venerdì 7 marzo 2014

Politica italiana = furbizia e trasformismo. E per l'ennesima volta al popolo manipolato non resta che la speranza...




Articolo di Gilberto Migliorini

Una cosa appare strana in quello che sta accadendo nel bel paese. C’è una nave guidata da un gruppo di diportisti che rischia di mandare il natante sugli scogli (come all’isola del Giglio) e sembra che la gente sia contenta dell’equipaggio, si suona perfino l’orchestra con i timpani e gli ottoni… e la maggior parte dei commentatori è possibilista, perfino fiduciosa, entusiasta, euforica... Qualcosa di drammatico potrebbe accadere? Che la nave possa schiantarsi ed affondare? Prima ancora di una analisi di quanto sta maturando nella politica italiana, si avverte come un’inquietudine, una strana sensazione di pericolo. Non è che scuffiamo? Si teme che questa volta il genio italico, la nostra capacità di improvvisare anche nei frangenti più perniciosi, potrebbe non bastare a evitare un disastroso naufragio. Quali le impressioni sensoriali e quali i fatti che ne rappresentano lo svolgersi nella realtà sociale e politica di questo periodo?

I segnali che si colgono tra la gente, sia pure attraverso l’occhio deformante dei mass media, sono quelli di una rassegnazione che si maschera di ottimismo da ultima spiaggia. Non già la fiducia nutrita da un sogno e da una visione, sulla base di istanze affettive e progettuali, è semplicemente l’attesa di un miracolo, un po’ come giocare una schedina al superenalotto e sperare che escano i numeri della fortuna. Si dà la fiducia al nuovo esecutivo come chiudendo tutti i canali sensoriali e incrociando le dita. Non si tratta di ottimismo, è un fatalismo rassegnato, una scommessa dove la contropartita è lo speriamo che me la cavo. Questo chiudere gli occhi è l’atteggiamento degli italiani negli ultimi cinque lustri, una cecità che riguarda ogni aspetto del vivere sociale che si esprime nell’utopismo edonistico e nell’ideologismo moralistico, le due facce di una stessa medaglia.

Siamo un popolo che non cresce, che non diventa mai adulto. Per diventare grandi occorre spezzare le catene dei valori preconfezionati, delle certezze a scatola chiusa. L’italiano, incapace di autonomia e intenzionalità propria, vive di riflesso rispetto a quelle certezze che gli vengono inculcate da sempre (prima con il credo religioso e poi con quello consumistico e ideologico). Perfino la scuola dei decreti delegati ha trasformato gli alunni in pupazzetti da evangelizzare, in pinocchietti da istruire, ugole canterine… e non già in soggetti di un rapporto educativo. L’italiano non ha mai raggiunto la consapevolezza della propria libertà, con la quale mettere in discussione tutto quello che ci viene propinato come fosse il verbo eterno. Un popolo libero è quello che sa vincere i pregiudizi e diventare indipendente da qualsiasi padrone. Vincere le paure dell’inferno e dei suoi supplizi (che vengono usati come ricatto contro un legittimo desiderio di autonomia morale e spirituale), ma anche sconfiggere la paura della morte per difendere i propri valori e la propria libertà. 

L’antifascismo per i suoi protagonisti è stato un momento di consapevolezza della libertà e dignità della persona, un processo di riscatto. Ma poi è diventato solo una sterile controfigura in rievocazioni di maniera, non ha saputo cogliere i cambiamenti con i quali il potere è riuscito a mimetizzarsi attraverso altre maschere (trasformando i simboli dell’emancipazione in orpelli retorici). La libertà non è una conquista data una volta per sempre, è una condizione da difendere e coltivare attraverso il processo educativo e la formazione culturale di un popolo. Nell'adolescente la consapevolezza di sé si manifesta da un lato come ribellione e messa in discussione dei valori familiari e sociali, ma dall'altro come approdo a una coscienza consapevole, a una personale lettura del mondo. La scintilla che fonda la libertà e l’amor proprio non è mai scoccata nella coscienza collettiva degli italiani. La religione ha fornito il substrato di pratiche di culto e di atteggiamenti inscritti in una sorta di imprinting, corredo permanente a replicare comportamenti e atteggiamenti fondati sulle abitudini, su pedisseque consuetudini e stereotipi. 

