lunedì 5 settembre 2011

Letizia Ruggeri. Non avrò pace fino a quando l'assassino di Yara Gambirasio non sarà dietro le sbarre (chi può si tocchi i portafortuna)

Letizia Ruggeri
Ogni procuratore "si affeziona al proprio caso" e, specialmente se si tratta di omicidio, ogni procuratore pensa in cuor suo di riuscire a risolverlo. Così coinvolge col suo slancio, col suo modo d'essere, i vari reparti delle forze dell'ordine che coordina. E' un fatto normale che unisce tutti gli addetti alla giustizia. Non potrebbe essere altrimenti dato che queste persone hanno scelto di lavorare in nome e per conto della collettività, in nome e per conto di chi è costretto a subire passivamente la cattiveria altrui, in nome e per conto di chi perde in maniera violenta madri, padri, figli, mogli, mariti o, comunque, persone care. Ci sono "casi" che coinvolgono maggiormente la loro mente, come la morte di giovani ragazze o bambini, come gli omicidi efferati posti in essere in maniera aberrante, casi che li impegnano giorno e notte e non lasciano spazio ad altri pensieri, a volte neppure alla famiglia. Non è facile "staccare la spina" per liberare momentaneamente il cervello, per farlo ripartire da "ex novo" in modo di riuscire ad ottenere anche una diversa visuale dei fatti, ed in certi casi sarebbe auspicabile, per questo in mancanza di risultati ottimali i nervi restano tesi come corde di violino. Corde che potrebbero spezzarsi da un momento all'altro senza lasciare loro la possibilità di riaccordare lo strumento "Giustizia", strumento che a volte deve passare di mano per poter trovare il giusto "suono".

E' logico che chi ha a che fare con i violenti, specialmente se "opera sul campo", deve a sua volta avere una parte psichica violenta. Non c'è altro modo per rapportarsi a chi usa le armi, a chi uccide, a chi crede di poter abusare della sua forza per sottomettere gli altri. E' altrettanto logico che la parte "violenta" di chi si adopera per mantenere la Giustizia dev'essere controbilanciata da una parte psichica calma e mite, una parte che porti a capire che non tutti sono delinquenti, una parte che abbassi il picco di adrenalina che si forma quando si ha a che fare ogni giorno col male, una parte che faccia capire se chi si ha di fronte è realmente l'assassino pensato durante tutto l'arco delle indagini. Ed è questo un particolare importante che fa comprendere quanto debba essere mentalmente forte un poliziotto esperto, un carabiniere esperto, un Pm esperto. Perché è la mente che chi indaga usa principalmente come strumento di lavoro. E' chiaro però che non tutte le menti la ragionano alla stessa maniera. Questioni d'istinto, di luoghi di nascita, di famiglia, di frequentazioni e di insegnamenti, fanno sì che ognuno di noi abbia idee e convinzioni non propriamente identiche su quanto accade. Così come noi anche fra chi indaga si riscontrano ragionamenti agli antipodi. Dipende da vari fattori, primo fra tutti dal fatto assodato che ogni "caso" coinvolge in maniera diversa in base all'entità del crimine ed alle persone coinvolte (senza contare la pressione psicologica dei media). 

I tanti Pm impegnati negli anni '80 e '90 "contro" il "mostro di Firenze", ad esempio, avevano convinzioni opposte e ci fecero assistere a continui capovolgimenti di scena. Le indagini svariavano ora a destra ora a sinistra e sono passate dalle "piste sarde" ai "compagni di merende" a pagamento senza, tuttavia, aver dato ancora oggi certezza di nulla. Ogni procuratore impegnatovi ha subito il "caso" ed ha dichiarato che non si sarebbe fermato fino all'arresto del maniaco. Eppure fra di loro c'è ancora chi, dopo aver scritto libri e partecipato a trasmissioni televisive, ogni giorno ripercorre mentalmente le varie tappe che lo hanno condotto ad una sconfitta. Perché è fuor di dubbio che nel caso di Firenze abbia vinto "il mostro" e perso la Giustizia. E che la Giustizia non vinca sempre è scritto sui libri, sulle statistiche, sulla faccia dei Pm sollevati dall'incarico. Fatto non frequente perché ci vuole un "capo" che sia in grado di sollevare dall'incarico un suo procuratore, un "capo" che capisca quanto infruttifera sia la pista fino a quel momento seguita. E questo non è affatto facile perché il vivere a contatto crea amicizie e stime che rendono difficili le scelte drastiche.

Al "mostro" sono seguiti altri casi non propriamente trattati nella maniera migliore. Fra i tanti si possono citare: "L'omicidio della Contessa Filo Della Torre, la scomparsa di Cristina Golinucci, quella di Elisa Claps, il caso di Daniela Stuto, la scomparsa di Angela Celentano, quella di Denise Pipitone, l'omicidio di Simonetta Cesaroni, l'omicidio di Serena Mollicone". E qui mi fermo e mi scuso con chi non ho citato perché inserirli tutti non è possibile in quanto si riempirebbero pagine e pagine di nomi e cognomi. In ogni modo il vedere a posteriori in che maniera sono state condotte le indagini su questi casi, casi che avevano colpito il cuore delle persone, fa comprendere il motivo per cui si criticano i comportamenti di alcune procure e di alcuni Pm. E criticare i comportamenti investigativi non significa denigrare le persone, la cui onesta 99,9 volte su 100 è provata, ma cercare di fornir loro lo stimolo che li porti a fare anche pensieri diversi da quelli perseverati nel tempo. Però, critiche a parte, questi casi bastano anche a farci capire che "affezionarsi" non significa di regola arrivare alla giusta soluzione. Infatti ogni procuratore incaricato di risolvere i succitati ha dichiarato ai giornalisti, come fatto da chi ha cercato "il mostro", che non si sarebbe fermato fino a quando non fosse arrivato alla verità... il problema è che poi si è scoperto che tale affermazione è sempre uscita nel momento esatto in cui la verità si allontanava dalla visuale fino ad allora pensata giusta.

Questa lunga prefazione ci porta nel momento attuale dato che ultimamente la lista dei "delitti irrisolti" si è allungata ed alcuni omicidi hanno, come nei casi citati in precedenza, colpito il cuore delle persone. Uno fra quelli che più ha scosso l'emotività dell'opinione pubblica è l'assassinio della piccola Yara Gambirasio. Si badi bene che a nove mesi dalla scomparsa, ed a sei dal ritrovamento del corpo, si è fermi alla consapevolezza che sarà difficile scoprire l'assassino, questo anche a causa della linea seguita dalle iniziali indagini che, ora si può dire, non furono affatto buone in quanto aprirono un ventaglio di ipotesi che anziché stringere il cerchio lo allargarono. Ed oggi, nonostante i dna rilevati sul corpo e sui vestiti, senza un colpo di fortuna sarà ancora più difficile individuare chi l'ha portata alla morte. Ed il motivo è semplice da capire, non è affatto detto che sia stata uccisa da un italiano e, soprattutto, non è detto sia ancora in Italia chi l'ha uccisa. I quattromila profili genetici finora controllati, infatti, non hanno portato ad alcun risultato e la ricostruzione finale della dottoressa Cattaneo, attesa come l'acqua nel deserto, non poteva in alcun modo aiutare più di quanto non avessero già aiutato le sue anticipazioni.

