martedì 16 luglio 2013

Sarah Scazzi: il mistero delle strane e significative coincidenze

Articolo di Vanna

 

Il panorama che viene fuori da tutta la vicenda del caso Scazzi, appare squallido e le testimonianze riportate discutibili sotto molti punti di vista. Così come le azioni della Procura, degli avvocati e di tutti gli esperti entrati in campo, compresi i sistemi di comunicazione. Non si è voluto o non si è potuto andare in profondità, visto lo scarso spessore "culturale" e la scarsa volontà (o voluta superficialità) degli inquirenti ad approfondire. Per "cultura" non intendo la conoscenza delle discipline letterarie, storico-filosofiche o altro, intendo il saper capire e comunicare le cose, le persone, i sentimenti, intendo il condividere uno spazio con significati superiori che vanno oltre il quotidiano vissuto. In poche parole, oltre agli oggetti strumentali si doveva mettere al centro della conoscenza investigativa l’essere umano e il suo sentire. Quindi chi aveva il mandato di indagare, verificare, tutelare, difendere, capire, doveva onorare quel mandato ed avere “quella cultura” di cui sopra.

Qui sembra non ci sia stato e purtroppo sembra che non se ne senta nemmeno il bisogno, visto la vita affannata che tutti noi facciamo. Questa tristissima vicenda non ha visto solo due ragazze alla ribalta dei media, ma anche un’intera comunità sotto i riflettori e un intero territorio, luminoso di colori, diventare il ricettacolo di un efferato omicidio. Tutti noi per lunghi mesi abbiamo assistito, mattina, pomeriggio e sera, a trasmissioni sul caso. Le telecamere, per molto tempo di casa in quella zona, hanno mostrato un mondo che ci ha fatto riflettere non poco. Cosa veramente è accaduto il 26 agosto del 2010 non lo sappiamo, ma forse fu l’epilogo di qualcosa che era nell'aria. Chi era Sarah? Chi era Sabrina? Chi erano quei giovani che passavano il tempo in birreria, in pizzeria, che andavano al mare, che lavoravano? Sicuramente erano ragazzi come ce ne sono tanti in tutta Italia. E’ difficile penetrare nel mondo giovanile e conoscerne i sogni e le speranze, quando spesso i genitori non conoscono neanche gli amici e i luoghi che frequentano i loro figli. Sembra invece scontato conoscere il mondo degli adulti e i suoi fallimenti, i tentativi di riuscire giorno dopo giorno a sopravvivere schiacciati dalle responsabilità. E possibile “leggere” il caso Scazzi attraverso le strane coincidenze che si verificarono e che non furono adeguatamente o volutamente considerate? Ricordo l’appello che fece mamma Concetta al Presidente della Repubblica, chiedeva aiuto perché non si stava facendo abbastanza per trovare la figlia. 

Si poteva prevedere quello che sarebbe accaduto a Sarah? E’ possibile trovare tracce per capire se qualcosa di inquietante stava maturando? Può essere, perché no? Ci sono tracce, frammenti di vita che possono essere letti da un altro punto di vista: quello delle coincidenze significative della teoria junghiana sulla sincronicità. Brevemente, con tale teoria, K.G. Jung afferma che tra la causa e l'effetto c'è un nesso a-causale. Questa connessione si realizza attraverso le coincidenze e le corrispondenze significative che possono appartenere ad ambiti diversi. Se la causalità appartiene alla conoscenza oggettiva, ad esempio: piove perché il cielo è pieno di nuvole, la sincronicità appartiene all'esperienza soggettiva. Pertanto trovare il nesso a-causale di un fatto, secondo tale teoria, può essere oggetto di riflessione personale; il principio non è scientifico, ma apre alle coincidenze significative. 

Si può cercare di capire come stava crescendo Sarah? 

La prima traccia sulla quale mi soffermo è quella che parte dal 26 novembre 2009, quando Sarah si recò nella biblioteca di Avetrana. Da quanto si è saputo pare che ci andasse spesso e ne usasse anche il computer. Da quanto si sa, gli inquirenti hanno indagato sui suoi profili facebook riscontrando che tutto rientrava nei normali parametri della sua età. Quel giorno prese il libro: "Segreti di morte", o "Seven Secrets", di William Le Queux. Questo autore, dalla vita un po' originale e movimentata, molto fecondo viste le pubblicazioni prodotte, è poco conosciuto alla massa e molto dagli appassionati del mistero. E’ un autore minore della fine del secolo XIX inserito nel periodo positivista: trattava con successo i temi del mistero inquietante e suggestivo in stile neo gotico, non tralasciando lo spionismo politico. I suoi libri si trovano in tutte le biblioteche più prestigiose del mondo. E' così anche quella di Avetrana, o il libro era stato ordinato da Sarah in persona e la biblioteca lo aveva ottenuto tramite un prestito interbibliotecario? Bisognerebbe quindi chiedersi come caspita sia arrivato nelle mani della ragazza, come e perché Sarah lo abbia scelto fra tanti e, soprattutto, chi glielo aveva consigliato. In poche parole: chi prima di lei lo aveva preso e letto? 

Inoltre, visto il genere particolare, perché Sarah aveva curiosità di leggere argomenti di morti e di scomparse misteriose? Gli inquirenti, per quanto ci è dato sapere, non hanno evidenziato questa domanda che appare lecita. Quindi non sappiamo se l'hanno risolta e neppure se ne hanno ricavato informazioni. Però quel libro è un indizio che appare importante perché può tracciare delle interpretazioni sui vissuti di Sarah, sulla sua generazione e sul territorio in cui viveva. Non è un libro qualunque, Sarah sicuramente iniziò a leggerlo il 26 novembre 2009 ed esattamente nove mesi dopo ella scomparve. Nove mesi: il tempo di una gestazione. Si stava formando una nuova Sarah? Come ha vissuto in quei nove mesi? Come ha condiviso tali letture e con chi? Andava a scuola regolarmente e con la cugina Sabrina condivideva amicizie adulte. Non aveva un computer personale ma chattava con persone più grandi di lei, sia in biblioteca che su altri computer. Gli inquirenti anche in questo caso pare abbiano "verificato" i contatti considerandoli, senza approfondire, nella normalità di una ragazza adolescente.

La ragazzina aveva in camera un poster di M. Manson, il satanista: pure questo dagli inquirenti fu considerato normale? Nessuno pensò di indagare per capire se nel territorio altri ragazzi apprezzavano quel tipo di musica e artista? I ragazzini si coalizzano, si copiano, si imitano. Per cui c'è da chiedersi: ad Avetrana solo a Sarah piaceva quel "cantante"? E i ragazzi dopo la scuola di cosa parlavano? Le famiglie intervenivano? Sapevano dove andavano i loro figli? 