Si tratta di una religiosità fatta di contenuti materiali (un catechismo), più che di intenzionale e personale adesione a qualcosa in cui si crede, non il risultato di un atto di libertà di scegliere se stessi e le virtù su cui fondare la propria vita, ma valori appiccicati e mai posti al vaglio di una coscienza critica. Un moralismo accomodante ed esteriore, fondato su una legge materiale, ha rappresentato il substrato di una religiosità costruita su valori e pratiche di routine. Questo retroterra culturale ha preparato il modello per il consumismo e l’ideologismo che imperversano nei mass media e che costituiscono la nuova religione (con tutti i mantra e gli slogan di un neo-catechismo fondato su ‘valori’ piovuti dal cielo e ripetuti come spot pubblicitari). Sul terreno di coltura di una religiosità da controriforma - fondata sulle apparizioni mariane, sulla precettistica e sul galateo moralistico – l’italiano è cresciuto nella società del consumismo ideologico ed edonistico nutrendosi di valori incollati su un’anima di celluloide, di pensieri senza testa, di stereotipi culturali, di idee fotocopia e di cliché. 

Mentre la religiosità bigotta e ipocrita si è andata dissolvendo nella nuova dimensione industriale e commerciale che ha trasformato la realtà contadina del paese dopo il secondo dopoguerra, la sua matrice moralistica ha costituito il fondamento del consumismo disimpegnato, della tv spazzatura e del credo ideologico preconfezionato e predigerito. L’italiano ha mantenuto quei modelli mentali rigidamente orientati a pensare per luoghi comuni, incapace di esprimere opinioni alla luce di una vera coscienza consapevole e di una intelligenza autonoma. L’etica è stata trasformata in una precettistica e la nuova religione del consumismo in uno stile di vita. Destra e sinistra sono diventate mere direzioni di riferimento per slogan uguali e contrari, fondati su ideologismi di facciata: l’italiano si è lasciato manipolare senza battere ciglio, abituato da sempre a costruire le sue certezze sui precetti inculcati fin dalla nascita e poi variamente declinati nella manipolazione massmediatica. 

Il tifo da stadio è diventato il modello di ‘scelte’ fondate sull'emotività e sulla adesione a un sistema di credenze, di abitudini conclamate e di formule vuote ripetute all'infinito, senza neppure la parvenza di un ragionamento o di una argomentazione. Si sono scambiate per battaglie ideali degli slogan eterodiretti e delle adesioni a idealità roboanti in grado di massificare moralismi da libro cuore e ideologismi da caserma con la cassa di risonanza di trasmissioni televisive costruite su una retorica becera e truffaldina. In assenza di una vera moralità fondata sull'intentio, il peccato è stato inteso come violazione di un galateo (e non di una legge morale), l’italiano non ha avuto alcuna remora quando si è trattato di adattarsi con facilità e disinvoltura al compromesso. La doppia verità e l’etica a geometria variabile è diventata non solo possibile, ma un modello interpretativo e comportamentale che ha informato tutti i livelli della piramide sociale. Gli italioti, ormai privi di qualsiasi senso morale e di idee, hanno fatto dell’ideologia uno strumento di legittimazione, blaterando di valori, di tolleranza, di democrazia… concetti ubiqui e indefiniti. 

La politica è diventata lo specchio dove l’italiano riconosce la propria vacuità, quel sistema di menzogne e autoinganni nel quale ci si è abituati a credere. Il potere è diventato un fine e non più un mezzo. La morale dell’opportunismo ha costituito e costituisce l'autogiustificazione con la quale l’italiano si rispecchia, il familismo è risultato l’unico elemento solidaristico in vista di un ampliamento del potere, come opportunità per allargare la propria sfera di influenza e per prevaricare in ragione del proprio tornaconto definendo regole e procedure ad personam.

Questa è la logica che sta portando l’Italia al fallimento. Tutto quello che è avvenuto negli ultimi mesi, in particolare in quest’ultimo periodo, ne è la conferma: quel processo che viene decantato come una nuova realtà politica in grado di riportare il paese in carreggiata. Gli italiani hanno perso l’orientamento e scambiano per nuovo quello che è la quintessenza di un vecchio sistema di potere amorale e senza scrupoli che dura da decenni. È l’ennesimo trionfo della furbizia e del trasformismo del potere. Articolo di Gilberto Migliorini

P.S. Mi era sembrato di sentir parlare di bellezza riguardo al nostro paese, e di tutela del patrimonio artistico. Eppure con un anglismo che sa tanto di provincialismo non si osa nemmeno usare la lingua italiana per chiamare pane il pane e vino il vino. Invece di Provvedimento sul lavoro o Piano sul lavoro si usa Jobs Act  a dimostrazione che quello che importa è usare la sviolinata piuttosto che difendere il nostro patrimonio culturale a cominciare dalla lingua. Si tratta appunto di fumo da parte di molti che masticano l’inglese in modo abbastanza approssimativo ma che però si riempiono la bocca di locuzioni sonoramente suggestive e flatulenti.

