all'offeso che non può essere costretto a costi e fatiche per individuare il suo diffamatore o ingiurioso interlocutore.

Marco ha detto...

Ma poi, per rendersi conto che la faccenda del nome e cognome comunque non risolverebbe certamente la questione delle ingiurie e di problemi correlati, basterebbe dare un'occhiata a certe pagine facebook, dove gran parte degli utenti sono registrati appunto con nome e cognome (poi se in alcuni casi sia reale o fittizio è un altro discorso, che comunque varrebbe per qualunque altro luogo della rete). In materia di sicurezza sul web è sempre stato altamente sconsigliata la diffusione di dati personali, fin dai suoi albori, proprio per quei motivi che in gran parte sono stati esplicati qui sopra da Chiara.

Manlio Tummolo ha detto...

PS.

Commentare nei blogs non è un obbligo dettato dal medico, ma una libera scelta che, tuttavia, comporta dei doveri e degli obblighi di legge. Quanto poi a vedere il membro di una corporazione lamentarsi della sua corporazione,in sede pubblica o privata, dovrò aspettare forse la milionesima delle mie esistenze future tramite metempsicosi. Lo abbiamo notato largamente anche in questo prezioso forum e in quello precedente sugli azzecca-garbugli.

Anonimo ha detto...

Credo che ci sia un equivoco da sfatare. L’anonimato in rete praticamente non esiste. E’ più che altro una astrazione limite, un idealtipo in fase di smantellamento. Non solo i dati che produciamo on-line possono essere tracciati con profili e identità uniche, ma anche off-line ogni nostra azione viene individuata e tracciata mediante potenti algoritmi che si basano su dati sensibili e su mezzi idonei al loro reperimento (telecamere, carte di credito, bancomat, riconoscimento facciale, posizione gps del telefonino... ecc. ecc.) . All’occorrenza si possono perfino utilizzare i dati dei satelliti di sorveglianza. Può ‘nascondersi’ solo chi non possiede nessuno strumento tecnologico e vive nella caverna platonica. Il problema è all’opposto, siamo stati privati della nostra privacy (bisticcio di parole). Il nickname è solo la classica foglia di fico che copre delle vergogne che possono essere viste in qualunque momento da un guardone che si prenda la briga (a pagamento) di individuare la nostra vera identità. Sul web chi pubblica articoli è conosciuto dal blogger che ha un profilo del collaboratore. Per chi interviene c’è un indirizzo IP e all’occorrenza l’intestatario può essere rintracciato dagli organi competenti. Esistono società che sono specializzate nel commercio di dati contenuti in immensi database. L’anonimato inteso solo come omissione dell’indicazione delle proprie generalità è solo relativo al desiderio di tener lontani i curiosi, di difendersi dall’inserimento in una banca dati con tutte quelle finalità di controllo e di ricerca al fine del marketing, del gossip, o dello stalking. Se qualcuno ha motivo di ritenere che un anonimo violi qualche legge è facilissimo per gli organi di polizia e di sicurezza risalire al profilo on-line di tizio, caio o sempronio. Quello che chiamiamo anonimato è soltanto quella dolce illusione della privacy ormai in via di liquidazione. Quando me ne vado a spasso (on-line o off-line) non ho scritto il mio nome in fronte, ma in qualunque momento l’organo competente può richiedere che io esibisca i miei documenti e contestarmi l’eventuale violazione di una legge. Quando intervengo in una assemblea pubblica per esprimere un’opinione, di norma non declino le generalità, allo stesso modo si dovrebbe ritenere che non sia necessario farlo on-line a meno che quello che dico sia suscettibile di un’indagine di polizia. Si suppone che l’interesse su quello che qualcuno dice sia in ciò che dice, argomentando, a meno che il contenuto sia diffamatorio nei confronti di talaltro. Concludendo l’anonimato è parola praticamente estinta. Un tempo si producevano libelli e articoli anonimi dov’era davvero difficile risalire all’autore, oggi la paternità è diventato il segreto di pulcinella. Un’ultima notazione. Bisogna alla fine distinguere tra anonimato ed incognito (chi vuole tenere nascosta la propria identità). L’idealtipo dell’anonimo è quello di chi è ignoto a tutti (che abbiamo detto valere più che altro per chi scrive sui muri nottetempo e sempre che una telecamera all’infrarosso non ne riprenda la performance); l’idealtipo dell’ignoto è chi è tale (anonimo )per me o per te, ma non per caio e sempronio che sono in grado di risalire infallibilmente a quelle mano ignota…
Certo l’anonimato dovrebbe essere una condizione fondamentale della libertà di parola e di espressione, diritto riconosciuto da tutte le costituzioni democratiche. Di fatto però la sua violazione è sistematica. I recenti scandali americani dimostrano come al di là dell’illusoria e teorica capacità dell’utente di proteggere i suoi dati sensibili, esistono software raffinati da parte di aziende governative in grado di controllare capillarmente la rete. Giusto dunque rivendicare il diritto all’anonimato, ma senza dimenticare che tale diritto è ormai violato sistematicamente da quando esistono quegli immensi schedari elettronici che vengono utilizzati sistematicamente per tutte quelle proiezioni utili alle lobby di potere.
Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Signor Marco,

dati personali quali ? Nome, cognome, luogo ed anno di nascita, località di residenza bastano. Indirizzo e numero di telefono a chi interessa (es. esercenti attività economiche). Per il resto, dei gusti sessuali che me ne importa ? Perchè uno dovrebbe metterli ? E' un affare suo. Se qualcuno poi vuole prostituirsi, evidentemente cercherà clientela in quel modo, ma allora è affare suo, una propria libera scelta. Non serve mettere l'IBAN bancario. Non serve neppure dire che ho il conto in banca alla Cassa dei Rapinatori Solitari di Timbuctou, ecc..

Vi sono dei dati sensibili, come la salute che sono tutelati, salvo che io stesso non ritenga utile che si sappia che soffro di questa o di quella patologia. Ciò che conta obbligatoriamente, in materia di Diritto Civile e Penale, o Processuale, è la rapida identificabilità del personaggio, se mediante INTERNET, compie qualche illecito. Il problema è tutto lì. Il resto sono soltanto pretesti, scuse per divertirsi alle spalle altrui o truffare la gente credulona.

Marco ha detto...

Sì ma appunto la rapida indentificazione è già possibile, come dice un post sopra Gilberto. Poniamo che lei insulti qualcuno che si senta offeso a tal punto da querelarla: per identificarla non basterebbe mica la firma che lei mette qui (chiunque potrebbe firmarsi come 'Manlio Tummolo', magari qualcuno che volesse diffamarla). La procedura di identificazione sarebbe invece esattamente la stessa che riguarderebbe qualsiasi altro utente che qui si firma col solo nome, con uno pseudonimo o che non si firma proprio. Altra cosa è la registrazione a un sito web, che avrebbe perlomeno la motivazione di disincentivare eventuali troll e provocatori vari, dato che sarebbe possibile bannarli immediatamente (cosa che ad esempio qui non è possibile fare, dato che non è necessaria la registrazione per poter postare).

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Gilberto,

quello che dici è verissimo... per gli affaristi, per la polizia, per Google e le aziende associate, non per il povero individuo che, una volta insultato da qualcuno, deve andarne alla ricerca. Da chi ? Dal gestore del giornale o del blog o di quel che è, il quale ritarderà di fornire questi dati il più possibile.

Nel 2008, causa diffusione di virus (ero alle mie prime esperienze con INTERNET), mi fu risposto dal magistrato di Udine (una donna, di cui non ho il nome a portata di mano) che risalire ai diffusori di questi virus (che mi collegavano a siti a pagamento, senza mio consenso e conoscenza) non si poteva. L'ultima mia esperienza diretta in fatto di pigrizia magistratuale. Se mi fossi rivolto ad un avvocato PAGANDO (e chi i soldi non li ha?), forse avrei ottenuto qualcosa. Già memore di precedenti esperienze, ho lasciato perdere, affidandomi piuttosto agli anti-virus, che costano meno e forse sono più efficaci.

A me non interessa sapere se i grossi industriali usino miei dati per un qualche loro scopo pubblicitario o comunque lecito, a me interessa sapere chi sia il mio misterioso interlocutore, soprattutto se mi aggredisce verbalmente. Oppure chi mi manda un qualche virus informatico in dono.

Ripeto, poco importa: la strada della legge sulla stampa sarà adattata, presto o tardi poco importa, anche al web.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buona notte a tutti cari amici.Vedo che l'argomento in questione ha attirato la vostra attenzione.Capisco che alcuni vogliono mantenere l'anonimato o mettere un altro nome,l'importante è che non siano anonimi totali,almeno il nome si può benissimo scrivere,per non creare confusione.Sul giornale di Manduria uno può mettere un altro nome,però,deve indicare il suo indirizzo di posta elettronica,cosi a qualcuno passerà la voglia di fare commenti ingiuriosi.Carissimo Prof Tummolo direi che questa volta la sua lodevole richiesta è stata accettata e condivisa da tanti opinionisti. Carissima Chiara spero che tu rimanga con noi,il tuo contributo è stato lodevole in tutti questi mesi.Il caso in questione non è di facile soluzione e quindi c'è bisogno di tutti,ognuno di noi può e deve dare il suo giusto contributo alle possibili strategie da adottare nei mesi successivi,hanno vinto il primo round,ma,ne mancano ancora due da vincere,quindi bando alle ciance e continuiamo a combattere,il nemico ci aspetta e noi non dobbiamo farci trovare impreparati ok.Buona notte." Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi, possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente".
Johann Wolfgang von Goethe

Anonimo ha detto...

Carissimo Manlio

Essere aggrediti verbalmente non so dire se prefiguri un reato. Non possiedo gli strumenti giuridici per poterlo dire. Sicuramente però posso dire che il contesto del blog, quello del pathos dialettico, può dar adito a qualche intemperanza. In fondo quando si commenta si sa fin da subito che c'è anche un intento polemico. Allo stesso modo un eventuale antagonista può a sua volta ritenersi offeso. Entrambi, agonista e antagonista possono con un'azione legale risalire alle loro identità (anonime solo virtualmente). Credo però che il buon senso in genere suggerisce di considerare eventuali incomprensioni all'interno di un contraddittorio che è (o dovrebbe essere) soprattutto argomentativo. Insomma qualche intemperanza ci può stare tenuto conto che si tratta di stimolare la discussione. L'autore del blog può inoltre legittimamente richiamare quella netiquette che costituisce una regola per tutti, un richiamo a quella misura e proporzione che nella filosofia greca, come sai, erano state elevate al rango di principi ontologici.
Gilberto

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Gilberto hai detto bene,ci può stare qualche incomprensione o delle divergenze,ma senza alterarsi più di tanto,ho già detto che siamo ospiti dell'amico Massimo e quindi non dobbiamo deluderlo,un po di contegno credo che si debba tenere. Con i commenti di certi Anonimi stava diventando un blog da serie zeta,e non un blog in cui scrivere con serietà ed educazione.Buona notte caro furbacchione dal tuo amico Vito.

Chiara ha detto...

Vito: ti ringrazio ma preferisco soprassedere per un po', ho bisogno di tranquillità. Per il momento interverrò, come ora, unicamente per contribuire alla corretta divulgazione delle norme vigenti così come sono, perchè ritengo che la corretta informazione sia lo strumento principe per la liberazione dell'uomo. Le ideologie e gli auspici sono cosa altra dalla normativa esistente ed è giusto che chi parla specifichi sempre bene se stia parlando degli uni o dell'altra. In caso di confusione, mi permetterò d'intervenire.

Così ora, forniti già pregiabilissime precisazioni da Gilberto e Marco, mi limito a correggere due affermazioni:

- l'unico "obbligo di legge" è il rispetto della privacy: nessuno può essere obbligato a fornire le proprie generalità se non a richiesta legittima (altrimenti nemmeno ad essa è dovuta) dell'Autorità.

- corollario di ciò è che nessun "gestore di forum o blog" può fornire a chiunque non sia un funzionario di p.g. autorizzato da un giudice i dati identificativi di un utente.

Pertanto chi ritiene di avere subito un illecito deve rivolgersi agli organi di polizia i quali soltanto potranno identificare l'utente reo.
Non è un capriccio o una stortura, la ratio è questa : lo Stato appronta gli strumenti per la tutela dei singoli dagli atti illeciti, tutela che deve passare per strade ufficiali e lecite, potendo altrimenti sfociare in atti illeciti di "ragion fattasi" (la ragion fattasi è a sua volta un reato, per questo vi sono meccanismi atti a scoraggiarla).

Metto una riflessione a margine:
di fronte ad azioni di branco, persecuzioni, dileggi, aggressioni verbali gratuite, ecc ecc. non vi è alcuna possibilità di difesa, ma ciò non dipende certo dal fatto di avere il nome e cognome di chi ci ha fatto un torto! Infatti a meno che non pensiamo di andargli sotto casa a prenderlo a randellate o di operare una sistematica diffamazione contro di lui per strada, sul web, sul posto di lavoro ecc, il conoscere il suo nome non ci dà alcuna tutela.
In questi casi dovrà essere la società mediatica ad autotutelarsi tutelando l'aggredito - sulla scorta sia di principi condivisi di civiltà sia nella valutazione che oggi tocca ad uno domani chissà - nè più nè meno si come si auspica agisca la società reale nei confronti del bullismo e della prepotenza: non voltandosi dall'altra parte.

Buonanotte Vito e sappi che ho sempre un pensiero per te e la tua signora.
Saluto tutti e in questa occasione in particolare Gilberto e Marco che hanno partecipato a questa discussione e coi quali mi complimento per la chiarezza e la sintesi (mie agognate chimere!).

Buonanotte e baci.
Chiara

Chiara ha detto...

p.s. nemmeno l'identificazione dell'utente da parte dell'autorità passa dai dati forniti dall'utente al gestore (che sono falsificabili sotto propria responsabilità) ma da strumenti di indagine, tecnici e classici, di cui tali organi dispongono. Parlo di strumenti classici per significare che nemmeno l'identificazione univoca dell'ip vale ad identificare la persona ma solo la macchina, così come l'utilizzo di un nome e cognome registrati non garantisce che l'estensore del messaggio sia la persona cui quei dati appartengono: non è il caso di spiegare i meccanismi che consentono di superare i controlli di base che possono fare i gestori, ma ci sono.

Insomma, è una battaglia persa. Se si vuole comunicare nel web bisogna farsi una ragione di questo fatto o altrimenti soprassedere. Gli abusi che non costituiscono reato o che non s'intende denunciare possono essere contenuti, come detto, unicamente dal gestore e dalla comunità tramite la deterrenza.

Ciau.

Anonimo ha detto...

Non dimentichiamo che con l'evoluzione della tecnologia e
l'utilizzo del router l'IP viene assegnato dinamicamente dal server per cui basta spengere e riaccendere il router per cambiare IP. Ci sono inoltre diversi programmi reperibili facilmente in rete che riescono a "falsificare" l'indirizzi IP.
Alex.

Anonimo ha detto...

Il problema Alex non è di natura tecnologica. L'utente finale può affidarsi a espedienti che possono davvero poco rispetto a sistemi di potere che dispongono di un armamentario tecnologico ben più sofisticato di quanto possa disporre il singolo utente. In realtà tutti gli strumenti per consentire di navigare in incognito hanno più il sapore del marketing che di quello della tutela della privacy. Gilberto

P.S.
Non si può poi escludere che programmi di 'protezione' contengano dei codici ad hoc per controllare proprio quegli utenti che si credono al sicuro dallo sguardo del Grande Fratello.

Anonimo ha detto...

A me non importa della privacy, voi continuate a non capire che qualcuno può usare la vostra connessione perchè conosce le vostre password, altro che falsificare l' ip

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Chiara grazie di cuore,il mio era un onesto e gentile invito,si può continuare a dialogare tranquillamente cercando tutti di dare un onesto contributo sia al caso Scazzi che trattando altri temi.Buona giornata a te e tutti gli amici.

Manlio Tummolo ha detto...

Sarebbe utile sempre leggere con cura ciò che uno scrive, quando poi si vuol rispondere, altrimenti si divaga col solito atteggiammento da sapientelli. Un'ingiuria è un'ingiuria, comunque sia mandata o trasmessa (sulla stampa, come per radio, televisione, telefono, computer, o segnali di fumo). Se io dico o scrivo ad uno qualsiasi che p un ladro, se diffondo pubblicamente questa asserzione, compio rispettivamente reato di ingiuria e di diffamazione, aggravata se a mezzo stampa o di pubblica informazione (radio, televisione, INTERNET).

Ovviamente una denuncia si fa per mezzo degli organi preposti: è una banalità che sappiamo tutti. Il punto è che una denuncia contro relativi ignoti finisce dalla Magistratura per essere considerata una non-denuncia (come per le lettere anonime, di fatto), tramite questo sottospecie di sofisma:

1) Il denunciato è anonimo.
2) Un anonimo è ignoto, ovvero non conosciuto.
3) Se non è conosciuto, è inconoscibile, ovvero introvabile.
4) Dunque, archiviamo la denuncia dopo aver fatto finta di indagare.

Provare per credere. Vorrei sapere quanti qui l'abbiano mai fatto concretamente.

Nel caso da me citato, oltre a querelare i fantomatici inviatori di virus, denunciai, come complice, anche la TELECOM, Ciò malgrado, la denuncia non andò avanti. Ma come qui tutti sapranno (figuriamoci se non sanno qualcosa !), i famosi numeri a pagamento vennero poi progressivamente eliminati, salvo che per chi volesse rimanere collegato a questi in modo esplicito e dichiarato. Non dirò che ciò è avvenuto per merito mio, ma sicuramente quegli scherzetti truffaldini dei collegamenti telefonici non voluti furono denunciati da molti altri (soprattutto se uniti in associazioni di consumatori), e il numero dei denuncianti ha, per chi adora la Forza, un'importanza fondamentale.

Oggi essere collegati a numeri non richiesti, senza neppure saperlo (ma doverne pagare il conto), è assai più difficile.

Qui non si è affatto voluto capire che io stavo parlando non di una realtà in atto, ma di una realtà in divenire. Quella è la strada, piaccia o non piaccia agli internettiani DOC.

Marco ha detto...

Questione di punti di vista: a mio parere è più probabile che sarà l'obsoleta legge sulla stampa a essere modificata, non essendo in alcun modo applicabile al web, anche solo per questioni tecniche. A meno di non voler diventare come la Cina.

Marco ha detto...

Un ultimo post per chiarire meglio e poi concludo, dato che siamo decisamente fuori argomento.

Credo che si presti facilmente ad abusi più il fatto di specificare un nome e cognome reali in rete che il contrario. Ciò non toglie che uno sia libero di farlo, ma appunto è una sua libera scelta, così come quella contraria. A me, da lettore, poco interessa l'uso di uno pseudonimo rispetto a un nome e cognome, che, ripeto, per l'interlocutore teoricamente potrebbe benissimo trattarsi di un falso, e di certo un comune cittadino non va a indagare in tal senso, non possedendone neanche gli strumenti; quindi firmarsi Pico de Paperis, Pico, P o non firmarsi affatto è la stessa identica cosa, dato che per avere la certezza assoluta che un utente sia chi dice di essere bisognerebbe essere lì presenti mentre digita sulla tastiera, o in alternativa avere una webcam puntata su di lui mentre scrive un determinato messaggio, ovviamente munito di carta d'identità. Per quanto riguarda la responsabilità nel caso di abusi che configurino reato, nulla cambia, dato che la procedura è esattamente la stessa sia per un presunto firmato integrale (proprio perché chiunque potrebbe firmarsi con un nome e cognome fittizi o addirittura spacciarsi per qualcun altro è necessaria la verifica), che per tutti gli altri. Il senso dell'utilizzo di un nickname in rete è l'essere distinguibili rispetto ad altri interlocutori per non generare confusione nella discussione, non certo quello di essere rintracciabili da chiunque la legga.

Anonimo ha detto...

Sì, Marco la tua è una bella sintesi che condivido in pieno.
Gilberto
P.S.
Certifico di essere proprio io Gilberto. O almeno credo.

Manlio Tummolo ha detto...

Per una maggior precisione:

presentai la querela contro la TELECOM, esplicitamente richiamata in quanto ente gestore del servizio telefonico anche per conto terzi, e contro gli enti misteriosi ma documentati da codici numerici debitamente elencati (oltre ai tanto ricordati tabulati - come nel caso Scazzi - che non contarono assolutamente nulla), più documentazione della TELECOM stessa. Tutto ciò venne depositato il 29 aprile 2008, con n. di protocollo 5477/08 RGNR (registro generale notizie di reato), presso il Tribunale Ordinario di Udine.