Tante famiglie stanno perdendo il contatto con le nuove generazioni. Il computer, la televisione, la discoteca, la birreria, la pizzeria e tanto altro, hanno preso il posto della famiglia, della chiesa, della scuola. Sarah era una ragazzina sola, carina, pulita, ingenua, quasi una bambina... il tipo di ragazza appetibile da chi lavora nell'ombra. Tre giorni prima di sparire andò a trovare una cugina paterna e sembra che lontano da casa si abbigliasse di nero e si truccasse pesantemente. Insomma, non passava per nulla inosservata. Sabrina disse che Sarah anche a S. Pancrazio si era fatta riconoscere. Forse non condivideva certi suoi atteggiamenti, o forse la piccola giocava a fare la grande? Se Sabrina aveva avuto sentore di qualcosa accaduto a S. Pancrazio, doveva essere irritata e nel nominare quella zona non depistava, come qualcuno affermò, ma forse indicava un territorio ben specifico. In fondo la frase di Concetta, che suggeriva di controllare ogni componente della famiglia, poteva anche riferirsi ai parenti del marito. Inoltre Michele Misseri nei primi tempi riferì, in un collegamento televisivo pomeridiano, di aver rimproverato la figlia che si portava sempre dietro Sarah, minorenne, perché se le fosse accaduto qualcosa sarebbero stati loro i responsabili.

Questa frase mi fa pensare che Michele Misseri avesse capito che la libertà di cui godeva Sarah poteva trasformarsi in un problema. Loro erano corresponsabili di quella libertà. Può essere che il contadino avesse più senno e sale nella zucca di quel che crediamo? Perché disse quella frase? Era un capofamiglia coscienzioso... o aveva ricevuto qualche confidenza che lo aveva fatto riflettere? Sarah aveva l’abitudine di scrivere su quaderni e diari. Tutti letti senza che si sia trovato nulla che facesse presagire il tragico evento. Cominciava a chiedersi i grandi perché della vita? Ne parlava in casa?Andava al Tempio con la mamma? Leggeva la Bibbia? A scuola era esonerata dall'insegnamento religioso o assisteva all'ora di religione cattolica? Perché c'è differenza. Ad esempio, per i Testimoni di Geova l'anima non sopravvive, mentre per i cattolici l'anima sopravvive ed avrà un premio o un castigo, anche eterno.

Quale era l'idea di Sarah rispetto la sopravvivenza dell'anima?

Non sappiamo come la ragazzina abbia potuto condividere i suoi dubbi e con chi. Perché per prendere quel libro doveva avere per forza curiosità e dubbi. Chi la conosceva la descrive pensosa, riflessiva, desiderosa di coccole, timida, sola. Le famiglie della tragedia ultimamente erano unite, ma nel passato c'erano stati problemi di eredità, quindi di danaro. Storie di rivalità, di affidamenti ad altri nuclei familiari. Ma una volta passata la burrasca, davvero per tutti era passata?, tutto torna normale, tanto che non c'era un impedimento affinché le due cugine si frequentassero. Anzi, da una parte l'affidavano e dall'altra l'accoglievano. Tutti le volevano bene, tutti la vedevano crescere e già ne intravedevano la bellezza. Ma ricordiamoci di quel qualcuno che trama nell'ombra e si affaccia senza apparenti motivi nelle curiosità di una giovane generazione. 

I rapporti tra cugine erano forse burrascosi, ma una era più grande, aveva voglia di sposarsi e forse non si poneva troppi dubbi esistenziali (qualche complesso poteva riguardare il sovrappeso, sempre inviso alle ragazze). I suoi genitori dalla mattina alla sera lavoravano in campagna e si abbrustolivano al sole e al vento. Per cultura pensavano quindi quotidianamente solo al pane e al companatico. Sarah invece aveva la mamma molto presa dal suo credo religioso, il padre e il fratello lontani, un nonno allettato e una badante straniera per casa. Il padre e il fratello non condividevano la scelta religiosa di Concetta; anche Sarah non subiva quel credo religioso e avrebbe voluto il battesimo. In Puglia c’è una consistente comunità di Testimoni di Geova, in quella terra straordinaria si sente il bisogno di tale risposta religiosa. Certo è che era presente il sacerdote al funerale. 

Concetta aveva alle spalle una storia di vita che probabilmente l'aveva segnata come figlia e come donna. Era madre, ma partendo dalla vecchia esperienza personale si trovava, forse, con strumenti inadeguati e poco convincenti. Quando da figli si hanno storie pregresse difficili, diventa un nodo il confrontarsi con una figlia adolescente che ai problemi legati all'età somma il rifiuto del credo religioso al quale ci si è convertiti. Per cui non è utopia supporre che facesse fatica a capire certi atteggiamenti e si aiutasse con la fede, forse non trovando altro rimedio per medicare la sua antica sofferenza. E Sarah come viveva quel periodo? Nel suo ultimo sms, digitato la mattina del 26 agosto, scrisse: “Uccidere per professione è un lavoro senza tempo”. Sembra il titolo di un libro... a chi lo doveva inviare? Ma se quella frase non era il titolo di un libro e non l’aveva letta da nessuna parte, si deve convenire che mentalmente era più grande di quanto tutti credessero. Quella frase parla di qualcuno che per mestiere uccide. Non è una frase da sottovalutare, come non lo sono i messaggi su facebook che parlavano del suo desiderio di scomparire. Per andare dove? Perché? Voleva essere al centro dell’attenzione o si sentiva grande? Non si sa, ma visto il libro di Le Queux si può dire che non le mancasse una sorta di attrazione verso il lato oscuro delle cose. 

Il 26 agosto 2009, nove mesi dopo aver iniziato la lettura del libro, nella torrida controra Sarah uscì di casa per andare al mare e sparì. A poche ore dalla sua scomparsa apparvero su facebook, postate dal nickname Regen, alcune immagini di un manichino incordato e di una ragazza bionda nell'acqua. E' a dir poco inquietante, non solo l’immagine ma soprattutto la tempistica. Anche qui sembra che tutto sia stato controllato e considerato, per tanti con grande superficialità, semplice curiosità adolescenziali e una “coincidenza che non può essere oggetto di indagine perché non scientifica". Eppure quelle immagini apparse nelle stesse ore della scomparsa, che rappresentavano una realtà e non legate tra loro da una causa, erano da approfondire. Cos'è un manichino? E' l'effigie che raffigura un uomo e può essere utilizzato per numerosi scopi: lo spaventapasseri serve a spaventare gli uccelli, i burattini a divertire i bambini, i manichini per mostrare capi di abbigliamento... anche le bambole e i soldatini in fondo sono manichini. 

Il manichino svolge il ruolo di ripetere usi, costumi, qualità umane: è un oggetto utilizzato per molti scopi e, in quanto oggetto, non pensa. Le modelle sono persone pensanti: Ma intese come manichini in movimento, hanno il ruolo di indossare i capolavori dei sarti e gli accessori che esaltano la loro bellezza per proporre e vendere, non per amare o pensare. Quindi le modelle svolgono un ruolo che non deve avere una sua identità. Al contrario Pinocchio, il capolavoro di Collodi, è un pezzo di legno senza vita. Ciò non toglie che diviene un burattino pensante dopo aver fatto molti errori ed essere andato in ricerca del padre nel ventre del pescecane. Dopo avere, quindi, dato prova d'amore. Solo quando riesce a salvare Geppetto, ad amarlo, diventa un bambino vero con una sua identità. Cosa c'entra Pinocchio con Sarah? 