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16 commenti:

Anonimo ha detto...

IL PIFFERAIO
Suona il suo piffero e come per incanto i ratti della politica rispondono.
Le ultime cartucce che sono rimaste ai ratti ? Votare al più presto
Una legge sul Presidenzialismo che permetterà a tutta la casta politica e
al Pifferaio di risorgere a nuova vita.
E con l’aiuto della sinistra il Pifferaio diventerà il nuovo Duce.
Assicurando cosi il proseguo dei loro intrallazzi
Come diceva Bartali glie tutto sbagliato
Glie tutto da rifare.
Mi viene da dire che Ginettaccio a modo suo è stato profeta. Dopo la Guerra
la maggioranza del Popolo presa coscienza si è ribellata allo sfruttamento
Dopo lotte sindacali e sacrifici il Popolo di allora Per lo più composto dà semi analfabeti e riuscito a risollevare L’ITALIA dalle rovine di una Guerra voluta dal regime fascista.
Col sacrificio abbiamo conquistato il diritto allo studio per le nuove Generazioni
Annullando in parte l’analfabetismo il risultato?
é evidente il troppo studio ha mandato il cervello delle generazioni nate nel primo dopo guerra in tilt
Favorendo gli sfruttatori che vi stanno riportando al Medio Evo
Sperando che gli sconci di questi ultimi giorni aprano il cervello.
Ricordo che la classe dominante di allora usava dire a noi semi analfabeti di allora (Beata ignoranza)
Oggi io mi sentirei di dire a voi giovani istruiti Beata Ottusità VITTORIO

Vanna ha detto...

Anonimo, il tuo scritto mi appare poco chiaro in qualche punto:
1) il pifferaio chi è?
Non l'ho capito, è il berlusca?
Se è lui ha superato il ventennio fascista.
2)Dici: "Dopo la Guerra
la maggioranza del Popolo presa coscienza si è ribellata allo sfruttamento..."
Per quel poco che so dagli studi fatti e dai racconti ascoltati nell'infanzia da chi visse in quei 20 anni e successivamente fu dilaniato dalla Linea Gustav e bombardato e sventrato dagli americani,il popolo aveva fame e si nascondeva dove poteva e come poteva.
In confronto i Resistenti non erano un popolo, almeno nell'Italia centrale.
3)Ancora dici:" Dopo lotte sindacali e sacrifici il Popolo di allora Per lo più composto dà semi analfabeti e riuscito a risollevare L’ITALIA dalle rovine di una Guerra voluta dal regime fascista."
Sempre per quel poco che so, il popolo osannava chi voleva entrare in guerra.
Quel Popolo, affamato e poi abbondantemente nutrito di cioccolata, secchi di formaggio, latte in polvere, marmellate e sigarette, nuovi posti di lavoro,è stato nuovamente imbrigliato, illuso da chi lo aveva "liberato" e che ha continuato a tenere le
sue Basi con annessi e connessi nella penisola.
Non solo, ma lo ha tenuto in pugno, non gli ha veramente insegnato a pescare, semmai ha mosso tutte le pedine per fargli perdere la capacità di raziocinio.
4 " Col sacrificio abbiamo conquistato il diritto allo studio per le nuove Generazioni".
Sì c'è stato sacrificio e si è studiato, perdendo la bussola.

continuo

Vanna ha detto...

...continuo...

Infatti la nostra scuola ha cominciato a fare acqua quando la tradizione scolastica italiana, con la scusa che doveva aggiornarsi, è andata a pescare nella tradizione della scuola anglosassone fatta di tecnicismo, praticità, test, laboratori..., senza avere le strutture e i laboratori come negli States!
Si andava a scuola con qualche libro chiuso dall'elastico, oggi in 1° elementare i bambini hanno gli zaini che pesano più di 10 kg!
Difatti i giovani studiano tanto ma poi sono poco preparati.
Forse non lo sai, ma le scuole fasciste, con tanto di esercitazioni ginniche del sabato, funzionavano bene.
Ancora oggi tutte le strutture costruite nel ventennio stanno in piedi e sono efficienti.
Nate per accogliere pochi alunni ancora stanno lì con gli spazi progettati con lungimiranza.

