lunedì 9 luglio 2012

Salvatore Parolisi. Il problema mai risolto e le due frasi che lo scagionano. Ed a questo punto l'assassino potrebbe essere l'uomo invisibile...


Ho sempre sostenuto che per trovare l'assassinio di Melania Rea, come di prassi si usa fare in un qualsiasi caso di omicidio, occorre concentrarsi sul luogo in cui l'assassinio è avvenuto. Nel caso in questione ci hanno detto essere lo stesso del ritrovamento, quindi ci si doveva concentrare su Ripe di Civitella e non sul Pianoro di San Marco. Questo perché quanto rinvenuto sul corpo della vittima e sul luogo del delitto, anche la più piccola impronta genetica o l'ultima e minuscola goccia di sangue, si specchierà per forza di cose in chi ha compiuto l'omicidio. E d'altronde che senso ha il cercare un colpevole in un luogo in cui nessun delitto si è consumato? Per come è concepita la giustizia in Italia è un fatto grave il dare dell'assassino e tenere in carcere qualcuno senza avere minime prove. Ancor più grave sarebbe il condannarlo senza aver trovato alcuna goccia di sangue sui suoi indumenti, sulla sua auto, senza aver trovato un arma riferibile a lui, senza ci sia alcun testimone che dica di averlo visto almeno avviarsi sulla strada che porta nella zona dell'omicidio. E' un calcolo matematico che vuole prenda l'ergastolo solo chi, se non le prove, accumula su di sé indizi di colpevolezza concordanti. E se è vero che in casi del genere due più due per il giudice fa quattro, è anche vero che in mancanza di indizi logici, e sottolineo logici, due meno due fa zero. Tornando a bomba c'è da dire che gli inquirenti ascolani e teramani si son trovati di fronte a due problemi matematici. Uno riguardante quanto accaduto al Pianoro di San Marco, e qui non si parla di omicidio ma di alibi, ed uno riguardante l'assassinio consumatosi a Ripe di Civitella. Vediamo come hanno scritto e risolto il primo.


Problema 1: Una famiglia, composta da madre, padre e figlia, un giorno decide di andare a svagarsi per un paio d'ore in un Pianoro, che chiameremo area A, diviso in cinque parti. Una dedicata ai bambini, con scivoli ed altalene, denominata zona b. Una dedicata ai ragazzi, con impianti sportivi ed un campo da calcio (zona c). Una dedicata al ristoro, con un chiosco provvisto di sedie e tavolini (zona d), una dedicata al riposo delle persone più anziane, con alberi ed un piccolo campo di bocce (zona e), una dedicata al ricordo, in cui è presente un monumento ai Caduti (zona f). Case, villette private di persone altolocate o di associazioni a scopo benefico, oltre ad un ristorante, recintano le cinque zone e risultano parte dell'insieme, quindi si inseriscono nell'area A. Sapendo che negli orari in cui il capo famiglia dice di essere stato nella zona delle altalene (zona b) con moglie e figlia, si trovano sul prato degli impianti sportivi (zona c) sedici ragazzi che non vedono alcun componente della famiglia (solo uno parla di ombre accanto alle altalene) e scattano foto che non ritraggono né auto nè persone. Sapendo che all'incirca nello stesso periodo nell'area ristoro (zona d) sono presenti un barista, a posteriori giudicato inattendibile, ed un suo amico a cui non piace osservare. Sapendo che nell'area dedicata agli anziani (zona e) due giardinieri stanno potando e sistemando il sottobosco, e non notano movimenti al parco giochi durante i viaggi fatti per scaricare i rami tagliati. Sapendo che anche quattro operai sono di certo presenti all'interno dell'area A: tre muratori macedoni ed un imbianchino, e tutti sostengono di non aver fatto caso a nulla perché non c'era nulla a cui far caso. Sapendo che altri potenziali testimoni entrano nelle varie zone a fasi alterne: un gruppetto di ragazzi in scooter, nessun avvistamento neppure da parte loro; un uomo giunto in automobile per fare una telefonata ravvicinata al figlio, niente di rilevante alla sua vista; una madre con figlia e suocera in cerca di fresco e riposo, che non manda la nipote ai giochi perché dice non c'erano bimbi; cinque amici, fra cui due ragazze, che si accollano mezz'ora di strada per restare un'ora a mangiarsi un gelato ed a bersi una birra, niente di rilevante da segnalare; una coppia di anziani, col nipote ed un amico di quest'ultimo, che affermano di aver attraversato sulle 15.00 la zona altalene senza aver notato anima viva... si chiede: ipotizzando che la famiglia sia partita da casa in un orario fra le 14.10 e le 14.20, che la certa presenza del marito al Pianoro viene registrata in un orario che varia dalle 15.23 alle 15.40, che la moglie verrà poi trovata morta a 18 chilometri di distanza (l'orario supposto dal patologo parla di un'aggressione partita sulle 14.45/14.50)... chi ha ucciso Melania Rea? 

Quanto scritto in due mesi e mezzo dai carabinieri di Ascoli (il 9 luglio vi fu la richiesta di arresto), come si può notare è un problema semplificato a cui sono state tolte le incognite e le innumerevoli variabili. Un problena incanalato in una inequivolabile direzione. Un problema risolto senza porsi troppe domande ed inviato ad una procura che a sua volta ha tratto uguali conclusioni e l'ha spedito a un giudice, ultimo incaricato di verificare se il problema stia davvero nei termini esposti. Se il giudice si accontenterà dei dati considerati certi dai carabinieri, senza chiedersi nulla delle incognite, perché su queste non figurano indagini significative perciò non esistono agli atti, il quesito all'apparenza gli parrà di facile soluzione, visto che in quanto scritto tutto porta a credere sia il marito l'assassino. Insomma, a leggere il problema per come è esposto pare proprio che in quell'orario l'uomo non fosse presente all'interno della zona A. Ma ci potrebbero essere grosse sorprese dato che neppure sta scritto da nessuna parte che il non essere visti dove si è detto d'essere faccia diventare automaticamente colpevoli di omicidio. E se il giudice preposto a trovar la soluzione al problema avesse una visione ed una preparazione più ampia e completa? Se avesse capito che in mancanza di testimoni a favore, ma in presenza di dichiarazioni rilasciate dopo mesi dall'accaduto, sono le parole dell'imputato a dover essere vagliate al meglio per verificarne la genuinità? In questo caso potrebbe stracciare tutte le pagine che riguardano il Pianoro. Potrebbe capire che anche lasciando perdere le incongruenze non verificate al meglio dai carabinieri la soluzione è un'altra.

Vengano eliminati quindi gli elementi che potrebbero aiutare la Difesa. In primis il Ranelli, il cane molecolare, i testimoni particolari (anche per zona in cui vivono), le auto e le persone di sicuro presenti al pianoro ma non rintracciate, quali ad esempio le due donne fissate nei fotogrammi delle telecamere del chiosco di cui si vedono solo i pantaloni, quelle scambiate inizialmente per la Sturba e la Sirocchi (ma chi erano in effetti?). Si elimini tutto e si tengano in considerazione solo i testi che convogliano la ragione sulle procure che si sono avvicendate nell'indagare. Si elimini tutto e si dia per certo che nessuno il 18 aprile ha visto, dalle 14.40 alle 15.20, persone all'interno del parco giochi del Pianoro. Dopo aver fatto questo si leggano le prime dichiarazioni del Parolisi, quelle che danno ragione ai testimoni ed alla procura, quelle che però contengono anche la certezza che nell'orario indicato il marito di Melania Rea si trovava nella zona delle altalene. Lui infatti dice di esserci stato, di aver dondolato la figlia, di averle fatto raccogliere le margherite... e che nessuno un quel lasso di tempo è salito sulle altalene. Questo signori miei è un alibi di ferro, visto che non c'è stato chi lo abbia smentito dicendo: no, in quell'orario alle altalene dondolavo io mio figlio ed il Parolisi non l'ho visto proprio. Motivo per cui se nessuno è stato visto nella zona altalene, come dicono i testimoni e gli inquirenti, il Parolisi c'era per forza di cose. In caso contrario come faceva, se non presente in loco, a sapere che effettivamente in quei quaranta minuti alle altalene non era salito nessuno? Con questa dichiarazione è diventato un testimone credibile, perché non vi fosse stato non avrebbe potuto parlare in simbiosi con gli altri. Perché se qualcuno il 18 aprile alle 15.00 fosse andato a dondolare un proprio figlio o un nipote, lui, non potendolo sapere se non presente, sarebbe entrato in carcere la sera stessa della scomparsa.

Una volta analizzato e metabolizzato al meglio questo ragionamento, il buon giudice potrebbe poi arrivare ad accorgersi di un altro fatto strano. Potrebbe accorgersi che non c'è stato inquirente che si sia preso la briga di risolvere il secondo problema. Quello più importante perché riguardante il luogo dell'omicidio, l'unico che meritasse di essere sviscerato a fondo. Vediamolo.  