A peggiorare il pensiero c'è il fatto che l'indagine portata avanti nel tempo in quel di Bergamo non è stata come altre indagini attuali ma ha ricalcato quelle di decenni fa. Infatti in zona vige da sempre un silenzio imposto che, si dice, dovrebbe aiutare la ricerca della verità. Ammesso sia vero, affermazione che non potrà mai trovare riprova, ed ammesso che in procura abbiano elementi consistenti per poter continuare ad indagare (le indagini senza risultati positivi non durano mai in eterno), c'è da annotare come anche il Pm Letizia Ruggeri si sia allineata ai vecchi procuratori affermando che non avrà pace fino a quando l'assassino di Yara non sarà dietro le sbarre. Lo stesso metro che si usava una volta quando a causa di indagini fuorvianti non si avevano elementi che portassero a qualcosa di concreto (ed abbiamo visto che nei casi sopracitati una vera conclusione non c'è mai stata ed anzi si sono avute diverse archiviazioni).

Ora io, pur essendo una persona positiva che tende a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, devo confessarvi che quando ho letto l'intevista "mi sono toccato i miei portafortuna" ed ho pensato: "Vuoi vedere che nonostante i dna da riscontrare a Bergamo non sanno da che parte andare a parare?". Certo c'è da sperare non sia così. Però quelle frasi che si ripetono costanti nel tempo quando si arriva ad un punto morto diventano, direbbe un giudice, "massime d'esperienza", massime che forse non sono la pura verità ma che della verità portano molte somiglianze.



Leggi gli ultimi articoli sui casi di:



67 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Massimo, conosco bene quella Procura, e mi sa che questa volta devo proprio darti ragione. Tocchiamoci tutti, perché salvo un colpo di fortuna, non si arriverà a nulla. E nessuna giornalista de noartri caracollerà in quel di Bergamo per riempire le paginette del suo giornale sulla vergogna di quelle indagini. Ma figuriamoci!
Ce l'avessero, a Bergamo, una Procura come quella di Taranto o di Teramo! Nada!
Povera Yara senza Giustizia ...

Rupe Tarpea

Anonimo ha detto...

Ma al nord africano, messo troppo frettolosamente in libertà, è stato fatto il prelievo biologico?

Già, loro, al nord, avevano Procure solerte, e cittadini dignitosi, che si facevano i c...i loro...quanta presunzione, della quale noi ne conosciamo la maternità.
Mi dispice solo per la povera bimba, ma metterei alla gogna...chi so io.
Falco

nico ha detto...

Mille scongiuri, é chiaro. Pero' nel caso di Yara ci si é impantanati giorno dopo giorno. Nei primi giorni dopo la scomparsa pareva che il suo ritrovamento sarebbe stato sicuro e veloce. O forse lo speravamo tutti, e come sempre é difficile accettare un fatto gravissimo e irreversibile, meglio pensare a una ragazzata (e, purtroppo, in tanti casi gli investigatori partendo da questa convinzione hanno perduto tempo prezioso e compromesso per sempre le indagini). Dopo il ritrovamento di Yara, polemiche ma anche una nuova ondata di sdegno che credevamo avrebbe dato nuovi impulsi alle indagini. Il suo corpo parlava, ci dicevano, sarebbe stata lei a inchiodare il suo assassino. Poi la cascata che si disperde in mille rivoli. E davvero come dici tu non é mica sicuro che chi ha ucciso Yara abitasse e duecento metri da lei. Non é detto che sia nei dintorni, che sia in Italia. non si sa niente credo. Ho sperato che il silenzio della procura, dopo il ritrovamento del dna, coprisse una pista forte e che si stesse per arrivare alla verita'. Ci ho creduto, o ci ho voluto credere. Sempre facendo tanti scongiuri, ora le parole del magistrato mi fanno credere che la giustizia per Yara sia affidata al colpo di fortuna. O, mi auguro, a un guizzo investigativo, a una folgorazione. Uno dei maggiori motivi di rabbia é l'aver ''perso'' Enrico Tironi come testimone. Troppo preciso per essersi inventato tutto, lui qualcosa ha visto e avrebbe dovuto essere accompagnato da professionisti nella ricostruzione dei fatti.
Ma é stato aggredito ed é finito in un tale vespaio che ha preferito passare per mitomane pur di tornarsene nell'anonimato. Ne sono convinta, Massimo, lui e gli altri testimoni di quella sera maledetta sono stati sottovalutati. Ciao

Unknown ha detto...

Lo scrivo una ennesima volta. In questo blog non si accettano attacchi alle persone ma solo, ed in maniera educata, alle idee ed agli altrui convincimenti.

Per questioni diverse si usino altri siti.

Massimo

Anonimo ha detto...

Reitero qui, Massimo, perchè il tuo solito rimprovero a senso unico non ha motivo di essere

E non comprendo nemmeno lo stesso scritto di Massimo sul post della Procura di Bergamo: qui si può insultare e dileggiare le procure che non vi aggradano, i giornalisti che non scrivono come vorreste voi, e poi non ci si può riferire in eguale maniera, anzi infinitamente più delicata, a quelli che stanno nelle vostre grazie?

Rupe Tarpea

filippo ha detto...

L'incompetenza, l'impreparazione e la superficialità di questo PM è una cosa lampante. Fin quando questo caso sarà in mano a questa procura, sono sicuro, non troveranno mai gli assassini (non è opera di una persona sola, in quanto non sarebbe mai salita in macchina da solo ma solamente se presa a forza...a meno che non fosse con una persona conosciuta.... pure questo la procura non è stata in grado di ipotizzare). Quanto al dna del marocchino non mi stupirebbe il fatto che con la superficialità dimostrata dal PM , si siano addirittura dimenticati di prelevarlo....

filippo ha detto...

d'accordo con Nico

Giacomo ha detto...