Forse non lo sai,ma la cultura all'epoca fu curata non poco: vennero incoraggiati spettacoli teatrali e opere liriche in tutta la penisola, il popolo pagava una miseria e li andava a vedere.
A Roma i musei o sono nei palazzi aristocratici o sono all'Eur, quartiere progettato dal fascismo.
E' da ricordare Fermi e il suo gruppo?
5) "Favorendo gli sfruttatori che vi stanno riportando al Medio Evo
Sperando che gli sconci di questi ultimi giorni aprano il cervello.
Ricordo che la classe dominante di allora usava dire a noi semi analfabeti di allora (Beata ignoranza)
Oggi io mi sentirei di dire a voi giovani istruiti Beata Ottusità"
Ti chiedo di spiegare quest'ultimo punto, perché non ho capito: chi sono quelli che ci vogliono portare al medioevo?

A me sembra che questa penisola è stata un crogiuolo di sperimentazioni: fascismo, democrazia,lotte di classe, comunismo, per arrivare alla perdità d'identità e alla confusione.

Saluti

Vanna ha detto...

Gilberto, nuovo eccellente articolo!
Estrapolo:

"L’antifascismo per i suoi protagonisti è stato un momento di consapevolezza della libertà e dignità della persona, un processo di riscatto. Ma poi è diventato solo una sterile controfigura in rievocazioni di maniera, non ha saputo cogliere i cambiamenti con i quali il potere è riuscito a mimetizzarsi attraverso altre maschere (trasformando i simboli dell’emancipazione in orpelli retorici). La libertà non è una conquista data una volta per sempre, è una condizione da difendere e coltivare attraverso il processo educativo e la formazione culturale di un popolo. Nell'adolescente la consapevolezza di sé si manifesta da un lato come ribellione e messa in discussione dei valori familiari e sociali, ma dall'altro come approdo a una coscienza consapevole, a una personale lettura del mondo. La scintilla che fonda la libertà e l’amor proprio non è mai scoccata nella coscienza collettiva degli italiani. La religione ha fornito il substrato di pratiche di culto e di atteggiamenti inscritti in una sorta di imprinting, corredo permanente a replicare comportamenti e atteggiamenti fondati sulle abitudini, su pedisseque consuetudini e stereotipi."

Condivido in pieno,la presenza nel cuore della penisola della forza dello stato della chiesa è stata determinante, nel bene e nel male.
L'italiano ha cercato di mediare, di sopravvivere mantenendo sempre i piedi tra due staffe.
In nessun stato del mondo, il comunismo ha assunto il colore della borghesia come qui.
Per questo la politica trasformista veste certi personaggi "a nuovo come le brocche del biancospino" che si sfogliano al vento senza nuova vita.
Ciao.

PINO ha detto...

Brava VANNA!!
Su quella scuola che con fierezza ne riporti il ricordo, rivendicandone i valori, così scrivevo in un mio volumetto pubblicato l'anno scorso:

"Di quelle scuole non restano che alcuni edifici fatiscenti, a ricordo di quell’universo dello studio, il quale veniva intrapreso con serietà, abnegazione e sacrificio. Virtù che mi portano alla memoria, in particolar modo, quelli posseduti da personalità che si sono distinte, poi, nei vari settori dello scibile umano. Sacrifici accettati con rassegnazione, come quelli, per esempio toccati al Pascoli, che così scriveva nei versi della “Piccozza”: “Da me, da solo, solo e famelico / per l’erta mossi rompendo ai triboli / i piedi e la mano…”.
Nulla resta, dunque, delle severi basi sulle quali era costruito il mondo dell’apprendimento e del sapere.
Tutto è stato cancellato. Riforme e controriforme succedutesi senza sosta, nel corso degli ultimi decenni, hanno dato un volto nuovo e diverso a gran parte dell’apparato istituzionale dell’istruzione, a tutti i livelli: sono stati divelti gli ultimi mattoni che costituivano le vestigia di un nostro degno passato non remoto.
Ed il “nuovo e diverso”, si ravvisa nelle molteplici contestazioni e disordini che accompagnano, oggi, la vita quotidiana della scuola di ogni tipo: denunce di professori pedofili; arresti di studenti spacciatori di droga; maestre d’asilo denunciate per maltrattamento dei bambini a loro affidati; commissioni corrotte che rilasciano diplomi e lauree dietro pagamento, e tant’altro marciume nascosto e non ancora evidenziato. L’esistenza evidente di una piccola isola marcia, che ha determinato, irreversibilmente, una delle istituzioni più sane del nostro Paese."