Problema 2: Il cadavere di una donna viene rinvenuto il 20 aprile in un bosco nei dintorni di Ripe di Civitella, che chiameremo area A, grazie ad una persona rimasta anonima (?) che telefona alla polizia da una cabina telefonica di Teramo. Il luogo in cui è avvenuto l'omicidio si presenta diviso in tre zone ed in sei sottozone. Una, che chiameremo zona b, frequentata dai militari di due caserme (quella di Ascoli, in cui si addestrano allieve, e quella di Chieti). Una, che chiameremo zona c, molto vasta e frequentata sia dai cercatori di tartufo che dagli amanti della montagna e del softair, in quanto boschiva. Una, che chiameremo zona d, in cui si trova un chiosco in legno con annessa area picnik. Le sei sottozone, che chiameremo s1,s2,s3,s4,s5,s6, sono in realtà postazioni militari che si creano ogni qualvolta vi sono esercitazioni nella zona b. Servono a controllare il perimetro dell'area A e fare in modo che non vi entrino civili. Il chiosco con l'annessa area picnik della zona d è ben conosciuto dai militari delle due caserme sopracitate. Parlo di quelli che frequentano, o che hanno frequentato in passato, il poligono della zona b. Riferendosi solo agli ultimi tre anni, periodo in cui la vittima ha avuto la residenza in Ascoli, si deve considerare che almeno 6000 militari, di cui circa 4500 allieve della caserma di Ascoli, hanno passato del tempo in quel punto con chiosco ed area picnik. Ma è ben conosciuto anche dai civili del luogo, siano di Ripe o dei paesi limitrofi, che nei caldi giorni estivi vanno, col cestino dei viveri, plaid e tovaglia, in cerca di refrigerio. Detto quanto sopra. Sapendo che la vittima era scomparsa già dal 18 aprile. Sapendo che è stata aggredita con un coltellino a scatto. Sapendo che indossava un giubbotto in grado di attutire i colpi. Sapendo che è stata colpita 23 volte ed è deceduta dopo 20/30 minuti di agonia. Sapendo che all'atto del ritrovamento il suo corpo si presentava posizionato "a modo". Sapendo che aveva i pantaloni e le mutandine abbassate, abbassamento avvenuto in fase antecedente l'omicidio. Sapendo che in una fase molto successiva (dato che solo nelle ferite da staging i batteri sono ancora in superfice e non penetrati in profondità) le sono state inferte altre 12 coltellate col medesimo coltellino. Sapendo che, in contemporanea a questa fase, sul suo corpo si sono incisi con un punteruolo tre disegni formati da righe, così da creare diversi tipi di croce. Sapendo che nell'arcata dentale e  su un labbro della vittima si è rinvenuto un dna riferibile al marito (pur difficilmente databile). Sapendo che sotto il seno aveva conficcata una siringa completa. Sapendo che nei pressi del corpo si sono trovati: un vecchio laccio emostatico, un pistone, un barilotto ed un involucro (questi ultimi tre oggetti sono parti di una seconda siringa). Sapendo che sparsi attorno al corpo si sono rinvenuti alcuni suoi oggetti personali: un accendino, un paio di orecchini (sfilatisi senza lasciar ferite sui lobi), un cellulare ed un anello di fidanzamento. Sapendo che sul corpo si sono rinvenute cinque formazioni pilifere, cinque dna parziali ed una strisciata ematica con forma particolare (tutti estranei all'ambito familiare). Sapendo che sul giubbotto si trovava, mischiato al sangue della vittima, un altro dna. Sapendo che sul ballatoio del chiosco era l'impronta parziale insanguinata di una scarpa militare (o similare) numero 38/39. Sapendo che su due pareti del chiosco, sugli alberi e sul terreno, si sono rinvenute tracce di sangue schizzato durante l'azione omicida (per cui l'assassino si è di certo macchiato e la vittima ha di certo urlato non essendo morta all'istante). Sapendo che il 18 aprile, ma anche il 19, nella zona b si trovavano 22 militari di Chieti che nulla hanno sentito. Sapendo che l'aggressione dal patologo viene datata alle ore 14.45/14.50 del 18 aprile. Sapendo che 15 minuti prima della suddetta aggressione si trovavano seduti nella zona d (area picnik) 9 dei 22 militari che si esercitavano nella zona b. Sapendo che nella zona c si trovava almeno un cercatore di tartufi con il suo cane. Sapendo che le coltellate inferte mentre il cadavere era in rigor mortis non hanno una data certa e potrebbero risalire al giorno 19 aprile ma anche alla mattina del 20. Sapendo che negli stessi due giorni nelle sei sottozone s1,s2,s3,s4,s5,s6, si trovavano 6 sentinelle preposte a vietare il transito ai veicoli civili. Sapendo che di queste sentinelle almeno quella presente nella zona s6 doveva vedere le vetture che si recavano al chiosco della Pineta. Sapendo che tale sentinella non ha notato né salire né scendere l'auto della famiglia Parolisi. Sapendo che gli unici schiamazzi sentiti nella zona d, quella del chiosco, dalla suddetta sentinella e dalla stessa ammessi in interrogatorio, erano riferibili a suoi commilitoni (forse intenti a pranzare). Sapendo che di fronte alla sottozona s6 in quei due giorni di esercitazioni sono passati molti mezzi militari che non han destato allarme. Sapendo che gli unici mezzi civili saliti e notati in un orario a ridosso della morte (15.00/15.30) sono un fuoristrada grigio ed una Fiat Stilo. Sapendo che in orario serale le sei sottozone e la zona b vengono abbandonate dai militari. Sapendo che nella stessa zona b operavano anche dei civili, addetti alla manutenzione del poligono ed alla sua sistemazione per le prossime esercitazioni. Sapendo che il cellulare della vittima pare aver cambiato posizione ed essere stato parzialmente manomesso. Si chiede: chi ha ucciso la donna trovata cadavere al chiosco della pineta di Ripe, considerato che il marito ha ammesso di aver avuto con lei, nello stesso luogo in cui si è rinvenuto il corpo privo di vita ma in data antecedente, un rapporto sessuale?

Come si nota subito il secondo problema risulta essere ben più difficile del primo. E' questo il motivo per cui non c'è stato chi davvero abbia avuto la voglia di risolverlo? Com'è possibile che una donna arrivi in un luogo ben controllato, e qui venga uccisa, senza che vi siano avvistamenti di alcun genere? Possibile che lei, come l'assassino e il depistatore, sia risultata invisibile per più giorni? E' il fatto di avere a che fare con persone invisibili che ha convinto gli inquirenti a nascondere il problema in una cartella con su scritto: depistaggio da parte del marito assassino? E' per questo che non si sono tratte le giuste conclusioni? Quelle che spetteranno nuovamente al buon giudice? Perché non si sono accorti che anche in questo caso vi sono parole da analizzare, parole che con un giusto ragionamento smentiscono ogni tesi della procura ed escludono sia stato il marito a depistare? Non parlo del fatto che nei giorni della scomparsa di sua moglie l'uomo sia stato sotto l'occhio vigile di parenti e militari, parlo delle sue parole. Quelle parole che tutti, dai carabinieri ai procuratori ai media, hanno considerato essere una prova contro di lui quando in realtà lo discolpavano. Dire: "Ho avuto un rapporto sessuale con mia moglie due o tre settimane fa in questo punto accanto al chiosco, quindi se ci sono tracce riconducibili a me tenetene conto", non può in alcun modo far pensare ad un Parolisi depistatore. Lui sapeva perfettamente dov'era avvenuto il rapporto sessuale, tanto che mostra il punto e ne parla al Pm il 22 aprile.

Nessuno ha pensato che se davvero fosse andato a depistare avrebbe fatto qualche riga in meno sulle gambe o sulla pancia del cadavere, trovando così il tempo per pulire al meglio (l'acido muriatico e l'ammoniaca stanno in ogni casa), o al limite grattare o staccare, la parte di ballatoio interessata dal suo sperma? Può un depistatore che cura ogni particolare, tanto da sistemare il cadavere per come voleva si presentasse agli inquirenti, dimenticarsi di cancellare quelle tracce che potrebbero incolparlo? Certo che no! Quindi il Parolisi parlando del rapporto sessuale ha dato agli inquirenti la prova di non essere stato chi ha depistato. E dargli del depistatore dopo quella sua affermazione stupida sul rapporto sessuale, pare davvero un azzardo buono solo per chi si adagia e sui concetti non ci vuol ragionare. Ciò che al giudice preparato apparirà, quindi, sarà un'indagine nata da una cenere che non nascondeva nessun carbone ardente. Solo altra cenere. Non può essere diversamente e si renderà perfettamente conto che bastava ragionare sulle due frasi per incanalare le indagini in diversi filoni investigativi e non sul marito. Due frasi stupide ma buone a scagionare. Una per darlo presente al Pianoro di Ascoli, e fargli avere un alibi, ed una per darlo assente al chiosco della pineta di Ripe, e farlo considerare innocente.