Io penso invece che alla Procura di Bergamo stiano lavorando in maniera seria e coscenziosa.
Peccato che questo modo di lavorare sia poco redditizio per i cacciatori di audience e di scoop ad ogni costo, da una parte, e dall'altra parte fa mordere il freno agli assetati di giustizia...sommaria.
Nel caso di Erba si era partiti lancia in resta contro il diverso tunisino e solo l'alibi di ferro di quest'ultimo lo ha salvato. Ciò non ha impedito che i colpevoli siano stati individuati e puniti.
Anche nel caso di Yara si era subito data la caccia al diverso, marocchino. Ma questi per sua fortuna ha trovato degl'inquirenti coscienziosi, cui sarebbe stato facile seguire gli umori popolari e tenerlo "cautelativamente" in galera dopo il suo rocambolesco arresto. Nel frattempo sarebbe di certo saltato fuori qualche testimone ad hoc che avrebbe dichiarato di averlo visto insieme con Yara, ma non era sicuro perché aveva forse sognato, suggestionato dai media che si sarebbero menati a corpo morto sul COLPEVOLE acclarato, e solo per mero formalismo definito presunto. E così giustizia sarebbe stata fatta fra gli applausi generali ed il compiaciuto commento dei media che avrebbero detto: avete visto come siamo stati bravi, abbiamo stimolato le indagini e grazie a noi i pigri magistrati bergamaschi hanno finalmente fatto giustizia.
Ma io sono sicuro che la serietà e la coscienziosità di un magistrato è inversamente proporzionale alla sua esposizione mediatica. Per cui leggo così le dichiarazioni del magistrato di Bergamo, guarda caso una donna. Esse significano: non lasciatevi trarre in inganno dal fatto che del caso di Yara non si parli sui media. Gli organi inquirenti stanno facendo tutto quanto in loro potere per assicurare alla giustizia il VERO colpevole.
Sono sicuro che davvero stiano lavorando nella direzione giusta. Non è vero che i Magistrati bergamaschi non hanno niente in mano: hanno la "foto" biologica dell'assassino. Il suo DNA. Finora hanno controllato 4.000 DNA differenti, a quel che dicono i media. E siccome sono stati tanto seri, insieme al loro consulente tecnico, paradossalmente non possono arrestare uno qualsiasi. O forse potrebbero farlo, se si comportassero come in altre procure. Prenderebbero il primo malcapitato di turno più o meno sospettabile, ad es il famoso 19enne testimone, e lo sbatterebbero in galera fino a quando non sputerebbe il nome del suo complice proprietario del DNA.
C'è invece la ragionevole possibilità che in tempi più o meno brevi l'assassino venga individuato con certezza.
Un'ultima considerazione, ma non dovrebbero essere i genitori di Yara a lamentarsi, se ravvisassero lacune o pause nelle indagini? Non mi sembra che questo fin qui sia avvenuto.

Giacomo

filippo ha detto...

Giacomo, ti ricordo che mentre tutti cercavano Yara appena scomparsa, il procuratore era in vacanza a godersi il sole, leggiti poi su Panorama, quanto rilasciato da alcuni carabinieri che hanno seguito le indagini circa la competenza dimostrata da tale procura e su quanti indizi e prove non siano stati nemmeno presi in considerazione. Ci sono ben tre testimoni (tra cui Tironi) che hanno visto due baloridi aggirarsi per la strada dove è scomparsa Yara proprio in quei minuti... guarda caso la procura li ritiene tutti e tre inattendibili!! Io francamente ritengo la procura altamente inattendibile.

Anonimo ha detto...

E tu Giacomo cosa ne sai se i genitori di Yara non si sono lamentati? Vale anche qui : forse perche' non hanno fatto una lettera aperta ai giornali o non si sono fatti fotografare sulle scale della procura ?
Ti rendo noto invece che si sono lamentati eccome!A buon diritto credo.
Wide

Giacomo ha detto...

Wide, scusa. Non sapevo che avevi una linea diretta e riservata con i genitori di Yara

Giacomo ha detto...

Qualcuno mi sa dire se a Taranto o a Teramo hanno trovato del DNA significativo?
Ma soprattutto lo hanno davvero cercato, per esempio sul corpo della povera Sarah, con tecniche idonee?
La perizia autoptica sul corpo di Yara mi pare sia durata diverse settimane e ne sono stati accuratamente conservati i reperti.
Qualcuno mi sa dire in quanto tempo si è conclusa la perizia corpo della povera Sarah?
E ci sono reperti? E li hanno conservati?

Giacomo

Anonimo ha detto...

Reperti, dna, perizie non servono a nulla se non sia segue una linea di indagine caro Giacomo!

Anonimo ha detto...

@ Giacomo
Lei con chi ha la linea diretta ? Con l'istituto di tuttologia ?
Si vada a rivedere la dichiarazione del capo della procura di BG di giugno.
Wide

Giacomo ha detto...

Filippo. Dove hai appreso la notizia che i tre testimoni siano stati giudicati inattendibili dalla Procura di Bergamo?
Io dalla voce dei Magistrati non l'ho sentito.
Che poi in base alle loro testimonianze sia stato possibile ricavare elementi utili per le indagini, questo è un altro discorso.
Mi pare che i soliti giornalisti a caccia di scoop avevano cominciato ad insinuare ed anche più che insinuare che Tirone fosse coinvolto direttamente nella vicenda.
Ma forse erra dal vero, mirando alla sua sorte, il mio pensiero.

Giacomo

Giacomo ha detto...

Wide. Sei passato dal tu al lei. Ma io non mi formalizzo. Puoi continuare a darmi del tu. Da come ti eri espresso, avevo avuto l'impressione che eri in possesso di notizie riservate. Se così non è, te ne chiedo scusa. Di grazia vorresti farmi partecipe, dove hai letto la dichiarazione del Capo della Procura di Bergamo e che cosa in essa veniva detto?
Siamo qui anche per scambiare informazioni.

Giacomo

filippo ha detto...

Giacomo, fossero stati giudicati attendibili avrebbero una pista univoca: due persone con identikit.
Invece nulla di tutto ciò. Da come difendi questa procura sembra tu sia direttamente coinvolto, sei per caso imparentato con il PM???
P.S.Il fatto che siano stati giudicati inattendibili è stato comunque affermato dal procuratore aggiunto,riguardati chi l'ha visto...

Giacomo ha detto...

Anonimo 17:18
"Reperti, dna, perizie non servono a nulla se non si segue una linea di indagine".
Come non essere d'accordo?
Ma sua volta una linea d'indagine non serve a nulla se non è supportata da reperti dna e perizie!

Giacomo

Giacomo ha detto...

Filippo, tranquillo. Non sono imparentato con nessuna procura.

Comunque se sei informato così bene, non posso che dartene atto.

Giacomo

Giacomo ha detto...

Filippo
Comunque io non difendo Procure. Difendo metodi.
Ci sono procure che contano molto sull'intrusione mediatica, altre invece rifuggono da tale intrusione.
Io, a parità di professionalità e buona fede, sono per il secondo metodo.

Giacomo

Falco ha detto...

GIACOMO, il fatto eclatante e che la procura di BG non ha nè una linea di indagine nè una alternativa.
Cosa e dove ha cercato, in tanti mesi?
L'incompetenza tanto attribuita alle altre procure, può essere riassunte in quella di BG?
FALCO

Giacomo ha detto...

Falco.
Beh, se la Procura di BG avesse messo in galera e indagato mezza Brembate, passando sottobanco ai media a caccia di scoop atti riservati su atti riservati, avrebbe dato dimostrazione di lavorare alacremente seguendo una ben determinata linea d'indagine, e si sarebbe guadagnata il consenso dei media a caccia di audience (o per meglio dire di sponsor molto generosi) e si sarebbe presa gli applausi di tutti coloro che hanno fame e sete di "giustizia" (con la "g" molto minuscola). Forse avrebbe rovinato l'esistenza di qualche povero disgraziato che non c'entrava né per uscio né per finestra. Ma cosa vuoi che siano queste minuzie!
Mi sbaglio o questa metodologia è stata seguita da qualche altra parte, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti?

Invece una tenace e certosina ricerca sui corpi di reato è una cosa che annoia, infastidisce e impazientisce.

Eppure alla lunga è quella che paga.

Giacomo

Manlio Tummolo ha detto...