Un "pifferaio" c'è sempre stato, nella nostra storia recente. Ma alcune melodie erano ben diverse...
Ciao carissima, Pino

PINO ha detto...

A GILBERTO

Il tuo articolo meriterebbe, come riscontro, un vero trattato.
Troppo veritiero, per essere evaso con risposte che avrebbero solo la configurazione di banalità.
Condivido ogni concetto!
Una forte stretta di mano, Pino

Vanna ha detto...

Pino carissimo che piacere leggerti!

Le tue considerazioni non possono essere eluse perché veritiere nei fatti e nei significati.
La nostra scuola partiva dallo studio umanistico necessario per affrontare il tecnico-matematico-artistico.
La nostra tradizione culturale non era quella pragmatica del fare, era quella di trovare il "fare" nelle scienze umanistiche.
Quel "fare" nutriva l'attenzione,l'osservazione anche interiore, la riflessione, perché c'era pure la ricerca del sentimento, delle emozioni, la cura del linguaggio.
Si è innescato un modello nuovo di sapere-"fare" senza avere le strutture adeguate, le competenze adeguate, la tradizione culturale, con il "metodo-fotocopie-test-voto accordato", che non ha dato molti frutti e per questo le nuove generazioni brancolano.
La scuola è diventata un'Azienda autonoma inventata dal Berlinguer ed appoggiata da tutti.
Una scuola che, nella sua apparente autonomia,ha cercato di applicare i modelli di didattica dell'apprendimento pragmatici che erano lontani dalla nostra tradizione culturale e dalle nostre economie.
E' una delle tappe della globalizzazione: tutti uguali in tutto, il diverso si deve omologare.
E l'Italia è piena di eccellenze diverse che non si esprimono e non decollano, al contrario le banalità, le "fotocopie" i "copia e incolla" continuano a stare sulla cresta dell'onda.
Sì abbiamo perduto la dignità di pensare con la nostra testa.

Un abbraccio grande.


Anonimo ha detto...

Pino e Vanna
Grazie per la vostra stima e considerazione. Purtroppo serve a poco scrivere i saggi se non vengono letti. Non mi riferisco certo ai miei articoli. Le statistiche dicono che in Italia si legge pochissimo e male. E questo sarebbe un altro ottimo argomento per un articolo.
Ciao
Gilberto

Vanna ha detto...

Gilberto buon giorno.

E' vero si leggono male e poco, soprattutto quelli che provengono da una scuola che ha tarpato le ali della fantasia a furia di propinare test e fotocopie.
L'amore verso la conoscenza presuppone il significato profondo racchiuso nella lettura.
Quando i miei alunni non digerivano Manzoni, dicevo loro di analizzare le descrizioni che l'autore faceva dei personaggi e dei luoghi raccogliendo numerosi dati.
Quella lettura pesante diventava la chiave per comprendere meglio gli altri e le cose.
Trovare il significato nascosto nella lettura te la fa amare e te la fa preferire agli insulsi programmi televisivi utili solo a perder tempo, a comprare prodotti inutili, a perdere consapevolezza del vivere.
Buona domenica!

PINO ha detto...

@ Buongiorno VANNA,
ti seguo al passo, interessato alle tue oneste e sincere considerazioni.
(cit."E' vero si leggono male e poco, soprattutto quelli che provengono da una scuola che ha tarpato le ali della fantasia a furia di propinare test e fotocopie."
Ed io, come se avessi intuito,in anticipo, il tuo pensiero, cosi concludevo, nel volumetto sopra citato, la mia modesta polemica sulla istruzione e suoi annessi:
"Si può affermare, per inciso, che la scuola, oggi, con l’indiscutibile apporto di necessarie modifiche strutturali e di indirizzo, si è resa molto più gradevole che per il passato, ma, nello stesso tempo, ha perduto irrimediabilmente la sua severa configurazione originaria, consistente in una cosciente popolazione studentesca, ed una adeguata classe docenti.
Non è nostalgia del passato che, anche se è stato infelice e disastroso, solo per essere “passato” susciti tale sentimento, No, ma dovremmo fare uno sforzo per non dar ragione al vecchio, e troppo usato detto popolare: “ era meglio quando stavamo peggio"
Il libro non era soltanto il simbolo della conoscenza; serviva anche...per essere letto."
Ciao, Pino

Anonimo ha detto...