Si è detto che il Parolisi è entrato nel mirino della procura quando si è capito che altre piste concrete non erano percorribili. Ma forse, se proprio non si riusciva a trovare nulla di concreto e fisicamente solido fra gli abitanti delle Marche e degli Abruzzi, piuttosto che infossarsi sul Parolisi e non riuscire a risolvere un problema, si poteva partire col pensare che il vero assassino si trovava, e forse si trova ancora, in una condizione di invisibilità totale. Come scrisse Umberto Eco quando presentò il libro "Storia dei RosaCroce": "L'Ordine dei RosaCroce non si sa se esista realmente e di certo nessuno conoscerà mai un rosacroce perché un rosacroce non si manifesta al pubblico". Ora c'è da dire che se i rosacroce non si manifestano al pubblico, chi in rete dice di esserne l'imperatore ed esorta ad affiliarsi in effetti potrebbe essere solo un uno qualunque che vanta di essere a capo di un Ordine che non esiste. In base a questo potrebbe pure non esistere la sede RosaCroce di Colledara, una località in provincia di Teramo che dista mezz'ora da Ripe. Parrà che io dica una sciocchezza, però fateci caso: le iniziali sono una R per Rosa ed una C per croce, esattamente come quelle che servono per comporre il nome: Rea Carmela. Ma, altra sciocchezza a cui non far caso, una C ed una R si trovano incise anche sullo stemma della caserma Clementi. Inoltre, terza sciocchezza da dimenticare, una R ed una C sono le iniziali di una località ormai famosa: Ripe di Civitella.

Certo, si può pensare che queste siano sciocchezze senza un reale peso in una vicenda che parla di omicidio. E lo sono senz'altro, esattamente come quelle che riguardano pettegolezzi e intercettazioni fra amanti, quelle portate dalla procura al giudice per chiedere la condanna del Parolisi. Ed a pari condizioni, se proprio non si voleva indagare nella maniera migliore, se proprio si voleva lasciare il caso insoluto (state certi che fino a quando si agirà in base ai suddetti pettegolezzi Melania Rea non avrà una vera giustizia), era meglio lasciar perdere il marito e cercare un colpevole invisibile sul territorio. I media avrebbero guadagnato meno, ce ne potevamo fare una ragione, e una bimba di pochi anni non avrebbe sofferto anche per la mancanza di un padre...

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267 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 267 di 267
PINO ha detto...

NON POTETE nominare il mio nome invano, io vi "leggo" :-)
Sono quì e concordo con l'impareggiabile archivista del blog, che qualcuno ci a mandato per castigare le nostre deboli memorie: da lei non si può sfuggire!!
Entro domani pomeriggio, penso di postare la mia relazione, tranciata, però, per non ripetere cose già scontate.
Dopo che l'avrete letta, non risponderò alle vostre contestazioni, che sarete liberissimi di fare, non escluso il patibolo.
Ma andateci piano, dopo tuto sono solo rappresentazioni teoriche, che diamine....

Mimosa ha detto...

@ PINO
io cerco di essere sempre obiettiva ed è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare (anche se talvolta sono "impetuosa").

Però, scusa, se la tua è una "Relazione", non devi tralasciare cose "scontate", deve avere una linearità e una logica nella sequenza quindi ...!!!
scrivi come se tutto fosse ex novo
... e tutti saremo benevoli ... :-)) nessun patibolo ... ;-)

Mimosa

PINO ha detto...

VA BENE CARISSIMA MIMOSA, ma non attenderti molto: io dipingo e scrivo di getto. Non sono un manierista.
Ti do la buona notte, A domani.
Pino

Mimosa ha detto...

Buona notte carissimo Pino.
A domani.
Mimosa

PS: se scrivi come dipingi, avremo un bellissimo quadro!

ENRICO ha detto...

@ PINO

in tutta questa storia non c'è proprio NIENTE di SCONTATO

Soprattutto per i molti che l'hanno seguita solo attraverso la TV e le "indiscrezioni" dei giornalai !


Quindi : SCRIVI TUTTO !!!

Antonello ha detto...

Io lascerei perdere i giornalai, veramente, solo per fare un esempio in Spagna ne stanno accadendo di tutti i colori, sparano proiettili di gomma sulle folle che manifestano, c'e' praticamente una rivolta in corso degli operai derubati delle tredicesime (mentre i banchieri continuano ad avere pure la quattordicesima) e in Italia non un media, non una tv che abbia l'atdire di semplicemente dare le notizie, loro pagano gli stipendi e loro decidono cosa si deve o non si deve scrivere, non un virgulto di montanellianita', non un gruppo di intrepidi che li mandino a spigolare fondandosi una propria "voce".
Siamo al fascismo mediatico, al controllo del dissenso piu' che del consenso, che piaccia o no oggi tutti i media, alle volte riesco ad escludere "Il fatto quotidiano", sono asserviti e la nostra cecita' servita.
Che qualcuno possa avere poi parenti in Spagna e che sia aggiornato tramite semplice cellulare sembra freghi nulla a questi signori della politica e dell'informazione, daltronde gli danno le sovvenzioni dai nostri soldi vorrete mica che scrivano le verita'???
A giardare oggi l'Italia, bene a fondo, viene il magone, e chi l'ha ridotta cosi' si decantano pure dei genii della macroeconomia, i luminari della sociologia applicata alla distruzione di un qualcosa per natura sfugge ai lacci dei dittatorini da corsa.
Scusate l'OT

Antonello ha detto...

Seconda perizia sui vestiti e scarpe di S.
Non c'e' traccia di sostanza ematica da nessuna parte, che vogliamo farne una terza???

http://www.abruzzoweb.it/contenuti/teramo-omicidio-rea-nuovi-esami-dei-ris-niente-sangue-su-vestiti-e-scarpe-di-parolisi/484622-4/

Manuela1° ha detto...

..in effetti gli si contesta di aver consegnato pantaloncini diversi da quelli indossati il giorno della scomparsa. Pare che quelli avessero delle righe laterali e invece quelli da lui consegnati, siano a tinta unita e molto più corti rispetto a quelli indossati.

Manuela1°

Sabry ha detto...

Antonello,hai fatto bene a mettere in link sulle analisi dei Ris...lo stavo postando proprio io in questo momento...
Mimosa,infatti ho sempre pensato(dopo che è venuto fuori che fu Melania a voler andare sul pianoro)che lei avesse un appuntamento con qualcuno,e da lì la scusa per allontanarsi dalle altalene,perchè i cani l'hanno fiutata li e sinceramente credo al loro fiuto,visto che negli altri casi sono sempre stati presi in considerazione,in questo no!!chissà perchè..ora aspettiamo il responso degli orologi dopo il buco nell'acqua dei vestiti.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti. Trovo che la ricostruzione di Anna sia molto vicina alla realtà e piena di spunti da approfondire. Attendo con interesse di conoscere anche la relazione di Pino. Vorrei segnalarvi un altro articolo:http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/07/14/news/melania-perizia-a-un-anno-dall-arresto-di-parolisi-quot-niente-sangue-su-vestiti-e-scarpe-del-caporale-quot-1.5404414, che nella sostanza non aggiunge nulla ai soliti, ma contiene due cose interessanti. Si sottolinea stranamente, per prima cosa, il fatto che non ci siano prove a carico di Parolisi e poi si legge: " Il gup Marina Tommolini , da qualche settimana in servizio alla Corte d’Appello di Ancona ma rimasta applicata a Teramo per il processo, ha scandito il rito abbreviato con una super perizia sull’ora della morte e nuovi accertamenti". Questo ultimo passaggio può, secondo voi, essere letto come l'applicazione certa della Tommolini al caso, nonostante il trasferimento? Finalmente qualche notizia confortante?
Sarahkay

Anonimo ha detto...

@manuela1
In effetti SP e' ripreso dalle telecamere del Ranelli con pantaloncini con una banda laterale. Evidentemente si pensa che gli investigatori non abbiano visionato tali filmati e si siano fatti consegnare dei vestiti diversi? E' impossibile una tale opzione.
Francesco

Antonello ha detto...

@Francesco
nemmeno io credo che S. Ipoteticamente abbia potuto pensare di consegnare pantaloncini cosi' diversi, ne riesco a pensare che gli inquirenti nel remoto caso se la siano potuta bere, le immagini sono chiare mi sembra e gli inquirenti devono per forza avee visionate prima di chiedere quei vestiti o dopo che S. gliel'ha consegnati.

