domenica 30 gennaio 2011

Yara Gambirasio. A Brembate non c'è omertà, chi sapeva ha parlato.

Mentre il silenzio riempie gli schermi italiani, completamente privi di notizie su Yara Gambirasio, l'opinione pubblica si chiede se l'omertà che da più parti è ascritta a Brembate Sopra abbia influenzato in maniera negativa le indagini. Di certo, fosse vero che gli abitanti della cittadina lombarda non hanno aiutato gli inquirenti, non si riuscirebbe a seguire un filo logico e coerente, ma in realtà i concittadini di Yara non sono stati e non sono omertosi. Chi sapeva qualcosa lo ha detto, chi poteva aiutare ha aiutato, quindi non è colpa loro se la ragazza ancora non si trova.

Il problema sta sempre alla radice, in chi deve interpretare le parole e capirle nella giusta maniera. In questura ad ogni interrogatorio aleggiava il sospetto come se non si trovassero di fronte ad una persona informata sui fatti, che spontaneamente rilasciava delle dichiarazioni, ma a una sorta di Michele Misseri del nord. Enrico Tironi, ad esempio, una volta risucchiato nel vortice investigativo è stato interrogato per cinque volte (per ore ed ore) poi  infamato pubblicamente. E' stato bistrattato ed etichettato  bugiardo prima di essere consegnato al popolo quale mitomane depistatore. Anch'io in un articolo di qualche settimana fa sono caduto nella trappola investigativa tesa a sviare i giornalisti e chi freme per Yara. In effetti il ragazzo non è assolutamente un mitomane, al contrario è una persona di buon cuore che col suo gesto, ricordiamo che fu il primo a parlare, aveva cominciato a trascinare anche altri verso la collaborazione con le forze dell'ordine.

Chi lo conosce non ha dubbi o incertezze ed ama la sua timidezza e la sua spontaneità, quel modo schivo di comportarsi e rapportarsi agli estranei che gli inquirenti hanno scambiato per contraddizioni e falsi ricordi. Ma ora, dopo essere venuti a conoscenza del suo modo di essere, occorre elogiarlo per quanto è riuscito a fare e, soprattutto, a sopportare. Non è stato lui ha creare false piste o aspettative ma chi crede che gli italiani stiano tutti con la bocca aperta pronti ad attaccarsi all'amo. A Brembate hanno fatto più di quanto potessero fare, alla questura di Bergamo meno di quanto avrebbero potuto fare. Non c'è silenzio che tenga, non ci sono parole a giustificare le azioni e ed i depistaggi in cui ci hanno portato. 

Non è la zona che è omertosa ma le istituzioni che per trovare consensi hanno fatto dire ad un capo della Polizia in visita ufficiale, qual'è Manganelli, che ci si stava infilando nella pista giusta e che occorreva coltivare la speranza. Il dottore ha seguito il suo questore che non è entrato in una pista ma in un sentiero sterrato, quei sentieri che da 65 giorni battono palmo a palmo gli eroici volontari ed i carabinieri che a giorni torneranno definitivamente a casa loro col magone in gola per non essere riusciti a trovare Yara o qualcosa di lei.

Lasciamoli in pace i cittadini di Brembate. Più di loro sono omertosi quei giornalisti che invece di protestare e sollecitare appoggiano la linea dittatoriale della questura e non spingono coi loro articoli chi ha in mano le indagini verso direzioni più consoni. Non è poi così difficile dire che non si accetta più il silenzio imposto, perché contro ogni legge istituzionale e di informazione, e si preferisce tornare a portare i microfoni sotto il viso degli inquirenti in modo da sollecitarli e cercare di non farli adagiare sullo stesso silenzio da loro creato. O anche in questura chi ha telecamere e microfoni viene multato?

Anche chi scrive in internet deve fare autocritica. Per prima cosa occorre informarsi e non divulgare notizie fasulle che possono creare pregiudizi, come quella che vuole Yara sequestrata della n'drangheta ed il padre ex dipendente della Lopav Pami, per seconda occorre si usi meno il sedere e più il cuore. Non è un obbligo ridere di una ragazzina scomparsa e neppure creare pagine in cui si scherza a cuor leggero coi sentimenti della gente e della famiglia.

Per finire riparlo del cantiere di Mapello perché pare ci si sia tutti rassegnati a non vederlo di nuovo controllato in lungo e in largo. E' vergognoso ci siano dottori in giacca e cravatta che decidono di non fare le verifiche più logiche. E' vergognoso che non si dia ascolto a decine e decine di lettere che, pur se anonime forse a causa di una paura latente (e questo aumenta il merito delle persone che si sono presentate a testimoniare su quanto avevano visto), indirizzano tutte nello stesso luogo.

Siamo certi che Yara non ci sia? Va bene, può anche essere, ma un nuovo controllo che male può fare? Infastidisce le tasche di chi ha investito denaro nella costruzione del nuovo centro commerciale? C'è qualcuno che spinge affinché nessuno più vi entri? Se chi ha in mano le indagini fosse un uomo di polso potrebbe anche dire, basterebbe un'unica volta, e chi se ne frega! Probabilmente, al contrario e per motivi a noi sconosciuti, gliene frega. Dite di no? 



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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie! Grazie di cuore per questo articolo in sostegno di noi Brembatesi.
Grazie perchè non fai spegnere l'attenzione su Yara e vorrei tanto leggere queste parole sui quotidiani di Bergamo,cartacei e on line ma nessuno ha il coraggio di andare contro i poteri forti andare contro a chi mette il bavaglio, sì le notizie più eclatanti quando ci sono le scrivono ma io vorrei vedere un grido di protesta come questo, vorrei che ci fosse perchè è nel cuore di tutti noi che vogliamo ritrovare questa povera ragazzina, che troviamo ingiustificabile il fatto che il cantiere non venga ricontrollato, che troviamo orribile veder anteporre gli interessi economici al fermo cantiere per verifiche .. io spero davvero che si dia voce a chi non ha voce perchè rapita e.. chissà dov'è .. spero che i genitori si rendano conto di tutto ciò e facciano un dietro front sul silenzio stampa.
Grazie ancora, una Brembatese

Unknown ha detto...

Non è facile mettersi contro certi poteri, ma credo che se dovesse perdurare questo silenzio vuoto e inutile presto ci sarà che si sveglierà, credo... ciao e grazie a te, Massimo

Anonimo ha detto...

Anonimo...

Massimo, posso solo farti tanti complimenti per il tuo blog.

"A Brembate non c'è omertà chi sapeva a parlato" questo è vero.
Credo che i Brembatesi, ed altri, abbiano l'impressione che sia chi ha ascoltato che non abbia voluto ascoltare!

Silenzio stampa o no non risolverebbe comunque il problema di Yara, ci vuole ben altro...

Unknown ha detto...

Ti ringrazio tanto.
Anch'io ho la convinzione quasi intera che chi doveva ascoltare non ha ascoltato... ancora non so se volutamente o per altri motivi. Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

I motivi ci sono sicuramente, e sono veramente validi per celare cio' che nessuno deve sapere. Ricordati che "I potenti" non si sono mai mossi senza motivo, un po' come la regina negli scacchi.

Solo la domenica ho tempo per riflettere, e quando esco dalla chiesa di Brembate di Sopra lascio alle spalle troppi dubbi....