In data 2 settembre 2008, venne presentata da parte del PM dott.ssa Barbara Loffredo richiesta di archiviazione, pur osservando violati gli artt. 615 quinquies e 615 ter del Codice Penale, sotto la dicitura "ignoti" (un giochetto, successomi per una precedente denuncia contro un magistrato e un ufficiale giudiziario di Trieste per pignoramento illegale), i quali "ignoti", essendo irreperibili a parere del PM Loffredo, non venivano né indagati né altro. Presentata in data 11 ottobre 2008 opposizione, non se ne seppe più nulla.

Ecco quindi come si lavora nelle sedi opportune.

Per quanto riguarda il commento di "Marco", ore 10.03, non è affatto detto che la Cina necessariamente sia retta da leggi meno valide delle nostre. Chissà perché, a suo parere, sono stati inventati nomi, cognomi, registri, anagrafi, ed altro, pur non essendo noi in Cina.

Il punto è che, quando INTERNET è nato, non vi erano regole di nessun genere e si credeva un "pianeta" virtuale dove ciascuno poteva fare i propri comodi. Nell'ultimo quindicennio circa, si è cominciato a capire che le cose non debbano proseguire così anarchicamente.

Infine, concordo che la legge sula stampa debba essere riformata, ma non nel senso voluto da "Marco": bensì di eliminare la responsabilità oggettiva di direttori e di editori per cose che dipendono esclusivamente dagli scriventi (giornalisti, collaboratori, lettori, ecc.).

Le limitazioni all'arbitrio irresponsabile sono ovviamente necessarie come in tutte le cose, se vogliamo vivere in una società legale, e non tra foreste e caverne.

Libertà è condizione di responsabilità (Kant, Fichte, Mazzini), non capriccio.

magica ha detto...

buonasera a tutti
a volte postai delle foto su siti che trattano argomenti innerenti al mio hobby.
normalmente mi evinco nel web tramite avatar .
mi è capitao , cercando nel web informazioni., che mi sono imbattuta nelle foto che postai con relativa discussione sull'oggetto postato .
percio' ho avuto una intuizione a non manifestarmi con il mio nome e cognome .
ho sempre quell'attenzione che puo' essere anche sbagliata di tenere alla mia privacy .
sono accorta . se mi sbilancio dove sono obbligata .. .. basta omettere o aggiungere una o due lettere. - e non sono io .
come gilberto M . chi sara? e chi lo sa .. ciao .

carla ha detto...

scusate io ho ancora paura dell'uomo nero e preferisco anonimato...battuta a parte....
il problema non è tanto per il fatto che si usi un nome diverso o l'anonimato , il fatto è che si usi delle inciviltà, non di sicuro da persone adulti e maturi.....
a mio parere l'anonimato va usato per una questione di tutelarsi dai certi tipi che è inevitabile di incontrare, oppure per un fatto personale, come nel mio caso perché non mi vorrei fare riconoscere da chi mi è vicino, anche perché tante volte ho riportato delle esperienze personali come esempio, perché ho sempre cercato di parlare di qualcosa che conosco....
comunque ho scelto Vito come testimone della mia lealtà, ma che preferisco rimanere nell'anonimato per non dovermi dibattere in cose spiacevole....
quello che conta è di esprimere il pensiero dell'argomento in questione , non tanto chi sta dietro al pc.....
se poi ci si imbatte a una persona maleducata sarebbe meglio darci un taglio......
buonaserata cari amici del blog

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Carla,

a parte le aggressioni verbali, non trovo il senso di dire cose che non firmiamo completamente. Come dire: la penso così, però non me ne assumo alcuna responsabilità. Tanto varrebbe tacere. Quanto agli incontri si evitano molto meglio sapendo chi c'è dietro a un certo tipo di commenti. Si usa dire infatti: "Se li conosci, li eviti".

L'anonimato è solo una moda che, tanto per cambiare, abbiamo copiato dal mondo anglosassone; oppure, un residuo di tempi nei quali dire una qualche verità scomoda, si finiva molto male.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Buona notte a tutti carissimi amici.Mi trovate assolutamente d'accordo su quello che dite.Il Prof Tummolo ha ragione riguardo a certe responsabilità,ognuno è responsabile di quello che scrive e non scaricare la colpa al direttore,mica legge tutto quello che poi viene stampato.Magica e Carla è un vostro diritto mantenere l'anonimato,l'importante è non andare fuori misura sui commenti.Voi sapete i rischi che correte e quindi è giusto che proteggiate la vostra vita privata.Se il Prof Tummolo e io mettiamo nome e cognome e perché non abbiamo nulla da nascondere o di che avere paura.Un nome anche inventato può andar bene,si dialoga, si esprimono opinioni che,a volte convergono a volte no,di sicuro non cade il mondo,delle divergenze ci possono stare mica possiamo avere tutti le stesse idee,tanto alla fine si capisce che tutto può servire su un determinato scopo,qualunque sia il tema trattato in quel momento.Carissima Carla grazie per avermi scelto come amico,hai avuto fiducia della mia persona,spero che anche altre persone decidano di farlo,per telefono si possono dire tante cose,e un bel dialogo amichevole credo che non comporti nulla di male.Buona notte a tutti.

Manlio Tummolo ha detto...

Riguardo al "fuori argomento", vorrei ricordare che, per problemi di ingiuria e diffamazione, sono stati cancellati, se non erro, circa 200 commenti in questo forum. Questo avviene per corretta e pienamente legittima autotutela del gestore del blog, il quale, detenendo la responsabilità "oggettiva" della gestione (come un direttore responsabile di giornale o poco meno), potrebbe anche avere dei problemi se mantenesse determinate ingiurie e diffamazioni.

Ma va anche precisato che ingiuria e diffamazione concernono persone individuabili, non sigle, non anonimati, non pseudonimi che non siano pubblicamente collegati a persone precise. Qui tra noi vi sono forumisti che usano sì lo pseudonimo, ma è uno pseudonimo collegato a persona determinabile e conosciuta nel blog stesso, e pure fuori. Il resto, piaccia o non piaccia, essendo nomi generici e comunissimi, non possono lamentarsi né di ingiuria, né di diffamazione (per non parlare poi di persecuzione e di martirio), non essendo pubblicamente riconoscibili.

Se uno scrive "Poldo è un assassino" non fa diffamazione, perché "Poldo", abbreviativo di Leopoldo, è un generico nome abbastanza diffuso; potrebbero offendersi tutti i Poldi, come nessuno di loro. Se scrivo che Sabrina Misseri, o sua madre Cosima Serrano sono "assassine", compio il reato di diffamazione aggravata (stampa, radiotelevisione, INTERNET).

carla ha detto...

caro Vito grazie di aver compreso il senso del mio comento....
comprendo anche Manlio che vada cercando la trasparenza e chi è che non lo vorrebbe!....
io purtroppo sono stata lesa dall'uomo e mi è difficile credere nel prossimo , ma non senza provarci con prudenza però questo è il mio motto.....certe situazioni bisogna viverci per capire.....
ci sono cose che te la devi guardartela da sola , perché altri non ti aiutano , se nonché intromettendosi peggiora la situazione, per cui non centra niente con l'argomento che si tratti in comune.....
anche i primi cristiani vivevano in catacombe, per una questione di prudenza.....dopotutto come già detto non è il anonimato sia un problema , a farne cattivo uso è quello che non va bene....un caro saluto a te e Manlio....
ps purtroppo siamo diversi da uno dell'altro ognuno con la propria storia di vita.....
io non posso essere l'altro, come l'altro non può essere me ....penso che sia giusto così... la diversità dovrebbe aiutarci a crescere e non ucciderci....buonanotte...

carla ha detto...

buon giorno a tutti,
vorrei in qualche modo completare quello che dissi stanotte, in caso non fossi stata chiara....
le mie intenzioni non sono quello ledere l'altro, ma mi difendo dall'altro come meglio credo...
la prudenza è d'obbligo per cui non va confuso con la vigliaccheria......
quello di essere mandati carni al macello è dovuto dall'uomo e non da DIO ne è chiaro anche il Vangelo che non siamo chiamati ad essere martiri, ma che è l'uomo che si rende martire, che sia per una sua ingenuità o per seguire un ideale a quanto buona possa sembrare, ma è una scelta sua.....anche S. Francesco ha dovuto chiedere scusa al suo corpo alla fine.....
lo dice Gesù stesso :- la perfezione non è di questo mondo...- per cui siamo soggetti come canne al vento....

del resto caro Manlio sono d'accordo con te che è diffamatorio a chi accusa senza una spiegazione plausibile solo perché lo dice il Giudice e quando fino ad oggi non leggiamo le motivazioni.....questo conta anche se me lo dicesse il papa in persona , ritengo e pretendo una spiegazione di tale accusa , avrò il diritto di pensare pure io o conta solo il pensiero dell'altro?.....un cordiale saluto

Marco ha detto...

@Chiara 03 settembre 2013

Mi era sfuggito questo passaggio:"Purchè la redazione conosca le sue reali generalità che, lo ripetiamo, saranno nel tempo verificate"

Non mi risulta che una testata giornalistica usufruisca di poteri speciali rispetto a un blog o a qualsiasi sito internet: non può certo andare direttamente dal provider e chiedere chi sia il titolare della connessione internet a cui è associato un determinato indirizzo IP, come non lo posso certo fare io ipotetico titolare di un blog o sito. Dal punto di vista legale quindi non credo sia possibile fare verifiche di questo tipo. O sbaglio?

magica ha detto...

ciao marco
la penso come te . e posso anche sbagliare .
comunque penso che le testate giornalistiche ma anche altri siti usino questo stratagemma affinchè un utente possa trattenersi, di postare ingiurie gravi, possibili di denunce.
il sito comunque ha la facolta' di bannare quando l'utente non rispetta le regole quando ci si registra con un accaunt . .
certamente in casi gravi ci pensa la polizia postale ,
come quando vuole stannare i pedofili, oppure come nel caso scazzi per trovare prove o discolpe . credo che succeda pero' in casi gravi .

Anonimo ha detto...

Naturalmente far conoscere le proprie generalità ed le proprie attività affinchè google o altri motori di ricerca le divulghi al maggior numero possibile di persone, è una legittima scelta personale di cui però l’utente si ne assume tutte le eventuali responsabilità e conseguenze ( piacevoli o spiacevoli che siano)

Difatti i potenziali pericoli legati a questa decisione sono altissimi e quindi sostenere che TUTTI dovrebbero fornire i propri dati personali IN RETE è un convincimento assai azzardato
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I rischi in rete: il furto di identità e altre tipologie di frodi

[...]


Web: Potremmo ritenere di non essere appetibili perché il nostro conto corrente bancario è cosa ben grama ma agli hacker potrebbero non interessare i nostri soldi quanto i nostri dati personali.
L’informatica e le nuove tecnologie hanno creato rischi fino a ieri impensabili e poco conosciuti dai consumatori; l’uso di internet ci espone a pericoli sottovalutati o spesso sconosciuti.

A tutti coloro che usano internet viene chiesto regolarmente di fornire informazioni personali per poter accedere a determinati siti o per poter acquistare beni e servizi. Spesso queste informazioni viaggiano sulla rete in chiaro e non in modalità protetta. Un crescente numero di utenti, inoltre, sta fornendo un’elevata quantità di dati personali a blog, siti chat, social networks come MySpace e Facebook e questo ha attratto molto l’attenzione di hacker e malintenzionati. Sia i motori di ricerca che i social network sono da considerarsi un sistema di equazioni per poter risolvere le variabili mancanti: basta conoscere alcuni dati per poter trarne di nuovi. Quando immettiamo i nostri dati in un social network, ad esempio nome, luogo e data di nascita, questi dati sono sufficienti per trarne il codice fiscale e il codice fiscale è sufficiente a sua volta per ottenere altre informazioni. I dati personali infatti hanno un mercato vastissimo e milionario: con essi si fabbricano documenti falsi, transazioni allo scopo di riciclaggio di denaro sporco, intestazioni di false polizze assicurative, contratti di finanziamento e così via.

Ma vi è di più, sta infatti avanzando la problematica, soprattutto tra i più giovani, legata al furto d’identità non inteso in senso strettamente economico, ma attuato attraverso l’appropriazione indebita di profili di social network utilizzati ad esempio, per ledere l’immagine o la professionalità di terzi.


Fonte : http://ecc.adiconsum.org/service.php?s=I%20rischi%20in%20rete:%20il%20furto%20di%20identita%20e%20altre%20tipologie%20di%20frodi&lang=it

ENRICO

Anonimo ha detto...

EC "le divughino"

ENRICO

magica ha detto...

anonimo .
ogni giorno mi arrivano mail di banche con le quali non ho mai avuto contatti . mi informano che qualcuno è entrato nel mio conto . percio' dovrei metternmi in contatto con questa banca per chiarimenti .. roba da matti . cancello immediatamente la mail .
chissa' perchè dalla mia banca non arrivano mail di questo tipo.
avro' avuto contatti con siti o negozi con la mia mail ?.penso di si ... percio' non bisognerebbe fidarsi .

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo, ben tornato!!!

la tua chiave di lettura mi vede daccordo, non fosse per alcuni passaggi del tuo post su cui la penso diversamente, ad esempio quando dici:

"in primis scagiona la moglie, che pare non sapere nulla di violenze o altro (eppure Cosima è in carcere in base ad un'altra ricostruzione che segue un sogno)"

A mio avviso non la scagiona affatto, Cosima potrebbe conoscere o aver partecipato, per quello che ne sappiamo, alla fase omicidiaria, ma non sapere cosa ha poi realmente fatto Michele con il corpicino di Sarah, perchè non presente, per esempio, all'atto dell'occultamento.

Inoltre dici:

"E' chiaro che c'è stata spinta affinché dicesse di non aver "violentato", ma come si può sapere se davvero fosse una spinta verso la verità?"

Ed io ti dico la stessa cosa della presunta spinta effettuata da Bruzzone e Galoppa.
Potrebbe essere stata anche quella una spinta verso la verità, chi può dirlo con certezza che non sia così? Ho letto l'intera deposizione della Bruzzone nell'udienza che la vedeva come teste e sinceramente non mi sento di escludere che quanto abbia deposto sia falso.
Credo sia più sensato ritenere falso ciò che afferma Michele.

In fondo De Cristofaro e company presumono che ci sia stata violenza, ma non ne sono sicuri, poichè non si è potuto accertare, anche se io credo che Michele, semmai avesse violentato,prima o dopo la morte Sarah, non lo confermerebbe mai.

Uccidere per uno scatto di nervi può riabilitare agli occhi degli altri, ma se confermasse la violenza sa bene che, sia in carcere che fuori, (tra parenti e conoscenti) non troverebbe altro che disprezzo per la sua persona, ed io ho l'impressione che questo gli pesi di più che sapere Sabrina e Cosima in carcere a vita.

Il gip Rosati:

"Non è vero,
come sostiene la difesa di Sabrina Misseri, che Michele aveva già parlato del
movente sessuale sin dal primo interrogatorio, quello svoltosi al comando
provinciale, quando fece ritrovare il corpo di Sarah. Michele Misseri ha
affacciato il movente sessuale soltanto davanti a me, a seguito, me lo lasci
dire, delle mie vibranti obiezioni. Lui è venuto davanti a me cercando di
convincermi di aver ucciso Sarah perché il trattore non partiva. Visto che
insisteva, gli dissi: “signor Misseri, facciamo una cosa, cambiamo posto.
Lei si mette in quello mio e mi dice se crede a una versione simile”. Lui
mi guardò e allargò le braccia. Allora gli dissi, mi dica la verità, per quale
ragione ha ucciso Sarah. Mi raccontò la storia della mano tesa verso le parti
intime di Sarah. Gli chiesi di mimare il gesto ma lo fece in una maniera
così innaturale che subito apparve non credibile a me e a tutti coloro che
si trovavano con me."

Ciao, e non sparire.... i tuoi articoli e post mi mancano.

Sira






Marco ha detto...

@magica
Sì anch'io ho pensato a questo.
Semplice effetto deterrente. Naturalmente un sito internet/blog può mettere tutte le regole che vuole (compreso il fatto di controllare i messaggi prima di pubblicarli), sta all'utente adeguarsi a esse o migrare verso altri lidi. Se io fossi stato al posto di Massimo, ad esempio, avrei disabilitato la possibilità di postare fino al mio rientro.

@Enrico
Infatti, potenzialmente i rischi sono tanti. Se sei/siete interessato/i ad argomenti correlati che riguardano l'illecito trattamento dei dati personali, cercate il caso "peppermint" su google, risalente a qualche anno fa.





magica ha detto...

roba da matti.
misseri non mimo' alla perfezione l'omicidio (fatto con un foulard di seta ) inoltre con tutta la gente che lo osservava doveva mimare un omicidio perfetto ..
anche la palpatina che mimo' misseri . non era mimata bene .
adirittura gli chiesero di far vedere come palpava ? incredibile!

magica ha detto...

ci si accorge sempre di piu' che questa è una faccenda incredibile!

Chiara ha detto...

O.T.

la questione dell'ingiuria e della diffamazione nei confronti di un nickname non è tanto semplice:

- l'ingiuria consiste nell'offesa all'onore e al decoro della persona e consiste nella percezione soggettiva, da parte della persona, di tale lesione (purchè la parola/frase rivoltagli sia considerata oggettivamente offensiva per la generalità delle persone di normale sensibilità).

Per la configurazione di tale reato non è presupposta, da parte del reo, la conoscenza dell'identità della persona offesa - ossia voglio offendere Tizio Caio - ma basta che egli voglia offendere "proprio te" perchè, al contrario della diffamazione l'ingiuria non attiene alla "proiezione esterna" della personalità del soggetto (nella diffamazione si lede la "reputazione" di un soggetto) bensì alla "sfera interna" del soggetto (ciò che IO percepisco di me stesso).

Così, ad esempio, sono punibili le ingiurie rivolte ad uno qualunque incontrato per strada ("ehi tu laggiù, sei un cog...one!") oppure ad uno a cui si telefoni a caso (classico caso, le telefonate oscene: interessa solo che uno sia leso nell'onore e decoro dalle parole rivoltegli dall'interlocutore, anche se questo abbia formato un numero a casaccio e non sappia chi sta offendendo). Quindi l'ingiuria ad un nickname è reato, perchè dietro al nickname c'è una persona che ha una "sfera interna" di onore e dignità che viene lesa dall'offesa ricevuta.

- la diffamazione, come detto, attiene invece alla "sfera esterna" della persona, essendo diretta a lederne la "reputazione".
In materia di diffamazione di un nickname è quindi più difficile che tale lesioni si concreti ma va sviluppandosi sempre più la riflessione sulla tutela della reputazione che un nickname si sia guadagnato in un certo contesto e che sia riconosciuto dagli altri utenti come "identificativo" di un preciso utente (ignoto nelle sue generalità ma sempre quello).

Al di là di ciò, comunque, è senz'altro ravvisabile diffamazione della persona fisica, che si cela dietro il nickname, nel momento in cui almeno due persone che leggono l'informazione diffamatoria conoscano l'identità fisica della persona che utilizza quel nickname.

Chiara ha detto...

p.s. da non dimenticarsi poi che quella penale non è l'unica legge esistente: se la persona celata dietro ad un un nickname viene "diffamata" (ossia lesa nella propria reputazione in sua assenza) ed un solo utente ne conosce l'identità fisica, il diffamatore non sarà punibile penalmente (perchè la legge richiede la "presenza" di almeno due persone) ma potrà venire condannato civilmente al risarcimento del c.d. danno d'immagine.

Chiara ha detto...

p.p.s. da notare, infine, che per integrare entrambi i reati non è necessario pronunciare il nome (o il nickname) cui si indirizzano le offese ma è sufficiente che esso sia individuabile per esclusione.

Manlio Tummolo ha detto...

Per esclusione di che, di chi ? Intanto, per telefono si ha un numero, spesso reperibile su guida (se è apparecchio tradizionale), con tanto di nome, cognome, indirizzo. Se è un cellulare e poniamo, io voglio telefonare a Geppetto per offenderlo, minacciarlo, ricattarlo, intimidirlo, ecc. ecc., ma sbaglio numero, e telefono invece a Mastro Ciliegia, qui c'è un errore di fatto, di cui in eventuale indagine occorre tenere conto (almeno chi conosce il Diritto penale generale), per cui basterebbero eventuali scuse a Mastro Ciliegia, mentre verso Geppetto si tratterebbe solo di intenzione (se non completo la telefonata successivamente al vero destinatario).

