venerdì 20 maggio 2011

Yara Gambirasio. Un'altra testimone ha visto due uomini la sera del sequestro. Ed allora non è ora di cambiare rotta?

E' quasi certo sia stato un sequestro preparato quello della piccola Gambirasio. Se è vero che Enrico Tironi è stato tartassato e costretto a ritrattare la testimonianza su quanto aveva visto, due uomini che parlavano con Yara Gambirasio ed un'auto rossa, ora si è saputo che a gennaio una donna che abita a pochi metri dalla palestra ha visto le stesse cose. Mentre svoltava per uscire in strada ha notato due uomini che parlavano fra di loro fermi fra la via Morlotti e la via Rampinelli. Detta così non è che confermi il racconto del Tironi, ma se ci aggiungiamo che ogni uomo era con la propria auto e che una di queste era, con altissime probabilità, rossa, troviamo la quadratura del cerchio e la conferma che il vicino di casa della ragazzina non è un mitomane. E se un indizio non fa una prova molte conferme sullo stesso punto superano l'esame dando al quadro la dimensione più giusta. Quindi due uomini, mai presentatisi in questura a dire eravamo noi e non c'entriamo nulla col sequestro, c'erano già dalle sei di sera e la testimonianza della donna avvalora in maniera esponenziale quanto riferito da altri.

Sia la signora Abeni, sia il Tironi che il Toracco, sono stati concordi nel dire che due persone sconosciute erano in via Rampinelli poco prima del sequestro. E se come dice l'ultima testimone erano arrivate in auto sulle diciotto tutto collima e tutto fa pensare che siano state proprio loro a caricare Yara in qualche mezzo ed a portarsela via. Perciò ritorna a fagiolo la ricostruzione testimoniale fatta da me nell'articolo del 14 Gennaio, guarda caso proprio nel periodo in cui la donna si è presentata agli inquirenti esponendo quanto aveva visto, in cui tutto si incastrava alla perfezione. In quei giorni si era a pochi passi dal silenzio stampa e tutti eravamo convinti fosse viva. Ora, col senno di poi, ci rendiamo conto che fu un errore madornale non coinvolgere i giornalisti e non dar loro le informazioni giuste affinché, pur se nella morbosità mediatica, potessero continuare a scavare e cercare come già inizialmente fatto di Chi l'Ha Visto che era arrivato ad un gruppo di sbandati di Zigonia e ad un personaggio molto irascibile che girava con un'auto rossa.

E, dato che il tempo trascorso ha avvantaggiato in modo notevole chi ha commesso l'omicidio, al momento attuale, anche ci fossero sospetti su qualcuno, in assenza di testimonianze forti sarebbe comunque difficile riuscire a condannarlo. Se è vero che ad Ascoli si parla di un rompicapo quando ci si riferisce all'omicidio di Melania Rea, ed il cadavere della donna è stato rinvenuto due giorni dopo, c'è da constatare che a Bergamo si è ben oltre il rompicapo dato che a tutt'oggi, a quasi sei mesi dal rapimento ed a quasi tre dal ritrovamento del corpo, non c'è una vera pista investigativa e si spera nelle risposte che la dottoressa Cattaneo, gli analisti del Ris ed i tecnici del Ros, potranno portare alla procura. E' chiaro che la speranza è sempre l'ultima a morire ma e altrettanto chiaro che non si vive di speranze.

Fra qualche giorno si saprà se il patologo chiederà un prolungamento dei termini ma, dato che siamo arrivati all'ultima settimana, non pare questa la sua intenzione e quindi a fine mese, al massimo ad inizio giugno, verrà celebrato il funerale della piccola Gambirasio. Un funerale che consentirà alla famiglia di poter rifiatare e di avere un luogo dove andare a  pregare cercando di metabolizzare al meglio la perdita atroce della figlia. E dopo? Cosa accadrà una volta che i risultati saranno sul tavolo del Pm Letizia Ruggeri? Probabilmente nulla, probabilmente occorrerà ricominciare tutto daccapo ed addentrarsi in quelle piste solo sfiorate. Questo perché si è puntato troppo sul conoscente, sul vicino, sull'abitante di Brembate. Lo stesso errore, a parer mio, che si sta facendo ad Ascoli.

E' come giocare alla roulette e puntare il 90% dei propri averi su un solo numero perché il calcolo delle probabilità lo indicano favorito. E se si perde, se non esce quanto si sperava uscisse? In tal caso ci si ritrova con poco in mano, con cui cercare di rifarsi, e si rischia di perdere tutto e di dover uscire dal Casinò con le sole, famose, mutande. Che io non sia ottimista lo si è capito. Mi resta la speranza di un colpo di genio, di una intuizione da parte di chi indaga, di una soffiata giusta proveniente dagli ambienti giusti. Perché non è detto che questo non possa avvenire. Le persone per vari motivi cambiano ed anche un solo litigio può far vedere diversamente l'operato di chi nel tempo si è assecondato. Questo in certi ambienti a carattere malavitoso capita sovente e modifica le gerarchie che parevano consolidate, per cui può accadere anche che chi oggi si sente protetto domani si trovi scoperto.