@Sabry
eppure io non smetto di analizzare l'ipotesi inversa, e cioe' che fosse lui ad avere un appuntamento e che lei abbia potuto seguirlo nascondendosi poi dietro al monumento.
Certo che in quel caso ci sarebbero due testimonianze da analizzare.
Tante per dirne una l'auto dei macedoni, il piu' giovane che va al "Il cacciatore" a prendere tre caffe' e l'anziano addirittura che chiama la forza pubblica evidentemente allarmato.
C'e' da pensarci ma non mi sembra una possibilita' da archiviare.
La chiave, secondo me, di cio' che e' potuto accadere a CSM sta in cio' che e' successo la "sera prima" e che Lud. dice di non aver riferito.

Sabry ha detto...

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2012/13-luglio-2012/trapani-sfida-star-criminologiabruzzone-bruno-consulenti-indagati-201996390157.shtml



Guardate qua,riecco la Bruzzone che si mette in mostra....difenderà il marito assassino della donna uccisa di Trapani incinta di 9 mesi

PINO ha detto...

LA MIA TEORICA RICOSTRUZIONE
1° parte
Di ricostruzioni ipotetiche, sul caso Rea, ne sono state fatte moltissime, comprese quelle ufficiali sostenute dalle due Procure, interessate delle indagini: quella di Ascoli prima, e di Teramo poi, investita per competenza territoriale del caso, compilate separatamente, ma senza alcuna differenza sostanziale.
Ricostruzioni che hanno portato l’indagato unico, Salvatore Parolisi, alla custodia cautelare in carcere, con l’accusa di aver ucciso la moglie, e di averne vilipeso il cadavere.
Il movente, per l’accusa, sarebbe quello passionale, per cui SP si sarebbe trovato stretto in un imbuto provocato dalle impellenti esigenze dall’amante, Ludovica P. , soldatessa ed ex allieva del caporalmaggiore Parolisi, al corso di addestramento presso la caserma “Clementi” di Ascoli Piceno, e la moglie, Carmela Rea, chiamata Melania che reclamava, anche con minacce, l’immediata cessazione della relazione.
Una situazione di estremo logoramento psicologico, secondo i rappresentanti della legge, che avrebbe spinto il Parolisi all’eliminazione della moglie, come unico rimedio possibile, per riavere la sua libertà.
La dinamica, fornita dai PM afferma che il pomeriggio del 18 aprile, 2011 intorno alle ore 14,10-14,15 Parolisi conduce moglie e figlia alla pineta di Ripe di Civitella, per un momento di relax, dove, una volta giunti, la coppia si è appartata, mentre la bimba dormiva, per avere un rapporto sessuale. Nel momento in cui MR si abbassa pantaloni, collant e mutandine, pronta per l’approccio, il caporalmaggiore l’aggredisce proditoriamente, armato di un coltello pieghevole, col quale la ferisce a morte con 21 colpi inferti in parti diverse del corpo.
Melania muore per dissanguamento, dopo una ventina di minuti, ed il suo corpo, viene ritrovato nello stesso punto, dopo 2 giorni. Presenta altre ferite, inferte dopo il suo decesso a scopo di vilipendio.
Questa l’essenza della dinamica omicidiaria, fornita dall’accusa. Chiunque potrà leggerla per intero, nelle Ordinanze.

E’ mia ipotetica convinzione, che la ricostruzione fornita dalle Procure abruzzesi, che hanno portato all’arresto di Salvatore Parolisi, non è stata condivisa da una gran parte dell’opinione pubblica italiana, anche se strombazzata senza pudore da molti mass-media in cerca di video-gradimento.
E NON SAREBBE POTUTA ESSERE CONDIVISA, per le numerosissime lacune che la relazione accusatoria presenterebbe nella sua stesura delle circostanze, e nella cronologia in cui esse vengono incasellate.
NON SAREBBE POTUTA ESSERE ACCETTATA accettata per la vaghezza del contenuto del referto autoptico sensibile ad interpretazioni diverse, ed infarcito di frasi dal costrutto criptico che rivelerebbero una vaga sensazione di imbarazzo del compilatore.
Infine NON SAREBBE POTUTA ESSERE RITENUTA VALIDA, per la evidente, metodica eliminazione di tutto quanto convergeva, e converge tuttora, a scagionare il Parolisi dall’accusa del reato attribuitogli, di cui ne citerò li estremi.
(continua)

PINO ha detto...

continua:

Nelle migliaia di pagine di questo blog, sono state sviscerate in modo logicamente calibrato, e su basi meramente scientifiche, le motivazioni per le quali la maggior parte degli autori di esse sono in dissenso con la versione “ufficializzata” dei fatti.
Fatti che, secondo una mia personale ipotesi, avrebbero per sfondo uno scenario radicalmente diverso: nella descrizione dei quali, quindi, cercherò, nelle mie modeste possibilità linguistiche di essere il più chiaro possibile, ma anche conciso.
Nel primo pomeriggio del 18 aprile del 2011, la coppia Parolisi si sta preparando per una breve gita fuori porta, e precisamente a Colle San Marco, distante 8 km da Folignano, ciitadina dove risiedono.
Durante i preparativi, Melania riceve una telefonata dalla madre, alla quale comunica che stanno per partire per la collina. Mangia,forse una piadina, beve un po’ di latte ed è pronta per andar via.
SP prepara l’auto, sistema la bambina, ed in abbigliamento leggero (maglietta e pantaloncini) attende la moglie intesa a chiude la porta dell’appartamento.
Un coinquilino, dalla finestra ha assistito alla scena preparatoria ed alla partenza della coppia.
Sono circa le 14,15, e da questo punto inizia il mistero del caso Rea.
(il resto domani. PINO

anna ha detto...

per Pino,
aggiungi pure che i testimoni che vedono parolisi la moglie e la bambina partire sono addirittura tre vicini di casa e non uno, a domani i nomi,queste persone vedono partire la famiglia all'incirca verso le 14,15 andando per via Roma, per chi non lo sa via roma è la strada che da folignano porta direttamente a san marco , per andare da folignano a ripe e poi san marco la strada che avrebbe dovuto prendere è all'opposto.................

quindi anche queste testimonianze sono state eliminate........

Mimosa ha detto...

@ PINO, ottima introduzione! già vedo che Massimo ne può ricavare un articolo!

Piccola (banale) obiezione Vostro Onore
(oltre a quella segnalata da Anna che sarà solo integrativa, perché si tratta di testimonianze che seguono l’orario dell’uscita indicato):
Melania non “mangia, forse una piadina” (non c’è testimonianza che mangi alcunché e tantomeno una piadina, questo lo vorrebbe sostenere chi ha ricavato il lume gastrico risultato col tempo labile e mutevole), c’è invece testimonianza che prepara una piadina riccamente farcita al marito, per sé solo un bicchiere di latte, perché curava una dieta.

Giustamente nell’esposizione si ignora il “beve forse un caffè”, non essendoci testimonianza (infatti il marito non beve caffè) e non essendo in alcun modo valide le premesse che “siccome la maggior parte della gente beve caffè dopo mangiato, lei lo abbia bevuto”.

In attesa di leggere il seguito,
un rispettoso saluto
Mimosa

anna ha detto...

ecco i nomi dei vicini di casa che vedono partire la coppia, Trobbiani, Cortellesi,Bernardini,con la precisazione che la strada che prende Parolisi è via Roma che da foligano porta direttamente a san Mrco..........perchè gli inquirenti non parlano di questo?

Testimonianza fondamentale per il percorso fatto da Parolisi........

Mimosa ha detto...

Sei forte Anna!

Mimosa

PINO ha detto...

MIMO', non prendermi ingiro. Già devo difendermi dal caldo che non ci da tregua.
Penso che il seguito non ti deluderà.
Poi, sai, ognuno le cose le vede con ottica personale.
Io dico la mia, e non pretendo che sia vangelo.
Comunque grazie per l'incoraggiamento. Affettuosità

ANNA terro conto dei tuoi suggerimenti, ciao

Pino

Anonimo ha detto...

p.s. Mimosa dopo piadina o scritto "forse", per marcare il dubbio. Non c'è, quindi affermazione. Pino

Mimosa ha detto...

@ PINO
non era una presa in giro, lo sai ... e ho notato la virgola infatti l'ho rimessa nella citazione ...

A me non ha deluso neanche un poco quello che ho letto, sto trepidando per leggere il resto ... col fresco ...

nel frattempo (mentre mi sciolgo anch'io) devo finir di scrivere due articoli per un'altro sito (sull'anguria, pardon, cocomero, e sul melone, origini, storia, come si mangiano)

Un affettuoso abbraccio
Mimosa

PINO ha detto...

Buon lavoro MIMOSA e buona notte. Lavorerò col fresco del mattino.

Pino

anna ha detto...

pino continua.....
sei arrivato che i coniugi parolisi partono da casa......
visti da testimoni.......