Senza entrare nel merito della vicenda, credo che anche in questo caso Giacomo veda in modo esatto: la "giustizia" in senso etico non si realizza uccidendo capri espiatori; in senso giuridico e giudiziario, si attua con indagini calme, lente, regolari, su diversi obiettivi, senza trovare il primo fesso da incarcerare, come pur d'uso da altre parti. E lasciamo perdere la mediaticità della questione che, non dimentichiamolo, nei vari casi qui in esame è creata anteriormente alla scoperta dell'omicidio, ma preventivamente sulla base di una scomparsa. Quando si va a "Chi l'ha visto" e simili trasmissioni, ovviamente ci si pone già sulla strada della "mediaticità", senza contare che è una moda, visto che i mezzi d'informazione, invece di curarsi delle cose che interessano tutti, a cominciare da una cattiva conduzione politica, economica, amministrativa, si buttano a pesce su queste vicende, dispiegando tutte le loro morbose energie. Lo stesso blog di Massimo Prati è la prova che gli argomenti, concernenti assassini, suscitano una ben maggiore partecipazione, mentre quelli che riguardano casi d'altra natura non superano mai qualche decina di interventi.

Anonimo ha detto...

@Giacomo
Si documenti . E' una intervista resa su rete nazionale e non scritta sui giornali..... e delle sue finte scuse non so che farmene.....irricevibili.
Wide

Anonimo ha detto...

Dimenticavo un particolare importante : l'intervista è rilasciata dal capo della procura non dei Sigg. Gambirasio.
Wide

Giacomo ha detto...

Qualcuno sa niente di questa intervista di cui parla Wide?
Massimo, ne sai qualcosa?
Dovrebbe essere un'intervista, se ho ben capito, in cui il Capo della Procura informa, tra le altre cose, che ha ricevuto lamentele da parte dei Sigg. Gambirasio circa le lacune o addirittura le inerzie nell'indagine.

Giacomo

Anonimo ha detto...

procura decisamente indifendibile senza se e senza ma!

Anonimo ha detto...

Ah ah! Mi mancava la difesa della Procura di Bergamo!! :))
Giacomo, i genitori di Yara non sono per niente contenti, della suddetta Procura, e a suo tempo il loro malumore era uscito non solo sui giornali, ma anche in un servizio TG. Brembate, poi, è ancora meno contenta e non c'è bergamasco non sghignazzi amaramente su quei signori. Fatti un giretto da quelle parti, va', così te ne rendi conto di persona

Rupe Tarpea

Giacomo ha detto...

Rupe Tarpea. Per non ripetermi, leggi il mio commento delle 17:48. Anzi per tua comodità, te lo posto di nuovo:
"Io non difendo Procure. Difendo metodi.
Ci sono procure che contano molto sull'intrusione mediatica, altre invece rifuggono da tale intrusione.
Io, a parità di professionalità e buona fede, sono per il secondo metodo."
Se la Procura di Bergamo sta lavorando bene o sta lavorando male, si vedrà dai risultati che raggiungerà.
Dal mio punto di vista, non ha nessun senso mettere dentro il primo disgraziato in qualche modo sospettabile, che poi dopo un processo che, visto come stanno le cose in Italia, è destinato a durare anni per poi concludersi con l'assoluzione del malcapitato che si vede comunque la vita rovinata.
Comunque, pensate pure quello che volete. Io esprimo solamente un mio personale punto di vista.
Non cerco di affermare nessuna posizione. Sai che noia, se la pensassimo tutti alla stessa maniera!
E comunque non ho mai asserito che i genitori di Yara siano soddisfatti che ancora il colpevole non sia venuto fuori.

Giacomo

Giacomo ha detto...

Rupe Tarpea. Per non ripetermi, leggi il mio commento delle 17:48. Anzi per tua comodità, te lo posto di nuovo:
"Io non difendo Procure. Difendo metodi.
Ci sono procure che contano molto sull'intrusione mediatica, altre invece rifuggono da tale intrusione.
Io, a parità di professionalità e buona fede, sono per il secondo metodo."
Se la Procura di Bergamo sta lavorando bene o sta lavorando male, si vedrà dai risultati che raggiungerà.
Dal mio punto di vista, non ha nessun senso mettere dentro il primo disgraziato in qualche modo sospettabile, per poi sottoporlo ad un processo che, visto come stanno le cose in Italia, è destinato a durare anni ed eventualmente a concludersi con l'assoluzione del malcapitato che si vede comunque la vita rovinata.
Comunque, pensate pure quello che volete. Io esprimo solamente un mio personale punto di vista.
Non cerco di affermare nessuna posizione. Sai che noia, se la pensassimo tutti alla stessa maniera!
E comunque non ho mai asserito che i genitori di Yara siano soddisfatti perché ancora il colpevole non è venuto fuori.

Giacomo

Unknown ha detto...

No Giacomo, non esistono interviste del genere. Ma credo che Wide si riferisse a due articoli di giornale che parlavano in questo senso riferendosi ai genitori.

Il primo quando i giornalisti li hanno visti salire in procura, c'è il video ed hanno titolato, ed anche detto in un servizio di un Tg, credo Italia 1, che si erano andati a lamentare. In effetti il loro intento non era il lamentarsi ma quello di sapere quando gli avrebbero consegnato il corpo di Yara. Il secondo riportava il rimprovero della madre al procuratore che le aveva dato sempre speranze, procuratore che si disse essere con lei in auto al momento di andare a Milano a riprendersi la salma della figlia dopo l'autopsia. Smentito dallo stesso che, si è anche visto in tv, non era affatto in auto con la donna.

Ma che loro non abbiano avuto un comportamento litigioso con la procura è dovuto al fatto che Fulvio Gambirasio, persona di certo speciale, ha cercato di salvaguardare gli altri figli e la moglie dal clamore e dai media. Per cui meno se ne parlava più riusciva a recuperarli alla nuova vita senza la figura della sorella, della figlia.

Però Giacomo, per essere precisi ed imparziali, bisogna anche dire che nei primi mesi se ne sono fatte di cotte e di crude a Bergamo. Abbi pazienza se sarò lungo, ma qualcuna la devo elencare. Per iniziare la procura non ha unificato i carabinieri e la Polizia dando ad ognuno un compito diverso, e questi si sono intralciati più volte in quanto l'uno non sapeva cosa stesse facendo l'altro e le informazioni non venivano passate perché ogni arma credeva di poter risolvere il caso in breve tempo. C'è anche una lettera di due appartenenti alle forze dell'ordine che hanno denunciato apertamente questa situazione ridicola che ha arrecato danni iniziali alle indagini.

Per seconda cosa hanno chiamato, sia gli uni che gli altri, da subito i migliori investigatori italiani, li abbiamo anche noi una mezza dozzina di quelli alla Law and Order, che dopo aver ottenuto carta bianca, anche loro credendo di risolvere il tutto in una manciata di giorni, hanno aperto ed allargato il raggio delle indagini passando dalla camorra alla n'drangheta senza pensare a cose più elementari ed a volte basandosi solo sul processo per droga in cui il padre ha poi testimoniato a Maggio, poco prima dei funerali.

Questo solo una parte di quanto capitato quando ancora la credevano in vita e ci davano speranze continue (ad iniziare da Manganelli, il capo della Polizia che ha dichiarato in mondovisione di avere una sua idea e di avere fiducia).