Poteva la ragazzina aver cominciato a dimostrare una sua autonomia, una sua personalità e libertà di gestire il suo tempo, i suoi spazi, i suoi sogni? Come la fiaba di Pinocchio docet? Stava crescendo e forse era più matura di quel che sappiamo. Sarah aveva cominciato a prendere coscienza della sua identità e voleva svincolarsi da certi legami, da certe situazioni? Quell'ambiente le andava stretto? Ma spesso il disagio giovanile di non riconoscersi nel luogo dove si vive, è fortemente sentito da chi vuole altro, da chi chiede altro perché si sente altro. Potrebbe essere che Sarah cercasse al di fuori della famiglia e della cerchia amicale le risposte alle sue domande, che si sentisse più matura della sua età? Potrebbe essere, anche se non lo sappiamo. Ciò che sappiamo è quello che ci è stato raccontato dagli altri. Gli altri, però, com'è normale ci hanno parlato di ciò che volevano vedere e sentire ed ognuno ha raccolto in base al momento. Per loro la ragazzina era un manichino, un oggettino carino e curato da portare in giro, o era una persona che aveva una sua identità? Il manichino incordato e postato su facebook da  Regen potrebbe dare risposte a diverse domande.

Potrebbe simboleggiare il desiderio che aveva Sarah di sciogliere le corde, essere quindi una proiezione dei suoi problemi adolescenziali. Oppure potrebbe simboleggiare un mondo che la voleva prigioniera nel ruolo di oggetto e le impediva di volare. Chissà? Non è che quel manichino incordato volesse proprio dire che l’ora di Sarah era finita e che, secondo la sincronicità junghiana, in quel pomeriggio assolato e sperduto qualcuno aveva captato le onde omicidiarie? Cosa c'era dietro a quel post che concretizzava in immagini ciò che era accaduto o che sarebbe accaduto alla ragazzina? Chi ha postato l'immagine del manichino e l’ha fatta girare? La cugina di San Pancrazio e solo lei? Per quale motivo l'ha fatto? Quale era il significato? Ovviamente chi inserisce qualcosa in internet è un soggetto che si rivolge ad altri soggetti perché porta un messaggio: chi postò il manichino apparteneva a un gruppo, possedeva un codice condiviso perché conosciuto da tutti? Le immagini del simulacro furono presto tolte e non si può sapere altro, ma si possono spiegare in base alla legge della sincronicità junghiana sulle coincidenze significative, per cui due fatti non legati da un rapporto causale hanno un analogo contenuto significativo. 

Fu dunque un evento sincronistico spontaneo prodotto dal pathos emozionale della scomparsa, raccolto via etere in uno spazio apparentemente arcaico? Esistono fior di studi antropologici che spiegano come le divinità ctonie siano state sempre gestite dal mondo agricolo - pastorale. Questo mondo ha riti propiziatori che affonda le radici del tempo antico. Quanti pupazzi di fieno, ad esempio, vengono bruciati dopo il raccolto? Quando si pianta e si raccoglie, si rispettano le fasi della luna ed altro ancora. Oggi, quel mondo con quelle energie e tradizioni, potrebbe essere utilizzato per altri scopi da chi trama nell'ombra? Non lo sappiamo, ma come si può escludere? 

Come in realtà non si sa perché gli inquirenti abbiano stabilito che le donne che si dichiarano innocenti stiano dentro e l’uomo che si dichiara colpevole stia fuori. Stanno dentro perché sanno qualcosa? E lui sta fuori perché serve a qualcosa? Già nei primi momenti di panico Sabrina si è esposta e molti hanno parlato troppo. Inoltre i riflettori sono stati sempre accesi solo su Avetrana, perché? San Pancrazio è stato presente solo come nome, eppure Sarah era stata in quel paese fino al giorno prima di sparire. Perché le telecamere si sono fermate solo a casa di Concetta e di Cosima?

Nel far mente locale su quanto abbiamo visto in tivù, troviamo uno spaccato della società avetranese nel quale si intravede, come in uno specchio, la società di oggi. Siamo tutti meno sprovveduti, ma siamo tutti manichini e come i manichini non viviamo la dimensione spirituale e siamo usati. Forse la famiglia Misseri sa più di quello che dice e forse non ha consapevolezza vera di ciò che è accaduto, perché non ha strumenti per capire veramente, ma, a mio parere, di certo è usata ed è stata usata. Di quella ragazzina tanto carina si monitoravano la famiglia di provenienza e quella che l’accoglieva. Il personaggio chiave è stato Michele, il contadino dall'esperienza straniera che aveva accumulato all'estero per fare la villetta alla sua famiglia in Italia.

Forse Michele Misseri è stato agganciato da qualcuno che ha fatto apprezzamenti sulla campagna, sulla sua famiglia, sulla nipote che cresceva. Qualcuno che ha finto di interessarsi al suo lavoro per trovare informazioni e l'ha fatto cadere nella trappola con tutta la famiglia e Sarah stessa. Sono stati usati. Il contadino lo abbiamo visto armeggiare con una corda, col telefonino, col trattore: un manichino anche lui? Forse, ma l'unico che ha qualche strumento in più è proprio il Misseri che ha fatto ritrovare il cadavere. Sanno qualcosa, ma non tutto, ed è Michele la chiave? Quando si rese conto di ciò che era successo pregò, mise fiori e tralci di vite, la sognò... l’aveva abusata sotto un albero di fico, lo stesso dove era stato a sua volta abusato da bambino, disse. 

Non credo a questa azione. Il mondo mediterraneo è pieno di ulivi, di viti, di grano, di melograni e fichi, tutti usati nella mitologia e nella religione. Il simbolo del fico è arcaico ed è legato a Dioniso, forse qualcuno gli ha suggerito di dirlo. L’ha fatta ritrovare dopo 40 giorni e nell'acqua, così che non si potesse verificare quanto fatto su quel tenero corpo. Come se già si sapesse che altri non poteva essere, se non Sarah, non si è paragonato il DNA. Come se non fosse necessario sapere se qualcuno l'avesse malmenata prima di morire, magari rompendole qualche ossa, non s'è fatta neppure una radiografia. Neppure con la scusa di capire se ci fossero fratture provocate dall'introdurla nella piccola apertura del pozzo. Michele aveva fatto ritrovare pure il telefonino, aveva tanto parlato, doveva continuare a dire tutto e il contrario di tutto, doveva apparire una marionetta istrionica a cui addossare tutte le colpe, anche le più aberranti. Ma il contadino nei mesi seguenti cambiò aspetto e non parlò più, però scrisse. 

Sarah andava da loro e fu immersa e ritrovata nel pozzo di una loro antica proprietà! Sarah faceva parte della famiglia, l’accoglievano come figlia, le volevano bene e loro dovevano pagare. Il Bene e il Bello hanno dato sempre fastidio. Un piano perfetto che scagiona chi sta nell'ombra e che procura tanto dolore. Rimangono due donne in galera e un contadino che ha avuto il difetto di avere una coscienza, di avere capito, purtroppo dopo, ma che aveva capito! 