PINO ha detto...

RICOSTRUZIONE CASO REA

2° parte

Caso che si trasformerà in una tragedia, avendo come epilogo la fine della breve vita di Melania Rea, che ha voluto tenacemente difendere la sua dignità di moglie, donna e madre, ferita dolorosamente dalla condotta fedifraga del marito Salvatore Parolisi.
La reazione della donna tradita, ha il suo inizio concreto, con due telefonate all’amante del marito, Ludovica P, che presta ancora servizio militare in un’altra caserma nel sud d’Italia, dove è stata destinata dopo il corso effettuato in quella di Ascoli, luogo dove è nato il “grande” amore per il suo istruttore, caporalmaggiore S. Parolisi.
Con le telefonate, Melania chiedeva perentoriamente la fine dell’insana relazione, accompagnandole con la minaccia che avrebbe rovinata la carriera militare a lei, (l’amante) ed al marito, millantando amicizie importanti, alle quali avrebbe fatto ricorso, in caso di risultati negativi.
Non paga, Melania avrebbe deciso di spiare il marito, nella speranza di coglierlo in flagrante adulterio, seguendolo, di nascosto, ovunque si recasse, durante le ore di libertà, ed in quelle impegnate per il “servizio”.
Ed è, forse occasionalmente, ma anche per sua sventura che Melania, nel corso delle sue “spiate”, sarebbe venuta a conoscenza di fatti e personaggi strani, coinvolti in faccende poco lecite, od addirittura aberranti, in cui il marito era invischiato, magari solo collateralmente?
Deve essere stato così, se la donna non potette trattenersi dal confessare all’amica Imma, per telefono, parlando del marito, di essere venuta a conoscenza di “una “brutta cosa”, che gli avrebbe rivelata, però, in altro momento.
Tale confessione di Melania, fu resa agli inquirenti dalla stessa amica Imma, nella sua prima dichiarazione, poi rimangiata, non sappiamo perché, ma lo lascio all’immaginazione altrui.
Ho ipotizzato, fin dall’inizio, che Melania avesconoscenza, per imporre al caporalmaggiore la cessazione definitiva della sua relazione extraconiugale, causando, magari, ripercussioni nocive anche su altre persone.
Non so se davvero l’avrebbe fatto, ma per chi era coinvolto nella faccenda Melania ed il suo “segreto”, rappresentava un serio pericolo.
Di questa mia ipotesi, poco tempo dopo, ne trovai traccia nell’Ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Giovanni Cirillo, di cui ne riporto uno stralcio:
"Può essere ipotizzato che la moglie avesse scoperto qualcosa di assai più grave del tradimento, o anche solo di torbido. Occorrerebbe approfondire i rapporti interni alla caserma, gli eventuali giri di droga, altre relazioni extraconiugali”.
L’intera ordinanza è a disposizione di chiunque voglia prenderne atto.
Ma allora, come si collegherebbe la gita a Colle San Marco col “segreto” di Melania?
Per la stranezza del giorno, che precedeva di poco la partenza dei coniugi per Somma V, per le feste di Pasqua, e della forzata brevità di permanenza al Colle, dovuta ad una visita di cortesia a parenti dell’amica Sonia V, fissata per le ore 16, Tenendo presente l’indubbia partenza da Folignano, testimoniata dai signori Trebbiani, Cortellessi e Berardini, coinquilini della coppia Parolisi, (fornitimi da una nostra collaboratrice abitante in loco), ella ore 14,15 circa, il tempo occorrente a percorrere gli 8 km di strada, estava pochissimo tempo a disposizione, per far divertire la bimba alle altalene.
Per cui ho dedotto che altre potrebbero essere state le ragioni per un “salto” al Colle; come, per esempio, un appuntamento non rinviabile, causa l’urgenza di un chiarimento, attraverso un “mediatore” conosciuto da entrambe le parti, e che chiarisce anche perché la meta fu suggerita dalla stessa Melania.
Ma con chi?

continua)

PINO ha detto...

RICOSTRUZIONE CASO REA

3° parte

Con quelli che noi identificheremo con X ed Y, interessati al silenzio di MR, su quello che avrebbe involontariamente scoperto, ed ingenuamente rivelato, forse, a chi non doveva.
Abboccamento che SP avrebbe solo intuito, e tacitamente assecondato, accompagnando la moglie al Colle, come ho già scritto, da lei stessa optato.
E che a Colle S.M. siano stati sembrerebbe incontestabile perchè, una volta giunti nella località, saranno circa le 14,50, stando all'ora di partenza da casa, il sig Ranelli, proprietario di un chiosco situato nelle adiacenze, occupato a mettere a posto le sedie per gli avventori, nota, presso le altalene una coppia ed un bimbo.
La sua attenzione viene attratta dall’abbigliamento dell’uomo, piuttosto leggero, in una giornata con temperatura ancora un po’ bassa per l’incipiente primavera.
Nota anche gli abiti indossati dalla donna che, precisa, consistere in un giubino scuro e pantaloni chiari. Non ne distingue il volto, naturalmente, a causa della distanza (circa 70 metri). Dopo qualche minuto, il Ranelli, riguardando per caso nella direzione delle altalene, vede solo l’uomo: La donna è scomparsa.
Dopo qualche minuto, dice il testimone, alle altalene non c'è più nessuno.
A suo tempo, mettendo in relazione i 3 tempi dell'avvistamento, teorizzai che MR, dopo pochi minuti di permanenza alle altalene, verso le 14,50, minuto più o minuto meno, se ne allontana, con la scusa del bagno
e SP CONCORDA, perchè da tempo ha intuito, i problemi in cui si è cacciata la moglie,ma che tacitame
ne segue il percorso.
Dopo qualche minuto, con la bimba in braccio, segue a distana M, fino al luogo dell'appuntamento, ma li giunto è testimone del cruento sequestro della moglie, da parte di X e Y che egli conosce, per collaterale o intera connivenza con essi.
Sconvolto da un epilogo che non si aspettava, torna alle altalene, prova a mettersi in contatto con la moglie, e vista l'inutilità, cerca di improvvisare una versione credibile dell'accaduto, che gli serva anche da alibi (di cui non avrebbe bisogno, ma non lo realizza).
Prende l'auto e si reca al bar del "cacciatore" dove recita la ricerca di M diretta a quel bagno, ma viene colto da attacchi di panico che gli provocano (questa volta VERE) convulsioni psicosomatiche. Sono circa le 15,30, e viene notato da molta gente presente, compreso la cognata dell'amica di M Sonia V.
Torchiato a dovere dalle Autorità inquirenti, prima solo come persona informata sui fatti, SP non sposta di una virgola, la sua deposizione, che tutti conosciamo, non perchè sia la verità, ma perchè è l'unica idonea a salvare se stesso NON dall'accusa di omicidio, di cui NON ESISTONO PROVE, in quanto non possono esservi, ma dal suo coinvolgimento, in un modo qualsiasi, in un "giro" privo di lucro, dove il vizio, la deboscia e l'annientamento della dignità umana, trovano un confortevole riparo.
Un riparo cistodito gelosamente, e che MR poteva rendere di pubblico dominio da un momento all'altro.
" MI DISPIACE CHE CI HA RIMESSO MELANIA"..." E QUESTO E' POCO MA SICURO", certo, lui cosa poteva fare? Cosa poteva fare uno compromesso fino al collo nella squallida "giostra" che ha preso la vita di Melania Rea?
(continua)

ENRICO ha detto...

ALLA VIA COSI' !!! Bravissimo .

Aspettiamo 4a 4a Parte.

Ciao
Enrico

( finora sono d'accordo su TUTTO)

Mimosa ha detto...

@ PINO
non avevo dubbi che ci avresti regalato una splendida stesura, relazione davvero completa e molto lucida, articolo già praticamente pronto!

Aspettiamo il resto.

Mimosa

PINO ha detto...