Tutto questo in teoria, perché se mi limito al solo nome, oltretutto se è comunissimo, tanto su giornale cartaceo, quanto on-line, blog, trasmisisone teleradiofoniche, ed altro, i magistrati inquirenti non farebbero nulla come loro solito, col pretesto della condizione di "ignoto" (lo fanno pure a favore di loro colleghi "noti").

Proprio oggi per combinazione a "Prima Pagina" di Radio RAI 3, c'era un sindacalista il quale, parlando con Sergio Rizzo, sottolineava anche lui il caso di bravi giudici che rimandano - addirittura !!! - di anno in anno certe motivazioni a sentenze sul lavoro (si discuteva dei lavoratori precari e a tempo determinato, ecc.). Questa è la realtà effettiva prevalente del modo di lavorare nella Magistratura, superbenpagata, ma scarsamente operativa. Il resto è teoria giuridica sulla quale si potrebbe discutere all'infinito, in quanto ogni giudice ha il diritto di interpretare a suo modo la legge e i reati, quindi di applicare certe norme invece che certe altre.

In conclusione, per quanto si possa friggere e rifriggere la fettina alla milanese, resta un fatto: insultare chi ha nome e cognome determinati e, quindi, è individuabile, è un conto; chi viceversa ha il solo nome di persona, un nomignolo, uno pseudonimo non pubblicamente conosciuto, non ha strumenti per dimostrare il dolo specifico nel suo caso, anche se fosse l'unico a portare quello pseudonimo in un blog. E' un'ovvietà, contro la quale si vuol combattere solo per ragioni di difesa della bandiera, tanto è vero - mi pare - che non risulta finora negli ultimi 10 - 15 anni nessun processo per diffamazione a persone che scrivano in forma anonima, o con sigle o pseudonimi (ripeto: che non siano pubblicamente conosciuti - es. FORTEBRACCIO, L'Elefantino, e simili - perché in tal caso so che vi è stato almeno un processo, in quanto lo pseudonimo pubblico è tutelato esplicitamente anche dalla legge sulla stampa), e dal quale sia stata emessa una qualsivoglia condanna. Se fosse, ne gradirei gli estremi.

Vincenzo ha detto...

Buonasera a tutti. Io non punto il dito contro il Misseri, ma è reo confesso. Secondo i pubblici ministeri non ha assistito al delitto. Io mi chiedo come mai non si sia accorto della lite furibonda che schiera Sarah vs Sabrina e Cosima (nemmeno i vicini se ne accorgono, d'altronde). Dalla sdraio passa in garage. Non sente la vettura della moglie partire a grande velocità, e non ascolta nemmeno le grida disperate della povera Sarah, la quale viene riportata in casa e assassinata in modo bizzarro. E' assurdo. Un rinvio a giudizio per concorso in omicidio doveva esserci per lui.
Detto questo, l'innocenza delle due donne è stata confermata in dibattimento, ma per capire il perché di questa assurda condanna, bisognerà leggere le motivazioni che arriveranno a Ottobre.

Anonimo ha detto...

Le motivazioni per la condanna tardano ad arrivare perché costruire delle motivazioni su un canovaccio senza capo né coda è alquanto difficile, per non dire impossibile. Mettere insieme un discorso logico e consequenziale sulla base di fantasie, astruserie, non senso… costituisce un’impresa al limite delle possibilità umane. Fondare una condanna sul niente comporta inevitabilmente di procrastinare la stesura di un documento che non potrà che risultare una chimera. La coperta per quanto tirata un po’ qua e un po’ là sarà sempre o troppo stretta o troppo corta. Non vorrei proprio essere nei panni di chi deve stendere un testo alla Samuel Beckett di "En Attendant Godot".
Gilberto

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Vincenzo,

la sordità - stanti le contrapposte versioni - era reciproca. Pare che casa Misseri sia un bunker come quello di Hitler a Berlino, oppure un rifugio atomico. La cosa molto più semplice è che lì non sia accaduto nulla, visto che, a prova di una tale tesi, si verifica che elementi specifici, tracce, testimonianze esterne, non vi si sono trovati. Il cane ? A parte il fatto che gli animali non possono testimoniare in giudizio (sarebbe il colmo), come l'aspettava all'entrata, così l'avrebbe seguita quando ne venne fatto uscire il corpo almeno per un tratto. Sappiamo di cani che si recano perfino al cimitero dov'è la tomba del loro padrone (senza essere cani addestrati).

Aspettiamo le grandi motivazioni (speriamo non troppo tardive) e poi vedremo come risponderanno i rispettivi avvocati.

Certo che, se si continua con la storia dell'omicidio in quell'ora e in quel luogo, nessuno crederà che in quella famiglia tutti siano sordi, ciechi, tonti. E verranno valutati come complici.

Anonimo ha detto...

A proposito di 'Aspettando Godot', spero di sbagliarmi ma non è detto che ad ottobre non ci dicano che 'Godot oggi non verrà, verrà domani'.
Gilberto

carla ha detto...

Gilberto , ero dello stesso pensiero ....forse mi è sfuggito, sbaglio all' anniversario di Sarah i giornalisti hanno fatto il silenzio...... obs! non mi dire che ci siano già dimenticati di questo caso!.....
oppure sperano che c'è ne dimentichiamo noi....un cordiale saluto

magica ha detto...

i pm ora dicono che l'omicidio sia avvenuto in casa - ma la cintura o corda era in garage ,
se misseri dice corda vorra' dire che le donne sono corse in garage per prenderla .per stramgolare sarah .
miseri disse che la corda si trovava vicino al trattore . percio' se credono a misseri devono dargliele per buona , che la corda era in garage .
ma quando le donne scesero a prendere sta corda misseri non disse :che fate con la corda?.

l'omicidio avvenne in casa ..stavolta con la cintura -
altra versione .
misseri sullo sdraio . e non si accorge di nulla .. solo quando sabrina corre da lui. papa' è successo un guaio .
oppure sabrina corre in garage a chiamare il padre? ma misseri essendo in garage non sente la macchina di cosima sgommare per rincorrere sarah .. poi il ritorno .. ecco a questo punto ci potrebbe stare una complicita' fra i 3 .. perchè si videro nel momento che avevano la sarh per le mani - ma misseri non disse nulla per 42 giorni , in casa non ne parlarono mai .. muti come dei pesci ..
erano gia' sotto controllo? amcora nelle prime ore?
è tutto un casino . imbrigliato nelle maglie degli accusatori .
e poi scrivono un libro.. ma ci credono cosi' ingenui?

carla ha detto...

x Magica, ciao , purtroppo per qualcuno si ,visto che ci credono e che accettano questa porcheria...
buonanotte cara
GANDHI disse : - il male non ha mai vinto, alla fine vince sempre la Verità, certo non senza sconfitte, ma alla fine vince la Verità......
giudizio di DIO ci sarà e come....

Manlio Tummolo ha detto...

Se facciamo un paragone con l'omicidio della brasiliana a Brescia, mezzo d'impeto mezzo premeditato se non del tutto premeditato, l'uomo strozza quella ragazza con le mani e poi cerca di simulare rozzamente un suicidio. Così viene presto individuato. Pare che i soli Misseri abbiano per dote naturale la capacità di compiere omicidi perfetti, ma poi con uno dei familiari incapace di tenere il becco chiuso.

Conoscendo un minimo di antropologia criminale e di criminologia, si sa ben presto che solo assassini esperti, non bricoleurs, ma anche associati, sappiano far sparire un corpo. Ed è poi ben difficile che si pentano, se non per ragioni di contrasto interno alla società per delinquere.

In sostanza, tutti possiamo essere, chi in un modo, chi in un altro, assassini, ma solo persone esperte nel crimine sanno essere abili occultatori o soppressori di cadaveri.

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Carla,

non solo era l'anniversario della morte, ma qualche mese prima l'anno in cui avrebbe raggiunto la maggiore età e avrebbe, stavolta sì, potuto rappresentare un "pericolo" per le sue rivali in amore. Ma non credo si possa immaginare che a 18 anni avrebbe ancora mantenuto la presunta cotta per Ivano: avrebbe spostato il suo interesse su ben altri e, chissà, con la sua fresca bellezza di neo-maggiorenne, avrebbe fatto furori ed infranto molti cuori maschili.

Invece brutali mani di mostro l'hanno soffocata e uccisa.

Giacomo ha detto...

Sira.
A proposito degli "ADESSO" degli Scazzi che non hai visto e che smentiscono la ricostruzione dell'accusa circa l'orario di uscita di Sarah.

3a udienza 30.01.12 pag 232. 4° rigo
Interrogatorio di Giacomo Scazzi
Giacomo Scazzi - Sabrina ha detto: Sarah non è ancora venuta a casa mia. Mia moglie ha detto: "Come non è venuta? Ma se è venuta ADESSO, si è preso l'asciugamani che dovete andare al mare".

E ancora nella stessa pagina, a dodici righe dal fondo
Giacomo Scazzi ribadisce - Mi ha detto Sabrina: "Guarda che non è andata Sarah". "Come non è andata Sara? - Dico - Se c'è andata ADESSO, si è preso l'asciugamani, che doveva andare al mare. Come mai?"

Quindi gli Scazzi A DIBATTIMENTO, ben due anni e quattro mesi dopo, hanno sostanzialmente confermato quello che Concetta dichiarò nel verbale del 29 settembre 2010, cioè che Sabrina arrivò a casa loro 15-20 minuti dopo che Sarah era uscita.
E tale conferma è tanto più importante, perché la conferma è stata involontaria, una voce dal sen fuggita.

Buonanotte a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimi amici buona notte a tutti.Oggi sentivo il telegiornale che si era raggiunta la "bellezza" di cento donne uccise per i più svariati motivi dall'inizio dell'anno,quasi una ogni tre giorni.Donne di tutte le età uccise da mariti,amanti,fidanzati,vicini di casa,insomma ce ne per tutti i gusti.Donne sfigurate,maltrattate,schiavizzate da uomini senza scrupoli.Di tante si scoperto il colpevole,di altre non si sa nulla di chi le abbia uccise.Di Yara non si è scoperto nulla o quasi,di Melania c'è il marito in galera,di Sarah ci sono due donne(madre e figlia) accusate del delitto,il motivo è uno dei più banali,la gelosia verso la cugina per il bello di Avetrana,l'unico ragazzo attraente del paese,il resto dei ragazzi era da scartare,tutti brutti,o che non attiravano il loro interesse,niente,ragazzi insignificanti,mah,roba da non credere o da uscirne pazzi.Ivano ora è sposato e padre,quindi secondo logica tutte le ragazze dovranno cercarsi un fidanzato nei paesi vicini.E Cosima quale interesse nutriva in questa storia di gelosie e attrazioni non ripagate?Beh,visto il Misseri del 2010 forse anche lei nutriva qualche interesse per il bel Ivano,e quindi meglio eliminare una possibile rivale,per amore si fa questo e altro,la nipote era una concorrente scomoda,stava crescendo e diventava sempre più bella,e allora meglio essere in due per eliminarla,farla arrivare a casa tutta felice,poi un bel litigio,una fuga per il paese e acchiappare la bella nipote per una lezione,mah qualcosa no ha funzionato,Sabrina ha stretto troppo la cinghia,che normalmente si stringe quando mancano i soldi per mangiare,in questo caso è servita per uccidere,tanto ne avevano una certa quantità a casa,la cosa strana è che in nessuna hanno trovato la minima traccia biologica della vittima.Non è che hanno sbagliato i signori P.M. e forse era una corda? Però se era una corda,quella stava in garage,e in garage chi c'era? Credo che durante il suo interrogatorio notturno del 6 ottobre,la notte della confessione,alla domanda del P.M. di cosa avesse fatto quando la bambina era "esangue" a terra in garage,il buon contadino risponde:no,non c'era sangue a terra in garage,neanche una goccia.Buona notte a tutti carissimi amici. PS. La bella nottambula MIMOSA dove è andata?Intanto la saluto e le auguro una serena notte.

Anonimo ha detto...

Certo che trascrivere quello che dice il signor Giacomo è una bella impresa eh, sembra un, bè non lo dico perchè sono una persona educata e qui l'unico ad avere licenza di turpiloquio è giustamente tale Gilberto M. tanto che comincio a capire cosa significa quella m del suo improbabilissimo nick.
Comunque buonanotte a tutti i nottambuli del blog e anche se non c'entra niente la frase che io preferisco di Gandhi è "Il Duce è uno statista di primissimo ordine, completamente disinteressato. Un superuomo".
Ciao amici.

Anonimo ha detto...

Pisa, 4 settembre 2013 - Le ricerche del corpo di Roberta Ragusa, l'imprenditrice pisana scomparsa da oltre un anno e mezzo dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme, riprenderanno a pieno regime la prossima settimana. La procura sospetta che la donna sia stata uccisa dal marito Antonio Logli, unico indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Nelle ricerche saranno utilizzati strumenti sofisticati, un georadar di ultima generazione e sonde capaci di 'vedere' sotto terra.

Sarà inoltre nuovamente impiegato il sistema Stream X, prodotto da Ingegneria dei Sistemi spa, azienda italiana leader internazionale nella produzione dei sistemi georadar per l'introspezione del sottosuolo, capace di distinguere oggetti fino a 3 metri di profondità. L'apparato sarà affiancato, si apprende da fonti investigative, anche da altri strumenti sofisticati e sonde in grado di percepire la presenza di oggetti nel sottosuolo. Tutti gli strumenti saranno impiegati nelle campagne circostanti l'abitazione di Logli, secondo una mappatura già effettuata nei mesi scorsi dai carabinieri del nucleo investigativo pisano, ma si cercherà anche nei cimiteri della zona, se le tecnologie in uso lo permetteranno, per poter 'guardare' nelle tombe e nei loculi senza necessariamente scoperchiarli ma intervenendo qualora vi fosse la certezza che ciò che gli strumenti rilevano non sono sepolture tradizionali.

Giacomo ha detto...

Anonimo delle 2:59

Non ho ben capito il senso del suo intervento.

In ogni caso la parola "ADESSO" ha un unico significato, sia che la pronunci una persona con istruzione semplice, sia che la pronunci un altissimo intellettuale.
Nel linguaggio colloquiale: "è uscito proprio adesso", vuol dire "è uscito un attimo fa", che è un iperbole per dire "pochissimo tempo fa" e non certo un'ora fa.
Un po' come l'espressione "vado a fare quattro passi", non vuol dire "esattamente quattro passi" bensì significa "vado a fare una breve passeggiata", e non certo che intendo camminare per chilometri e chilometri.

Buona giornata a tutti.

Giacomo

Manlio Tummolo ha detto...

Certo che col nuovo georadar nei cimiteri troveranno tantissimi morti, questo è assodato e senza possibilità di discussione. Il fatto è che, se anche trovassero il corpo di quella povera donna (nella "Concordia" hanno cercato ancora?), non vi sarebbe prova sicura che sia stata uccisa dal marito, e non da altri. Chissà se riusciranno finalmente a scoprire chi aveva ucciso Tut An Khamon ? E Abele ?

Sarebbe comunque già un passo sapere con certezza assoluta che sia morta ed assassinata, ma il resto rimarrebbe tuttavia in discussione e non semplice da risolvere, visto che, con georadar o senza, determinare il momento della morte in uno scheletro ormai lì da due anni (se non erro) sarebbe veramente una titanica impresa da giuristi.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimi amici buon giorno a tutti. All'amico Giacomo dico solamente che le sue descrizioni sono encomiabili,non sfugge nulla di tutto quello che hanno detto in questi tre anni,come quella intervista di Concetta in qui dichiara che da subito ha detto che l'avevano presa Sarah,poi Sabrina ripete le stesse parole,e quindi è colpa sua se l'anno presa gli uomini cattivi,chiedendo poi la collaborazione del caro zietto e di parenti vari,mah,dei colpevoli dovevano pur consegnarli alla massa inferocita,è sono stati tutti individuati,padre, moglie, figlia, fratello del caro zietto e nipote dalle spalle cosi larghe che sembra un armadio,tutti per uno, uno per tutti.Carissimo Prof Tummolo con questi geo radar possibilmente oltre ai cadaveri magari si scopriranno tesori nascosti,e reperti archeologici di enorme valore da mettere in vetrina.Buona giornata.

Giacomo ha detto...

Sira
04 settembre 2013 15:23:00 CEST

Riporti questo brano virgolettato

"Non è vero, come sostiene la difesa di Sabrina Misseri, che Michele aveva già parlato del movente sessuale sin dal primo interrogatorio, quello svoltosi al comando provinciale, quando fece ritrovare il corpo di Sarah. Michele Misseri ha
affacciato il movente sessuale soltanto davanti a me, a seguito, me lo lasci dire, delle mie vibranti obiezioni."


Anche se non lo specifichi, il brano da te riportato NON E' UN ATTO PROCESSUALE, ma è preso da un'intervista estemporanea e singolare rilasciata dal Gip pro tempore.

Allora t'invito a leggere questo passo tratto da un'articolo del Corriere di Mezzogiorno del 29 ottobre 2012. Questo è il link:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2012/29-ottobre-2012/michele-cosima-sabrinale-verita-sarah-confronto-2112463049229.shtml

"Sotto interrogatorio da diverse ore, alle 22,30 del 6 ottobre il contadino crolla. Ha appena detto il luogo dove aveva sepolto la nipote e PRIMA DI CHIUDERE IL VERBALE Misseri gela gli inquirenti. «Stavo riparando il trattore, non so perché Sarah è venuta nel garage. Mi pare che L’HO CHIAMATA IO… HO CERCATO DI VIOLENTARLA E LEI NON VOLEVA. Quel giorno stavo confuso e le ho messo una corda al collo e così l’ho uccisa e poi l’ho anche violentata"

Evidentemente, nella sua intervista ESCLUSIVA (fatto di per sé veramente singolare), rilasciata nell'ottobre 2011 al Tg1 nell'ora di massimo ascolto, e riportata sulla Gazzetta del Mezzogiorno dal fido giornalista Mimmo Mazza, il Gip "non ricordava bene" la circostanza consacrata dagli atti processuali che lo smentiscono in toto.

Tanti saluti a tutti.

Giacomo

Giacomo ha detto...

Ciao amico Vito,
Ricambio i tuoi saluti e ti confermo che apprezzo molto i tuoi commenti, sempre puntuali e precisi, che mettono in luce singoli e significativi aspetti della triste vicenda della povera Sarah.

Un caro saluto a te e a tutti gli amici del blog.

Giacomo

Vito Vignera da Catania ha detto...

Grazie carissimo amico Giacomo.Quante volte si è detto che Sarah entrava poco in garage? tante volte a ripetere la stessa cosa,mah se fosse stato lo zio a farla scendere per un qualsiasi motivo,tipo un bel regalo di 5 euro non penso che Sarah l'avrebbe rifiutato,le sembrava strano per come ha detto la mamma,però,ultimamente era più "buono" il caro zietto,non dava soldi a tutti,però,a Sarah li dava con piacere,mai attrazione è risultata cosi fatale.Ciao e buona giornata

magica ha detto...

buongiorno a tutti
ciao vito ,,infatti quei 5 euro erano come un'esca immaginaria .
intanto ci provava poi se andava a buon fine meglio : un pensiero irragionevole, ricamandoci sopra , da stolto .
la sarh accettava gli euro, ,anche sherzando con il fuoco se lo zio le aveva gia' fatto degli scherzi ..(chiamomoli cosi' ).
quello che successe nel garage . lo sappiamo .

magica ha detto...

leggendo notizie vecchie e uscite ultimamanete , si capisce sempre di piu' che si vorrebbe far fare l'ergastolo ad una ragazza di vent'anni .. per intuizioni ..