E torniamo alla prima domanda: Si poteva prevedere cosa c'era nell'aria? 

Se si leggono quelle tracce come coincidenze, come nessi apparentemente a-causali, ne viene fuori un quadro agghiacciante che si realizzò concretamente con un insieme di coincidenze significative. Allora sì che era nell'aria l'assassinio sacrificale di una eterea e bella adolescente. Un assassinio che nessuno poteva prevedere prima, ma che dopo si poteva cercare di sbrogliare tramite quelle tracce che invece non hanno avuto sufficiente attenzione né nell'immediato, né successivamente. 

Il sapere cosa nascondevano quelle tracce avrebbe significato cercare le prove... e le prove hanno bisogno di riscontri scientifici nei quali si annidano non solo la superficialità, l'imbroglio, il non vero, ma si annida in verità il bisogno che l'uomo ha di pesare, misurare, valutare ciò che ha concretamente tra le mani. Per questo capita anche che le indagini vadano verso la direzione più comoda e più palese. Invece ciò che appare superfluo, inutile, scontato o privo di significato, non viene considerato. Fin quando noi ci fermeremo al microscopio, al cellulare, senza entrare in altre strade che interpretano l'uomo, difficilmente si potranno veramente ricostruire i fatti e trovare i colpevoli.

La scienza investigativa oggi ha molte conoscenze e molti strumenti sofisticati. Peccato che spesso li usi male o non li sappia usare adeguatamente. Un tempo quegli strumenti le forze dell'ordine non li avevano ed erano costretti a posare l'attenzione verso l'uomo. Oggi si cerca il DNA. Sacrosanto il farlo, ma non ci si deve fermare solo a quest'analisi; l'uomo è un insieme di corpo e pensiero, non dico anima perché non tutti ci credono. I casi di cronaca nera odierni dimostrano che non si è scavato abbastanza per conoscere meglio le persone; chi erano Yara, Sarah, Melania, Roberta? Chi sono le persone che le circondavano giornalmente? Le loro famiglie e i loro amici? Con le teorie scientifiche senza un approccio spirituale l'uomo non progredisce veramente; perde la connessione con il mondo che lo circonda, che lo sta distruggendo e si sta distruggendo. 

Questo gioco perverso e crudele si è abbattuto non solo sulle famiglie coinvolte, ma anche sulla comunità di Avetrana, e chissà perché solo di Avetrana, per un disegno che noi non sappiamo e mai sapremo. La giustizia umana, con tutti i limiti che si conoscono, farà il suo corso. La Giustizia Divina anche. Ma scenderà su tutti e valuterà con metro differente perché sa e peserà il cuore e le intenzioni. Per Sarah tutti vogliamo giustizia. E non solo per lei, ma anche per tutti i giovani che sono soli con le loro fragilità e possono cadere nelle tele di ragni pericolosi per diventarne il cibo malato e perverso. 

Questa storia di pura perversità può servire e diventare esperienza per l'uomo, come un PER-DONO al proprio cambiamento interiore.

Vanna

1.248 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   1201 – 1248 di 1248
Giacomo ha detto...

Sbaglierò, ma secondo me questo Matteo delle strategie difensive diverse, non è il solito Matteo.

E comunque la "strategia difensiva" vincente alla lunga è quella che più cerca di avvicinarsi alla realtà dei fatti.

E comunque il termine strategia non mi piace per niente, implica falsità sotterfugi imbrogli manovre. Mi sembra più appropriato parlare di "linea difensiva".

Ebbene la linea difensiva delle due imputate si basa sul convincimento che esse non abbiano mai mentito circa i loro movimenti nei minuti fatidici.

Giacomo

Anonimo ha detto...

@Giacomo
Sono il solito Matteo. Comunque dire strategie difensive diverse o linea difensiva diversa per me e' la stessa cosa. Mi sembra sia inutile giocare sulle parole che esprimono lo stesso concetto finale.
Matteo

ENRICO ha detto...

Cara MIMOSA

Non mi sono spiegato . il mio intento era quello di chiarire i motivi per i quali io accetto ENTRAMBE le versioni ( e forse privilegiando la A) visto che tu hai più volte definito la “versione B ” come quella di ENRICO

Per il resto se “ l’intervento di terzi” non riceve risposte razionali ai tuoi quesiti, tu non riterresti credibile questa’ipotesi, mi sembra un’affermazione più che legittima.

Quanto al presumere che gioco è tutto incentrato solo sull’annientare le ipotesi di Michele Misseri unico colpevole, senza portare alcun elemento, dato di fatto a sostegno di altri percorsi. non mi sembra essere una valutazione esatta : gli elementi concreti che mi spingono a sostenere che il contadino di avetrana non sia l’autore del crimine li ho elencati ( anche se non esaustivamente) nella versione A che vedrebbe le due donne responsabili , in misura maggiore o minore, di un tragico incidente

Anche riguardo la versione B che, al contrario, vedrebbe tutti e tre i Misserii non colpevoli, ho riportato gli estremi per ipotizzare come i il delitto potrebbe NON essere avvenuto nell’ora e nel luogo stabiliti dagli atti ufficiali, dimenticando di aggiungere anche la misteriosa telefonata anonima del 31 agosto al 118 che segnalava la presenza di un "corpo nudo di una ragazza tra le sterpaglie" in una zona di campagna tra Nardò e Avetrana e che non si è mai saputo se sia stata presa o no in considerazione nel corso delle ricerche.

A tale proposito ti riformulo la domanda : ti risulta che le forze dell’ordine abbiano utilizzato la procedura di geolocalizzazione del cellulare di Sarah non appena avvertiti della sua scomparsa ?

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mimosa,

un piccolo dettaglio. Suppongo che tu abbia letto il saggio-inchiesta di Giangrande qui allegato al primo posto a destra, visto che leggi tutto e sei informatissima di tutto, e conservi tutto. Ebbene, nel 2007 nella città di Taranto (non lontanissima da Avetrana) una ragazza è volata giù da non ricordo quale piano, dopo aver subito violenze. Pare che nessuno abbia indagato sui bravi signori che hanno compiuto un simile gesto. Già, ma forse è stato Misseri a farlo, per conto terzi.

La Sacra Corona Unita è un'invenzione dei soliti "anti-Misseri assassino". I corpi trovati nei pozzi in questi ultimi tre anni sono tutti lì spediti da Misseri Michele, ecc. ecc.

Ovviamente l'unico criminale, maniaco sessuale della Puglia e Basilicata è, notoriamente, Michele Misseri.

Voi sentite l'estremo bisogno di avere un colpevoluzzo in tasca, pronto per l'uso, così si risolve i giallo, e tutti vivono felici e contenti, invece di rendersi conto di quanto malata (anche sul piano sessuale e/o sentimentale) sia la nostra società. L'avvocato assassino col cadavere in macchina è il classico idiota (tipico della professione), oltre che criminale, che ha ucciso la donna che diceva di "amare" e si è fatto cogliere così stupidamente. Ma chissà, forse no: è stato Michele Misseri a metterglielo dentro.