Ma mentre facevano i super eroi si venivano influenzati dai poteri economici, ad esempio lasciando perdere la pista del cantiere Mapello a causa del fatto che i lavori dovevano finire. E ad essere onesti anche quando i carabinieri sono andati col georadar il cantiere non ha smesso di continuare i lavori. Se qualcuno avesse voluto depistare lo avrebbe potuto fare perché c'erano solo strisce in plastica bianche e rosse a delimitare il sequestro. Ma non hanno fatto solo questo.

Enrico Tironi non è stato tutelato in alcun modo ed è passato da super testimone a mitomane, poi ha fatto la figura del ritrattatore e del bugiardo solo perché ha avuto il coraggio di continuare nella sua versione quando gli hanno fatto notare che il suo cellulare non risultava nella cella che agganciava casa sua nel momento in cui lui diceva di aver visto Yara con i due. E se non ha avuto una denuncia per falsa testimonianza è perché il suo amico ha testimoniato che era uscito da casa sua partendo sulle 18.30 ed era tornato sulle 19.10.

Continua...

Unknown ha detto...

Ed altre ancora sono state le mancanze (quasi tutte taciute dalla stampa che ha preferito, visto l'aria di oscuramento che tirava, continuare ad inventare). Non si sono controllati da subito i capannoni della zona industriale a 500 metri dalla palestra (ed a posteriori abbiamo saputo di un filo di yuta e di polveri di cemento nei polmoni), non si sono controllati da subito i vicini di casa, non si è mai fatta vedere una foto degli operai del cantiere alla signora Abeni, l'unica ad aver visto in faccia i due (ancora oggi sconosciuti) che percorrevano la via Rampinelli nell'orario del rapimento. Non si è trovata l'auto rossa ammaccata, il furgoncino bianco, non si sono controllati gli sbandati di Zigonia che terrorizzavano le ragazzine delle zone limitrofe (ed anche gli inviati di Chi l'ha Visto)

Poi, quando ormai non avevano più speranze, hanno dato ascolto a 300 sensitive, e non è uno scherzo, ed hanno controllato i luoghi in cui dieci di queste hanno dichiarato di vederla morta in acqua (ho inserito anche un articolo in cui li prendevo per i fondelli).

Purtroppo, Giacomo, le mancanze sono state troppe, e tante non le ho inserite. Pensa che io la ricostruzione del rapimento, ed ora pare la più logica, l'ho fatta nell'articolo del 14 gennaio (mentre si decideva il silenzio assoluto), ed è stato l'articolo più letto del blog con oltre 10.000 letture, loro alla stessa ricostruzione sono arrivati a metà aprile dopo aver scartato tutte le piste alternative (ed a volte internazionali) che avevano creato, l'unica diversità è che il rapimento, non credendo al Tironi, lo hanno collocato all'incrocio anziché all'inizio di via Rampinelli.

In tutti i casi immagino che tu, parlando di un buon lavoro, ti riferissi al fatto che la procura non si è aizzata contro il primo capitatole a tiro. E' vero, hanno aspettato e smentito diverse volte (su questo ti do ragione), ma altrettante hanno titubato lasciando che passasse il messaggio che voleva Brembate città degli orchi, Brembate città omertosa.

Ma a tutto c'è una spiegazione, anche al pessimo lavoro. La procura di Bergamo è senza Procuratore Capo da più di un anno, non so se da qualche mese gliene è stato assegnato uno, ed è in mano al vice che, basta averlo visto nella conferenza stampa, non sa nulla non dice nulla e non pulisce il... Per questo tutti si sono premuniti di mandare persone capaci, per questo tutti hanno fatto e disfatto senza trovare ostacoli. Inoltre il Questore ha un procedimento penale in corso in Sicilia, abbastanza pesante, e la mente quando ci sono certi tipi di problemi è sempre un poco legata.

Insomma, per come la vedo io una concatenazione di eventi ha causato il ristagno delle indagini ed ora, dopo aver estrapolato 15.000 numeri telefonici dalle celle della zona, e pareva che bastasse incrociarli per trovare l'assassino, dopo aver ricevuto la perizia della Cattaneo (e ti do ragione, magari periziasse sempre lei) e diversi dna, siamo al punto che se l'assassino è uno straniero (o più stranieri) si rischia di non dargli un volto quando, se per una settimana si fossero fatti gli accertamenti logici e giusti nei posti giusti e senza timori reverenziali, ci sarebbe stata da un paio di mesi la possibilità di avere un volto da abbinare ad un dna.

In tutti i casi io nell'articolo non volevo criticare i procuratori di alcuna città, penso si sia capito, ma il fatto che quando cessano le speranze ogni procuratore cerca di ravvivare la fiammella, di non farsi togliere il caso, dichiarando che non avrà pace... e così via. Ormai è un fatto normale che mi terrorizza. La speranza è che la Ruggeri abbia fatto quella dichiarazione non per disperazione ma per fiducia in quanto ha in mano.

Ciao, Massimo

Giacomo ha detto...

Anonimo delle 23:21
Vedo che non riesco a farmi capire.
Coerenza di chi, con che?
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire!
E' oltremodo sgradevole vedersi attaccato da chi finge di non capire, per il gusto d'infastidire chi non la pensa come lui. Indipendentemente dall'argomento trattato.

Giacomo

Unknown ha detto...

Ora pero smorziamo i toni e vediamo di rapportaci in maniera migliore perché mi sono stancato davvero di attacchi che non costruiscono nulla se non disaffezione e confusione. Ritorno a ribadire che non si può continuare il gioco del "ho ragione io no ho ragione io". Rispettiamo le persone e, in maniera educata, critichiamo le idee che non ci piacciono.

Inoltre non voglio più post anonimi.

Massimo

Giacomo ha detto...

Caro Massimo.
Il tuo, come sempre d'altronde, è un fior di articolo, ivi comprendendo la risposta particolareggiata e documentata alla mia domanda che gentilmente mi hai voluto dare e che mi soddisfa in pieno. Conoscendo il tuo modo di pensare, non ho alcun dubbio che le tue sacrosante critiche alla Procura di Bergamo siano solo l'espressione del sincero rammarico che ai desolati genitori di Yara ancora non si sia riusciti a dare una risposta su chi gli ucciso la figliola tanto amata.
Laddove, mi è sembrato, ma forse sbaglio, che alcuni siano solo interessati, come al solito, ad avere un colpevole "fra le mani", purchessia, al solo scopo di poter dirigere nei suoi confronti astio e desiderio di vendetta, prima ancora che esso venga dichiarato effettivamente colpevole e regolarmente condannato.
E altrettanto dicasi per i media, che mordono il freno perché non possono imbastire i soliti processi mediatici, tanto produttivi per l'audience e quello che essa comporta (sponsor e quindi grassi introiti).

Sai, la lingua batte dove il dente duole. E' meglio riconoscere di non riuscire ancora ad arrivare a un risultato, come a Bergamo, o è meglio mascherare la sostanziale inefficienza investigativa coi "giochi di prestigio", come argutamente tu li definisci, di certe altre procure?

E' questo il senso ultimo della mia serie di commenti, in seguito al tuo articolo che, come gli altri tuoi scritti, sempre leggo ed apprezzo, perché fanno riflettere e sanno cogliere mille aspetti della realtà in cui viviamo.