SIAMO UN PAESE di NAVIGANTI ALLA DERIVA
In cerca di un faro che non c’è
Sballottati come fuscelli nella tempesta mediatica. Le voci delle sirene offuscano le menti dei marinai Portando la nave senza nocchiere verso gli scogli.
DOVREMMO metterci i tappi nelle orecchie e andare avanti
alla ricerca del nuovo da plasmare sperando che l’odissea abbia fine.

Il Declino de Le Generazioni del dopo guerra cresciute nell'opulenza
Sono divise in due Categorie classe politica serva delle lobby e i succubi (Beoti )
Troppo presi da droga divertimenti diete e stronzate varie

Non si sono resi conto che il declino è iniziato negli anni 80 con l’evento al Governo di B.Craxi Il debito pubblico è incominciato ha crescere a dismisura
Naufragando Con L’ultimo Governo di SB suo delfino.
Che per fare i suoi interessi ha dato il colpo di grazia.

RICORDO che dopo il boom economico Dopo lotte e tanta fame il Popolo Incominciò ha fare due pasti completi (al giorno) + la colazione come i benestanti.

I GIOVANI apatici Senza lottare a poco a poco si fanno riportare in dietro di 60 anni .
Con falsi valori riescono ha fare breccia nelle vostre teste (istruite)?
Cosa che a suo tempo non ha funzionato con noi analfabeti.
( Dico noi anche se io personalmente mi sento un privilegiato
Avendo la seconda elementare)

Il Tutto è Servito ha ricreare senza lotte e/ a vostre spese ( e sacrifici ) Un nuovo boom Economico solo per i disonesti che ci hanno Governato (e le lobby che rappresentano)
Vanificando cosi tutti i sacrifici fatti dai vostri Padri Riportando il tutto al punto di partenza.
( Non credo che la storia si possa ripetere)
La vostra indolenza non vi permetterà di aiutare i vostri figli .
( Come stanno facendo i vostri Padri dà più di 30 anni )

Vi siete accorti troppo tardi che pur avendo un lavoro non riuscite ad arrivare alla terza settimana del mese.

Là differenza fra la nostra generazione e la vostra ? noi non digiunavamo per fare le diete digiunavamo perché spesso non c’era nemmeno il pane.
Quello che manca alle generazioni nate nel dopo guerra?
Dispiace dover dire che siete nella stragrande maggioranza dei Perdenti nati
L’umiltà non sapete cosa sia siete privi di valori
vi esaltate osannando i vostri aguzzini difendendoli a spada tratta mentre nel loro privato ridono di voi. Perché Non sapete distinguere il bene dal male
Senza rendervi conto che i perdenti siete voi Non chi lotta con orgoglio per abbatterli.
LE GENERAZIONI FUTURE SE CONFRONTERANNO I SACRIFICI FATTI DAI VECCHI
CAPIRANNO CHE DAGLI SBAGLI SI IMPARA.

VITTORIO

Anonimo ha detto...

SIAMO UN PAESE di NAVIGANTI ALLA DERIVA
In cerca di un faro che non c’è
Sballottati come fuscelli nella tempesta mediatica. Le voci delle sirene offuscano le menti dei marinai Portando la nave senza nocchiere verso gli scogli.
DOVREMMO metterci i tappi nelle orecchie e andare avanti
alla ricerca del nuovo da plasmare sperando che l’odissea abbia fine.

Il Declino de Le Generazioni del dopo guerra cresciute nell'opulenza
Sono divise in due Categorie classe politica serva delle lobby e i succubi (Beoti )
Troppo presi da droga divertimenti diete e stronzate varie

Non si sono resi conto che il declino è iniziato negli anni 80 con l’evento al Governo di B.Craxi Il debito pubblico è incominciato ha crescere a dismisura
Naufragando Con L’ultimo Governo di SB suo delfino.
Che per fare i suoi interessi ha dato il colpo di grazia.