RICOSTRUZIONE CASO REA

4° parte

Nulla! E, infatti: "NON L'HA SAPUTA PROTEGGERE", dice Gennaro Rea.
Ma da "cosa" avrebbe dovuto proteggere SP la intraprendente moglie?
Da qualcosa di pericoloso intuito o conosciuto, forse, anche dalla sua famiglia, tramite sue stesse confidenze, come quelle fatte all'amica Imma R?
Non lo sapremo mai, ma restano le parole.
La misteriosa "regia" del piccolo, allucinante mondo teorizzato dal gip Cirillo, e prima di lui dal magistrato Ferraro, potrebbe godere della complice omertà dei "poteri forti", non già perchè ciò farebbe piacere agli stessi, ma per un possibile "rendez-vous" di reciproca tolleranza.
In vista di tale ipotizzata realtà, già scrivevo, in queste pagine, che SP non poteva affrontare, sia pure solo col pensiero, una lotta IMPARI, con cose ed eventi PIU' GRANDI DI LUI, piccolo graduato di truppa nell'Esercito italiano.
MR è stata ritrovata uccisa, con 21coltellate, inferte in varie parti del corpo, oltre a ferite inflitte qualche ora dopo la morte, quale ulteriore vilipendio di un corpo già martoriato, a Ripe di Civitella, due giorni dopo la sua scomparsa, grazie ad una telefonata anonima al 113, che ne segnalava la presenza.
La dottoressa Canestraro, medico legale, accorsa per prima sul luogo del ritrovamento, assieme alle forze dell'ordine, dichiarava, senza aver misurato la temeratura del corpo, per mancanza di attrezzature adeguate, che la morte poteva risalire a non più di 12 ore da quel momento, e che l'uccisione della donna era avvenuta in quello stesso luogo.
Cronologia e meccanica del delitto, verranno "RETTIFICATE" dal 1° referto autoptico redatto dal titolare anatomopatologo dr. Tagliabracci.
E poi ce ne sarà un 2° di referto che "RI-RETTIFICHERA'" quello precedente, con rilievi,forse, più aderenti alle esigenze dell'unidirezionalità investigativa

(continua)

PINO ha detto...

(continua 4° parte)

MA L'INTELLIGENTE LAVORO DI UNA "SQUADRA" composta quasi tutta da operatori in vari comparti della scienza, della giurisprudenza e della tecnica, ospiti di questo blog, amministrato con impareggiabile diligenza da Massimo Prati, hanno espresso i loro dubbi, nonchè alcune certezze, sulla incongruente concertazione accusatoria, rifiutandone le conclusioni, nella loro sostanza più generale.
Intanto, i sopradetti si pongono, e pongono all'esterno la domanda, non ultima per importanza: perchè SP resti ancora tra le sbarre, dopo la segnalazione, da parte del dr. Tagliabracci della presenza di SEMINOGELINA (sostanza contenuta nello sperma), nel cavo vaginale di MR, ottenuta dall'esame del tampone, ivi introdotto, il pomeriggio del 21 aprile, alle ore 16 circa in sede autoptica.
La sostanza (SG) per abbreviazione, ha la sua precisa durata di permanenza dove è depositata, che va da un minimo di 48 ore, ad un massimo di 72, dopo tali termini non se ne trovano piò tracce.
E allora?
Allora, calcolando sia pure la forbice massima delle 72 ore, dall'introduzione del tampone (ore 16 del 21 aprile) se ne deduce MATEMATICAMENTE che MR NON PUO' stata uccisa nelle ore indicate dall'accusa, perchè ancora viva, tanto da subire un forzato, ma non violento rapporto sessuale.
Subito dopo l'ultima umiliazione, MR, ancora seminuda, sarebbe stata ferocemente pugnalata da mano inesperta, possibilmente femminile, fino a quando non si sia accasciata, priva di forze e...di sangue.
Questa supposta dinamica spiegherebbe le colature di sangue sulla parte interna dei pantaloi.
Ma la tragica scena NON SI SAREBBE SVOLTA NELLE ORE INDICATE dalla costruzione accusatoria, bensì nelle prime ore della notte del 19 aprile, come suggerisce la 1° relazione del Tagliabracci, dopo "RETTIFICATA".
(continua)

Pamba ha detto...

Caspita, Pino, che bella sorpresa al mio rientro!
Ottimo lavoro davvero!
Grazie
Pamba

Mimosa ha detto...

Ciao Pamba!
ben tornata!
quante cose sono state fatte in tua assenza, eh? ...
si è sentita la tua mancanza.
Mimosa

Pamba ha detto...

Grazie a te, Mimosa, che apprezzi ogni pur piccolo contributo!
Intanto rileggendo il vostro lavoro, sto apprezzando la tensione a fornire una visione d'insieme, documentata e completa.
A risentirci, Pamba

PINO ha detto...

RICOSTRUZIONE CASO REA

(continua 5° parte)

Altrettanto inaccettabile, si dimostra la descrizione del cadavere della vittima, al momento del ritrovamento: pulito, con "trucco intatto", e senza un ago di pino sui vestiti, caduto dagli alberi o portato dal vento.
MR, durante l'aggressione si è certamente difesa, o cercato di ripararsi dai colpi, per una reazione istintiva. E le ferite da taglio alle braccia ed alle mani ne sono la prova. Le ferite alla gola, e sul viso, hanno certamente imbrattato di sangue le zone interessate, compreso i capelli che, essendo lunghi e poggianti sulle spalle, non potevano non essere intrisi di sangue, per essere a contatto del collo, ripetutamente pugnalato.
Dopo una cruenta,se pur breve colluttazione, con sangue sprizzante dalle ferite del collo e del viso, come poteva un trucco conservarsi intatto?
E' palese che sarebbe stato opportuno una tale descrizione, che avrebbe dovuto sottintendere un'aggressione non attesa, da persona intima, il marito, per esempio, che avrebbe provocato una semi paralisi da shoc, impedendo qualsiasi reazione di MR.
Ma chi sarebbero gli assassini ed i dissacratori di un corpo senza vita?
Io li ho segnati con X e Y, che ritengo facciano parte di quel piccolo putrido mondo che MR aveva scoperto per caso.
Che sia o meno collegato agli ambienti militari, come ipotizzava il gip Cirillo, non ho elementi per affermarlo, ma rientra tra le eventuali possibilità.
Molto più verosimile, invece, è la presenza di almeno due donne ed un uomo, sulla scena del delitto.
Giovani donne in stato delirante, forse sotto l'effetto di stupefacenti, che subito dopo aver assistito allo stupro della povera MR, da parte dell'uomo che l'accompagnava, hanno sfogato il loro odio con l'unica arma a loro disposizione, ( un modesto coltello a serramanico), non avendo in programma l'uccisione della donna, provocato, forse, dalla sua determinazione a non tacere, o farsi da parte, circa il possibile coinvolgimento del caporalmaggione nelle attività di un nucleo non ancora bene identificato.
Concludo, manifestando i miei dubbi sulla facile resa degli accusatori, e dell'interpretazione che verrà data ai risultati delle ulteriori analisi scientifici, richieste dalla gup Tommolini, ed affidate ai nuovi periti.
Spero, però, che il colleggio di difesa di SP, sappia giocarsi la preziosa carta rappresentata dalla SG, per precisare l'ora della morte di MR, e scagionare definitivamente, SP, ingiustamente detenuto.
Altro discorso sarà la ricerca degli autori del delitto, che vedrà impegnati i pm abruzzesi per un tempo che non prevedo breve.
PINO

PINO ha detto...

PAMBA
Grazie e ben tornata!
Pino

PINO ha detto...

MIMOSA CARA,
il mio piccolo lavoro l'ho terminato. Ho sorvolato su cose che abbiamo detto e ridetto.
Massimo ne trarrà un articolo che vuole pubblicare sul blog.
Mi ha fatto piacere il tuo, ed il suo apprezzamente.
Saluti cari, Pino

PINO ha detto...

ENRICO
Trovo solo ora il tempo per ringraziarti dell'incoraggiamento. Ciao, Pino

ENRICO ha detto...

@ PINO

sono rientrato in questo momento e mi sono precipitato "a leggerti"!

LAVORO FANTASTICO.

Non c'è nemmeno una virgola fuori posto.

Speriamo che il tuo eccellente contributo riesca a varcare i confini di questo blog magistralmente diretto e coordinato dall'amico Massimo PRATI

Mimosa ha detto...

PINO
sei G-R-A-N-D-E !!!
commenteremo tutti volentieri al prossimo articolo!!!

Grazie infinite per il grande impegno che hai profuso!
E' un'ottima Relazione.
Non avevo dubbi sulle tue "pennellate", pittore e letterato, hai tutta la mia ammirazione!!!

Ora riposa bene e sentiti sereno!
A domani!

Ciao, Mimosa

anna ha detto...

bravissimo Pino, una notizia ve la voglio dare non è vero che il viso di melania è intatao, non solo ha una ferita sul viso con colature di sangue ma per chi ha visto il viso dice che era tumefatto,con delle more,certamente furono fatte fotografie,ma probabilmente sono scomparse perchè è hiaro che il depistaggio è stato fatto anche dall'interno,

questo è il motivo per cui gli inquirenti non volevano uscisse il video di teleponte,chi ha visto quel video senza l'oscuramento dice che il viso era stato percosso,

oltre al fatto che chi ha visto il video si è reso conto perfettamente
che il corpo si vede dalla strada ed è impoossibile che sa rimasto li due giorni senza che nessuno lo vedesse

a prtoposito ho cercato

anna ha detto...

scusate gli errori ma è tardi,

stavo dicendo ho cercato il video del corpo di melania non è più reperibile su internet,voi riuscite a trovarlo?

PINO ha detto...