A proposito, hai visto l'intervista che il GIP di Taranto ha rilasciato in ESCLUSIVA alla Rai e che è stata mandata in onda durante il TG1 nell'ora di massimo ascolto?

Ciao. Giacomo

filippo ha detto...

Massimo la tua analisi sull'inefficienza delle indagini della procura bergamasca è perfetta.

filippo ha detto...

Consiglio a tutti (in particolare a Giacomo) di leggere l'articolo di Massimo del 14/01. Se solo la procura avesse avuto l'accortezza di seguire questa strada (che è la più logica e quella con più riscontri) forse i colpevoli sarebbero già alla sbarra. Invece questa procura ha fatto di tutto per far apparire i tre testimoni come inattendibili o mitomani. Il Tironi addirittura nelle ultime apparizioni aveva il terrore di aprire bocca, tanto è stato considerato e protetto dalla procura.Bravo Massimo

Giacomo ha detto...

Filippo.
Purtroppo vedo che non sono riuscito ancora a spiegarmi bene.

Per quanto riguarda la Procura di BG, io non mi riferisco a come il caso è stato trattato dall'inizio ed alle lacune iniziali (per cui ho detto di condividere le critiche, come ho scritto nel mio ultimo commento), ma alla situazione attuale delle indagini. Ed ho espresso l'opinione che il fatto che la Procura sia in possesso del DNA del molto probabile assassino, è una circostanza da non sottovalutare. Tutto qui.

Comunque ripeto qual'è il nucleo centrale del mio pensiero:
"E' meglio riconoscere di non riuscire ancora ad arrivare a un risultato, come a Bergamo, o è meglio mascherare la sostanziale inefficienza investigativa coi "giochi di prestigio", come sono stati argutamente definiti, di certe altre procure?".

Spero che questo ponga fine alle polemiche.

Giacomo

filippo ha detto...

Almeno le altre procure (quelle che citi tu) hanno individuato i colpevoli o presunti tali. Questo deve essere il compito di una procura. Se in questo caso c'è il dna del presunto assassino, mi spieghi che merito ha la procura in questo se non sa nemmeno con chi confrontarlo????

Giacomo ha detto...

Filippo.
Prendo atto che non sei d'accordo con me.
Io tutto quello che volevo dire l'ho detto. Inutile aggiungere altro.

Giacomo

filippo ha detto...

http://www.libero-news.it/news/815992/Yara-uccisa-da-un-taglierino-Nuovi-sospetti-su-Fikri.html


complimenti alla procura, fosse vero dovrebbero cambiare lavoro subito!

Manlio Tummolo ha detto...

Il compito di una Procura seria non è di trovare "colpevoli" a qualunque costo, ma innanzitutto di determinare le modalità di un evento, la sua liceità o illiceità relativamente alle leggi vigenti; quindi procedere non sulla base di preconcetti, pregiudizi, pettegolezzi, sogni, facezie varie tra cui i "toccamenti preliminari" di cui ci si fa "giudici", ma sui segni specifici che il colpevole ha lasciato. Utilizza testimonianze serie, le valuta criticamente, osserva con attenzione tutti gli elementi scientificamente verificabili. Ha tempo tre anni nei casi di omicidio che, però come dimostra il caso Claps, il caso di Via Poma, il caso Pedron di Pordenone, possono arrivare a 15, 20 ed oltre anni di indagine, seppure sospese. Per l'omicidio non c'è altra prescrizione che la morte fisica del reo. Ecco che l'omicida deve rassegnarsi al fatto che in qualunque momento della sua vita può essere individuato, processato e condannato. Dunque, il vero procuratore non procede, come diciamo a Trieste "a la va là che te va ben" o come dicono altri "alla c... di cane", ma seguendo con calma e pazienza ogni traccia, ogni elemento. Non deve soddisfare le voglie di sangue e di vendetta della plebaglia. Ne "I Miserabili" di Victor Hugo c'è la figura dell'ispettore di Polizia che segue Jean Valjean fino alla rivolta di Parigi dove l'uomo gli salva la vita. Non per niente vengono chiamati "segugi". Ma i signori dalla vendetta facile vogliono, come certi inquisitori, il primo fesso, da incarcerare, fargli "sputare" la "verità" e chiudere il caso con un processo sommario, senza testimoni, senza avvocati, senza formalità. Siamo a 65 anni dalla proclamazione della Repubblica e dall'instaurazione di una "Repubblica democratica fondata sul lavoro" (??), ma questi che leggiamo sono i frutti della coscienza e dell'educazione civico-costituzionale, impartita fin dalla Scuola elementare (!!!), a questi fanatici estremisti favorevoli al giudizio sommario. Ci sono, per questo, molti interrogativi da porsi, molte e troppe perplessità sull'educazione civica del presunto 81 % degli Italiani, la vile abitudine plurisecolare al servaggio e al dominio straniero poliziesco e tirannico .

Falco ha detto...

Su "libero-neww" è riportata la notizia sull'arma che avrebbe ucciso Yara:un taglierino usato dai pavimentisti.
E Fikri, il marocchino arrestato e stranamente rilasciato, era pavimentista nel cantiere di Mapello.
Ora i sospetti si riversano nuovamente su di lui!
Dobbiamo ringraziare Letizia Ruggieri, se ora si dovrà acciuffare di nuovo il marocchino, e sottoporlo ad esame del dna.
Perchè lamentarsi di altre Procure, quando si ha sotto il naso il massimo della inefficienza?
FALCO

Marco ha detto...

Fikri fu già sottoposto all'esame del DNA.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.php?id=140431

filippo ha detto...

Manlio in questo caso permettimi di dissentire da te.

Anonimo ha detto...

Nuovo del blog, molto interessante :), che abbiano o meno il DNA di Fikri conta poco perchè dall'intercettazione avevano dedotto (stando ai periti erroneamente) che lui fosse un testimone di quanto accadde dopo il rapimento (omicidio "davanti al cancello", secondo l'intercettazione tradotta erroneamente) e non l'esecutore
Marco PD

Anonimo ha detto...

Caro Massimo,
Seguo il tuo blog da parecchi mesi, trovandolo molto interessante. Sono rimasta colpita dalla tua ricostruzione sul caso di Yara del 14.01. Sembra molto aderente a ció che puó essere successo. Come mai gli inquirenti non l'hanno ipotizzata fino ad aprile? Nel post tu menzioni, mettendolo in relazione con il rapimento, il processo per droga a cui il padre di Yara partecipa, ricordo male o il signor Gambirasio esclude da subito"l ipotesi processo"?
E se il mio ricordo é esatto perché?
Saluti a tutti
Patrizia

Unknown ha detto...

Ciao Patrizia.
L'ho scritto ma non ho specificato. Primo per le tante piste, alcune più convincenti. Secondo perché non credevano al Tironi. Terzo a causa dalla videocamera di una banca che all'incirca in quegli orari inquadrava un'auto con una gomma forata. Era di due anziani che per cambiarla avevano chiamato il figlio, giunto dopo poco, i quali non avevano visto nulla (ma il Toracco aveva visto e sentito).

Anche per questo motivo ad Aprile hanno posizionato il fatto all'incrocio e non in via Rampinelli. Inoltre in quel punto, si è saputo dopo, una donna aveva visto due auto ferme, sulle 18.30, ed i guidatori erano intenti a parlare. Pare che una fosse rossa.