.
signor Misseri, facciamo una cosa, cambiamo posto.
Lei si mette in quello mio e mi dice se crede a una versione simile”. Lui
mi guardò e allargò le braccia.( (((se l'inquirente non mi crede che ci posso fare ?allargo le braccia no?)) .dissero a misseri : mi dica la verità, per quale
ragione ha ucciso Sarah.? raccontò la storia della mano tesa verso le parti
intime di Sarah. Gli chiesero di mimare il gesto ma misseri lo fece in una maniera
così innaturale che subito apparve non credibile a tutti coloro che
si trovavano la' .".

appunto intuirono che non avendo fatto bene la mano morta , misseri era innocente .
potrebbe anche essere e perchè no?.

troppo facile vincere facile .
ci sono i riscontri che sabrina non puo' aver ucciso la cugina . c'è la testimonianze di un fioraio che sogno' il sequestro .
incastrando cosima e la figlia .
pero' insitono., il sequestro avvenne ..anche se il fioraio parla di sogno.
.
le intuizioni che non trovano ragione ..
non gli credono e beh se non gli credono sono cazzi loro.
che lo dimostrino .. oppure le intuizioni sono piu' plausibili di fatti verificabili.. e di confessioni del reo confesso -

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Magica sai perché non ha mimato bene la scena della toccatina?Perché oltre che pedofilo poi avrebbero insinuato che era gay,e poi per non fare eccitare i signori presenti,non si sa mai avrebbero chiesto:scusi signor Misseri ci da una toccatina anche a noi visto che è un bel po di tempo che non ci "toccano". La stessa cosa con il foulard,vuoi mettere una corda con un foulard,non c'è paragone,e poi quando mai Misseri a avuto in mano un indumento simile?La corda era più indicata,la usava spesso nel suo lavoro in campagna.Ciao bella Magica. PS Quando è che prenderai la decisione di sentirmi al telefono? resto in attesa.Buon pomeriggio a tutti.

Vanna ha detto...

Buon pomeriggio carissimi!

Non ho letto per 24 ore e trovo interventi sugli orari e sulle confessioni di Michele arrapato.
Vorrei porgere una domanda a tutti, per andare un po' su nuovi contenuti.
Che ve ne pare dei messaggi hard tra i personaggi del gruppo?
Che ve ne pare della storiella tra l'Alessio Pisello e la tardona tedesca?
Delle occasioni lesbo?
E degli incontri a luci rosse perché non se ne parla?
Perché sono sicuri visto che sono stati ben tracciati?
Non li considerate interessanti?
I messaggi di Sarah li avete letti?
Il bell'Ivano faceva il monaco buddista?
Questo aspetto del caso qui è chiuso in cassaforte, perché qui non se ne parla?
Sarah aveva 15 anni e frequentava il gruppo.
Dovremmo analizzare questo aspetto, altro che tornare a parlare di Misseri e le sue pseudo toccate e fughe.

Vanna ha detto...

Già, dimenticavo!
Sono cose normali.
Pure anche la toccatina di zio Michele, a questo punto può essere normale.
Aveva 15 anni per tutti anziani e maturi, e tutti dovevano vigilare sia chi l'accoglieva sia chi se la portava dietro a vagare nei bar, pub, pizzerie, casette diroccate e lungomare a condividere l'inutile
pieno di vuoti significati.

Anonimo ha detto...

Gentile signora magica sarebbe gradito se riuscisse ad usare un linguaggio non volgare e appropriato a quello degli altri commentatori come la signora Vanna.
Grazie.

Anonimo ha detto...


Roberta sarà cercata anche nei cimiteri
Foto LE ISPEZIONI DEI RIS SUI MEZZI/LE FOTO

5 settembre 2013 - La prossima settimana riprenderanno le ricerche di Roberta Ragusa, la mamma di Gello di San Giuliano Terme che sembra essere svanita nel nulla dalla sua abitazione in via Ulisse Dini, la notte fra il 13 e il gennaio dell’anno scorso anno.

A quasi 20 mesi dalla misteriosa scomparsa, quindi, e circa 8 mesi prima della scadenza dei termini dell’indagini nei confronti del marito della donna - Antonio Logli - , indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Saranno utilizzati strumenti sofisticati, un georadar di ultima generazione e sonde capaci di ‘vedere’ sotto terra.

E così verrà ancora una volta impiegato il sistema 'Stream X' , realizzato da Ingegneria dei Sistemi spa, l’azienda pisana leader internazionale nella produzione dei sistemi georadar per l’introspezione del sottosuolo, capace di distinguere oggetti fino a tre metri di profondità. L’apparato sarà affiancato, si apprende da fonti investigative, anche da altri strumenti sofisticati e sonde in grado di percepire la presenza di oggetti nel sottosuolo.

Tutti gli strumenti saranno impiegati nelle campagne circostanti l’abitazione di Logli, secondo una mappatura già effettuata nei mesi scorsi dai carabinieri del nucleo investigativo pisano, ma si cercherà anche nei cimiteri della zona. Nel solo territorio comunale di San Giuliano Terme ce ne sono ben sono ben nove, sparsi in un raggio di pochi chilometri.

Ed essendo elettricista della Geste (la società dei servizi comunali di San Giuliano Terme), Antonio Logli conosce bene, per motivi di lavoro, quei luoghi dove secondo la Procura potrebbe quindi aver scoperto e trovato, una "sistemazione a prova di bomba" (o quasi) per il cadavere della moglie .

Se - come sembra - le tecnologie in uso lo permetteranno, gli investigatori potranno 'guardare' nelle tombe e nei loculi senza necessariamente scoperchiarli, ma intervenendo qualora vi fosse la certezza che ciò’ che gli strumenti rilevano non sono sepolture tradizionali.

Ricevi le news
Vai

Giacomo ha detto...

Vanna.

Ti confesso che sono sbalordito.
Malgrado i miei tentativi di stringere il cerchio, focalizzando le questioni con la citazione di espliciti ed inequivocabili documenti UFFICIALI, come la prima confessione di Misseri:
"Sarah è venuta nel garage. Mi pare che L’HO CHIAMATA IO… HO CERCATO DI VIOLENTARLA E LEI NON VOLEVA. Quel giorno stavo confuso e le ho messo una corda al collo e così l’ho uccisa e poi l’ho anche violentata".

Tu pensi che per arrivare a risolvere il presunto giallo tutto questo non conti.

Contano più mille altri generici indizi che possono dimostrare tutto ed il contrario di tutto, cioè il nulla assoluto.

Non si è reputato neppure di rinviare a giudizio il Misseri, perché rendesse conto delle sue GRAVISSIME affermazioni.

A questo punto davvero non so più che altro contributo positivo potrei portare.

Giacomo

W ha detto...

GIACOMO
Quelli che chiami atti ufficiali, sono stati redatti SU QUANTO NARRATO DA MISSERI, Il grande MITOMANE. Se ritieni veritieri le dichiarazioni da te riportate, perchè non dovrebbero essere veritiere quando afferma che l'assassina di Sarah fu la figlia Sabrina?
Devi adottare UNA SOLA MISURA!
Non quella che ti fa più comoda, per sostenere l'insostenibile.
VANNA scrive delle verità sulle quali è imbarazzante aprire uno spioncino?
W

magica ha detto...

anonimo delle 16.08
poverino ! sei scandalizzato?
credi che non sappia chi ha scritto da anonimo? è uno di noi . che aggredisce ,
sta tranquillo che sono capaci tutti di dire le PAROLACCE.
sopratutto chi condanna ancora prima che siano finiti i processi .
non è una PAROLACCIA VOLGARE . TENERE IN CELLA UNA RAGAZZA DI 20 ANNI ? senza che ci sia uno straccio di prova?

tranquillo ne ho sentite molto ma molto di peggiori ..
SMACKK ....

Vanna ha detto...

Giacomo buon pomeriggio!
Il tuo contributo è importantissimo, le tel. che riporti sono negli atti e sono state qui elencate più volte e discusse anche.
Ma negli atti ci sono altre telefonate molto delicate che aprono uno spaccato non pulito del gruppo. Non pulito perché negli interrogatori non si sono dette certe cose che invece erano nei tabulati.
Quindi c'è non sincerità piena negli indagati.
Secondo te non sono da considerare?
Secondo te non potrebbe esserci qualcosa che va oltre le telefonate dopo le ore 14 del g. 26agosto e va oltre il Misseri pedofilo o assassino?
Sbaglio o anche il gruppo è stato oggetto di " particolare attenzione" nella sentenza .
Secondo te perché?
Sto leggendo molti documenti e mi sembra di evidenziare che in mano debbano avere più di quello che noi sappiamo.
Hanno indagato e interrogato un numero notevole di personaggi, qualcosa ancora è segregato?
Non lo sappiamo, il tempo ce lo dirà.
Per intanto è meglio preparare una nuova minestra con molti ingredienti, che continuare a riscaldare quella vecchia.
Saluti.

Vanna ha detto...

E' duro pensare che una ragazza di 22 anni sia in prigione, è vero.
Ma è ancor più duro pensare che a una ragazzina minorenne sia stato permesso di pascolare nel mondo di adulti privi di scrupoli e privi di valori, se la portavano in giro...dove? Andate in rete a documentarvi!
Non l'hanno solo uccisa, prima le hanno tolto la fiducia della vita.
Ed è ancora più grave che hanno perseverato nella banalità: nessuno si è assunto responsabilità, tutto normale: è stato il vecchio zio!
Documentatevi per favore e non appicciate il fòco, abbiamo capito il perché lo fate.

Anonimo ha detto...

lo facciamo perchè siamo pagati dalle misseri .

Anonimo ha detto...

@vanna
Potresti postare qualche indirizzo dove hai letto quello che dici?
Grazie
Alex

Manlio Tummolo ha detto...

Non so perché si accosti il caso Ragusa a questo dei Misseri: è forse probabile che il signor Logli abbia affidato l'incarico dell'occultamento del corpo della moglie agli abilissimi Misseri (anche se due in carcere ?)?

Se usano il georadar, troveranno quanta gente ha occultato/soppresso in vari pozzi il signor Michele, secondo la tradizione del suo antenato gallico al seguito di Annibale (battaglia di Canne presso l'Ofanto).

Per il resto siamo alle solite: ognuno ha il suo colpevole prediletto, di lì non si esce, e se lo tiene ben stretto.

Mimare la palpatina ? Ma nell'aria, oppure toccando il deretano di qualcuno dei presenti? Non è mica la stessa cosa (evidentemente il verbalizzante sa bene come palpare i deretani altrui).

Questi SS. Inquisitori devono dimostrare, se ci riescono, chi abbia ucciso Sarah Scazzi e seguito, non come si palpino i deretani di donne o di uomini.

W ha detto...

Tommolo
Veda che il pezzo sul caso Ragusa potrebbe essere pubblicato quì, per mancanza di altri spazi disponibii. Non ci ha pensato?
A proposito, di Misseri ne è pieno il mondo ORA, senza riandare alle guerre puniche.
Walter

W ha detto...

p.s. err. corr. TUmmolo e poi, "STATO" pubblicato...W.

Sira Fonzi ha detto...

@Giacomo 11,54

Attenzione Giacomo, stai facendo confusione tra movente sessuale, con relative molestie, e vilipendio di cadavere.

Su Rosati dici: "non ricordava bene" la circostanza consacrata dagli atti processuali che lo smentiscono in toto"

Lui ricordava molto bene, sei tu che non hai letto bene ciò che ha sostenuto.

La notte del ritrovamento di Sarah, il Misseri ha parlato solo del trattore che non partiva e del vilipendio di cadavere (hai sicuramente gli stessi documenti che ho io, dove poter verificare), solo davanti al Gip ha parlato del movente sessuale con le relative molestie.
E questo è esattamente quello che lui afferma nell'intervista.

Puoi mettere in discussione la moralità degli inquirenti, la loro professionalità, la loro buona fede, comprendo e rispetto il tuo punto di vista, ma pensare che un professionista sia così sprovveduto da dire delle falsità durante un intervista, senza considerare che poi gli atti, a disposizione in rete, lo possano smentire, be' questo sinceramente mi lascia perplessa.

Vado a cena, più tardi ti rispondo sulla testimonianza di Giacomo Scazzi.

Sira

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Vanna!!!!
Perdonami ma mi è sfuggito il tuo post di domenica rivolto a me e Giacomo.

Se ti va ne riparliamo più tardi.

Buona cena

Sira

Giacomo ha detto...

Vanna.

Mi dispiace. Questa da una persona acculturata e sensibile come te non me l'aspettavo proprio.
Che significa "DocumentateVI per favore e non appicciate il fòco, abbiamo capito il perché lo fate".
1- Quel plurale VOI a chi è diretto?
2- Quel plurale NOI a chi si riferisce?

Vuoi per caso asserire che chi sostiene l'innocenza di Sabrina e Cosima e non è altrettanto convinto dell'innocenza di Misseri appartiene ad un'associazione organizzata che ha scopi e interessi diversi da quelli di portare avanti un'opinione?
Non solo, ma che è un agitprop di professione (appicciate il foco)?
Abbiamo capito perché lo fate. Chi siete VOI che avete capito? Mi fai il piacere di chiarirlo? Siete un'associazione forse, dal momento che credete che lo sono quelli che la pensano in maniera diversa?
Dici: Documentatevi per favore! Ma che stanno facendo ininterrottamente da tre anni gl'innocentisti come me, se non documentarsi, documentarsi e poi ancora documentarsi?

Nessuno ti nega il diritto di esprimere le tue opinioni, ma tu non puoi negare a me il diritto di sbalordire e di esprimere questo mio sbalordimento.

L'ho sempre detto e lo ripeto. Secondo me allargare le prospettive e adombrare o sviluppare nuove teorie a tre anni di distanza dagli eventi, sarà intellettualmente stimolante, sarà bello, sarà suggestivo, potrà essere l'occasione per fare alati discorsi sui misteri dell'universo e dell'umana psiche e sui mali che affliggono l'Italia, ma è assolutamente IMPRODUTTIVO dal punto di vista dell'accertamento PROVATO della verità.

Quindi non ti devi sentire sminuita né offesa dalle mie osservazioni, ma solo prendere atto che certe teorie non mi entusiasmano e non riesco proprio a partecipare alla loro elaborazione.
Punto e basta.

Spero di essere stato chiaro.

Giacomo

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Vanna tu ci poni tante domande,e di cui naturalmente vorresti le relative risposte.
Che ve ne pare dei messaggi hard tra i personaggi del gruppo?CHE SONO SOLO DEI MESSAGGI E NULLA PIù
Che ve ne pare della storiella tra l'Alessio Pisello e la tardona tedesca?SONO FATTI LORO A ME NON INTERESSA
Delle occasioni lesbo? CON QUALI PERSONE SCUSA?
E degli incontri a luci rosse perché non se ne parla?DOVE SONO AVVENUTI QUESTI INCONTRI A LUCI ROSSE? QUANDO? DOVE? E TRA CHI?
Perché sono sicuri visto che sono stati ben tracciati?
Non li considerate interessanti?CERTO;ALTRIMENTI COSA ABBIAMO FATTO FINO AD'ORA GIOCATO?
I messaggi di Sarah li avete letti?A CHI? E QUANDO LI HA INVIATI?
Il bel'Ivano faceva il monaco buddista? LO CONOSCIAMO DA TRE ANNI,PRIMA NON SO COSA FACEVA DURANTE IL GIORNO.
Il fratello Claudio e stato in vacanza per circa un mese in compagnia di amici e parenti, e l'unica cosa di cui parla e che si preoccupa è del rapporto ambiguo tra Ivano e Sabrina,che non si capiva se fosse un rapporto tra"amici" o no,però non c'era nulla di serio,e la sua preoccupazione era quella che durante la sua assenza Ivano non "scherzasse" con la sorella,visto il comportamento che usava nei confronti di Sabrina,tanto è vero che la stessa Sarah diceva alla mamma : io al posto di Sabrina lo avrei mandato a quel "paese" uno che non si decide ad intraprendere una relazione seria.Quando usciranno le motivazioni e ci porteranno sul tavolo un bel piatto con un sogno dentro,mi dici che minestra hanno portato? La solita,e che non è neanche riscaldata,ma, fredda e di nessun sapore.Nessuna polemica cara Vanna ma solo alcuni aspetti in cui chiedevi relative risposte alle tue domande.Buona serata.

Giacomo ha detto...

Sira.

Mi dispiace, ma dai quasi l'impressione di negare l'evidenza. Ti ho messo un link. Sei andata a leggere l'articolo?

Il gip asserisce che Misseri nella primissima confessione, non ha parlato di movente sessuale.
Nell'articolo che ti ho postato si documenta l'ESATTO CONTRARIO.

Io non faccio nessun apprezzamento soggettivo sui magistrati tarantini, mi limito a descrivere FATTI.

Buona sera

Giacomo

magica ha detto...

la fiducia è una cosa seria.
ne hanno dette tante, che poi sono state smentite .
. nell'inc prob ..
signor misseri noi sappiamo che sua moglie non era al lavoro quel 26..
misseri,,. io sapevo che doveva andare ,
noi pero' sappiamo che non ando'.
-
misseri .. ah davvero? allora non ando' al lavoro .
la cosima quel 26 si alzo' alle 3 di mattina per andare in campagna .

e molte altri indizi che furono smentitti.. come l'essere andata in banca il 26 ...
questo nell'inc prob ,, dunque perchè non si erano informati per bene prima di essere smentiti ? .

.

carla ha detto...

infatti sono d'accordo con Giacomo,
con ciò non significa che giustifichi o meriti ergastolo....
c'è una Italia intera che si trova in questa condizioni.....
per quel che mi ricordo è da anni ' 80 che si forma dei gruppi dei d' incontro tra ragazzi e ci stava sempre una ragazzina di 13anni che sia stato qui al nord o sud dai parenti....
ho presente una discussione sorta, di una mia cugina di 13 anni che si era fidanzata , con suo padre, che poi ha proseguita per la sua strada....
allora che si fa tutti in galera!.....buonaserata...

Sira Fonzi ha detto...

Giacomo 21,05

Eccomi!!
L'articolo che mi hai postato, Giacomo, l'ho letto, firmato da Di Noi, noto colpevolista del caso Scazzi, ma è un articolo di giornale.
Io invece ti invito ad ascoltare l'audio dell'interrogatorio di Michele Misseri, la notte del ritrovamento di Sarah, e sentire con le tue orecchie che stai continuando a sbagliare e non che sono io che voglio negare l'evidenza.

Lui dice che nota Sarah vestita con abiti succinti, e che fino allora non ci aveva badato, ma nega fino alla fine che sia stata vittima di molestie e continua a sostenere che la causa del "raptus" era il nervosismo per il trattore che non partiva.


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/videoAlbum/index.php?IDFoto=&IDVideo=683&vIDCategoria=260&va_id_video=683

Se non riesci ad aprirlo c'è il file di Massimo in alto a sx del suo blog.

Ciao Sira

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Signor Walter,

siccome nei forum si considera fuori tema tutto ciò che non riguardi l'argomento del forum stesso, neppure talvolta princìpi generali o altri criteri di discussione, non si capiva se per Lei il caso Ragusa avesse una qualche attinenza col caso Scazzi. Quanto il mondo sia pieno di "Misseri", se per Misseri intende l'occultatore perfetto o quasi, non sembra che ve ne siano molti di singoli, mentre ce ne sono molti nella criminalità organizzata. Nella catena senza soste di omicidi in questi ultimi tempi, la gran parte avviene senza occultamento in senso proprio, o con tentativi di occultamento abbastanza inefficienti, per cui si trova presto il corpo e spesso anche l'autore del delitto.

Il caso Ragusa è tipico perché, finora, la donna non è stata trovata, né viva né morta, ed hanno agito in modo così grossolano che l'eventuale assassino, chiunque sia, ha avuto tutto il tempo per disperderne le ossa; il caso Scazzi per la complicazione delle versioni che lo hanno reso quasi insolubile.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima Sira Il video che hai messo è incompleto,quello che c'è nel blog include altre parti che nel tuo mancano.Se posso darti un consiglio è quello di riascoltarlo con più attenzione,come ho fatto io per capire certe cose divulgate in modo errato.Ciao e buona notte a tutti cari amici.

Vanna ha detto...

Vito buonanotte.
Guarda, quello che i componenti del gruppo facevano nelle loro esplorazioni sessuali, o di altro genere, non m'interessa.
Ognuno è libero di vivere la propria sessualità con chiunque.
Ciò che non condivido è il vedere non normale le " eventuali " pulsioni di Michele mentre quelle del gruppo vengono ignorate.
Ora l'adolescente con quel gruppo passava molte ore mascherata di trucco come un clown, davanti a lei è sfilato un mondo confuso di ambiguità, di inutilità del quale lei si è spiritualmente nutrita a livello inconscio o conscio?
Non lo sappiamo.
Era giovane, troppo giovane per potersi difendere da influssi devianti.
Ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma non possono essere portati avanti solo certi dati, solo certi indizi e trascurarne altri che sono vitali e determinanti per la crescita sana di una adolescente.
Non esiste solo Michele con le sue versioni, esistono migliaia di messaggi scritti con altre versioni che smentiscono le affermazioni sotto interrogatorio.
Questo vuol dire ambiguità ma, mentre Michele ha narrato la sua realtà con più versioni, gli altri hanno narrato balbettando i non ricordo, mentre i tabulati dicono altro.
E' da poco tempo che sto leggendo questo caso sui documenti immessi in rete, prima ricordavo le trasmissioni tv e credimi ho trovato tanto.
Se fai un viaggio esplorativo li troverai anche tu.