Che si può approfondire su queste basi, me lo dite ?

Chiara ha detto...

L'avvocato assassino col cadavere in macchina è il classico idiota (tipico della professione)

adesso veramente BASTA!!
qualcuno dia un limite a questo individuo! tanto vi fregiate di frequentare un blog "bene" e poi nessuno che intervenga mai a biasimare questo contiuno stillicidio di insulti striscianti, talmente vili da nascondersi dietro stupide generalizzazioni quando sono invece dirette a un ben determinato utente di questo blog! qualcuno dica qualcosa, perdio!

Manlio Tummolo ha detto...

Si vede subito che la persona , giustamente indignata, è un noto avvocato.

A Trieste esiste un proverbio: "La prima galina che canta gà fato l'ovo".

Chiara ha detto...

Che commento idiota, Tummolo.
Ormai lo sanno pure i sassi cosa faccio e lo capiscono anche i muri che ogni Suo insulto è rivolto a me. Si curi l'ossessione e ripeto per l'ultima volta: MI MOLLI.

Chiara ha detto...

Allora. Vediamo di metterla sullo "stilistico". Qui siamo tanti e ognuno ha la propria professione, la propria dignità e la propria sensibilità.
C'è, di fatto, che NESSUNO qui dentro, luogo di un certo livello, fa discorsi come quelli di Tummolo quando spara a zero con isulti reiterati non verso precisi individui ma verso due professioni in generale: quella dei magistrati e quella degli avvocati. NESSUNO, ribadisco, è così terra-terra da commentare, in relazione al reato o alla cretineria di un elettricista, ingegnere, casalinga, impiegato, insegnante, estetista, astrofisico, artista, idraulico ecc ecc che QUELLA PROFESSIONE è composta TUTTA da idioti, malati di mente, nazisti, ignoranti ecc ecc; magari qualcuno lo pensa - ne dubito perchè siamo tutti intelligenti, ma facciamo finta - ma MAI E POI MAI si permetterebbe di dirlo e ripeterlo e appesantirlo ad ogni piè sospinto, altrimenti verrebbe fuori un casino: o prima o dopo qualcuno si sente toccato e risponde per le rime, nasce la rissa mediatica e buonanotte al bel blog e alle alte discussioni.

Quindi è questo che chiedo a chi può intervenire: questo blog ha delle "regole minime d'intelligenza" da rispettare e una di queste - intuitiva - è quella di non attaccare intere categorie, cosa che già di per sè è sufficiente "bassa" da non connotare chi solitamente frequenta questo sito. Quando poi il mantra diventa costante offesa personale per un utente, non credo proprio che QUESTO sia il blog che ciascuno di noi vuole.

Mimosa ha detto...

@ Chiara,
effettivamente Tummolo ha generalizzato un po’ troppo con questa ultima affermazione, e giustamente ti senti indignata, lo sarei anch’io al tuo posto,
però lo sai anche tu che tanti tuoi colleghi non sono delle cime, sono presuntuosi e si credono padreterni, chissà quanti ne hai incontrati, io sì, in fondo qui discutiamo di un caso che tra avvocati e magistrati è ricco di esempi.


@ ENRICO,
alla domanda: sì, se lo spiraglio nella memoria non mi inganna, mi pare furono subito controllate le celle (anche perché i poliziotti inizialmente dava credito alla fuga volontaria),
ma con la geolocalizzazione non approdarono a nulla, il telefono non dava segnali, era spento (e la batteria staccata come si appurò in seguito).
Ti ricordi sul caso Parolisi la disputa tra chi diceva che un cell non dotato di gps si può localizzare solo è attivo (se sono in corso telefonate) e altri che dicevano anche se era spento, purché con batteria inserita?

Manlio Tummolo ha detto...

Certo che è una cosa comica, anche se vagamente paranoica: se parlo di lombrichi qualcuno si identifica in essi, se parlo di avvocati non di notevole intelligenza , si identifica in essi. Poi dichiara: "Mi molli". Ma chi la tiene ?

Un avvocato che chiede agli altri di farsi difendere, ma non ha già una specializzata in lettere e una specializzata in laurea triennale di Diritto che l'aiutano nel preparare le sue tremende invettive?

Conviene che la persona reclamante si rivolga al sacrestano Letta: le darà la sua benedizione e suonerà per lei le campane.

Manlio Tummolo ha detto...

Mai usato con nessuno il termine "nazista", è troppo comune, non fa parte del mio repertorio. Semmai "tirannico o dittatoriale".

Ma non c'era qui qualcuno che, qualificandomi "maestro", pensava che mi offendessi ? Già, ma forse era l'amichetta con laurea triennale in Diritto che scriveva, o la letterata che conosce Dante (ma non sa andare oltre il verso finale del canto sugli iracondi e la Palude Stigia) e la grammatica.

Mai visto un avvocato, salvo quelli delle cause perse, che abbiano tanto tempo da perdere su questi blogs a ribattere ad un povero idiota di maestro.

Anonimo ha detto...

@Tummolo
Non si accorge che sta esagerando con i suoi commenti OT? A chi pensa che possano piacere? Mah!!!

ENRICO ha detto...

@ Mimosa

grazie per la risposta riguardo il cellulare. Era proprio quello che volevo sapere : QUANDO e DOVE " perse" la batteria ?

Annamaria Cotrozzi ha detto...

Prof. Tummolo, ma perché questa polemica? Forse vi leggo un po' troppo velocemente, e me ne scuso, ma da un po' di tempo mi pare che si vada verso la rissa, e basta. Dirò un'ovvietà: questo non giova alla qualità del blog. Io non riesco a capire più nulla di quello che dite. Capisco solo che lei e Chiara siete persone che si intendono di diritto, e che magari avete delle divergenze, non concordate su alcuni punti. E allora? Che c'è di male, in questo? Perché piuttosto non spiegate un po' meglio gli aspetti tecnici della questione a noi non addetti ai lavori, senza trascendere così?

Credo che la cavalleria, professor Tummolo, le imponga a questo punto di fare il primo passo per la riconcilazione con Chiara. Sono certa che lei è persona che rispetta questi valori.

Quanto a Michele Misseri, nessuno vuole processarlo né condannarlo in un blog. Personalmente considero deprecabili sia i processi televisivi che quelli, altrettanto sommari, che si celebrano in internet. Però (senza contare tutti gli altri elementi già tante volte indicati, che non si possono ripetere all'infinito) c'è il dato di fatto che Michele Misseri ha confessato e continua a proclamarsi colpevole, mentre le due donne in carcere si proclamano innocenti. Lui neppure rinviato a giudizio, loro all'ergastolo. Non si vorrà dire, spero, che questa non sia una situazione anomala, paradossale.

Buona notte, e calma, per favore.

Mimosa ha detto...

@ ENRICO
quando e dove perse la batteria?
Beh, è facile la risposta: nella colluttazione con chiunque abbia aggredito Sarah, dal momento che la ragazzina aveva le cuffiette e ascoltava musica col cellulare in mano come fanno tante ragazzine.