Sì, il padre lo aveva escluso perché in fondo la sua non era una testimonianza rilevante senza la quale si evitava la condanna dell'indagato, ma la pista inizialmente era buona. Anche perché portava in Spagna (non per niente chi poi è stato condannato aveva un nomignolo spagnolo) e c'era speranza di trovarla viva.

Massimo

filippo ha detto...

Massimo, su Quarto Grado è emerso che Fikri pochi mesi prima lavorava nel capannone adiacente il prato dove è stato rinvenuto il corpo. Ora mi chiedo come sia possibile che la Ruggeri si affretti a chiedere l'archiviazione per il marocchino mentre il GIP si riserva ancora di scagionarlo. Voglio essere franco e pensare male: la Ruggeri sà di aver commesso un grosso errore e piuttosto di perdere la faccia (scoprire che il Fikri centri con l'omicidio dopo tutto il casino fatto)preferisce arrivare all'archiviazione del caso. Quella donna mi è bastato vederla la prima volta in tv per capire in che mani era il caso e quanto sta accadendo mi da sempre più conferma.

filippo ha detto...

"Yara, il gip prende tempo sull'operaio
Mohamed Fikri era finito nell'inchiesta per un'intercettazione, ora c'è la richiesta di nuovi documenti"
notizia di oggi. Sembra che il GIP ci veda più chiaro della Ruggeri!

filippo ha detto...

Ma l'avete vista ieri sera la Ruggeri?? Una cosa scandalosa, addirittura la Palombelli si è scandalizzata per un comportamento che ha dell'incredibile. Massimo, ma davvero tu rispetti un personaggio simile?

Unknown ha detto...

Ciao Filippo.

Fino ha quando non manderà in galera chi può essere indagato anche stando ai domiciliari sì, come ho rispettato Umberto Monti per come ha trattato inizialmente il Parolisi rispetterò anche lei. Poi le indagini si possono sbagliare per svariati motivi (e di certo finora non è che a Bergamo abbiano brillato, come da altre parti d'altronde), l'importante che indagini sbagliate non si torcano contro persone che, se colpevoli, in galera ci andranno ugualmente. Cosa cambia se prima o poi?

Massimo

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo,

se non hai avuto modo di vedere la replica di QG di ieri sera:

i DNA prelevati sono circa 8.000,(4000 Poliza e 4000 Carabibieri)
ma tempo e fondi a disposizione non hanno permesso di confrontarli tutti con il DNA trovato sul corpo di Yara.

Non tutti gli addetti ai lavori, presenti quella sera al cantiere, sono stati ascoltati, poichè molti sono rientrati nei paesi d'origine e il gip non ha autorizzato per nessuno di loro una rogatoria.

Sira

filippo ha detto...

A me sembra caro Massimo, che la uggeri non abbia nessuna intenzione di trovare i colpevoli. E questo dovrebbe invece essere il compito prioritario di un buon PM.

Unknown ha detto...

Non possiamo dare solo la colpa a lei Filippo. Inizialmente le indagini sono state divise in tanti tronconi e c'erano diversi detective più esperti della Pm che le seguivano. Gli sbagli successivi credo derivino da lì. Vedi i dna non presi ai tanti stranieri che lavoravano a Mapello e che ora sono tornati in patria.

Poi è chiaro che ora, vuoi per mancanza di fondi, vuoi perché si sono infilati in un imbuto che o gli fa trovare il colpevole o li porterà alla deriva, stanno barcamenandosi alla meno peggio.

Ciao, Massimo

Sira Fonzi ha detto...

Tutto vero Massimo,

hanno fatto quanto altre procure forse non avrebbero nemmeno pensato.

Intercettare tutte le persone che agganciarono le celle interessate, chiedere il dna, ben 8000, nella speranza che la Cattaneo riuscisse, come poi è successo, ad isolarlo per confrontarlo.

E' anche vero che non dipende da loro se il personale a disposizione e i fondi sono quelli che sono, e 8000 campioni non sono pochi da analizzare.

Dicevo,
è tutto verissimo,
ma cosa hanno fatto a ridosso della scomparsa?
I cani avevano fiutato il passaggio di Yara al cantiere
ed erano 3, tutti e tre portavano là.

Una testimone parlò di un furgone bianco, di grida udite all'interno di esso, un furgone da lavoro compatibile con il cantiere stesso.

Era impossibile mettere sotto sequestro il cantiere per perlustrare e ricercare tracce e interrogare da subito tutti i lavoranti, prelevando loro quei dna che ora è impossibile prelevare perché molti di loro sono rientrati in patria?

Forse ne sarebbero bastati 130, quanti i lavoranti se non ricordo male, senza arrivare a 8000 di cui nemmeno la metà paiono essere stati comparati.

Ed oggi Massimo? Oggi che si sono trovate sul corpo di Yara le prove, che in un luogo simile, se non proprio in quel cantiere, c'é stata o passata, cosa fanno?

Il gip non autorizza gli interrogatori e la richiesta di dna agli allora dipendenti non più in Italia.

C'erano molte persone non in regola certo, c'è la possibilità che nessuno di loro sia implicato. Ma non sarebbe stato più produttivo, piuttosto che aspettare i fondi o il personale per poter confrontare quel numero enorme di campioni che hanno prelevato, con il rischio che l'omicida si avvantaggi e fugga il più lontano possibile?

In un tuo vecchio articolo mi sembra che riguardo la chiusura del cantiere già ti eri espresso:
"interessi economici in ballo" se non sbaglio.(anzi se mi indichi il titolo mi farebbe piacere rileggerlo)
e riguardo gli interrogatori e i dna a tappeto a tutti i presenti?

Forse c'è una spiegazione a tutto che a noi ci sfugge, ma anche alla Procura c'è qualcuno che gli sta sfuggendo, e magari è il proprietario di uno di quegli 8000 dna giacenti in laboratorio o magari, forte del fatto che il suo dna non ce l'hanno, e non lo chiederanno mai, sono sotto il sole in qualche spiaggia lontana.

Ciao Sira

Alessandro ha detto...

pista dei cani-cantiere
cantiere-lavoratori
lavoratori-DNA

era piuttpsto semplice..ne bastavano 150-200 di DNA;ad ampliare la cerchia avrebbero avuto tempo.
la morte di yara era un caso molto semplice..ora non lo è più

filippo ha detto...

Questa PM si sta comportando allo stesso modo della PM che all'epoca non indago su Restivo nel caso Claps. Non serviva dei certo prelevare 8000 dna per risolvere il caso, bastavano solo i 200 che lavoravano al cantiere.

Unknown ha detto...

Ciao Sira.

Forse non servivano neppure i dna all'epoca, bastava farsi dare dalle aziende i tesserini di riconoscimento e mostrarli alla Abeni, l'unica che ha visto in faccia i due personaggi che si aggiravano in via Rampinelli (tutt'ora ignoti).

Per quanto riguarda il rintracciare chi vi lavorava non dovrebbe essere difficile. Ogni azienda a cui viene commissionato un lavoro "esterno", quindi in cantiere, deve fare una comunicazione all'Inps e specificare quanti operai ha intenzione di far lavorare nel determinato cantiere, inoltre di ognuno di loro deve inviare la matricola con cui all'Inps è registrato.