Giacomo, buonanotte o buongiorno è uguale.
Non si documentano solo gli innocentisti, lo fanno pure i colpevolisti perché le possibilità sono parecchie:
- sono innocenti tutti e tre,
- sono colpevoli tutti e tre,
- è colpevole solo uno,
- sono colpevoli solo le donne,
- è innocente solo uno,
- sono innocenti solo due,
- se sono innocenti tutti e tre,
- è colpevole un ignoto,
- bisogna cercare tra gli ignoti,
- gli amici sono da interrogare.
E' una ballata di personaggi, non ce n'è solo uno o solo tre.
Ed è per questo che il binocolo deve puntare altro e non restare fisso solo su una realtà.
Riguardo il VOI e il NOI, il TU e l'IO, è un modo di dire rispetto la diversa maniera di avvicinarsi al caso.
Ci sono quelli che hanno trattato altre ipotesi e sono stati abbondantemente criticati, ci sono quelli che hanno continuato a battere lo stesso chiodo con lo stesso martello ricevendo molteplici confutazioni secondo le proprie variazioni sul tema.
Tu e Vito siete persone tenaci nelle vostre posizioni che difendete con garbo, altri non lo sono stati altrettanto e questo vi fa onore e per questo vi rispondo.
Ciao, al prossimo raggio di sole.

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Vito,
ho seguito il tuo consiglio ed ho ascoltato l'interrogatorio inserito nel blog.
Quello che ho postato io è identico, ma mancante della parte che parla del vilipendio, e se leggi bene ciò che ho scritto a Giacomo, l'ho specificato fin da subito che quella parte mancava.

Il punto era capire se Misseri, alla fine di quell'interrogatorio,
avesse confessato di aver molestato Sarah e se al suo rifiuto l'avesse poi uccisa.

Ebbene, sia in un video che nell'altro lui afferma che non la uccise in seguito al rifiuto delle sue avances perchè avances non ci furono. Lui sostiene che non la molestò in vita.

Già dal primo interrogatorio si evince che la "favola" sarà interminabile e che la realtà non è disposto a raccontarla, ma questo è un altro discorso...
Buona notte
Sira

Sira Fonzi ha detto...

Ec non ho specificato che vi era il taglio della parte che riguardava il vilipendio perché era scritto sotto il video pardon Notte Sira

Anonimo ha detto...

C'è ne sono di cose malate in queste due famiglie:
Valentina che dice parole in tribunale tali che mio padre mi avrebbe con un ceffone fatto cadere i denti, un gruppo di paesani pervertiti, un Alessio Pisello pieno di complessi fin da piccolo, quell'impotente di Ivano, un padre che tocca le cosce, Sabrina che tiene il libro del kamasutra nello studio, vicino alle ricette per le salsicce, da far leggere ai clienti, e una ragazzina, e non voglio infierire, che vincerebbe una gara di rutti contro Alvaro Vitali.
Tutto sommato Michele che lastimava in garage è normale.

Manlio Tummolo ha detto...

Forse ancora non è chiara una cosa agli appassionatui partecipanti a questi dibattiti, che dovrebbe invece essere evidente: davanti a noi non esistono più tutte le varie illazioni e controillazioni che possiamo fare, scartabellando tutte le pappardelle che si trovano qui o là, ma ciò che è stato stabilito alla fine del processo.

E' una questione giudiziaria con certi risultati, tutto sommato assai più semplici di certe nostre supposizioni: abbiamo tre protagonisti fondamentali: padre, madre e figlia Misseri) e altre comparse (parentado, amici, testimoni). Nella famiglia sono considerati due colpevoli di omicidio (ancorché senza alcuna reale prova), i cui avvocati devono cambiare strategia e tempi (minimum de minimis, l'orario in cui sia avvenuto l'improbabile delitto), se non vogliono che le loro patrocinate vengano comunque condannate per un qualche motivo (es. complicità attiva nel delitto), in quanto nessuna persona può digerire facilmente che là dentro nessuno si sia accorto di nulla fino alla confessione (spontanea ??) di Michele Misseri. Quest'ultimo, dopo aver espresso per amore o per forza 7 - 8 versioni del delitto stesso, dopo aver riconfessato ciò che aveva sconfessato, ma non con i medesimi dettagli di prima (il vilipendio di cadavere era solo un evidente escamotage suggeritogli da qualcuno - esperto di Diritto penale - che tale delitto è punito meno della violenza carnale, anche se sotto certi aspetti è ben più ripugnante), alla fine è stato condannato per sola soppressione di cadavere, per cui il suo avvocato - per ovvie ragioni professionali - dovrà puntare sull'assoluta estraneità al delitto di Michele Misseri (correrebbe altrimenti il rischio di essere accusato di patrocinio infedele come il collega De Cristofaro), compresa la soppressione. Si obietterà che questa è ormai provata: io non direi, in quanto il luogo dell'occultamento, il pozzo-cisterna, è stato talmente devastato da distruggere ogni prova reale e verificabile dell'esclusiva presenza di Michele Misseri sul luogo, da cui se ne ricava l'ampia probabilità che non 6 o 7, ma TUTTE le confessioni di Michele siano state estorte con trucchi vari di natura poliziesca. Questo dovrebbe, in teoria, ribadire il suo avvocato difensore, indipendentemente da ciò che il protagonista continuerà ad affermare, in quanto definito non più credibile IN TOTO, e non solo per una parte delle sue versioni.

Per il resto, il sogno si qualifica da sé, come sogno, qualcosa di confuso, nebbioso, irrealistico ed irrealizzabile, anche questo in due versioni non certo indifferenti (comando obbedito di entrare in macchina - cattura per i capelli e trascinamento in macchina di Sarah), sebbene - del tutto a mio avviso - questo sogno abbia il suo fondamento realistico, la voce di un rapimento avvenuto sul luogo, ma non ad opera delle due donne, bensì di altri, forse conosciuti e forse no, da Sarah. Gente avvezza tanto al vizio, quanto alla violenza. Gente protetta in alto loco, gente temuta dai possibili testimoni oculari. Non è un caso che l'ultimo tratto di strada sia "cieco", nel senso di privo di testimoni oculari.

Il processo dunque dovrà vertere essenzialmente sulle motivazioni della Corte d'Assise, e relative confutazioni, per la condanna data ai tre protagonisti e personaggi secondari ad essi associati.

PINO ha detto...

@ CARO MANLIO,
Mi compiaccio per questa tua chiara e disinteressata esposizione della situazione REALE che concerne il caso Scazzi.
Condivido anche le tue constatazioni sull'iter giudiziario ormai in "archivio", ed i possibili, prossimi sviluppi in sede d'appello.
Cordiali saluti, Pino

PINO ha detto...

@ CARO MANLIO,
Mi compiaccio per questa tua chiara e disinteressata esposizione della situazione REALE che concerne il caso Scazzi.
Condivido anche le tue constatazioni sull'iter giudiziario ormai in "archivio", ed i possibili, prossimi sviluppi in sede d'appello.
Cordiali saluti, Pino

Vanna ha detto...

Pino buongiorno!
Mi associo a quello che dici a Manlio, ne parleremo in seguito.
Un caro saluto a tutti e due.

Giacomo ha detto...

Sira
06 settembre 2013 00:26:00 CEST

Proprio perché Di Noi è un giornalista colpevolista e favorevole ai magistrati tarantini, non si capisce perché in quel suo articolo dovrebbe sbugiardare il Gip, se quello che dice non corrispondesse a verità.
Di Noi riferisce una circostanza precisa: PRIMA DI CHIUDERE IL VERBALE, Misseri disse di aver attirato Sarah nel garage, di averla insidiata ed al rifiuto di averla strangolata.
Ti faccio inoltre notare che Di Noi il tredici agosto us ha presentato un libro in cui descrive istante per istante quello che successe la notte tra il 6 eil 7 ottobre 2010. Quindi si può dire che è un'autorità a riguardo.
Ecco il link:
http://www.lavocedimanduria.it/wp/presentato-il-libro-inchiesta-sul-giallo-di-avetrana-le-foto-e-il-video-messaggio.html
Ecco un estratto dell'articolo. Parla Di Noi:
"Volevo lasciare il mio contributo di cronista a questa complicatissima e tristissima storia, ma raccontarla tutta sarebbe stato impossibile. Così ho deciso di concentrarmi sull’evento più tragico: la notte in cui fu trovato il corpo di Sarah."
E conclude:
«Sembrava fosse finito quella sera invece tutto ancora doveva accadere»

Ed invece, secondo me, è proprio questa l'anormalità del caso di Avetrana: che tutto era finito quella sera e fu tenuto in vita per l'improfessionalità degli addetti ai lavori e per inconfessabili interessi mediatici.

Inoltre guarda quest'altro link:
www.youtube.com/watch?v=3Zgu6mHDepw
Arringa dell'Avv. Coppi che pronuncia al minuto 37:40" queste testuali parole: "...Michele Misseri ha ripetuto troppe volte di averci provato quel 26 agosto per pensare che sia tutto inventato. Il 6 ottobre (quindi ancora niente Gip. ndr) ammette che potrebbe essere stato lui a chiamarla in garage e dice che ha tentato di violentarla..." e poi l'Avvocato continua, enumerando le SUCCESSIVE ammissioni del Misseri in ordine al movente sessuale.
Anche Coppi si è inventato tutto?

Inoltre ricordo di aver sentito l'audio di quest'ammissione del Misseri, forse in una delle infinite trasmissioni che "quarto grado" o "porta a porta" hanno dedicato al caso.

Cambiando argomento, che mi dici dell'interrogatorio di Giacomo Scazzi e del famoso "Sarah è uscita ADESSO"?

Buon giorno a te ed agli amici del Blog.

Giacomo

Vincenzo ha detto...

Evidentemente Giacomo ha dimenticato un pezzo del copione scritto dai pm per allungare i tempi. Giacomo, ingenuamente, ha detto la verità: Sarah uscì da casa, e Sabrina arrivò poco dopo. Questo favorisce all'orario delle 14,25, ovvero all'innocenza delle donne Misseri, le quali non avrebbero tempo per commettere tutte queste azioni. Anche con gli orari messi in piedi dalla procura, non c'è tempo necessario: dalle 14,00 alle 14,15/18 c'è un arco di 15 o 18 minuti in cui bisognava litigare, inseguire, acciuffare, andare in periferia per tranquillizzare, riportare in casa, strangolare, condurre il corpo in garage dopo aver spostato mobili e scaffali.
Sono proprio velocissime. I pm, come prima ipotesi, realizzarono lo strangolamento da parte di Sabrina, che con una mano strangolava Sarah, e con l'altra rispondeva ai messaggi. Essi sapevano che questa tesi sarebbe stata distrutta da un avvocato meno esperto, quindi decisero di anticipare gli orari, ma soprattutto arrestarono Cosima, dato che teneva in piedi l'alibi della figlia.
Questa coperta è stretta e corta. Non hanno nemmeno specificato in che stanza muore. Non hanno identificato il luogo in cui Sabrina crea il suo alibi. Cosima pulisce la casa per cancellare le prove, ma esiste un indizio che lo dimostri? Non esiste nemmeno la certezza che Petarra abbia visto Sarah alle 13,45, dato che il datore di lavoro della moglie lo smentisce. A Novembre ricorda il terzo avvistamento. Ma che testimone attendibile! C'è poco da fare: Sabrina e Cosima sono innocenti! Oh, un vero scandalo per la nostra giustizia, ma soprattutto per un foro che distrugge vite altrui con la carcerazione preventiva e altre conseguenze.
E come disse il prof.Coppi: la santa inquisizione.

magica ha detto...

x tummolo
signor tummolo perchè la difesa dovrebbe cambiare orario?
allora dovrebbe fare come l'accusa che per giustificare le loro supposizioni cambiano gli orari ?
tutto si svolse cronolocamente in linea con le testimonianze .
se non si vuole tener pe buoni, veritieri i riscontri verificabili.
.si dovrebbero dare importanza a indizi supposti? questi . sarebbero piu' credibili?
poi un difensore penso non possa cambiare orari , ormai è stato tutto chiarito nel processo ..
oppure puo' farlo?
specifico che non la laurea in giurisprudenza . non vorrei innescare un battibecco . con lei .
che ammiro non per le sue considerazioni sul caso . che vede probabile la connivenza -fra i tre perchè non possono essere stati all'oscuro se uno dei 3 avesse ucciso ((( trovo che lei sia fermo nelle sue convinzioni è coeerente da sempre .. invece ci sono quelli che saltano di palo in frasca senza nemmeno accorgersene)) )
per la connivenza fra i 3 ..
se l'omicidio fosse avvenuto in casa non ci piove che ci fu connivenza ,, infatti ora l'accusa per avvalorare la colpevolezza delle donne cambia locale .. da garage a casa . perchè se l'omicidio fosse avvenuto in garage le donne non avrebbero sentito ..ciao



Manlio Tummolo ha detto...

Intanto grazie a Pino e a Vanna, per l'espressione del loro accordo.

Magica Carissima,

a me la cosa appare molto semplice: ho detto, sostenuto, ribadito, che, se il delitto fosse avvenuto in quella casa (chiunque l'abbia commesso), non poteva essere ignorato dagli altri due, non trattandosi di una reggia o di una delle Torri Gemelle, ecc. In una casa sostanzialmente piccola, non si può materialmente non solo uccidere, ma trafficare indisturbati per far sparire un corpo. Infatti, si vede che perfino un avvocato si fa cogliere col morto in macchina, il che dice tutto. Resto convinto da circa due anni e mezzo che in quella casa non è successo nulla di nulla, ma se gli avvocati difensori Coppi, Marseglia, De Jaco ecc. vogliono continuare con la manfrina dello zio sporcaccione che tocca qui e tocca lì, in cambio di 5 euro, poi si arrabbia, strangola, occulta (ALLA PERFEZIONE !!!), e poi confessa, occorrerebbe sostenere almeno (IN DIFESA DELLE DUE DONNE, per dimostrarne l'estraneità) che Sarah arrivò in quella casa DOPO che Sabrina e Cosima erano uscite alla sua ricerca, magari trattenuta ad qualche gatto, cane o elefante poco importa. Agli avvocati deve interessare la difesa del proprio patrocinato, e non certo accusare questo o quell'altro, non sono avvocati di parte civile (es. Gentile - Biscotti), che si associano al PM. Non devono dimostrare la colpevolezza altrui, ma confutare le accuse contro le persone da essi difese.

Dunque: se ripetono che Michele Misseri è il vero colpevole, dovrebbero sostenere pure che il delitto avvenne dopo l'uscita delle due donne, quando Michele Misseri era rimasto da solo in casa. Se mi si dice, viceversa, che Michele uscì immediatamente, dovrebbero allora sostenere la tesi della totale estraneità dell'intera famiglia, anche perché in quella casa e in quel garage nulla si è trovato che dimostri l'esistenza di uno strangolamento, nemmeno l'arma del delitto.

Magica Carissima, diamo per buono che nulla si senta dal garage in casa, bene; diamo pure per buona che non si siano accorte le due donne di strani traffici funebri del loro marito/padre: ma crede veramente di trovare una qualche Corte che ci creda ? Che la pubblica opinione, stabilmente colpevolista, ci creda ?

magica ha detto...

buonasera tmmolo .
che la pubblica opinione colpevolista non ci creda lo sappiamo da anni .
questo non vuol dire che sia la verita'
gli strani traffici si manifestarono in un'ora a o giu' di li' mentre le donne erano in giro per altre faccende che sappiamo .
uno non puo sapere quello che uno va' a fare in giro e senza avvertire . cosa ci va' a fare ,
se avesse detto vado ad accultare naturalmente averebbero saputo .
comunque non è stao coppi a dire che misseri è colpevole lo ha detto lui stesso .
ok teniamoci i nosrti convincimenti tanto alla fine spero che vinca la verita' ..
magica

magica ha detto...

bastava che misseri dicesse: io non ho visto sarh , e tutto sarebbe finito senza un colpevole
invece misseri da semplice contadino si è tradito credendo di depistare ,
depistare è stato fin dal primo momento una sua consuetudine ,
prima disse di vedere una macchian nera .. la stessa macchina nera che videro i ragazzi di paese che videro sarah ..mentre una macchina nera gironzolava nei dintorni ,
una buona idea vederla anche ad avetrana nel momento della sparirizione .
il cacciavite i cell di sarh ,
lui ha tentato di farla franca . ma la colpa era troppa , e si è manifestao senza volerlo .
non cambio idea . saluti ...

Manlio Tummolo ha detto...

Magica Carissima,

il problema non è più la verità in sé e per sé, che non abbiamo mai saputo quale fosse, ma solo un cumulo di versioni tutte incredibili, compresa la scenetta di un vecchietto che, a vedere la nipotina acquisita ormai conosciuta da 15 anni (cresciuta con la sua famiglia, frequentante la casa da parecchio, ecc.), si scalda d'improvviso ed allunga le mani (da un lato), o lo stesso che si infuria per un trattore che non parte, ecc. (dall'altro), e fa quello che fa, una storia che non ha senso alcuno. Naturalmente ciascuno è libero di crederci. C'è pure chi crede agli extraterrestri e chi ai fantasmi, per non dire di altre dottrine di natura religiosa.

Il punto è - non mi rendo conto come non lo si voglia capire - che gli unici depistatori della vicenda furono i SS. Inquisitori, ora imbrigliati nelle bugie dette e fatte dire, nelle forzature delle testimonianze e delle perizie, e in tutta la loro costruzione fantasmagorica che non regge da nessuna parte.

Ma chi dà loro man forte, involontariamente, sono proprio i tre-quattro avvocati difensori delle Misseri quando accusano Michele di aver fatto ciò che ha fatto in quel luogo e in quell'ora. Così, ripeto, per quanto ci si arrampichi, è difficile, se non impossibile, poi sostenere che le due donne di nulla si siano accorte per 40 - 42 giorni. Ripeto: nessuno può credere a questo, anche se tutta la storia è una fiaba biancanevista in formato neorealista/minimalista.
Vedremo le motivazioni e vedremo il testo dei ricorsi. Poi, come procederà la nuova Corte d'Assise d'Appello o forse la stessa Cassazione (potrebbero farvi ricorso anche subito, una volta uscite le motivazioni).

Siccome non siamo noi forumisti, di questo blog e di altri, non i giornalisti della carta stampata e delle radioTV a decidere, ma solo ed esclusivamente le Corti penali all'uopo istituite, piaccia o non piaccia, giuste o non giuste, vere o non vere. Noi, cittadini in generale, possiamo osservare, valutare, commentare, discutere, arrabbiarci, mandarci reciprocamente accidenti virtuali, ma la decisione finale spetta solo a loro.

Quindi, puntare su un ragionevole tentativo di confutazione delle tesi avversarie e di convincimento positivo nell'innocenza delle due donne (insieme a tutto il parentado) è fondamentale, se non si vogliono lasciare ombre, sospetti, "ragionevoli dubbi".

carla ha detto...

che ti avevo detto Vito,
è incominciato QG di Sarah scazzi neanche una traccia.....
secondo me , come sempre hanno fatto , c 'è la vogliono fare dimenticare e dirigerci ad altro....a dopo....buona serata a tutti amici del blog.....

magica ha detto...

quelli di quarto grado staranno aspettando la motivazioni .
per commentare .
ciao carla ..
il caso rea l'ho seguito superficialmente . percio' non mi sbilancio ..

magica ha detto...

tummolo .
le misseri non acevano colto segnali ma i segnali c'erano ,
è inutile che gieli dica perchè lo sa .
la cosiam disse :ora tutto torna
chi va' a pensare che uno di casa affezzionato alla nipotina potesse far quello che ha fatto? era inverosimile pensarlo ,,pero' successe ..

Anonimo ha detto...

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"è incominciato QG di Sarah scazzi neanche una traccia.....
secondo me , come sempre hanno fatto , c 'è la vogliono fare dimenticare e dirigerci ad altro"
-----------------

Il motivo è un altro

Non ci vuole molto a capire perché le reti MEDIASET abbiano ritenuto opportuno mettere il silenziatore al caso Scazzi nel corso di una trasmissione che va in onda proprio in coincidenza con eventi “caldi” di ben altra portata-

Basta leggere i nomi dei protagonisti di spicco nei titoli in prima pagina degli ultimi giorni

Manlio Tummolo ha detto...