Per il momento il corpo di Yara è ancora in una cella frigorifera, per il momento le analisi sui tabulati non hanno dato i risultati sperati, per il momento il confronto dei dna è risultato infruttuoso, per il momento la commozione generatasi mesi fa sta scemando ed i quotidiani nazionali, non quelli locali, hanno abbandonato la piccola, per il momento quindi tutto è statico e non ci sono né indagati né sospettati. E visto il momento non fortunato, io credo, la cosa migliore da fare sarebbe far continuare ai tecnici il loro lavoro, in attesa di risposte certe, e decidere di cambiare radicalmente rotta portandosi in una zona di mare diversa. Una zona di mare già sfiorata varie volte ma mai perlustrata a fondo. 

Chi ha in mano il timone della nave bergamasca, per come la vedo io, dovrebbe iniziare a virare. 




4 commenti:

nico ha detto...

Ricordo quando prima che Yara fosse trovata in quel maledetto campo, il cronista di Chi l'ha visto intervistava abitanti di Brembate, e anche di paesi vicini. Persone che stavano spesso al bar, molti forse pensionati altri magari senza un vero lavoro, e i bar di paese sono spesso osservatori privilegiati. C'é tanto tempo, ci si guarda in giro, nel tempo si imparano a conoscere i ''giri'', quelli buoni e quelli piu' discutibili. Ricordo quindi le indicazioni che erano uscite, possibile pista che pero' credo non sia mai stata seguita in modo esauriente. Poi mi chiedo anche: perché Tironi avrebbe dovuto inventarsi una testimonianza tanto circostanziata? Un mitomane? Lui sì e gli altri testimoni che hanno visto piu' o meno lo stesso scenario no? Tironi conosceva Yara da sempre, e quando ha detto di averla vista era assolutamente certo che fosse lei. Poi ha cambiato idea, poi non era piu' sicuro? Non é strano, l'hanno messo sotto uno schiacciasassi, hanno distrutto la sua credibilita' e probabilmente é stato adeguatamente maltrattato da qualche inquirente troppo spiccio. Dopo le deposizioni era un'altra persona, aveva l'aria terrorizzata, chissa' se si é ripreso del tutto o se viene ancora schivato e indicato come mezzo matto. Io lo guardavo con sospetto, mi faceva sentire a disagio, mi dispiace a pensarci ora. Credo che Tironi abbia assistito ai momenti immediatamente precedenti il sequestro di Yara, credo che Toracco abbia visto mentre rapivano Yara, senza capirlo. Ci ho pensato molto, in un primo tempo mi chiedevo se la sue dichiarazioni non fossero frutto di suggestione, a probabilmente avevi ragione tu Massimo, ed era vero il contrario. Toracco ha visto Yara e i suoi rapitori, ha sentito l'alterco, ma era troppo fuori contesto, era una cosa troppo inimmaginabile per capirla subito com'era. L'auto rossa, penso all'auto rossa. Ai dettagli che aveva dato il Tironi (forse un fanalino rotto, mi sembra di ricordare un'ammaccatura). Fossi io a dirigere le indagini mi prenderei il rischio di mollare i vari padri di amiche di Yara, i vari vicini di casa, le allenatrici e tutto il resto. Tornerei nei bar, convocherei (con delicatezza) tutti quelli che parlavano del gruppo di balordi e ''di quello molto pericoloso'', continuerei a cercare tracce dell'auto rossa senza fanalino. Perché qualcuno l'ha certo vista, prima del rapimento di Yara, qualcuno certo sa a chi appartiene, qualcuno avra' notato come ha notato Enrico Tironi. Ma ha paura, ne avrei anche io se pensassi di incontrare gli stessi inquirenti che ha incontrato Tironi. E sono convinta, Massimo, anche perché altre due ragazzine sono scampate al sequestro non lontano da lì, questi predatori sono radicati sul territorio. Io credo che se anche i rapitori di Yara lì nei dintorni non ci sono piu', c'é qualcuno che sa chi sono.

Unknown ha detto...