Quindi, se tutto è stato fatto "in regola", problemi non ne sorgono. Diverso il discorso sarebbe se all'interno del cantiere di Mapello vi fossero stati operai "in nero". In questo caso un controllo capillare della Polizia lo avrebbe evidenziato e sarebbero intervenuti diversi enti che, dopo aver bloccato il cantiere per mesi, si sarebbero sbizzarriti con multe salate e denunce.

Da questo si capisce il motivo per cui gli investitori, chi ha speso decine di milioni di euro nel progetto del centro commerciale, non avessero intenzione, pur magari non sapendo che vi fossero lavoratori in nero, di correre un simile rischio.

Credo che l'articolo a cui ti riferisci sia "Una giornata di pura follia", quello del 26 gennaio scritto un mese prima del ritrovamento del corpo a Chignolo.

Questi il link:

http://albatros-volandocontrovento.blogspot.com/2011/01/yara-gambirasio-una-giornata-di-pura.html

Massimo

filippo ha detto...

Notizia di oggi:"In ogni caso, la Squadra Mobile della polizia ed i carabinieri di Bergamo hanno ufficialmente richiesto alla Procura di avviare le procedure di rogatoria internazionale per alcuni operi di nazionalità rumena, polacca e albanese che nel novembre 2010 lavoravano al cantiere di Mapello ed ora sono tornati nei rispettivi Paesi. A questi operai dovrà essere fatto un prelievo di sangue per il confronto del Dna, e naturalmente dovranno essere sottoposti ad interrogatorio, come già avvenuto per circa ottomila persone.
Si attende il responso della Magistratura, che potrebbe non ritenere le rogatorie utili alle indagini." scommettiamo su quale sarà il responso della PM??

Sira Fonzi ha detto...

Per Massimo e Filippo



Vorrei spezzare una lancia a favore della Ruggeri che ha confermato, in una breve intervista mandata in onda a QG, di aver fatto personalmente delle richieste al GIP per diverse rogatorie internazionali, ma che le stesse
non sono state autorizzate.

Quando il giornalista le ha chiesto il perché, lei ha risposto che probabilmente il GIP non le riteneva indispensabili ai fini delle indagini??

Ora mi chiedo, dopo aver trovato
in tutte le ferite di Yara un materiale corrispondente a residuati di piastrelle, nei suoi polmoni e nei suoi abiti polveri riconducibili a quel luogo, come può dire il GIP che ascoltare le persone, che quel giorno lavoravano lì, non sia importante ai fini delle indagini?

ps
Massimo scusa se nel post precedente ho riparlato di fatti già ampiamente analizzati da voi dal 5 in poi, ma ero in vacanza e non sono riuscita a rileggerli tutti.
Li ho letti solo dopo aver scritto il post

Sira

filippo ha detto...

Sira, non ho mai sentito parlare di richieste bocciate dal GIP, sei proprio sicura? anch'io ho visto l'intervista e la Ruggeri ha detto che lei non le riteneva importanti non il gip, tanto è vero che anche la Palombelli si è scandalizzata per il comportamento della Ruggeri.

Sira Fonzi ha detto...

Filippo, hai ragione, ho riletto l'intervista che avevo ascoltato in tv, e non è il GIP che non ha autorizzato le richieste, ma è stata proprio la Ruggeri a ritenerle non importanti per l'inchiesta.

E' probabile allora siano le stesse richieste provenienti da Carabinieri e Polizia di cui parlano oggi, che stiano insomma spacciando la notizia come nuova.

Allora resta da capire quale sia questo segreto istruttorio per cui lei ritiene non importante ascoltare queste persone e prelevare loro il dna.
Mah...

Questo il link dell'intervista della Ruggeri a QG:

http://www.megamodo.com/2011105509-esclusiva-sul-caso-gambirasio-a-quarto-grado-parla-il-pm-letizia-ruggeri/

Ciao Sira

filippo ha detto...

Immaginavo... Nessun segreto istruttorio, questo pm non ha nessuna intenzione di risolvere il caso e non ha intenzione di fare brutta figura con l'arresto di Fikri che corrisponderebbe ad ammettere un grossolano errore. Ripeto, finchè non cambierà prucuratore, questo caso non verrà mai risolto.

Anonimo ha detto...

Nelle indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate di Sopra lo scorso 26 novembre e ritrovata morta 3 mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola, spunta una nuova lettera anonima, recapitata alla redazione del quotidiano "L’eco di Bergamo", che invita gli inquirenti a non mollare la pista proprio su Mohamed Fikri, l’operaio marocchino che inizialmente era stato arrestato per la scomparsa della ragazzina e pochi giorni dopo era stato scarcerato per mancanza di prove: "Non mollate, seguite la pista del cantiere, i cani non sbagliano. Fikri è a conoscenza di un uomo che proprio nel cantiere edile è stato visto a novembre", si legge nella lettera. "Fikri sa bene che Yara è stata vista sparire a bordo di un furgone bianco e sa che quell’uomo, ancora una settimana dopo la scomparsa di Yara, si trovava ancora a Mapello", spiega il testimone anonimo che continua ad accusare l’operaio. "Fikri sa che il corpo di Yara è stato sempre nel campo di Chignolo, dove però è stata portata dopo essere stata uccisa, e sa anche di un uomo alla guida di un auto che era sempre in zona, a Mapello, una settimana prima che Yara fosse trovata".
A inchiodare Fikri sarebbero state alcune telefonate tradotte male in cui l’operaio diceva “Allah perdonami, non l’ho uccisa io”, poi ritradotta in “Allah, ti prego, fa che risponda”. Intanto la Cassazione ha accolto il ricorso dei suoi legali Roberta Barbieri e Giovanni Fedeli e ha annullato l’ordinanza di convalida del fermo a cui l’operaio era stato sottoposto la sera del 4 dicembre.

Agnesina Pozzi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Agnesina Pozzi ha detto...

Vi sembra normale che...MENTRE nei mesi precedenti SI RACCOLGONO FIRME per sollevare la Pm dall'incarico ....ECCO ARRIVARE DALLA SICILIA (per esaltanti esperienze che non sappiamo ancora quali siano) il premio "PRO BONO jUSTITIAE" dal Movimento Culturale Giorgio La Pira di Messina?? Queste le motivazioni “Con silenziosa, ma significativa determinazione, svolge compiti ardui”. E’ uno dei passaggi più significativi con cui è stata premiata Letizia Ruggeri, il magistrato che dal 26 novembre si occupa delle indagini sul caso di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa da qualcuno che per la procura oggi resta ignoto.
“Dopo aver vissuto un’esaltante esperienza nel territorio siciliano, ha deciso di stabilirsi a Bergamo, dove svolge, con silenziosa ma significativa determinazione, compiti ardui. Si ritrova da qualche tempo a risolvere il drammatico caso di Yara. Alla giovane donna magistrato un particolare sostegno della società civile”. Ripeto...vi sembra normale? A me sinceramente NO.

Ottobre 2011 http://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/2011/10/04/594153-premiata_magistrato_indaga_yara.shtml

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/923416/La-raccolta-firme-della-politica-per.html
febbraio 2012