MIMOSA, grazie (troppo buona) e sogni sereni pure a te. A domani.

Pino

Mimosa ha detto...

@ Anna
io l'ho visto bene, a suo tempo, e quello che mi colpì (tanto da segnalarlo in un mio commento) era l'addome rigonfio e l'orlo dei pantaloni arricciato sopra le scarpe (che potrebbero, secondo me, aver raccolto un qualcosa del terreno in cui è stata prima di essere portata là).
Pare sia scomparso il video originale di TelePonte, dove si vedeva parecchia gente al di qua del nastro rosso che delimitava la zona e alcuni individui attorno al corpo, nonché molteplici fazzolettini bianchi disseminati ovunque.
Ora non ho tempo per linkare quello che ho salvato, lo farò domani, se ti interessa.

Mimosa

Mimosa ha detto...

@ PINO
il sincero tributo ti è dovuto con tutti i meriti!!!!
Buonanotte, carissimo,
Mimosa

ENRICO ha detto...

PINO carissimo

adesso rilassati, fatti una bella dormita e attendi i commenti all'articolo quando Massimo lo pubblicherà in Home

Spero che si faccia vivo anche qualcuno degli "anonimi" o dei "lettori silenti"

Sono curioso di leggere le loro controdeduzioni

ciao , a domani

Enrico

Manuela1° ha detto...

Buon inizio settimana a tutti..

@Pino,
sinceri complimenti per la ricostruzione del caso da te effettuata. Molto ben scritta e dettagliata nell'essenziale.


@Mimosa,
Ho trovato questo link col video del cadavere di M. non è come l'altro ma diciamo che forse si intravede qualcosa in più:
http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/italia/2011/12/01/visualizza_new.html_11154057.html

Manuela1°

Antonello ha detto...

@Pino
bel lavoro, a parte X ed Y ed alcune cosette su cui io non riesco ancora ad espormi e che quindi mi lasciano un po' distante direi che e' anche un bel lavoro.
Se posso suggerire c'e' la figura di Son. che aleggia, sembra sia sempre in mezzo:
1) Alle 14,53, proprio durante le fasi della scomparsa di M., prova a chiamare l'amica agganciando con il suo wind la cella di Colle San Marco, alle 14,56 riprovera' ed aggancera' la cella di Folignano chiesa, in ambedue le prove il cellulare di M. Verra' servito dalla cella di Castel di Lama Riconciliazione S.n.c., ora non mi vengano a dire che una serve l'altra ad alternanza, e' chiaro che Son. si stava spostando in quei momenti sulla direttrice da Colle San Marco a Folignano, tanto e' vero che nei due successivi messaggi aggancia anche li, alle 15,03 la cella di nuovo di Folignano chiesa ed alle 15,04 di nuovo Colle San Marco, per me era in movimento in auto dato i brevi tratti di tempo in cui cambia cella, sta andando e ogni tanto si ferma e prova a chiamare l'amica, non e' escluso quindi, ma solo ipotizzabile, la stia "gia' cercando" in quei momenti in cui gia' scomparsa non "avrebbe dovuto" sapere che fosse.
Ma attenzione stiamo parlando di quattro contatti che partono dal "cellulare della madre d Son.", e' sempre bene tenerlo presente.
Seconda entrata in scena "sembra" che sia rappresentata dai dna reperiti dagli esperti sugli slip della vittima, "sembra" appartengano ad un parente maschio del figlio di Son. ma "sembra" che su questo non vi sia certezze, ne se e' cosi' ne su quale punto degli slip sia potuto rimanere impresso quel dna.
Torna allora prepotentemente in luce quanto riferitoci dalla scomparsa Annika, NEL CORPO DI UNA DONNA LA SG PERMANE 48 ORE A LAB E FINO A 72 IN RARISSIMI CASI MA INVECE PER MOLTI ANNI SE DEPOSITATA IN INDUMENTI.
Se quindi con quei vestiti M. era scappata, e vi si era mossa parecchio dentro sarebbe dovuto riscontrarsi maggiori quantita' di tracce, tracce che non vi sono "sembra".
E pur essendo positivo il tampone alla Sg ed essendoci quindi "sembra" stato un rapporto fra la donna ed un uomo non identificato non vengono rilevate "sembra" neppure tracce di dna da contatto sul corpo di M.
Fra le coscie viene rinvenuto un tampone di siringa, siringa che e' conficcata sul seno della vittima, ai lati due cappucci copriago.
La terza entrata in scena e' il trambusto mediatico che suscitano le sue dichiarazioni del 27/04/2011 a CLV ed altre successive sulle quali appare incerta, si sconfessa varie volte dimenticando o non ricordando vari particolari.
Non chiama poi la coppia dopo le 14,54 per capire come mai non stessero andando all'appuntamento a casa di sua madre che i tre avevano, questo fa sorgere vari dubbi.
Cambia la testimonianza, forse nella visione temporale dei molecolari, sul giorno prima della scomparsa in cui era stata a CSM, giorno che dal 3 passa al 10 aprile.
Dichiara lei che la sera prima aveva stirato con M. a casa sua mentre i loro mariti guardavano la partita.
Di fatto non ha alibi sebbene le celle dimostrino che era in zona, e rimane da chiedersi quale sms possa essere lanciato proprio in quei momenti che non avesse bisogno di risposta e perche', quando invece la risposta non arriva, non cerchi piu' di contattare M., ricordiamolo che l'ultima cella agganciata alle 15,04 e' proprio a Colle San Marco.
Appare spesso in video mentre il marito non e' stato mai intervistato, diverse sono le dichiarazioni che fanno pensare al suo ruolo durante i momenti salienti.
Non si e' mai capito se avesse l'appuntamento a CSM o dalla casa della madre.
In tutti i casi, puo' anche benissimo non centrare nulla, io approfondirei il discorso telefonate, dna, cambio testimonianza.

ENRICO ha detto...

@ Manuela 1°

Brava,io non ho avuto la tua stessa pazienza e dopo un po' ho abbandonato la ricerca .
La famiglia Rea ha chiesto il sequestro del video e diffida qualunque sito a pubblicarlo.

Io non so come si fa a registrarlo. Non vorrei "sparisse" anche questo che hai trovato tu ( e in cui sono riprese persone non meglio identificate che stazionavano lì attorno...)

Tiziana ha detto...

PINO
complimenti vivissimi, nonostante il caldo hai avuto il tempo e la voglia di svolgere un ottimo lavoro di ricostruzione.

Come ben sai non concordo su tutto, ma diciamo che mi trovo in sintonia con te al 90%.
Il passaggio sul quale dissento è il fatto che P. abbia seguito Melania, assistendo al suo sequestro, ci sarebbero infatti un po' di tempi da risistemare.
Tu scrivi:
"Sconvolto da un epilogo che non si aspettava, torna alle altalene, prova a mettersi in contatto con la moglie, e vista l'inutilità, cerca di improvvisare una versione credibile dell'accaduto, che gli serva anche da alibi (di cui non avrebbe bisogno, ma non lo realizza).
Prende l'auto e si reca al bar del "cacciatore" dove recita la ricerca di M diretta a quel bagno."

Allora, se P segue la moglie dopo pochi minuti (diciamo 14.55?), vede che la sequestrano attorno alle 15, perché attende fino alle 15.26 (come risulterebbe dai tabulati) per chiamarla?.
Inoltre se, come scrivi, avesse voluto crearsi un alibi, a quest'ora ce l'avrebbe, sarebbe stato sufficiente si facesse vedere da un po' di gente dalle 15 fino alle 15.30, ora in cui entra al bar Segà.
E' per questi motivi (in particolare la mancanza di alibi) che ritengo che P. fosse ignaro dell'appuntamento e della scomparsa della moglie (pur potendo immaginare, successivamente, chi siano gli autori dell'assassinio).

Questa mia obiezione, comunque, non cambia la sostanza della tua ricostruzione, che è veramente precisa e contempla pressoché tutti i particolari di cui siamo a conoscenza.
Grazie per il tuo lavoro
Tiziana

ENRICO ha detto...

@ Antonello e Tiziana

io credo che PINO abbia voluto esporre la sua teoria ( che coincide sostanzialmente con quella della maggior parte di noi) evitando di entrare nel merito altrimenti avrebbe dovuto scrivere oltre 160 pagine ( + o - come quelle delle Ordinanze ! )

Per quanto riguarda l'osservazione fatta da te, TIZIANA, io credo che il "comportamento" di Salv ." ci potrebbe stare" nell'ipotesi così come descritta da PINO : Salv in quel momento non poteva immaginare quello che poi sarebbe successo nè tantomeno dire che aveva assistito ad un sequestro della moglie SENZA poi fare i nomi degli eventuali sospettati

PINO ha detto...

TIZIANA
Grazie per la condivisione che, al 90% mi lusinga.
Cordialità, Pino

PINO ha detto...