Segnali di che cosa ? Lacrime di Misseri ? Nulla di strano che si pianga se sparisce una nipotina. Che doveva fare, ridere a squarciagola, cantare, ballare nel far-west come nel filmato di YOUTUBE? Comunque, vedremo nel processo d'appello, se continuano con la manfrina del Misseri assassino, come finirà. Il primo colpo è stato dato con due ergastoli, il resto potrà ridurre la pena, ma non certo assolvere su quelle basi.

Tanto poco chiari, in 42 giorni, erano quei segnali che è occorsa la confessione, dopo ore di interrogatorio, per farglielo capire.

E' inutile che ce lo ripetiamo da anni, ormai. Non ho fatto che rispondere a domande postemi, carissima Magica. Un cambio di strategia difensiva darebbe molte probabilità in più, fondandosi sull'assenza totale di prove oggettive e da tutti verificabili, nonché per tutti gli abusi di indagine e processuali compiuti.

carla ha detto...

caro anonimo delle 23.41,
intanto non serve che ti scomodi tanto di trascrivere, credo che qui dentro c'è gente che sappia leggere.....
per il resto capisco molto bene ed è inutile fingere , si tratta semplicemente " coda di paglia " ,ma se a te sta bene di vivere illusioni si accomodi pure continua pure su questa strada e chissà che non andrai a incapparti in qualche sorpresa.....notte

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimi amici buona notte.Sul piano strettamente processuale sono d'accordo con il Prof Tummolo,bisogna stabilire che linea difensiva adottare per ritenere la non colpevolezza delle imputate.
Non hanno visto nulla.
Non hanno sentito nulla.
Nessuno ha visto Sarah arrivare in via Deledda e a casa dei Misseri.
L'orario di uscita da casa.
L'ora di arrivo dagli zii.
L'ora della sua sparizione e morte.
Le analisi incomplete.
Le tante versioni di Michele.
L'incidente probatorio da ritenersi una autentica falsità.
Gli abusi della procura contro imputati e testimoni.
Su questo cari amici non posso dar torto al Prof.Tummolo.Poi saranno i giudici a dover capire tutti gli aspetti di questa vicenda.La confessione,il ritrovamento del corpo,tutti gli oggetti appartenuti a Sarah e fatti ritrovare da Michele.Insomma,di materiale c'e ne tanto da valutare con la lente di ingrandimento.Le testimonianze ci sono,le ritrattazioni pure,per la colpevolezza di Michele dovranno essere i giudici ad aprire un nuovo procedimento penale. Importanti saranno le motivazioni appena usciranno,con calma naturalmente.Di certo con le nostre ricostruzioni,vere o ipotetiche non libereremo le due imputate,non abbiamo questo potere,altrettanto potrebbero dire chi le ritiene colpevoli.Buona notte a tutti.Carissime Carla e Magica nulla hanno detto a QG,vedremo la prossima settimana,Vi abbraccio e buona notte.

Manlio Tummolo ha detto...

L'unica cosa che ha trovato da sé Michele Misseri sembra essere il cellulare, anche se poi rimane assai curiosa la storia dei trasferimenti di questo in giro per il paese. Il resto glielo hanno fatto ritrovare, portandolo ora di qua ora di là. Un'indagine svolta tutta sul piano della mistificazione: far credere che..., piuttosto che determinare la realtà dei fatti.

Ma che vi aspettate, carissimi Carla, Magica, Vito Vignera ed altri, dalle trasmissioni televisive ? Queste non ci daranno che ulteriori mistificazioni, propaganda, gossip, notiziole note fritte e rifritte. Se non ricordo male poi il gestore dell'Ultimo Grado è stato sostituito, forse anche per le balle messe in circolazione; ancora commenti ai romanzi e romanzetti usciti di recente, tutti con la "Verità" in tasca, e così via. Tutto per condizionare poi future decisioni, il che è anche incostituzionale ed illegittimo.

Tutta questa orchestra dovrebbe solo riportare - con commenti ragionevoli e critici, relativamente agli adempimenti di legge - quanto dichiarato da magistrati, avvocati e - con misura - dagli attori della vicenda; certe loro illazioni, fantasie e ricostruzioni dovrebbero essere eliminate invece, perché tendenti a condizionare l'opinione pubblica e, direttamente ed indirettamente, la Corte, prefigurando sentenze che non spettano all'orchestra.

Anonimo ha detto...

OT

x Carla

L’anonimo delle 23.41, sono io, ENRICO. Mi sono accorto solo stamattina di aver dimenticato di firmarmi.

- E’ uso corrente riportare le frasi per identificare a quale precisa affermazione contenuta in differenti post di differenti utenti, sia riferita la risposta

- Nel mio commento indicavo i motivi, assai presumibili, per i quali il caso Scazzi non è stato trattato nella puntata di ieri sera. Conosco piuttosto bene i criteri con cui vengono stabiliti i tempi, i modi, gli spazi, gli interventi ecc… da rispettare nella “costruzione” e nella “conduzione “ di un programma televisivo del genere le cui scelte redazionali devono aver ottenuto preventivamente il consenso dei “terzi” ed essere state sottoposte ed approvate dalla “proprietà"

- Nel caso specifico a causa della inquietante vicenda giudiziaria che sta avvelenando la politica ( !?) italiana ( e della quale ritengo siano al corrente tutti i partecipanti a questo forum ) evidentemente non è stato ritenuto opportuno trattare il processo Scazzi dato che vi partecipa un noto professionista impegnato contemporaneamente in altre problematiche legali piuttosto scottanti. Questo per evitare polemiche ed indiscrezioni visto tra l’altro che, se la trasmissione possiede un sistema di interventi online in diretta realmente efficiente ed attivo, questo potrebbe riservare spiacevoli sorprese ed imbarazzanti commenti (sebbene accuratamente “filtrati”, a monte)

- Non ho fatto nomi per evitare al blogger che ci ospita inconveniente di sorta. Non si sa mai !
- Del resto mi sembrava del tutto superfluo farli

- Non ho capito assolutamente da cosa sia stata originata l’astrusa interpretazione che tu hai dato al mio scritto né tantomeno da cosa possa essere scaturito l’astio immotivato nei miei confronti contenuto nella tua risposta.

ENRICO

Anonimo ha detto...

Ps ovviamente nel post precedente mi riferisco al commento del 07 settembre 2013 pubblicato alle ore 01:25:00

ENRICO

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con ENRICO per i presumibili motivi riguardanti l'assenza del caso Scazzi nella puntata di Q.G. andata in onda ieri sera.
Il commento di Carla, invece, si commenta da sé.........
R

carla ha detto...

x R e ti pareva!....e se a te sta bene così affari tuoi ....segui pure lucignolo e stai attento però alle tue orecchie, non si sa mai .....

x Enrico , ti sembra una buona educazione a ripetere le frasi scritte da altri?.....
siccome fanno lo stesso gli altri anonimi colpevolisti ti ho semplicemente messo nel mucchio, per il resto ha già risposto Manlio non aggiungo altro.....buonagiornata

Anonimo ha detto...

Purtroppo sono costretto ad un ulteriore OT. Me ne scuso con gli altri utenti.ENRICO
---
x Carla

leggo ora casualmente la tua replica delle 14:37 e ti rispondo :

Al contrario E' BUONA EDUCAZIONE - in questo contesto - ripetere le frasi scritte da altri e ti ho anche spiegato IL PERCHE' con molta precisione

Se non l' hai capito te lo riscrivo di nuovo, questa volta in grassetto ed in maiuscolo

E’ uso corrente riportare le frasi PER IDENTIFICARE a quale precisa affermazione contenuta in differenti post di differenti utenti, SIA RIFERITA LA RISPOSTA

Ti è CHIARO adesso o hai ancora dei dubbi ?

ENRICO

E' invece scorrettissimo da parte tua "mettere nel mucchio" (!?) un interlocutore od offenderne altri senza aver compreso il senso dei loro post

W ha detto...

Fra uno sbadiglio ed uno starnuto, chiese lo studente al precettor canuto: "precettor, che tempo è questo?"
Il precettor rispose: "tempo perduto!"
W

Giacomo ha detto...

Dalla deposizione di Sabrina
Udienza 20.11.2012

http://www.video.mediaset.it/video/quarto_grado/clip/389788/la-deposizione-di-sabrina-misseri.html

Dal minuto 3:15"

Buona visione, e buona serata a tutti!

Giacomo

magica ha detto...

buonasera
giacomo . a vedere quei due corvacci neri mi son venute le gattarigole -
anche dai bachettoni . chissa' quali considerazioni . una ragazza di quell'eta' avere un rapporto/ino...ino ..
il torbido è nelle loro anime.. vedono il peccato in queste situazioni che a volte la gioventu' ti da' il permesso di vivere., senza dover rendere conto a nessuno.
invece tutto questo è stato sbandierato nel peggiore dei modi , dando ai bachettoni la possibilita' di sbeffeggiare .
quante ne ho lette di queste brutte considerazioni .
i bacchettono sono quelli che sono vissuti nel peccato .
perchè il sesso (( SI PUO' DIRE SESSO?)) lo hanno vissuto pensando di peccare .. ciao
.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissimo Giacomo ho visto il video(che già avevo visto altre volte)e c'e da restare allibiti,un procuratore che chiede all'imputata qual'era il movente se non la gelosia,e doveva dirlo lei il movente? poi:voi non avete avuto la fortuna di conoscerla Sarah sembrava più piccola dell'età che aveva.Di certo a 15 anni non si ha una certa maturità caro Giacomo,si è ancora dei ragazzi,alcuni sono timidi,altri un po estroversi,chi più e chi meno cercano di imitare i grandi cercando di imparare cosa offre la vita,sia nei paesi che nelle città.Il famoso detto:il paese è piccolo e la gente mormora in questo caso è più che appropriato,e infatti si è visto come sono venuti fuori falsi amici,falsi vicini di casa,e testimonianze dalle dubbie verità.Più che un interrogatorio alla ricerca della verità,o di capire il soggetto che stai interrogando con i suoi ricordi,le sue lacrime (vere) si è capito a cosa voleva arrivare il P.M , a far intendere alla corte, che il soggetto mentiva,che era fragile,altro che interrogatorio,quello era un (terzo grado) roba da fare schifo per una giustizia onesta e vera,e non obbligata ad emettere sentenze senza prove o basandosi su indizi ricostruiti artificiosamente.Il pregiudizio in questo caso l'ha fatto da padrone in questo processo,non il colpevole, ma un colpevole da consegnare alla famiglia Scazzi e alla massa colpevolista.Si è capito da subito a cosa volesse arrivare la procura,alla sua condanna,senza se e senza ma,tutti l'hanno capito il loro sporco gioco,e loro non amano perdere,sono peggio di chi bara ai tavoli da gioco,li si vincono o si perdono soldi,qui ci sono in ballo vite umane,anni di galera che ti distruggono per tutta la vita.Ciao carissimo amico e buona notte.Se un giorno decidi di volermi sentire per telefono non devi far altro che chiedere il mio numero a Massimo ne sarei felice.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Cara Magica hai ragione,un innocuo rapporto sessuale e durato pochi secondi per non rovinare un'amicizia.Tutti l'hanno capito a cosa teneva il bel Ivano (tranne il P.M.) a non rovinare una bella amicizia,non un innamoramento,non c'era amore,ma una normale attrazione tra ragazzi,cosa normalissima oggi,in altri tempi era un po diverso,non c'era la libertà che c'e oggi.Ciao bella Magica, buona notte anche all'amica Carla e all'Esimio Prof Tummolo.PS qualcuno ha notizie della dolce Mimosa? Carissima se ci sei batti un colpo,ci manchi tanto. A Chiara auguro una serena notte,noi siamo sempre ai posti di combattimento e in attesa.

Mimosa ha detto...

Carissimo Vito, grazie per avermi pensata
Ma non credo che gli altri sentano la mia mancanza. Non sono sparita, solo mi sono tolta dalla scandalosa bolgia in attesa della scure di Massimo.
Non è facile per me intervenire, perché temo che qualunque cosa io possa dire non aiuterebbe a spostare di una virgola le radicate convinzioni degli schieramenti.

Buona notte, Mimosa

Vito Vignera da Catania ha detto...

carissima Mimosa delle belle donne si sente sempre la mancanza,se poi sono anche intelligenti la si nota ancor di più,quando vuoi torna a commentare gli amici ti aspettano sempre ciao carissima e dolce amica,e naturalmente nottambula.

Mimosa ha detto...

Cedo all’esortazione di quel tesoro di Vito e da nottambula cronica vi dico questo: io sono pessimista, le due donne si faranno almeno altri 20 anni di galera, l’Appello forse ridurrà la pena riconoscendo qualche attenuante.
Unica risoluzione: che si rincominci a credere ad un Michele Misseri reo confesso, con confessione estorta o meno, per suggestione o soggezione degli inquirenti che lo interrogavano.
Costui è prima di tutto un reo confesso, alla prima ora e all’ultima, e sempre con maggiore insistenza. L’incidente probatorio, nel quale ha descritto la morte di Sarah come un “incidente” (in un gioco al cavalluccio tra le due cugine) è posizionato all’inizio del suo percorso di “ravvedimento”, partito proprio col licenziamento di Galoppa e Bruzzone.
Quell’interrogatorio, che doveva “cristallizzare” le dichiarazioni dell’imputato, nemmeno la Procura lo ha portato avanti, tant’è che hanno dovuto ricorrere ai sogni e ad accapararsi un parterre di testimoni assai discutibili ed a rimbambire testimoni attendibili per far combaciare gli orari. Ultima chance, come è stato intelligentemente evidenziato, era spostare l’ora del delitto all’indietro.
Ovviamente i tabulati telefonici hanno segnato tutto, ma che importa? Anche la Procura ha fatto il ragionamento di Manlio: i tracciati non hanno nome, solo l’utenza di partenza e arrivo e dunque hanno attribuito alla 22enne incensurata Sabrina, tutta casa e pub di paese, la capacità diabolica di maneggiare due cellulari simultaneamente, e addirittura in contemporanea all’ambaradan che si svolgeva in casa davanti al corpo esanime della cuginetta.
Se proprio volete nella confessione “manipolata” ci metto pure la tesi sostenuta da un paio di autorevoli commentatori, quella che ritiene MM reo confesso solo perché suggestionato da terzi ignoti colpevoli (rimasti ignoti per strane protezioni occulte). Ignoti che i sostenitori della teoria si rifiutano di indicare ma che io trovo casomai plausibile – per stare dietro loro – essere giovanotti di famiglia altolocata di qualche grande città che ad Avetrana trascorrevano le vacanze (del resto il mare dista circa 5 km) e che quel giorno a quell’ora non avevano meglio da fare che abbordare un ragazzina biondina per le strade assolate e deserte.
Tutti hanno visto Sarah per strada e alcuni hanno anche visto strane automobili e camioncini sfrecciare. Indagini superficiali e partite male, lo sappiamo, e alla fine gli inquirenti hanno cercato di rimediare, rattoppando qua e là (in dialetto da noi si dice “pezo el tacòn del buso”, peggio la toppa del buco), pur di averla vinta e non fare brutta figura agli occhi dei media. A mio parere l’hanno fatta pessima e anche molto meschina, la figura.
Ma, per tornare da dove sono partita, se comunque c’è una serie di confessioni e di asserzioni caparbie di MM sull’aver fatto tutto lui, all’insaputa della famiglia, se ci sono varie diverse dichiarazioni a verbale di Mamma Concetta&C sugli orari (anche le sue sono di “prima ora” e di “ultima ora”, ritenute più credibili delle prime), non capisco perché lo zietto non sia stato rinviato a giudizio per “autocalunnia”.
Io ho l’impressione – ricordo di averla espressa molti mesi orsono – che la Procura si sia tenuta aperta una porta, in fondo il pm Buccoliero l’aveva detto all’inizio del processo: o condannate le due imputate o dovete dimostrare che è stato Michele. Per lui “delle due una era la verità”. Quindi Michele Misseri non esce del tutto dall’inchiesta, anche se il suo fascicolo è stato “archiviato”.
A quello schema si è attenuto Coppi nella sua arringa (perciò è fuori luogo criticarlo), ma purtroppo non è riuscito a smuovere nelle due giudici neanche il benché minimo dubbio, alla faccia delle norme del codice penale!
In conclusione: meglio un reo pervicacemente confesso in galera che due che si dichiarano innocenti, persino condannate senza prove.
Mimosa

Vanna ha detto...

Buona domenica a tutti!

Ciao Mimosa,
la ricostruzione che fai in risposta a Vito può essere condivisibile solo in parte, mi soffermo a considerare:"Io ho l’impressione – ricordo di averla espressa molti mesi orsono – che la Procura si sia tenuta aperta una porta, in fondo il pm Buccoliero l’aveva detto all’inizio del processo: o condannate le due imputate o dovete dimostrare che è stato Michele. Per lui “delle due una era la verità” ". Quindi Michele Misseri non esce del tutto dall’inchiesta, anche se il suo fascicolo è stato “archiviato”.
In questi ultimi giorni sto facendo una scorpacciata di letture in rete sul tema in questione ed ho evidenziato che le autorità giudiziarie debbano avere altro chiuso nel cassetto che ancora non esce.Per esempio le tel.a Sarah di Ivano, cancellate da lui ma recuperate ultimamente con un nuovo sistema elettronico, e testimoni non usciti allo scoperto per ora, controlli fb e altro segregato.
Comunque gli inquirenti hanno indagato e interrogato decine di persone, cosa sia venuto fuori completamente non si sa ma, se hanno dato gli ergastoli e la libertà vigilata, qualcosa hanno avuto in mano, non si spiega altrimenti.
Nel caso e nei personaggi c'è grande ambiguità: dicono cose che vengono smentite dai tabulati.
Forse non si troverà il bandolo della matassa vero perché dietro deve esserci qualcosa di oscuro, visto l'atavico dire ciò che non è, però non credo che M.M. tornerà in prigione e credo anche io che le donne non usciranno a breve,comunque non si faranno 20 anni secondo me.
Potranno usufruire delle attenuanti e a Sabrina potrebbe anche capitare quello che è successo all'Amanda Knox e al Sollecito.
In quel caso è rimasto dentro il Guede, l'unico che aveva detto qualcosa, non chi non aveva detto niente.
Dietro la Knox c'erano gli States, dietro Sabrina c'è Coppi.
Se è entrato Coppi, non si capisce come potrà essere pagato,avrà il suo significato, secondo me.
Saluti.

Giacomo ha detto...

Buongiorno a tutti

Concordo con le ultime considerazioni di Magica Vito e Mimosa.

Nel postare il link, che qui ripeto:
http://www.video.mediaset.it/video/quarto_grado/clip/389788/la-deposizione-di-sabrina-misseri.html

Intendevo richiamare all'attenzione e focalizzare soprattutto l'ultimo minuto del filmato, in cui si vede Sabrina che protesta la propria TOTALE INNOCENZA in maniera così spontanea, così sincera, così accorata, che solo chi ha perso la capacità di leggere nel cuore degli esseri umani non riesce a vedere.

"Come ve lo devo dire? Non ho fatto niente NIENTE! Non sapevo NIENTE!"

"Non c'era gelosia tra me e Sarah. Sarah sembrava più piccola dell'età che aveva: una BAMBINA sembrava!"

"Non avete avuto la FORTUNA di conoscerla!"

"Mi sono fatta due anni di carcere da innocente!"

(tra un mese faranno TRE anni)

Secondo me, quel minuto vale molto di più dei tre anni d'indagine e di processi.

Naturalmente non siamo ingenui. Le parole di Sabrina vanno lette alla luce dei tabulati, delle prime testimonianze e della confessione del 6 ottobre di Misseri.

Buona domenica a tutti!

Giacomo

magica ha detto...

buogiorno a tutti
come ha gia scritto carla dall'alto delle sue considerazioni bibliche ,
dai cuori di pietra non si ricava che pietra , non c'è nulla da fare si trovano mille esacamotage pur di condannare .
non ho molta fiducia nemmeno io che le donne vengano assolte . perchè chi accusa ha usato le escamotage che usano chi non vuol sentir ragioni ,
noi non guadagnamo niente .. come qualcuno afferma .
ma in compenso ho capito la gente sospettosa , con mentalita' arcaiche ,con quel rapportino /ino ino .. la sabrina si aggiudicata l'ergastolo .
.

Manlio Tummolo ha detto...

Riguardo i telefoni, dal punto di vista accusatorio/calunniatorio, tre persone compresenti possono ben usare due e anche tre telefoni. Il punto dolentissimo, cari Mimosa, Giacomo ed altri, è proprio questo: non dalle confessioni, estorte tutte, a Michele Misseri si ricava l'innocenza di Sabrina & Company, ma dall'innocenza di tutti e tre, o PERLOMENO, dallo spostamento di orario dell'omicidio a quando le due donne erano uscite da casa.