RICORDO che dopo il boom economico Dopo lotte e tanta fame il Popolo Incominciò ha fare due pasti completi (al giorno) + la colazione come i benestanti.

I GIOVANI apatici Senza lottare a poco a poco si fanno riportare in dietro di 60 anni .
Con falsi valori riescono ha fare breccia nelle vostre teste (istruite)?
Cosa che a suo tempo non ha funzionato con noi analfabeti.
( Dico noi anche se io personalmente mi sento un privilegiato
Avendo la seconda elementare)

Il Tutto è Servito ha ricreare senza lotte e/ a vostre spese ( e sacrifici ) Un nuovo boom Economico solo per i disonesti che ci hanno Governato (e le lobby che rappresentano)
Vanificando cosi tutti i sacrifici fatti dai vostri Padri Riportando il tutto al punto di partenza.
( Non credo che la storia si possa ripetere)
La vostra indolenza non vi permetterà di aiutare i vostri figli .
( Come stanno facendo i vostri Padri dà più di 30 anni )

Vi siete accorti troppo tardi che pur avendo un lavoro non riuscite ad arrivare alla terza settimana del mese.

Là differenza fra la nostra generazione e la vostra ? noi non digiunavamo per fare le diete digiunavamo perché spesso non c’era nemmeno il pane.
Quello che manca alle generazioni nate nel dopo guerra?
Dispiace dover dire che siete nella stragrande maggioranza dei Perdenti nati
L’umiltà non sapete cosa sia siete privi di valori
vi esaltate osannando i vostri aguzzini difendendoli a spada tratta mentre nel loro privato ridono di voi. Perché Non sapete distinguere il bene dal male
Senza rendervi conto che i perdenti siete voi Non chi lotta con orgoglio per abbatterli.
LE GENERAZIONI FUTURE SE CONFRONTERANNO I SACRIFICI FATTI DAI VECCHI
CAPIRANNO CHE DAGLI SBAGLI SI IMPARA.

VITTORIO

Anonimo ha detto...

Non c’è nessuna differenza fra ( Democrazia fascismo e Comunismo)
Sino a che nel Mondo prevarrà la cupidigia
il Popolo sarà Sempre sfruttato dalla classe dominante.

La differenza ci sarà quando il credo delle forze Politiche
Si completerà fondendosi ha formare un solo credo
( EGUAGLIANZA SOCIALE)
VITTORIO

Anonimo ha detto...

Ho lavorato per 18 anni alla stazione di Santa Maria Novella di Firenze ciò che descrivo nel post è verità il tutto rispecchia la nostra società e ciò che saremo.
Anime sospese
le ho viste aggirarsi in tutte le stazioni in cerca della loro identità perduta.
Vita vissuta ai margini della dignità imposta da una società malata priva d’amore verso i più umili
che stanchi di lottare si sono arresi assistendo impassibili a quella vita che non gli appartiene più.
Vita ricercata nella folla frettolosa schiava del tempo che passa veloce come fossero automi
Taluni offrono una moneta tenendo in vita queste anime sospese condannate a fare da specchio a tutta l’umanità. VITTORIO

Anonimo ha detto...

Ho lavorato per 18 anni alla stazione di Santa Maria Novella di Firenze ciò che descrivo nel post è verità il tutto rispecchia la nostra società e ciò che saremo.
Anime sospese
le ho viste aggirarsi in tutte le stazioni in cerca della loro identità perduta.
Vita vissuta ai margini della dignità imposta da una società malata priva d’amore verso i più umili
che stanchi di lottare si sono arresi assistendo impassibili a quella vita che non gli appartiene più.
Vita ricercata nella folla frettolosa schiava del tempo che passa veloce come fossero automi
Taluni offrono una moneta tenendo in vita queste anime sospese condannate a fare da specchio a tutta l’umanità. VITTORIO

Vanna ha detto...

Vittorio, sei nuovo?
Se sì, benvenuto.

Per ora, vado di fretta,
mi soffermo solo a dirti che le tue parole mi hanno colpito per il contenuto pieno di realtà amare vissute con il peso della consapevolezza che non si può fare nulla.
Hai dipinto con poche frasi la mancanza di fede, speranza e carità che sembra avvolgere le anime sospese nel limbo di un sofferto quotidiano di una umanità che non può lottare.
Un saluto.