ENRICO
Tu interpreti il mio pensiero sempre con precisione.
Ciao

Antonello ha detto...

@Enrico @Pino
non ho punti oggettivi sulla base del quale, secondo i miei criteri, potermi esporre a sostegno di una piuttosto che un'altra teoria, ho gli spostamenti di M. a grandi linee avvenuti ma, ad esempio, non abbiamo una ricerca molecolare su di lui, sappiamo che viene vista una macchina ferma, che viene segnalata anche dai cani la sera stessa od il giorno successivo, con gli sportelli aperti in zona roulotte, vi sono troppe entrate di scena dell'amica ed in momenti topici.
Insomma io non ho scritto e non intendo sconfessare la Teoria Pino, semplicemente sui moventi e sulle dinamiche mi trova distante come altre e rispetto al fatto che alcun oggettivita', per ora, riesce a farmi propendere o espormi con una ragionevole certezza.
Potrebbe starci come ipotesi ma servirebbero punti probanti fermi per trasformarla in tesi e per sentirmela di sostenere.
Comnque complimenti per il bel lavoro, spero che la mia sincerita' non venga malcompresa.

Antonello ha detto...

@Manuela1*
Al mio browers risulta che la pagina e' introvabile, forse link danneggiato.

PINO ha detto...

ANTONELLO
Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero.
Io l'ho fatto, senza la pretesa che venga condiviso.
Comunque grazie.

Mimosa ha detto...

@ Manuela1°
grazie per il link, è proprio quello originale di teleponte, quello a cui mi riferivo io (per un periodo scomparso o difficilissimo ad agganciare).

Avete notato quante salviettine lontanissime dal corpo disteso?

Mimosa

Manuela1° ha detto...

@Enrico,
ho provato sino adesso per vedere di riuscire a salvare il video, ma non ci sono riuscita. La tecnologia avanza e io sono rimasta indietro a quando tutto era più semplice. Tra qualche ora avrò modo di chiedere a chi ne sa più di me e ci riproverò.

@Antonello,
io lo visualizzo su I.E. ma ho provato anche su chrome e lo visualizzo comunque. Prova magari a controllare che nel copia e incolla non ti si sia "spezzato"..

Manuela1°

Manuela1° ha detto...

@Mimosa,
che tu ti riferissi a questo, l'avevo pensato quando l'ho trovato, perchè in effetti io non ero mai incappata in questo, e tutte quelle persone prima del nastro di "recinzione", non le avevo mai viste e anche l'immagine del corpo di M. era censurato in altro modo, un po' più "annebbiato" diciamo.. Sono dell'idea però, che il video sia lo stesso, solo trasmesso in due spezzoni diversi e che quello che avevo avuto modo di vedere io, iniziasse dalla fine di questo trovato oggi, con l'inquadratura degli "addetti ai lavori" in tuta bianca e macchina fotografica entro la linea di demarcazione... Anche perchè era sempre di teleponte anche quello.

Quello che non capisco, è perchè siano stati messi in giro in quel modo: forse perchè teleponte ha così potuto venderlo a più "emittenti" che comunque hanno potuto vantare ognuna un "pezzo" originale?

Misteri di certi lavoracci..

Manuela1°

Anonimo ha detto...

Complimenti Pino, bel lavoro, come dice Antonello approfondirei anche il discorso telefonate. E se fosse stata incaricata di pedinare qualcuno, che vistosi scoperto....e poi abbiamo Anna che batte sempre da quel lato.
Pat

Tiziana ha detto...

ENRICO
mi era chiarissimo l'intento di Pino, che infatti sotto il suo nuovo articolo ho lodato senza se e senza ma.
Qui, per onestà, ho ammesso la parte che non condividevo: ciò nulla toglie all'ottimo lavoro di Pino.

ENRICO ha detto...

@ TIZIANA

hai ragione. Il mio commento poteva essere equivocato perchè l'ho indirizzato ad entrambi (a Antonello e a te) mentre avrei dovuto specificare che la prima frase era per Antonello e la seconda era rivolta a re.

Mi riferivo infatti UNICAMENTE a questa tua osservazione "se P segue la moglie dopo pochi minuti (diciamo 14.55?), vede che la sequestrano attorno alle 15, perché attende fino alle 15.26 (come risulterebbe dai tabulati) per chiamarla?."

Perchè non è possibile stabilire che l'evento sia avvenuto PROPRIO ESATTAMENTE nella manciata di" mminuti secondi" da te ipotizzata

Non credo che - sempre supponendo, sia chiaro ! - se M. fosse arrivata all'appuntamento alle 14,55/15,00 sarebbe stata immediatamente presa e sequestrata.

Mi sembrerebbe più probabile immaginare una discussione man mano sempre più accesa fino a giungere ad una azione di forza.

Quindi qualche minuto in più vogliamo aggiungerlo ? Ed ecco che saremmo alle 15,26...

Mimosa ha detto...

@ ENRICO e Tiziana
non credo la sequestrino subito, credo che le persone (conosciute o almeno una) dell'appuntamento abbiano semplicemente "invitato" Melania a seguirle e infatti si sono inoltrate nel viottolo dietro il monumento, che anche Piergiogio ha percorso.
Quindi, il marito potrebbe averla vista "scomparire" consenziente tra la vegetazione e non vedendola tornare a breve (15 minuti) abbia iniziato a preoccuparsi e a chiamarla al telefono.
Gli orari estremi così restano inalterati.

Mimosa

Tiziana ha detto...

ENRICO
non intendo ovviamente fare cambiare opinione né a te , né a nessun altro, ma ti porto le mie perplessità sul fatto che Salvatore abbia seguito la moglie, forse assieme potremmo "aggiustarle" (le mie perplessità intendo):
- i diversi testimoni interpellati dicono di non aver visto Melania, ciò non toglie non siano stati sulla strada che conduce al monumento nei pochi istanti in cui ci fu anche lei. Se però non di pochi istanti si fosse trattato, ma addirittura di più di mezz'ora (14.50-15.26) e se in quella mezz'ora la discussione fosse stata animata, difficilmente qualcuno dei diversi testimoni non avrebbe notato Melania (dovrei andarmi a vedere esattamente gli spostamenti dei vari testimoni ma per il momento lo tralascio). Non avrebbero inoltre notato nemmeno Salvatore con la bambina, che invece sarebbe stati sulla medesima strada;

- inoltre ho provato a chiedermi cosa avrei fatto io in una situazione analoga, immaginando mi fosse stato sequestrato il coniuge da persone a me note. Dopo aver telefonato direttamente alla moglie, secondo me, Parolisi avrebbe dovuto cercare di telefonare direttamente ai sequestratori, per capire i loro intenti. Possibile non abbia nemmeno cercato di salvare Melania? Se neanche questa strada avesse dato esito, avrei chiamato le altre persone implicate nella vicenda (commilitoni o altri, che tra l'altro avrebbero potuto fornire un alibi: nell'ipotesi considerata dovrebbe essere interesse anche di altri che la cosa non venga fuori). Infine avrei telefonato ai suoceri (che abbiamo supposto sapere qualcosa della vicenda). L'essere invece andato al bar Segà, sapendo secondo questa ipotesi che la moglie NON poteva essere là, avrebbe significato darla già per morta e volersi creare un alibi. Se il suo alibi è però l'essere stato alle altalene, perché non andarci veramente facendo in modo d'essere SICURAMENTE notato?

Come vedi dunque le mie perplessità si basano su un elemento "quasi" oggettivo (testimoni) e su una riflessione personale (per carità non siamo tutti uguali, ma se avesse lasciato la moglie in balia dei sequestratori, senza neanche muovere un dito, capirei tutto l'astio della famiglia Rea).

Se hai piacere di rispondermi, perché non lo fai sotto al nuovo articolo di Pino?
Ciao, Tiziana

Tiziana ha detto...

MIMOSA
ho inviato prima di leggere il tuo messaggio. Hai ragione, con il tuo "aggiustamento" la cosa appare più verosimile.
Mi chiederei comunque: se conosceva i sequestratori, perché non contattarli? Perché inoltre non cercare Melania là dove l'avrebbe vista sparire? Cosa avrebbe fatto Salvatore in quei 15 minuti?

Mimosa ha detto...

Tiziana
Salvatore aveva con sé la bambina e magari non voleva che si mettesse a piangere

Sabry ha detto...

Avete notato che la notizia del dna in bocca spacciata "come prova regina" sta un pò scemando?non se ne parla più come prima!

magica ha detto...

non so che dire. questo parolisi mi ha sempre dato l'impressione di finto tonto ..
mi ricordo quando apparve in tv le prima volte , voleva piangere ma non ne era capace .. su sforzava un po' .. ma poi dimentico del fatto che doveva piangere ritornava serio .. non ha fatto una bella figura

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