Presumo che, leggendo le motivazioni, troveremo argomenti analoghi a questo mio. E sono curiosissimo di verificare se i grandi Principi del Foro lo capiranno, oppure continueranno a battere col vecchio martello il vecchio chiodo ormai ricurvo.

L'innocenza, per me assoluta, di Sabrina Misseri è data dalla sua assoluta limpidità nel rigettare ogni sporco compromesso sul delitto, senza facilitare di un punto la sporca pigrizia dei SS. Inquisitori ! E' evidente che in un interrogatorio uno si proclami innocente, anche se è un serial killer o un genocida. La cosa si è già vista. Ma pochi Socrate preferiscono un carcere da innocenti, ad una libertà da mentitori !

MEGLIO SEI ANNI DI CARCERE DA PERSONA ONESTA, CHE POCHI MESI PER UN FINTO "CAVALLUCCIO".

carla ha detto...

buona domenica a tutti,
Giacomo vorrei aggiungere al tuo post al riguardo di Sabrina, lei disse oltre:- ...voi state confondendo " la protezione con gelosia"....

un particolare saluto a Mimosa e mi associo a te per protesta alla incarcerazione ingiusta delle donne.....che ancora attendono una risposta alla loro condanna.....
non so se è normale prendersi del tempo sulle vite altrui!....

un caro saluto a Magica , Vito, Manlio e amici del blog

Giacomo ha detto...

Mi sembra che una volta qualcuno tirò fuori il rasoio di Occam.
Quando un fatto si può spiegare nella maniera più semplice, perché andare alla ricerca di spiegazioni complicate? E' pur vero che IN ASTRATTO un telefonino lo può manovrare chiunque, ma In CONCRETO, se un telefonino appartiene ad una persona e quella persona l'ha sempre usato lei, la prima ipotesi è che lo abbia usato lei!
Solo se risulta IMPOSSIBILE che questo si sia verificato, si potrà ALMANACCARE diversamente.

Nel caso specifico, la spiegazione che forniscono i diretti interessati è SEMPLICE, LOGICA e CONSEQUENZIALE rispetto all'accordo del giorno prima circa la gita al mare, mentre sono TOTALMENTE ILLOGICI ED ASTRUSI gli ALMANACCAMENTI dell'accusa per dimostrare che l'alibi sarebbe falso.

Questa diffidenza di certi magistrati per la tecnologia, tipica di un malinteso umanesimo, per cui il ragionamento astratto prevarrebbe sui dati scientifici, ci riporta indietro di almeno quattrocento anni di storia.

Fa venire in mente il manzoniano Don Ferrante, che ragionando aristotelicamente intorno alla peste, non prese nessuna precauzione e se ne andò al Creatore prendendosela con le stelle.

Saluti a tutti!

Giacomo

Anonimo ha detto...

Già, ma rispetto agli accordi del giorno precedente circa la gita al mare, c'é un sms di Sabrina a Mariangela "Avviso Sarah?" che ha il suono di una nota stonata. R

Anonimo ha detto...

un troll e niente piu' .
.

Vanna ha detto...

Giacomo buon pomeriggio,ho sempre detto che le donne Misseri sanno qualcosa, e non solo loro anche altri, ma che siano colpevoli di assassinio è da provare.
Ritengo comunque che l'innocenza di assassina di S.sia ben altra cosa di fronte alla responsabilità di portarsi dietro una quindicenne in ore impossibili a vedere cose improponibili.
Certi tabulati raccontano vicende delicate che non bisognerebbe far conoscere ad una minorenne.
Quello che viene fuori da certi tabulati,da certe testate giornalistiche firmate, fa supporre qualcosa di losco che poteva anche ruotare intorno al gruppo e, forse, anche intorno a Sarah.
Inoltre considerata la indiscussa disinvoltura di Sabrina di gestire i giornalisti e le notizie, di suggerire alle amicizie quello che dovevano dire mi sembra sia significativa di ben altro.
Quindi esiste innocenza di non aver commesso l'omicidio materialmente, ma non è innocenza piena se esistono altri fattori di responsabilità.
Perché usare le persone a far dire o a far e muovere a comando, è un rischio in quanto fa capire che non ha una personalità di cui fidarsi ciecamente.
Quanti in quel gruppo di adulti è stato veramente sincero e affidabile?
Al contrario, per la sua giovane età Sarah si fidava.
Il nodo per capire i fatti è tutto nella sincerità o ambiguità dei personaggi.
Non è questione di essere battettoni, frustrati, retrivi, lo ripeto ognuno può fare ciò che vuole,ma di fronte ai minorenni bisogna avere maggiore accortezza e rispetto.
In questa storia c'è stata una morte misteriosa ancora da dipanare.
Se ai vostri figli minorenni fosse data l'opportunità di vedere, sentire, partecipare a qualcosa di spinto, e voi non lo sapete, vi farebbe piacere?

Giacomo ha detto...

Anonimo R 15,37
Sull'sms "avviso Sarah?" si è detto tutto ed il contrario di tutto. Nota stonata per chi? Non certo per Sabrina che l'ha fatto e ne ha ampiamente spiegato il perché.
Se Sabrina avesse avvisato direttamente Sarah omettendo di ricordare a Mariangela che c'era pure Sarah di mezzo, le avrebbero contestato questa omissione: "come mai non s'era accertata presso Mariangela se erano insorte difficoltà per portare anche Sarah? In fondo le sarebbe costato solo un semplice e breve sms"

Veramente stonato sarebbe invece l'sms di sollecito, se l'alibi fosse falso. Quale sarebbe stato il suo scopo? NESSUNO l'ha mai spiegato!
Soprattutto con Mariangela in arrivo da un momento all'altro, perdere GRATIS ben TRE MINUTI avrebbe potuto risultare fatale!

Giacomo

carla ha detto...

e in più nel video impostato da Giacomo Sabrina dice:- ....che Sarah era una bambina dimostrava meno dall'età che aveva, io la proteggevo e voi vi confondete la protezione con la gelosia....
qua la dice tutta, il resto stupidaggini che alcuni megere ingrandiscono pur di sparlare.....cioè tutto fa parte delle chiacchere.....
ci sono perfino giovani mamme che si portano loro figli anche intorno di 8 anni per un ritrovo tra amici e non credo che si usino delle parole sante solo perché c'è un bambino e non solo ....mi domando soprattutto in famiglia ,quando arrivano parenti e amici di quante stupidaggine i bambini debbano sentire e questo è acconsentito?......
allora ritorniamo al medioevo andiamo alla caccia delle streghe e impicchiamole il fuoco....
non sembra che risulti intanto che Sarah o Sabrina abbiano usato la droga anche se P. Meluzzi desti tale richiesta e non ci vuole tanto a capirlo ,chiunque sa chi fa uso della droga non potrebbe stare senza e finora non risulta che Sabrina in carcere stia facendo l'uso.....e tanto meno si è sentito che abbiano fatto fare il porno alla piccola Sarah.....
è inutile che si insista trovare il fango dove non c'è .....
per come si presenta la cosa le 2 donne attualmente risultano in carcere ingiustamente senza una motivazione chiara che non si fa altro che perdere tempo......allora chi è che sta uccidendo moralmente?......bisognerebbe entrare nelle vesti dell'ingiustizia per capire cosa significa, allora parlerebbe diversamente, invece che voler trovare le pecche tutti costi per giustificare il proprio errore...... buon pomeriggio

carla ha detto...

ciao Giacomo, vedo che avevi già scritto intanto scrivevo il mio post....volevo farti giusto un salutino affettuoso....

Anonimo ha detto...

@Giacomo
Delle "difficoltà insorte per portare anche Sarah" ne parlò solo Sabrina, ma NON Mariangela, la quale dava per scontato che per la gita al mare ci fosse pure Sarah, come SEMPRE. La stessa Mariangela, ricevendo quell'insolito sms da Sabrina, disse di esserne rimasta sorpresa poiché MAI, prima di quel pomeriggio, Sabrina si era preoccupata di chiederle il permesso per portare la cugina con loro. Questa STRANEZZA, verificatasi proprio e unicamente quel tragico giorno, rappresenta (per me ) una nota stonata...R

magica ha detto...

le stonature le vedo altrove, sabrina poteva far a meno di dire :avviso sarah?
fra la sarah e mariangela non c'era quell'amicizia stretta .. sabrina poteva essere invadente portare la cugina nella macchina di una amica ..
avevano deciso di andare al mare , ma non erano sicure della disponibilita' della macchina ,
avuta la conferma . sabrina fece l'sms, avviso sarh? perchè sarah doveva anche prepararsi in costume se fossero andate al mare .infatti la videro per strda in tenuta da mare . ((e pure misseri vide che spogliando la sarah aveva il costume ))))... viceversa bastava vestirsi normalmente infatti quando sarh ricevette l'sms di sabrina ando' in cantina a prendere l'asciugamano per il mare

mariangela è stata interrogata con modi gentili ., la loro tattica l'abbiamo compresa .
anche la corda con i dovuti modi è diventata una cinta ..
lo so che vi piacerebbe tantissimo che sabrina avesse un ergastolo e non solo la gogna in piazza ..

Manlio Tummolo ha detto...

A parte che il rasoio di Ockham nulla c'entra con i delitti, ma con realtà metafisiche (l'avevo già scritto, ma i giuristi prendono spesso fischi per fiaschi, grazie alla superficialità dei loro ricordi liceali), pretendere che in quella casa si compia un delitto senza che gli altri si accorgano di nulla, non è meno complicato che dire che tre persone potevano tranquillamente usare due o un telefono. Lei, caro Giacomo, continua a ragionare come se non vi fossero due potenziali ergastolane alla fine del primo grado di giudizio, ma un solo potenziale ergastolano. Il fatto è gli avvocati difensori delle due donne devono confutare una conclusione giudiziaria, non illazioni realistiche o irrealistiche sull'uso del telefono, abbia pazienza. In un omicidio ciò che conta in senso proprio non sono le telefonate, ma il morto, il modo in cui è morto, il o i probabili autori del delitto. Lei appare in questa storia come il propagandista TELECOM o di altra società telefonica che tira fuori slogans per vendere il proprio prodotto.

Anonimo ha detto...

PERCHE' NON SI PASSA A COMMENTARE IL NUOVO ED INTERESSANTE ARTICOLO DI MASSIMO???

carla ha detto...

Magica , forse è quello che sperano di vedere una persona dilaniata, allora, non si sentono sodisfatti e codesti persone osano di parlare di giustizia!.....quando vivono sul sangue altrui....se non è un assassinio questo?.... pur non essendo materialmente.....
infatti è questo che da' fastidio ,nessuno ne parla della loro sofferenza, come neanche fossero andati ai Caraibi a prendere il sole.....

carla ha detto...

anonimo ,
troppo comodo, ti piacerebbe che Sarah andasse in dimenticatoio......

Giacomo ha detto...

Guarda R, che le cose non stanno come dici. Non sempre Sarah era andata in gita al mare con Sabrina e Mariangela. Quest'ultima non ha mai detto di essere rimasta sorpresa dall'sms di Sabrina. Non si pose nessuna domanda e rispose un semplice ok. Appunto, era Mariangela che dava per scontata la partecipazione di Sarah, almeno così rispose a domanda del pm. Ma non disse che si era parlato esplicitamente di portare Sarah, la quale era presente in auto, ma non intervenne nel colloquio fra lei e Sabrina.
In ogni caso, ripeto, Sabrina ha ampiamente spiegato il motivo di quell'sms, scoprendo anche gli altarini di Mariangela e dei freddi rapporti di questa con Sarah. Se non hai seguito il processo, non so che farci.
Spiegami piuttosto l'sms di sollecito. Come suona alle tue sensibili orecchie da musicista: stonato o perfettamente intonato, un do diesis un re un mi? Fammi capire.

Giacomo

Manlio Tummolo ha detto...

Eccone un altro sozzone omicida, collega di chi ha assassinato Sarah Scazzi:


CORRIERE DELLA SERA.it
Milano / Cronaca



. Corriere della Sera >
milano >
Cronaca >
Uccisa e abbandonata nuda nei campiL'assassino ha confessato: «Gioco erotico»


LODI - l'omicida Incastrato grazie alla salvietta di un motel

Uccisa e abbandonata nuda nei campi
L'assassino ha confessato: «Gioco erotico»

L'uomo aveva contattato la giovane romena su Internet. Accusato anche di atti osceni su cadavere














































































































Manlio Tummolo ha detto...

Scusate gli spazi vuoti enormi, ma nel copiare ed incollare una parte è difficile valutare quanto spazio resti.

Riguardo all'anonimo che ci esorta a scrivere sul'altro articolo, Massimo Prati ha pregato di trattare l'argomento in modo specifico e di non mescolare i vari casi.

Anonimo ha detto...

@Magica
"lo so che vi piacerebbe tantissimo che Sabrina avesse un ergastolo e non solo la gogna in piazza..".
Non so a chi ti riferisca parlando al plurale, ma per quanto mi riguarda non c'è nulla, in questa storia, che possa farmi piacere.
Contrariamente a quanto tu affermi, non c'era motivo per cui Sabrina potesse sembrare invadente (agli occhi di Mariangela) se avesse portato Sarah con sé, trattandosi di un'abitudine ormai consolidata nel tempo. Inviando il famoso sms, invece, Sabrina ha meravigliato e insospettito (Mariangela innanzitutto, gli inquirenti poi e, alla fine, quelli che tu chiami colpevolisti).
Sei liberissima di pensarla come vuoi, come del resto lo sono io: a ciascuno le sue "stonature". Ciao
R

Anonimo ha detto...

@Giacomo
Che Mariangela avesse trovato strano il messaggio di Sabrina "Avviso Sarah?" lo ha detto in numerose interviste (che ho ascoltato con le mie "sensibili orecchie da musicista"). Che poi le avesse risposto "Ok" senza approfondire è un altro paio di maniche. Non dimenticare che la sera del 25 agosto si erano lasciate con l'accordo di andare (forse) al mare il giorno seguente, Sarah compresa. Mariangela ha sempre riferito così e non c'è motivo di non crederle. (Ma poi Sabrina non aveva detto alla Pisanò che ci avrebbe pensato lei a portare Sarah al mare quel pomeriggio? Ma come! Senza il "permesso" di Mariangela???). Mah...
R

Giacomo ha detto...

R

Allora, che mi dici di questo sms di sollecito?

Giacomo

magica ha detto...

allora non la vuoi capire l'antifona?
la pisano' si era esibita di portarle al mare in caso mariangele non avesse potuto.. portarle ,, ne parlarono al mattino con la chiaccherona e lei si propose .
al che la sabrina non acconsenti' perchè a sarh non piaceva la pisano'. al mattino la sarh aveva fatto il muso duro alla pisano' .
sabrina disse che al mare la srah ci sarebbe andata .. eccome !.. l'avrebbe portata lei stessa .
tutte le notizie che trovi te sono falsate ..

Anonimo ha detto...

P.S. x Giacomo
L'sms di sollecito lo considero intonato al falso alibi e assolutamente stonato in caso contrario. A chi mai verrebbe in mente di chiedere conferma di ricezione di un sms inviato pochi attimi prima? R

Anonimo ha detto...

@Magica
Come ti permetti di fare certe affermazioni? Chi sei TU per sentirti in diritto di sparare a zero sugli interlocutori?
La Pisanò si era offerta di accompagnare al mare SARAH, al che Sabrina la fermò dicendole che ci avrebbe pensato lei a portarla al mare, emicrania permettendo.
Dei musi lunghi di Sarah alla Pisanò ne parlò Sabrina in Aula (ma la versione di Sarah non potremo mai ascoltarla, quindi è inutile parlarne). R


Giacomo ha detto...

R (in attesa di una risposta sull'sms di sollecito che prevedo non arriverà mai, perché non esiste)

Mariangela ha rilasciato interviste sulla gita al mare? E quando, a chi?

Quando AL PROCESSO ha avuto l'occasione di chiarire se Sarah fosse o non fosse compresa nell'accordo, ha glissato con un frettoloso ed ambiguo "lo davo per scontato". Né il p.m., che quando voleva faceva pelo e contropelo ai testimoni, ha insistito. Ma guarda!

Salvo poi contestare a Sabrina che Mariangela sulla gita al mare aveva dato una versione diversa dalla sua, fidando sul fatto che Mariangela era stata interrogata dieci mesi prima.
In realtà le versioni di Sabrina e Mariangela COINCIDONO. Entrambe hanno asserito che Sarah era presente e non intervenne nella discussione e soprattutto hanno asserito che non ci fu un accordo ESPLICITO che includesse Sarah.

Non solo, ma Sabrina ha spiegato ampiamente che DI PROPOSITO tenne Sarah sullo sfondo. Sospettando, a torto o molto più probabilmente a ragione, che Mariangela si era riservata di confermare a seconda che fosse o no prevista la presenza di Sarah, dati i rapporti freddi fra le due, Sabrina incastrò Mariangela, aspettando PRIMA la conferma e subito DOPO chiedendo se poteva avvertire Sarah. A questo punto Mariangela fu costretta a fare buon viso a cattivo gioco e, dopo aver frettolosamente risposto con un "ok", corse a dire alla sorellina di andare al mare con lei.
La sorellina infatti AL PROCESSO ha dichiarato che Mariangela le disse di andare al mare solo all'ultimo momento. Né ci è consentito sapere se alla sorellina fu lasciata la facoltà di rifiutare.

Un'ultima considerazione. Per cortesia non mistifichiamo. La procura non dichiarò che l'alibi di Sabrina fosse falso in seguito a questo presunto sms stonato. La procura si è trovata nella necessità di arretrare l'orario dell'omicidio per incastrare Sabrina, a partire dalle risultanze dell'incidente probatorio. Se i fatti si fossero svolti come ricostruiti, peraltro in modo fasullo, nell'incidente probatorio, non ci sarebbero stati più i tempi per l'omicidio.
Talché incominciò una vasta opera di cambiamento delle testimonianze della prima ora e si diede un calcio ai tabulati senza andare troppo per il sottile. I tabulati erano falsi. Lo stesso fatto di attaccarsi disperatamente ad un sms falsificandone l'interpetrazione dice quanto artificiosa sia stata la condotta degl'inquirenti.

Giacomo

Giacomo ha detto...

R 19,49 Vedo che hai risposto sull'sms di sollecito

Naturalmente è una risposta che contiene un falso ed un'omissione.

Il falso consiste nel dire che il sollecito arrivò pochi attimi dopo.
In realtà E LO SAI BENISSIMO il sollecito fu inviato BEN TRE MINUTI DOPO, che in quella circostanza, con Mariangela in arrivo, sono un'eternità in caso di alibi falso.

Inoltre hai omesso di spiegare il MOTIVO, per cui questo sollecito fu inviato.

NON L'HA SPIEGATO NESSUNO e aspetto di vedere cosa dirà la sentenza a riguardo, se mai dirà qualche cosa.

Giacomo

magica ha detto...

dei musi duri o lunghi ne parlo' anche la pisano'.
sabrina non lo disse .lo disse quando incominciarono gli interrogatori.. con la ricerca dei peli nell'uovo .
che sarh avesse antipatia per la pisano' lo disse anche un ex fidanzato di sabrina ..
comunque tieniti tue verita' .
solo che se dici storie non vere intervengo ...
ocio ?.magari il mal di testa è un sintomo?. io lo so perchè sabrina aveva mal di testa .. sono una donna capito?

magica ha detto...

mi sono permessa di contrastare una tua affermazione ,
allora si diventa aggressivi ,
mi ricordo di un sito .. dove era abitudine aggredire se uno si permetteva di contrastare .
ciao ..

magica ha detto...

ma se delle ragazze stanno preparandosi per il mare si presuppone che i preparativi siano solerti .non dovevano certo perder tempo . era gia' pomeriggio percio'..
oppure i cell non contano? si hanno i cell per questo., per mandarsi mess o sms anche supeflui .
penso che se nessuno da' l'ok di un mess o sms uno si prodighi per sapere la situazione .

Sira Fonzi ha detto...

@Giacomo
5 settembre 2,24

Buonasera Giacomo, nel tuo post dici "Quindi gli Scazzi A DIBATTIMENTO, ben due anni e quattro mesi dopo, hanno sostanzialmente confermato quello che Concetta dichiarò nel verbale del 29 settembre 2010, cioè che Sabrina arrivò a casa loro 15-20 minuti dopo che Sarah era uscita.
E tale conferma è tanto più importante, perché la conferma è stata involontaria, una voce dal sen fuggita."