C'è qualcuno che sa e prima o poi parlerà. Perché fra certa gente non vige l'amicizia, l'invidia la fa da padrona e l'alterco è sempre dietro l'angolo. Ma quando parlerà? Con chi? Il problema è che sono cambiati i tempi ed il modo di rapportarsi fra Polizia e cittadino. Prima indagavano quelli che vivevano sulla strada, quelli che conoscevano bene i canali giusti, le persone giuste, ora indagano i procuratori e sono loro a decidere cosa fare e dove andare.

Purtroppo l'esperienza, i dieci o quindici anni passati fra i delinquenti, solo quelli dell'antidroga e dell'antitaccheggio vivono ancora una situazione simile, non esistono più e la polizia criminale passa più tempo in questura, a far domande negli interrogatori (impostate da un computer) ed a riempire moduli e verbali, che in strada.
E gli anni di servizio che creano esperienza, purtroppo, vanno persi. Ciao nico, Massimo

Anonimo ha detto...

Con grande dispiacere noto che non la Procura di bergamo sei molto più morbido rispetto a quella di taranto e non capisco il perchè. Se gli inquirenti non avessero trovato sarah sarebbe stato comprensibile visto che è stata soppressa e non semplicemente occultata.. a brembate c'è stato un dispiegamento di forze incredibile ma nno si sono accorti che era poco distante da casa e per di più nel posto dove è stato allestito il centro operativo della protezione civile. Mi scrivi che le testimonianze di tironi e compagnia bella sono indizi che possono portare a una prova (tra l'altro la testimonianza di tironi è tutta da verificare)ma gli innumerevoli e consistenti indizi raccolti sull'omicidio di sarah li cataloghi sarcasticamente nei dieci motivi dell'altro articolo che hai postato.Il procuratore aggiunto meroni ha tenuto una conferenza stampa incommentabile intercalata da tanti NON LO SO.. scrivete che il dialetto pugliese è stato tradotto male e fikri è stato arrestato su una nave (peraltro senza sequestrargli l'auto che è rimasta a bordo)per una traduzione errata.. almeno a tranto i presunti colpebvoli stanno dove devono stare.. ma l'assassino di yara lo troveranno mai?ti ricordo che il pm se ne è andata anche in ferie... devo pensare che simpatizzi di più per le procure del nord italia.. alla faccia dell'obiettività

Unknown ha detto...

MI spiace tu non ti sia firmato e spero di trovare una tua risposta col nome.

Fra Taranto e Bergamo la differenza è solo una, le persone in carcere.

Da quando ho iniziato a scrivere articoli, sono tanti lo so ma qualcuno in più dovresti leggerlo, ho impostato il blog sulla mia personalità, quindi non scrivo notizie riportate da altri ma notizie infarcite da mie considerazioni, miei pensieri.

Se a Bergamo arrestassero qualcuno in modo ingiusto, e non a mio parere ma a parere del garantismo della legge italiana, li criticherei come, se avessi letto di più sul blog lo sapresti, ho criticato aspramente le indagini ed il silenzio stampa voluto dalla procura. Ho criticato pure la madre di Yara per il suo silenzio, pensa te!

Il tuo commento dimostra che non mi hai mai seguito e che mi giudichi in base a parti di me, la stessa maniera che usa la procura di Taranto che non guarda il totale ma solo quanto le fa comodo.

Io non voglio che Sabrina Misseri, ed ora anche sua madre, non vengano giudicate da un tribunale, per carità non l'ho mai scritto, io voglio solo che si rispettino le regole e si vada in galera, loro ma anche io o te caso mai dovessimo trovarci in una simile situazione, solo se ci sono prove e non solo indizi. Cosa cambia l'aspettare il processo ai domiciliari o in carcere? La differenza è solo nel costo che in un caso è familiare e nell'altro ricade sulla collettività, quindi anche su di noi.

Inoltre non ho scritto che il dialetto pugliese è stato tradotto male, anche se mi hanno confermato alcuni di Avetrana che l'inizio andrebbe interpretato in maniera leggermente diversa, io ho scritto che nei secondi trascorsi fra una frase e l'altra il pensiero continua a ragionare ed il senso della frase, mancando queste parti, può cambiare. Io ho scritto che in tutte le intercettazioni il Misseri parla al maschile e al femminile, mentre in quella parla solo al maschile e il giudice vorrebbe si riferisse alle donne di casa.

Comunque non hai l'obbligo di pensarla a modo mio, ma prima di giudicarmi avresti almeno il dovere di informarti meglio su di me e renderti conto se davvero uso due pesi e due misure, vai a cercare l'articolo su Meroni e sul prete di Brembate, leggilo e vedi come li ho trattati. Ma puoi anche andare a leggere gli articoli sulle gemelline per renderti conto di come critico chi fa male, o chi non fa, il proprio mestiere.
Aspetto un altro tuo commento dopo qualche lettura in più. Ciao, Massimo