Il suo telefono comunque non aveva credito per chiamare e lei non avrebbe potuto telefonare a nessuno, solo fare squilli.

Chiara ha detto...

Mimosa....oppure perchè stava con chi sa che l'unico modo per rendere irrintracciabile un telefono cellulare è togliergli la batteria....ossia circa 60milioni di Italiani, dato che ce lo dicono un po' tutti, dai telefilms ai telegiornali. Quando si dice che forse non è sempre bene che ci informino così tanto su tutto...

Mimosa ha detto...

@ Chiara
ma forse un contadino con la quinta elementare non lo sapeva, dato che ignorava cosa fosse la SIM,
a lui - se c'entra - è solo capitato di vedere il cellulare in tre pezzi a terra,
e lasciarli lì preoccupandosi piuttosto di far sparire in fretta il corpicino.

Se fosse stato un estraneo ad aver gettato il telefonino nel fuocherello degli sterpi, o era un totale ignorante di telefonini o non si capisce perché abbia tentato di bruciarlo, senza riuscirci, invece di gettarlo nello stesso pozzo o spargerne i pezzi in altri pozzi.

Solo Michele poteva aver fatto una sciocchezza simile

Buonanotte, nottambula
Mimosa


Vito Vignera da Catania ha detto...

Carissima nottambula Mimosa buona notte,ora a farti compagnia c'è Chiara,oltre a me naturalmente.Il caro zietto dopo aver bruciato gli oggetti della nipote e sta per andare via si accorge del cellulare è cerca di bruciare pure quello,poi ci ripensa e lo toglie dal fuoco,poi risale in macchina e per far vedere che era andato per sbrigare qualcosa nei campi va in un suo terreno"madunato",cercando di farsi notare e avere la scusa di aver fatto qualche lavoretto,perde del tempo ovviamente,e poi lungo la strada butta la batteria,e che poi viene ritrovata,ecco spiegato il suo arrivo ai fagiolini intorno alle 16.15,o 16.30,e non alle 15.45 come qualcuno a voluto farci credere per il suo tornaconto.Spero di essere stato chiaro.Credo che dopo circa un'ora e mezza gli effetti "collaterali" di aver commesso un delitto possano affievolirsi, non credete? Buona notte dolcissime nottambule.

Mimosa ha detto...

Carissimo nottambulo Vito (che sapevo collegato)
ho perfettamente registrato la tua osservazione circa l'arrivo ai fagiolini, e la sto tenendo in caldo per qualche opportuno commento!
Eri stato chiarissimo e "credibilissimo".

Buonanotte anche a te, seppure stanotte io ancora non ho sonno (forse per il vento che soffia) e ho la vena per articoli da pubblicare su tutt'altro argomento (...e altro sito, un mio secondo "mestiere").

Un abbraccio, Mimosa

Vito Vignera da Catania ha detto...

Grazie gentil nobildonna,lo so che li tieni sempre a mente i mie commenti,e ti consiglio di non scordarli,rispecchiano fedelmente la lettura dei verbali,e non le chiacchiere da cortile della Pisanò o del Massari con i suoi trucchi di barba e parrucca.Buona notte dolcissima e cara amica."Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo"!
Arthur Schopenhauer

Mimosa ha detto...

Bravo ineffabile Vito,
"Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo"!
... è più o meno quello di cui mi occupo quando non scivo qui.

Anonimo ha detto...

Dov'è finita la qualità del blog, dice qualcuno.
Comincio ad ammirare il Signor Tummolo.

Manlio Tummolo ha detto...

Gentile Signora Cotrozzi,

la cavalleria è da tempo passata di moda. La parità dei sessi ha anche aspetti negativi, altrimenti sarebbe troppo comoda. Ritorni indietro nei commenti e vedrà chi comincia. D'altronde, io ho specificato che non polemizzo con le signore perché vietato dal decreto Letta. Non ho fatto né nomi, né soprannomi,mentre invece io sono attaccato per nome, per cognome e pure per titolo. La faziosità è sempre cosa di cattivo gusto.

Ho pure cercato di astenermi dall'intervenire e mi trovo citato a dire cose che non ho detto, per cui sarebbe meglio che, tra i due litiganti, gli altri si limitassero a "godere". Se parlo delle scadenze delle ferie giudiziarie, ecco che c'è chi ne approfitta per dire che "noi" abbiamo perso un' "occasione" (?). Poi questa frase ambigua viene mistificata come un equivoco. Tralascio il resto.

Annamaria Cotrozzi ha detto...

Va bene, prof. Tummolo, sulla cavalleria riconosco che ha ragione, ma fino a un certo punto. Perché la parità dei diritti fra uomo e donna dovrebbe escludere qualche piccolo atto di gentilezza in più? Ce ne sarebbe bisogno, di questi tempi, no? Credo che io e lei siamo della stessa generazione, professore, e penso che in fondo su questo sia d'accordo con me. Ora però stiamo troppo divagando, torniamo al tema.

Volevo chiedere questo: tecnicamente, Michele Misseri potrebbe essere ancora rinviato a giudizio, insomma, la cosa potrebbe riaprirsi o no? E a quali condizioni? La confessione da lui resa davanti ai giudici può essere elemento per una revisione della sua situazione giudiziaria? O occorrerebbe la riapertura delel indagini?

La ringrazio e le auguro buona giornata.

PINO ha detto...

@ Gentile A. COTROZZI

Pur dandole atto delle migliori intenzioni evidenziate nel suo intervento delle 23,55 di ieri sera, ritengo farle gentilmente osservare che poteva evitare di dare allo stesso le sfumature del bonario richiamo che una maestrina indirizza ai suoi alunni.
Nè le personalità coinvolte nello scontro dialettico, nè gli utenti di questo blog, di cui lei avrà certamente notato il livello intellettuale, possono esserne i destinatari.
Se altri, prima di lei, non sono intervenuti a sedare quella che ha definito impropriamente "rissa", tra professionisti di vedute diverse, è stato solo per riservatezza.
Uno scontro verbale, anche se non strettamente contenuto nei limiti di una certa ortodossia, non inficia un blog, nè chi ne compone l'utenza.
Pino

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Pino. Lo 'scontro' in parola lo vedo più come un'opportunità di approfondimento che come qualcosa che delegittima uno spazio di discussione, la dimostrazione che questo blog non è una recita parrocchiale, che c'è passione e non disimpegno. Al fondo sono persuaso che Manlio e Chiara, al di là di qualche intemperanza verbale, si rispettino reciprocamente.
Gilberto

Annamaria Cotrozzi ha detto...

Sì, Pino e Gilberto, ripensandoci a mente fresca quello che dite mi trova d'accordo. Sono intervenuta perché i toni si stavano, a mio parere, un po' troppo inasprendo, inoltre mi pareva che Chiara chiedesse di conoscere anche l'opinione di altri e così mi sono sentita sollecitata a dire la mia, ma forse, effettivamente, non era necessario. Mi scuso per il tono, dovuto forse è deformazione professionale, e perciò sicuramente fuori luogo in questo blog, per i motivi che giustamente avete sottolineato.
Va bene così, le critiche sono costruttive, e vanno ascoltate con attenzione.