Bisogna precisare che solo Giacomo Scazzi ha riferito ciò che dici, e non GLI Scazzi come affermi, in quanto Concetta non lo ha detto né nel processo, né tantomeno nella deposizione del 29 Settembre, dove dichiara alla domanda di Sabrina : "Sarah si è sbrigata perchè dobbiamo andare al mare? " Risposta: "Se è venuta a casa tua".
(a pagina 3 della sua dichiarazione)

Giacomo Scazzi potrebbe aver detto la verità, facendosi sfuggire il termine ADESSO, poiché poco capace di mantenere gli accordi presi con gli inquirenti, è vero, è una probabilità, e come tale non mi sento di escluderla, ma se do per possibile ciò, devo pensare che decine di testimoni abbiano giurato il falso, decidendo a tavolino con i PM le ricostruzioni finali sull'ora di avvistamento di Sarah ma, dato che le stesse sono circostanziate, come riportato nel mio post sulle deposizioni dei testimoni della scorsa settimana,sono più portata a pensare ad un modo dialettale usato dallo Scazzi per esprimersi.

In fondo se diamo per buona questa spiegazione per i plurali usati dal Misseri (l'hanno trascinata, l'abbiamo portata, etc.... etc....) ciò potrebbe valere anche per Giacomo Scazzi.

A mio avviso l'uscita anticipata potrebbe far ipotizzare che Sabrina o Michele abbiano commesso il delitto, al contrario nessuno dei due può essere stato, per una semplice ricostruzione.

14, 25 arrivo sms
Sarah comunica alla mamma l'arrivo del sms si reca in camera dove si cambia gli abiti ed indossa il costume. Tempo minimo 2/3 minuti
Sarah chiede a Concetta dove sono gli asciugamani e si reca in cantina a prenderli. Anche qui tempo minimo 2/3 minuti.
Sarah saluta e si avvia a casa Misseri, arrivando dalla parte del cancello di entrata e non da quella d'ingresso del garage. Tempo minimo 4 minuti
Sarah viene strangolata. Tempo minimo 3/5minuti minuti.
Dalle 14,25 passiamo alle 14,36/ 14,39.
Per ciò che riguarda Sabrina so qual'è la tua risposta, ma per ciò che riguarda Michele dimmi, dove trovi lo spazio temporale per collocare:
la scusa per attirare Sarah e farla scendere in garage, le molestie sessuali, il rifiuto e le minacce di Sarah di raccontarlo a Sabrina, il tempo indispensabile a Michele per caricarsi di furia omicida?

Prima di chiudere ti posto anche la risposta al post cge riguarda testimonianza di Michele.

A dopo

Sira

Anonimo ha detto...

OT
GIACOMO,

da un po’ di tempo a questa parte i tuoi interventi sono veramente “cazzuti” e puntuali tanto che, pur non avendo le tue stesse certezze e la tua stessa incrollabile fede nella sincerità dei 3 sfortunati protagonisti di questa tragica vicenda, non posso fare a meno di complimentarmi con te per l’ appassionata ed efficace difesa della tua tesi
Al punto che, ti confesso, quasi quasi mi stai persuadendo, minando alcune delle mie poche ed incerte convinzioni

ENRICO

Mimosa ha detto...

Mariangela ha sostenuto solo una versione, dopo essere stata ascoltata dagli inquirenti assistita dal suo parente legale (quale "consulente"), e si era scritta tutto su un foglio e quello ha letto in una intervista (che ho visto io), dopo di che si è rifiutata di rilasciarne altre, sempre seguita dal parente avvocato a farle da cane da guardia.
Riguardo alle sue risposte al Processo sono al 100% con quanto dice Giacomo, documentatissimo.

Mimosa

Mimosa ha detto...

Siamo arrivati al punto che si cercano peli nell’uovo per smontare le singole asserzioni di uno o dell’altro, anzi, veramente solo nei confronti di chi crede con convinzione alla colpevolezza di Michele Misseri, giacché i sostenitori di altre teorie hanno rese intoccabili le proprie.

E va bene, riassumiamo?
Teorie rimaste sul piatto di questo blog:
- 1) Michele è l’unico assassino e l’occultatore, ha nascosto tutto alla famiglia, pur in preda a rimorsi e strazio; scena del crimine il garage – 2) assassini e occultatori sono altri estranei e indefiniti: scena del crimine la strada
– 3) assassina Sabrina con la connivenza di Cosima e la complicità di Michele per l’occultamento: scena del crimine l’abitazione.

Ho capito giusto? Manca qualche teoria?

Stabilite queste posizioni, sistemare “avvistamenti” e tabulati è solo un giochetto da puzzle (però chi bara, modificando le tesserine come fossero di gomma, va smascherato come vanno smascherati coloro che nelle testimonianze e interrogatori si contraddicono).

Mimosa

Giacomo ha detto...

Sira.
Intendiamoci, non ho mai asserito che gli Scazzi abbiano preso accordi con gl'inquirenti. Diciamo piuttosto che hanno subito quella sudditanza psicologica che sempre condiziona le persone comuni di fronte all'AUTORITA' costituita. E se un giudice ti chiama e ti chiede come potrebbero essere andate le cose e poi te lo richiede e ti fa capire in mille modi che testimonianza si aspetta da te, perché gli assassini di tua figlia che loro già sono sicuri di conoscere ricevano la giusta punizione, alla fine tu ti lasci andare e la convinzione dell'autorevole interlocutore diventa anche la tua. Anzi proprio perché non c'è stato nessuno esplicito accordo, poi all'atto pratico e senza che te ne accorga ritorni alle tue primitive impressioni e sensazioni e dici quello di cui sei intimamente convinto.
Per quanto possa essere poco istruita una persona, "ADESSO" ha un significato troppo semplice immediato ed universale perché possa essere confuso con "UN'ORA FA."
Inoltre, se hai letto con attenzione, Giacomo Scazzi prima riferisce che la moglie ha detto che "Sarah è uscita ADESSO" e poi poco dopo riferisce che anche lui ha detto che "Sarah è uscita ADESSO". In seguito, nel corso dell'interrogatorio il PM lo condurrà dove vuole e Giacomo Scazzi lo seguirà docilmente.
Parimenti dicasi per la testimonianza di CONCETTA, la quale più volte nel corso della deposizione ha asserito di avere una pessima memoria e che nella circostanza era comprensibilmente frastornata per la situazione sempre più drammatica che si andava delineando.
Inoltre hanno chiaramente asserito entrambi che siccome stavano imbiancando non avevano riferimenti temporali precisi come orologi da parete o televisori accesi sintonizzati su qualche trasmissione legata ad orari precisi.
Ad ogni modo penso che abbiamo dibattuto abbastanza sulla faccenda di "ADESSO".

Per quanto riguarda la tua ricostruzione temporale, Sarah stava aspettando l'sms di Sabrina e quindi plausibilmente aveva già indossato il costume. Quando è arrivato il primo sms di Sabrina è uscita dalla sua stanza, avvisando i presenti dell'arrivo dell'sms che al suo rientro dalla spesa aveva PREANNUNCIATO, è scesa velocemente ha preso il telo l'ha messo nello zaino, è risalita ha salutato tutti ed è uscita. In strada l'ha raggiunta il sollecito di Sabrina a cui lei ha immediatamente risposto sono le 14,28 alle 14,29 è avvistata dai fidanzati alle 14,30-31 arriva alla villetta, si affaccia al garage ed entra probabilmente attratta dallo stesso Misseri, che la insidia ed al rifiuto l'aggredisce e la strangola secondo la sua confessione. Alle 14,40 è tutto finito. Nel frattempo Sabrina è in bagno a ultimare i preparativi per la gita. Alle 14,35 risponde ad un sms della Cimino. Questo sms scagiona definitivamente Sabrina perché dall'arrivo di Sarah sono trascorsi 3-4 minuti, del tutto insufficienti per un omicidio. Misseri invece ha avuto a disposizione quasi dieci minuti: un tempo consistente con la sua confessione e con le modalità dell'omicidio come da lui confessate.

Penso che avevo già risposto alle tue obiezioni, Comunque l'ho ripetuto, A questo punto dibattere ulteriormente sul punto mi sembra inutile. Spero di aver chiarito, se non i tuoi dubbi, la mia posizione.

Anonimo ha detto...

@Mimosa
Oltre alla lettera di Mariangela Spagnoletti indirizzata a Sabrina, ricordo più di una intervista rilasciata dalla stessa Mariangela.

@Giacomo
Non condivido il tuo post relativo alle sorelle Spagnoletti. Fin dall'inizio tutti sapevano (Sabrina compresa) il motivo per cui Mariangela si era riservata di confermare la gita al mare, quindi Sarah non c'entrava nulla.
Non è vero che Alessandra Spagnoletti fu esortata dalla sorella a mettersi il costume per andare al mare solo all'ultimo momento (e cioè dopo lo scambio di sms con Sabrina, compreso l'sms di quest'ultima "Avviso Sarah?") poiché in Aula dichiarò che Mariangela, appena tornata dal lavoro, le disse di prepararsi x andare al mare.
R

Sira Fonzi ha detto...

Giacomo

Credo anch'io che dibattere ulteriormente sul punto sia inutile
poichè se per avvalorare la tua convinzione, inserisci tra un orario e l'altro cose non accertate, non può esserci proseguio di dialogo.

Qualche post fà mi hai risposto
ad un post in cui trascrivevo la deposizione di Concetta del Settembre 2010(che tra l'altro hai sostenuto fosse falsa, e per dimostrarti che ti sbagliavi ti ho inviato anche il link del documento):

"In realtà Sarah, SEPPURE mangiò il cordon bleu, lo mangiò appena tornata dalla spesa, verso le 13,00. Poi si ritirò in camera sua dove si preparò con calma, mettendosi il costume, da cui uscì solo per recuperare il telo da mare nello scantinato, dopo la ricezione del primo sms di Sabrina alle 14,25"

Puramente frutto della tua fantasia, niente di ciò che dici sopra è documentato.

Questo purtroppo è il tuo modo di contestare orari e dichiarazioni, propostati da altri, che non aiutano la tua ricostruzione.

Il 31 Agosto ho postato dalle 10,35 alle 10.45 le testimonianze delle persone che avevano riveduto gli orari con le motivazioni.

Solo Pino, che saluto con affetto, mi ha risposto.

Quindi hai ragione tu, è inutile dialogare ancora sul punto, hai ben chiarito la tua posizione.

Buona notte
Sira

Mimosa ha detto...

Scusa R.
quale "lettera indirizzata a Sabrina"?
Non ne so niente.
Io ricordo solo che lesse alla giornalista il suo "comunicato" prestampato.

Mimosa

Anonimo ha detto...

@Mimosa, chiedo scusa. Mi riferivo alla lettera della Spagnoletti (riguardante Sabrina) indirizzata a Francesca Pozzi (TG5).
Ciao, buonanotte :)
R

W ha detto...

A TUTTI
Poichè su questo caso è già stato detto TUTTO E MOLTO, restano solo rifritture stantie.
Perchè non si va a commentare il nuovo articolo di Massimo, altrettanto interessante, ma NUOVO?
W

Giacomo ha detto...

Sira, mi dispiace che tu te la sia presa. Non avevo nessuna intenzione offensiva e liquidatoria nei tuoi confronti.
Solo la presa d'atto che le nostre posizioni sono talmente lontane che è difficile, se non impossibile, trovare un punto d'incontro e quindi che tutto si trasformerebbe in un lungo e faticoso, quanto sterile, ping pong.
Ma per dimostrarti la mia stima per il tuo modo educato di porti (a parte la storia della pura fantasia, ma quella te la perdono), cercherò di rispondere alle tue obiezioni del 31 agosto us.
Premetto che alle tue obiezioni è stato risposto abbondantemente, oltre che da me, anche da Vito, da Chiaretta e da altri amici del blog.
Premetto ancora che tu parti dal presupposto che la procura abbia agito con la mente perfettamente sgombra, senza nessun pregiudizio negativo verso Sabrina prima e Cosima poi e, prima ancora, senza nessun pregiudizio positivo verso Misseri, che ha addirittura scarcerato, archiviandone la posizione per quanto riguarda l'omicidio.
Ebbene, io parto dal presupposto esattamente opposto. La procura, quando ha deciso di muoversi (perché per i primi giorni rimase assolutamente inerte, tant'è vero che la madre dovette scrivere al Presidente della Repubblica), è partita dalla "folgorante", e per ciò stesso accecante, intuizione della colpevolezza di Sabrina (Sarah si vende per due coccole!) e l'ha tenuta ferma nel tempo, malgrado ogni evidenza contraria. La prima evidenza contraria fu la confessione autoaccusatoria del Misseri del 6 ottobre, del tutto inattesa. Dopo uno choc durato una settimana, la procura riordinò le fila e cominciò quell'opera di "persuasione" che non ha più smesso di esercitare. Michele, che ci dici di Sabrina? Su, Michele, sei una brava persona, sei un martire, ti stai accusando per proteggere tua figlia, noi sappiamo che è stata lei, ma tu ci devi aiutare, ti devi liberare completamente; guarda, ti facciamo addirittura sedere al nostro posto; vedi come siamo bravi, come siamo comprensivi? Il quindici ottobre Misseri chiama sulla scena Sabrina e tanto basta per sbatterla in galera e non farla più uscire. Soprattutto perché erano convinti che Sabrina, messa sotto pressione, avrebbe cantato come un canarino. Con loro somma sorpresa, Sabrina non cantò e questo li incattivì. Non si fecero passare per la mente nemmeno per un minuto secondo, che Sabrina non aveva niente da cantare. Allora questa è un osso duro, è una criminale incallita, ma l'ammorbidiremo noi: in galera! e poiché dopo due anni e mezzo Sabrina non si è affatto ammorbidita, arrivò finalmente per il pm IL MOMENTO PIU' BELLO, come lui stesso l'ha definito: quello della requisitoria, che gli consentì di tenere la scena mediatica per ben QUATTRO GIORNI! Si ricorda una requisitoria più lunga nella storia giudiziaria italiana? Fino al gran finale: la richiesta dell'ergastolo per Sabrina Misseri e la madre, richiesta avanzata con serenità, anche se con un pizzico d'amarezza. In realtà l'affanno del respiro indicava tutt'altro che serenità.

Mi accorgo che mi sono dilungato, per cui in un prossimo post risponderò punto per punto sul motivo per cui ritengo inattendibili le varie testimonianze intervenute a distanza di mesi. Di queste alcune sono INCOMPATIBILI fra di loro e si escludono a vicenda.

Buon giorno a tutti.

Giacomo

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Signor W,

ho già detto che Massimo Prati non desidera mescolare i due casi, quindi i commenti al caso della brasiliana e questi sul caso Scazzi devono opportunamente essere separati.

Una piccola curiosità sorta leggendo questa storia dei costumi già indossati: ma in quella località marina non c'erano spogliatoi gratuiti ? E dopo il bagno tornavano col costume umido addosso ?

Manlio Tummolo ha detto...

Il Caso Scazzi, quello di Yara e quello puù recenti di Lodi per la presunta prostituta romena diciottenne, seviziata, e poi vilipesa nel cadavere, hanno delle strane affinità. Col caso di Yara il rapporto immediato appare più di vicinanza geografica: Lodi e Bergamo non sono lontanissime. Ma ciò che colpisce ancora di più è che quanto viene fatto dire a Michele Misseri nella prima "confessione" (che confessione non è), assomiglia stranamente alla mostruosa tecnica della violenza perpetrata contro la giovane donna romena. Il collo le viene stretto sempre di più fino alla morte, poi viene vilipesa sessualmente dopo la morte. La differenza, notevole, invece sta nel fatto dell'occultamento, praticamente perfetto nel caso Scazzi, assai primitivo nel caso della donna romena, mentre si avvicina a quello di Yara (abbandonate ambedue in un campo).

Naturalmente su queste analogie e differenze si sorvola, come al solito, ma non ha importanza, tanto presto o tardi si capirà che l'assassino o gli assassini di Sarah Scazzi furono dei farabutti viziosi, assassini, appartenenti ad una qualche robusta organizzazione criminale, che evidentemente non si vuole colpire.

carla ha detto...

X W , se ci tieni tanto, perché non vai tu a commentare nel articolo nuovo, nessuno te lo impedisce, gli altri stabiliranno da se dove devono andare a commentare....
io personalmente sostengo di non fare il silenzio o calare il sipario ed entrare alla indifferenza, visto che c'è un problema grave in corso.....e non solo, il caso scazzi è tutt'altro che risolto ..... e Sarah è stata ripagata con altre ingiustizie ed attende ancora la sua di giustizia,
cioè chi è veramente l'assassino che paghi, solo allora si può dire la giustizia è stata fatta.....lei Sarah , non sa che farci delle nostre opinioni, se non per tenerla viva con noi fino alla soluzione del caso ,solo allora potrà vivere in pace......
a noi ci rimane solo di un caso coinvolte 2 innocenti giudicati ingiustamente senza una vera motivazione soprattutto non provata , per cui, sarà pure legalizzata , vittime della giustizia che non è una cosa indifferente da sottovalutare ...forse noi con nostri pensieri non riusciremo a risolvere il problema di queste 2 sciagurate, ma vale sicuramente per ognuno di noi che la storia può ripetersi.....
almeno una volta si diceva :- meglio un colpevole fuori che un innocente dentro .....e vagliare ogni ragionevole dubbio , prima di mettere in galera una persona.....
è sbagliato il pensare :- intanto succede ad altri ...- almeno se si riflettesse un attimo che a quello che succede ad altri ci possiamo trovare pure noi ......

il Male si sconfigge solo con la conoscenza.......
domandatevi da dove viene " l' inflizione" ?.....non di sicuro da un cuore puro, oltre che acceca l'uso della ragione......

Anonimo ha detto...

@ Carla

per caso fai parte di congregazioni o di altri movimenti religiosi cristiani ?

Sira Fonzi ha detto...

@Giacomo

Ok Giacomo, se ho capito male sono contenta, ma sono comunque convinta anch'io che continuare a dialogare sarebbe sterile, poiché ho capito la tua posizione.

Quello che mi duole è non esser riuscita a spiegare la mia, poiché ogni idea che non dia per certa l'innocenza delle Misseri e la colpevolezza di Michele,da alcuni commentatori non viene valutata con la mente sgombra da pregiudizi e viene vista come un attacco personale alle proprie idee o addirittura si viene additate come persone senza cuore.

Quindi ti posto l'ultima risposta che ti dovevo sulla confessione di Misseri, riguardo le molestie, e ti saluto con un arrivederci su altri argomenti, che non vedano la piccola Sarah oggetto della discussione-

Dall'Istanza di Riesame 11/11/2010

"Il Misseri non riusciva comunque ad esplicare chiaramente il movente del delitto della nipote parlando, in modo generico, di un impulso incoercibile che aveva condizionato il suo comportamento e lo aveva portato allo strangolamento; escludeva che l’atto fosse conseguito ad un tentativo di violenza sessuale poi trasmodato nell’omicidio.
Al Misseri veniva quindi applicata la misura cautelare della custodia in carcere con ordinanza dell’8.10.2010. Durante l’interrogatorio reso nel corso dell’udienza di convalida del fermo, egli chiariva meglio il movente sessuale affermando che, pochi giorni prima che la nipote si recasse con suo padre a San Pancrazio Salentino (certamente dal 23 al pomeriggio del 25.8.2010), l’aveva molestata toccandole con insistenza il sedere ed ottenendo una reazione della Scazzi che gli aveva detto «certe cose non si fanno». Il 26.8.2010 l’aveva toccata sul pube: la replica negativa della ragazza aveva scatenato l’ira omicida."

Ora Giacomo, a chi dovrei credere: ai giornalai, che avendo udito l'interrogatorio, dove MM parlava degli abiti succinti, delle tette ingrossate e del vilipendio, hanno aggiunto le molestie o ad un atto(e non è il solo) redatto da un giudice?

Che poi l'abbia ammesso subito o 2 gg dopo, alla fine della fiera ha relativamente importanza, in quanto io sono dell'opinione che sia stato "imboccato" dagli inquirenti i quali trovandosi di fronte un uomo di 57 anni che afferma di aver ucciso una ragazza di 15 senza motivazione, l'unica cosa che pensano è che nasconda un movente sessuale.
Allora ecco le pressioni per farglielo connfessare, che tu sai bene sono tipiche degli inquirenti tarantini.


Sira

Una buona giornata
Sira

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