Come da me scritto in tempi non sospetti su diversi giornali internet e nell'articolo "14 Dicembre 2010 il giorno dei Patrizi o dell'Imperatore?", il politic market ha riaperto allungando gli orari e non chiuderà neppure alla vigilia del voto; questo per consentire a chiunque possa permetterselo di comprare fino all'istante prima della votazione decisiva.
C'è chi, come una obsoleta educanda collegiale anteguerra, è rimasto scandalizzato da questa compravendita e s'è presentato di fronte alle forze dell'ordine chiedendone l'intervento, dimenticando costui, da vecchio magistrato e conoscitore del codice penale, che acquistare un libero pensiero, se non ci sono carte con cifre a garanzia del fatto certo, non porta l'acquirente in tribunale. Se così fosse dovremmo indagare D'Alema e Prodi che 11 anni fa ne acquistarono oltre 30 per poter mandare i nostri soldati a morire in Serbia e in Kosovo, o anche Fini che recentemente al PDL ne ha sottratti più di 40... ed in questo caso vi era un foglio firmato ad inizio mandato, dallo stesso e dagli altri, foglio che li impegnava a non farlo.
Lui, il Gianfri, voleva diventare un faro della politica ed invece s'è trovato ad essere un peschereccio alla deriva. La sua bassa statura nel "campo che da sempre pratica ma che mai ara" non gli ha dato il modo di capire in anticipo ciò che un bravo statista avrebbe dovuto capire, che era stato inserito nella sedia più scomoda della Camera per convenienza ed emarginazione. Quando s'è reso conto che l'immobolità gli aveva fatto perdere consensi ha provato ha rialzarsi con un ultimo colpo di coda. Ed ora ce lo ritroviamo nel doppio ruolo di inquisitore e moderatore. Un'altra cosa non ha capito, il fatto certo che lui agevolerà lo schieramento del Cavaliere in quanto, dato il ruolo presidenziale e (ah ah ah) superpartes, è obbligato a non votare.
Però questo colpo di coda non potrà restare un una tantum a sé stante, qualche ripercussione politica dovrà averla! Se il Cavallerizzo di Arcore perdesse la fiducia quasi certamente si andrà al voto, ma se non la perdesse? Se Mercoledì si trovasse il Fini nazionale nella veste del perdente occorre che qualcuno prenda una decisione e lo rinvii a giudizio togliendogli quello scranno che tanto gli pare scomodo. L'emarginazione della destra dovrà essere totale e portarlo ad iscriversi, ormai ne ha quasi diritto, al PD di Bersani. Lui, l'ex figlioccio di Almirante, l'uomo dalle vecchie ideologie fasciste, deve, per forza di cose, spostare il suo gruppo alla sinistra del Parlamento ed andare d'amore e d'accordo con quegli ex comunisti che abbracciavano le ideologie moscovite ed ora lo elogiano e lo lodano per il coraggio istituzionale dimostrato.
Ma il suo non è coraggio perché di coraggio non ne ha e lo ha dimostrato in troppe occasioni. Anziché tenere un partito unito, e dimostrarsi capace di gestirlo e comandarlo, per codardia lo ha diviso ed annientato. Prima ha trasformato l'emmeessei fiamma tricolore in Alleanza nazionale, poi lo ha fuso con la schiera parrocchiana del potente di turno vendendo i suoi elettori al miglior offerente presente sulla piazza. Non era un leader e mai lo sarà. Meglio che lui e gli altri, non solo quelli del suo entourage, vadano a svernare a Montecarlo e liberino l'Italia dalla sindrome delle dita incrociate che tanto spopola a Roma e che fa confondere e non capire quali siano le destre e quali le sinistre.
I carrocci presenti nei palazzi romani, tutti indistintamente, nel tempo ci stanno sempre più dimostrando che non solo non c'è più religione ma che anche la politica è scomparsa dagli scenari che le competevano. Ormai non sono neppure più uomini ma esseri esposti al banco del supermercato dove chiunque abbia i denari può acquistare sia i loro pensieri che i loro voti. Si fanno belli e lucenti non appena al loro cospetto si presentano i nuovi Satana pronti a comprarne l'anima in cambio della meteoritica gloria effimera e della granitica moneta corrente. Sono persone senza midollo, prive di fegato e di proprie idee, che hanno rubato i voti ai loro elettori senza dare in cambio nulla di quanto promesso. La destra, che ha seguito l'onda giudiziaria creata dal Primo Ministro, e la sinistra che non ha ancora dato risposte chiare su quanto vorrebbe e potrebbe fare se ne prendesse il posto.
L'interesse personale regna ancora, nei secoli sovrano, ed annienta anche il solo spirito patriottico che l'uomo dovrebbe portare dentro in memoria dei propri cari e della storia. Niente ha più senso, neppure il voto dell'elettore che già sa di non contare perché, senza che lo voglia, nel giro di qualche giorno si potrebbe trovare nello schieramento politico che non ha scelto. E questa è la peggiore beffa che potrebbe subire.
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