Ne approfitto per augurare a voi e a tutti gli altri amici del blog un sereno Ferragosto, con affetto.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, vi sto leggendo con molto interesse pur non conoscendo alla perfezione il caso Scazzi, ma ieri sono stata catturata dalla discussione sulla famosa versione “b”, che se da una parte può spiegare alcune stranezze, dall’altra manca di un’analisi più approfondita per capire fino a quanto ci si può spingere.
In linea generale concordo con Mimosa e Giacomo, ma credo si stia facendo confusione con le stesse domande e dubbi che sorgono a chiunque voglia tentare di capire questa versione, e questo perché mancano dei punti fondamentali per poter procedere con i vari ragionamenti, a partire dalla posizione che assumerebbero i 3 in questo caso. Tutti a conoscenza o solo Michele? Mentono perché sotto ricatto, e quindi sapendo di mentire, oppure è una specie di sacrificio per proteggere estranei che non erano nemmeno sospettati?
Ma soprattutto: perché confessare un omicidio che non si ha commesso?

Non credo alla teoria del complotto in questo caso (diverso è il caso Rea/ caserma) che vedrebbe fin troppe persone coinvolte e lavaggi del cervello stile Arancia Meccanica(d’altronde Michele cambia versione 3 volte) per una semplice adolescente come tante altre .
Forse sarà un gioco da piccoli investigatori, ma ogni ipotesi apre scenari diversi e può aiutare a capire quando vale la pena portare avanti una teoria piuttosto che un’altra.
Perché se ad esempio si vuole credere che i messaggi dal cell di Sabrina vengono mandati da altre persone (è solo un esempio), si deve automaticamente credere che Sabrina è a conoscenza dei responsabili e che mente quando dice di averli inviai lei stessa. Non solo, ma con questo si deve anche credere che una ragazza di quell’età preferisca pagare tutto questo (infamia mediatica, processo, carcere, odio della gente ecc.) pur di non fare quei nomi.
Al contrario, se invece fosse solo Michele a conoscenza dei fatti, a questo punto i messaggi di Sabrina varrebbero come prove e quindi dovrebbero essere prese in considerazione.

Gli scenari quindi cambiano e di molto a seconda anche del tipo di responsabilità dei 3, ma per fare chiarezza bisogna per forza tentare di fare un ragionamento il più completo possibile. Quando poi ho letto Mimosa, la quale a mio parere riesce sempre a mettere un poco di ordine, ho colto l’invito di Massimo a partecipare.
Un saluto a Massimo e tutti voi e buon Ferragosto.

Kiba

ENRICO ha detto...

Cara Mimosa

a proposito della batteria, secondo me, non è poi così semplice come dici tu.

A meno che il telefonino non venga scaraventato in un burrone e si distrugga in mille pezzi , la batteria e la scheda sim ( che infatti era ancora al suo posto ) non fuoriescono spontaneamente dalla loro sede per una semplice caduta in terra del cellulare : bisogna manipolare un bel po’ per disinserirle
Naturalmente questa è la mia opinione Poi posso anche sbagliarmi, è ovvio !

Buona giornata

magica ha detto...

la cosa che piu' mi da' fastidio sono i :due pesi e due misure.
se le diatribe avvengono fra ..
come vengono definiti..gli
" intelletuali"?? ben vengano . piacciono .. se le diatribe avvengono fra persone che loro credono non intelletuali . vengono tacciate come rovina blog ,
un conto è dirla . un altro è viverla . la cultura si acquista viaggiando per il mondo .
non con parole difficili . denigrare le persone, definendole stupide.minacciarle di offese che non piacerebbero .
non sono polemica , ma puntigliosa .. e adoro tummolo che ci vuoi far . i gusti son gusti. .


.

PINO ha detto...

Colgo l'occasione per augurare BUON FERRAGOSTO a tutti i collaboratoti del blog, ed al titolare Prati.
Pino

Chiara ha detto...

hai detto bene magica: due pesi e due misure, infatti il battibecco tra te ed Enrico è stato stigmatizzato e molti sono intervenuti perchè la smettessi di cercare lo scontro con giochetti verbali, qui viceversa si usa una comoda (e ipocrita) "correttezza politica" che contraddice tutto ciò in cui scrivendo qui si professa di credere...solito abisso tra dire e fare!

Siete perfettamente in grado di capire che a differenza di altri battibecchi tra utenti, qui c'è una parte che, pur difendendosi, ha provato a chiudere più di una volta, ed una che posta di continuo interventi sprezzanti unicamente per provocare; voi avete avuto il privilegio di avere un interlocutore che ha saputo smetterla insieme a voi, io mi ritrovo con uno che non la smette di tirar su di catena; e dire che, sui contenuti, quando tocca a voi vi scioccate di esternazioni ben più risibili di quelle che Tummolo rivolge a me...eh, ma è tutta un'altra cosa quando capita agli altri eh? è tutta un'altra cosa riprendere magica piuttosto che tummolo.

E allora l'unica speranza perchè la cosa cessi, se non vuol cessare chi accende la miccia, è che chi è dall'altra parte si lasci scoppiare le bombe in faccia. Una, due, tre, dieci, infinite volte, finchè l'altro non avrà appagato la sua sete di tiranno.

Voi siete capaci di assistere muti e disinteressati; io invece non sono quella che sopporta in silenzio, di cui sopra; quindi qualcosa nell'equazione non funzionerà. chiedere è lecito, rispondere è coerenza e giustizia; che non è prendere le parti di alcuno, ma esercitare mediazione e obiettività; e qualificare continui insulti e dileggi come "divergenze d'opinione" è tutto fuorchè essere obiettivi e schietti. Riservatezza è l'ultimo dei sostantivi che viene in mente per questo atteggiamento pilatesco.
Vuol dire che continuerò a fare l'inevitabile: difendermi; quali che siano le conseguenze sulla discussione.

magica ha detto...

chiara
ho avuto l'occasione di dire quello che avevo in serbo.
non credo che tu abbia soggezione di tummolo .quello che gli vuoi dire lo hai scritto ,
a piace come scrive . e non mi soffermo sugli eggettivi o altro.
sopratutto con la frase dell'uovo che è la classica risposta che si usa a volte in veneto mi ha fatto ridere .- ma non per dimiunire la tua persona .. cosi' per il suo modo scrivere . lo so che arrivera' qualcosa anche per me. è il suo modo di essere .
per aver fatto una puntualizzazione : ti giuro senza aver voluto offendere , mi sono capitate delle frasi aggressive . infatti tu scrivi: è tutta un'altra cosa riprendere magica .è il solito modo di fare , di certi: due pesi e due misure . .
sono comunque del parere che tu ti sappia difendere bene .

Paolo ha detto...

