giovedì 28 aprile 2011

Livia ed Alessia. Possibile che al 28 Aprile ancora non si sappia se Matthias Schepp avesse dei complici?

Ora si è capito che l'acuto musicato col trombone dal procuratore di Losanna, Pascal Gilliéron, era un canto di cigno che probabilmente cercava di chiudere il cerchio e far tacere i tanti che si lamentavano del suo operato. E se Livia ed Alessia fossero state sepolte a Morges il suo intento sarebbe giunto a compimento tredici giorni fa. Ma a Morges le gemelline non c'erano e ci si aspettava, io perlomeno me lo aspettavo, dopo l'imponente battuta una sorta di indagine, anche piccola piccola, che cercasse di appurare, se mai si potesse fare, dove le piccole siano finite. Questo perché se non sono morte, e dato che non c'è traccia dei loro corpi è molto probabile non lo siano, sono, di logica conseguenza, vive. Ma ad oggi non risulta nulla del genere, come non risulta siano iniziate indagini per appurare eventuali complicità nel duplice sequestro. Ad oggi i polmoni gonfi che due settimane fa soffiavano nel trombone per far sapere ai quattro venti che si stava facendo di tutto, dopo che per due mesi e mezzo s'era fatto di niente, si sono ridotti ad essere piccole camere d'aria non adatte neppure a gonfiare le ruote dei tricicli. Per dirla tutta il trombone mediatico che soffiando la sua aria baldanzosa faceva intendere al mondo quanto si stesse facendo nel cantone vodese ora è stato riposto nuovamente in soffitta fra le scartoffie dei casi mai risolti.

Perché anche in Svizzera, come in Italia ed in Francia, quando qualcuno sparisce, a meno di un effetto mediatico imponente che sollevi un tornado di voci, per chi indaga sparisce e basta. Come non capirli poveri esseri senza appigli. Certo è che sarebbe diverso se ad essere sequestrato fosse il figlio di un capo di Stato o di un miliardario, in questo caso qualche appiglio le forze dell'ordine, i procuratori, lo troverebbero e non farebbero caso a quanto potrebbe venire a costare una indagine a tutto campo. Fossero i figli di Sarkosy, di Napolitano, di Rey, ad essere scomparsi, il mondo si restringerebbe ed i bimbi si ingrandirebbero. Ma quando ad essere rapito è il figlio di uno di noi, esseri umani che ci fidiamo e crediamo i nostri piccoli al sicuro grazie proprio alle istituzioni preposte a renderci serena la vita, tutto si fa più complicato ed il mondo diventa troppo grande ed i bimbi troppo piccoli, ogni giorno che passa sempre più piccoli. E d'altronde se capitano casi del genere, dicono i poliziotti, o si hanno riscontri immediati o si è destinati all'oblio perché non si sa né se il bimbo sparito sia vivo né se sia morto.

Quindi quando una persona scompare si tende a considerarla morta? Di solito non è così, di solito prima di chiudere la porta alla speranza si indaga senza considerare a priori se qualche domanda in più possa interferire sulla privacy di qualcuno. Ma probabilmente nel cantone vodese il modo di agire è autonomo e particolare. Probabilmente a Losanna il procuratore ha stabilito una Legge diversa e se qualcuno viene portato via dal territorio elvetico di sua competenza, sia venga rapito da un padre o caricato sulle spalle da un gorilla, sia una persona anziana o un neonato, è possibile abbia dato disposizioni per applicare le cosiddette indagini ad ics. Nel senso che i cantonali hanno l'obbligo di tracciare una croce sulla foto dello scomparso prima di metterla sopra le altre foto già crociate negli anni precedenti. Anche nelle altre nazioni, anche in Italia, si usa questa tecnica, ma non nell'immediatezza e non senza prima aver controllato attentamente almeno i familiari del sequestratore. Oddio, le tecniche cambiano da Stato a Stato ed ognuno le applica basandosi sul vissuto sociale della zona in cui vive. Quindi è facile, non lo si può dire ma vi sono alte probabilità sia così, che nella confederazione elvetica si preferisca mantenere il silenzio in modo che eventuali poliziotti cantonali, chiaramente qualificati, possano allungare le orecchie per captare, caso mai ve ne fossero, le esili richieste di aiuto provenienti dalle vallate.

E, forse, può capitare anche che se ai parenti, per qualche inconcepibile motivo scontenti del nulla governativo che ha insediato tali forze dell'ordine in quella zona, viene di alzare la voce, si mandi qualcuno in soffitta a prendere il trombone e gli si facciano suonare quattro note, udibili da tutta la popolazione, in modo da far tacere anche l'ultimo insurrezionalista con la melodia: "Faremo più del possibile". Fatto questo, in rapida successione, si potrebbero chiamare a raccolta un tot di persone e farle scrutare un angolo di territorio, a caso perché l'importanza del luogo è relativa, per poi chiudere le indagini e, dopo un'ultima trombonata, dichiarare che il caso è chiuso perché di più non si poteva fare. Poi, immediatamente dopo, chiamare in causa i gendarmi francesi per far capire a tutti che sono loro a non far nulla.

E se non vado errato è quello che si è fatto nella realtà delle cose in terra elvetica. L'unica diversità sta nel fatto che ancora nessuno ha dichiarato chiuse le indagini, anche se già la bara dove seppellirle è pronta nell'ufficio del procuratore ed il numero del becchino è scritto in evidenza sulla sua agenda. E se è vero che in Francia poco o nulla si sta facendo, hanno i clandestini a cui pensare (poveri inquirenti francesi) e non li si può biasimare, specialmente a Montelimar dove ancora nessuno ha cercato realmente di sapere dove e con chi fosse Matthias Schepp la notte del 30 di Gennaio, è anche vero che i parenti più prossimi del padre di Livia ed Alessia abitano in Svizzera. Ed è anche vero che nessuno ha ancora chiesto loro le cose più elementari, ad esempio se sanno qualcosa delle nipoti. Ma si sa che la terra elvetica è un'oasi di privacy, si sa che le foglie delle palme svizzere sono più lunghe del normale e proteggono la riservatezza di ogni cittadino. Ed abbiamo capito che nemmeno un duplice sequestro può smuovere le istituzioni e far partire un agente verso la casa materna del probabile, ma chissà se vero, omicida.

Ho inserito le parole probabile e chissà se vero perché in realtà lo Schepp non ha mai scritto di aver ucciso le figlie, questa frase è una divagazione usata dai giornalisti che inserendola nel titolo si sono accaparrati più lettori, ma ha scritto che non hanno sofferto, ed a mandarle a vivere coi parenti buoni, per fare una supposizione non per altro, non le si fa soffrire. Non ha detto di averle uccise ma ha scritto che riposavano in pace, e quale terra più quieta di quella canadese, sempre per supporre e non per altro, dove vivono parenti paterni si adatta meglio al riposo pacifico? Per cui, in mancanza di corpi morti ed in presenza di un sequestro certo, perché il Pascal Gilliéron non inizia una indagine sul rapimento anziché adagiarsi su una convinzione personale basata sul niente perché prove che Livia ed Alessia siano morte non ve sono?

Siamo certi che i suoi operatori qualificati abbiano un buon udito?


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