Sono nuovo.
Ho letto con interesse del profilo FB
Regen relazionato tra più persone.
Mi sono ricordato che anche per i fratellini di Gravina, gli amici sapevano della prova di coraggio che si faceva in quella cisterna.
Nessuno ha parlato.
Questi amici del profilo cosa hanno detto?
Complimenti al blog.

Chiara ha detto...

"è il suo modo di essere"

certo, è la sua natura.
la differenza tra accettabile e non accettabile è quella che corre tra il tollerarla e l'incentivarla.

il fatto che io non abbia soggezione e mi sappia difendere non toglie che gli insulti che subisco non siano un prezzo consentito per l'altrui diverimento.

Mimosa ha detto...

@ ENRICO
80% delle volte che i vari telefonini nel tempo posseduti mi sono caduti a terra sia sulle mattonelle sia sul pavimento di legno la batteria è schizzata via

beato te che non ti è mai capitato.

Buon Ferragosto anche da parte mia a tutti e al grande Massimo

Mimosa

Anonimo ha detto...

Che manine fragili ... con tutti questi cell. che cadono sempre a terra e si frantumano!

Uso cell. da 25 anni e mai che me ne sia caduto almeno uno a terra!

Eh già! Io non ho nulla da dimostrare!

Manlio Tummolo ha detto...

Gentile Signora Cotrozzi,

sono rientrato da poco a casa e vedo ora la Sua richiesta. Certamente, potrebbe essere rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio, ma intanto occorre che i processi in corso terminino, ovviamente con la proclamazione dell'innocenza di moglie e figlia. Questo in via del tutto teorica, a mio parere, se la linea difensiva rimane la stessa: è difficile dimostrare la totale estraneità di due persone, quando erano presenti nella stessa ora e nel luogo in cui fosse avvenuto l'assassinio di una stretta parente, ecc. . Luogo piuttosto ristretto cone può essere una villetta con giardino e garage, non il Palazzo del Louvre o una reggia. Anche se cosi fosse avvenuto, è difficile convincerne gli altri (giudici, giurati, pubblica opinione).

Per il resto, il problema non è costituito dai dibattiti, ma dal voler negare pure l'evidenza di riferirsi a qualcuno in termini negativi, anche quando tra l'altro questo tace, e pure dopo formali riconoscimenti sulla validità di certe asserzioni. La furbetta in questione sa benissimo di aver rotto le scatole in tutti i modi nella precedente sessione del dibattito, anche con mail private. Ripeto, basta scorrere questo stesso forum, vedere i punti in cui è ri-cominciata la frizione, perché si pretende di voltar frittate. Ripeto: ho evitato, non certo per viltà come la furbetta vorrebbe accusarmi, ma per rispetto formale delle regole imposte, nondimeno la furbetta continua a fare il mio nome e cognome, il che costituisce diffamazione pura e semplice a mezzo INTERNET. Questa furbetta ha sempre evitato di presentarsi integralmente, il suo nomignolo è ambiguo (perché "Chiara" è anche un cognome - cfr. Piero Chiara), dice di svolgere una certa professione, ma il tempo che dedica a rompere le scatole al prossimo con i suoi interventi biliosi, nevrotici, pieni di complessi freudiani, dimostra "ad abundantiam" che non la svolge di fatto, in quanto tale professione ha, se non altro, il carattere di impegnare molto il tempo di chi la svolge, magari dedicandosi poi all'assassinio e al tentato occultamento (detto di passaggio, riuscito meglio - stante la vulgata - ad un contadino che non ad un professionista esperto nell'analisi dei crimini, e tanto basti a spiegare come sia difficile fare quell'atto, che tutti credono molto semplice: far sparire un corpo).

Infine, Carissimo Gilberto,

ti ringrazio per il tuo ottimismo, espresso in perfetta buona fede, ma le interpretazioni delle mie parole in sedi determinate spettano solo a me. La furbetta ed io siamo agli antipodi: non come pensa lei per ragioni di superiorità vera o presunta (come ci si può confrontare con un'ombra senza nome ?), quanto per la differenza di carattere, formazione, età, esperienza, tutto lì.

Chiara ha detto...

nel merito delle stupidaggini dette non entro, ma mi congratulo per avere finalmente smesso il giochino del "ma io non l'ho nominata!", che era davvero indegno.

Vanna ha detto...

Un allegro ferragosto a tutti!

Manlio Tummolo ha detto...

Nominato chi ? Ma pensa soltanto la furbetta di questo blog di chiamarsi "Chiara" ? Anche lo scrittore Piero Chiara si chiamava "Chiara". Esiste pure la versione latineggiante "Clara", col medesimo significato. In questo blog mi scrisse pure, circa die anni fa, una "Chiara" toscana con tanto di cognome che, non avendone l'autorizzazione, non cito.

Manlio Tummolo ha detto...

Errata Corrige: ultima riga "due", non "die".

Vanna ha detto...

Manlio è deliziosa la storiella che hai postato sull'altro dialogo!
Misseri il celtico, Annibale e i pozzi!
Congratulazioni!

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie, Vanna. Mi auguro che almeno il sorriso faccia meditare su tante sepolture fuori norma da quelle parti, e far capire che, se per un avvocato è difficoltoso far sparire n corpo, dovrebbe esserlo maggiormente per un contadino sempliciotto.

Vito Vignera da Catania ha detto...

Ottimo umorismo caro Prof Tummolo,magari l'Avvocato non aveva nessun terreno di proprietà con relativo pozzo? niente pozzo,niente cadavere.Se mai le dovesse capitare di uccidere qualche parente,cerchi di acquistare un pozzo prima,altrimenti mi sa che dovrebbe tenerlo in macchina o andare a seppellirlo da qualche parte,occhio a non farsi scoprire,ok ci scherziamo un po,tanto per sdrammatizzare e allentare le tensioni,buon ferragosto caro Prof,altrettanto per tutti gli amici del blog.

PINO ha detto...

@ MANLIO caro,
seguendo il macabro umorismo,
sembra che, fra romani, ostrogoti, celti ed avvocati assassini, la Puglia sia stata, da sempre, (e noi pugliesi non lo sapevamo)un immenso cimitero idro-ipogeo: vogliamo sfoltirlo un po, traslando una parte del "materiale" nelle foibe carsiche?
Ciao, Pino

Manlio Tummolo ha detto...

Fortunatamente, egregio signor Vignera, non ho nessuno da uccidere per ora. Essendo uomo libero, senza mogli, amanti, corteggiatrici o che altro, nessuno mi dà tanto fastidio da doverlo uccidere. Al massimo litigare virtualmente qui nel blog. E' difficile dover occultare un corpo solo virtuale. Sicché il problema non si pone. Auguro a Sua moglie, a Lei e familiari non solo un Ottimo e Sereno Ferragosto, ma pure una ormai declinante estate altrettanto serena.

marcello ha detto...

"per magica per il post del
12 agosto 2013 22:05:00"
spero che tu abbia scherzato, poi te ne accorgerai... ECCO PERCHE' ADESSO MICHELE LI ODIA A MORTE TUTTI E DUE, cavolo, e pensa se veramente lo avrebbero aiutato, sarebbe andato a casa loro :)

Ci si risente a settembre.

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